Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 10/11 - nov./dic. 1990

_.l>-l-B1I,ANCO l.Xll.llOSSO lii•iii•b Dopo la ''Gladio'' di Gigi Biondi ' E noto che i paesi occidentali hanno condizionato i loro aiuti all'Urss e ai paesi dell'Est ad una riforma che porti quei regimi in piena situazione democratica, anche attraverso la trasparenza di tutti gli archivi delle polizie segrete. E da noi? Possiamo dire che questa trasparenza democratica è un fatto assodato? La vicenda «Gladio» non è che l'ultimo capitolo di una storia lunga: Sifar, P2, Rosa dei Venti, Sismi e Sisde deviati. La domanda posta sopra può tradursi anche in altro modo, rispetto alle questioni interne che dominano la scena politica italiana. Eccolo: dopo aver sottoposto ai più rigorosi controlli clinici il sangue dei comunisti italiani per misurarne la crescita del tasso di democrazia e dopo averli a lungo psicanalizzati per certificarne la sincerità della loro riconversione, non è finalmente venuto il momento di rendere totalmente trasparente la storia della nostra democrazia per liberarla dalle troppe tossine accumulate finora alla vigilia di una nuova fase del suo sviluppo? Fuor di metafora ospedaliera, non sono forse cresciute nel Paese strutture occulte, segretissime, che hanno sovrapposto ai loro compiti istituzionali altre attività miranti a scandire ogni passaggio della vita pubblica con lo sferragliare delle armi e con il fragore delle bombe, attivandosi a garantire impunità e coperture? E la lunga sequela di deviazioni dei servizi segreti, mille volte riformati e mille volte di nuovo deviati, non indica con qualche evidenza che probabilmente non già di fellonia di qualche generale si debba parlare, ma di una «linea politica» coerente nel tempo? Sono questi gli interrogativi che attendono risposta e, prima ancora che i comunisti, dovrebbero esserecoloro che comunisti non sono a pretendere chiarezza estrema, e specialmente coloro che tali non sono per motivi radicalmente diversi da quelli dei conservatori. An- : IO che perché l'anticomunismo elevato a sistema di potere corroborato da strutture atte all'uopo, è servito a depotenziare ogni riformismo sociale e politico che fosse possibile introdurre non già dalla porta maestra dell'alternativa, ma almeno dalla finestra della coabitazione forzata nei governi di coalizione che hanno retto il Paese. L'Italia è venuta configurandosi nel contesto della democrazia europea come un'anomalia consistente nel blocco del punto più delicato del suo funzionamento: quello dell'alternanza al governo di schieramenti diversi. La consociazione tra Dc e Pci è stato il modo tutto italiano di mitigare l'eccessiva rigidità di un sistema a ruoli fissi ed immobili: frutto della mancanza di alternanza essa ne ha impedito ulteriormente la possibilità. È questo il contesto reale nel quale è cresciuta la patologia dell'occulto e del segreto, l'utilizzo improprio di strutture dello stato, la crescita e di una costituzione materiale altra da quella formale e legale. Nel momento in cui il Pci si libera del comunismo aprendo la possibilità (da verificare sul terreno programmatico e politico) dell'alternanza, occorre sbaraccare le strutture dell'anticomunismo sulle quali si è edificato il sistema di potere imperniato sulla Dc. Ma rigenerare la democrazia, come pretende Occhetto, è possibile solo facendola funzionare come deve funzionare una democrazia, e cioè l'opposto dei vari governi di emergenza, di concordia, di unità nazionale. Alla sinistra è deputato il compito di indicare gli strumenti istituzionali e la piattaforma politica di una nuova sinistra di Governo, evitando i tatticismi ed i pasticci referendari: aspettare gli uni e gli altri (Pci e Psi) le proposte della Dc in materia sa molto di una subalternità psicologica prima che politica, anch'essa frutto di quarant'anni di democrazia bloccata. Inoltre è come se si chiedesse al tacchino

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