Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 9 - ottobre 1990

ve per il Gatt, le politiche agricole ed industriali nazionali e internazionali dovrebbero tener conto di questi problemi. Anche dal punto di vista del1'economia si tratta di valutare quanto costi mantenere la maggioranza dell'umanità in preda all'anarchia, alle frustrazioni, alle privazioni rispetto ad ipotesi di sviluppo equilibrato. La .P.11,BIANCO \XltROSSO 1ii•B1d1l 1 iiOM 1111 caduta dei valori borsistici in questa settimana dimostra, visto che l'approvvigionamento energetico non è stato mai in discussione, che l'internazionalizzazione dell'economia esige una situazione senza minacce di guerra e che il capitalismo finanziario avverte l'inizio di una situazione di incertezza strutturale dovuta al contenzioso crescente tra Nord e Sud del mondo. Sono queste considerazioni a far pensare che la vicenda di Saddam al di là della paranoia del dittatore, più volte sottolineata nei commenti, ha significati che la trascendono, e perciò la sua soluzione peserà fortemente sul futuro delle relazioni internazionali. • 1 Unità tedesca: costi e le speranze A ritmo accelerato le due Germanie hanno concluso, il 3 ottobre, il loro processo verso l'unificazione che, per la straordinarietà dei tempi e dei modi di attuazione, non ha precedenti nella storia. Infatti, è del tutto fuori dell'ordinario che un ferreo regime dittatoriale - quello comunista di Erich Honecker - crolli inarrestabilmente a seguito di una improvvisa e rapida rivoluzione, come pure è del tutto inconsueto che un nuovo stato - quello tedesco - si costituisca non in conseguenza di una guerra ma durante un tempo di pace. Contrariamente al "Reich" di Otto von Bismarck - "il cancelliere di ferro" -, costituitosi mediante le vittorie prussiane sugli eserciti austriaco (1866) e francese (1870), il "Reich" di Helmut Kohl - "il cancelliere dell'unificazione" - si costituirà mediante una vittoria popolare ottenuta secondo le regole pacifiche della democrazia. Ora, con una popolazione di 80 milioni e con una economia tra le più fordi Nestore Di Meola ti del mondo, la nuova Germania si accinge ad affrontare il duemila con le carte in regola per svolgere un ruolo di tutto rispetto nello scenario internazionale. La imprevedibilità e la straordinarietà di questo evento sono accompagnate però, da non poche preoccupazioni non solo a Est ma anche a Ovest. Sono nate, infatti, certe allarmate dichiarazioni provenienti da Paesi occidentali e particolarmente dall'Inghilterra. Con una buona dose di macabro umorismo il pacioso Kohl - che tanto ci tiene a reggere al confronto con il grande Bismarck - è stato invece raffigurato in una dissacrante caricatura di un noto giornale inglese nelle vesti di un nuovo Hitler. Come se non bastasse, un ministro del Regno Unito, responsabile del dicastero per gli affari esteri, è stato costretto a dimettersi per aver espresso - in forma non proprio diplomatica - ciò che sulla questione tedesca pensa non poca parte dell'opinione pubblica inglese. ,---· I 35 Le preoccupazioni polacche - non certo recenti - non si sono placate neppure dopo il congiunto pronunciamento dei due parlamentari tedeschi sulla intangibilità della "linea OderNeisse". Ma se queste preoccupazioni sono ingiustificate in quanto è fuori discussione l'alto tasso di democraticità dimostrato dalla popolazione della Repubblica federale di Germania e, recentemente, dalla Repubblica democratica tedesca (se non altro per aver deciso, democraticamente, di autocertificare la propria morte per poi rinascere nella nuova Germania), giustificate invece sono le preoccupazioni espresse da più parti - e in particolar modo dal partito socialdemocratico tedesco - a causa della eccessiva fretta manifestata dal governo di coalizione cristianodemocratico-liberale per portare a termine il processo di unificazione. Infatti, si rimprovera al cancelliere Kohl di aver affrettato i tempi, facen-

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