~!J.BIANCO l.XILROSSO •I IIB11Ai liii tiMhii Germania:dall'eufaria alla dura concretezza O tto mesi sono passati dalla caduta del muro di Berlino: non ha ancora tre quarti di un anno la pacifica rivoluzione tedesca che ha messo in modo risolutivo la parola fine a quarant'anni di socialismo della Ddr. All'inizio l'opposizione tedesco-democratica, che aveva fatto cadere il vecchio regime, e la maggioranza dei cittadini tedesco-federali vi scorsero la possibilità di un processo di unificazione in una prospettiva di tempo che, passando per tappe e gradini attraverso una ristrutturazione dell'economia della Germania Democratica, un allineamento economico e sociale sotto il tetto europeo e, non in ultimo attraverso un cambiamento autonomo e uno sviluppo democratico delle strutture nella Ddr, avrebbe gradualmente portato alla Germania unita. In questi giorni, a partire dal 1 ° luglio 1990, è entrato in vigore il Trattato di stato sull'unione monetaria, economica e sociale fra le due nazioni tedesche. Per la seconda volta i cittadini della Ddr diventano oggetto di una specie di «esperienza di massa»: la prima - con il nome di «socialismo reale» - ebbe i risultati che tutti conoscono, quella di adesso, dal titolo «unione monetaria ed economica» è aperta a tutti i risultati: si tratta di un esperimento economico mozzafiato che per di più viene effettuato ad una velocità incredibile. Il Marco tedesco diventa valuta nella Ddr, velocemente, cosi, come evidentemente 16 milioni di cittadini della Germania Democratica lo hanno desiderato. Ritmi, velocità e tempi rapidi sembrano condizionare il processo di unificazione dei due stati tededi Gabriela Thumser schi. Ma chi decide i ritmi, la velocità, i modi? Ci troviamo ora nel mezzo di un drammatico processo di avvicinamento, carico di incertezze di politica interna ed estera, e soprattutto - e ciò preoccupa i tedeschi di ambedue gli stati - carico di rischi economici e sociali. Queste incertezze domineranno sicuramente anche i prossimi mesi. Per ora risulta evidente a tutti, anche a coloro che erano scettici nei confronti di un'unificazione troppo rapida, che il processo dell'unità tedesca e del passaggio ad uno stato comune non si può arrestare o ritardare a piacere. E ciò sopra tutto per volontà della Ddr. Il crollo totale di un"'identità" tenuta in piedi perloppiù artificiosamente, la perdita completa di legittimità delle strutture e istituzioni politiche, lo sconsiderato deprezzamento e la svalutazione della propria economia e dei propri prodotti hanno contribuito a creare presso la popolazione della Ddr un atmosfera "pro Marco" e "pro annessione". È vero che la popolazione della Ddr, che premeva con impazienza ed estremo vigore per l'unificazione dei due stati tedeschi, era motivata in prevalenza economicamente. "Se il marco non vien qui, noi andiam dal marco lì" ("Kommt die Dm nicht nach hier, gehen wir rueber hin zu ihr") diceva lo slogan più pronunciato prima e dopo le elezioni del 18 marzo di quest'anno. Il ritmo imposto dalla strada, soprattutto quello dei transfughi, così viene detto abitualmente, ha reso vani i progetti che prevedevano la gradualità, costringendo la politica a seguire - anche : 56 nella Repubblica Federale - il "movimento del basso" della Ddr. Il disordine e la dinamica nella Ddr avrebbero resa necessaria la fretta; l'eccezionale pressione riguardo ai tempi verrebbe dalla Ddr. 340 mila transfughi nel 1989, 150mila nei soli mesi da gennaio a marzo 1990. Un ulteriore temporeggiamento nell'unificazione avrebbe conseguenze drammatiche - ancora più transfughi, sempre più transfughi e sempre più incertezze per la rimanente popolazione della Germania Democratica. Molte di queste argomentazioni sono certamente giuste, ma non sono la sola verità. Certo, la tesi di Oskar Lafontaine - e di molti cittadini federali - che sosteneva la necessità nella Ddr di una graduale ristrutturazione e di un crescere insieme con la salvaguardia della sicurezza sociale, è stata bocciata dalle elezioni del 18 marzo 1990. Questa tesi conosce invece molti sostenitori nella Repubblica Federale di Germania. 'Il voto bistecca', così il quotidiano francese «Le Monde» aveva definito l'esito delle elezioni nella Ddr. Ma a questo si oppone il nazionalismo economico e del benessere, determinante per i cittadini della Repubblica Federale. Ci troviamo dunque di fronte a due diversi ritmi e velocità di unificazione? Uno di tipo Ddr: Marco tedesco, unità, annessione subito; uno di tipo federale: unità sì, ma lentamente, con bassi costi per il benessere e la sicurezza? È chiaro che il modo e la maniera di forzare i tempi della unificazione tedesca sconcertano molti cittadini federali. La paura di perdere il posto di lavoro, di vedere minacciato il si-
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