tariato dei mesi scorsi non è soltanto stata contro la riduzione dei contributi. Si richiede un valutazione dei metodi operativi delle Ong (criteri codificati per l'identità delle Ong e criteri per l'accoglimento dei programmi presentati) e, soprattutto si richiede che Governo e Parlamento, preso atto della validità del "modo alternativo" di far cooperazione delle Ong, decidano responsabilmente gli spazi appropriati a tali operatori e li incoraggino, da vicino, a proseguire seriamente su queste .P!LBIANCO \XIL ROSSO i I ii iii) d I iMG ti)@ftii strade di autentica liberazione. Napoli, Posillipo. Ong: e il governo taglia i fondi << L a coop_erazione_allo sviluppo e parte integrante della politica estera dell'Italia e persegue obiettivi di solidarietà tra i popoli e di piena realizzazione dei diritti fondamentali dell'uomo, ispirandosi ai principi sanciti dalle Nazioni Unite e dalle convenzioni Cee-Acp. Essa è finalizzata al soddisfacimento dei bisogni primari e in primo luogo alla salvaguardia della vita umana, all'autosufficienza alimentare, alla valorizzazione delle risorse umane, alla conservazione del patrimonio ambientale, all'attuazione e al consolidamento dei processi di sviluppo endogeno e alla crescita economica, sociale e culturale dei Paesi in via di sviluppo ... ». Così recita l'articolo 1 della «Nuova disciplina della cooperazione italiana con i Paesi in via di sviluppo» legge n. 49, approvata il 26 febbraio 1987. Questa legge, che ha apportato numerose innovazioni rispetto alla legislazione precedente, per effetto di una di Gigi Perego disattesa applicazione delle sue parti fondamentali, rischia di fallire miseramente! Il ministero Affari Esteri e la Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo in particolare, in questi ultimi mesi stanno sviluppando una politica destinata a contenere (e forse ad eliminare definitivamente!) l'apporto, in questi anni così notevole delle Organizzazioni non Governative (Ong). In Italia esistono più di 100 organizzazioni di volontariato internazionale idonee, con oltre 1500volontari attualmente impegnati in più di 400 progetti di sviluppo in Africa, Asia e America Latina. Il Governo italiano, si è più volte impegnato, anche in sede internazionale, a destinare all'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps) lo O, 7% del Prodotto Interno Lordo (Pii), da raggiungersi con gradualità nel giro di pochi anni. Pur essendo stata l'Italia per molto tempo fanalino di coda tra le nazioni europee nell'aiuto pubblico allo svilup- ~ 54 •- ----- --- -- po, negli ultimi anni si era verificata una certa progressione negli stanziamenti, che nel 1987 raggiungevano lo 0,41 %, lasciando ben sperare nel rispetto degli impegni assunti. Le previsioni di bilancio per il triennio 1989-1991portano invece ad un'inaccettabile inversione di tendenza, che retrocede l'impegno italiano allo 0,370/oper il 1989 e ad una previsione dello 0,34% per il 1991. In questi ultimi mesi in particolare, la stretta nei finanziamenti ha portato ad un assurdo blocco nei confronti delle Ong, che si sono viste praticamente negata la possibilità di aprire nuovi progetti nei Pvs e notevolmente rallentata l'attività anche relativamente agli impegni già presi con le popolazioni e i Governi dei Pvs. I dati fondamentali delle questioni sono i seguenti: - le risorse per l'aiuto pubblico allo sviluppo sono calate nel 1989, per la prima volta in dieci anni, sia in termini
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