sviluppo, utilizzando i valori e le risorse già presenti nella realtà meridionale. Questo ampio dibattito che la Comunità eccelsiale è chiamata a promuovere e a sostenere deve investire e coinvolgere tutti gli ambienti di vita: famiglia, scuola, università, lavoro, politica, ecc., perché la società civile cresca responsabilmente e ridisegni, autonomamente, un modello di sviluppo del Mezzogiorno innervato da un'idea di solidarietà «lunga», intelligente, capace cioè di creare condivisione tra le persone e soprattutto di «attrezzarlo» e promuoverlo. In particolare per il laicato cattolico ciò significa mettere a disposizione lo slancio etico e la competenza professionale offrendo un contributo di grande sostanza e di forte prospettiva, per gettare semi nuovi e far crescere quelli buoni nelle sede quotidiane del personalizzare amando ed educare istruendo, della preparazione professionale e a creare ulteriori vie tecniche e scientifiche non senza richiami deontologici e quadri di rife- _{)-!). lll.\:'\:CO lXll.llOSSO •b•#hiA rimento morale. Napoli, Piedigrotta, Festa. Un esempio emblematico credo anche il più significativo oggi per il Mezzogiorno: il mondo produttivo, i partiti politici, le istituzioni nazionali e locali vanno coinvolti sul grande tema del lavoro nel suo profilo di valenza morale o di interesse economico su cui si fonda la nostra democrazia. La compiutezza della democrazia non passa infatti soltanto per una garanzia dell'alternanza ma anche per un lavoro possibilmente garantito a tutti e comunque nella capacità di trovare vie di sviluppo verso la totale realizzazione di un lavoro per tutti. S'impone nel Paese e s'impone nel Mezzogiorno una rinnovata mentalità politica delle grandi scelte, della coerenza etica, del senso del servizio. La Comunità ecclesiale non offre soluzioni di carattere tecnico ma una riflessione di taglio storico-culturale e morale: vuole essere un aiuto alla crescita della coscienza civile perché ciascun cittadino faccia la sua parte e ciascuna struttura istituzionale svolga a pieno e significativamente il suo compito. Chiesa, questione meridionale, mafia I 1 problema è molto complesso perché si tratta di definire una realtà variegata come è il Mezzogiorno d'Italia e anche che cosa intendiamo per chiesa. Diamo qualche suggestione anche se nel rischio di cadere in schemi riduttivi. Dopo l'unificazione italiana una questione meridionale nella chiesa si pose come rivendicazione autonomistica, soprattutto in Sicilia, a salvaguardia della religiosità popolare e di Francesco Michele Stabile dei valori tradizionali contro il montante settarismo e secolarismo del nuovo stato liberale. Fu in questo periodo che si accentuò per certi aspetti una questione meridionale anche all'interno della chiesa italiana, poiché le leggi eversive dell'asse ecclesiastico non tennero conto della peculiarità della struttura economica delle chiese del Sud dove poche e povere erano le parrocchie e molte e ricche le strutture monastiche e conventuali, le chiese recettizie e capitolari. Incamerando i beni di questi enti e risparmiando quelli parrocchiali, di fatto si impoverirono le chiese del Sud, senza che ne traessero beneficio le strutture parrocchiali. I beni vennero incamerati e i capitali ricavati dalla vendita di questi beni investiti altrove. Una più attenta coscienza della questione meridionale come problema sociale del Sud si fece presente
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