_p-tJ . Ili.\ :\CO lXII. BOSSO . •U•#hlii Chiesa e Sud Italia: per ricostruirel'uomo L a questione meridionale oggi non è più quella degli inizi del secolo e neppure quella del 1948. Questo di per sé non significa che la questione sia oggi più agevole quanto alla diagnosi e quanto alla terapia: essa è certamente, per alcuni versi più complessa almeno per quelle zone del Mezzogiorno che sono state ampiamente toccate dal processo di modernizzazione ma non sono state per nulla scalfite da un processo di chiaro sviluppo. Nel Mezzogiorno, pur in presenza di una bassa capacità produttiva, in questi anni sono comunque cresciuti il reddito procapite (peraltro rimanendo inferiore a quello del centronord) e i consumi privati a testimonianza del fatto che la ricchezza nel Sud cresce anche se indipendentemente dal sistema produttivo e dal lavoro e soprattutto in relazione al moltiplicarsi di politiche assistenziali e all'espandersi di un'economia illegale e criminale. Questi fattori ritardano la maturazione socio-economica del Mezzogiorno e alimentano la crescita oltre che delle vecchie povertà - quella dell'avere - anche delle nuove povertà - quelle dell'essere - allargando le fasce di emarginazione e di esclusione. La questione meridionale è dunque questione nazionale e diventa, oggi, chiave di lettura critica del modello di sviluppo del nostro Paese, legato ancora a parametri quantitativi, e vera sfida per la nostra democrazia. La conoscenza dei mezzogiorni d'Italia nella loro versione attuale e la coscienza della partecipazione del1'intera Chiesa italiana - testimoniata anche dal recente documento dei Vescovi italiani «Sviluppo nella solidadi Raffaele Cananzi rietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno» - sono, a mio avviso, elementi vitali per consentire un effettivo avvio verso una risoluzione della questione. Le molteplici dimensioni in cui la questione meridionale si esprime oggi richiedono uno sforzo congiunto di tutte le varie energie del Paese; certo è che senza un'appropriata dinamica religiosa ed ecclesiale la soluzione della dinamica economica (capacità produttiva e riassorbimento della disoccupazione), della dinamica sociale (ammodernamento della Pubblica Amministrazione ed efficienza dei servizi), e di quella politica (riforma della cultura politica e delle istituzioni), non comporterebbe la globale soluzione della questione stessa. Pur non negando, infatti, i positivi riflessi sulle altre questioni è certo che il superamento del familismo mafioso o egoistico, il valore della vita, il senso del servizio, una rinnovata cultura della legalità, una sana concezione della politica, dello Stato e delle istituzioni, un'assunzione corretta dello sviluppo tecnologico e scientifico, non possono derivare se non da una grande opera di profonda eticità e di purificata religiosità capace di sostanziare un processo culturale di ampio respiro e nel quale ogni parziale risoluzione troverà un naturale luogo di coltura e di espansione, così attuandosi un autentico sviluppo. L'impegno morale è, perciò, acuito e la sensibilità ecclesiale non può più restare nella «presa d'atto», nella sola «denuncia», ma deve recuperare tutto il vasto campo d'azione del momento spirituale ed etico perché le basi sociali e politiche della rinascita del Mezzogiorno siano solite e saidammente radicate in una corretta visione antropologica in modo che questa rinascita mentre rigenera il Mezzogiorno offra anche forti elementi di rivitalizzazione del tessuto umano sociale e politico all'intero Paese e all'Europa. La Comunità ecclesiale, le Chiese locali del Sud, superando positivamente l'approccio spesso dualistico alla questione meridionale - tra l'essere subalterni alla cultura dominante e il promuovere processi educativi di liberazione e di solidarietà - devono operare un'abbondante seminagione di valori evangelici offerti nello stile della testimonianza cristiana, dell'accoglienza e della dialogicità delle impostazioni culturali, in modo da garantire un elevato livello di proposta etica e alcuni punti fermi di riferimento ai quali fare capo nel faticoso trapasso culturale del Mezzogiorno. Non vi è soltanto la necessità di coniugare una cultura umanistica con una cultura tecnologica e scientifica ma è anzitutto necessrio far riemergere una cultura sommersa di grandi valori dell'umanesimo classico e di farla penetrare attraverso nuovi itinerari educativi da una cultura moderna che non sia di mera impostazione ma frutto di fantasia creativa e capacità di sintesi, due tipiche valenze dell'uomo meridionale. Certamente il laicato cattolico può inserirsi nel contesto di questa complessa azione ecclesiale che dovrebbe portare, come tipica azione di Chiesa, alla costruzione di una coscienza di solidarietà tra nord e sud del Paese e alla costruzione di una coscienza di responsabilità per la gente del Sud che è chiamata a progettare e realizzare autopropulsivamente il proprio
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