struttura e l'organizzazione economica, almeno non nella misura che avrebbe potuto consentire di realizzare compiutamente quei valori nella legalità. La società meridionale è profondamente cambiata, ma, sia pure con connotati del tutto nuovi, sussiste tuttora una contraddizione tra esigenze soggettive e opportunità legali: è tale contraddizione che rende ancora possibile alle organizzazioni di tipo mafioso di mettere radici nel tessuto sociale. Intorno alla metà degli anni '70 fu i.)JJ. m.\~CO lXII.HOSSO 11 i 1 ihid la crisi economica mondiale ad interrompere il processo di industrializzazione, appena avviato da poco più di un decennio; ad essa si aggiunse la crisi dell'intervento pubblico o, più in generale, la crisi della politica e delle istituzioni. Ma da cinque anni l'economia internazionale, e quella italiana in particolare, è di nuovo in ripresa. La ripresa sarà probabilmente accelerata dall'unificazione economica europea, dalla riunificazione tedesca, dalla ricostruzione economica dei paesi dell'est. Grandi opportunità si aprono per chi sarà in grado di coglierle. In questa prospettiva sarebbe grave interrompere e appare invece urgente il rilancio della politica meridionalistica: purché rilancio non significhi solo rifinanziamento, ma significhi anche e soprattutto riforma, che garantisca la rigorosa finalizzazione della spesa ad obiettivi chiaramente definite e il rigoroso controllo della rispondenza ad essi dei risultati che si conseguono. Il meridionalismo ' e morto? ' E morto il meridionalismo? La domanda sembra, purtroppo, retorica. Basta guardarsi intorno per accorgersi che manca un pensiero meridionale consistente; basta guardare al comportamento dei parlamentari meridionali per misurare tutta la caduta di identità meridionale, basta considerare il risultato elettorale per constatare lo spegnimento della spinta contestatrice. Dunque la domanda principale è un'altra. Tutti ammettono che il divario tra il nord e il sud è cresciuto e che il Mezzogiorno resta emarginato rispetto ali' area forte dell'Europa. Perché allora il meridionalismo è morto e la protesta tace nel sud, mentre esplode nel nord attraverso le leghe? Cosa è stato il meridionalismo? Esso è stato all'origine denuncia dello sfruttamento del Mezzogiorno dal1'avvento dell'unità d'Italia. Ma Fortunato, Salvemini, Gramsci... non hanno soltanto dato voce al malessere derivante dal diffuso senso comudi Silvano Andriani ne circa la condizione di inferiorità del Mezzogiorno. Essi hanno analizzato le cause ed i meccanismi attraverso i quali operava lo sfruttamento del sud, le forze sociali che Io promuovevano al nord ed al sud, le forze che potevano contrapporvisi. Essi perciò hanno contribuito a costruire l'identità meridionale e costruito le premesse per una battaglia politica. Nel periodo successivo alla guerra questa componente di denuncia è rimasta importante: non a caso Sereni ed Amendola parlarono di «Mezzogiorno all'opposizione». Ma un'altra componente del meridionalismo nasce intorno al dibattito sui modelli di sviluppo e sull'intervento pubblico nel Mezzogiorno. Su alcune scelte tutte le forze politiche furono concordi. Il superamento dello squilibrio e della disoccupazione richiedeva sviluppo e sviluppo più elevato nel sud che nel nord, Io sviluppo significava industrializzazione, l'industrializzazione richiedeva un decisivo interven- :◄ _ _ 15 to pubblico. A partire da qui le strade si divaricavano e venivano proposti due modelli di industrializzazione e due modelli di intervento. Il primo puntava sulla crescita di una imprenditorialità locale supportata dallo sviluppo di poteri locali, l'altro, che come è noto prevalse, puntava sull'intervento dal centro diretto a creare dei «poli di sviluppo» intorno a grandi impianti di base ed ebbe come strumenti principali la Cassa per il Mezzogiorno e le Partecipazioni statali e «la contrattazione programmatica». Intorno ai grandi strumenti dell'intervento creati e gestiti dal centro - Casa, Partecipazioni statali, Enti di riforma - andrà creandosi quello che qualcuno ha chiamato «il sistema politico meridionale». L'espansione dell'intervento pubblico centralizzato ha favorito lo sviluppo dei partiti di massa, specie della Dc, ma a sua volta è stato supportato dalla presenza di questi partiti aventi una struttura nazionale.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==