Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 7/8 - ago./set. 1990

Napoli, Palazzo Reale La specificità consiste nel fatto che l'intervento straordinario non ha prodotto forme di sviluppo capaci di autosostenersi, autopropulsive e quindi quella che doveva essere una fase di inevitabile dipendenza iniziale dai fattori esterni di stimolo si è dilatata a dipendenza permanente e strutturale. Questo è dipeso dal carattere qualitativo e dalla destinazione privilegiata dei trasferimenti. Fra le tre direzioni possibili - finanziamento di attività produttive, creazione di servizi sociali ed infrastrutturali, assistenza al reddito - quest'ultima è stata quella maggiormente perseguita. La prima direzione ha avuto un breve periodo di successo, quello tra il '68 e la prima metà degli anni '70 coincidente col massimo di espansione del potere sindacale; ma, anche per la necessità del sindacato di ottenere significativi incrementi occupazionali, si è preferito lavorare sull'immediato, impegnando le PP .SS. a creare insediamenti industriali più che sul lungo periodo che sarebbe potuto consistere nella creazione di aree attrezzate dotate di infrastrutture e servizi (ricerca, marketing, sinergie) ne è venuta fuori una imprenditoria locale che vive di commesse, senza mercati propri, e che drena risorse pubbliche in un rapporto di dipendenza verso un ceto politico, anche esso di rapina, teso a realizzare profitti economici e politici a favore delle clientele. La seconda direzione, quella del finanziamento a servizi non ha trovato •h•iiild base espansiva perché collocata più nell'ottica di assistenza occupazionale che di attenzione all'utenza. Si accentua così non solo la tendenza a non valorizzare il rapporto impegno/prodotto, ma anche quella alla soddisfazione dei bisogni della gente tramite la clientela politica. Il Mezzogiorno è quindi passato dal1'arretratezza e dalla miseria alla dipendenza assistita ed all'uso illimitato delle risorse, saltando tutta la fase del1'accumulazione che rompe i vecchi legami e crea le nuove solidarietà ed i valori collettivi. Permane nel Mezzogiorno la vecchia struttura relazionale preesistente alla modernizzazione economica e diviene la rete dei mille vicoli e dei mille canali attraverso cui passa una assistenza che riproduce la dipendenza. Una economia, quella meridionale, ricca di denaro e povera di mercato, direttamente statale o comunque dipendente e subalterna allo Stato. Uno Stato gestito da un ceto politico che ha accuratamente evitato di promuovere valori e principi collettivi e che ha invece inseguito e perseguito i particolarismi sviluppando su di essi un sistema clientelare scientifico e moderno. Fra individuo (non cittadino perché non dotato di diritti e poteri) e ceto politico (non Stato perché non promotore di servizi e di valori collettivi) cresce il deserto della disintegrazione sociale. Il Mezzogiorno moderno si presenta come una società-contro (B. Manghi) come una formazione sociale non integrata e arcaicizzata (A. Lamberti) nella quale sopravvivono le solidarietà primarie di famiglia e di clan come rifugio alla minaccia della precarietà e riconvertite in strumenti di clientela e canali di assistenza. In questa situazione di discreta redditività e bassa integrazione sociale, parlare di mafia e camorra come semplice criminalità, seppur organizzata, è francamente riduttivo. Piuttosto bisogna parlarne come volto criminale ed illegale di pezzi di società non strutturalmente disomogenei al resto, come forme illegali e violente di solidarietà verticali che competono, spesso intrecciandosi, con questo ceto politico per la gestione dei trasferimenti. In questo vuoto di società civile, in un sociale destrutturato e disintegrato nel quale scarseggiano autonomie in grado di organizzare orizzontalmente la solidarietà di interessi e di cultura, i partiti si presentano col solo volto del loro personale politico e burocratico, delle cento segreterie che organizzano clientele, che distribuiscono favori in cambio di consenso. La stessa mietitura elettorale del Psi è avvenuta, più che sul riformismo, su quelle basi di comportamento delle quali la Dc è stata maestra. Il Pci ha perso più che altrove perché è stato incapace di sottrarsi al circolo vizioso ribellismo-subordinazione che tipicizza la relazione tra individui e Stato nel Mezzogiorno. Quest'area del Paese i cui drammi

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