Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 5/6 - giu./lug. 1990

materiale e il suo monopolio delle materie prime, quando è messa faccia a faccia con il fascismo la democrazia conservatrice è costretta a porsi sulla difensiva. È per questo che finora è stata battuta dal fascismo. È per questo che è debole. I democratici hanno ragione quando definiscono l' «abolizione della disoccupazione» nazista una misura fittizia, instabile e tappabuchi, ma la loro critica sarà ben più convincente quando essi stessi troveranno e applicheranno una soluzione salutare e permanente a questo stesso problema. È vero che il nazionalismo fascista si scontra con quella pacifica collaborazione tra tutti i popoli che è diventata una necessità storica, ora che l'integrazione economica del globo ha posto le basi per una progressiva unità mondiale. Ma il sistema uscito da Versaillesè anch'esso basato sui nazionalismi, anch'esso si oppone allo sviluppo storico, e pertanto non può essere utilizzato come una barriera efficace al fascismo. Quando i socialisti, con le migliori intenzioni antifasciste, rinunciano ai loro programmi, mettono in naftalina le loro teorie, e accettano le posizioni negative della democrazia conservatrice, sono convinti di fare la loro parte nella lotta per schiacciare il fascismo. In realtà lasciano al fascismo il merito di portare avanti da solo e con coraggio in pubblico determinati problemi, spingendo così tra le braccia dei fascisti migliaia di lavoratori che non accettano lo status quo. In breve, la lotta al fascismo la vedo come una questione non principalmente militare ma politica e sociale. Noi antifascisti siamo stati sconfitti dai fascisti in campo politico e sociale; non serve prendersi la vendetta nella sfera militare. La guerra non metterà fine al fascismo. È addirittura probabile che il primo risultato di una guerra sia la fascistizzazione dei paesi democratici. Ma non credi che la sconfitta militare di Hitler e Mussolini comporterà inevitabilmente la fine del loro regime? lo penso che l'instaurazione di un regime realmente libero in Italia e in Germania dipenda interamente dal popolo italiano e tedesco. Se non sono in grado di liberarsi da soli, nessun altro potrà liberarli. La libertà non può arrivare come un regalo di eserciti stranieri: per pagare la libertà un popolo deve frugare a fondo nelle proprie tasche. --- .{)-l.t BIANCO l.XltROSSO 111 ui i i liii# Certamente una guerra può produrre determinate condizioni favorevoli alla rivoluzione. Le stesse condizioni può produrle il colera, un terremoto, la carestia. Ma i sostenitori della libertà non sono mai stati sostenitori del colera, dei terremoti, delle carestie, e tanto meno possono essere sostenitori di una guerra, anche se possono sfruttare le condizioni favorevoli che essa può produrre. La peggiore sventura che potrebbe capitare al socialismo tedesco - che conquistò il potere nel 1918 in circostanze cosi tragiche - sarebbe riguadagnare il potere dopo la prossima sconfitta militare della Germania e come risultato naturale della sconfitta. Al socialismo non potrebbe capitare nulla di peggio che diventare sinonimo di sconfitta nazionale. Quando parli di libertà, ti riferisci alla libertà socialista? Sì, penso al socialismo come a un elemento d'ora in avanti indispensabile a un regime di libertà vera - di quelle libertà, cioè, che sono concrete e reali, non formali o "costituzionali". Il big business e la libertà politica sono diventati incompatibili. Ma non vedo la libertà come la conseguenza necessaria, naturale e predestinata del socialismo: non considero l'economia, la politica e la cultura meccanicamente intrecciate, come sembrano ritenere molti marxisti. Cosi come abbiamo differenti regimi politici che crescono dal terreno comune della produzione capitalistica, così la Russia ci ammonisce che, sulla base della produzione socialista di Stato, può sorgere una cultura di cannibali, una cultura molto inferiore a quella creata dalla democrazia borghese. Il socialismo ci sbarazza di uno dei nemici della libertà umana, ma può anche introdurne di nuovi, sconosciuti alla storia passata. E non esistono formule che possano proteggerci da questi nuovi nemici, né meccanismi automatici, né garanzie costituzionali. Non c'è nulla, cioè che possa costringere l'uomo a essere libero. E per fortuna! Forse quando avrò finito di scrivere il romanzo a cui sto lavorando, tenterò di scrivereuna "Scuola della libertà" come seguito della Scuola dei dittatori che tu già conosci. Hai letto il pamphlet di Trotzky «La loro morale e la nostra»? Cosa ne pensi? Il pamphlet è stato tradotto da poco : - - - - - - - - - - - <,O in francese da Victor Serge. L'ho letto, e ho letto numerosi articoli di critica che ha suscitato. Tanto le critiche quanto il pamphlet mi hanno lasciato una sensazione di disagio, la sensazione di qualcosa di elusivo. Nonostante il titolo limitativo - un titolo che fa pensare che l'autore intendesse limitarsi a una giustificazione della morale bolscevica - Trotzky dà l'impressione, in alcuni passi del suo saggio (dove vorrebbe teorizzare), di non conoscere o non riconoscere la differenza tra i canoni etici e i sentimenti morali da una parte, e la morale concreta dall'altra - due concetti che pure sono ben differenziati in teoria quanto nella pratica. I critici di Trotzky, quelli che ho avuto l'opportunità di leggere, aggravano la confusione. Si appuntano su questo o quell'episodio della storia del bolscevismo e dichiarano: Avete visto! Duemila anni dopo Cristo, questo è il genere di principi etici che ci portano gli asiatici! Ma così come esiste una differenza tra la morale cristiana e i principi etici del cristianesimo, esiste anche un'analoga differenza fra tutte le morali e tutti i codici etici. Mi troverei in imbarazzo se dovessi fare un elenco dei principi etici proposti da Lenin. Forse li ha formulati in un'opera che non conosco. Ma indipendentemente da ogni formulazione intellettuale, è incontestabile che la vita eroica di Lenin e la sua devozione sconfinata alla causa del socialismo furono guidate da una visione morale interiore della vita e della società che, nel corso della sua maturazione, egli fortificò con i concetti del socialismo marxista. In generale, possiamo affermare che il socialismo possiede un contenuto etico che non va confuso con la morale dei partiti socialisti, pur avendo in maggiore o minore misura contribuito a modellare questa morale. Questo modo di presentare le cose potrebbe non essere chiaro a chi non ha riflettuto. In maniera approfondita sulla questione. Cercherò di spiegarmi con un esempio. Dobbiamo individuare tra etica e morale lo stesso rapporto che c'è tra un'opera d'arte e la sua bellezza. Ogni autentica opera d'arte è bella. Il più delle volte è stata concepita avendo in mente uno scopo che può essere utile o istruttivo o divertente o didattico o religioso o politico o patriottico umanitario. Un'opera d'arte è pertanto bella indi-

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