di far emergere l'assetto finanziario più adeguato per segnalare i progetti di investimento da finanziare e per garantire che a questi progetti perven- {)!t 81.\N(:O l.1(_1 t nosso 1111 #1 9 ga un flusso adeguato di fondi. Ma anche per privilegiare quella forma delle istituzioni e dei mercati finanziari capace di ricondurre la valuta- • zione del rischio reale da parte dei finanziatori finali al suo livello effettivo. Per della una ripresa partecipazione dei lavoratori N ell'ultimo secolo, in particolare, hanno preso forma eventi storici inediti. È esplosa l'industrializzazione, un modo di produrre fino ad allora sconosciuto. Sono esplosi problemi sociali nuovi, per i milioni di persone - uomini, donne e perfino ragazzi - coinvolti in questo processo. Condizioni necessarie per produrre e condizioni sociali degli uomini al lavoro, sono sembrate a partire dal secolo scorso, in insanabile contraddizione. La concezione della lotta di classe è sembrata la rappresentazione visibile di questa irriducibilità. Il suo sbocco, con il trionfo del proletariato, avrebbe dovuto fornire, la soluzione capace di superare per sempre tale contraddizione. La prospettiva marxiana, con la quale abbiamo convissuto, ha avuto oggi il suo epilogo. Ma accanto alla visione marxiana un'altra concezione si è radicata e, alla fine, ha vinto. Il conflitto tra condizioni necessarie alla produzione e condizioni di benessere sociale, è stato affrontato fuori della prospettiva "da soluzione finale". La libera unione di lavoratori che si associano nel sindacato, per migliorare costantemente salari e condizioni di lavoro e promuovere protezione e sicurezza sociale, è l'altra risposta che si è dimostrata non solo realistica, ma anche efficace. di Pietro Merli Brandini Proprio in questi giorni abbiamo potuto misurare come siano necessari vari ingredienti, per non soggiacere a quel conflitto che all'inizio appariva insanabile. Non è un mero caso che in Francia e in USA alla fine del '700 siano emerse con ordinamenti liberi, nuove concezioni propizie ai processi di industrializzazione. A correggerne le deformazioni che non hanno tardato ad apparire, si è lottato per avere, accanto ai diritti di cittadinanza i diritti associativi che consentissero ai lavoratori di proteggersi da quelle deformazioni. Le pressioni sui salari e per la sicurezza sociale hanno costretto le imprese e le strutture economiche a migliorare costantemente non solo i prodotti, ma il sovrappiù necessario a soddisfare domande sociali crescenti. Il ruolo propulsivo delle politiche sociali ha, così, accelerato Io sviluppo e la democrazia politica. I liberi ordinamenti, infatti, garantiscono il rispetto delle autonomie sia delle imprese che dei sindacati. Attraverso appropriate regole del gioco e adeguate misure politiche i governi fissano bastioni esterni che inducono liberi soggetti a fissare retribuzioni e prezzi che non danneggiano l'intera società sotto forma di inflazione o di stagnazione economica e sociale. È in questo processo di lungo periodo che si sono collocati i grandi movimenti sociali, negli ordinamenti liberi, che hanno fatto segnare inimmaginabili processi di sviluppo. L'azione sindacale, e lo strumento storicamente inedito della contrattazione collettiva, hanno in questi cento anni fatto crescere il salario reale, l'occupazione in condizioni di prezzi stabili (salvo periodi brevi 5 o 10 anni di squilibri inflazionistici) e sospinto sempre più estesi processi di sicurezza sociale, fino ai sistemi di Welfare State. Questo processo è stato spesso definito come processo di democrazia industriale. Quello in cui cioè parti sovrane, sindacati e imprese, confliggono ma si accordano per redistribuire il sovrappiù produttivo, in salari, profitti e benefici sociali. Realismo di parti corrono perché le decisioni fondamentali spettano alle parti sociali. Lo Stato segue, incentiva e sostiene anche con dirette risorse, questo processo. Ma il motore non è lo Stato. Il motore, a ben guardare, sono i sindacati, che hanno come interlocutore diretto le imprese. Ma da decenni, ormai, accanto alla democrazia industriale, espressione della sovranità delle parti, si prospetta lo sviluppo di una "democrazia economica". Essa va al di là dei contenuti della democrazia industriale (salari e condi-
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