{)jJ, RIAl\1(:0 '-Xli.ROSSO iii•iii•U In partibusinfidelium: i <<cattolicdi emocratici» nel dubbio di Rino Caviglioli << In partibus infidelium», nei territori degli infedeli, senza speranza di salvezza: lo ha detto di noi un vecchio amico, Ermanno Gorrieri, introducendo i lavori di un convegno di cattolici democratici, a Roma, il 2 giugno: «Camiti e molti suoi amici l'hanno risolto (il problema dello "sbocco politico" n.d.r.) entrando nell'area socialista e proponendosi di sensibilizzarla ai valori della solidarietà e dell'uguaglianza. Essi hanno così scelto di operare "in partibus infidelium", perché non è questa la cultura che si è sviluppata nel nuovo Psi di Craxi». Il giudizio, per la verità, sembra definitivo, mentre non lo sono i ragionamenti che sviluppa Gorrieri e che cerco di sintetizzare con le sue parole. «È ancora necessaria una cultura e una presenza politica cattolica-democratica (' 'popolare, laica, aconfessionale, coraggiosamente progressista", come scrive padre Sorge) ... Più che di significative testimonianze, si sente oggi il bisogno di una presenza e di un impegno comune - e possibilmente in qualche modo organizzato - dell'intera area cattolico democratica o quanto meno di una parte cospicua di essa ... «Rispetto alle esigenze di cambiamento la situazione dei partiti è preoccupante. Quelli così detti "minori" lottano per la sopravvivenza. Il Psi privilegia le mosse tattiche finalizzate all'obiettivo di logorare la Dc e il Pci. I movimenti monotematici, mentre portano alla ribalta problemi importanti, rendono difficile la ragionevole composizione di esigenze diverse. Sulla progressiva inadeguatezza della Dc a gestire una fase di trasformazione non occorre diffondersi. .. le speranze di rinnovamento della Dc sono ridotte al lumicino». Per quanto riguarda il Pci « ... il comprensibile assillo di non perdere voti lo induce a rivolgersi a tutte le parti, a cavalcare tutte le proteste, a sposare tutte le cause (fuorché quella della classe operaia)». In definitiva, magari «con un po' di eccessivo pessimismo - riconosce Gorrieri - non si vede in quale dei partiti esistenti si possa trovare soddisfacente accasamento. In questa situazione, come può operare una forza cattolicodemocratica? ». Gorrieri invita ad indagare tra le forme nuove di associazionismo (come il Movimento federativo democratico), la Cisl, le Acli, le esperienze fuori dalla Dc (liste «Città per l'uomo» e simili). Ma è nella sinistra DC, aggiunge, che <<•.• si trova il più consistente serbatoio sia di voti che di esperienza e capacità operativa nella politica attiva», anche se «una posizione di sinistra è fisiologicamente minoranza nel mondo cattolico e quindi nella Dc ... Ma un'uscita collettiva dalla Dc non è in vista». E non va né il Psi di Craxi, né la costituente post-comunista: in essa è forte «il mito di un nuovo comunismo, forti venature di libertarismo radicale e individualista emarginano la cultura della solidarietà, del tutto ambigua appare l'alternativa, è dubbio che riesca a sciogliersi in una nuova formazione politica un partito-apparato, fortemente strutturato». La sinistra Dc deve procedere con cautela, tuttavia: «un certo minor grado di impossibilità presenta l'uscita della Dc per dar vita a un nuovo partito. Ma non certo oggi... Occorre che il quadro politico sia bruscamente messo in movimento: ad esempio da un sistema elet-
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