irlJI. BIANCO '-Xli. ROSSO iii•iil•h e che presto sarà modificata la legge sui licenziamenti nelle piccole imprese». Vedremo, soprattutto vedremo all'opera non tanto la congiunzione degli astri, quanto le pressioni incrociate provenienti dai vari centri di interessi. Tuttavia, l'occasione è favorevole per una rivisitazione, pacata e serena delle vicende che hanno caratterizzato lo sbocco legislativo concernente le «tutele dei lavoratori nelle imprese minori». Due sono le notazioni che ci interessano. In primo luogo, le organizzazioni sindacali hanno correttamente e insistentemente ricercato, la strada di un accordo tra le parti sociali. Come è noto, i primi mesi dello scorso 1989colgono Cgil, Cisl e Uil impegnate in un confronto con la Confindustria su temi concernenti le relazioni tra le parti, procedure e sedi di prevenzione e composizione del conflitto, struttura della contrattazione, partecipazione e consultazione dei lavoratori, diritti dei lavoratori nelle imprese minori. Le organizzazioni sindacali pongono in modo insistente la questione di procedere sul tema delle tutele, ma incontrano titubanze e ritrosie di parte confindustriale che avanza obiezioni di ordine giuridico e «associativo». In buona sostanza, la dirigenza confindustriale teme che un qualsivoglia accordo costituisca una penalizzazione per l'organizzazione datoriale firmataria e, nel caso di una estensione a tutte le associazioni, teme che permanga pur sempre un varco di inosservanza da parte di datori di lavoro non associati ad alcuna organizzazione. Ora, ciò che importa in questa sede, è registrare la distanza tra le argomentazioni di allora e il catastrofismo di oggi. Era del tutto evidente e prevedibile, infatti che, la stasi del confronto tra le parti, avrebbe determinato una sorta di «via libera» al tentativo tutto legislativo di evitare un referendum indetto, pressoché unanimamente ritenuto apportatore di lacerazioni sociali notevoli ed interne agli stesAlcune stime relatlve al numero del dipendenti delle plccole Imprese (febbraio 1990) - Industria - Commercio - Turismo - Servizi - Credito - Casse Rurali Esattorie - Parabancario - Assicurazioni - Trasporti - Merci Agricoltura* Noleggio Agenzie e attività ausiliarie Autolinee private Datori di lavoro non imprenditori"'* Artigianato* * * * Stima rispetto al totale dei salariati fissi * * Comprende studi professionali, enti, laboratori di analisi, etc. * * * In questo dato sono compresi apprendisti e contratti FL 2,5 - 3.000.000 750.000 500.000 450.000 10.000 8.000 30.000 40.000 35.000 6.000 20.000 10.000 150.000 800.000/1 .000.000 1.700.000 N.B. - È da considerare, come dato generale di riferimento, che le aziende artigiane di produzione e le imprese con meno di 19 addetti rappresentano il 970/odelle imprese italiane e occupano circa il 500/odegli addetti dell'industria. Le stime sono ricavate dal confronto di informazioni da diverse fonti (ufficiali, padronali, sindacali).
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