Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 4 - maggio 1990

· icl-lL BIANCO lX11.nosso iiliiihiil Per quanto riguarda la formazione linguistica e civica, è stato giustamente rilevato che la possibilità di comunicare aiuta a superare la diffidenza reciproca; e quindi l'intolleranza e il razzismo. La conoscenza della lingua e delle istituzioni italiane favorisce inoltre la conoscenza delle leggi e la loro corretta interpretazione, oltre che l'inserimento nelle organizzazioni sindacali e nella vita associativa del paese ospitante. Di fronte al problema della residenza, così facile da ottenere in teoria, ma così difficile nella pratica, è stato detto: "La residenza è il primo passo per ottenere i diritti che la legge ci riconosce, a partire dal 1986 (art. 1 della L. 943) e per rivendicare il diritto al voto amministrativo. Ma è importante innanzitutto ottenere l'esercizio effettivo di questi diritti che oggi, legge o non legge, ci vengono negati". Questa frase darebbe da riflettere persino ai contendenti della diatriba sull'utilizzo delle forze armate per guardare le frontiere. Quanti nostri concittadini potrebbero dire la stessa cosa? Quanti diritti negati sono oggetto di rivendicazione legittima, specialmente da parte delle categorie marginali, gli anziani, i portatori di handicap, le donne, i lavoratori costretti al nero? Che tocchi ai lavoratori immigrati, che rappresentano certo l'ultima generazione del sindacato, essere i protagonisti futuri della difesa dei diritti negati e spesso soffocati dalle polemiche di poco conto? Informazionee anti-trust trapluralismoe democrazia di Guglielmo Epifani I nformazione e antitrust è un tema complesso: definisce l'esigenza di un diritto democratico di fondo della nostra società e del nostro tempo, e insieme un mondo di poteri e tecnologie, di prodotti e di mercati, segnato da grandi trasformazioni, grandi velocità e grandi opportunità. Ritenere che il primato della libera iniziativa e del mercato vada assunto come vincolo e parametro a cui tutto vada ricondotto, non è giusto e non è utile: troppo delicato il settore e la sua influenza nell'epoca delle immagini e della informazione. Ma sbagliato è anche pensare il contrario. E che cioè il bene pubblico, i diritti da difendere, richiedano regole rigide, lacci forti, proibizioni e limiti per lo sviluppo. Non è un buon modo di difendere le ragioni della democrazia e del pluralismo farle vivere in contrapposizione con le logiche della tecnologia, del mercato, dello sviluppo. È quindi necessario trovare una linea mediana fatta di molteplici tasti di intervento, di • 6 ■ ·- - - - - - - ~ - - - equilibri di volta in volta possibili, che abbia l'obiettivo di regolare il mercato senza comprimerne le tendenze, di limitare il peso e l'influenza dei trust senza smarrire l'esigenza di una dimensione di impresa in grado di reggere la sfida internazionale, di far vivere il ruolo della presenza pubblica in modo non residuale o semplicemente garantita. Il disegno di legge presentato dal ministro delle Poste, Mammì, rappresentava per molte ragioni una sintesi equilibrata di interessi diversi e diritti da affermare. Si può a ragione osservare che non tutto era convincente in quella impostazione e soprattutto che essa era più mirata a sistemare una partita aperta da anni che a proiettarsi sul futuro. Purtuttavia era necessario porre fine a un sistema senza regole e a una rincorsa tra provvedimenti di legge e processi concreti che finiva per non dare certezze agli imprenditori privati, creava difficoltà alla Rai, divideva le forze politiche. Inoltre, rappresentando un punto di equili-

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