Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 4 - maggio 1990

~..(.tBIANCO l.XILROSSO ■ itiii ii i ii iii Ogni briciola di terra, ogni ago luccicantedi pino Domenica 22 aprile si è celebrata, in tutto il mondo, la <'<Giornatadella Terra 1990». Centinaia di milioni di persone hanno partecipato ai «festeggiamenti» augurali della «Grande Mela», la nostra Terra in balia non più e non solo dell'attrazione del Sole, ma delle follie degli uomini che la stanno avvelenando. Abbiamo pensato di accompagnare a modo nostro questa celebrazione riprendendo un «documento» prezioso. Nel 1854 il Grande Capo bianco di Washington propone al Capo indiano Seattle l'acquisto di una vasta zona del territorio indiano, promettendo una «riserva» per gli abitanti. Questa che segue fu la risposta del capo indiano, pubblicata dal «Journal de Genève» il 5 giugno 1976, in occasione della «Giornata mondiale dell'ambiente». e ome potere acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? Questa idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la frescura dell'aria e i riflessi dell'acqua, come potete voi comprarli? Ogni briciola di questa terra è sacra per il mio popolo. Ogni ago luccicante di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lama di nebbia nel bosco oscuro, ogni. radura luminosa ed ogni ronzio di insetti è sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo. La linfa che scorre negli alberi trasporta i ricordi dell'uomo rosso. I morti degli uomini bianchi dimenticano il loro paese natale quando si avviano a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai questa terra magnifica perché essa è la madre dell'uomo rosso. Noi siamo una parte della terra ed essa fa parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli; il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli. Le creste rocciose. La rugiada nei prati, il calore del piccolo cavallo e l'uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia. Così, quando il Grande Capo a Washington ci manda a dire che vuole acquistare la nostra terra, ci domanda molto di noi. Il Grande Capo ci manda a dire che ci riserverà un luogo in cui noi si possa vivere comodamente tra noi. Lui sarà nostro padre e noi saremo i suoi figli. Noi prenderemo dunque in considerazione la vostra offerta di acquistare la nostra terra. Ma non sarà facile. Perché questa terra ci è sacra. Questa acqua scintillante che scorre nei ruscelli e nei fiumi non è solo acqua, ma è il sangue dei nostri antenati. Se noi vi vendiamo della terra, voi dovete ricordare che è sacra e dovete insegnare ai vostri bambini che è sacra e che ogni riflesso nell'acqua chiara dei Laghi parla di avvenimenti e di ricordi nella vita del mio popolo. Il mormorio dell'acqua è la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli, essi spengono la nostra sete. I fiumi portano le nostre canoe e nutrono i nostri figli. Se noi vi vendiamo la nostra terra voi dovete ricordarvi di insegnare ai vostri figli che i fiumi sono nostri e vostri fratelli e voi dovete ormai dimostrare per questi fiumi la tenerezza che mostrate per un fratello. Noi sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi. Un pezzo di terra gli sembra uguale al successivo perché egli è come uno straniero che arriva nella notte e prende dalla terra ciò di cui ha bisogno. La terra non è sua sorella, ma il suo nemico, e quando l'ha conquistata egli va più lontano. Egli abbandona la tomba dei suoi avi, e questo non lo preoccupa. La tomba dei suoi avi e il patrimonio dei suoi figli vengono dimenticati. Egli tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come cose da acquistare, sfruttare, vendere come i montoni o le perle brillanti. Il suo appetito divorerà la terra e lascerà dietro a lui il deserto. Io non so. I nostri costumi sono diversi dai vostri. La vista delle vostre città fa male agli occhi dell'uomo rosso. Ma può darsi che ciò sia perché l'uomo rosso è un selvaggio e non comprende. Non ci sono luoghi tranquilli nelle città dell'uomo bianco. Nessun luogo per ascoltare le foglie che crescono a primavera, o il ronzio delle ali di un insetto. Ma può darsi che ciò avviene perché io sono un selvaggio e non capisco. Il fracasso sembra solo insultare le orecchie. E che interesse c'è a vivere, se l'uomo non può ascoltare il linguaggio solitario dei passeri o il chiacchierio delle rane intorno a uno stagno la notte? Io sono un uomo rosso e non comprendo. L'indiano preferisce il suono dolce del vento che passa come una freccia sulla superficie di uno stagno e l'odore del vento lavato dalla pioggia di mezzogiorno o della resina dei pini. L'aria è preziosa all'uomo rosso perché tutte le cose vivono dello stesso respiro - la bestia, l'albero, l'uomo si dividono tutti lo stesso respiro. L'uomo bianco non sembra accorgersi di : 48 .

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