Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 4 - maggio 1990

.PJLBIANCO lXH.ROSSO i I ii iii) 411iiiti4ihii Elezioni all'Est: verità e strumentalità A Ila DC non è parso vero di poter utilizzare i recenti successi di forze moderate e, più o meno esplicitamente, d'ispirazione cristiana, nelle prime elezioni libere tenutesi, dopo oltre quarant'anni, nella Repubblica Democratica Tedesca e in Ungheria nella campagna elettorale per il 6 maggio, in piena sintonia di accenti e di auspici con la concomitante celebrazione del 18 aprile 1948. L'operazione è senz'altro disinvolta, in quanto compie un'assimilazione sbrigativa con partiti e circostanze che invece hanno caratteri e spiegazioni peculiari, e tuttavia essa ha un'indubbia efficacia propagandistica perché mette in luce come in questi paesi, crollato il comunismo, l'elettorato al momento delle scelte, premi i partiti di centro (e di centro-destra) piuttosto che quelli di sinistra democratica. Vediamo intanto perché si può parlare di un uso disinvolto di questi risultati. Nel·caso della RDT tutti gli osservatori sono conRoma 1953. Piazza della Marina. di Emilio Gabaglio cordi nel sostenere che l'esito elettorale è stato influenzato in modo determinante dalla questione dell'unificazione tedesca. La gente ha votato per chi poteva garantire, a Bonn prima ancora che a Berlino Est, questo risultato nel più breve tempo possibile. Ha votato CDU dell'Est pensando alla CDU di Kohl e al rapporto di cambio tra marco orientale e marco occidentale, promessa peraltro rimessa in discussione, come si sa, dopo le elezioni. Voto libero quindi certamente, ma non limpido e tanto meno da attribuire a consolidate e ben definite convinzioni politiche. Non deve essere costato poco agli elettori della RDT infatti votare per un partito che fino a sei mesi prima era una formazione satellite del partito comunista, la SED, anche se negli ultimi tempi aveva cambiato il suo gruppo dirigente. Se lo hanno fatto è perché, dopo qualche esitazione, è su questo partito che Kohl aveva deciso di puntare per avere un governo amico a Berlino Est. Del vincitore delle elezioni ungheresi - il Forum Democratico - tutto si può dire meno che si tratti di un partito democristiano almeno secondo l'accezione comune del termine nel mondo politico occidentale. È una formazione composita, un partito di "raccolta" con forti connotazioni populiste e nazionaliste. Nella campagna elettorale si è visto che i suoi maggiori punti di riferimento erano i repubblicani americani, la destra francese, i conservatori inglesi e poi, certo, anche la CDU tedesca. D'altra parte vorrà pur dire qualcosa che alle elezioni abbia concorso, con un risultato però modesto, anche un partito cristiano democratico che a questo filone politico si richiama sul piano internazionale. Le parentele che la DC evoca a fini interni sono quindi assai dubbie ma ciò non toglie, come si è già detto, che la sua propaganda non colga un dato vero. I grandi perdenti delle prime elezioni nell'Europa centrale (trascurando ovviamente i partiti ex-

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