Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 4 - maggio 1990

tica, di nuovo e veramente libero di scegliere: non sotto necessità e ricatto o ideologia forsennata (le micidiali condanne senza appello di comunista e di anti-comunista, con cui ci seppellivano a destra e a sinistra: chi scrive è libero umanista di sinistra, credente, serenamente marginale), ma per ragionate e civili convinzioni. La Chiesa può tornare più libera, più intensamente .religiosa; il cristiano più laico e più spirituale nello stesso tempo. Dovremo rieleggere a fondo, per fissare uno statuto del cristiano in politica per gli anni futuri, esemplari testi quali il Discorso della Montagna, Matteo 25, 31-46, la Lettera a Diogneto. E si sceglierà secondo progresso e conservazione, tra soluzioni e progetti diversi, con uso autonomo della ragione e del cuore che Dio ci ha dato, nostri talenti, perché li esercitassimo sotto la nostra libera responsabilità: senza la rete della fede che rassicura, giustifica e purifica, anche nefandezze, utilmente asservita e scambiata. Forse non sarà facile pensare la giustizia e la libertà, la democrazia e la solidarietà, senza un nemico a fare da sponda e in termini non più guerreschi; né potranno servire le armature ideologiche di segno uguale e contrario, della Dottrina Sociale della Chiesa (carità, che altro?), della societas christiana, della terza via identificata solo dalla benedizione di papa e vescovi. Dovremo pensare di nuovo, non vivere sotto tutela, uscire, rischiare, creare ... in una situazione, d'altro verso, esaltante. E se un ciclo di speranza dei poveri nella forma storica del Comunismo si è chiuso, questo non dovrà significare la fine della speranza, del ragionamento e dei progetti concreti intorno ad essa, della moralità richiesta al fare politica, degli orizzonti positivi di diversità rispetto al mondo. Con protagonismo nuovo e con esercitata laicità di lievito, siamo chiamati ad ancorare la speranza di più libertà più uguaglianza, più diritti, più umanità ... ad una vera cultura politica che li fondi e a idee, progetti, proposte concrete che li veicolino. Per l'uomo di chiesa non ci saranno più alibi al dovere di aprirsi con maggior spirito di servizio al mondo e ai i>!l Bl.\\'CO '-Xll,HOSSO •U•#Olii mandato-vocazione liberamente assunto e di una testimonianza ultima che illumina le altre, rispettandone le autonomie. Simone Weil scriveva che Dio, dopo aver creato il mondo, si è ritirato dalla sua creazione per consentire la libertà e l'autonomia dell'uomo, nel mondo creato per l'uomo. La creazione è dunque affidata alle nostre mani, che devono essere responsabili e amorose, razionalmente lucide e coraggiose, fantasiose e piene di rigore. Il lupo è estinto; anche l'ultimo guado delle nostre paure o dei nostri fantasmi-alibi è stato varcato: e noi potremo vivere meglio la politica. Divisi sulle idee e sui progetti, nel libero uso della ragione e nel rispetto dovuto a tutti gli uomini, il nostro prete ci ricorderà i fondamenti del messaggio di Gesù e i doveri della carità, dell'amicizia: anche di questi ultimi credo che la politica abbia oggi bisogno. Mi consento infine, non provocatoriamente, due proposte per uscire tutti dal guado su una nuova sponda: il cambiamento del nome Democrazia Cristiana, che mi pare maturo e legittimo; il rilancio della unità sindacale nell'ipotesi di un unico sindacato confedera/e, per il superamento - ora potrebbe diventare possibile - del correntizio prevalere dei partiti. Per concludere, m1 permetterei di suoi bisogni, dalla specificità di un Torino 1920. Guardie rosse. 37 osservare che la Sinistra è tutta nel guado, tra fondali bassi, canneti e correnti: il Pci, paralizzato da fantasmi, tatticismi e omologazione; il Psi, accecato dal sorpasso e dalla competizione, oltre che, lo ricordava Amato, dai gratificanti valori laici dell'esercizio del potere (e anche, io credo, perchè ce lo ha ficcato l'iniziativa di Occhetto). Molto modestamente, mentre il mondo esplode, brucia, palpita, precipita, muta ... configurando insieme impegni esaltanti, orizzonti libei:ati e problemi angosciosi, la Sinistra nel suo complesso (in particolare la sua componente di governo e migliorista, quella cioè che vuole seppellire una storia ed una cultura oppressive) rischia di limitarsi a scoprire la liberazione del denaro, degli affari e del successo, affrancati insieme dai residui ideologici e dalle riserve etiche; di scoprire l'economia come valore assoluto e criterio autonomo, rispetto alla quale uomo e natura sono variabili dipendenti; di dividersi tra conservazione del lupo, caso mai in riserva naturale WWF (dove altro?) e addestramento mastino al primato aziendale, top-manageriale. Il riformismo socialista e comunista della Sinistra rischia di ridursi a culto illuministico della modernità e della cd. velocità della politica (quasi che non ci fosse un contemporaneo bisogno di ridurre drasticamente la velocità del mondo, per tentare di salvarlo), a delegittimazione degli orizzonti di di-

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