Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 4 - maggio 1990

{)li. BIANCO lX_ll. llOS..',O iiliiiiid divinizzava il partito unico, e cancellava la società nelle sue articolazioni, ha dato di fatto alle chiese la rappresentanza unica dell'opposizione maggioritaria. Ciò è stato visibilissimo in Polonia, dove di fronte allo Stato per decenni è rimasta solo la chiesa cattolica, ma è avvenuto anche altrove. Ecco uno dei perché, forse il primo, delle vittorie elettorali, presenti e future, nei paesi dell'Est, di chi in qualche modo si richiama al cristianesimo, ed ecco uno dei perché delle difficoltà politiche ed elettorali di chi si presenta con il nome di socialismo, screditatissimo sul luogo da 40 anni di realtà più forte di tutti i proclami e promesse. In Germania Orientale persino il raggruppamento "democratico cristiano", già esistente da trenta anni, creatura del regime e spesso solo composto da gente compromessa e docile, ha avuto successo alle recenti elezioni, pur con l'aiuto decisivo della Cdu occidentale e con la promessa ingannevole e persuasiva del marco alla pari. Il riuovo partito socialdemocratico, vicino sul serio alla Spd occidentale, è stato danneggiato sul campo dal semplice fatto che il vecchio partito comunista, al potere da 45 anni, si chiamava "Unione socialista tedesca". È tuttavia certo che ora si è voltata una pagina della storia. Comincia un'era nuova per la chiesa, e per le chiese, nei paesi dell'Est. SoDanzica. Estate 1980. : 11 no in molti a pensare, e a dire, che il compito che ora le attende non è certo più facile di quello, pesantissimo, svolto finora. La sconfitta del sistema comunista, e dell'ateismo imposto come ideologia obbligatoria, può significare per le chiese la perdita del ruolo e del carisma di unica opposizione sociale visibile e stabile. Sarà interessante verificare quanti di coloro che per 40 anni hanno visto in esse, perseguitate ma indomabili, la difesa dei loro diritti più veri, continueranno a rivolgersi ad esse, non più sotto l'attacco dell'ateismo di regime, ma esposte al rischio pieno della libertà, minacciate dall'egoismo, dal consumismo in arrivo, dalla logica della competizione per avere di più, dall'appagamento per la conquista delle libertà civili. È certo, in ogni caso, che la chiesa cattolica si è preparata con cura a questo momento, e che sta affrontando con grande prontezza le diverse situazioni che le si presentano nei vari paesi. È paradossale che proprio in Urss, oggi, la situazione delle chiese, e quella della chiesa cattolica in particolare, sia ancora la più difficile e contrastata. Ufficialmente l'Urss è ancora un paese ateo, con un partito unico ateo, con una Costituzione che impone l'ateismo obbligatorio. Una nuova legge sui culti e sulla libertà religiosa, promessa da anni, è ancora in cantiere, e tutto ciò che non è solo culto all'interno delle chiese è ufficialmente ancora fuori legge. Per la chiesa ortodossa, di fatto, si può aprire una nuova era di libertà piena e di riconquista, che ha avuto il simbolo nella recente celebrazione del "Millennio della fede". Ma la situazione della chiesa cattolica è molto variegata e complessa. In Lituania, a grande maggioranza cattolica, c'è la questione bruciante dell'indipendenza nazionale. La chiesa è libera, oggi, ma ufficialmente gli ordini religiosi ancora non esistono, e i gesuiti, i salesiani, i francescani, non possono vestire il loro abito. Sono tornati in molti, dall'estero, ma lavorano senza statuti. È una preparazione in grande stile: una volta risolta la questione nazionale, e i rapporti con Mosca, il problema che si porrà sarà quello che oggi si pone, in Occidente, a tutte le chiese libere. In Bielorussia e in Ucraina c'è la spinosa questione dei cattolici di rito greco, che vivono accanto a quelli di rito latino, per lo più di origine polacca. In Bielorussia, in buona parte molto affine alla Polonia, è già iniziato un grande afflusso di sacerdoti polacchi, che dovranno ricomin-

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