i.)!I, Bl:\:\(:O l.XII.BOSSO iii•iiM•b dei massimi leader sovietici, e di grandi uomini come Pavlov e Landau, e che ora ha allo studio il cervello di Andrej Sakharov, risulta che Stalin aveva un cervello «normalissimo». Il Prof. Oleg SergeevichAdrianov, che dirige l'Istituto, si cautela, affermando che «la ricerca continua». Per ora, tuttavia, risulta che in quel cervello non c'era aggressività. Per una singolare coincidenza, a p. 17 dello stesso giornale, in quello stesso giorno, sono pubblicate le cifre ufficiali del KGB sulle vittime dell'era staliniana. Eccole: in 24 anni, tra il 1930e il 1953, le condanne pronunciate dai Tribunali speciali sono state 3.778.234, e di queste 786.098 furono alla pena capitale, per lo più fucilazioni. In 24 anni, cioè 8.760 giorni, ogni giorno 432 condanne, di cui 90 a morte. Ogni ora 18 condanne, di cui 4 a morte, una ogni quarto d'ora. E per fortuna, possiamo ben dirlo, che in «quel» cervello non ci sono tracce di aggressività! Anche per questo, forse, qualcuno non ha mai parlato di Stalin, in quegli anni. E l'Italia si scopre razzista di Franco Ferrarotti Come sono dolcemente, astutamente ingannevoli i luoghi comuni! Ci si adagia e ci si addormenta come su una comoda poltrona. Da tempo, forse da secoli, usavamo pensare che gli italiani, certo non privi di difetti anche gravi, erano però di buon cuore, compassionevoli, umani ... Italiani, brava gente ... I razzisti erano gli altri, i tedeschi, i nazisti. Non c'è voluto molto a scoprire che non ci sono solo i negri degli altri. Prima, Villa Literno: un delitto che si poteva ancora in buona fede ritenere la bravata d'un pugno di balordi di paese, tanto che persino al funerale di J erry Masslo il parroco poteva cercare scuse, in verità poco convincenti, per la popolazione nel suo insieme. I recenti fatti di Firenze, però, le scorrerie di K. Lynch, D. Appleyard, J. Meyer, immagini sull'autostrada di Boston (1964).
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