un riequilibrio di funzioni, evitare ad esempio che ci siano quartieri dormitori o zone che vivono fino alle 7 di sera. Inoltre progettare la città con l'ottica della sicurezza è anche prevenire ogni forma di violenza, in particolare la violenza sessuale: sviluppo sociale del territorio significa quindi investire sul futuro, guardare alle giovani ed ai giovani di oggi con progetti che non considerino solo la devianza. Infine, sicurezza come valore di rife- {)!I, Bl.\~CO '-.XII.HOSSO •b•#hiiJ rimento per modificare l'immagine dei quartieri, ovvero la riqualificazione delle periferie, l'illuminazione, l'arredo urbano, la partecipazione attiva del volontariato sociale, lo sviluppo dell'impegno civile che preveda la partecipazione come comunicazione fra gli individui, elemento indispensabile per ridurre il clima di insicurezza. Definire insomma interventi trasversali che abbiano al centro l'affermazione di un diritto grande, non negoziabile ma ancora offeso: diritto alla dignità, al rispetto, alla libertà. Un diritto che chiama in causa le istituzioni, le organizzazioni, la politica nel suo aspetto etico, la responsabilità sociale dei singoli. Saper pensare la città con gli occhi di donne e di uomini è un grande obiettivo di civiltà a cui non ci si può e non ci si deve sottrarre. È una nuova cultura del futuro che le donne oggi sentono come un grande bisogno. L'infanzia e la città, oggi: le ludoteche Le possibilità di spazi e di tempi ludici, nella nostra società consumistica, sono state depauperate dal sopravvento dell'industria e della produzione tecnica, che hanno ribaltato le categorie dei valori privando l'infanzia degli spazi del gioco e degli strumenti creativi. Molte città italiane, grandi e piccole, in questi ultimi anni hanno affrontato il problema, ma ancora tanto va fatto per soddisfare i bisogni legati alla attività ludica riscoperta e rivalutata quale esperienza culturale e formativa nella vita del bambino. Gli spazi urbani inadeguati, data la particolare struttura del tessuto, non permettono uno svolgimento delle attività ludiche in tempi e modi adeguati, sia a causa dei modelli sociali di lavoro, sia dei relativi ritmi, sia dei giocattoli di produzione industriale, condizionanti e portatori di regole e messaggi preconfezionati e quindi poco creativi, sia delle difficoltà di libera scelta e sia dei giocattoli e dei giochi da parte dei bambini. La linea di tendenza del dibattito sul modo di crescere del bambino nella citdi Leila Stefanelli tà, da lungo tempo, pone in primo piano gli spazi per i bambini, siano essi spazi scolastici o del tempo libero, e sostiene la opportunità di sfidare la progettazione di appositi spazi educativi di carattere ludico ricreativo, ad èquipes specializzate che li attrezzano con arredi appositamente studiati. Si tratta delle cosiddette "ludoteche". Il bambino inserito in questa nuova dimensione, esce finalmente dalle aspettative dell'adulto per acquisire una sua identità e rivendicare così i suoi bisogni, i suoi tempi, i suoi spazi utili. La ludoteca assolve o dovrebbe assolvere a questo compito. Accoglie bambini della prima e seconda infanzia e offre loro la possibilità di giocare con il giocattolo scelto, di portarlo a casa, di socializzarlo con altri bambini; di riciclare i giocattoli usati e reinventarne altri o produrne nuovi, con materiali diversi e con l'aiuto dei tecnici nei laboratori; di utilizzare la biblioteca quale banca di raccolta e produzione di immagini e di memoria collettiva del materiale prodotto; di assistere a proiezioni nella videoteca; di partecipare a giochi di • 42 ., - - - - -· -- - . - - - - - strategia e a tecniche di animazione e di drammatizzazione; di prendere parte attiva alle manifestazioni di carattere ludico-educativo organizzate nel quartiere; di allestire mostre nel museo per confronti tra il vecchio e il nuovo giocattolo, fuori e dentro il territorio. Oltre ad un coordinamento e ad una programmazione delle attività, la ludoteca ha un proprio periodico "La ludoteca", un regolamento per il funzionamento e partecipa all' Airsludo (Associazione ludoteche) per favorire lo sviluppo teorico-pratico degli studi sulle diverse modalità del gioco. Il distratto amministratore può considerare la ludoteca estranea ad un programma di interventi socioculturali nel territorio, e invece solo l'Ente Locale può evidenziare una capacità di progettazione pensata nelle sue diverse fasi, nella sua durata, nel suo inserimento con la cultura del territorio, in un coordinamento con le altre strutture educanti. I risultati verificabili non mancherebbero perché la ludoteca diventerebbe un servizio educativo aperto al territorio e coinvolgente le diverse
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