alti costi) e ad un livello di standard civile (inquinamento, traffico e trasporti, dotazione di servizi)? Se la risposta non è semplice, e dovrà passare necessariamente attraverso la sperimentazione anche di nuove forme di intervento, ad esempio attraverso la costituzione di nuove forme di ,l)lJ . BI\ :\CO '-Xli. nosso 11#1h1ld cooperazione fra pubblico e privato per produrre e gestire case e servm, una cosa è certa: gli atteggiamenti di bonario ottimismo o di trionfalismo urbanistico, che caratterizzano con maggiori o minori accentuazioni gli atteggiamenti delle amministrazioni delle grandi città, almeno quelle investite da processi di sviluppo economico di rilievo, dovranno fare i conti con le nuove contraddizioni, che si presentano fra l'altro, in una dimensione effettivamente internazionale e rischiano di essere, per ora, la sola vera integrazione "europea" delle nostre politiche territoriali. La città delle donne I problemi dell'inquinamento, del traffico caotico, dello stress, hanno posto al centro dell'attenzione di tutti, organizzazioni, istituzioni, cittadini singoli, le condizioni di vivibilità delle città, in particolare nelle grandi metropoli. È cresciuta e maturata su questo terreno una grande sensibilità che ha portato diversi soggetti a diverso titolo, a sviluppare riflessioni, a fare proposte, a progettare interventi più o meno organici per tentare di affrontare e risolvere i problemi. Si parla di potenziamento e qualificazione del trasporto pubblico, riduzione del trasporto privato, riorganizzazione degli orari, qualificazione della Pubblica Amministrazione. Nei dibattiti, nelle riflessioni, nelle proposte che si fanno mi sembra che resti ai margini, escluso o quantomeno poco rappresentato e considerato, un punto di vista, il punto di vista delle donne sull'uso della città. Vorrei fare un tentativo di esporre alcune riflessioni, idee, proposte che circolano e sono diventate patrimonio fra le donne nelle associazioni, nei gruppi, nelle organizzazioni, ma stentano a trovare un rapporto, un confronto con il dibattito politico e istituzionale ufficiale. Innanzitutto affrontare i problemi anche dal punto di vista delle donne significa cambiare ottica, la logica stessa di Fiorella Ghilardotti dell'amministrare, cioè modificare la cultura e la modalità di progettazione, esecuzione: si tratta cioè di pensare, costruire una città per i cittadini, e non semplicemente una città in cui vivono i cittadini. È chiaro che da questo punto di vista diventa centrale per la qualità della vita delle donne, dei bambini, delle famiglie, dei giovani, dei cittadini tutti, l'organizzazione del tempo, degli spazi, dei servizi. Sui servizi, in particolare i servizi alla persona, esiste un patrimonio di conoscenza, capacità professionale, esperienza, elaborazione teorica e pratica da parte delle donne eccezionale, che non è assolutamente riconosciuta, valorizzata, utilizzata per una offerta di servizi qualitativamente superiore. Si sa che la gran parte degli operatori di questi servizi è costituita da donne che, nonostante le difficoltà, le carenze, i vincoli, spesso individualmente riescono, attraverso una serie di strategie che mettono in atto, di attenzione alle persone, a fornire risposte soddisfacenti. Se queste capacità, queste strategie fossero valorizzate, riconosciute, indirizzate in maniera collettiva, si potrebbero affrontare i problemi del funzionamento dei servizi non solo in termini di costi, ma anche in termini di risultati. Là dove si sono sviluppate esperienze di cooperative di donne, operatrici ed utenti, che hanno messo in comune queste risorse e queste capacità si è realizzata una rete di servizi quantitativa e qualitativa che ha reso la vita delle donne, della gente, più civile e più umana. Si tratta quindi di guardare a questi problemi con un'ottica diversa, non solo considerandone i vincoli, ma anche le risorse, produrre attenzione e legittimazione allo studio dei processi seriali che sembrano purtroppo secondari nel nostro dibattito politico. Un altro aspetto culturale di vivibilità della città, inteso come valore di riferimento ad affermare quotidianamente in termini positivi, è la sicurezza; da questo punto di vista la città è vivibile quando gli spazi di giorno e di notte sono luoghi di incontro e non di paura,. quando i tempi sono scanditi anche nell'allargamento e nel rispetto delle occasioni di vita individuali e collettive. Guardare la città con gli occhi della sicurezza significa, certamente, fare un progetto con intenti di tutela, ma soprattutto tentare di andare oltre l'emergenza, porsi cioè il problema di interventi strutturali nell'urbanistica, nell'organizzazione del territorio, dei servizi, nel sistema degli orari. Si tratta di esaminare lo sviluppo sociale della città, dei quartieri attraverso
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