Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 2/3 - mar./apr. 1990

i.)!I, BI.\ :\:CO '-Xlt ROSSO 1111 #0HA Un progetto per il verde urbano ''abitato'' I quotidiani riportano spesso articoli sulla scarsità del verde nelle città, sullo stato di abbandono dei giardini, sul degrado delle strutture per il tempo libero piuttosto che sullo stato di sofferenza delle alberature lungo i viali. D'altro canto, nei programmi delle amministrazioni comunali vi sono continue promesse di un superamento della scarsità di aree a verde, fino ad arrivare a prospettare possibili futuri confronti con le città nord-europee. Ma uniche sono le amministrazioni comunali che hanno elaborato un piano che affronti la globalità degli aspetti di progettazione, di predisposizione e di gestione delle aree a verde. Anche in questi casi, però, prevale l'aspetto quantitativo del verde: metri quadrati di giardini sono ritagliati nelle aree di risulta degli interventi di lottizzazione oppure sono destinate a parco urbano quelle aree ancora libere che risultano ormai circondate dall'edificato, il tutto senza alcun progetto sul tipo di necessità e di possibile utilizzazione del verde su quelle superfici. La realtà ci porta così bruscamente a dover affrontare anche i cosiddetti "effetti perversi" per cui i giardini si trasformano in toilette per cani; le ampie superfici a verde diventano zone di spaccio abbandonate a se stesse che al calar della sera vengono rifuggite dai cittadini; i parchi urbani risultano scarsamente frequentati perché difficilmente accessibili oppure soffocati dalla congestione del traffico automobilistico delle strade limitrofe e dai parcheggi abusivi e invadenti delle automobili sulle superfici erbose. Fondamentale, invece per garantire l'abitabilità delle aree urbane, è affrontare, oltre agli aspetti di quantità, quelli di qualità e di relazione: in quedi Marcello Magoni sto senso il progetto per un verde urbano "abitato" deve basarsi su una visione sistemica della città, in modo da poter considerare le relazioni tra i suoi diversi sottosistemi e quella tra le diverse tipologie di utenti delle stesse aree verdi. In particolare, oltre alle valenze di tipo estetico, essenziali per il verde urbano sono le relazioni col sistema della viabilità e con le esigenze ricreative e di salute della popolazione. Ma oltre ai possibili effetti di mitigazione, la funzione delle aree verdi è quella di riequilibrare il bilancio tra anidride carbonica ed ossigeno, in quanto la vegetazione ha la capacità di intercettare una considerevole percentuale degli inquinanti presenti nell'atmosfera urbana, e di effettuare una vera e propria azione termoregolatrice del microclima urbano. Per quanto riguarda la viabilità siamo di fronte ad un rapporto biunivoco: da una parte occorre garantire una facile, rapida e comoda accessibilità, soprattutto attraverso i mezzi di trasporto pubblico, delle diverse tipologie di verde allo scopo di renderle pienamente usufruibili, dall'altra il verde costituisce elemento di mitigazione degli effetti dei principali fattori di inquinamento atmosferico ed acustico e può costituire una piacevole ed efficace barriera protettiva sia per i percorsi pedonali e ciclabili che per le isole pedonali. Per quanto riguarda le esigenze della popolazione occorre inoltre distinguere almeno tre livelli gerarchici delle aree a verde. Abbiamo il verde di caseggiato, che negli insediamenti di costruzione recente è compreso nella superficie fondiaria del lotto mentre nell'edificato più datato, generalmente con tipologia : 32 a corte, tali spazi sono più rari e spesso non sono utilizzabili, e si dovrebbero quindi incentivare interventi ogni volta diversi e mirati. Al livello superiore c'è il verde di quartiere, a cui corrispondono sia i campi gioco per i bambini delle diverse età ed i piccoli giardini attrezzati per trascorrere limitati periodi di tempo in assenza del frastuono urbano, sia i giardini di dimensioni maggiori in cui è possibile effettuare attività che difficilmente possono essere costrette in modeste superfici. Infine abbiamo il parco urbano che, oltre a richiedere una buona accessibilità col trasporto pubblico, necessita di un'attenta valutazione delle relazioni tra i diversi possibili utilizzi (giochi, attività sportive, spettacoli, passeggiate, ecc.), una rete viaria differenziata per veicoli e pedoni ed adeguate superfici a parcheggio. A livello di quartiere un ruolo significativo possono avere gli orti urbani, attualmente antiestetici insediamenti abusivi generalmente localizzati sui ritagli di superfici a verde abbandonate, che possono caratterizzare, se ben gestiti, le aree di frangia od i terreni di periferia lasciati incolti. Ma questi tre sistemi devono poi risultare messi in comunicazione con parti di verde di connettivo, al fine di creare un reticolo tra i diversi livelli di verde urbano e tra questi e le auspicabili cinture agricole attorno ai centri abitati; ossia un vero e proprio sistema di percorsi pedonali e ciclabili alternativo al sistema della viabilità su gomma. Ma le difficoltà per una politica del verde di questo tipo sono tutt'altro che trascurabili. Vi è innanzitutto una notevole difficoltà a percepire e a progettare il verde

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