zione a qualche scorporo di aree periferiche rispetto al "centro" stesso (per esempio, Ostia da Roma). L'ultima osservazione è di ordine generale. Serve poco o nulla avere elevato il livello di base dell'area metropolitana a Comune vero e proprio se l'intera riforma degli ordinamenti nel suo complesso non riserva - come fa - ai Comuni come tali, ai sindaci ed ai loro cittadini che umiliazioni e prese in giro. Tenta di trasformare, infatti, i Co- --"!I· BI.\~CO l.XII.HOSSO •U•#Old muni stessi, come le Province, in strumenti della regione perché questa (art. 3) organizzi a suo modo le funzioni che dovrebbe invece limitarsi a delegare (art. 118, 3° c., Cost.). Annuncia una autonomia statutaria, che poi consiste nell'obbligo di conservare in ogni caso l'organizzazione tradizionale e non rfguarda nemmeno la facoltà di scelta della forma di governo (elezione diretta del sindaco, che non è materia elettorale). Preclude l'unica specie di effettiva democrazia diretta, che è il referendum deliberativo (sull'impiego delle risorse), oltre che il controllo sociale degli utenti. Conferma la natura politico-partitica del controllo sugli atti (CO.RE.CO), che dovrebbe essere di pura legittimità. Vi aggiunge, anzi, quello del segretario generale, del quale conserva il vincolo con la prefettura, a sua volta rafforzata. E si potrebbe continuare per pagine e pagine, se ne valesse la pena. Come si trasformano le grandi aree urbane I fattori che connotano lo scenario post-industriale sono stati colti nella loro multiformità da numerosi versanti disciplinari e sono tuttora campo di ricerca sia sociologica che economica e territoriale, tuttavia appaiono spesso sottovalutati se non omessi dalla tematica dei grandi interventi che costituiscono gli elementi portanti della recente strategia di governo delle grandi aree urbane. Viceversa la loro contestualizzazione consentirebbe una comprensione più ampia in termini di ricadute e di effetti, sia generali che circoscritti. Alcuni di questi fattori sono, infatti, essenziali per interpretare le direzioni e le valenze del processo di trasformazione delle grandi aree urbane. Le trasformazioni strutturali a) La sostituzione delle attività produttive manifatturiere con quelle del terziario. Il modello della concentrazione della di Maria Cristina Treu città/fabbrica è sostituito da un modello localizzativo più articolato e selettivo per domanda di spazi, di accessibilità, di qualità dell'ambiente economico, sociale e fisico. Si va dalla concentrazione di alcune attività pregiate nei luoghi urbani più rappresentativi, alla indifferenza insediativa di altre attività strategiche (le grandi sedi di impresa, i centri tecnologici, i laboratori), purchè le nuove sedi garantiscano spazi, ambiente e soprattutto l'accessibilità alle lunghe distanze. Ma si va, ancora, dalla casualità insediativa di alcune attività nei contenitori terziari predisposti nei comuni limitrofi alla città dove il territorio è mediamente meno pianificato, lo spazio disponibile è maggiore ed è più immediato e meno costoso insediarsi, alla dispersione insediativa nel centro urbano di attività terziarie marginali che però nel centro trovano "ambiente ed immagine", ossia prestigio. La mobilità delle imprese terziarie è alta, ma questa mobilità riguarda so- ; 24 prattutto le piccole imprese terziarie; le scelte insediative delle attività terziarie più pregiate rimangono, invece, connesse alle strategie dei grandi gruppi e delle grandi imprese di appartenenza. b) Il mutamento degli scenari del mercato del lavoro Nelle città le nuove professioni del terziario avanzato occupano ruoli strategici nel controllo delle tecnologie e dell'informazione, ma convivono ed alimentano l'espansione dell'occupazione terziaria marginale (dai commoners, ossia gli esecutivi delle attività direzionali amministrative, promozionali, di ricerca, agli addetti nei servizi terziari per la popolazione e nelle attività dei servizi più banali). Questo secondo tipo di attività terziarie è quello destinato alla crescita più consistente ed a sostituire, in parte, la decrescente occupazione operaia. Contestualmente assistiamo anche a continui spostamenti del limite e dei rispettivi contenuti tra attività primarie 'garantite', che fanno ed hanno merca-
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