Uh#§•IA Questo "Dossier": "Il Bianco e il Rosso" esce, in questo numero, proprio mentre si avvia, e i primi segnali dicono che sarà piuttosto sostenuta, la campagna elettorale per le elezioni amministrative di maggio. Sempre, da noi, le elezioni amministrative locali hanno rivestito carattere squisitamente politico, ma stavolta la cosa sarà, stando anche alle previsioni più moderate, di una evidenza totale. La situazione politica italiana è in pieno rimescolamento. Può anche darsi, - è successo altre volte -, che tutto si risolva nel continuare gattopardescamente il tran-tran di sempre, eppure stavolta pare un po' difficile. C'è la crisi di identità del PCI, che ha chiamato se stesso ad un cambiamento profondo. Al Congresso straordinario di Bologna si è avviato un processo di cui è difficile, dentro e fuori della "cosa", individuare gli sviluppi. Noi de "Il Bianco e il Rosso" dedicheremo al PCI e alla sua evoluzione il Dossier del prossimo numero. Ma non è solo il PCI, in mezzo al guado. Nella DC le anime, - due, tre o centomila -, si stanno scontrando anche visibilmente, e non è detto che tutto finisca, come tante altre volte, a "tarallucci, vino e poltrone". Nel PSI ci sono segnali nuovi, di attenzione al cambiamento del PCI, di insofferenza della instabilità inaffidabile di questa DC, di recupero di una libertà di movimento che nessuno può condizionare con cariche e poltrone. Qualcosa di simile può dirsi anche di tutte, o quasi, le altre forze politiche. E al di fuori dei partiti tradizionali sta crescendo con impeto laforza autonoma dei movimenti della società civile, dai comitati ai tribunali del malato, dal volontariato a/l'associazionismo. E questa realtà in movimento si concentra sui problemi. Ecco: i problemi. Arrivano le amministrative e noi abbiamo pensato di essere utili, senza pretese, ma anche senza false modestie, ad affrontare una parte dei problemi delle nostre città di fine ventesimo secolo. Il dossier che segue tocca aspetti istituzionali, sociali, politici e urbanistico-abitativi della città di oggi. La bibliografia segnala un percorso di lettura che possa essere utile ad approfondire questo o quell'aspetto del problema città. Forse alcuni interventi risulteranno ostici, al lettore normale come molti di noi, perché molto tecnici, ma abbiamo creduto giusto correre anche questo rischio. I segnali politici che arriveranno a maggio non saranno diretti a noi, ma noi vogliamo, ora e qui, aiutare i cittadini, e più modestamente i nostri lettori, a capire di più ciò che funziona e ciò che non funziona nella metropoli in cui più o meno tutti viviamo. Capire, forse, è l'inizio della stessa possibilità di cambiare (g.g.). Sono ancora governabili le metropoli moderne? Il nodo istituzionale Cinque città italiane (Torino, Milano, Genova, Roma e Napoli) avevano più di mezzo milione di abitanti nel di Ettore Rotelli 1951 e, con l'aggiunta di Palermo, continuavano ad averlo nel 1986. Quanto alle aree metropolitane, oltre a : 21 Milano e Roma con più di tre milioni di abitanti, a Napoli (2.400.000) e a Torino (1.700.000.), ne contavano fra
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