Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 1 - febbraio 1990

i.>11. RIA. NCO '-XII.HOSSO 1i1i1kHDi1ii Ideologiein crisi, religione, etica nell'Italia di oggi. di Giovanni Gennari Gorbaciov in Vaticano, e il papa presto al Cremlino. È realtà di oggi. Le mani del successore di Lenin che stringono calorosamente quelle del successore di Pietro, e la statua di Lenin stesso agganciata dalla gru operaia, sradicata dal suo basamento e portata nel deposito dei cantiere di Danzica. Due simboli: stiamo assistendo, quasi di colpo, al crollo del sistema ideologico, politico ed economico che si chiamava comunista, e che in tanti anni di dominio non è stato capace di mettere radici nel cuore della gente. Uno degli elementi della crisi è stata la pretesa di quel sistema di elevarsi a ''religione'' assoluta e totalitaria, che voleva spazzare via dalle coscienze, anche con la violenza fisica e psicologica, lo spazio di ogni aspirazione alla libertà di coscienza e di religione. Non è un caso che quasi tutti gli atti finali del rovesciamento dei regimi comunisti abbiano visto una chiesa, un prete, un pastore, una folla religiosa che si riunisce e protesta. Tutto il sistema è crollato come un castello di carta, e al posto del feticcio ideologico dell'ateismo di stato si è subito manifestata, nelle sue diverse forme, la forza ambivalente della religiosità. Anche nell'Urss sconfinata, nel vuoto dell'ideologia fino a ieri onnipotente, la religiosità oppressa e mai domata fa ora sentire il suo peso anche nei conflitti razziali e nelle esplosioni di nazionalismo, che lacerano l'unità di ungigante troppo artificiale per essere tenuto insieme dal solo carisma di un leader, fosse anche quello della perestroika. I fondamentalismi sono in agguato, e si annunciano decisivi per un futuro ancora oscuro. Torna la religione. Tornano le religioni con il loro peso di liberazione, o anche di schiavitù e di pregiudizio. E da noi? Nell'altra metà del mondo l'ideo- • 6 logia atea non è mai stata imposta con la forza, ma regna, apparentemente vincente, il consumismo superideologico, che convive con tutte le ideologie, e postideologico, che pare non aver bisogno di alcuna ideologia. Il momento presente ò certo di rischio e di opportunità. Chi non accetta la facile teorizzazione del vuoto non solo ideologico, ma anche ideale, deve chiedersi come sia possibile uscire tutti insieme, e in avanti, ad Est e ad Ovest, dal presente che ribolle e sconcerta. Da Oriente, certo, è venuta una indicazione di libertà e di ideali. Ma per andare dove? Può bastare la rivincita pura e semplice del capitalismo occidentale, che comunichi con le sue innegabili ricchezze anche le sue spaventose miserie indotte in tanta parte del Sud del mondo? E altrimenti: è davvero una strada praticabile il ritorno al totalitarismo sacrale? Da noi parlare di religione, etica, ideologie, vuol dire fare i conti con 2000 anni di cristianesimo, dentro cui ci sono fatti e misfatti in nome di Dio, liberazioni e schiavitù, splendori e miserie. C'è la grande cultura medievale e l'Umanesimo; c'è la condanna della rivoluzione del 1789, e di ogni libertà di pensiero e di religione, ma poi anche la sua consacrazione nel Concilio Vaticano II; c'è il rifiuto ufficiale ecclesiastico dell'azione politica e partitica dei cattolici, vietata per decenni dalla Chiesa, e poi c'è una unità politica e partitica che continua ad essere proposta, se non imposta, da circa quaranta anni, anche come baluardo al "comunismo ateo". E' possibile, oggi, di fronte alla fine del comunismo come sistema di ateismo, e forse anche semplicemente come sistema politico, che i cattolici italiani possano partecipare con piena coerenza e con piena libertà pluralistica alla vita politica e anche partitica italiana? Deve essere possibile. Ma è chiaro che non .............. ---- ... ~

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