.{)jJ, BIANCO '-X1t nosso ■ ii•ihld Per saperne di più: una bibliografia minima Una bibliografia può essere molte cose. Un suggerimento su 'cosa leggere per saperne di più', un esercizio sistematico e un pò narcisistico di verifica del sapere specifico di chi la compila, un gioco che riorganizza una collezione di libri, un modo per addentrarsi nelle logiche della produzione culturale e editoriale. In ogni caso, una bibliografia tematica è sempre una occasione di pensare (G. PEREC, Pensare/Classificare, Rizzoli, Milano 1989) o ripensare il rapporto tra il tema in questione e la società, una possibilità di indagare sui valori supposti dal tema e presenti o assenti in una società specifica in un dato momento storico. Il tema dell'uguaglianza/disuguaglianza è particolarmente adatto a sostenere un'analisi di questo genere. Quindi si può provare a giocare. E a pensare. Il problema considerato è un classico problema dicotomico, il dritto evoca sempre il suo verso e viceversa: l'uguaglianza richiama sempre la disuguaglianza e viceversa. Senza andare troppo indietro nel tempo (G.A. GILLI, Origini dell'uguaglianza. Ricerche sociologiche sull'antica Grecia, Einaudi, Torino, 1988; K. MARX, Forme economiche precapitalistiche, Editori Riuniti, Roma, 1956) basterà ricordare che la nascita e lo sviluppo del capitalismo industriale e l'avvento della Rivoluzione francese da cui nascerà lo Stato democratico moderno ruotano attorno al problema centrale dell'uguaglianza. Di conseguenza, il tema è dominante sia nella critica più importante al capitalismo classista, quella di Marx, sia nel pensiero politico illuminista e democratico (J .J. ROUSSEAU, Origine della disuguaglianza, Feltrinelli, Milano, 1949 e 1972 (1754)). ·- . - - - - . - - .. - - - - -·-··-·- di Biblo L'analisi della disuguaglianza utilizza vari concetti conoscitivi che fanno capo a teorizzazioni esplicative diverse e a volte contrapposte. I concetti-chiave principali possono considerarsi: il concetto marxiano di classe, peraltro solo implicito nell'opera di Marx e esplicitato in un tentativo che ha segnato lo sviluppo degli studi sociologici, da R. DAHRENDORF Classi e conflitto di classe nella società industriale, Laterza, Bari, 1963; il concetto sociologico di classe sociale rilevabile empiricamente con metodi statistico-quantitativi e riferibile al concetto più ampio di stratificazione sociale e/o struttura sociale; l'approccio fa riferimento alla divisione sociale del lavoro (i due classici da questo punto di vista sono A. SMITH, Ricerche sopra la natura e la causa della ricchezza delle nazioni, UTET, Torino, 1950(1776), e E. DURKHEIM, La divisione del lavoro sociale, Comunità, Milano, 1962); le dicotomie povertà/ricchezza, emarginazione/ cittadinanza e simili. Per una discussione critica di questi approcci e di queste impostazioni concettuali si può vedere F. ROSITI, Metodo sociologico e analisi delle classisociali, Celuc, Milano, 1972; A. PIZZORNO, Le classi sociali, in Antologia di Scienze Sociali, a cura di A. Pagani, Voi. I, Il Mulino, Bologna, 1960, 2 Voli.; A. ARDIGO, La stratificazione sociale, Patron, Bologna, 1970; P. BRAGHIN, Le disuguaglianze sociali, Sapere, Milano, 1973; A. CARBONARO, Povertà e classi sociali. Per la critica sociologica delle ideologie sui processi di pauperizzazione, F. Angeli, Milano, 1979. L'approccio marxiano e quello contrapposto dalla sociologia americana sono tipici della cultura politica italiana fino a tutti gli anni sessanta; li si ritro28 va abbondantemente sviluppati in tutte le antologie che si pubblicano in quel periodo: R. BENDIX - S.M. LIPSET; Classe, potere, status, Marsilio Editori, Padova, 1969, 3 Voli., M.M. TUMIN, La stratificazione sociale (The Forms and Functions of lnaquality), Il Mulino, Bologna, 1968, AA.VV., Stratificazione e classi sociali, Il Mulino, Bologna, 1971. Perciò il volume a cura di A. SCHIZZEROTTO, Classi sociali e società contemporanea, Franco Angeli Editore, Milano, 1989, appare, almeno nel titolo, un pò anacronistico. Il concetto di povertà, contrapposto a quello di ricchezza e fondativo del concetto dicotomico di uguaglianza/ disuguaglianza, è invece tipico della cultura politica istituzionale e di quella prevalente negli anni ottanta, quando ormai è scontata la crisi del marxismo ed anche il sociologismo americano, suo dirimpettaio, ha mostrato tutti i suoi limiti. Nel mezzo, diffuso soprattutto negli anni settanta, sull'onda del protagonismo sindacale, l'approccio che fa riferimento alla divisione e al mercato del lavoro per definire e riconoscere la stratificazione sociale. (A parziale, ma significativo riscatto degli americani, oltre alla sociologia radicale di C.W. MILLS e discepoli, sul tema specifico si possono leggere due libri bellissimi: M. HARRINGTON, L'altra America. La povertà negli Stati Uniti, II Saggiatore, Milano, 1963 e D. CAPLOVITZ, The Poors Pay More, The Free Press, New York, 1967). L'analisi delle disuguaglianze e la loro consapevolezza politica in tempi recenti ha, nel nostro Paese, un'origine precisa in un libro che ha fatto epoca e ha originato quel movimento di idee e sociale che va sotto il nome di 'egua-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==