rinchiusa. Negli ultimi dieci anni le cose sono cambiate anche per la sclerosi che ha colto le maggiori forze politiche, incapaci di un autentico avvicendamento nel governo della cosa pubblica. Il politico è diventato un mondo chiuso, come lo era una volta il mondo della grande proprietà terriera oppure il mondo dei grandi affari. Non sono pochi i casi in cui il padre trasmette al figlio/alla figlia un pacchetto di voti o un'ini.).lL BIANCO \XILROSSO •h•#Oid fluenza dentro un partito. Il motivo principale (non l'unico) di ciò è evidente: chi fa politica nel Sud, è in grado di controllare il mercato del lavoro (specie nell'impiego pubblico) nonché il mercato delle risorse pubbliche, che sono le uniche risorse cospicue capaci di sostenere imprese marginali o di sussidiare ampie fasce di popolazione messe ai margini di qualunque attività di mercato. Oggi le grandi fortune personali si fanno, o meglio si consolidano, nel Mezzogiorno, se uno fa politica. Gli assessori sono più ricchi e più influenti degli imprenditori. Scardinare questi, e altri motivi di diseguaglianza che operano all'interno del Mezzogiorno, non sarà impresa facile. L'unica cosa che mi viene in mente, è la frase di Eduardo De Filippo a conclusione di Napoli milionaria: dovrà passare la nottata. Che passi presto. Uguaglianzae disuguaglianza tra Nord e Sud del Mondo La storia ha ricominciato a correre, dice Ralf Dahrendorf, guardando agli straordinari avvenimenti del 1989. Ma se ciò è indubbiamente vero per l'Europa e i rapporti Est-Ovest, non lo è certo per il Sud del mondo e per i rapporti Nord-Sud. Anzi qui accade il contrario o, quanto meno, occorre riconoscere che la storia avanza a due e ben diverse velocità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Non importa quali indicatori si scelgano, il divario tra i paesi industrializzati e quelli sottosviluppati non cessa di allargarsi. La fame è una realtà quotidiana per centinaia di milioni di esseri umani. Il debito estero di questi paesi che globalmente ammonta a 1.300 miliardi di dollari rappresenta un ostacolo formidabile per qualsiasi tentativo di uscire dall'arretratezza e dalla miseria. Naturalment~ il Sud del mondo non è un tutto omogeneo. Alcuni paesi, sia pure a prezzo di gravi distorsioni, sono attratti dalla dinamica economica dei paesi industrializzati, altri invece apdi Emilio Gabaglio paiono sempre più alla deriva, inesorabilmente condannati alla marginalizzazione. È il caso in particolare dell'Africa, come denuncia un recente rapporto della Banca Mondiale. Questo continente, a trenta anni dalla decolonizzazione, sembra infatti tornato al punto di partenza per l'effetto congiunto, e correlato, di un indebitamento di dimensioni drammatiche e del crollo dei costi delle materie prime, da cui derivano dalla metà ai tre quarti delle sue entrate. Insomma anche a livello mondiale si va delineando quella «società dei due terzi», a proporzioni però invertite, che giustamente fa tanto discutere nei paesi ricchi. Il problema è noto da tempo e ad esso sono stati dedicati non solo molti buoni propositi, ma anche analisi e proposte coraggiose. Dieci anni fa la Commissione Brandt chiedeva di affrontarlo non solo sulla base degli imperativi etici e politici della solidarietà, ma anche in considerazione dell'interesse comune di tutti i popo- . ,___. -- -- .J 25 li, poveri e ricchi, ad assicurare la continuità dello sviluppo, altrimenti impossibile, attraverso un nuovo e più giusto ordine economico internazionale. Di recente la Commissione Brundtland, partendo dalla constatazione del pauroso degrado ambientale del pianeta, è arrivata a conclusioni analoghe, avanzando l'idea di uno «sviluppo sostenibile» capace di soddisfare le esigenze del presente, a partire dai bisogni dei paesi poveri, senza pregiudicare, come invece sta accadendo, stante l'uso dissennato delle risorse e dell'ambiente, il destino delle generazioni future. Obiettivo irraggiungibile senza un profondo riorientamento dell'economia mondiale e scelte non indolori, in termini di modelli di consumo e di stili di vita, innanzitutto per i paesi industrialmente più progrediti. Nello stesso ordine di idee si è collocata l'Enciclica papale «Sollicitudo Rei Socialis» quando ha indicato nei mali del sottosviluppo nei paesi poveri - la fame, le malattie, l'inoccupazione di massa - il rovescio della medaglia dei mali
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