di condizioni, che non potranno reggere ancora per molto tempo: l'assenza di ogni parametro di misurazione dei risultati del lavoro; il carattere pubblico e non privato del rapporto di impiego; il fortissimo potere contrattuale di questi lavoratori che talora, usato contro milioni di utenti, assume i connotati di un vero e proprio ricatto. Di queste tre questioni, tutte molto importanti, e tutte da risolvere, la pri- "'-lJ, BIANCO l.Xn, nosso •U•#hld ma a me pare quella fondamentale e decisiva. Se nell'impresa privata la misura e il valore dei diritti e dei poteri dei lavoratori, e il loro esercizio, hanno un limite nei risultati economici dell'impresa, nella pubblica amministrazione né l'efficienza né l'efficacia dei servizi resi sono parametri e vincoli di nulla. La deresponsabilizzazione che da ciò deriva, in primo luogo degli amministratori, e poi degli stessi lavoratori, produce talvolta perfino l'effetto di oscurare pure la legittimità dei diritti, e del loro esercizio, da parte degli stessi pubblici dipendenti. Rompere questo meccanismo è questione essenziale. Non solo per realizzare condizioni di uguaglianza di diritti e di opportunità tra tutti i lavoratori, ma come condizione indispensabile per affermare i valori della solidarietà e dell'uguaglianza nell'intera società. Innovazione tecnologica e distribuzione delle opportunità 1. L'invisibile 'deus ex machina' che presiede alla forte ripresa degli investimenti è in larga misura costituito dal1'acceleramento nell'adozione di tecnologie informatiche. Offerte a prezzi decrescenti (si stima che un calcolatore IBM abbia subito una riduzione di prezzo corrente del 73% fra il 1980 ed il 1989), le tecnologie informatiche sono il principale veicolo di aumento della produttività nell'industria e nei servizi. La percentuale di computers installati rispetto alla popolazione attiva è passata, in Italia, dal 3,3% del 1975 al 20,3% del 1985; alla stessa data, la percentuale negli USA è del 114%, il che lascia intuire la vertiginosa frontiera potenzialmente aperta. 2. In Italia l'impatto delle nuove tecnologie sui sistemi organizzativi e nel lavoro è, a nostro giudizio, in una fase non ancora avanzata. Gli addetti ai lavori distinguono infatti fra informatica operativa (che riduce tempi e costi del lavoro già esistente), informatica strategica (in grado di offrire nuovi servizi o migliorare i processi decisionali), indi Silvano Scaiola formatica di organizzazione, in grado di integrare il lavoro di diverse aree e suggerire nuove opportunità organizzative. Nell'aspetto dell'automazione e del controllo dei processi, soprattutto la sfera produttiva ha già sperimentato innovazioni di informatica operativa; in alcuni settori, come il bancario, o aree di lavoro, come il management o la progettazione, è avanzata l'informatica strategica: l'informatica di organizzazione, a parte alcune grandi aziende, è ancora in fase di gestazione. È proprio da quest'ultima che si possono attendere le maggiori rivoluzioni nel lavoro umano e nelle filosofie organizzative. La possibilità di progettare architetture di sistema, integrando in un'unica rete le aree e funzioni aziendali, porta con sè la trasformazione delle procedure di lavoro in programmi informatici. La materializzazione delle profezie del 'grande fratello', ovvero di un lavoro controllato e parcellizzato da logiche superiori di programmazione, o la valorizzazione di capacità di intelligenza, autonomia, decisionalità di individui o ~ 20 gruppi, è affidata in gran parte agli esiti del lavoro futuro dei nuovi architetti dell'organizzazione informatizzata. In teoria, anche la possibilità di redistribuire il lavoro nel territorio e in diversi luoghi fisici (domicilio compreso) è già a portata di mano. Già nella fase attuale è presente una notevole ambiguità nell'introduzione delle nuove tecnologie. Le strategie concrete di applicazione dei modelli possibili hanno fatto i conti con resistenze, con abitudini, con diversi gradi di accettazione. Nella maggior parte dei casi si è perseguita un'introduzione 'a macchie', nelle aree di lavoro dove disponibilità soggettive e condizioni oggettive consentivano una prima presa di contatto con la pratica informatica. Una notevole selezione è stata così compiuta nei fatti fra lavoratori disponibili 'al nuovo', una platea di beneficiari introdotti ai misteri dell'informatica da corsi di formazione promossi dalle aziende, e gli altri, spesso lavoratori maturi o a più bassa scolarità, destinati prima o poi a processi di espulsione o mar-
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