Bandire la povertà di massa Politica e partecipazione Un sistema bloccato Per una democrazia dell'alternanza Segni del cambiamento La revisione del PCI i problemi dell'umanità, che sono problemi di equità e di pace, non sono risolvibili fuori da un orizzonte di solidarietà. La storia ci ha insegnato che le guerre producono distruzioni e miseria, ma siamo meno consapevoli del fatto che la povertà di massa può condurre alla guerra o alla rovina sociale. Finché in tanta parte del mondo la fame domina il campo, la pace resta in pericolo. Chi vuole bandire le guerre, deve anche bandire la povertà di massa. D'altra parte, sotto il profilo morale, non c'è differenza che un essere umano venga ucciso in guerra o sia condannato a morire di fame a causa dell'indifferenza altrui. Affinché una nuova prospettiva si realizzi, meta essenziale della politica deve diventare la ricostituzione di un autentico patrimonio di principi e di atti di giustizia sociale. Questa evoluzione sarà tanto più possibile quanto più sarà accompagnata da una mobilitazione delle coscienze, da un rinnovato impegno collettivo, da una reinvenzione delle forme e dei contenuti della democrazia partecipativa. Le propensioni che in tal senso pure esistono trovano un ostacolo nella sclerosi delle regole, degli apparati burocratici, dei canali tradizionali della partecipazione, e ciò contribuisce a spiegare i diffusi segnali di delusione e di disamore verso la politica. Malgrado tutto, però, essi sembrano esprimere, più che un rifiuto, la domanda di una nuova e diversa politica. Si fa quindi più acuto il bisogno di un forte impegno riformatore per il governo della società complessa, soprattutto sul versante di una rinnovata tensione verso i valori di giustizia, di uguaglianza, di solidarietà. In questo quadro, più urgente si fa l'esigenza di affrontare le questioni che aggrovigliano il sistema politico italiano e la sua dinamica. Finora, privo di reali possibilità di alternativa, il nostro sistema politico è anomalo rispetto al resto dell'Europa e delle principali democrazie. Questa peculiarità rende più ardua la soluzione dei problemi e contribuisce non poco al mantenimento della democrazia italiana nell'attuale stato di impotenza ed anche di degrado morale. Non più rinviabile è la necessità di affrontare le questioni che bloccano il sistema politico italiano, e impediscono il passaggio ad una democrazia dell'alternanza, che si esprima cioè in una reale alternativa tra schieramenti diversi. La resistenza verso questa evoluzione è naturalmente forte e potrà essere vinta solo se, nella società italiana, si riusciranno a liberare interamente le potenzialità democratiche e riformatrici con l'affermazione, come nel resto dell'Europa, di una grande forza socialista riformista. Un simile approdo appare oggi possibile. Sempre più visibili sono, infatti, i segni del cambiamento. C'è la crisi che ha investito la tradizione comunista. Ci sono disagio ed insofferenza, specie nel mondo cattolico, da parte dell'associazionismo e dei movimenti del volontariato. C'è infine una domanda sempre più forte del mondo sindacale di nuove forme di democrazia economica e sociale. Il profondo processo di revisione avviato dal Partito Comunista, che
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==