Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 1 - febbraio 1990

B ~.tt BIANCO lXll,llOSSO 1111 #hiii «Il Bianco e il Rosso» dedica il dossier di questo primo numero al tema dell'uguaglianza. I diversi interventi cercano di metterne in luce gli aspetti oggi più problematici. Senza pretese di completezza si tratta di una serie di spunti complementari che possono servire ad orientare il lettore. In particolare riteniamo utilissima la bibliografia ragionata con cui il Dossier si conclude. Il prossimo Dossier della nostra rivista sarà dedicato a «Democrazia e Governo delle città»: la concomitanza con le elezioni amministrative ne renderà più attuale l'utilizzazione. L'uguaglianza,tra politica, etica e mercato Nuovi significati dell'uguaglianza,oggi L'uguaglianza ha costituito e costituisce il valore discriminante tra le posizioni di sinistra e quelle conservatrici. La sfida essenziale del socialismo riformista e democratico è quella relativa all'ampliamento delle aree dell'eguaglianza sia nelle società forti che nelle società deboli. È lotta per la riduzione progressiva di questo divario, fino alla sua totale scomparsa. Il valore dell'uguaglianza si coniuga strettamente con quello della solidarietà. Senza l'uno, neppure l'altro può esistere. Ma anche la democrazia si fonda, si esprime e si sviluppa, solo nel suo rapporto con l'udi Luigi Ruggiu guaglianza. Allargamento della democrazia e espansione del terreno delle uguaglianze fanno tutt'uno. Eppure, in una società in forte sviluppo come la nostra, con un alto grado di produzione e consumo e con un'accettabile livello di diffusione della ricchezza, parlare di uguaglianza sembra del tutto fuori posto. La nostra società viene contrabbandata come il prodotto della esaltazione delle differenze e dei meriti. La disuguaglianza è stata teorizzata come la nuova virtù, e l'accoglimento delle disuguaglianze è posto come la condizione essenziale della società opulenta. La società moderna ha come proprio fondamento la disuguaglianza. Proprio per questo, richiamare l'uguaglianza come principio, norma e valore da perseguire, appare come una provocazione, frutto di inguaribili tendenze pauperistiche di stampo cattolico. Ci si imputa una mentalità che non sa accettare la ricchezza come bene collettivo. Si dice che essa viene da noi vissuta con senso di invidia e di impotenza che si traduce in un egualitarismo verso il basso. Il principio che sembra affermarsi è l'imperativo ad arricchirsi, nei modi e nei tempi che sono fun-

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