L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVIII - n. 70 - 1 giugno 1947

• , I , Bib NOTIZIARIO . ITALIANO Ne1l95l0areteferroviairtaialiansaràpiùefficenctheenell'anteguerra La crlsl governatlva non ancora rlsoUa ROMIA: Gran1di 1progressi ne,Ua, ricosiNJz,ione e nell'a,pprontarnen,to ,della 1nostM atn,uatura ferrov,iuia I •ctan,n,iprovocati dalta iJUel'ra ammontano ai 400 mU1iandi. I prog.re.ssi finora ccxnseguiti net OOimtPO de.11.a lrioootru.d10111,e forrovia:r:i,a., isO!llo ·staiti :Llth.N,tra-tdi aJJ':i!Illg.Gicwrunni Di :Raimondo, direttore ,generale delle FF. SS. in 'll.Ila COIDJere:nza -st.aimpa .a.i. ,giornalisti italiamì e sLrrunieri. Dopo aver Ti.cordato Jli.1ngem,temolle di d-a1IU1isuibita dal nostro partiriro.O!Ilio !en'!I'O'Vi~riO' e che si riassumono :nella ,d,i~tTuzione e d-amneggi,armento di 7000 km. di binario, di c0111tilnaia.éli ,pooti, di dltre 4000 looomotirve e locomot01ri, di 10.000 fabbricaiti • va:ri, di oontonriila crurr:i me.rei e ,di 9900 ca,1,rozze ferrovia:ri,e il tutto ;per 1l!n 'Valoce d:i oirc.a: 400 miHrurdi d:i Jiire, l'ing. Di Raimoodo ha pwrlaito sui ,ri- -suilit,ati ,già con-seguiti oo:n. J·a ll'icootruzione. Sono -stati ri,pr:istinati il 50 jper ce:nto .dei :pOIIlti in mura,tu.ra, il 20 per C0llto dei pOO'llt:iin ferro, il 33 per cento d'elle gatl'lerie e il 5'4-per oonito dei folbhricati. Sono sta.ti inoJitire ricosllruiti, 14.000 dei ca;rri rimasti gTaveme:nte dannegigiati da:lla guerra. mentre Je FF. SS. haJllILO ricèvuto 714-0 carri merci di n1 1H:>1vcaootinuione. I,n ~a, delJ~ arnove oosl.Nzion:i e detlle riprura.ziooi, in IPOCO più d:i llll1t a'DJilo il :parco dei Totall>ili in, ~iz.io ,ha tegi&trruto i ,se,g:uen.ti mi1gl.ioramenti: caN'.i merei da *7.029 ,a 87.000, 'loco.moti-- ve a vapore da 2000 a 2250, tlocomotori eletllrici da 74-0 a oltre 1000, elettromotirici Ja 64 a 105, aiu.tomotirioi teirmiclle da 126 a 180. L'ing. Di iRaiimon,do ha affermato che iJ :programma :per J.'arvven.i•re compil'en•de il ri:pritSti:no detl d<>!I)pi-0binario e degJ:i oopiamrt.i cli .segnaù~icme sicurezza e bJooco, nonchè la iriattiva:zione <degli ùn:- pi.am.ti di elettrificazione. En,tro il 1949 la ricostruzione degli impiamti iiissi mrà oom:pleta e già iPer Ja fime deJ 1948 ..Sa!l'à mo1t0 aivamzaita. 1949 tla ll'icostruziOIIl.e degli impianti.i floot 6all'à com- :pleta e già ,per la fine del 19-48 .sarà molrto av~ .zruta:. EintTO i1 1947 s.i 1p,rervede, inoltre, di poter comptleta!I'e il rad,dopi!)io deL bi111a.rio ·wlla MiJa:no-Fi- .reaue-iRoma,.,N apoJi- Batti;pagù.ia, ,suJ,J,a iModena-T orino- Roma e 9Ulla T()ll'.ÌlllO-Milano. Pell' quanto rigrua:rda poi id ;parco <dei ,rotabili 111el i950 que.sto srurà più ricco e moderno che nel 1940. go og,rci ainmo e a oui rprenderaa)!Ilo parte 350 scrittori, anche <leill'ln,dia e della Cina. Per l'Italia f>Olllo annunciati l,gn,azio Silone, presidente del Pen, CL'llb iitaJiamo, Di~o Valerj, Eugemio ~fowtale, Goif.re.do BeJdon.oi, Guido De RIUg;g,ero. ROM,A: Fennando Santi candidato sooi•alista alla Se.gre,ieria d'ella Confederazione Generale• Italiana del Lavoro. A 5egu~Lo del ri,nmovato propo- @Lo, esprooso òa.ll'oo. Lizzad,ri ai -si111,JacaJi&lsiocialisti, di non, voler porre ~a sua crun,did.a1Ju,.ra aJJa Seg1releria coru.foderaile per iil ;prossimo congre.sso della C.G.I.L., la corrente &indacaJhrsta ha desi,gnato, quaJe suo camdidato al congresso stes- -so, Fexnan.do Samiti che fu iB J)rrimo seg,r0lario sooia:lisla deltla Caimera JeJ ùworo òi Milamo dopo aa libera.zio.ne. .ROM,A: P,re,visti 559 s~g1i per fa lflUOv,a Camel'a dei deputa.ti. A1 ll'éll&Semibleaco.stit,uente è strut0 p,resentato il ,di•segno <li le,ooigepe:r J'ele,zione dei membri della Camara dei Deputaiti. LI si&lema prescelto è cruello de'llo .scrutinio di li>Mia con ll'<l!J)p.rels,em,tamzp;i,.ropoTziOOJrue e circoscrizioni ,provi1J1ciaJi. li totale dei seggi i[.)revi.sti è d'i 559 co.si suddivisi: P:i(lO'llon 1 t.e 4-6; Liguria. 19; Lombardia 78; Vene-zia Tridentina 8; Veneto 56; Emilia, 42: To- .scana 39; Marche 17; Umbria 10; ~io 38; .Aibruzzi 16; Campania e CéliJ11ipobas,so36; iRu,g:lie 36; Luca.mia 7; Cala1bria 24; Sicilia '53; S~d.egna 1'4. RO,M·A: I. M. Lombar,do in Amer,ioa: L'l;tatia non vuol vivere 1d.i carità ma di lavoro. Trecento membri della Carnera ,di commercio italo-rumericaina, riuniti in onore di [rvan ;\fatteo Lombardo, ha'llno ascolitato il noot,ro compa,gno pero1raa-e la oruusa ,del ,n'ostro pae.se. Lomrbardo iha affmmaito ohe obiettivo della sua mi&&iOIIl.enegùi Stati Uariti è qu.e11a di riportrure Je rel~ioni economiche tra l':Ltailia e gli Stati U111iti i&OIPI"wa n,a. soliJa ibaoo <di chu&i.:ne&S•. II ;popolo iita.Jian-0 ha dimostrato i!ll q:uesti amui Je ooe capaci tà di laNO!ro e ·la serietà del suo sfO!rzo ricostrutiti.vo, ma occo1Te a.fJro:n.tare qu.eJ1a che ~ la a:iuova, dua:a reailtài, ili ;pro~ g,rav~ é- come rimediare a.ll'imevirtaJbiJe deficiit della bi!Jam.cia ,dei pa,gamenti. Taile deficit è dovu~o ai rfatto che ,sono .soompaa-m <totalmente i IIIle.rcati ohe assorbivano UJila larga perce.nrtuaJe dii esportazi-0ni itaJia111e e cioè iJ merca:to itedesoo e quello ba~camico. Un. altro problema vitale i!)er 'l'I<taJia consi<Sle !Ilei' trova.re il modb Ji rimedia.re aJJa diooccupazione di oltre due milioni di peroone ohe 6US&i-ste oomp.re in tutta la sua gravità nonostaillte glli accordi per la emriigrazione conclusi con ,l'America Jati!lla, la Framcia, il Belgio e la Grarn. BJJ:eta.gna. •Il gramde problema <led mio paese _ ba coocluso Lombardo - .non ò di vivere con la carità de.gli aD:tri, ma di ottanerc ai'llto ed assistooza ,per poter dare .Javo1·0 a tutti gli Haliani e la .spera,nza di un ,pjù umano livello di vita in avvenire. Solamente cosi ipotremo fare di ogni italiano un valido sostenritore <le] regime democratico. Prima, di LombaTdo ave'Va parlrut.o l'ambascirutore TaTchiami TRIESTE: Airenata. la 1nominia per il Gover.natol'e. La nomina del gorveMa1ore di Tirie!>te si è comJl'letamente a.renata pel'Chò tutti i ,dieci camdiclati i'Jl pre<licruto .sono stati resp'Ìlll.ti. La R'llssia ha respirn.1o i candidati presentati dallo potenze, a loro volta, hruruno negalo l'aJesione per i cwndidati sovietici. I diplomatici, vista 1'impossibihtà di giunge.re a un accordo nella r&eduta. offfcia~e, ha,n'llo deciso di faire un n'l!O'VOtenrtativo eoai. ailtri lllominativi in ~d,ula privata. funzionari JJri.tan-n.ici ha'!ltl10comu,nicato ip,j_ùt.artli che un acco,rdo era impos.siibi!le, così Clhe i ciillque •gramodi• hanno deciso di Jasciar ca.fore i ca111r didati proposti. PISTOIA: Si è concluso il ,processo Amen,dota. Scorza e Bertozzi sono stati condannati a 30 anni di ,recl.usicmesenza, condono. E' stata pronunciata la seintenza nel procooso Amein.dola. Carlo Scorza e Oravio Beirto,t,z,i,1 JatitatDiti, -sono sta1i, cO'Jlda.run:ati a 30 amni di reclu&iQ!OO,s,enza condO'Do. Gui-do Guij,i, Otello Prugni, DanjjJo Vootu,rini, A,lherto Venturiru, a 30 .amni di reclusiome coJ. c0111dono di 10 anm.i per indUJ!to; Gjuseppe, Degli Irunocanti a 22 aami e M:aircello Ma.rcelli a 15 ann,i, ;perchè a1l'epoca dc.Waggre,,__c.si00e1rea mfaare di età. Sono stati .as.solti per i'llJSufficienza. cli p1,ove Bruno Lorenzoni. Corrado Bottai, Alber.to Armridei, Dino Gentili, Otello Boo:iaccor.si e A.rduino Maria'lli. A tutti è stato i:nfJibto il ,solo ;paga.mento di ulll miliO!lle ~ 150 mila fu-e di multa. · V1E.NEZ,lrA: In awu:nt comuni il maltempo tra distrutto tutto il lf"aCcoito. li maltempo iha causato gravi danmi ai vari oontri .:lella ;provincia, ,dove i coo,si d'acquru pri.nci1pali e secoruiari, iingross.a.tisi in seguilo ai rove,,ci <l'a~a, ham:no &trwripa,to aJlagali1do Je, campagne. !Le a2iende ag-rioole, di Scorzè, Maira'llo, Mirano, ScaJteoi.go, che aivevemo cer stitui~o centri di a:a.ocolia ailJo .soopo di preservare il lbe.sliarrne, hanmo, <9Ubi;togira.vis-si.mi .da:nn:i. Damni a,.,"'li immoruh ed aJ pa.tr1mon;o zootoon:ico ~ono anche ~aJati meJla zona del Pcmtog:rua,rese. E' da preveder.si da. ;perdita dell'inteiro raccoJ.to. In <provi'llcia di RO'Vigo a Fras.sinelle ed a Ca.11a,. ro, 1600 ettalri di terreno -sono ,stalti g-ravemerute dan'l1eggia1i da U!lla violanta gramdina.ta. lJ• 60 pm ceruto ,delle colture è amdarto Jistrutio. L'ing. Di iRa.im001do ra carwlutSo le 19Ue cliohiarazioni a!ferma:ndo che tSe le mruterie :prime e i fon.ji finanziairi necessari 111cmdilebteranino, la rioo9bru2ione e Ja modemti:zza~iooe delle fenrovie i.ta.. liane .sara:nno complete .f.ra tre &run.i, ailtrimenti ci potrà essere 11.1,n riitairdo di quaJche amno ROMA: Oe Gas,perj non accetta di. spostare verso silfllistrla l'asse dlellna combiinui'one miin1is,te,. rae. ProbJeml attuall La ori6i motivata nelle 6Ue caiuse, ooeremA,e nei suoi ,svil'lllppi, diviene ;paradossale i:nelle .sue conclU&oni. ~aitaBi dopo ,il ifaillimem.to del <tripaa,t.ito, per ghmgere a um. min:i,stero di lairga ooncentra.2ione, pa:re debba ooncluder-si con, un ministero formato da •un ,solo paa-ti-to. Come ,si .9ia ,giWliti a tale conclusione è dipeso dia diverse ciroootaawe, ma essenzialmenite dadla politi.ca di De G~er-i. · Di froote al fa:11imernto ,del Trip-ai:rtito e ia:i W1.a -situaizione che E!l9Ì!ge un, ,gover,no cap&Je ,d:i fronitegigiare ilJ. :problema moneta.rio e di wteJaa-e glli intere&si ,de-Ila cla&e tlavoratrice, il' i!)TOblema;deve essere ,pooto con. imitelligente ireatlismo poli,tico. Non '9i oo.Jw,a, !a lira se illon coo:rdilnando e rende'IIJo omogenoo. l'arotivii.tà dci ,pri.ncipaJi dicar Meri economici, imponenido ai ri.cchi. i aaorifici neoos.sari a11a .saJ,ute generaile e a:fJidalI!Jdo questi diC&9teri a !ll()IJllini competenti de!J"op:posimone di ~ni-stra. •ROM'A: lf Pa1iio Soci-ansta dei Lavoratori Italiani e 1J Par!Lto Soci-a•i&ta ltal·i1 ano saf'lan,no r,ap- ,presenflati -alla Coniferenm internazionale di Zurip. iLa Di:re.zioo:i.edel P.S.L.I. ha desig!naito i' com- ;prug,ni Fara.velli, D'Aragona e Simonfoi quali dedegati al Cong,re,sso intenn-aa;iona:le di Zuri,go. Dai! camto ,suo la DireziOllle del P. S. I. ha n-0minato qu,alti &u<Xi <rapJ)il'0,S811~ ri. OOID'Pa_gm.i [Ba,sso e Nenni. Le due ,je]€'garzioni saranno com,plebate da 19U.pp'lelni e <la osservatori. Fl,REiNZE: lmponenii 1mianiifestazioni per il Con11ressodeUa Coll<fe:derazione Genera/le ltal1rana dd Lavoro. Al Co·ngresso d~lla C.G.I.L. partecipe- .ram.no ciirca. 2000 delegruti delle Camere del Lavoro e delle Federazioni di tutta l'Ita!ia, oJitre a numerose <delegaziomi ,slram.iere. Ferve imlrunto l'orga!Jli~zazi0111e e vairie commiis- .sioni sono atl 'lavoro per l'ar&Segna,ziome degh aldog1gi, degli ·uffici di -segreteria e degli aJJIJri .servizi. Durainte il OOll'.lg>I"OOSO si svOiJgeranrno varie manifestazioni in OlllOTe <legJi'. ospiti e fra qnie.ste ulll. cara.He1,istico c01rteo -slO!rico, a1 quaJe ;partecipesranrno il'apl))rese,nrt,amti deL cadcio in co.stume dri Fi.:rernze, <lei JJalio di Sie:na, del ,giuoco <lel ponte ili Pi.sa e <leJila ,giostra dcl Sa,raoono d'i, Areuzo, una ecoe21ionaile rappresentazione delfia• • BO'heme • :nel ,g,j_ardi'llo di Bo boli, oJ tre ad altri spetta.co'li. Haruno fratta.n.to conformaito ~a loro iparteci.pa'- z:ione al comga.·ooso le o,rg.a:nizzruzioni ..siilldacail:i di n'llmeros,i pa,86.i, fra i quad.i Ja Francia, Ila J'llgoslavia, la Pdlon>ia, Ja Cecoolcwaccltia, J'Auskia, la Rumenia, la BuJgaTia, la Svizzera, gli Stati Uniili, olitre aJl Comitato d'imtesa &imdacaJe, dri T,rieste e dell'.<\5,sociavione italiama libera di Pariigi. IntaillitO ,sempre a. Firenze ha avuto imfaio stama:ne il Con,vegno nruziooa:le d~l1'islituto 'Ila.zio:nalc coofederale di aissi&temza, che ha lo scopo di elab°'ra,re e prepara:i.~ Je moziom~ sullla Previdena;a e l'Assisteme:a oociaJe, c,he, oo.rammo di.sOlliSse al iPros- -simo convegno del]a C.G.I.L. Do.po iI saluto de'l r&i'llda,co di Fi.renze ba 1Ja•rlato l'on. BiboJotti, presidente ,d.eJ.]'[. J.C.A. ohe ha iJJu~trato Je frune:io:rui.ed i rapporti dell'ente coo gli -adti,i i..stituti di p:re,yidene:a e l'ope:ra, che vo·Jige per il Tiirunovrumei:nto del.Ila Jegisla.zio!lle ,sociatle. ROM A: Il Pen Cfob I nte.rnarzionale si r.iun irà a Zurtim,. DaJ 2 aJ 6 ,gi~,gn~ ,a,vrà ~uogo a,.d,rigo la •co,~r , zai Peì;t 01'tlb 1,!)-fi 'ifi]fz10111~oe[~na · 'llO:- l • " 1 ~,,.,. Educazioni sbagliate l li mito deHa verginità da n-0i regna sovrano, .ridotto a un puro- ba:luar<lo fisiologiéo, roso e minacciato da ~oni parte. Si insegnano alle raga,zze le arti peu-procuraTsi 'un marito, ma si trascura di insegnar lo:ro ad essere madri e donne di casa. La dilagante imm-0ralità, da un punt-0 di vista Teligi-0so non viene compensata da ·nessuna saggezza terrena, cioè da un'educazione scientifica che ,conisporu:la all.a realtà di fatto, alla eiconomia degli istinti. Una ragazza va c1,lmatrimonio digiuna di qualsiasi legge pedagogica, apprestandosi a batterbzare suo figlio, farl-0 cresimare e comunicare verso i sette anni, ecc., anche se .nè lei nè suo marit-0 sono veri credenti e quindi in grado di dare ai figli un ,concreto esempio religioso. I bambini imparano per prima -cosa il compromesso, imparano a distingueTe, nei genitori, le parole dai fatti. L'esempio dei geni tori deve essere muto, quel che importa sono le loro azioni, non i loro insegnamenti ver.bali. Il suiccedersi ne!J. tempo delle famiglie e delle generazioni è sempre un fatto <li attraente ispirazione poetica: ma chi ne tolga, la poesia, spesso vi scorge un singo-lare succedersi di educazioni sbagliate, dove ]'elemento di eternità, cioè di vittoria sopra la !II1-0rtedei singoli. è il perpetuarsi dei mali e degli errori. Cerili vi11i finiscono per diventare ereditari, costitutivi e pe.r sfidare, i più vio!lenti ,e sani metodi pedagogici. Quand-0 ha perso fiducia nell'educazi-0ne, una famiglia smarrisce il suo significato ;pooi'tivo,si trasforma in u., intrico di sentimenti alla de.riva. Basta infatti che un mem'bro di essa vi porti il turba.mento, che poi tutti gli altri ne verranno contagiati e intimamente sconvolti. In Italia lo scetticismo nei riguardi de1!1.'educazione è assai diffuso. Ho udito una volta pronunciare da una persona colta e i~telligente, un intellettuale, questa frase: « Ciascuno è quello che diventa e diventa quello ohe é », per tao>liar corto .a una discussione su un individuo di cui si ricercavano 'le origini psicologiche e gli influssi subiti. Tale sagge~za fatalisUca ed astratta funziona appena sul piano metafisico e sempre meno anche in quello. In persone di media cultmra, persone pratiche, non propriamente interessate al problema, ma che debbono i-isolverlo sui loro fig'l.i e quindi senza la possibilità di sfuggirvi, rimane l'abitudine aU'educazione cattolica, più -come prof i lassi igienica che come Tagi-0ne morale. E' sconsolante notau·e in quanti casi ritorni Ja formu1a del cattolicesimo usato in 1pratica, perchè utile, prescindendo dai suoi contenuti metafisici e spi:rituali. Ma jl mondo moderno non può contentarsi {li un simi'le Tipego. In vece moltissimi geni tori lo attuano, convinti che ne'l maggior nu:me1ro dei casi « non vi sia nuHa da fare », inchinandosi alla fatalità del «caratl,ere> e limitandosi a ri- -correre ai consueti mezzi della prassi cattolica. Conosco anche padri e madri più evolut-.l, i i quali proclamano la necessità e la possibilità d[ (8J'-u·cazione cosciente, ma in pratica non ne hanno la minima idea e sono intaccati a vecohi proverbi rimessi a nuovo. In tutto quffito fa responsabilità d,ell'uomo è pari se non superiore a quella. della donna. L'a.zione deH'uomo nella famiglia è altrettanto grave che quella materna, e in-0ltre a lui incombe l'obbligo di dirigere e oonvin:ce.re. Si ~p_isce facilmente come dall'ambito famigliare 1'1 nostro argomento si allarghi nella crisi dell'ita:iano <li oggi in generale, il quale, grarvato d1 una certa sapienza classica e umanistica cui non può rinnuciare, ri-con-0sce tuttavia che i,n troppi campi cosiddetti empirici è ancoTa in uno stadio infantile o di equivoca ingenuità. D'altra parte l'italiano d'oggi è ben lungi dall'aver risotto la più grossa delle questioni: quella religiosa (o metafisica). E ognuno può capire se stretti legami esistono fra religi-0ne e pedagogia. Un'analisi delle classi socia:1.ipermetterebbe di app1 rofondire e diHerenziare questi ragionamenti. E' chiaro infatti che te condizioni economiche inHuiscono in sommo grado sul :costume famigliare, e che nella classe proletaria funziona una sana iI)edagogia istintiva cosicchè la nevrosi vi è assai meno diffusa per virtù del lavoro al quale, i suoi componenti, uomini e <l-0nne,sono legati. Inoltre, quando c'è, la religiosità del popolo è più genuina. Tutta via anche le nostr,e classi povere sono lontane da una tradizione di civiltà domestica, basterebbe a testim-0nia.rlo le popolazioni del mezzogiorno, i cui effetti sono notoriamente ciechi e passionali. Nel complesso anche il nostro popolo è vittima dell'equivoco cattolico, non animato da fedi profonde, nè avvezzo a un corretto comportamento socia:le. I legami famigliari vi sono tena,ci e qua1cho volta disperati: ma non inteTessa tanto c;he una faro iglia sia unita, quanto che sia psichicamente sana. Anzi, famiglie troppo accentrate sono focolaio cli mali e producono indivi<lui asociali. Dire che un Il'ucleo famigliare foTte è la base di UJlaottima società è fare una analogia_ superficiale errata. L'egoismo familiare è origine di discordie, di disorganizzazione e di immaturità collerLive. Solo individui capa-ci di assumere un atteggiamento distaccato e imparziale nei confronti della propria famiglia, sono individui utili al convivero e altruisti. In genere l'id,olatria della famiglia dà sempre la svalutazione de11 la vita associata, e quindi restringe l'angolo visuale, intellettuale dei cittadini. Molti <li.ranno che la -colpa di tutto è la povertà dell'Italia. Dove c'è la ricchezza, diranno anche l'isti.tuto della famiglia spontaneamente si assesta e segue le vie migliori. Ma in questo caso il puro argoonento economico è un'arma a doppio taglio: poichè siamo certi che proprio la classe borghese, la più ricca, è la più malata. Preso in sè, il benessere non arreca felicità: non è la ricchcma che si vuole, anzi, la ricchezza, una certa riccl,czza si teme. Bisogna <lire che si aspira a una speciale forma di benessere: il benessere d'una avanzata eiviltà sociale. OTTIERO OT'NER,I La morte e la crisi (CO'llltiinuazione da:lla 1.a pa,gina) va a ruba nelle designazioni - il presidente del Tribunale, il lalifondisla più ricco della regione e l'avvocato principe del paese, è una /olla senza esclusioni di colpi, e finirà solo con la morie. Avrà la palma colui che terrà il cordone dell'avversario, che lo porterà al cimitero facendo suoi lulli i lrof ei dell'avversario. Allualmenle al mio paese i quallro grandi sono a ruota, con cenlollanla cordoni il primo, cenlosellanlaselle il secondo, centosellanladue il terzo, cenlosessanlollo il quarto. Quando si sente dire che uno di codesti dignilari ha un ralf reddore, i Ire rivali hanno un tramescolo nel sangue e vanno al guardaroba a scegliere il migliore dei loro abili neri. Le crisi poliliche ripetono in grande la mobilitazione che si può osservare al mio paese in occasione di qualche morie di rilievo. Qui il def unlo ha [Ylrecchie case : Montecitorio, le sedi dei partili, le redazioni dei giornali, Palazzo Giusliniani, i salolli dei Grandi Designali. In tulle queste case, il morto non si vede, ma c·è. Gli fan la guardia giornalisti, grandi e piccoli, pronti ad intervistare anche il gallo mascherino, ministri in carica, in aspellaliva o in pensione, aspiranti ad un portafoglio o perlomeno ad un sollosegrelariato, e lulla quella pula umana, gonfia di vanità o di presUitZione, che il vento della crisi solleva per un momento nell'aria. Anche qui, come davanti alla morte osservala tra la genie di Calabria, avvengono le subile riconciliazioni. Gli avversari accettano di ripetere le famose parole di Trimalcione : « Possiamo pensare di poterci divenlire malgrado l'obbligo di versare .un po' di vino sului ossa del povero morto•· Ripetono questa frase un po' oscura, e si buttano le braccia al collo, senza speranza di credere alla reciproca sincerità. Anche qui ci sono quei tali parenti dimenticali -'- i politici isolali, rifiutali e testardi - 'i quali •si fanno por/are in barella alle case della crisi per essere presenti al momento del « consolo •• per ritenere nel naso l'odore delle cibarie funebri. Quelli di loro che l'infermità impedisce di essere di scena si accontentano di partecipare alle agapi in sogno. Sono là, in un fondo di /elio, stremali dai sudori senili, coperti di empiaslri fino ai capelli, son là, che stanno rendendo l'anima. Eppure il loro orecchio è come una conchiglia che ripete il rumore del mare, una conchiglia che accoglie gli ullimi tonfi della risacca politica. Facesse il Gran Designalo il loro nome, ed ecco che lutti i mali più arrendi lascerebbero i loro corpi. Sarebbero capaci di fare il lragillo, da casa a Montecitorio, in « Vespa• se non addirittura in biciclelta. Contrariamente a quanto avviene in Calabria, il morto, cioè il ministero abballuto, non riceve durante la crisi la lode dei doglianti. l primi a dirne peste sono i ministri del Governo caduto, i quali, per una specie di eleganza della delusione, ne fanno un'entità fittizia, assolutamente staccata dalle loro persone. Il morto non comincia ad essere qualcuno solo perchè trapassalo a miglior vita, come in Calabria. Qui non ci son sassi che bastino per fare al caduto .una mora che tocchi il cielo. La politica -è l'arte del successo. Chi cade, solo perchè cade, mostra di aver meritato la sconfitta. La razionalità del reale è alla base di questa che rimane l'unica morale della giungla pa/iliC'a. Niente lode al morto e, all'opposto, lodi senza fine alla Penelope che riuscirà a tessere la nuova tela ministeriale. Tuili i mezzi sono ritenuti sacrosmiti per raggiungere lo 'scopo. Uno dei caratteri di questo nostro tempo è quello di avere tolto qualunque consolazione ai solitari, qualunque orgoglio agli sconfitti. Chi perde riceve non solo il disprezzo degli altri, ma di se stesso, in prima fila. Solo i cara Iteri fortissimi si sottraggono a questa regola feroce. · Anche nelle crisi, come in Calabria durante le Q.gonie, ronzano i venditori di bare, i fiorai, gli impresari delle pompe funebri. Questi necrofori vengono reclutali soprallutto Ira i membri del ministero caduto e i loro còmili. Non a.vendo più speranza di risalire gli avvenimenti costoro preparano la fossa al Governo nascituro. La preparano tra una balluta di spirito e una intervista, tra un riconoscimento e una insinuazione, Ira un augurio e una imprecazione. Costoro ~i augurerebbero che le crisi fossero fine a se stesse. La prospettiva di vendita di una bara non è già forse un mezzo guadagno ? E ci sono in/ ine, nelle crisi politiche, com.e in Calabria al momento del trasporto, i cacciatori di cordoni. Appena roona la campana a morto del ministero caduto, i Tre Grandi Cordoni Nazionali sentono aprirsi sul/a loro canizie quella finestra che Wagnei- spalanca sulla primavera nella Walchiria. Ogni crisi leva loro trent'anni di guai. Si vedono i Ire buoni nonni affrontare intere giornate di snervanti colloqui, sparatorw di interviste, telefonate, conferenze-stampa, e che so io, con vuamenle giovanile baldanza. La crisi rappresenta per loro l'investitura fiduciaria del cordone al trasporto invisibile del Gabinetto defunto. Appena si apre la vacanza ministeriale, ecco un nuovo lrof eo aggiungersi agli antichi, ecco i tre nonni camminare per le strade, non solo di Roma, ma di ogni paese d'ltalia, accompagnando /a bara invisibile del Governo. Qualcuno dice che in quella bara c'è di più di un Governo, c'è addirillura il Paese. Il peso della lremenda dignità non spaventa i grandi vegli. Mentre vanno per le strade di Roma e d' ltalia tutta, accompagnando il morto che non ~i vede, no~ perdono il loro so/ilo estro, sfoltelli, elcg.anz~, danno spago a quei malli di giornalisti cl;e 11 spillano come bolli, paiono avere dimenticato che si traila di un accompagnamento e non di una f esla. Del resto, siamo giusti, non è solo un lutto, ma anche una nascita. Nascerà oggi o domani, dopo dieci 0 cento giorni di crisi, il nuovo Ministero. Non sono g_iorni perduti, ma tu/li guadagnati. li mondo politico 110n è mai in movimento come quando c'è la crisi. Tulti si credono importanti, non solo i tre Grandi Cordoni Na.:ionali. Ci sono tra i piccoli cacciatori di dignità ministeriali coloro che non trovando un cane di giornalista che li intervisti, si intervistano ~a sè, ~a~arr!i .a.Ilo specchio. Molli rompono in gridi 1mprovv1s1, s1m1l1 a ululali, che l'eco rimanda molliplicati. Non voglio chiudere questa pagina del mio nuovo taccuino senza domane/armi chi dei tre Grandi Cordoni Nazionali erediterà i trofei degli altri due. L'avvenire è sulle ginocchia di Giove. II presente è un gallino orbo che non consente previsioni. LEO.VID1l RÈPACI

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