L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVIII - n. 65 - 15 marzo 1947

B Anno XXXVIII (nuovaserie) N. 65 Zurigo, 1 S marzo 1947 LIBERAREE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA. Redazione: Militarstrasse 36-Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau. Zurigo - Conto postale No. VIII 26 305; Abbonamento annuo Fr. 4.-. semestrale Fr. 2.-, sostenitore Fr. 20.-. una copia cent. 20 Telefono 27 4 7 02 Scandali Un'ondata di denuncie scandalistiche La agitato e sconvoHo l'Assemblea Costituente ed ha turbato gli animi dei cittadini -aspettanti con fiducia un risanamento della vita pubblica neUa rinafa democrazia e nella riconquistata libertà di critica e di controllo. Che nel tremendo sconquasso di questo dopoguerra, fra la penuria di tutte le cose più necessarie, ci si.a chi per la fame di lucro e di ricchezza, speculi sul ba,ccalà come sui caffè o sui lavori pubblici a regia e, con false cooperative, sorprendendo la buona fede, ottenga app,alti per centinaia di miliO'ni, può addolorare ma non può meravigli.are. Siamo in un periodo in cui perdu,ra l'eTedità del.Ja corruzione fascista e quindi tutti gli avventurieri si aprono un varco con ogni mezzo nella intrica·ta selva dei poteri pubblici per ottenere concessioni, appalti, _permessi di espo'l·tazione e pe,r andare cosi all'arrembaggio di milfoni a ce·ntinaia e di miliardi. Di qui le denuncie di accaparamento di prebende, di favoritismi, di corruzione che colpiscono uomini pei quali le doti più necessarie nei posti che copromo, dovrebbero essere la probità, il disin1et·esse e l'integrità della vita. Nella vita po,litica italiana queste doti s0010 pur consa<!rate dalla tradizione. . . Dei governi della Destra, il SiaJvemrni scnve - p·resentando un volume di saggi stori~i di Nello Rosselli - 0he la loro «opera fra 11 1861 e il 1876 fu gigantesca, e richiese u,no impiego d'imtelligenza e di energia eccezionali, e che gli itaiiani dovrebbero imparare ad ammirarJa». Nel periodo successivo, le campagne del Cavallot.ti oontro Crispi e del TUJ'ati contro Nasi, stanno ad attestare della suscettibilità del mondo polHioo itaJ.iano davainti alle prevruricazioni dei ministri, e quindi, della sanità dei costume nelle sfere dell'amministrazione pubblica. Il fas.cismo ha precipitato quel costume ne1la peggior corruziorne perc~è .gar~n?va l'impunità, essendo soffocata nei c1ttadirn la facoltà della critica e del controllo degli uomini investiti di autortà e di respoinsabi,lità. Ora nonosta,nte la rivoluzione dcl 25 luglio del 1943. il malcostume non è radicalmente mutato, esempi simila1i _a que11i del pas5~t_o spuntano or qua or là, 11 sospetto e la d'ls1sti-ma verso i nuovi reggitori riaiffiorano e non· mianca chi si avvale di un tale stato degli animi per moltiplicare le denuncie a torto o a ra.aione, pen~hè il marasma cresca e, nella indifferenza, neLl'apatia o :nella disperazione, si aprano le porte a situazioni gravide dei pericoli più estremi per Ja democrazia e per la libertà. Ecco perchè, qui, la rivoluzione ent,ro la quale noi navighiamo _per ar:z-ivare ad _POTt~ del sociaJismo, non puo pre.scmdere, nei suo1 uomini e nei suoi metodi, da princip:ii di mora.Jità personale che ne legittimimo lo_ sva:Igimento suscitino e mantengano la fiducia operosa' nelle moltitudini aspettanti, proi~- ti:no suo-li istituti nuovi che dovranno sostituire qbelli in via di d'isill'tegrazione e di decad~mza una luce di pertfezione e diano la garanzia che la nobi.Jtà del fine :non è stat~ bru.ttata dalla secondo immoralità dei mezzr. A tale· scopo urgente ere.are e mantenere nell'opinione pubblica u:na scìa di speranza e di fiducia nella democrazi.a. 0ome l'atmosfera in cui le trasformazioni più profonde sono via via attuabili fino a,l socia,lismo, e insieme um largo corredo di estim_az_ione p_er _gli _ll?- mini che, interpretando l'1stmto d1 gmst1zia delle masse lavoratrici, con la loro condotta, col loro carattere, con l'identità fra la idealità e la pratica della_ vita, coll'adeguame~to della perizia al compito ~ssun1o, sono chiamati, per mandato pubblico, a cooperare a.J risorgi.mento di questo nostro Paese e ~la trasformazione della sua struttura economica e sociale. Al di sopra dell'intelligenza, dell'a'bilità, del duttile adattamento a,l,le circostanze e agli eventi la forza che trasmna gli uomini con confid~nte entusiasmo e li induce e li abitua al sacrificio del modo di vivere e della vita, è l'esemp'Ìo dell'onestà, di dis~nteres_se_, di parsimonia e di coerenza che gJ1 UOIJ?-llll desianati a auide sono in grado di offrire. 0 11 partit~ o i partiti che, per la tradi_zion~ dei loro maestri, posson aver l'orgogho d1 possedere guide siff ~tte, amche se il succ~sso non arrida loro subitaneo, sono, per de.stmazione chiamati a compiere la più alta mis- ' . sione dellt ... n~sira stona. l- Schiavi Problemi Italiani La fame dcJ popolo italiano è ormai paragonabile a quella dehle epoche più tristi della nostra decadenza, quando le " gride » spagnole si susseguivano monotonamente, r.i;p-etenclo sempre gli stessi decreti che rimanevano 1·egolarmen le ina\f)lplicati, finchè il popolo perdeva la pazienza e aggravava il male. In t:he cosa C01Dsislela responsabi 1 lità !{}elgoverno ? Niello svegliarsi un momento quando il popolo pr-0testa, abborracciare qualche provvedimento improvvisalo come ha fatto a Napoli, ma nello sfuggire con una meravigliosa sicurezza di sè a ogni provvedi mento di carattere ge'Jlerale e di lunga mano, a cui -collabor.i no tutte le forze economiche, politiche e morali <led paese. L'ultimo Consiglio dei ministri ha bensì dichiarato di voler chiamare a raccoJta ,per la guerra alla fame i partiti o le associazioni economiche e sinda,cali ma si tratta di una formula di seoo'llda mano che viene in bocca nel momento d'urgenza, sotto cui trapela però la convinzione imperterrita, forse iucosciente ma profondamente radicata, che non convenga chiamare il paese nella sua tota1ità a uno sforzo complessivo e pi.anif icato. Ep1pure, in un paese povero -come il nostro, non si può risoJ vere il iproblema .della miseria e de1la disoccu,pazione se non vi si fanno coovergere tutte le forze, non solo tecniche, ma anche politiche e morali- Lo scandalo d,i gente •che muore di fame accanto ad altri che vivono lautamente o a vetrine gremite d'ogni ben di Dio, è esso stesso u'Il elemento importante del fallimento governativo di fronte alla iame. Su r« Unità• Mario Montagna'lla. scrive : « Sono stato in Russia nel 19,21. Vi era la fame, Ja fame nera. E il popolo soffriva, ma non protestava. Vi era la fame, ma la fame per tutti : da Lenin all'ultimo operaio e all'ultimo mugik. In Russia avevano vinto i bolscevichi». Lo stesso si può iclire del reg,ime di razionamento istituito <lal governo socialista in Inghilterra : tutti hanno le ste&Se razioni, per il cibo, ,per i•l vestiario, i ricchi pagando IJ)er i poveri. Altr,i paesi, anche picc-01i e devastali, hanno preso provvedimenti drastici per ~arantire almeno una perequazione nei sacr-ili,ci. Soltanto da noi non c'è nemmeno il tentaliv,o, nemmeno il desi<.lerio di far qualche cosa di complessivo che occupi l'attenzione d€!l piaese come la potrebbe <}ccupare una guerr.a. La saggezza dei nostri machia vellini, la famosa saggezza poLtica -che ci mandò a ramengo tante volte nella storia e che fece soolJ)piare la,nte rivolte del pane alla Masaniello, è sempre <!-onnoi. Persino la Ra-dio, che non -costa nulla, questo strumento im.portantissimo con cui si può l~nere alto il morale del popolo anche anailfabeta, p-one la fame allo stesso livello delle beghe politiche e del vari-età, non sa come si può ,convergere ogni in te resse verso quell' appello di solidarietà e di ,giustizia che dovrebbe essere la pr·emessa di una serie di azioni possibili. Per com<penso, la politica pura, le lotte di partilo, le lotte di frazioni in seno ai partiti, occupano tutto rinlere~e dei nostri dirigenti politici, e nei caffè non si parla d'altr-0 mentre nelle stamberghe nascoste alla vista si muore di fame e l'ombra detl suicidio si proietta sui derelitti. E, corno sempre avviene '}Uando si lasciano andare le cose, la corruzione dilaga niella .classe politi-ca, ·non si a,prono in-chieste su scandali già denunciati pubblicamen te come quello dell'Arar, de1le assegnazioni di materie prime, dei sena lori ricch.i che senz.a eccezione vennero esclusi dall'epurazione a differenza degli altri, e per un sottosegr~tario senza \Partito che è stato -denunciato ,per concussione, nessuna inchiesta generale si fa su uomini politici e partiti che si sono rapidamente arricchiti, come se una comatosa apatia o un'omertà in grande copris- .:Jero lo sfacelo della vita nazionaile in cui il fascismo rialza la sua testa di morto. Nel mondo moderno, sovrapopolato e in 1,alia a gigantesche e centralizzate farne di .distruzione e di guerra, non si può far nulla che non abbia un ,carattere pianificato e metodico- E' per questo che il socialismo non è più semplicemente una alternativa tra moJ.te, ma una necessità IIJerentoria. pccialmente in un paese proletario come l'Italia, basta il calcolo dell'interesse nazionale per indicare il socialismo, c-0me l'uni<!a sLra<la specificamente italiana. 11 nostro po,polo ha dato finora prova di una pazienza ·che rasenta d'incn~dibile. Ma ormai i tempi sono abbreviati, e, bisogna porre all'ordine del g.iorno il problema del raizionamento di tutto ciò <!he si può razionare e dell'esercito del lavoro, della soci.aliz- ~azione della roano d'opera <.lisocclllpata. Se non si vuole che la reazione sorga da1la dis·perazione, facendo entrare il paese in una decademz.a stabile. U.C. Achepunto è ilPartitoSocialistadeiLavoratorIitaliani? A arfentamento dei nostri lettori pubblichiamo lo scritto seguente sul P.S.L.I. ripromettendoci ne.t prossimo numero di sottoporre ai nostri lettori una relazione sul P.S.I. ,nel momento attuale. E' la domanda che tutti, socialisti e no, igi pongono. I fatti da sottolineare innanzi tutto, nel campo delle realizzazioni politiche immediate, sono due: 1) l'atteggiamento e la direzione presa dal P.S.L.I. durante la crisi politica che coincise <X>nla rinaacita del partito socialista. Il nuovo partito ha evitato che fo&se data alla crisi stessa quella soluzione - sostanzialmente contraria agli interessi della classe lavo1'él.trice - che le destre suggerivano e il P.S.L.I. non voleva; 2) con la formazione del nuovo partito dei lavoratori socialisti è venuta a dctenninarsi nel Parlamento e nel paese una opposizione di sinistra efficiente <!he rappresenta un fattore di equilibrio e insieme cli garanzia per le masso lavo1'>atrici, la quale traduce in termini politici positivi lo scontento e il disagio politico dell'opinione pubblica. Esso ha determinato in seno alle conenti, sia di sinistra che di destra, uno spostamento chiarifica loro che è tuttora in corso con processi cli sgretolamento se non di dissoluzione e che è il logico risultato della nostra presenza. 1 el campo organizzativo, non elencheremo qui dati 1,tatistici che 'Ono stati raccolti e pubblicati finoJ'a nei giornali delle Federazioni c delle Sezioni. O, por lo meno. li citeremo qui per quel tanto ehe ci ervfranno per schizzare un quadro deilla ituazione e per fondare sui fatti il nostro ragionamento: il quale parte dal presupposto che la formazione del nuovo partito è una nooe ità sentita a~ ~~e non è dovuta alla « deci ione amfiG'U cli una minoranza di dil'igenti del vecchio partito: il che dimostra che jl nostro, lungi dall'essere un partito di generali senza soldati, -se si sviluppa col ritmo con cui ha cominciato e nonostante tutte le difficoltà psicologiche e materiali del momento, si troverà semmai nella condizione opposta. Fin d'ora -possiamo dire che in tutte le regioni e in tutte le provincie d'Italia, nessuna esclusa, il partito "3i è costituito con le sue Federazioni e sezioni. In Alta Italia, con Aosta e Biella, con Udine, Ti-.eviso, Belluno e Gorizia tutti capoluoghi e tutti i centri importanti del Piemonte, della Lombardia, deldell'Emilia e del Veneto, nonostante i soprusi, il boicottaggio degli avverc:;ari e l'incertezza dei pavidi, il partito è nato dai lavoratori di tutti i ceti e di tutte le categorie con la adesione di molti aderenti del vecchio P.S.I.U.P. e di molti nuovi elementi i quali, a termini dello statuto provvisoriamen te in vigore, sono in pe1,iodo di attesa e verranno a poco a poco accolti nella casa comune in base alle condizioni stabilite. Una prima constatazione da fare è che molti sono ancora i lavoratori onesti e dal pa sato politico incensUl'ato, molti sono i reduci, i partigiani, gli ex-combattenti, gli studenti e i giovani in genero che, per la prima volta, dopo la liberazione, trornno nel nostro paritito il clima morale oltre che il programma politico che cercavano e che altrove. non ave,ano collo. Da notare qui che le domande di ammissione vengono fatte oggi in una situazione generale, politica e moralr, in una condizione cconomi<!a e materiale ben diver a da quelle che caratterizzarono le iscrizioni agli altri partiti di sinistra nel pe1,ioclo immediatamente successivo alla fine della guerra. Molti entu iasm.i di allora si sono spenti, molte illusioni cadute, molte delle quali ben a ragione. Interrogatori Dite la verità! - m'ha ripetuto l'illustrissimo giudice istruttore, avendo come ai solito cocciwlo evitato di far l'informatore. Dite la verità! Non mi rifiuto a di1rw, ma perchè tiene in onore grande il segreto e s'è sin qui taciuto ? Aie lo vuate spiegare per favore? La verrità l'ho proprio qui sul gozzo, ma non la posso dire pel momento e mi convien usar lfinguaggio mozzo; mxJntre la vedo con furore intento a gettarr quanti può sassi nel pozzo, percliè non n'esca e vinca il tradimento. Luigi BERTONI (prigione di Zurigo 1918-1919) Versolo statoconfessionale ? Le votazioni del 2 giugno 1946, che non rivelarono certa.mente la coscienza più illuminata del paese, dissero, in ogni modo, che, su quasi ventiquatfro milioni di votanti, appena OTTO milioni Si pronunciarono in favore -del partito clericale, che è il partito del Vaticano. I membri dell'Assemblea Costituente, i quali s'apprestano a consacrare nella carta costituzionale il carattere confessionale dello stato repiibblicano, e la sua subordinazione, il -suo vassai'l- -la,ggio, alla suprema auto1·ità della religione e delr la chiesa cattolica, possono aver dimenticato che SEDICI milioni dei loro elettori votarono contro il partito del papa, PER UN REGIME LAICO; ma i preti, le .gerar.chie e il papa stesso non lo dimenticano. E invece di contare sulla fede e sullo zelo religioso dei fedeli battezzati, cresimati e comunicati, contano sull'G1Uto1·ità,-sulle leggi e sugli sbirri dello stato, che vo,gliono sottomesso nel nome di Cristo ed esecutore docile dei sacrì canoni e delle sentenze de.l tribunale della Sacra Rota. La maggioranza dell'Assemblea Costituente tradisce non solo la volontà dell' e-lettorato clie la delegò a scrivere la nuova costituzione repubb.licana e democratica; tradisce anc'he e soprattutto it concetto moderno e civile dello stato emancipato dalle superstizioni reli,giose, interamente dedito a regolare il benesser<eterreno (se così si può dire) dei cittadini, qualunqrue sia la loro credenza filosofica o religiosa. Oggi, la domanda d'iscrizione al nuovo partito è un atto politico che richiede consapevolezza e senso di responsabilità. Di qui, da un lato, le difficoltà del lavoro che abbiamo da svolgere; dall'altro l'importanza e il significato delle adesioni, anche a prescindere dal numero, il cui valore qualitativo non può essere sottovalutato. Ma tra i sintomi più espressivi della situazione vogliamo anche ricordare qui la testimonianza fattiva, fra i molti esempi che potremmo citare, degli operai di Sampierdarena, di Colleferro e di }folinella socialista. i quali, quaSi all'unanimità sono pru5sati dal P.S.I.U.P. nel nuovo partito; questi ultimi, con alla testa il vecchio compagno e maestro Giuseppe Ua.ssarenti. Operai - si sturino le orecchie i nostri amici fusionisti - autentici operai come quellì della Fiat di Torino che, nonostante l'affrettata preparazione, hanno portato il nuovo partito al successo nelle elezioni per la mutua Fiat. Sulla situazione sindacale molto vi sarebbe da di're (e Jo diremo) soprattutto per quel che 1,iguarda il sabotaggio sistematico in atto presso tutte le Camere del Lavoro da parte dei socialcomunisti. Basti qui, per intau to, ci tare il fatto della estromissione dei dirigenti, iscrittisi al nuovo partito, avvenuta un po' dovunque con metodi ar-bitrari e del tutto ingiustificati. Ma anche in questo importante settore della vita organizzativa della classe lavora tr,ice la spontanea reazione è in corso. A Milano, dopo una lotta durata alcuni giorni, i lavoratori appartenenti al nostro partito hanno ottenuto di presentare la loro lista pe1, l'elezione dei dirigenti. Più grave la situazione di Bologna e di altri centri dove i socialcomunisti si oppongono con ogni mezzo a tale presentazione. Ancora a Milano si è tenuto nei giorni scorsi un convegno dei sindacalisti dell'Alta Italia, al quale hanno partecipato delegati dell'Italia centrale e meridionale <!he condannando la politica di soggezione dei partiti sopra i simdiacaii ha auspicato la liberazione di questa da tale soggezione, condizione necessaria per l'unità òindacale di tutti i lavoratori. Dalla periferia venendo al centro, dalla base passando agli organi direttivi diremo infine che la direzione del P.S.L.I. è animata da un fervore di attività pareggiata soltanto da quella della segreteria politica. Alcune personalità che ne avevano fatta esplicita domanda. ono state accolte nel nuovo 1>artito: altre domande sono all'esame: ne da~ remo qua11to prima l'elenco completo, così come informeremo sulle tr,aUative in corso col Partito d'Azione per la c-;uapaTtcci.pazione alla formazione del nuovo partito. Infjne, la co'tituzione del gruppo parlamentare ha raccolto l'adesione cli oltre cinquan la deputali tra i quali quella di alcuni che. come Ignazio Silone. pur non avendo ancora ufficialmente dichiarato la loro appar,tenenza al P.S.L.I. seguono di fatto il suo orientamento poMico. U.M.

.... Bi NOTIZIARIO ITALIANO io"Vocato<la Cavour nel suo discorso del 27 marzo 1864, e il principio dell'rugnostidsmo del Governo Costituzionale in tutti i problemi dello spiirito e specialmente nel problema della fede». La Repubblica si difende dalla re-azione Si può credere clle la tutela dei valori morali cr~tiani e cattolici dipenda <lai ,Concordato»? No. E&.sa dipende dall'esistenza di un paTlito politico raitlolico, Jall'esi,slenza di asSQICiazioniculturali e religiose che protette dalla «Costituzione» democratica, nell'esercizio del loro diritto hanno sempre la possibilità di di0 Iende1·e la dignità della •Chiesa, e della Religione. ROMA: la .governo iha finalmen~•evarato una legge a tutela delle istituzioni repubblicane. Il Consiglio dei Ministri ha app,rovato uno schema di decrelo per assicurare la re-pressio.ne delle manifes~ioni danno.so alle istituzioni repubblicane; questo decr<:to, ila cui approvazione, gta annunciata a parecchie riprese, si è fatta attenjere un po' troppo a lungo, riordina, aggiorna,ndole, le disposizioni già .sancite con il decreto legislativo del 25 aprile 1945, contro l'attività lasci.sta, integrantlole con altre dirette ad impedire la formazione di quaJsiasi ~artito che intende giungere, con mezzi violenti a,lla restaurazione della monarchia. Tale attività. è' stata parificata a quella fascista, quando •l'una e l'altra si svolgano impedenjo o ostacolando con alti di violenza o di minacci.a l'e&ercizio dei diritti civili o politici dei cittadiiniIl provvedimEmto, che sarà presentato aJla Costituente, .pre,·ede la •repressione deil'apoloaia del fascismo e ddlla ,prapaganda ,per la restaiur~ione della dinastia .sabaufa. Per quanto riguarda la pro- ·paganda a mezzo della &tal1llpa,le pene previste, a quanto ci risulta, variano da un minimo di cinque mesi ad un massimo di cinque anni ji reclusione; quanto alla costituzione di bande armate, per queelo reato Ie pEmep{'eviste vanno da 2 a 20 anni ,di reclusione. · Sempre ~er la difesa delle istituzioni repubblicane, ,un altro disegno di legge, che saorà anch'e&So presentato alla Costituente, reca modifiche al Codice penale, per quanto riguarda la tutela dei supremi organi costituzionali jelJo stato, eliminando qualsiasi moozione, anche formafo, degli istituti monarchici, e inserendo le nuove istituzioni repubblicane nell'ambito de!la tutela penale. ROM'A: 180 generali se ,ne vanno a casa. Era ora! Ma a quando ,tli altri? - Il Mini.&trodella Difesa a quanto ci ri.sulta, si è finalmente deciso a procedere allo sfollamento dei quadri degli ufficiali ge- .n~rali, la maggioranza <lei qua,Ji ,è stata fino ad oggi mantenuta in servizio, anche se l'entità del nostro esercito era assolutamente sproporzionata al loro numero. Con Ja firma del trattato ji p,ace, il quaJe come è noto limita le .nostre forze armate a 185.000 uomi,ni, di -cui 65.000 carabini-eri, non sussisteva evidentemente più nessuna ragione per giusiifica,re il rinvio di un provvedimento sul qu,ale Si è tliscusso anche troppo. Dopo le molte 'VOCis,mentite e anticipazioni .n6n confermlJ::te,sembra che la decisione sia stata pre.!>a.Saramno perciò allontanati di autorità 180 generali, '9ui 280 attualmente in servizio. ROMA: Il disoorso di Neooi alla Costituente: L'impostazione del di,scorso di Nenni è E-tata quella di dimostrare la necessità del passag.gio «dal governo al potere» perohè siano resi concreti e positivi i principi della nuova costituzione. «Dal governo al potere» significa, egli ha. detto testua1- ,mente: fare in modo attraverE-"omezzi legali, at- ,tra-verso l'appello alle elettrici e agli elettori, che nel Parlamento che si riunirà il ,prossimo mese di novembre ci sia una ma,gigioranza decisa a far .sì ohe ognuna jelle affermazioni teoriche conte- .nute nella nuova co.stitu,.i;ione divenga una formula. di Tealizzazioni eone-rete. Democrazia Repubblicana: L'esilgenza di una democrazia repubblicana non soa.luri-sce soltan lo da! fatto che dal 28 ottobre -del '22 l'i.stituto monarchico si era costantemente compromesso con la dittatura fasC'Ì.IStma a da cause più lontane: il dissildi-o fra ,monarchia e democrazia non è nato il 28 ottobre 1922, ma esiste dal 1821, '31, '48, el è uno dei dati permanenti d'ella storia po.litica del nostro Paese. Che ci fosse inJine una aspirazione laica nel sentimento e nella volontà ,dei 12 milioni di elettoo-i republblicani del 2 giugno, Nenni la trae dalla convinzione che il fondamento della pace religio&a è nella laicità dello Stato. Il movim'0nto gari'baldino ero stato anticlerica- !e: il movimento partigiano è .stato laico sulla ba.se del rispetto lella libertà di pensiero e deHa libertà di coscienza. Infa1e, ohe la volontà predominante degli elettori re.pubblicani del 2 giugno fosse di dare vita a uno Stato sociale è nella prevalenza deUe masse lavoratrici, •negli elettori del 2 gi,ugno. Nenni è ,per fo stato un·itario oontro il federa• lismo region.ale: Il federalismo regionale, egli ha detto, led-e il princi•pio delle autonomie regionali el è un errore politico ed economico; politico, dato Io squilibrio che esiste fra Nord e Sud; economico pe-rc'hè il Sud ha il diritto di reclamare aiuti daillo Starto e non può essere aibbandona,to a sè stessoL'oratore è profondamente convinto che se la Sicilia e }a Sardegna o altre regioni dell'ltali,a meridionale soffirono oggi, non è per un legame eccessivo con altre regioni, ma perohè que&lo legame non è abbastan.i;a forte. La. soluzione del pToblema merhdionale non la si trova in una separazione legislatirva fra Nord e Suj, ma in una più stretta fusione, reclamata dallo Stato urulario. Nenni, io ciò d'accocdo con Nitti, raccomanda moli.a ;prudenza. Il problema di og.gi è quello delle autonomie locali e regionali. Un ulteriore passo aivanti ai potrà fare solo quando &ia attenuato lo squilibrio sociale che esiste da provincia a prO<Vincia, e da regione a regione. Passando al secondo punto del suo disoorso Nenni parla :lel contenuto demoorotico della costituzione. Egli loda l'articolo primo dove si dice che la sovranità emana dal popolo, l'articolo quattro dove ai afferma che l'Italia rinunzia alla guerra come strumento di conqui5ta e di <Xf,fesa lla libertà degli altri popoli; gli articoli sei e sette eh~ concernono le garanzie dei diritti essenziali agh individui e alle formazioni sociali, l'articolo cinquanta con l'affermazione che «la resistenza all'op~ pres&-ione è diritto e dov0l'e_ àel cilt~di~o.... Democratiico è runohe il riconoscLID.eniodei dmih del lavoro. e~ questo la nostra Co.stit~zio~e _fa_ u. asso avanti ~ei conir'onti de le costi uz1 m 1~1ca,te ai. principi dell'Ottocento che consideravano .sacra ed inviolabile la libertà dei cittadini ma che negavano agli operai come tali il diritto di associarsi nella difesa jei loro interessi economici. Non credo però ohe l'ordinamento della Repubblica come è pre-vislo sia conseguentemente democratico. Il viozio segreto deJ progetto di Costituzione è quello di tutta la storia del nosl-ro Paese dal Ri&orgimcnto in poi: sfitl·ucia nel popolo, paura del popolo; qualche volta: errore -del po.polo. Si è detto che funzione ài una Co.stituzione è di difendere i diritti d(}lla minoranza. E Nenni riconosce ohe una Costituzione, la quale non gétl·anlisse i diritti della minoranza, sarebbe una cattiva Costiluzionc; ma aggiunge che sarrebbe una pessima Costituzione quella ohe non consenti,s&e alla maiggioranza di atLuare il programma in base al qu,ale essa è stata mandata aJ PaTlamenlo. Ora l'ordinamento della Repubblica così come è stato previsto, rappresenta una minaccia della funzione legislativa e sem1 bra aveve obbetlito alla preoccupazione ài bloccare qual&iasi legge. Dello Stato laico: Nenni premette ohe i socialisti sono intere-ssali quanto i democristiani alla pace religiosa, Nes.suno desidera sollevare una lolla di caTallere religioso, senonchè que&la i,nizialiva è stata presa dalla «Democrazia Cristiana» che chiede di introdul'l'e nella «Costituzione» con una specie di sotterfugio i «Patti lateranensi». La pace religiosa non è .staia fatta con gli aocordi deI «Laterano». La pace reli,giosa esi&teva già in Italia cLa. mollo tempo. La pax:e religiosa si può dire che era già stata fatta quando nel 1905 la Chiesa rinunziò al ,non expe lit» e quando da via si formarono partiti cattoiici ~he si ponevano sul piano del riconoscimento dello Stato. La pace religiosa !'hanno fatta i nostri paidri e, dicia,molo ad onore della vecchia borghesia, l'hanno fatta i liiherali da CavouT a Giolitti &ulla base di. due principi che sono ancora intieraJIDente validi: il princLpio di libertà app!ircato ai rapp()II'li fra Ohiesa e Staio e Il p.roblema delle Scuole: Se fossi stato cattoli-co, Nenni ha detto, l'avrei pensala come Giovanni Bovio, il quale scrisse che: •Lo stato laico ha come corollario la scuola laica. I socialisti chietlono che la Costituzione taccia sui Patti del Laterano e taccia sulla scuoìa libera e confe-.~ionale e dichiarano che le &euole confessionali dividono il lavoro con quella- laica e statale, nel rispetto di tutte le idee e di tulle le cosciEmze, che le unisce». (applausi a sinistra, rumori al centro erl a destra). •Alla scuola noi non domandiamo di es&ere socialista o marxista. Il socialismo el il marxismo lo insegniamo con i mezzi molto modesti che sono a nostra di.sposi.zione. II cattolicesimo lo in&egnate voi coi mezzi immensi che sono a vostra disposizione. Lasciale ja scuola al disopra d6. ogni confessione e di ogni partito,. Il oonienuto sociale della Cosiituzione: Il progetto di costituzione dice che la Repu'bblica italiana ha per fonjamenlo il lavoro. I socialisti avirebbero preferito diices.5eche la Repubblica italiana è una Re,pubblica democralioea di lavoratori. Un tale concetto saTebbe in completa e perfetta armonia non soltanto con la realtà soci,ale italia~ na, ma con quella europea e mondiale. Infatti all'astratto cittadino si sostibuiooe dapperhrllo il concreto lavoratore coi &uoi diritti, le sue funzioni, la sua missione. Oggi non si tratta tanto di a.ssicurare il libero accesso di tutti alla proprietà, quanto il sottoporre la proprietà alla legge d'i tutti attraverso la sua collettivizzazione. In questo benso la nostra Coslituzfone e m arretrato nei confronti delle più motlerne costituzioni. La politica vaticana nel mondo • Chi è con la Chiesa nel Brasile ? Crediamo opportuno per l'attualità dell'informazione che ci perviene da un paese geograficamente, anche se non politicame.nte, assai lontano dall'Italia, presentare e discutere alcune notizie sull'atteggiamento asswnto dalla chiesa cattolica, attraverso i suoi rappresentanti, nella odierna politica brasiliana. Questione dibattutissima è quella che vuol porre una netta separazione fra l'attività politica e l'attività religiosa, o meglio fra « lo Stato » e « la Chiesa ,. In questa, coloro chi sono per la separazione, a sostegno della •pr-0pria tesi sottolineano l'assurdità di una interferenza di altro organismo nella vita dello Stato; gli altri, i confessionalisti, sostengono la impossibile rescissione dalla vita religiosa della pratica vita del citta,dino e, quindi, non possono, senza ~ravissimo scandalo, sentire coloro che vorrebbero « ridurre la religione al di fuori della vita ~ciale ~. Il discorso sarebbe lungo, e cercheremo soltanfo di scoprire l'equivoco originario che sta sotto questa considerazione del problema. Se per prassi religiosa si intende l'attività che discende da una particolaTe visione generale della vita, l'attività che cerca d'essere espréssione delle esigenze etiche ed opera conseguente ai .principi moraìi, la ·politica è prassi non distinta da essa, essendo attività volta a realizzare nella società forme di vita secondo giustizia e libertà, e, quindi, sooondo moralità. Su questo piano dovrebbero aocettarsi, quali religioni, anche il socialismo, il liberalismo e l'anarchismo e quali prassi religiose le socialiste, le !iterali e le anarchiche. Ma che cos'è religione? E per quale attività essa si manifesta? Religione è insoddisfazione della condizione umana, è 'Protesta contro il mondo esistente, è ·promessa salvifi.ca; e la .prassi ad essa conseguente sta solo nella pratica della umiltà e del rifiuto, nella negazione d'ogni organizzazione terrena e di ogni struttura sociale, e solo può ac-cettare una comunità pura ed a•perta, come quella degli apostoli o come quella di alcuni grnppi eretici nell'antico Medio Ev-0. Quando la prassi religiosa non è la prassi di una comunità di questo genere, ma invece prende le vie dell'organizzazione e si -costruisce per gerarchie, deve, come ogni altro organismo nella società, usare per -cementi al suo costrutto la forza, la legge, la disciplina, e diviene organismo -politico, perchè la realtà stessa la costringe nella ·competizione politiea. Il bisogno di difesa le suscita reazi.one verso gli altri, il bisogno di vita la spinge ad a-ccrescersi di entità e di forze politiche, la brama di imporsi le arma la mano. Ecco perchè la Chiesa cattolica, come espressione tipica di chiesa gerarchica, è contraffazione d·ella ,comunità religiosa e non può essere considerata se non come organizzazione .politica. I ·suoi pronunciamenti sono dichiarazioni simili a quelle dei soliti ministri di stato : infatti sono fatte come conviene, secondo il tempo ed il luogo, e solo v'è in esse un -po' più di quel vuoto linguaggio che a mala pena sopportiamo nel discorso degli uomini politici. E' quindi sotto, questa prospettiva -che_si può giudicare l'attività della Chiesa cattol1-ca nella società, nè è ,possibile distinguere lo stato vaticano dalla chiesa come comunità di fedeli, come accolta di religiosi. Se vi è semmai distinzione doverosa, essa si deve fare nelfin e no nella chiesa stessa, fra un esiguo numero di uomini rimasti religiosi .pur essendo cattoli-ci, religiosi come Io sarebbero se appartenessero ad altre conf essioni 1 e la gran massa che ben si ,conforma al tra.dizionale organismo di Roma• Seguiamo· la chiesa nella storia, essa è sempre legata ai fatti ed agli avvenimenti con legami che non si di.Iferenziano qualitativamente da quelli di ogni altra forza o potenza. Ma non è restando nella vfoenda intere&- sata della società, provocando tante volte le guerre, attendendo sempre le paci per avere un avanzo delle spartizioni, mestando politicamente come ogni altro stato o partito, solo limitandosi a gridar la pace, la fratellanza e l'amore, e anche questo quando più conviene, che Si opera di religione. Se vi fosse religione nella chiesa cattolica essa d-0vrebbe ripetere agli uomini le voci che ,pur sono nel Vangelo : non guerra, non violenza; n-0n diplomazia, non menzogna; e ripeterle nell'esempio, insegnarle -con l'opera. Esempio ed opera che si possono trovare in S. Francesco~ ma non certo in Ignazio da Lojola -0 in Domenico di Guzman. Ma, dicono, ciò significherebbe star fuori dal mondo, distruggere la chiesa nella sua organizzazione. E1 allora, mantenete l'organizzazione, difendetela; fate e lasciate che si versi sangue, mentre 'J)rcdicate non uocisioni; non perdonate a chi vi osteggia (perchè vi è ormai impossibile come organismo affondato nel mondo), mentre predicate pietà; badate alla forza nel tempo stesso -che predicate non violenza ! Questo è il tragico equivoco dell'antica chiesa di Roma, che ha visto regni ed imperatori perire per essa in difesa di interessi, irreligiosi, di quegli interessi che l'organizzazione, la gerarchia, la società hanno creato attorno ad essa, e contro quei valori etici ed umani ·che non si difendono con le guerre e con le stragi, ma solo mostrando che esistono in noi e nella nostra opera. L'opera della chiesa s'è fatta quindi sola difesa di interessi irreligiosi, interessi che essa è andata legando agli interessi di altri organismi politici, e sempre a quelli dei ,più forti fra essi, perchè la difesa dej propri fosse più si-cura. Sopra l'intimo bisogno di difesa e di conservazione, che ,è il motivo, rimasto unico, dell'attività cattolica, si è costruita quell'opera, meravigliosa per abilità, di snodamento che ha permesso la continuità della chiesa attraverso tutti i periodi della storia : cosicchè, mentre cadeva la feudalità la chiesa passava a fianco dei grandi stati nazionali, e mentre crollavano le monarchie assolute la chiesa si acquietava con lo stato borghese, e ieri dopo il manifesto dei comunisti si avanzava la « Rerum Novarum ,, preparando i passi per l'ennesimo « scivolamento::,. Ma la struttura della chiesa è divenuta sempre più dura a mutarsi, la sua gloria, il massimo suo splendore stanno là nel Medio Evo; poi le crepe si sono fatte irrimediabili : ribellione nella riforma, rivoluzione francese, conquista liberale, e da ultimo rivoluzione socialista. Dinnanzi al ca,povolgimento 1 promosso ed auspi-cato da quest'ultima, è difficile e sarà 1 unghissim-0 · il processo di adattamento; oggi poi la reazione al socialismo è ancora fortissima e la chiesa, quindi, può rimanere antisocialista. Dopo aver celato la pr()l!)ria mano sotto la reazione fascista, oggi l'azione cattolica ha i propri partiti e si muove in gran parte del mondo. In queste azioni all'interno degli stati nazionali, la chiesa non ricorda di essere anch'essa un-0 stato,.. stato vati-cano, ma rivendica il diritto al suo intervento, come maestra degli uomini; proprio perchè maestra di tutti gli uomini, avvertono i cattolici, è in errore chi vede in quesLo comportamento della chiesa ingerenza -di uno stato stranier-0 nei fatti interni di un altro stato• Chi mai li convincerà del contrario ? :f. A quest.o proposito riportiamo le parti più sign if i-cative del messaggio del cardinal Mota arcivescov-0 di S. Paolo del Brasile, così come appaiono sul quotidiano di S. Paolo « Foglio della notte» del 7 gennaio 1947. « A proposito delle prossime elezioni statali che si effettueranno il 19 c. m., il cardinale arcivescov-0 di S. Paolo ha diretto ai cattolici del nostro stato il seguente messaggio. « Sventuratamente si realizzeranno le previsioni dell'Epiecopato Paolino, contenute in una nota ufficiale della Curia e in una circolare collettiva, rese pubblkhe, il primo dello scorso mese dalla stam,pa di S. Paolo. Si tratta dell'alleanza di un partito supposto cristiano e brasiliano (partito socialista braspiano) con un altro, certamente anticristiano e antinazionale, per il fatto stesso -che è contro Dio ed internazionale (partito comunista brasiliano). Pertanto come avvertiranno i sacerdoti di S. Paolo, i ,cattolici non possono concorrere con i loro voti a beneficio di questa congiura di lesa divinità e di lesa patria.·. Ohi si sente -cattolico e brasiliano compia il suo dovere elettorale; i voti dei fedeli cristiani devono essere per i cristiani fedeli ...». In queste parole •Ci sarà facile rintrac-ciare quella sostanza che pure in Italia traspare, rimanendo dietro il velo· imposto dalla situazione politica differente. Quello che può dire ape1·tamente il cardinale Mota a &. Paolo, non può, oggi, che far intendere il cardinale Schuster a Milano; ma per chi ha buona memoria, in tempi non da molto trascorsi, discorsi come questi erano frequenti ed immancabili fra i gagliardetti della « Patria fascista», e gli emblemi della « Religione di Roma», e tutto lascia supporre che ,presto li potremo risentire. Le parole di questo « buon , patriarca del lontano B:i:.asile, sono le stesse -che abbiamo sentito da tanti « buoni» sacerdoti comizianti alle nostre elezioni, e l'imperativo, che sta al termine della locuzione del primate d'oltre oceano, è assai vicino a quello risuonato dal balcone di S. Pietro per bocca del vescovo di Roma: « O con la chiesa o contro la chiesa ! ». E ·Chi è contro la chiesa in Brasile ? o, meglio, con chi è la chiesa in Brasile ? Al di fuori del partito socialista brasilia:10 non v'è che il fascismo di Vargas.- Dietro a questo Si celano gli interessi di una ristretta. pa.rte del popolo : quella che abita neJle grandi città, a capo di grandi aziende, in mezz,o a grandi ri-cchezze, mentre, nell'interno del paese, la lebbra e la fame mietono le popolazioni. Non son certo alcuni missionari, -del resto unici religiosi nel cattolicesimo, -che possono mutare la l,oro miseria in vita s,opportabile, ma soltanto nuove strutture per il governo dell'intero paese. Oggi in Brasile vincono le sinistre: il cardinale Mota si arrenderà a questo « delitto di lesa divinità e di lesa Patria» ? Noi crediamo di sì, proprio perchè è un uomo politico. S. P. ' Re di Sicilia I movimenti reaziona1•i finiti, che guardano indietro al passato, agisco,no sempre come un germe mortuario avverso alla coesione nazionale e, anche quando si presentano come nazionalisti ad oltranza, sono antinazionali perchè negano organicamente la vitalùà di un popolo. La monarchia di Savoia è entrata da parecchio tempo in questa fase, pe1· forza di cose forse più che per una precisa volontà. L'on. Gallo, i.ndipendentista siciliano, ha :riveJato ieri alla Costituente che prima del referendum, quando egli si trovava in prigione, g.ti emis.sari del re lo avvicinarono per suggerirgli di fare la proposta di nominare Umberto II, re di Sicilia: al che gli indipendentisti risposero con un rifiuto. E• sintomatico dello sfacelo di una ·casa che aveva un passato di orgoglio dinastico non volgare,questo esser pronta a regnare su una parte del paese che fu già tutto sotto la sua corona, e a infrange1·e quell'unità d'Italia che fu per tre secoli il suo sogno politico e che costituisce certamente la sua massima gloria ,storica. Quando una dinastia compie aUi di ques.to genere, ha cessato di esiste-re moralmente e non la-, scia dietro di sè nulla che abbia un valore. Non è nel nostro stile di vita di gettar sassi contro chi è stato vinto, e riteniamo che sarebbe interesse comune che un italiano qualsiasi - anche il signor Umberto di Savoia - fosse caàuCo con nobiltà, in una specie di tragedia alfieria,na e non in una mezza fa-rsa avvocatesca di cui, a quanto pare, il sig. Pilotti è uno dei pochi ammiratori. L'episodio rivelato oggi dall'on. Gallo aggiunge una nota comica ad un finale di regno che tutti avremmo desiderato più decoroso: Umberto che fu secondo il suo nome come re d'Italia, aspirò all'ultimo momento ad essere primo come re di Sicilia: e la storia probooilmente lo rico-rde1·à col numero zero. Esiste anzi su questo soggetto un vecchio epigramma di alcuni secoli fa che può venir adaUato al caso nuovo: Cominciò come .secondo Poi divenne il re primiero: Ma ee dura questo scherzo Finirà con l'eS'Ser zero. I

81 • La Voce degli Italiani Vita e Cronache della Emigrazione Italiana lo Svizzera PARTITO SOCIALISTA Jlppe11o ai La Commissione !Esecutiva fftella ·riunione del 17 febbraio, ha deciso la convocazione del « Congresso» del Partilo per ~·l13 aprile 1947 a Zurigo. La segreteria della Federazione sente il dovere di rivolgere un vivo appello a tutti i compagni e a tulle le sezioni affinchè la JJreparazione del nostro « Congresso» avvenga ,jn un clima di serenità e di ll'eciproca -<;Omprensione. Il 'I( Congresso» deve essere il risultato della meditata volontà di tutti i compagni e questa volontà deve esp1·imersi chiaramente attraverso le discussioni e le decisioni sezionali nell'assoluto 1·ispetto delle norme che saranno stabilite daUa « Commissione Esecutiva» e ,ehe assicureranno a tutti i compa.gni la J)itì completa manifestazione delle loro idee <e dei loro p-ropo siti. ITALIANO IN SVIZZERA co,npagni I ,lavoratori, l'emigrazione italiana tutta, ffsse1·anno la ,loro attenzione sui mostri lavori. Il q; Congresso» llella Federazione deve apparire non come lo scontro astioso di grnppi avversi, ma la solenne assemblea del socialismo italiano in Svizzera, nella qua,le le diverse conenti di pensfrro si dibatteranno 1iella appassionata ricerca della strada migliore. Una volta di più è necessario dar-e la prova della mostra maJurità politica e della nostra eclucazione democratica. Dobbiamo tut/4, essere -consapevoli delle responsabilità del momento e della decisiva •influenza che i risultali del «Congresso» avrnnno ver l'avvenire della nostra Fede1·azione e de/l'emigrazione italiana in S11fozera. Fraterni .saluti. LA SEGRETERIA appoggio per le nostre future azioni benefiche- E già ora potemmo unirci a loro per 1a spedizione cli due casse Ji indumenti de~linati alla Calabria ed una contenente 15 coperte di Jana dono della nosLra seiione all'Opera «Villaggio Suscià•. AVVISO Al COMPAGNI TICINESI E ITALIANI Si a vverle che tutti i venerJl sera, il compagno Emilio Regolini, della Sezione Sociali.sta Ticinese, sarà a completa disposizione per coloro che abbiano bisO!!Ilo cli scbiarimenli, consigli, ecc., con par- o • • ticolare ri Ieri men lo a quan lo concerne: r1Cors 1, impo!.le, trwduzioni, assistenza, ecc., ecc. Segnatevi sul vostro taccuino q11e.sla informazione che potrà esservi molto utile in qualsiasi momento. La permanenza è aperta alla Cooperativa Italiana della Militar trasse 36 dalle ore 19 alle ore 20. Chi non può recarsi in persona e aves!.e bi.sogno di informazioni del genere s'Criva al seguente indirizzo: Emilio Regolinr, Wasserschéipfi 39. Zurigo, .U.D.I. - SEZIONE DI GINEVRA Direttivealle sezioniai gruppie ai compagnisolati La Sezione di ,Ginevra ha ,contribuilo ad un sussidio alla Colonia di Laigueglia inviando un'offerta di fr. 100 ed analogo importo voone rimesso alla sezione di Teramo a mezzo della .sig.ra Gobetti- :\Iarcbesini. (Ca rlpartl::done del lavoro tra l compagni) Queste direttive :levono e5-5ere !elle e discusse nelle prossime riunioni, da tulle le sezioni e da lutti i gru,ppi. Cari compagni, la nuova situazione, l'affluenza di lanli compagni lavoratori venuti dall'Ilalia in questo Pae!.l:l per gua:dagnarsi un pane meno duro, impone al nostro movimento compili nuovi- Nell'ultimo numero del giornale abbiamo aV't1lo motivo di rivolgerci a voi per inviarvi de.ile disposizioni e :lei consigli ma abbiamo dovuto constatare che a quindici giOTDi di distanza poche sono state le sezioni che si sono altenule alle direttive indicate. Parole chiare e amicizia lun,ga e le sezioni &i mettano in condizione di far fronte ai compiti nuovi indicali dalla federazione. Da che oosa deriva lo scarS-Orendirnenfo di molte sezioni? Dal fallo che l'atli,vità politica, organizzativa e amministrativa è la.sciala tutta alla buona volontà ji un solo compagno. E poichè di solito si tratta sempre di un corrupagno il quale è occupalo tutto il giorno dal suo mestiere e la sera e nei giorni fe&li.vi ha anche dei doveri famigliari da assolvere. Sarebbe eccessivo pretendere che egli atlempia con perfetta puntualità le numerooe pre-c stazioni che la federazione gli richiede. Come si deve rimediare a questa situazione? Il rimedio è uno 1-olo. Distribuire razionalmente il lavoro fra tutti i compagni. ~el nostro movimento assolutamente non debbono tirovar posto i membri d'onore. Ogni compagno deve svolgere quella particolare attività che l'assemblea della sezione riterrà di affulargli. Se il gruppo è formato da cinque compagni, ogni compagno ·deve avere un incarico .speciale. Se il gruppo ò formalo da dieci compagni, allora ò possibile affidare agli incarichi più importanti a due o a tre compagni. L'importante è che ogni compagno riceva dall'assemblea l'incarico di una attività di parlito. Non basta che i. compagni partecipi-no alle riunioni: lra una riunione e l'altra essi devono an:re un incarico da assol,ereGli incarichi da affidare ai compagni quali sono? O!tre a quelli che p01SSono sorgere in .situazioni speciali eìenchiamo qui i principali: il segretario politico (ò in rarp,porto con la federazione, convoca il gruppo, presiede le riunioni, tiene la corrispondenza di carattere generale, ecc.). Il segl'etario Amministrativo (cura l'amministrazione, sollecita il paigamento delle quole, il tesseramento, le sottoscrizioni, ecc.). Gli incaricati della distribuzione dell'«Avvenire dei Lavoratori»: curano la rivendita del giornale, raccolgono gli abbonamenti, si recano nei ritrovi frequentali da itali ani e nelle riunioni pubbliche degli ilaJiani per rivend~re il giornale, si occupano di far cono-scere il giornale sui cantieri e nei po6li di lavoro dove si trovano degli italiani. Gli attivisti sindacali: (ogni compagno deva essere iscritto nel sindacato del proprio mestiere e deve svolgere un'attività propagandistica al frne di attirare nel sindacato i propri compagni di lavoro). Appena queste direlfrve saranno state lette e discusse nell'~.semblea di ogni sezione è indispenaabile realizzare subito tra i compagni presenti, la ripartizione del lavoro. Se vi sono dei compagni i quali attuai men te non banno un incarico speciale, bisogna seduta stanle, lenendo conto jelle .sue altitudini, affidargli un incarico. La segreteria della Federazione chiede di e.s1.ere informata del modo come è stato ripaTtito il iavoro tra i compagni e desidera avere gli intlirizzi jei singoli compagni con l'indicazione delle loro funzioni in modo che nel futuro essa potrà rivolgersi diretta.men te, per qualsia.si necessità, a quei compagni che ne banno l'incarico specifico. Tutte le 5ezioni, tutti i gruppi, tutti i compagni sono ;nvitati a dare una risposLa a queste direttive ed eventualmente ad aggiungere consigli e opinioni là dove Jo crederanno opportuno. Fraterni saluti: la Segreteria. Questa &ezione ha preso sollo la sua protezione l'Istituto per orfani Ji gue11ra •Carlo Pedroni• a Verbania ed ha già effettuato un versamento di fr. 200 in suo favore. Le scuole italiane di Ginevra, In dicembre organizzarono la festa dell'Albero di Jatale, che è stata un vero successo. Questa festa però ritardò lo svolgersi della manifestazione benefica dell'UDI che si spera cli poter tenere in marzo. La nostra cara amica signora Frigerio, ,folla sezione di Ginevra, ci informa inolt.re: «elle a Torino le donne dell'UDI sono riuscite ad organiz.iare delle Colonie estive ed all'inizio dell'inverno una Colonia a LaiguegJia (presso Alassio) che ospitava in dicembre trecento bambini. La signora Pajelta, che è l'animatrice di questa iniziativa e <li altre che hanno come scopo l'as.sislenza e l'educazione dell'infanzia, invita le amiche della Svizzera a renderle vi.sita per accertarsi dello sforzo e del lavoro che ban'Ilo svolto in circostanze sfavorevoli •. Di un'altra iniziativa vooiamo informati da Ginevra: A Tori·no è .sLalo fondato un laboratorio di sartoria e maglieria che si trova in Via S. Francesco Da Paola ed è di ,recente costituzione una cooperativa di sarte che si trova in via Giolitti 42. Le Udine di tulle le sezioni della Svizzera che si reca.,,sero a Torino dovrebbero interessarsi di visitare que.sli laboratori. VARI E Come ci informa la sezione di Ginevra, e da un resoconto direttamente trasmessoci daJJ'Istiluto Italo-Svizzero G. Pedroni, questo organo di a&Sistenza ai bambini italiani vittime della guerra, si trova in precaria ~iluazione finanziaria e urge invio di .soccorsi. L'UDI di Ginevra per conto suo ha già inviali due,cento franchi insieme ad abiti e scarpe usate per i quarantun bambini colà ricoverati, ora si fa appello a tulle le sezioni di volere - se possibile - seguire l'esempio <li Gi.nevra ed inviare su!.Sidi, lenendoci però informali degli invii, oppure di tra m1:illerli a noi per l'inoltro a destinazione. Z urlgo Si rinnova l'appello di comunicarci il numero dei Bollettini da inviarsi ad ogni .sezione e di versare la quota socale, slabilita a norma dello Statuto, al Comitato Centrale. Unione Donne Italiane lo Svizzera ,, Bollettlno del Comltato Cen1ra1e .. Ripetiamo la raccomandazione <li collaborare al Il 10 febbraio 1947, abbiamo ascoltata dalla ll'adio-trasmissione della Stazione di Roma la -cerimonia di protesta per la dura pace 1:mpostaci. Ci facciamo interpreti del pensiero di tu.tte le madri, spose e fi,glie italiane qui residenti e rivolgiamo un reverente pensiero a tutti i caduti per l'Italia e per la Libertà. Pe,· tutto quanto i nostri connazionali in Italia dovett~ro soffrire a cuasa dell'iniqua guerra, ci venga l'incitamento al bene, all'opera di fraterno aiuto verso i sofferenti. Sappiamo purtroppo di non essere nella possibilità di Jenire tutto il male che ancora rattrista tanta gente nel nostro Paese, ma verso i più piccoli bisognosi, glti orfani di guerra ed i pi,ù crudelmente .colpiti, g/;;, «orfani e mutilati», dobbiamo sentire il doveredi fare tutto il possibile portando a buon fine l'opera che ci siamo imposte di compiere. Il comitato centrale U.D-1. per 1 la Sviuera U.D.I. - SEZIONE DI ZURIGO K ella riunione straordinaria indetta 11 2 gennaio e.a. viene comunicato aJle !Ilumerose socie intervenute, Ja richiesta a noi rivolta dalla Centrale Sanitaire Suisse, di collaborare -all'alleslimenlo della «Mo!.tra della Resistenza Italiana• e di -dare un volonteroso aiuto durante il periodo di apertura della ste.ssa- Le socie aderirono volontero-se e venne stabililo un turno di sorveglianza, cassa e venJiLa libri nel locale della Moslr.a. Le .socie trascurando occupazioni personali ,c,i. misero a disposizione del Comitato organizzativo. Il nostro di.sinteressato appoggio alla buona riuscila òella Mostra venne dato in seguito ad as5icurazione avuta che il provento delle entrate sarebbe sta lo devoluto a favore delJ'Opera «Villaggio Suscià•. La Mostra, alle-slita nel rifogio antiaereo Central, ricca di documenti illustrati vi folla lolla dei nostri parti.giani, venne inaugurata dall'on. Parri, il quale con sobrie parole mi.se in evidenza i lutti, dolori e sacrifici che accompagnarono la dura lotta clande!.>lina contro il nazi-fascismo. Chiuse il suo dire auspicando una completa distensione degli a,nimi I o ed augurando una sincera fratellanza fra tutti gli italiani. La Mostra venne visitala da una Jecina di migliaia di persone e chiu.se i suoi battenti a fine gennaio. La Direzione della Mostra ci tenne a farci pervenire un ringraziamento personale per la nostra collaborazione ed uno speciale di riconoscenza venne rivolto alla ~ocia sig.ra Zamboni, che per tutta la durata della ~Iostra, dalle 19 alle 21, Lenne il servizio cassa. Questo contatto con la C.S.S. ente che mo1to si presta per il bene del nostro paese, ci sarà di utile Associazione Poliricreativa Bollettino, inviandoci informazioni, !I)roposte o quan lo si desidera venga pubblicalo. A voi tulle care amiche i nostri cordiali saluti. Il C. E. !dell'Unione Donne 11aliane Arbon SEZIONE SOCIALISTA ITALIANA Tulli i compagni •della sezione socialista sono invitati a partecipare all'assemblea che si terrà domenica pro&sima 23 corr. mese, alle ore 14, al Ristorante Eicben. Sarà presenie il Segretario della noslra Federazione- A lutti è fatta viva preghiera di non mancare. Italiana - A. P. I. Zurigo Domenica, 16 marzo, ore 15.00 alla Casa d'Italia Erismannstr. 6 Alveare in m.ovim.ento P rog ram ma pome rldlan o: Programma serale: Lui lei lui, commedia in un atto di Roberto Bracco Un'avventura di viaggio. commedia di Roberto Bracco, rappresentate dal Gruppo filodrammatico dell' A. P. I. Seguirà ballo fino alle ore 18.00. Ballo Elezione di una reginetta Concorso danze a premi Orc.fjestra Bob Denver Pre;z;:o d'lngresso: Slgnorl J_80 Slgnore 1-40 Blllettsteuer inbegrlffen anco Basilea IN MEMORIA DI GIOVANNI CASADEI Un altro vecchio compagno è stato ,rapito 1a morte improvviisa, all'affetto della famiglia e degli amici. Riportiamo qui le parole prommciate ai funerali dal compagno Fabbri che ria.ssumono l'onorata vita del caro scomparso. cLa vita di Casadei simboleggia quella -dei milioni di emigrati italiani che non avendo trovato in Pakia il pane quotidiano, banno dovuto cercarlo all'estero superando con la tenacia e col lavoro i duri ostacoli della vita che noi, che viviamo in terra straniera, ben conosciamo. Nalo :la una famiglia di con laclini poveri che doveva nutrire ben undici fig,li, conobbe tulle le durezze della , vita del lavoro ad una età molto tenera- Aveva appena dieci anni quando in.cominciò a guadagnarsi la vita. Venne in Svizzera all'elà di ven.t'anni lavorando come operaio edile. Il ,c,uo soggiorno in Svizzera fu interrotto dalla sua partecipazione alla prima guerra mondiale in qualità Ji .soldato nell'e.sercito italiano. Nell'anno 1919, quando il movimento .socialista italiano dilagò vivamente per tutta l'Italia, ,ritrovia,mo Casadei fra i militanti più attivi e più entusiasti. Nel suo vil !aggio nativo e noi dintorni seppe guadagnare alle sue idee ~erai e contaiini lasciando negli spiriti le traccie della sua opera ed i &e.mi del suo genero.so ideale. Alle idee folla sua giovinezza, Casadei rima.se sempre .fedele fino all'ultima ora della sua vita. La fedeltà era uno dei caratteri fondamentali del nostro caro runico estinto. Fedeltà per la sua umana concezione del socialismo, Fedeltà per la famiglia, Fedeltà verso i suoi -ainici. Quando i profughi polilici ilaùiani, minacciati dalla reazione fascista affluivano in Svizzera, trovarono in Ca&adei un fratello che li ospitava generosamente e li aiutava, un compagno ohe compirenjeva profondamente il significato del loro esilio e le ragioni della loro lotta per la libertà. La sua aspirazione era quella di educare i lavoratori all'idea del progresso e dell'emancipazione e di formare delle coscienze libere. La natura di Casadei tendeva al perdono ed ,alla tolleranza, all'indulgenza veroo molli Jiletti e debolezze umane, ma egli era intransigente nella difesa dei principi fondamentali della sua fede antifasci&la. Fu membro attivo -deiJ!a Lega dei diritti dell'uomo ed in secondo tempo socio fondatore della Colonia libera italiana. Una Jelle ultime attività sociali da J,ui .svolte è slaLa la sua partecipazione all'organizzazione dell'Assistenza per gli italiani povro-i di Basilea. Rileviamo dunque che tutta la vita del nostro amico, dalle prime Jotte giovanili per iJ socialismo alle ultime opere di ru,.si&lenza sociale, è stata de4 dicaLa al bene dell'umanità in generale ed a quello della classe lavoratrice in parti.colare. Porgiamo dunque a lui, non solo l'estremo saluto degli amici ma anche quello degli operai che nei tempi più Jifficili ìo ebbero a fianco fedele e fraterno nella lolla per la libertà- Ln questa dolorosa ora del distacco noi porgiamo alla moglie ed ai figli il nostro .sah1to ed esprimiamo la nostra profonda e fraterna partecipazione al loro dolore•. La Federazione socialista italiana in Svizzera e la Federazione delle Colonie libere !.i. associano nell'estremo aiuto ai compagni di Basilea, onorando in Giovanni Casadei un generoso e fedele milite jella causa de.I proletariato. ALLA DANTE ALIGHIERI La cornferenza del Prof. Crema è stata accolta con molta simpatia da1 ,pubblico basile&e. Più di duecento persone occupavano l'ampia sala del Kunstmuseum. Si notarono tra i presenti numerose personalità del mondo politico e letterario di Basilea. Il fatto che la • Damte Ali,g1hieri • non è più una organizzazione fa...<>ei.slial, fatto che, dopo la trasformazione avvenuta, essa rispecchia gli ideali della r..uova Italia repubblicana ha destato la .simpatia e l'interesse cJ.e.gliannbienti culturali svizzeri ed ha preparato così il terreno per una rpiù larga ,jiffusione della cultura italiana nei loca'li circoli operai ed i·ntelletluali. Malgrado l'astiosa campa.gna di alcuni. elementi del disciolto Fa.scio, malgra.d.o i modesti mezzi finanziari, la • Dante Ali,ghieri • ha potuto e.stendere la &ua ha.se. Si è contribuito con varie conferenz.e come quelle di Egidio Reale, di Riccardo Bruuer, di museppe ie Logu, di Aklo Ca'Pitini, di Alessamdro Levi, di Pellegrini, a diffondere, nelle varie forme dei temi .sce1ti, i nuovi valo-ri spirituali che og.gi animano i ricostruttori della democrazia e della cultura italiana. L'ultima conferenza che ba a:vuto luogo il 3 marzo dal tema: • Ravenna, città di storia•, ha fatto conoscere al pubblico ba.silese non oo'lo i mO'Ilumenti della celebre città italiana; ma ha anche dato un'idea fogli sforzi che oggi si compiono in Italia per la riCO$truzione del nostro patrimO'Ilio artistico danneggiato dalla g-uerra. CRITICA SOCIALI Rivista quindicinale deJ, Socialisnw Fondata da FILIPPO TURATI Direz. e Amm.: Milano, Piazza Diaz 5 Per abbonamenti rivolgersi ,a «Libera Stampa» Lugano

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