L?Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVIII - n. 62 - 31 gennaio 1947

Anno XXXVIII (nuova serie) N. 62 Zurigo, 31 gennaio 1947 L1BERARE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA Redazione e Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau, Zurigo 2; Abbonamento annuo Fr. 4.-, semestrale Fr. 2.-, una copia cent. 20 Conto postale No. VIII 26 305; Telefono 27 4 7 02 La erlsl del socialismo Italiano di Ignazio Silone Un giudizio obiettivo sulla recente scissione del Partito socialista italiano di unità proletaria è ancora assai difficile a formulare; e certamente non si può dire ch'esso sia facilitato dalle spiegazioni ohe pubblicamente ne banno dato i capi del Partito. Confrontate, ad esempio, i due discorsi pronunziati davanti al congresso da Pietro Nenni : nel primo discorso egli giudicava la evenLualità di una scissione come un'ipotesi priva di ogni seria giustificazione, incomprensibile e assurda; ma nel secondo discorso, disinvoltamente pronunziato appena due giorni dopo, egli definiva l'avvenuta frattura come un prodotto necessario, fatale, inesorabile della lotta di classe, e la paragonava addirittura a quella fondamentale tra socralisti e anarchici del 1892. Evidentemente Pietro Nenni errava tanto nel primo che nel secondo giudizio; e poicbè su quest'ultimo egli ora persiste, e ne ha fatto il motto d'ordine del P.S.I.1 è lecito chiedergli: se l'avvenuta scissione è veramente un fatto così utile, salutare e benefico, come tu ti stai sforzando di farci credere, perchè non ne prendesti tu stesso l'inizia tiva e1 anzi, fino al momento della sua consumazione persistesti nel deprecarla e nell'escogitare espedienti per impedirla? E se le posizioni ideologiche e politiche di e Critica sociale> e di « Iniziativa socialista• sono anti-proletarie, reazionarie o per lo meno piccolo-borghesi, perchè, alla minoranza che ancora si richiama a quelle tendenze, è stata garantita la rappresentanza negli organi dirigenti del purificato P.8.I- e percbè non vengono subito espulsi dalle sue .file gli organizzatori sindacali e i deputati già aderenti alle frazioni scismatiche e a quell.e rimasti idealmente fedeli ? Ma noi non possiamo accettare come giudizi storici i .contradditori e utilitari 8logans di Pietro Nenni. Di tutto quello, purtroppo, che egli ha detto nei giorni del congresso, l'affermazione più vicina alla verità è forse quella sfuggitagli nell'ultima seduta del gruppo parla,rnentare : « Questa scissione, allora egli ci disse, rappresenta il mio fallimento politico>. Un tacito, rispettoso ma unanime consenso accolse quella sua confessione : la sola unanimità in quei giorni di esasperati contrasti. Se adesso bo citato quelle parole non è certo per immeschinire il dibattito in un processo contro una persona, ma perchè esse possono servire di guida per giungere a constatare un fallimento più vasto : il fallimento di tutta l'impostazione data, tra il 1941 e il 1944, alla ricostituzione in partito del socialismo italiano. Al Partito socialista italiano è capitata questa sorte paradossale e quasi incredibile : ad ogni fase del suo sviluppo, esso è stato favorito da una ingenua, irresistibile, inestinguibile, tenace fiducia delle classi lavoratrici, ma è stato ostacolato in mille modi da una preconcetta e timorosa sfiducia della maggior parte dei propri dirigenti. Giova ricordare alcuni fatti. Nenni e Saragat, oggi irreconciliabili avversari, allorchè nel 1941 vivevano come profughi politici in condizioni assai perigliose nella Francia di Vichy, erano concordi nel ritenere che il Partito socialista italiano avesse fatto il suo tempo. Essi allora si servirono (come Togliatti di recente ha opportunamente ricordato) di corrier:i comunisti per diffondere all'estero e in Italia quelle loro pessimistiche convinzioni, accompagnate dal consiglio di costituire gruppi social - comunisti. Il suggerimento fu scarsamente accolto, ma servì a diffondere l'opinione che i socialisti avessero rinunziato al loro Partito ed orientò pertanto verso il Partito d'Azione un certo numero di socialisti, volonterosi comunque di lottare contro il fascismo. La stessa persistente sfiducia nel giudicare la possibilità o l'utilità di ricostituire in Italia un Partito socialista accanto al Partito comunista, indusse i dirigenti del P.S.I-U.P. verso la - fine del 1943 a proporre, com'è noto, l'immediata fusione col P.C.I. Per fortuna loro e nostra, i dirigenti comunisti ebbero in quell'occasione il buon senso di rifiutare. Il gesto socialista restò però sintomatico. Ma qui forse si dev~ osservare, a discolpa dei pessimisti di allora che nel 1941 e nel 1943 non era facile prevedere, ad esempi.o, che alle elezioni per la futura Costituente il Partito socialista, benchè povero e disorganizzato,. si sarebbe ~iazzato secondo tra i numerosi contendenti· e in queL!'e, ca, p·so_gJlaag~ r~ o eg a scetticismo era con~iderato l'avvenire dei Partiti socialisti in altri paesi d"Eur-0pa. Più grave dev'essere invece giudicata la. ostinazione a misconoscere la funzione autonoma e i compi ti del Partito 1:,ocialista anche dopo che esso era diventato, qua5i inaspettatamente e g1'azie al proprio nome, cioè grazie all'eredità morale delle ,passate generazioni isocialiste. un grande Partito di massa, ed era da tutti, anche dai suoi più accaniti avversari, ritenuto un fattore insostituibile per garantire uno sviluppo democratico della politica ,del Paese. Lo scetticismo divenne allora colp"I. e tradimento. Se vi erano dirigenti socialisti, i quali persistevano nell'aberrazione di diffidare del proprio Partito, e se, ad esempio, quando gli altri esultavano per la vittoria del laburismo inglese e per la conquista socialista del comune di Milano essi mal dissimulavano il proprio disappunto, ~iò e&ulava dalla legittima diversità di opinione ammessa in ogni Partito democratico e rivelava un inconveniente assai grave, e cioè che al momento della sua l'licostituzione si era introdotto e insediato nella ,più intima struttura del socialismo italiano qualcosa di estraneo, qualco.sa di ambiguo, qualcosa di irriducibile che ne minava l'esistenza. Il Partito socialista si è trovato in questi ultimi due anni in 'llna sitm.azione falsa, che può essere definita col termine di malafede, nel senso assaJÌ preciso dato da Guido Piovene a questa :parola nella -prefazione di un suo romanzo: «La malafede è un'arte di non conoscersi, o meglio di reg-0lare la conoscenza di noi stessi sul metro della convenienza». Così, il Partito socialista italiano ha fatto e Papa e Il Papa è venuto in :piazza d'innanzi alla· folla oceanìca ed ha scandito alto il suo grido: «Per Oristo o contro Cristo, per la sua Ohriesa o contro la ~ma Chiesa. Destatevi, romani: 1'0'I'a è suanata». Ohi vogilia obbiettivamente considerare la situazione vedrà come questa pre.sa di poòizione della suprema autorità della. chie.,a, che allarmata eleva un grido cli guerra, abbia il carattere di una ingegnosa montatura. In verità chi ha semmai il diritto di protestare e di invitare il ;popolo alla considerazione del pericolo è proprio quella parte che il ~onteiice 'ha segnata come fonte di gran minacce. Noi abbia.mo piuttosto l'im,presElione ohe sia voluto con iil tono tragico e categorico mettere un po' di fuoco nelle vene all'assopito stuolo cattolico. Ma tutta questa storia cli «folle», di «ore che suonano», di «con noi o contro di noi» gran rpoco c'in tere8<3a, e, poichè siamo per la libertà, crediamo che ognuno sia libero di far ciò ohe vuole, anche cli inscenare rapipresen tazioni popolari nelle piazze. Considerato che si è voluto «suonare l'ora", noi vogliamo che sia ben chiara la posizi-0ne cli ognuno dinnanzi agli eventi che potranno seguire. Che cosa si intende quando si pone il dilemma «pe1, Oristo o contro Cristo, per la sua chiesa o contro la c:3uala sua chiesa:>1 No, non si intende, ce lo lascino dire i cai:- tolici, alludere a pochi fogli settimanali, nè ad irrivelanti manifestazioni di alcuni scalmanati: è la chiesa dhe pone ancora una volvolta la scelta di se stessa come ·celta e.scluclen te tutto ciò che sì:a al di fuori di easa. E' la <>hiesa, come antico organismo che ha digerito semipre suo malgrado. sempre in ritardo, sern:pre peggio ciò cha i'uomo libero fuori di es a scopriva e co=-t:!.'uiva,~he allontana ancora oggi tutto ciò che di nuovo è sorto attorno ad essa. E non si dica che fare di queste affermazioni è riipetere un vieto linguaggio di volgare anticlericalismo: siamo facili, vogliamo essere a tutti comprensibili. Per cihi vogli;i essere integralmente e veramente cattolico, Gioè non voglia essere in qualche modo noncattolico,. è preclusa ogni via politica liberale, socialista, anarchica, ecc. soltanto è permessa quella del cattolicisrno politico; è '.Prcclu a ogni via di filosofia pragrnatiqta. iclaalii,ta, positivista, ecc., soltanto è permesaa q ebspiritualismo cattolico: è pref .., com'è noto, costante professione di marxismo; ma voi non troverete in nel'>un-0 dei s,LOi documenti una traccia qualsiasi di 'Una analiai marxista dei rapporti sociali nel no· stro Paooe, quali risultano modificati dalla guerra e dal fasci mo, se se ne tolga il rituale, equiv-0co e vago accenno alla famosa proletarizzazione dei ceti medi. che continua ad usarsi genericamente, malgrado si sia già dimostrato ch'essa non corrisponde aff:, tto alle attuali condizi-0ni di talune calegor:e dell'ag1,icoltura, del comn:rnr~io o dell'indu.stria. Il marxismo è stato in tal guisa degradato nel P. S. I. U. P. da metodo di analisi realistica a magica formula di scongiuro e di esorcismo contro le tentazioni delh· cultura. Ad una funzione anal-0ga, essenzialmente interna e verbalistica, è sel.'vito e serve pure l'orientamento sedicente di sinistra del Partito: cioè non come guida all'azione ma, ad uso interno, per la salvaguardia della purezza «rivoluzional'ia» del Partito, salvo poi, per la mancata attività, a riveròare la colpa, secondo un costume già antico, «sull'opera sabotatrice della destra:,,. In coerenza a quel costume, la desolazione di Pietro Nenni in seguito all'uscita dal Partito della frazione di «Critica sociale» significa soltanto l'imbarazzo di chi si vede sfuggire per gli errori di domani un alibi assai comodo. Invano dunque voi cercherete una diiferenza qualsiasi nell'attività pratica tra una Federazione provinciale estremista e una moderat~: le loro divergenze sono solo e unicamente verbali. Insomma, malgrado, o meglio, grazie alle velleità estremiste di Piet1'QNenni, il P. S. I. corrisponde ancora ass 1i esattamente alla classica deBcrizione del ~~~utrista» data da Lenin: il centrista tti riconosce •per 'llna attività pratica del tutto empirica e opportuniatica, accoppiata ad una accesa fraseologia di sinistra. Volete un va- (Co-ntinua in 2.a pagina) piazza clu.aa ogni via di pensiero scientifico moderno. L'opel.'a della chiesa è sforzo di perpetuare un non uomo, ohe si oppone alla. formazione dell'uomo. Ma del resto ognuno ha diritto alla libera scelta, e noi certo non ci orpponiamo a chi vuol essere cattolico, soltanto abbiamo a nostra volta il diritto di dire, nei limiti della norma civile, ciò che vogliamo del cattolicesimo! della sua chiesa e dei 1,uoi partiti. Possiamo, per esempio, dii'€ che è ipocriui atteggiarsi a parte le,:;a ed ed oppressa in una manifestazione cli piazza, quando in forza di leggi fasciste si fanno condannare alla galera liberi cittadini. Così, possiamo dire, che è degno di gente incosciente e faziosa l'opera di progressiva distruzione della scuola nazionale, perchè l'insegnamento si svolga .solo nelle scuole cat~ toliche. E ipotremmo continuare per parecchio. Noi abbiamo sempre parlato e parleremo sempre in questo modo, a costo di tornare a scrivere sui muri, e di far girare i fogli ciclostilati: ormai siamo vecchi del mestiere. Non si ponga la questione della maggioranza; siccome la mag.gioranza degli italiani è cattolica. lo stato deve e.saere confe&Sionale, la scuola religiosa, la sta,mpa «buona stamipa», l'associazione «associazione cattolica», la gioventù «gioventù cattoilica», ecc. ecc. Porre la questione in questi termini significa tornare a velleità totalital.'ie, mettere in campo un criterio di forza, esprimere una volontà cli illibertà; e ipoichè totalitarismo, fmza e iL libertà •presuppongono soppressione dell'«altro», imiposizione di una parte, sottomissione di ogni cosa,, negazione di ogni possibilità di opposizione, noi non esitiamo a tradul.'re questo pa so in motivo di lotta aperta. Vogliamo dire che uno stato confessionale, uno stato che abbia una religione di Stato, una scuola confessionale, ecc., non è democratico. e ,lo accetti ipure chi lo vuole, magari anche la maggioranza degli italiani, noi lo combatteremo. Dal 22, per molti anni la maggioranza degli italiani rfn fascista e non per questo una coraggiosa minoranza accettò l-0 stato fascista. Questo sia ben chiaro, e sia ben chiaro da che parte stanno le re ponsabilità. E' tempo che i partiti non confes·ionali assumano rposizioni ben ferme e reagiscono alla provocazione cattolica. Il Papa è venuto in piazza, Cristo ancora una volta è rimasto sugli altari. *** , Parole al compagni Nell'autunno del 1942 Ivan Maitteo Lombardo avev,a rioos~ituito a Mil&no, in 08,6la, sua, insieme a Greppi, D'Arago.na., Veretti, Pieraroini ed altri oompaigini, àl Prurtito soci.a.lista. itaiLiano; pa,rt.ecipò poi aitfrvament.e ali' orge.nizz.azione degli soioperi del me.,rzo 1943; rappresentò ill P. S. I. nell'foterpa,rtito durante il ~riodo lbadogliano; fooo parte del C. L. X di Milano: la. sua vita a.bibuaile dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 fu quella del ricercato e del compagno dedito ad! at'.ività clandestina. Come segretario del Prurtito Socie.Usta HaJia.n.o di U. P. (del quirule è staio l'ultimo segretario), dal Con,!ITe560di Firenze e quello di Roona ba 'l)'O'I'ta- o • ~o i,n questa. carica, in un momento partioola,rmenle difficile, uno spirito francannent.e socialista e una lealtà più unica ohe rara. Dai!!'Avanti di Milano del 21 gennaio, riiprooucia.mo l'wrticolo: <Parole ai compa1gnh che è suo. E' con profonda tristezza che prendianno la penna dopo la scissione avvenuta nella grande famiglia socialista: la lacerazione ci ha .causato un acuto dolore penchè non si si separa con indiff erenza tra gente che ha sofferto, loUato e sperato assieme, tra gente che ha un comune bagaglio d'idee e di tradizione, un'uguale a,spirazione anche se diff eris,ca nel valutare i metodi atti a raggiungerla. Non irridano alcuni compagni scettici o impor zienti o superficiali del vecchio Partito socialista e del nuovo Partito dei lav01·atori, a questo nostro stato d'animo. Chi non ci comprende è, ed è stato, compagno sol perchè identica era la tessera, non per,chi u• guale era la fiamma che ardeva in noi. I militanti dei due partiti pos,sono - a torto o o ragione, a seconda dei casi - rimprove.rarsi colpe ed errori, incomprensioni ed insofferenze, ma non hanno il diritto d'insultarsi e <U colpirsi a vicenda. Le differenziazioni politiche si comba.ttono con armi leali sul tenreno della discussione che a null'aUro può ispirarsi se non a motivi polemi,ci di carattere poluico, scevri d'inutile a,nimos-ità, contenuti in fatto di pa,ssionalità, esenti da qualsiasi elemento personalistico. Solo in tal guisa si può evitare di arrecare più grave danno alla classe laVO<Tatrice. Fintanto che da una parte, ignorando la riaffermata au,tonomia del Partito, non si tenU con la astuzia o con iil peso della maggioranza, una fusione, .sino a quando dall'altra parte non si dimostri in modo evidente che ci si allea con forze reazionarie per menomare lo sforzo di liberazione della classe lavoratrice, non kanno diritto gli uni di definire <traditori> e ,fu.sionisti> i compagni che milita.no nel Partito dei J,a.,voratori. Noi, personalmente, non useremo ve,rso questi ultimi neppure la definizione di cex compagni>. Essi sono tu,ttora dei compagni che si sono allontanati da noi, ma - ne siam certi - non dag/4 ideali che ci accomunavano. Noi li chiameremo ancora compagni, come siam soliti del nsto chiamare così ,sia i militanti del Pan-lito comunista che alcuni dei militanti del Paro.ito d'azione che hanno lavorato con .noi nel periodo ielandestino. Quando apprendianno che in qualche Federazione, Sezione o Circolo, compagni dei due Partiti si affrontano o minacciano di affrontarsi per il possesso di pover,e ,suppellettili e di poc.o denaro, ci sentiamo presi da profonda amarezza. Da unà parte si scorda che chi ha abbandonato il Partito non può accampare diritti sui beni che ad esso appartengono; dall'altro lato vi è chi, con i saliti eccessi di zelo, interpreta le istruzioni inte~e a <preservare e tutelare energicamente» i diritti .. del Partito, ,come un invito a ricorrere a metodi Aquadristici. Questi sarebbero ignobili e disonoranti da qualsiasi parte venissero commes.si. ' Nervi a posto, compagni! Al di sopra del nostro dissenso vi è qua.Lcosa che nessuno devè off.e1UJ,ere: l'idea iSociGJUsta. Dobbiamo anche ricordare che, dissentendo dalle decisio.ni prese dai secessionis.ti, sono rimasti nel Partito molti compagni i quali non hanno ~ut~ tavia approvato la linea politica ,çhe è riuscita v~ toriosa al Oong-resso. Tali compa,gni costituiscono una minoranza che, neU'ambito de,l Partito ,e nel quadro della sua dis·ciplina, intende esercitare i diritti che competono alle minoramze. Queste debbono essere rispeUate e tutelate dalla maggioranza. Nè ,l'euforia della villoria, nè ,l'irritazione per l'avvenuta secessione, 1iè il conte.nuto della «mozione di sinistra> possono consentire sopraffazioni ai danni di compagni o puniziani a carico di alcuni di essi. E' accaduio JJer esempio ,che in un nostro organo periferico, un -compagno già sostenitore della mozione d'I:niziativa socialista, ma rilnasto fedele al Partito, sia stato licenziato in tronco da un incarico di ,lavoro, pretendendosi che ciò avveniva ca fil d;i logica», A fil di logica quest'azione è solamente una birbonata ! Se casi del genere si r·ipetessero, se a;ttomo ai compagni rimasti fede.li al Partito - ma dissenzienlti dalla linea politica della maggioranza - venisse ba,llata la danza dello scotennamento, S9 si volesse apporre alla minoranza il marchio dell'il",- de.gnità o la si volesse iconsiderwre a mala pena tollerata ablora per quei compagni offesi neUa loro dignità di socialisti o di uomini, si ri[)'·oporrebbe il problema della possibilità o m,rn,n d! godere del diritto di cittadinanza cnel Pa1·tito. E ciò sarebbe per noi motivo di amarezza ancor più profonda perchè significherebbe che villo.- riosi -sarebbero il geloso se.nso della bottega e la intolleranza, sconfitta, anzi assente del tubto l'etica sociaUsta. I. M. Lombardo

Bib NOTIZIARIO ITALIANO Il 1Danlfesto della P. s. L. I al la'7oratorl Italiani ECCO H.. TESTO DELL'APP1EiLLOLANCIATO AL PAESE DALLA 01,REZIONE DEiL PARTITO: LaveMtor-i ,italiani, il gramde, aut.onomo Pa.rtilo Socialista dei Lavoratori Italia:n'i, che già da tempo esiisleva nel cuore d'i tanli di voi come u,n,a speranza, è ora una reatl.là. E&&o n•on è, come &i vorrebbe far credere, iJ ,risultalo di una gestazione arlificiosa o di una la.ce-razione nel oono della classe lavoratrice; esso è l'espressione ;naturale e consapevole delle esigen- :oo più oohiett-e e jp,rofonde di lutti i lavoratori. E!,160 è itl volto de.lla clasoo lavoratrice stessa, lo strumento neces.sario dclila sua reJenzione. Dopo tamti ,ainni di dittabura, di guerra, di dominazione slraniera, una grande .speranza !!ra nata tra voi ,al momento della liberazione- Que.,,la speranza è andata del·u&a. Noi non vogliamo ina- .spri re gli animi con accuse a gruppi o a persone: forse le difficollà e1,ano più grandi degli uomini chiramali ,a superarle. Ma abbiamo chiara coscienza che se, nel precipitare deg,li evenli, le forze migliori Jel popolo ita1iano mon riprendono il contro11o delJla isib111a1,ionep,aurose 'incog,nite si apriramno dinanzi al nos,l,ro Paese. Noo pensiamo che il problema &ociale, economico e p01lilico ila,liano possa essere risolto solo se sapremo fa.re definitiva giustizia tanto di quell'opportunismo che si risolve nella goolione degli intere&si òi lll1l moodo capiLalistico condannato dalla storia e da,g,li uomini, cruanlo di quel logoro linguaggio p.seudo-Tivoluzionario, che ha già portwto iJ pro!eta,riato ,ad altre sconfitte e cbe cr~, pe: vani .scopi demagogici eJ agitatori, problemi a cm esso ai dimo.sli~ poi incapace di dare ll!Da soluzione. Demoorazia rivoluzionaria. Il metodo che il nostro Partilo propone al popolo ilalia.no è que'llo della democrazia rivoluzionaria, 1a qurule si attua attraverso l'intervento coraggioso, conlin111◊ ed urgente deL!e forze lavoratrici i'll tutti i settori della vita nazionale, per tra&formare, gradualmoote m~ radicalmente, le vecchie slrubtu.re oooondo •nuovi disegmi, che non .siano tracciati da _un .appairato ·pooiti·co incontrollato e di igin,ota isp1·raz~on_e, ~a che sorgamo, ,si coofigur.in-0 e ,si ,a,TIDomzzmo i,n modo autonomo nel .seno &lesso de.lla cla&se lavo- -ratrice. campo ecODomico, iJ dirillo al tlavoro di tutti e la parità del comperu;o per uguale lavoro. IJ problema della pace. Il nostro Partito riafferma e intende com;ol~iare l'unità della classe laivoratrice sUJ! terreno sindaoale, &oltraendo per altro l'a,t,tiv'ità sindacale al patronato dei partili politici, che a lungo am.dare finirebbe fatalmente per compromelLere taile unità. Verso il Trallal-0 di Pace il Partilo Socialista dei Lavorrulori Italiani non intende assumere la posizione del nazionalismo insorgente contro po- ~oli stranieri, prima aizzali dalla sles!ia propaganda nazionalistica, poi combaitluti in una guerra perduta in partenza. Esso fa invece sua la posiziO'De-fol Socialismo inlernazionalisla, il quale rinnega .senza eccezione quei sistemi che già hanno causa,to lan li I u tti in pa&sato e che altri potrebbero determinarne in avvenire. Il popolo davoratoTe potrà di fallo subire lali clausole, ma non poLrà mai dare ad esse per mezzo dei suoi rappresentanti un riconoscimento morale e formale che non corrisponde nè aJ suo .sentimento nè alla coscienza del &uo dirilt,o nazionaile. Lavorailori I I Pwrlili Socialisti, contrariamente a quanto avviene i1 n Italia, stanno svolgendo allualmente una grande opera costrutti va in Inghilterra, in Francia, in Belgio, in Cecoslovacchia, negli Stati Scandinavi e in a1lri paesi europei- Dappertutto le socializzazioni e altre grandi ,riforme di struttura nell'industria e nell'economia in genere .sono in C<Yrso.Gli apparati burocratici si -&tanno .svliuppamdo secondo le esigenze <I.i ogni Slalo moderno. Il sistema fiscale funziona decisamen le e non sono pos&ibi1i quegli scandailosi imboocamenl.i e fughe di capilal,i all'estero, che qui in Italia pairalizzano da nostra ripresa produttiva. Fine del compromesso. Noi conosciamo le dHficoltà obietti ve della nostra situazione, ma conosciamo anche ila volontà decisamente sabotaitrice de1 capitalismo, pronto a precipitaTe sempre più il po.polo 'llella fame, nella disoccupazione e ,nella mi.seria, e a co.str,ingerlo, a,Ltraverso l'esa,&perazione, a gesti p0ricolosi con cui ,giustificare violeni,e reazionarie. Non è possibile che 1a collaborazione tra i partili al governo con,tinui ancora a lungo a svolgersi nell'ambito di una politica di comp,rome&So, di una politica cioè che non coinciJe con de esigenze e la volontà del Paese e mon corri.sponde agli impegni p-resi dai partiti a1 potere. SOiio chi vuoLe questa politica deve assumersene le responsabilità. Lavoratori :iJtaliani I Il vostro Pa,rlito -&i è r.icosliluito col nome ,glorio.so del Pairtito di Costa, di Turali, di Lazzari, di Prampolini, di Matteotti e ,di Buozzi. Questi g;ramdi spiriti hanno guidato i,l ritorno de.1 Partito Sociali&ta. !Della vi-ta politica italiana. Con loro ci guidamo .le schiiere <lei ,giovani socialisti immolatisi nella lotta di liberazione, da Mario Fioretti a Eugenio Colorni, da Giovanni Barbera a Mari-0 Greppi, ai fratelli Vi,gorelli e ad infiniti altri, i qua.li fu.ron-0 a9SCTlori di un Sociad.i.smo rivoluzionario, libet'o, indipendenile e forte. Coloro che han•no rico&:lihtit.o il Partito seatono di rioongi,ungersi cooì a quei grandi scomparsi, sentono di .stringere un patt.o che nessu'Iia forza, nessun ostacolo potrà spezzare. Il pallo d,i vivere e di operare per il Socia,lismo, è un patto che non respinge il &acrifici-0, anzi si esalta in essoA questo richiamo r,ispondono ogni giorno operai e conladi,ni, iinsieme alle più vivaci forze dei giovani, dei :partigia,ni, dei reduci. Il Parrlilo del Socialismo libero, indi,pendentc, autonomo torna ora a far sen lire da sua voce nella vi la politica it.aJ!iana. 11 partito dei lavoratori•. Nasce così un Partito che potrà veramente aiutare i lavorralori a trarre dalle Joro esperienze e dai loro folori quella coscienza dei loro interessi e dirilli che diviene volontà concreta di liberazione. :\Tes&uno meglio di questo Partilo può difendere 'O.elio stesso tempo i dirilli <lell'llalia contro i ;pericoli degli opposti imperialismi al di fuori e contro quelli di un nuovo nazionalismo reazionario aH'interno_ •Nessuno meglio di esso può porre e .spingere innanzi, 5uJ piano concreto, !lenza paralizzanti compromessi governativi, quelle profonde riforme di slrutLura che lutti i lavoratori attendono e che, pur elimina,ndo ogni prevalenza <lei singoli sui pubblici interessi, rispecchino ogni legittima esigenza dehla persona umana. Lavoratori ita,l~ani ! D Pal'llilo Socialista ora 1ricosliluilo vi farà noto tra breve il programma concreto che es.so propone al Paese e agli altri partiti democratici ,nel quadro delle e&igenze sopra pro pettale. Se voi volete seriamente, decisamente, dare inizio ad un lavoro coslrullivo, dovrete liberamente o coscientemente raccogliere attorno noi le vostre foroe per l'attuazione d'i quel :programma politico ei economico. Lavoratori italiani! Gra,ndi problemi sono dinanzi a voi e dalla loro rapida risoluzione dipende il nostro avvenire. Neltla coscienza delle nosLre responsabilità, ma pieni di certezza nell'avvenire della clas!ie lavoratrice italiana, noi esprimiamo in questo moment,o sul piano orgamizzativo e su quello ideologico una. esigenza che sarà ogni giorno più sentita non ,solo dai nuovi compagni che vengono a noi <!On impeto generoso, ma dai vecchi compagni di tante ballaglie, cairi .ad noslr-0 cuore malgraòo ogni momentanea divisione, ogni polemica ed ogni incompren.sione. Operai, contadini, intellettuaili, braccio e della mente I lavoratori del In piedi int,orno alla vecchia bandiera del < vo- &lro • glorioso PaTtilo Socialista dei Lavoratori ItaJliani; in piedi per la Mmocrazia rivoluzionaria e per l'edificazione del Socia,Iismo. ViV'a il Socialismo ! Viva la cla.sse lavorabrice italiana I Viva l'Lnlernazionale I La .politica, s<,-vol,tadai partili e.sislen.ti, ~cbe attraver.so il gove.r.no tripartito, non ha dato fmora ai lavo:raitori 3a possibilità di svilupp,a,re quella democrazia rivoouz.iooari,a ed autonoma. La politica dei :partiti e.si,steruti ba aV'llto il ri,sultato di rilaaldare Ja ricostruzione dro nostro Paese, ma non è ri'llscila ad ùnpelire la ·ricostruzione delle vecchie cricche reazionarie al servizio degli iwteres~i oapita.li.stici, e non ha oontito i:l dovere di ~f:11- ·dere .J'indipendenza dello &tato da ilnvaòen.ti m- ;flus.si coo f e-ssi onal i. La politi~a dei" par:titi esistenti :1-0n ha ~put~ creare 1a mutua fiducia tra tutte le categone de~ làvoratari italiani :nè ha sa,puto assicurare a,1 e!-'Si l'aiuto ooncreto dei popoli di -Oriente ed occidente, a fianoo dei quali :t.amti ilaliami si sono battuti e son<> morti. La politica d,ei partiti e.si-stenti, attraverso uno stato di paralisi, non è riruscHa se non a. podarizzarr-e .gli itali-ami ve~ _le _P?&fai-0ni.estr~- me, \e quali, nelle atruali cond1ziooi_ 1~ternazional,i, posraono porta,re solo -aiHa g:uerra civile, con pa,~- roee, drammatiche, incaloolabitli conooguenw per 11 nostro Paeoo. La erlsl del soclallslllo Italiano Noi ,dobbiamo a:r.gimare lo sviluppo di qu~~ 6i.tuazione. Dobbiamo chlamare a raccolta tutti 1 lavoratori aUim,cbè, intervenendo direttamente e c~ erun-gica vdlootà nel ,gi-uoco delùe forze. ~ontra.st~nti e ponen,dooi sul terreno -di :una. :po1itica dee1'6&- mente oociialisba e democratica, impediaoa,n-0 il colfa8SO spi.rittuale e anate.ria.w del Paooe e iù suo fata!e decliinare verso interessi estranei a.Ha &11a stona e alle sue con.crete nece.ssilà attuali. Paclflculone degli animi. Il prezzo della libertà futura, del noom> tobale affranoamento, sta tutto nel1a. forza oon la. qu,ale i Javoratori italiani accettQ1'&11.,ndoi combattere la battaglia che noi proponiamo :nel nome del Sociruliamo risor4o• Sol-0 nel nome di questo Socia.Li.smo può essere rifatia l'ltaiia.. Dobbiamo ireaJ.izzaTe 4a .pacificazione degli alllimi. e l'iin.9erimento dei .giovani, dei reduci, dei pa,rtigiani, µegli ex-1),rigionieri nella vita :politica_ italiana. m Wl.a atmoo.fera di profonda compremmone. Questo ;risultato :non &i ottiene ait.traver~ cerianonie oon oui gli opposti ;par.liti cercano di aocap~TMll\9Ì simpatie e ooguaci. Si ottiene invece chiamando a lottare .giorno per giorno, in-&ieme ai lavorato-Ti, per Ja Repubblica e per il Soci,aù~o: aJI1checol.oro che in buona fode si erano foroo 1llus1 di eervire questi ideali .salto altra bandiera. E' neooosa,ri-0 'Sottrarre fina,lme.nte iJ1 pirdblema del Mezzogiorno alla f.a,cile demagogJa e aille affermazioni ,generiche• iper iIDJPoslarlo in mod-0 oon•cre: t-0 e .sulla !balse Òli una I)'Tecisa reonoscenza deg,h aspelti fondamentali del piroblema _st~o: . LI Partito Sooiali.s.ta dei LaivoTatari !Jtali,am n~1e,ne c~e eolo una profonda trasformazione detl ec?n?mia "d'o.nale foodwta -su ,una vasta indootrial1zzamerJJ i ' dell' ,,.,.; lt a zione e eu una raziO'Druliz~i,ione . a? ••co _u~ , pobrà eJev.wre il tono di vita delle ~egiom :merid10nali e garamiire l'equilibrio e Jo aviluppo in senso ·,a1· ta dell'eoonomia nazionale. Solo attraveirs<> :C:.St.a.IB tr~formazione delle condizioni ma~~i delle popolazioni del Mezwgi-0rno, che tanto s1 d1stin,guono .per vivaciilà d'in,ielligenza, per ap~ eionata opero&ilà e -salda struttu:r,a m?~ale, .sara poo.sibile la formazione di una_ lor~ prn -~ta coscienza po'.litica e sociale e sa.Ta cosi -P~l'biJe ~e.- terminare 'U!ILél, più ip-rofonda e &o.sta.nziale umta nel Paese. Il Partito Sociali-sta dei Lavoraito~ _litaliam.i. non intende imipootare il problema fetnml'lll•!e _-sudi un piano eletta,:-alietico, ma su quello soc~ruli~_a <le!Ja pvoo,<lioarione della · -rtà e della d1ig,~1~ della personai IUllil na, èbe ,a con-dfa1-0ne ~ di Ignazio Silane (Oorntinuazione della 1.a pagina) de m8cwm del perfetto centrista? Riunite in un solo volume i dati dell'opera di Pietro Nenni al governo {<la Alto Commissario per l'epurazione a Ministro degli Esteri) e fateli seguire dai suoi discorsi nei congressi socialisti. &ulla copertina del volum(i),naturalmente rossa, potete mettere senza esitazione il motto di Lenin. Ma non è, purtroppo, solo il caso di Pietro Nenni. E' invece una vecchia malattia del socialismo italiano, è la vecchia, cronica infermità del massimalismo : il distacco tra l'intelligenza e la volontà, è una specie di schizofrenia che il socialismo italiano si porta nel sangue. Che valore conserva in queste condizioni la chiassosa e astratta sehermaglia congressuale delle mo• zioni? A che servirebbe ora un'analisi critica della mozione <li sinistra approvata al congresso ? Il difetto del P-S.I. non è nelle mozioni, non è nelle formule, non è nelle parole; è nel <!arattere, ed è un antico <l_ifeti:.<? italiano. Quelli che conoscono la stona d1 don Abbondio e <li Fra Cristoforo sanno che essi recitavano ogni giorno lo stesso c,re<lo, ch'essi erano, in un certo senso, « firmatari della stessa mozione», eppure rappresentavano due diversi cristianesimi, e perfine due diverse umanità. Ma è anc-he un sintomo della gravità della situazione odierna se l'ambigua posizione politica del centrismo si trova irn permanenza minacciata da un impulso centriifugo delle ali. E non a caso, da quando cioè il Partito socialista sotto Ja direzione di Pietro Nenni ha dimostrato ai lavoratori la sua organica incapacità costruttiva, la sua vita imterna si è polarizzata in due opposte_ tendenz~ s8cessionistiche una per l'immecliata adesione al P.C.I. e l'~ltra per la fondazione di un nuovo, litbero e indipendente Partito socialista. Il recente congresso di Roma dev'essere giudicato perciò come l'inizio di un processo di completa riorganizzazione delle forze politiche· del socialismo italiano. Il processo resta aperto. Esso non si è affatto concluso con la fondazione del P.S.L.I. Esso si è, anzi, appena iniziato. E si è iniz_iato, ci sia consentito dirlo, sotto una pessima steU~, es~end? coinciso cocnun piano politico reaz10nario rivolto a scacciare i comumisti dal Gover~o. e a costrino-erli all'avventura della guerra civile e con altre manovre dirette ad aggravare le condizioni della nostra servitù nazionale nei confronti di alcune potenze vincitrici. Se al nuovo P.S.L.I. non riuscisse, in un tempo assai breve di allontanare da sè il sospetto dell'antic;munismo e d~ll'ant_isov!e}ismo, e s~ non <limo.strasse con 1 fatti, c10e anche ai sor~ai ciechi, la sua effettiva indipendenza dalle forze dell'imperialismo straniero e dei moderati di casa nostra, ciò costituirebbe la ripetizione di un errore simile, anzi peg: giore di quello che tra il 1941-1943 condanno · all'impotenza e alla sterilità il P.S.I.U.P. ora im meritata decomposizione. Poichè il contrario di un errore è quasi sempre anch'esso un errore. Dopo tutto quello che precede, non c'è fors_e bisogno di ulteri?ri spiegazioni_ s~ qui ~pllcitamente si dichiara che per gmdicare 11carattere del nuovo Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (come, d'altronde, di qualsiasi altro Partito, presente o futuro) è d'importanza secondaria leggere i discorsi dei fondatori e i loro manifesti e programmi, alla stessa guisa che ogni ~omo prudente usa wudicare le persone indipendentemente da c10 che esse preferiscono raccontare di sè. Riuscirà il nuovo Partito a liberarsi dalle contraddizioni, daHe debole~ze, dalle ~~lattie infantili ereditate dal vecchio~ Apparira esso diverso dal P.S.I. solo per una diversa eloquenza, per una diversa 11:1itologiae, masch~- rerà una pratica sostanzialmente opportumsta, passiva e riiormistic3:, in tutto. simile a quella finora seguita da Pietro Nenni, ma c~m declamazioni umanistiche, con eleganti vanazioni sui diritti sacri della persona? Sarà esso capa·ce di. promuovere la mobiilitazione delle forze lavoratrici, e non per sterili e demagogiche agitazioni, ma per conqu~t~ durature? Si libererà esso dal ma[ldanrusmo, dal sistema cioè del ca,po e dei capi che si servono del Partito, invece di onestamente servirlo? Questi interrogativi, di cui nessuno può negare la fondatezza, sono all'origine della_ posizione di i[ldipendenza e di attesa da noi assunta verso il P.S.L.I. Alcuni di noi sono usciti dal vecchio Partito, mentre numerosi a,ltri in pieno accordo con noi, vi sono resta ti; come pure vi è rimasta, in attesa ~ella immaincabile liquidazione finale, la fraz10ne filocomunista, di «Compiti nuovi». Nessuno di noi intende ora sminuire il significato e l'importanza della fondazione del P.S.L.I. 1 ~a i coraggiosi e volonterosi amici che lo dmgooo non possono ignorare il !att~ fon?3:ID-enta!e che il socialismo democratico e oggi m Italia una nozione assai più vasta di qualsiasi delle organizzazioni esistenti e pertanto, n~la migliore delle ipotesi, il P.~.L-~. non puo_esser_e considerato che un Partito m formazione, 11 primo nucleo di un raggruppamento socialista più ampio. IGNAZIO SILONE Gerente 1resp.: Pietro Biani:hi, Zurigo Tipogr.afia « Grafica Bellinzona » S. A. LETTERATURA • Solitudine e compagnia Tra le varie defliJnfaioni che da tutte ie parti si-..f.anno del romanzo, una .mi c-olpì per la sua onesta ansia di c-hiarificazione: quella di Antonio Russi, apparso suLJ' Avam.bi !. Oi sono due modd, egli diceva, di scrivere il a·omanzo e, sic-c-ome il romanzo è scritto da un uomo, ci sono due modi di essere uomini: essere soli ed essere non soli; e per «solo» s'intende colui che pettina e spettina in tutte le maniere più aggraziate o capricciose i suoi lunghi sentimenti: in Stendhal egli giustamente addita il capostipite. Per «non solo» colui che ha idee, larghe: che sa di esserci e .che altri e-i sono e debbono esse1·ci. Questo secondo modo sta sboccando nella convinz-ione artistica dell'uomo che sa che siamo tutti fratelli e che su questo vive bene. L'espressione più in voga è Saroyan. Ma 1ni perme mettere in ?'ilievo il carattere di augurio impa.cciato, ti-oppo impacciato che ha Saroyan: cioè, anche pe1· Sarovan, L'uomo che si muove, il personaggio, e l'autore che gli sta dentro sono soli, soli co,n l'affermazione gratuita di essere con tutti, in una superiore atmosfera pan.- umana. Vediamo quali sono Le conclusioni che si possono trari·e dall'atteggiamento del protagonista di una delle opere più caratteristiche di Sm·oyan: «Giorni nella vita». Le conclusioni logiche sono due: o si dice che Joe è un ana1·chico, oppure che il suo bisogno di pultizia è un bisogno di puJizia pasquale nella casa di un piccolo borghese: va a fondo delle cose una volta all'anno: e tutlo si ricondv ce così all'iniziativa assonnata della elemosina cristiana. Del 1·esto, in mezzo a tan le contraddizioni, J oe vede anche questo e lo dice: «m'è rima.sta una coscienza cristiana». La quale poi non impedisce di ce1·care di ammazzare il «bruno cattivo» debla commedia. E allora, in mezzo a tutte queste ondate, da questa creazione pe1· il bene e per il male, una cosa accenna ad emergere come un ice-berg, un pericolo: l'indifferenza, un pratico qualu-nquismo di vita. Nella finale della sua opera più impegnativa, il romanzo «commedia umana», Saroyan una soludone e precisamente e solamente c1·isUana trova, ma non è quella che cerca. Per persuadersi ch,e sia possibile a una madre acc-ogliere come proprio figlio l'amico a lei sconosciuto del figlio morto in guerra. Sm·ovan promette all'u/Jtimo minuto al soldato di fargli sposare la sorella del morto. dove il suo sentimento panteista e panumano si riduce a una sagace mediazione di matrimonio e iil suo sentimento socialista non vede niente più in là della famiglia. E questo non è il verbo nuovo che fa per noi, per noi che t?-oviamo onesto, commovente quando dice Pietro Spina rnel <Seme sotto la. neve>: «Oh, nonna, come ti vien in mente che io non ti voglia bene? Ma, ecco, ad essere franco, voler bene a te mi semb1·a .come di volerlo a me stesso, come una forma di egoismo» e più tardi ancora: «la famiglia, sempre e solo la famiglia». Comunque un progresso di civiltà, di compagnia dalla soiuzione individua,l,e di Stendhal a quella famigliare di Saroyan c'è. Un ulteriore 'progr,esso tenta Vittorini: egli parte dal presupposto nervoso, tagliente che ci sono gli uomini e i non-uo1nini e che la ·compagnia deve essere tra gli uomini contro i non uomini; è una soluzione che non s'imbroglia nella nella logie-a, che si concreta neLla vita, ma rnon è ancora una soluzione umana, perchè, a prescinder.e dai non uomini, no,n serve che a una parie dd quelli stessi che sono uomini : ag,li operai; e N2, l'intellettuale che ha corvtribuito a rendere possibile questa soluzione, ne trova un'altra persa:nale e solitaria .per s,è nella morte. E quando, aUa fine, anche tra i bruti tedeschi Vittorini scorge un uomo e il suo operaio ,neofiJtagli risparmia la vita, i suoi compagni -lo disapprovano e L'operaio neo,fita .cçnclude iil romanzo con le parole: « imparerò megli,o ». Dove Vittorini in sosostanza preddca il militarismo, la disciplina e basta. Individuo, famiglia olasse. La prossima tappa nella ricerca di una comp~ pagna potrebbe ess.ere la razza: e Knu.t Hamsun sarebbe ,l'e,sempio a,rtistiJco. Kinut Ha,msun, il quale dice che -la solitudine, iil marcio è in noi stessi e che da noi -stessi non ,è possibile fuggire in nessun luogo e c-he perciò .ci conviene stare dove la natura ci ha ,posto. Oon Hamsun il conrcetto di Dio e dii patria diventano una cosa sola e il naz.ismo è a portata di mano. La soluzione .compagnia .quando più si allarga, quando più coinvolge uomini, ,tanto più consiglia la prudenza e la ,rif:lessione, a meno che la compagnia :non sia totale, a scadenza mondiale. Questo ultimo ,augurio viene .portato il più recisamente possibile da Ignazio Silone. La speranza più bella di Silone è iil .cafone. Infatti, il più t·remendamewte solo, perchè sordo e muto e intellige.nte. E Inf.ante impara ,come prima ma,- lerna parola da Pietro Spina « cumpagnia » e la dice, la scandisce proprio .come un uomo normale, a Venanzio e Simone: « cumpa.gni ». Poi ha voluto dare dei :tozzi di pane anche al cane e aill'asino e indicando noi cinque .tutti insieme ha ripetuto ridendo: « cumpagni ». Nella vita c'è più di una solitudine e Silane le ha considerate tutte: c',è la solitudine dell'uomo a cui fa difetto d:irettamente se stesso: e questo è ,i,l mala.lo, il menomato fisico: e questo è Infanbe; c'è •la solitudine debl'iwmo nella famiglia; e questo è Piebro Spina; c'è La solitudine deLl'uomo nella sua classe: e questi sono i caJfoni: c'è, sì, anche la solitudine deLl'uomo della razza: e questo è ,l'uomo farneticante, grotJesco, ma sempre uomo: don Marcantonio, pi-ofessore di mistica fascista. C'è invece una sola compagnia: dell'uomo con gli uomini nel Lavoro; e in arte l'ha realizzaJa suone. L'uomo è in ,tanti modi, ,come il mare. Il mare è azzurro, verde, grigio, violetto; ltutto questo e qualcosa di più: il mare e ,la sua libertà, più il sale che esiste in lui. ALBERTO BOCCONI \

e.a Voce degli Italiani Vita e Cronache della Emigrazione ltallana In Svizzera U messaggiodi EgidioRealealle collettivitàitaliane Grenchen SOCIETA' DI MUTUO SOCCORSO Egidio Reale ha rivolto agi~ italiani queste parole: Sabat.o 18 corr. si è svolta a Grenchen la assemblea generale della ocietà di Mutuo Soccorso di Lingua Italiana. Svoltesi le consuete trattative statutarie veniva confermalo in carica il Comitato scadente. E' stata raccomandata dal pres. comp. Angelo Boffini la presenza alla festa della ocietà, in occasione <lel concerto artistico con la partecipazione del compagno tenore O ermano Martelli, a,pposi tamcn te ,chiamato. Una forte partecipazione di pubblico gremirn la vasta sala del Ristorante Traube 1 gentilmente concessa dal compagno Quaclr.oni Silvi-0. Nell'assumere il posto cui la ficlucia del Governo clella nuova Italia repubblicana e democratica mi ha chianw.to, il mio primo pensiero ecl il mio saluto corcliale vanno agli italiani residenti in Svizzera. 11ol lli mi sono amici ecl alcuni mi furono comrpagni di loble, di amarezze, di speranze, nei lunghi anni dell'esilio. Spero che il mio p·assato sia per essi garanzia sufficiente dell'avvenire e della fede inalterabile che parlerò nell'adempimento clei miei nuovi doveri. Ma tutti gli italiani senza distinzioni cli opinioni, di partiti, di credenze, possono essere sicuri di trovare in me, nei m.iei collaboratori, nelle nostre rcippre entanze consolari, la più amrpia protezione e la più cordiale assistenza, se, come sono sicuro, sapranno intendere i loro doveri di lealtà verso le istituzioni che il paese si è liberamente scelte e della devozione, resa maggiore dalle recenti sventure, alla Patria comune. A tutti domando la collaborazione: nelle opere, nei consigli, nelle critiche. Più che al passalo gli italiani e maggiormente quelli fra essi che vivono all'estero, debbono guardare all'avvenire, del passato dimenticando gli cclii ed i rancori che non possono e non debbono sopravvivere alle contese e alle cause onde furono mossi. Se coloro che hanno avuto posti di maggiore responsabilita durante gli anni recenti e si sono resi particolarmente invisi con la propria azione ai loro concittadini, hanno il dovere di trarsi da parte, non vi possono e non vi debbono essere fra italiani distinzioni all'infuori di quelle create dai meriti, dalla dignità clella vita e del carattere, dalla nobiltà de·i propositi e delle azioni, dallo scrupoloso 1•ispetto delle leggi e dei Costumi del paese che ci ospita, dal fervore con cu,i ognuno compia il proprio dovere nelle grandi come nelle piccole cose. • Oggi più che mai l'Italia - pur fra le sue sventure e rovine - viva nelle inesauribili energie della sua gente ha bisogno del fervido concorso di tutti i suoi figli, nello sforzo immane deLla sua ricostruzione materiale e spirituale. Oggi p•iù che mai gli italiani residenti in Svizzera vorranno essere fra i primi e più entusiasti nella nobile gara di devozione e di affetto verso la Patria. Appena gli impegni della m,ia carica me !o consentano mi propongo di visitare le nostre Colonie per porgere loro il mio personale saluto e conoscerne i bisogni e le aspirazioni. EGIDIO REALE T.roviam.o in questo messaggio il .senso reaJi.stico del politico unito a quell'umanesimo che mon può mancare in quelli che vogliono ricostruire un'Italia migliore. Il fascismo aveva distinto gli italiani in sos,petti e privilegiati in base ad una te.ssera che spesso non era simbolo di una fede; ma Baden MANIFESTAZIONE DEL~ COLONIA LIBERA Domenica scorsa la Colonia libera di Baden ha organizzato una conferenza alla quale hanno preso parte i soci della colonia e gli operai italiani della Brown Boveri. L'oratore invitato è stato il oo:mpagno Preziosi il quale ha svolto il tema : < Dal fascismo alla libertà : Problemi economici e spirituali della nuova Italia». E' stato svolto il ,problema dell'emigrazione, quello della riforma industriale, quello della riforma agraria con speciale riferimento al meridionale ed alle condizioni di vita dei contadiniL'oratore ha poi spiegato il ,concetto di democrazia politica la quale per avere la necessaria solidità dev'essere integrata dalla democrazia economica ,che, <listruggendo i grandi monopoli e l'influenza delle caste politiche che li rappresentano, mette al sicuro le libertà popolari dagli attaoohi della reazione e da nuovi fascismi. • La classe proletaria - ha concluso l'oratore - dev'essere la vigile sentinella della libertà conquistata e deve battersi per renderla ,più profonda e più sicura perchè il fascismo italiano vive ancora in forme diverse e cerca attivamente la via della riscossa. Alla conferenza ha fatto seguito una animata discussione. Un operaio ha chiesto la parola ed ha ricordato la lotta internazionale del proletariato raccomandando ai giovani ooiigrati italiani la solidarietà con gli operai svizzeri che hanno raggiunto il livello economico in cui vivono, attraverso lunghe lotte politiche e sindacali. Dopo altre discussioni di carattere organizzativo un altro compagno o1)eraio ha chi.esto la parola ,inizian<lo un attacco a fond,o contro lo spirito fascista ancora predominante in molti consolati e contro la tendenza dei fascisti a valersi di questa situazione per riprendere l'influenza nelle colonie. Il ,presidente della colonia libera ha infine chiuso la riunione esprimendo il suo compiacimento per la recente nomina di Egidio Reale ad ambasciatore, il cui passato di antifascista militante in<lu,ce a guardare con più ottimismo molti problemi ed invitand,o gli operai presenti a scrivere direttamente alla Legazione qualora eventuali difficoltà ne richiedessero l'fo terven to. vergognoso segno di asservimento e di ipocri 1ia. Aveva fatto dei non te.s enti una classe inferiore espo ta agli arbitri polizieschi ed alla di occupazione, mutilata nell'attività .spirituale, condannata per un quarto di secolo al silenzio doloroso impos.to dalla violenza quando la constatazione di tamtc ingiustizie induceva alla protesta. ::\felle colonie quegli italiani che non rinunciarono a quei diritti che i loro comiazionali avevano perduto, quegli italiani che vollero praticare la libertà di pen.siero, ira corsero degli anni esposti al pericolo delle espulsioni cd amareggiali dall'impos.sibilità cli recarsi in Patria. Secondo lo schema littorio esisteva nelle colonie la classe dei «buoni italiani» e la .sotto-classe dei «cattivi italiani» che comprendeva tutti q ueUi che .si opponevano al dogma Ia ci ta. Uno di questi «cattivi italiani» divenuto ora amba ciatore della Repubblica ci dice che tra i nostri connazicxnali non può es ervi altra distinzione se non quelJa creata «dai meriti, dalla dignità della vita e del carattere». La sotto-classe di una volta, nella quale ci. onoriamo cli aver militaio, .so.stituisce alla distinziotne basata ull'asservimento, quella basata sui val01ri dello .spirito. A quegli italiani che sono state figure rapp,resentative d'un governo di corruzione e di violenza, non si pro-spetta nessuna per~ecuziome; ma si ricorda nel messaggio il dovere di mettersi da parte. Oppo,rtuno accenno senza il quale sarebbe mancato un lato concreto nella valutazione della fase che atti-aversa la nostra emigrazione. Vi sono istituzioni nuove a cui dar vita ed altre da trasformare. La coscienza popolare esclude che nei comitati direttivi riappaiano delle persone che per anni hanno_ rappre.sentato lo spirito ed i metodi d'una dittatura che ha causato la .sciagm,a del popolo italiano e non permette che in nome d'una idea genera!le di riconciLiazione, suUa quale tutti possono più o meno convenire, si tenti la rivalutazione di quei tre o quattro gerarcM. c~ie rappresentano una par,te infima delle colonie. Nel respingere l'influenza di questi notabili del fa.sci.smo che rappresentano il cinque o il sei per mille degli italiani, noi sentiamo di compiere un atto doveroso e nel rinconformare la nostra volomtà di riconciliazfone con la grande massa degli italiani condanniamo implicitamente ogni cieco e sterile settarismo. A.P. Il tenore veronese Germano )Iartclli ha cantalo brani d'opera di Vcnli e Puccini e melodie cli Tosti e Dc Curtis, facendo sfoggio alla sua robusta e ben educata Yoce meritandosi cal,orosi applausi e varie richieste di repbca. · Tutti i membri della )I. S- augurano al compagno )fartclli una 1 unga perman_enza in lsvizzera affinchè posaa ottenere nc1 centn della Conf e<lcrazionc maggiori e ben meritati successi. Bienne COLONIA LIBERA ITALIANA Domenica, 26 gennaio, nella grande sala della «Cooperativa Proletaria», ha avuto luogo l'assemblea generale della «Colonia Libera Italiana». Xumerosi membri erano presenti e i pochi assenti si er-ano giu.stifi<'ati causa impegni cli famiglia e alcuni per malattia. Alle ore 15.15 precise, il 1Jresiden te ha aperto la seduta. Ringrazia il compagno Buz~i, segretario della Federazione delle «Colonie Libere Italiane» in Svizzera, per la sua gradita parte-cipazionc, e legge 1'01,cline del giorno, che propone all'approvazione dei compagni. L'ordine del giorno è accettato, e il segretario Gri.soni può dare lettura dei verbali precedenti che sono stati accettati all'unanimità. Il com1)agno Bcrnasconi, con parole ben appropriate dice la sua relazione anuuaJ.e con la quale ha illustrato con semplfoità e chiarezza l'attività che si è svolta sotto la sua presidenza. Vivi applausi hanno voluto significare al solerte 'Presidente l'a1)provazi0ne di tutti i compagni. Una bella e.sposizione sulla riunione della «Giunta Federale» a Zurigo è stata fatta dal segretario compagno Gri.soni. Il compagno Buzzi ha poi paTlato con molta precisione dell'attuale situazione delle «Colonie Libere Italiane» e dell'imon,._ tanza e degli. sco'Pi del prossimo congresso della «Federazione». All'unanimità è .stato eletto il nuovo «Comitato» che è risultato così composto: Presidente: Lodovico Bernasconi; cassiere: Bella- .si Federico; segretario: Gri.soni Ercole; mero_ bl'i: De-Agostin.i, Leni e Bettinelli. La GiuntaFederaledelle ColonieLiberesi è rinnitaa Znr_igo IL VECCHIO ESE,CUTIVO E' STATO SCIOLTO. E' STATO ELETTO AU.'UNANIMH.A, IL NUOVO COMITATO CON SEDE A ZURl,GO. La Segreteria delila Federazione comunica: La. Giunta Federale delle «Colonie Libere», nella riunione tenuta a Zurigo il 22 dicembre 194ti, alla quale hanno partecipato anche i delegati delle «Coloni.e Libere» di Zurigo, Sciaf fusa, Basilea, Lucerna, San Gallo, Bienne, Ginevra, Grenchen Baden, Kreuzlingen, Rorchaoh, Kradolf e. Mendrisio, in corudderazione dell'assoluta inattività dello esecutivo con .sede a Basilea, tenendo conto del fatto che detto «Esecutivo» non era un mandato del «Congresso» ha deciso di .scioglierlo. All'unanimità, doipo una chiara discu'36ione, è stata poi decisa 1a nomina di un nuovo «Esecutivo» con sede ai Zurigo. Il nuovo «e.secutivo» che è provvi.sorio, è stato incaricato della convocazione del pro'36imo «Congre.sso». Come suo primo atto, !'«esecutivo» ha inviato a Roma un del,egaito con compLti ben preciai, intesi a concretizzare i la:vori presparatori del congresso, al fine di asaicurare allo .stesso validi risultati. Sono stati presi accordi con il Ministero degli Esteri, con il MinisteTo del Lavoro e con il Mini.stero de.gli Interni. Tutti i deputati awartenenti all'emigl"azione italiana della Svizzera hanno assicurato il loro più largo appog.gio. LaColoniaLiberaItaliana di Ginevraperla ricostruzione democraticadellecollettivitàitaliane La Colonia Libera di Ginevra rmie11Jeopp~tuno di fissar.e qui - i,n breve - quelle che dovrebbero essere la limea politica ed i mezzi di azione più appropriati, per la vita avvenire della Fedeirazione deble Colonie Libere in lsvi.z~ra. • • • iLa CoLo;nia.L~bera di Ginevra. ha semrpre cons1iderato e considera tuttora ohe ,la Ti,◊O&tituzione democr.a.tica delle colLet!.ività ita!Jirune in Isvizz.erra, si,a lo SC0'P0'l)rinciJpale che la. Federaizione debb.i. perseguire, mediamte iù contri1buto attiivo e coordi- ;na,todi ogni Go'lonia. Essa ritiene, inoltre ohe tale rico,stibuzione democratica Jl.0n -poS6a e no,n debba ,avvenire se IIl0D nalla Colorniia. Liibera, se non faoendo, cioè, de~Laistessa il n'lloleo origi;n,ario, .nel qurule conver,go,no tutte le forze realmente e sinooraimente democratiche - sia iso'1ate, sia organiz7.61.e -, per giungere, inlfine e come ultima fa.se del .-processo,.alla Colonia Halia'lla. La nootra conoozione sulla funzione del llJUCJ1e-0o,rrginario, non p,roviene da una ,sterile intra.n&iigenza, me. dalla femna ooruvinzione ohe è eooltanto neille esigenze ipolitiohe e morali di u.n ventennaJe di iJo~ta antifasoieia, che si trovano le premesse e ~e condizioni al sor,g,ere di un.e. reaile democràzia. • • • Da qu~te -premesGe, ,risulta come cons:e~enza logica cho le istituzioni ed assooiaizioni italirune - ,per le quaM si -possa dimostrare Li '1oirovolo.ntà d'i mOJ1tenersi lontane datlila Coloill.iaLibera - sono da considerarsi come isti~uzio'ILied associrazioni rette &U:lla base di '.I}rin.ciJpaintdennooratici. E come tali es~ '11.0ndovr,ebbero venire rico- .nosoiute dalle autorità diJplounaitichee consolari qu.a:li ,ra.ppre.sen~ti di i.nteres&i itai1iirune1 collettivi, se de suddette autorità intendono• a1gire nellò spirito deHa IIJ.U0iVItaa,liia,demooratica e repu:bblicame.. • • • Il riconoscimento delle Colonie Libere dO'Vrebbe essere basato 1 S1U que,;ti 'P,rincri!pi,su1'1a.base delile documentazioni ohe ogni Colonia è in graJClodi fornire. T,a,Ie rico.n06Cimento compor~erebbe, a,utomaticamente, Je. ra,prpresentrunza,deHa massa amorfa, come si euol ohiamare, ,poichè un gover.n.o ,legJittimo ba il diritto di tutelare gl'i i.n!iere%i, non soltanto dei cittad:iru ohe ·lo -oppongono, ma pure di quel,li che non as6'1lmo.nopos"izione di fronte a.i ,problemi politici e sooiali. • • • La Co10Jlia Liibera di Ginevra :ritiene ohe se la Federazione delle Colonie Libere 'llO'D v-orrà isterilLirsi ed esaiurirsi nella sua funzione di rico- ,struttrioo de!lileco,Jlettività nella democrazia, dovrà pensa.re s-eriaimen,te a ireailizzare qualcosa che oostitui'sica un reale inbere6Se 'Per tutti ,gli italiani in Svizzera. Poichè soltd.nto,, cosl, essa potrà esercitare la sua i'Illfluenza suJ•la masso. e dimo.,trare agli avversari le sue caip,a.cità. AJI'uopo oo.;:a IJ)'ensaohe debba. essere convoca'!.o un congresso, co1Lsuo sooipo di realizzare ailmeno due delle rivendicazioni delle Colonie. T,aile congres.so dov.r,ebbe essere preceduto da una seria propaganda di slolm,pa in Italia, sui migliori quotidiani di Milaoo e di Romra. Ad ~so dovrebbero interrvenire coloro ohe IS'0DOsf·ati, ancO'ra, ,recentemente, fr.a i anaggioiri e51J)onenti del movimento e che a.ttu.aJ,mentesiedono Oll,goivenno o aJl11aC. os:ituenrte. Bib oteca ino Bianco Essi do,v11ebiberoesercita.re un'aizione &111governo, si da indurlo a prendere quei provvedimenti ohe possa.no facilitare la rea.lizzazione delle rivendicazioni delle Colo.n.ie. F.re di esc3e la più faci'le ad ottenere è la ConsUJltaco'lloo,lare. Poichè il voto degli italiani alrestero richiede, già, una legge spooiale dello s:ato, che solo la Costituente può promulgare. La. pr,epa,razione {lei congresso richiede almeno due mesi e perciò es,so non potrebbe aver luogo che ver.so Ja fi<ne di marno. Ma il lavo,ro dovrebbe es.sere cominciato subilo. Dal congres.so 'P0i dovrebbe sorgere, quale i.n:iziativa spontanea delle Colonie, i1 segretariato degli italiani all'estC>ro,con sede a Roma, ed i nos:ri comp:igni i,n Italia dovrebbero adoperarsi wffincbè esso sia riconosciuto dal governo qua 1le rap,pre-- sentante l'emigrazione it.alia.na, in ente a.utonomi oo i•ndipon<lenle. In tal modo, le Calonie ed, in genore, l'emigrazione potrebbero ave.re a Roma uno o parecchi rappro.sentanti, che siano in gra.do di ·.rallare col governo, direltarnente ed in assoluta indipendenza, tutte le quc.stio,ni cho i'llteressano l'emigrazione, anzichè passaJ·e attraverso le legazioni e la DIE. * * * Senza vo,Jcrci dilungare tro'P'P'0,poichè aibbiamo già avuto occatSione di C$porre il nostro pensiero, crediamo che sia giunto il momento di fare un'azione costrut~iva, os.sia realizzare qualouno dei postulati da tem'Po fissati. Il congresso dovrebbe essere convocato solta.nto quando sia pressochè a.scSicurato il suo successo, ed. è per questo che è necessario agire fin a·ora. Anohe i•l problema della stampa dovrebbe es.se• re esaminato seriamente, '.-anlopiù che che cominciano a sorgere e svilruppa•rsi 01·gani c.he ~umono pos'iziMi contraista.nti 0CJ1llenostre. Invece il 'Problema degli uifici soci11li è, secondo noi, 'l)'if\lttostodi competenza delle singole Coloni-e. Luigi Bertonl * Mila.no, febbr. 1872 t Ginevra, genn. 1947 Luigi Bertollli è morto, ma rivivrà nel ricordo affettuoso dei tanti che hanno avuto il bene di conoscerlo e di amarlo. I lavoratori hanno perduto in lui un amico .sicuro e sincero, la società un galantuomo. Partito 8oeialista Italiano VITA DEL PARTITO Nell'ultima riunione della Commissione esecutiva il compagno segretario· Luigi Buzzi riferì sullo sv-0lgimento del Congresso nazionale del Partito tenuto a Roma recentemente, al quale era stato delegato. Dalla sua relazione emerse che diversi O()lffi,pagni della destra, del centro ed aniche alcuni della sinistra fecero tutto quanto poterono per scongiurare la dolor,osa scissione. Ma i loro sforzi s'infransero contro la volontà risoluta di quei compagni -della destra cihe considerarono impossibile un'ulterfore collaborazione entro il Partito e •contro le mene di certi compagni <lella sinistra i quali, di fatto, -desideravano l'allontanamento dei gruppi della Critica Sociale e dell'Iniziativa Socialista, per acquistare maggiore libertà di perseguire i loro fini particolari. Il nostro delegato al Congresso aveva l'inca.rico di propugnare il mantenimento della unità nel Partito. Trovatosi di fronte al fatto compiuto della scissione, si associò personalmente ai compagni che costituirono il nuovo Partito, nel programma del quale egli vide la continuazione della grande tradizione del veochio Partito socialista italiano. · La Commissione esecutiva prese atto della relazione del delegato, deplorò vivamente la avvenuta scissione nel Partito, che indebolisce .quest'ultimo, sconforta e sconcerta i lavoratori. Essa ritiene che nella Federazione socialista italiana della Svizzera si deibba mantenere l'unità in qualche mo<l.o - perchè una scissione sarebbe dannosa non soltanto alla Federazione stessa, ma pure agli operai italiani residenti ed a quelli che verranno in questo paese. La Commissione esecul,iva si propone <li convocare un Congress,o federale prossimamente, al fine di stabilire la linea di condotta da seguire. Intanto raccomanda ai comP¾(}"Jlie.d alle sezioni di esaminare per conto proprio pa•catamente gli avvenimenti e la situazione e di evitare dannosi eccitamenti, contrasti e decisioni precipitate ed inconsulte. Wlnterthar S,EZIO,NE SOCIAUSTA UALltAN•A Domenica 2 .febbrai-o, alle ore 14,30, nel sol.ilt-0 focaie aVTà luogo l'assemblea mensile -della &ezione. Turi.ti i oompaigni oono cor.dialmente oin'Vitati.Data l'iIDlportanza del['o1,jine del giorno, &i pirega di non mamcaire- lrl comitato Sottoscrizione per l'AVTenlre dei Lavoratori L'emancipazione dei lavoratori sard opera dei lavoratori .stessi». Zurigo: Carlo Man. Tra compagini ,l,a se.ra ,di S. Silve1,,i,roFr. 32.- H. M. in memoria di M. M. • 50.- Winter:l!hur: Sezione Socialista • 52.- B-ienne: RicaivaJt,ofesta <Pro Avvenire• • 50.- Vevey: Pairlamento pa,gmdo aibbO'Iloamento• 13.- Totale Fa.-. 197.- I

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