L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVII - n. 55 - 15 settembre 1946

Anno XXX~II (nuova serie) M. 55 Zurigo, 15 settembre 1946. LIBERAREE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA Redazione e Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau. Zurigo 2: Conto postale No. VIII 26305: Abbonamenti: 24 numeri Fr. 4.-. 12 numeri Fr. 2.-, una copia cent. 20 Telefono 27 47 02 Autocritica disHlusione dei proletari che avevano inYano ri- .post..: la loro fiducia nel socialismo e nel comunismo; dalla paura dei ricchi che temevano di essere espropriati. Il fascismo, quella prima volta, non i è presentato con un programma contro altri programmi; esso ha vinto negand-0 che la società, lo tato possano essere problemi in discussione. Contro la ragi-0ne «dissolvente> dei politici, il fascismo, quella prima volta, ha fatto appello agli istinti atavici, alla voce della stirpe, alla tradizione, alla mistica dell'ovile, « al bisogn-0 di -credere •, alla fedeltà, alla solidarietà di fronte al pericolo, « alla salvezza nell'obbedienza >1 « alla ca-tilà del sacrificio>, alla f ratcllunza dettata dal destino. Il fascismo è cr-0llalo; ma si può seriamente dire che gli italiani abbiano aperto gli occhi? E sarebbe tr<>ppo com-0do credere che i -ciechi siano ora tutti dalla parte avversa. La nostra gracile democrazia è ora arlicolata, in misura quasi esclusiva, come ognuno può verificare, sui cosidelti parti ti di massa. Ognuno conosce anche le cause che ci han condotto a questo risultato, ma forse non tutti si rendono conto di una .sua conseguenza assai grave : i grandi partiti di massa possono rappresentare infatti per Ja democrazia lo stesso pericolo dei trusts nella sfera economica. I grandi partiti tendono, come l'esperienza dimostra, nel proprio interno verso un regime oligarchico, verso un accentramento cioè della direzione del partilo nelle mani di una ristretta cricca di dirigenti tra loro legati al modo abituale delle solidarietà camorristiche, e nell'esterno verso un monopolio sempre più rigoroso dell'opinione pubblica. Tutte le indagini finora condotte dagli studiosi sulla natura e sul comportamento dei grandi parti ti moderni, da :Max vVeber a Roberto Michels, sono arrivate a queste pessimistiche conclusioni, suffragate del resto dalla personale esperienza di quanti hanno in qualche modo partecipato alla vita politica negli ultimi decenni, Sarebbe pertanto illusorio debellare i monopoli nell'economia per affermarli nella politrca, poichè, a parte ogni altra considerazione, attraverso l'egemonia che la stessa politica tende ora ad esercitare sui fatti economici, si avrebbe soltanto la sosbit,uzione di una forma di tru.sts ad un'altra. Il primo concreto pr~blema da affr-0ntare e risolvere per garantire a tutti i cittadini, anche ai senza partito, diritti politici non fittizi, dovrebb'essere dunque proprio questo; ed è invece un tema che nelle discussioni per la nuova. Costituzione nessuno ha previsto. Nè, secondo l'esempio francese, il problema lo si può risolvere con qualche patetica affermazione sui diritti sacri della persona che •nessuno, a parole, ora osa miettere in dubbio : poichè la minaccia alla libertà non è più, ormai, di ordine intellettuale, ma essa è del tutto pratica e quasi connaturale ad alcuni aspetti della moderna vita associata. Non si tratta qui, com'è ovvio, del diritto parlamentare spettante al partito o ai partiti vincitori nelle elezioni di formare un ministero e· quindi di governare; ma del diritto dei cittadini di diversa opinione, o anche di nessuna opinione, di non essere respinti ai margini della vita pubblica solo perchè minoranza, di non essere considerati e trattati insomma come cittadini di seconda categoria, come -cittadini-orfani, come cittadini-paria o anti-nazionali. In fondo, ciò che si rimproverava ~iustamente all'esarchia (e si rimprovererà domani alla triarchia) non era di governare, ma che la tessera di partito giustificasse privilegi, prepotenze, immunità anche nell'ordinaria vita sociale. Non sono pochi, anche tra le persone oneste e disinteressate, i quali pensano -che tutto ciò è naturale, è fatale, è irrimediabile, è nel meccanismo del mondo moderno; e, se hanno letto qualche opuscolo, aggiungono anche, a guisa cli esorcismo, che tutto ciò è marxistico. Ma la Costituente che domani inizia i suoi lavori sarebbe una ben misera commedia se noi non tentassimo di affermare l'irriducibile ambizione della nostra coscienza di non piegarsi mai ad alcun fata_lis~o : e il s~nso più intimo del nostro socialismo è racchiuso in questa ambizione. Forse queste sono anche le considerazioni più opportune, da parte di un s?cialista, come esordio ai lavori della Costituente. Il fascismo ha rappresentato il tentativ~ di mettere l'ordine sociale e politico fuori discussione, di renderlo indipendente dalla volontà cosciente dei cittadini e dalle nuttuazioni dell'opinione pubblica. Il fascismo affermava la società come eterna : essa è già quando l'individuo nasce, e continua, qu;ndo l'individuo muore. L'individuo deve perciò adattarsi alla socie~à, allo Stato, al suo modo di essere, e non viceversa. A _quest~ riguardo il fascismo è stato un tentativo d1 ricondurre i rapporti tra la persona e_ la società al punto in cui erano due secoli or sono. Fino all'illuminismo il problema dell'insieme dell'organizzazione sociale non era 0<1aetto di disputa. Con l'illuminismo la soci:tà lo Stato divennero dei problemi. Da all-0r~ ebbe inizio l'epoca delle costruzioni politiche e sociali _raz_ionali~l'epoca dei programmi. Nacquero 11 hberahs~o, la democrazia il socialismo (cui conflmrono altre lend~~ze più antiche), -con tutte le loro varietà -0gp n pi ~._s ra.ppre en ne n m1ni ra di versa di conce pi re i rapporti tra gli uomini, la società, lo 'lato. Sembrava allora che la ragione aves e definitivamente spodestato la tradizione, la rassegnazione, il fatalismo. Fu però un regno puramente platonico. La società nell'ultimo· secolo continuò rigogliosarnenle a vilupparsi e ad evolvere, ubbidendo ad altre leggi che a quelle della ragione. Quello viluppo però era esso stesso tema di discussioni, alimenta.udo sempre nuove teol'ie e nuovi programmi, e nessuno vi trova va inconvenienti. ~Ia la prima guerra mondiale ha creato una it.uazione in cui il discutere certo cose è diventato pericoloso. Certe cose si sono rivelale a lume di buon senso indifendibili. Così è nato (una prima ,·-0lla) il fascismo. Il fascismo è sorto, quella giova ricordarlo, dalla angoscia minacciati nella loro esistenza prima volta, dei ceti medi sociale; dalla In tempo di Costituente tutto è in discussione. Anche noi stessi. Ignazio Silone Lettera dall'Italia La pace, li paese, li partito )ìon ci fa.eevamo troppe iJ.lUBioni. Od almeno non ~ ne facevo .io; ohe alla fine dell'altra guerra, forse perchè ero.... alquanto più giovane, avevo null'ito occessiva fiducia (come, del resto, milioni ù'altri uomini) nella generosa predizione di ,vilson. Anohe quell'illustre presidcn te americano era, probabilmente, in buona fede. Ed erano, probabiJmente, .in buona fede anche quegli speakers di Radio Londra, che nel 194-3dicevano a noi italiani: ~ ),ibe1-atevi di MUS50lini e poi vedrete». Ed aìtresì quegli statisti delle Nazioni Alleate, che, in premio degli sforzi che, ùopo il i:;ettembre 19-13, faceva l'Italia per combattere i Tedeschi, ci avevano largito la « coballigeranza ». E lo erano pure quegli uomini autorevoli, che, venendo da Parigi e da Londra, ci promettevano che anche i nostri rappresentanti si .sarebbero potuti sedere al tavolo della confer~m-za della l)aee. Ma il fatto è che ci hanno Jru:;ciato fuori della porta. O, più esattamente, ci hanno socchiuso appena un piccolo usci-0 ùi se:rvizio per la.sciarsi esporre, in veste prcosoohè .di a.ecmsati, ]e nostre doglianze. Dogliarnze giustificate, perehè, in verità, peggio di così - dopo tante promc-Bse - non ci potrebbero trattare. Retti.fiche di confine, sottrazione di nuove e di vcechie colonie, valorizzate dal sudore italiano. riduu.ione della flotta, indennità di guerra che stremeranno la nostra già tanto impoverita economia, e - spina più dolorOiSa di ogni altra amputazione di Trie.;;te, ch·er,a stata, come in Ell'ropa oignun sa, uno dei fini dell'altra guerra, che salvo errore rubbia.mo vinta. Non è davvero, fare del nazionalismo l'affermare l'indiscutibile italianità della grande città del,J'Adriatico. E neppure ifJ. sostenere che, se p,ropl"io si doYrà creare un piccolo stato libero giuliano, questo debba comprendere tutta ritalianissima Istria, dove si parla ancora il clialetto veneto. Ma tant'è: sia a capo della Ru ·s::t uno Czar oppui-e Stalin, iregga i destini dell'Inghilterra un governo conservatore ud un Gabinetto laburista, forse la po:litica internazionale è schiava della geografia. E per tali motivi geo-politi-ci, poveri cri...,ti. che siamo in mezzo ai due blooohi etnico-<'co110mici am1glo--sassone e slavo, subiamo la sul'- te del tradizionale vaso di coccio fra i che vasi di feri-o. L'Italia, però, non può morire. E non morrà. Lacera, devastata, dis angu:.ita come è dallla guerra, e come, e più, lo .sarà dalla pa-ce, l'Italia per le sue tradizioni 1JnivP-rsili di civiltà e di cultura, per la sua ste..sa posizione geografica, e soprattutto per l'o· perosit.i dol suo popolo - potrà dire r.n12ora una sua parola nel mondo. Potrà e·-;er 1~ - for e - la mediati,ice fra le due ideologie dei blocchi in cont,rasio, come è, per la ua postura in Europa, ahl'incrocio fra lo pccid,ent l'Oriente. Vorrei trairre un f a,orevole auspici,, per il domani dal con-corde contegno del vaese di fronte alle notizie che ci vengono quotidianamente da Parigi. Non incomposti sfoghi - o così effimeri da pa~ a1, quasi inosservati - di nazionalismo ec;ac:erbato. Non incrinature - o così lievi e -;uperficiali da non intaccare la compatt0zzu. ùel sP-!!timento nazionale - nelll'accorah, ma virile reazione di fronte alle pateuti ingiustizie. Lo stesso on. Togliq.tti, qua•;i a sme11tire certa sua infelice intervi t:.i e qualche commento più o meno autorizzato del1'01,gano u ff i-eialè del suo partito, ha proposto, nella Commissione degli Esteri della Costituente, un ordine del giorno di solidarietà con l'operato d~ presirlentè d~l Consiglio. Fra i malanni di questo dopoguerra, tanto peggiore per varie ragioni dell'altro, c'è alaneno, il confo1,to di vedere Jc ma~r;e proletario san.sibili ai valori ed agli intcres i na-zionali infinitamente più che non lo fossero alla fine del primo confìlitto uvrnùiale. La sperimentata duplice oppressione, nostrana o tedesca. l'opera dei partigiani consapevoli (checchè se ne possa pen.5are o diro a Parigi) di avere contrib:iito tanto efficacemente alla libe1-azione della patria, la caduta della monarchia complice del fascismo e le peranze nellla giovane Repubblica, tutto ciò ha cooperato a creare tale stato d'anifll1o. Il quale va alimentato e ,rafforzato di -continuo affinchè l'Italia trovi la sua ,strada. 1'l nostro partito ha un grande compito, spetta iruf~tti, più ahe ad ogni altro, al partito socialista italiano l'indirizzare i lav•,ratori, che sono la maggioranza della nazione, su la g·iusta via. Ohe non dev'essere nè raservimonto agli interessi - comunque ammantati - del capitali mo anglo- assone, nè l'obbedienza agli ordini del comunismo mo covita che, per essere intanto e ~~pratutto panslavo, male dia imula le fatali fattezze imperialistiohe. Il partito socia I i,sta può o de-ve essere la guida della democrazia. Di una, non mentila, democrazi:.i cho appaghi le sa-crosanLo aspirazioni d?i laYoratori e rinneghi metodi e fini cliti:Ltoriali. nel proprio seno, all'intorno del pac-.e, nei 1,apporti internazionali. Appunto per queto deve conservawe gelosamente la. propria autonomia. Tale autonomia era stata, ben i, esplicitamente riaffermata nel Oon1grcs.so ,Ii Firenze. Ma poichè oggi più o meno apertamente si riparla di fusione coi comunii-ti, cd una frazione del partito sbanùiera tali « compiti nuovi» che es.so dovrebbe as clYero, e poichè, pr1ma o poi, la fusioue signif.icherebbe nient'altro cl1e la stretta osserYanza delle direttive di :Mosca, è tempo che i ripetano le parole di Modigliani: « I comunisti coi comuniati cd i socialisti coi socialisti». Alessandro Levi I due orfani Fratello, bi dà noia, ora se parlo'! Parla, non posso prender sonno - lo I sento Rodere, appena ... - Sarà forse un Lario. - Fratello, l'hai sentito tu un lamento Lungo, nel buio? - Sarà forse un cane ... C'è gente all'uscio .. - Sarà forse il !vento ... Odo due voci pic(lf1e,piane, piane... . Forse è la pioggia che vien giù bel bello. Senti queii tocchi? - Sono le campane. Suonano a morto? Suona,no a marle.flo'l Forse ... Ho paura ... Anch'io. Credo che /tuoni: Come faremo'! - NoJ1 lo so, frate/lo: Stammi vicino: stiamo in pace, buoni. - lo parlo ancora, se Lu sei contento. Ricordi, qurmdo per la serratura Veniva lume? Ed ora il lume è spent-0. - Anche a quei tempi noi s'avea paura. - Sì, ma non lcmlo. - Or nulla ci conforta. E siamo soli nella nolle scura . ~ssa era là, cli là da quella porta; E se ne udiva un mormorio fugace, Di qucmdo in quando. Ed or la mamma è /morta. Ricordi? Allora non si slava in pace Tanto fra noi. Noi siamo ora più buoni ... - Ora che non c'è più chi si compiace Di noi! .. Che non c'è più chi ci perdoni. G. PASCOLI Una nooTa società di classi II La eblasara delle frontiere di classe Gli Stalinisti ed i loro amici volenti e nolenti hanno una risposta favorita alla teoria d'un dominio di classe nell'Unione Sovietica : fanno rilevare che in es.sa ciaècuno J1a < illimifa.te possibilità di migliorare la sua condizione• La favola americana dice che e ogni ragazzo può diventare Presidente •, e con la .&te.ssa logica ogni soldato sovietico porla un bastone di )Iaresciallo nel suo zaino. \"'è un poco d1 iverilà in questo, o meglio v'c.ra nello stadio iniziale della società sovietica. Ma an-- che allora ciò non provava che non esistessero le eia i. In America, anche, lu.&trascarpe -son diventali milionari : ma nessuna persona ragionevole ha mai pensalo di negare perciò che vi sia una società di clas i. E le frontie.re di classe .nella soci~tà .sovietica, rhe erano al principio relativamente aperte ed ela- .&tiche, si sono chiuse con velocità stupefacente. V1 sono ancora molli figli di operai e di contadini nella generazione contemporanea di burocrati perchè que la classe dominante si è costituita per differenziazione delle classi degli operai e dei contadini. )[a i burocrati di domani saranno in prepondcranz;a Iigh di burocrati e !"insieme della po.litica di classe dominante tende rn quella direzione. Diventa via via sempre più la regola che il figlio d'un operaio cli,·~nti un operaio, roe,nlre il figlio d'un burocrate, o d"uno appartenente allo strato intermedio, diventa un burocrate. Vi ~ono tre vie per la trasmissione dei p.r1vilegi : !"eredità, il monopolio deLJ"educazione. i favorilism1. L'eredità è il meno importante. Comunque, il diritto a di.sporre senza restrizioni della p.roprielà mediante un le lamento è garantito dalla stessa Co li luzione. }!a si può disporre di ciò che si possiede : mobili, opere d'arte, ville ,per l'c.!:-lale, contanti. depositi in banca. buoni governal1,·i - cose tulle che ha.nno 'llil enorme valore nella generale povertà.. - 11a non si poosono trasmettere nè offici ne nè quote di pacchi azionari. La persona pr1Yilegiata può però far educare i suoi figli, ed essa soltanto può farlo. « Per quanto riguarda gli studenti• sicriYe Yvon e il fattore economico è .&pe....c:.so il più importante d1 tutti, ed il fii:rlio di un 'Paclr e ricco ha un grande vantaggio sopra coloro che dispongono di mezzi mollo limitali•. Dopo che la.li paTolc sono .-:ate scritte -vi è stato un grande svi,hippo in questa direzione. Nel 1935 la stampa sovietica riJevò con mollo giubilo il fatto che più del 50 per cento degli studenti avevano gli studi pagali dai loro genitori - mentre .subito dopo la rivoluzione la maggioranza di N,si era stata mantenuta a scuola da varie istituzioni pubhliche. In molli luoghi vi .sono scuole speciali per i ftgli dei burocrati, cominciando dalle • creches •· Nel 1940 sono state rei,nlrodolle le lasse .scolastiche per gli ultimi tre anni di e 5cuole medie e per tulle le università e collegi: e l'e.&empio fu presto segui,to da tulle le scuole tecniche, normali agricole, mediche cd altre scuole secondarie. Tali tasse ammontarno a Jo0-200 rubli per ,le -cuole medie, e 300-500 rubli per i collegi. Borse di studio .sono assicurate soltanto per i migliori fra lutti : d11c le.rzi per 1 cla .&ificati «eccellenti• ed il resto per i «buoni•· Le tasse per il primo semestre dopo l'imtroduzionç di questa legge doveYa,no e..~e1·e pagate entro quallro settimane: coloro che non µolerono pagare furono e puJsi. Così 600.000 studenti dovettero laS<:ia~. re le 1,cuole. La fondazione dell'Accademia militare Suvarofl ron ammissione preferenziale per i figli di ufficiali è un altro pa.,,so nella stessa direzi011e. ron manca altro che introdurre nella Corte del Kremlino un corpo di pag,gi secondo il modello zarista. Circa la terza via di tra.smettere prl'Vilegi, Yvon ci dice: «I diplomi sono inclispensaJbili, ma non oono i oH a contare. I lavori por <'Ui ossi abilitano, variano in dc ideTahililà, e sta diventando se1np,rQ più rlifficilc cli a.%icura1· 1 i mi_gliori se non si han;. no delle relazioni. Un uomo che ab})ia una posi- (Conlinua fn Il pagiìrcù)-

Bi NOTIZIARIO ITALIANO Per una politica soeialista La dichiarazione del Partito Soclallsta Italiano Il partito Sociali-sta, naturale difensore della classe lavoratrice, per un' azione sociale immediata ROM·A. - La 1«Dich.liaraz-ione»della Direzione del Partito Socralista e ,del gruppo ,parlamentare. • La Direzione del Partilo e il gruppo par-lamentare &ocialisla, considerando il perturbamento e le agitazioni popolari è la crisi cuLminala con le dimissioni del mini-stro Corbino, conseguenza della mancala attuazione del progrrumma concordalo aJ.la formazione ,del Ministero, mentre chiedono la sostituzione del ministro dimis.sionario - in attesa della necessaria. ed au&picala unificazione dei due dicasteri delle Finanòe e del Tesoro - con persona rispondente alle imprescindibili esigenze della situazione e mentre si impegnano di dare al Paese un completo programma :ii ricosti•uzione paci{icala che inquadri lo -sviluppo del reddito nazionale e della sua di&tribuzione e si rapporti alle nostre disponib~lilà, afferma-no la necessità che finalmente il Governo inizi e persegua un'azione immediata decisa coerente e,<:ontinua basata sui punti sottosegnati, capaci di infondere in lutti i lavoratori la necessaria fiducia nella rinascita del Paese. li Governo, per eliminare le spiegabili agitazioni e per poter &volgere in tranquillità il proprio programma di ricostruzione, al,la cui attuazione collaboreranno gli organi rappresentativi dei lavoratori, deve· smo manifestalo&i; e Morelli ha lamentato che la Confederazione non abbia assunto un alleggiamento più energico. ROM1A. - Una ·diohiaraz.ione di Saragat: Invitato a esprimere le sue previ ioni sull'atteggiamento della •Co litucnle• nei confronti della ratifica del tr-att.ito ,Ji pace; Sara.gal ha risposto: •L' As emblea costi tuen le è &ovrana e non posso pronunciarmi in merito. Ma posso affermare che attualmente esiste nel Paese una grande delu iono pel' l'atteggiamento degli alleali e sono convinto che e.ssa influenzerà il volo dell'A emblea. Le condizioni che a Parigi vorrebbero imporci, &ia territoriali sia economiche, se saranno applicale costi- _tuiranno certamente un grave ostacolo per lo sviluppo e la democrazia della Rcpt1bblica italiana. StJ questo non esistono dubbi!•. Saragal ha fallo il seguente quadro della situazione interna italiana: •~on è una cri i governativélc che oggi trarnglia !"Italia, sebbene l'effetto della profonda delusione Ja tutti 5cntita aggravala dalle ripercussioni della tensione internazionale. Il popolo italiano cerca. la sua via ma purtroppo constata che la nuova Repubblica non ha ancora dato una risposta soddisfacente ai tremendi problemi dhe l'assillano. Due milioni di disoccupati e f>a~ari cli fame: ecco il problema!•. Ed a giudizio Ji Saragal la gravità degli aspetti economici. sociali e morali del •problema degli Haliani• è tutt'altro che attenuala dalla mancala comprensione del compito che la nuova Repubblica ilaliana potrebbe agevolmente avere nel generale assetto po l-bellico dell'Europa. Sara.gal ha poi accennato all'atteggiamento ,!cl parlilo socialista italiano nel momento attuale, ed ha anzitutto &mentilo categoricamente che il partilo sociali5la sia. •aggancialo• a quello comunista aggiungendo: di partito socialista italiano è autonomo: ci ono soltanto dei piccoli gruppi che vorrelJbero arrivare alla cosiddetta •fusione• la quale segnerebbe la comparsa del movimento socialista,. ConcluJcndo il presidente Saragat ha co5i ria&- sunto i capisaldi della politica italiana e il futuro programma di qualsia.si Governo italiano: «Sul piano della politica internazionale la nostra unica via da seguire consiste nel mantenerci fuori da ogni blocco e nel difendere l'autonomia del Paese. Sul piano in terno occorre svolgere una coraggiosa politica sociale dato che le cla&si lavoratrici soffrono, e quelle abbienti .sono prive di senso di civismo•. ROMA. - L'imiposta ,del 25 per cento sugli impianti industriali. ln merito al provvedimento minif>Leriale, di imminente emanazione, recante le norme per la corresponsione allo Stato, da parle delle aziende industriali, del 25 per cento ulla rivalutazione monetaria, si apprendono le seguenti notizie. Il ,provvedimento impone che i saldi attivi ,Ji rivalutazione ~onetaria. quando vengano trasferiti a ca;Jilale, 1ano devoluti a favore dello Stato nella misura del 25 per cen lo. La devoluzione è effettuata mediante versamento alla Tesoreria -Ji una omma, pa1·i alla impo la del 25 per cento &uddelta, da parte della società, la. quale ha Jir-itlo a rivalsa sugli azioni. ti. Chi non voglia versare il capitale può liberarsi dall'obbligo mediante la consegna di azioni gratuite per un valore corrispondente al 25 per cento di alieni, da intestarsi all'JRI e da consegnare entro , es.;,anta giorni dalla delibera dei trasferimenti di capitali a saldo attivo. difendere la moneta per assicurare a chi lavora un ragionevole tenore di vita; pl'ovvedere alla difesa e al consolidamento della Repubblica; restaurare la autorità dello Stato: ,garantire ef(icacemcnle, con la rigenerazione delle forze di polizia, la .sicurezza " la li1bertà dei cittadini; instaurare una disciPlina dei consumi e provve:lere alla loro distribuzione commi·nando severe sanzioni contro chi effettua incetta di beni cli con&11mo e di materie prime, sa•nzioni che dovranno includere la <:onfisca delle merci e dei mezzi di trasporto delle aziende. Peter Meyer ' Il Partilo socialista ritiene indispensaJJili e· improrogabili le .seguenti rmis.ure rfi.nanziarie di carattere eccezionale: a) una imposta slrao!':linaria progressiva sul patrimonio con impegno per i Ministri competenti cli comunicarne prontamente le aliquote; ·b) l'accelerazione delle procedure per l'evocazione dei profitti di regime e dei 5ovraprofilli di guerra; <:) la ,revisione e rivalutazione delle imposte ordinarie alo! .scopo .:li raggiungere quanto più rapidamente possibile l'effettivo pareggio del bilancio ordinario; d) il raffo1·zamenlo e rinnovamento .jeJl'apparalo fiscale dello Stato e dei suoi corpi esecutivi allo scopo ·di colpire efficacemente le -evasioni fiscali e cli ristabilire una attenta sorveglianza alle frontiere ove .si &la esercitando sfacciatamente il contra1bbando; e) l'adozione di .sevel'e sanzioni contro i trasgres- ~rì in materia vafolaria e nel campo del commercio con l'estero. Per fronteggiare le tragiche conseguenze della disoccupazione, il Partito socialista ritiene i•ndispen5abile un congruo aumento ,foi sussidi per adeguarli all'accresciuto costo del mi·nimo indispensa,bile di sussistenza. In ordine a,lla produzione ritiene che occorra ritornare rapidamente alla normalità nella produzione industriale in tutti i settori oberati da gravami antieconomici, reclama·ndo 11el contempo provvedimenti atti ad assicurare lavoro o quanto meno mezzi di &ussislenza alla ma·no ,j'opera che si rendesse disponibi~. Ii Partito socia,lista richiede infine ·che i salari base vengano aggiornali mediante aumenti percentuali conglobanti gli adeguamenti già realizzati rapportandoli ai livelli raggiunti da alcune categorie. propugna la revisione ed un sollecito aggiustamenlo della scala mobile che funzioni in forma continuativa, tutto ciò in considerazione anche che un miaJiore tenore di vila dei lavoratori li mette in condi- ;ione .ji aumentare il rendimento della produzione•. RO.MA. - La perequazione dei salari: La Riunione del Comitato direttivo ,della Confederazione Generale del !Lavoro. Mfn,accia di estensione a tutta l'Italia de!ol sciopero ,degli sta1ali. Per esaminare la situazione dei salari e del costo della vita, in relazione alla proposta degli industriali e .Jel Governo per u•na perequazione generale deleJ retribuzioni, al fine di attuare una tregua salariale, si è riunito slamane il comitato. direttivo della C.G.I.L. Di Vittorio ha ricordato la proposi a, avanza la dagli industriali e appoggiata dal Governo, per una revi&ione generale a carattere perequali vo dei salari allo scopo cli -0ttenere una tregua safariale che permetta una <:erta stabilizzazione e porli un contributo alla saldezza della lira. Su:ggeriscc che la ,proposta degli in•Justriali sia accolta per giungere a'd un accordo sulle principali questioni. Prima del termine della riunione &i è avuta una 'breve e vi-va<:e discussione sullo sciopero degli statali. Di Vittorio ha informato il Comitato che le trattative per .gli aumenti continuano, ma non sono di iinminenle conclusione. Ha ,;ieplorato che nel Nord la categoria abbia infranto la c!Lsciplina sindacale, iniziando uno sciopero che, nonostante i tentativi della Confederazion,e perchè da esso 5i desistesse, è oggi esteso a ventotto provincie. Dal ca•nlo suo, la Federazione nazionale dipendenti .statali, in una comunkazionc inviata oggi alla C.G.I.L., cbiedc cli avocare a sè la ,Jirezione dello .sciopero e cli estenderlo a tutta Italia qualora il Consiglio dei minfatri, nella prossi.ma riunione non accolga la richiesta dell'acconto cli tremila lire o non la faccia oggetto di esame. AMJerganti, di Milano, ha spiegalo i motivi per cui i dirigenti della Camera del Lavoro cli Milano, pur contrari a,J una infrazione della disciplina sinda<:ale, abbiano dovuto tenere la direzione dello sei p I}-~ av r in P' gn ~tu.azionu f~~- .s"ctezio e /;i.!?)lc iJell~a_enzlliJ de su~10t.;;, Una nuova società di classi Continuazione dti I •pa,gina) zione cli autorità può dare un al'llL0 incommensuraibi,le a .suo figlio. Non lo farà comincia,re nel suo stesso dipartimento, ma in quello di un suo collega, per non dare LToppo nell'occhio. E quando uno sia entralo nell'ingranaggio, poche buone strette di mano .assicureranno racces&o ad una si~uazionc che vale come !'eredi là di denar·o ,di un ca,pitalisla. Questi .falli svuotano un allro favorito argomento: ·di chi dice che • la burocrazia consuma sì una parie sproporzionata dei frutti della p1·oduzione, ed a spese dei lavoratori, ma in <:onclusione la parte maggiore della nuova prod•uzione non è consumala nè dai burocratici nè dai lavoo:atol'i pe.rchè viene accumulata. Ed a chi serviranno le muove officine, !',[rade e cannoni - se .non al popolo? E' rvero che questa .gente è sfruttata : ma l'accumulazione è .eer il bene di tutti , , - Ma, nel capitaJismo il prodotto delle nuove officine e l'uso dei nuovi mezzi di trasporto comlrib\1isce allo -stesso modo al bene del- ]'• intero popolo,. I capitalisti non mangiano da soli tutta la maTgarina e gJi spa.ghetti che vengono rlalle nuove officine, nè scorazzano eia soli nelle nuove Jenovie ,1,otlerra,nee: nè essi si sparano l'un l'altro coi cannoni, ma li u ano rper la di•fesa contro i nemici esterni del Joro paese e contro 1 nemici interni del loro ordine sociale. L'accumulazione consiste nella costruzione di nuove officine affinchè i capitalisti ed i loro figlioli continufoo a sfruttare 1 lavoratori. E la classe dominante russa procede anch·e,,sa neJraccumulazionc costruendo nuovi impianti in cui e..."5-eid i loro discendenti possono se"uitarc a sfruttare i lavoratori. Se la IltLssia appartenesse ad una unica grande corporazione capitali ta, questa farebbe in lutto lo 5lesso. Contraddizioni e sproporzioni Ma forse la .società sovietica. nonostante la differenza di rendlta. può sviltLpparsi armoniosamente? Possiamo immaginare che la urodù'hivilà del lavoro aumenterà, e con essa la quantità dei prodotti: i la,voralori riceveranno migliori salari, i burocratici stipendi più alti: rimarrà comunque abba&tanza per gli scopi dell·accumulazione, e nuo- \'e officine aumenteranno ulteriormente la produttività - e tutto arà p.cr il meglio in questo mondo migliore di tutti i mondi po-s,ibili. Disgraziatamente questo quadro non corrispondC' ai falli, come a·bbiamo visto. Perchè? In una società totalitaria in cui i Javoralori non hanno ne sun diritto, la via di minima resistenza è quella di abbas~arc il loro tenore cli vita e por!'c sulle loro spalle il ca•rico di so-ppoPlarc la cla-sse superiore e di ,provvedere p.er l'accumu,Jazione. La posizion'c di ciascun membro della classe clominanlc, il suo prestigio, la sua promozione, il MIO stipendio, il suo impiego, e talvolta anche la sua vita dipendono dal realizzare o superare il Piano e dal rag.giungere il proficuo prescrillo. I -pr.ezzi di acquisto e di vendila sono fis~-ati dall'alto, ma P!!li può diminuire i salari od aumenta1·P. le ore e 1a \'Clocità del lavoro. L'intero si tema .~ocia:le conduce aWanticconom1co -sfr.ullamenlo ciel lavoro: come è. per questo campo, dovunque il lavoro non è libe.ro. Rubbard rimprovera che la morte cli milioni cli gente nella carestia del 1932 • deve e.ssere considerala come un perdita cli capitale per la nazione•. i\la la burocrazia non può fa1wi ,nulla. La sopraccumula-zione c.d il relativo sovraconsumo degli altri diecimila hanno il loro complemento nella insufficiente nutrizione delle iuandi ma e. che conduce ad una più ba5sa -produllivilà del lavoro, il che a sua volla diminuisce la. quanli,là di prodoll( sociali di cui i può di.sporrc._ Questo. ina- !'pri..scc la lolla per la clislnbuzione dei prodoll1. La crisi è risolta dalla burocrazia nel solito modo: per mantenere ed aumentare la velocità cli acoumulazione, così che le entrale dei dominatori non ne soffrano, il tenore di vita delle ma.sse è semplicemente a,hbassato ancor di oiù. - Infine, essi non ~ ~n<A,fenders1. E cosi il circolo vizioso inco- ~ ~~nuovo. Il sottoconsumo d.ei'le masse è una sorgente di contraddizioni. M:a non mancano altre sproporzioni. Xci pianificare sono inevitabili degli errori. In ogni società moderna esiste qualche metodo di regolare la di tribLtzione dei mezzi di 'Drocluzione e della potenza di lavoro tra i var1 rami e processi dell'attività produttiva. Ne-I capitalismo .c,i realizza questo, bene o male, con il meccanismo dei prezzi e. dei prof!lli, e ~- errori sono corretti dalle perdite e cr1s1 economiche : esse funzionano. come ha osservalo acutamente Xa1'X. nel modo stesso in cui funziona la legge di gravità quando una casa vi ca. ca a.ddo,-so. In una società socialista questo controllo cieco arcbbe so tituito da.Ha cosci.ente sovrintendenza democratica delle masse. congiunta ad una e posizione cli conti completamente puJ)bhca. l[a sotto il dominio sfruttatore della burocrazia i vecchi melod i di regolazione pe1 clono la loro efficacia, e nuovi metodi democratici .sono inconcepibili. perchè ,e_o..c,1 metterebbero in evidenza fo sfruttamento. Perciò i falli economici •più elementari sono tenuti segreti. )[a v'è deìl'altro: la .regolazione dell'economia e Ja cntiea al proce so, esercitata soltanto dall'aHo, non costituiscono alcun ostilulo per il controllo pubblico. Se gli ordini dall"alto non po cono es~crr criticati, nemmeno quando ono privi cli senso ed è impossibile eseguirli. la loro esecuzione deve osserc .simula.la. Il ..sistema di.spolico obbliga ognuno a menlil'e. ~on v'è più una sr,!a ci fra o fallo in <:ui si possa aver f1ducia. Ad una conferenza del Partilo Comuni. :a nel febbraio dei 191-1. Kaìcnkof. un segretario clrl Comitato CPnlrale. cli e come da una certa officina fos,-.ero dati :-c:110F-le so tempo quattro d1Hcrenti rappv::li circa la forni·tura di materie prime: una dal caipo detrufflcio approvvigionamenti, una dal capo conla,bile, uno dal dirc:llore. ed uno da un comitato d'ispezione. Quallro totali differenti ne ri ultavano e la loro differen/4a era di dirver e volle cento per cento. Eppure l'inn,,nlario de-Ile materie pnme di un'officina r il più lfacilc compilo statistico che si possa immaginare. Che co-'>a accade quanr\o s1 conteggiano invece prezzi. e quando .si ha uno !andarci monetario piullosto instabile da maneggiare? ~[alenkov citò quel caso come tipico. e 1101 cominciamo a comprendere come perfino in un ccn. imento la burocrazia posa fare errori che includono cifre intorno al milione. Gli errori nel piani,ficare sono inevi.tabili anche di ponendo delle migliori st.atisliche. ~[a in condizioni come queste gli errori cl iv.engono la regola. Una volta fallo un errore 111 questo ~i.sterna esso si ;;viluppa. in qualcosa di enorme. Yvon scrive: • La scala possibile per gli errori è uno dei fenomeni più nega,li,vi nella vita del pae<::e. Il posses o cli un potere qua.si illimita1o opra la &ocie<làconduce di per sè più facilmente a deci ioni prive di senso. che sono ciò nonostanlC' eseguite•· Chiunque sia famigliare con ; numerosi esempi d1 inve timcnli sbagliali e di piani in&en ali segnalali deila stampa .<,Ovietica o da sllranieri deve ammettere che le spese di questa mis-economia burocratica non sono in alcun modo minori cli quelle della competizione capitalistica. Ma oltre a questo vi è anche il diretto. parassit1&mo. iL'introclultivo ap-paralo amministrativo ed op,prcssivo della società sovietica contemporanea ò uno dei più costosi del mondo in rapporto alle entrale nazionali. Di tanto in tanlo vien-e alla luce qua]•chc grosf-0lano esempio di questo parassitismo. Nella primavera ciel 1941 fu ufficialmente accertalo che vi er'lno. nel .:olo d:stretto cli Ro-tov, 50.000 person-e nell'apparato amministrativo delle fattorie collelti- \'C che anche econclo i criteri dei funzionari dello Stato bllrocra-lico erano del lutto sunerflue. Nello stesso tempo venne scoperto che c'el'ano cliver,<>e centinaia di spc.cia,Ji aiutanti, impiegati nelle officine di i\{og.ca. con l'unico scopo cli inga,gg1are nuovi operai. E fu stimalo che ogrnuno di cs&i ingaggiava in media .<::o]oun operaio al giorno. Il suddetto ~falenkov disse alla Conferenza cli partito. il caso seguente: le officinrc di Stato degli Urali per il rame vendettero al trusl per i metalli non Jerrosi un certo macchinario logoro per 100.000 rubli; &enza saper nulla di questo, un aJtro direttore delle ste&se officine ricomprò lo stesso macohinaTio del trust per 110.000 rulm ed ambedue i direttori ricevettero una gratificazione, l'uno per una buona vendila, l'altro per un buon acquisto. Questi JJOn sono casi isolati. perchè una legge speciale fu promulgata per .proibire simili transazioni di macchinari consumati. E ulteriori esempi potrebbero accumularsi ad infinitum. Così la burocrazia può mantener&1 soltanto a preu,o di una grande ~pesa sociale. La disorganizza.zione, le &proporzioni, il paras.siiismo restri<ngono lo sviluppo delle forze l)fOdull1ve ed aibba.s.sano il tenore di vita delle mas5e. Però un'economia pianificata h.a un gran vantaggio: in un caoo di emergenza, tulle le risorse ,e tutta la ,potenza umana clispon1bili possono venire concentrate su un unico lavoro, lra.scurando tutti gli altri. Qui noi aibbiamo la s.p10gazione della efI-etti va resislonza che la Russia .sovietica ha potuto offrire ali"rnva&ione nazista. Perchè è ncUa guerra che una tale concentrazione di sforzi è -più essenziale. A nessun interesse cli proprietà privale, a nessun legittimo diritto di lavoratori, viene permesso d1 interferire cor, lo sforzo cli guerra nella Unione So- \ietica. Rami d1 produzione che sono improduttivi e enza profitto secondo le norme del tempo di pace, possono essere mantenuti qua'si indefinitamente. e le loro perdite si distribuiscono st11l'inlera economia nazionale. Intere regioni industriali possono e &ere spostate, senza baciare a spese, per ra,gioni di trateg1a militare. Possono essere provale ed introdotte su vasta scala nuove invenzioni, nuovi esperimenti tecnici e sociali. I lavoratori pos.sono essere mandali dovunque &ono necessari, e forzati a lavorare in condizioni terribili; e si possono impone alla popolazione sacriiic1 rtali che i Rickenhackers cli America non osano nemmeno .sogna1\li. Si può aggiungere ohe ,le ineguaglianze viste nella vita civile si ritrovano anche nell'esercito rrosso, popolare: un &oldato ba 10 rulJli al mese. un lenente 1.000 un colonnello 2.400. Le paghe dell'esercito americano sono po itivamenle ugualitarie in confronto: 50 per un soldato, 150 un lenentE!, 333 u:1 colonnello. ì\fa questa concentra-zione di tutta la potenza e le risorse rn un unico gruppo cli ,governanti ~iega ben più che i -succes i russi nella guerra. Es&a mostra come la burocrazia alJbia potuto mantenersi al potere in tempo di pace, nonostante tutte Je sproporzioni rnterne. la cattiva direzione ed i conflilli sociali. Qualunque fossero le perdite, Je ri- .sor&e cli un impero colossa,Je sorno state a disposizione della burocrazia per coprirle, e per far superare al si, tema tulle le crisi. 8tato ed eeono1&la Avendo delineata la slra.tificazione sociale della sovietà SO\·ietica e le sue contraddizioni, dobbiamo offermarci su: rapporto tra Stato ed economia. I marxisti &ono sempre stati ·orgogliosi di nvelarre quali vere relazioni sociali stiano dietro le finzioni lega.li e gli sviluppi ideolo!!ici. Per ciò è ancora più strano che molti scl'ittori. pur essendo della. scuola marxi la, · credano che i mezzi di produzione in Russia a-pparten_gano a •lutti, od alla •clas.!.e Ja,voralrice•, perchè così è detto nei libri statutari. I mezzi d1 produzione in Russia appartengono ,non già ad ognuuo ma a,llo Stato. Secondo la dottrina marxista, lo Stato è Ja 011ganizazzionc delle clll'ese dominanti ,per la forzala oppressione de!Je classi sog,gette. L'esistenza dello Staio e la &ua forza co-slanlemenle in a11menlo avrebbero dovuto bastare da sole oer avvertire i marxi li che si trattava di una società di classi. Trot ky scrisse una volta dic 1 mezzi di produzione in .Russia apparlevano a!Jo Sta,to e Jo Stato apparteneva alla burocrazia. C'è uiù verità in questa affermazione - che Trotzky stesso ,ripudiò 1sempo dopo d1cencloh. un «huon mot. - che in tutta la letteratura trotzkista circa •uno Staio operaio degeneralo•. Di-versi a.utori hanno già fatto rilevare che in una economia statizzala tutto dipende eia quali maè conservato il potere dello Stato. Se esso rimane nelle mani delle: vaste mas!,C, organizzale clemocra,licamenle. dei produttori. allora anche i mezzi di produzione sono nelle loro mani e noi abbiamo il oc1alismo o ia.mo ben avviati verso di esso. >[a se il potere dello Staio si trova esclusivamente nelle mano cli uno .speciale lralo oociale. allora questo domina anche sui mezzi di produzione e noi abbiamo una sccielà di classi. La conclu ione è che il soc-iali,,mo è impossibile cd inconccpibi,Jr senza democrazia. La democrazia non è un ornamernlo upel'fluo ed accidentale per la &trultura dcll'ordrne economico socialisba. ma la sua ha e offe! ti-..-a, Ja sua es~enza. Non sarebbe però corretto aifferm are che per Il fatto della tatizz,azione della ororluzinne le leggi economiche non siano più effettive. che la politica abbia so l1luilo l'economia. e cosi via. L'oppre.s5ionc politica è soltanto il rovescio dello sfruttamento economico. E lo Staio difende i ,papporli di classe che esi• tono nell'economia. La dittatura d1. polica della burocrazia non è una !,0pra. lrullura acciclentaJe od un•a escres<:enza su un·economia socialista. Essa è l'esprnssionc adeguala e legillima del follo economico che la burocrazia sfrulla le grandi masse. E' vero che si può dire che la burocrazia domi,na le officine perchè domina lo St·alo, ma .!.i potrebbe 'Pttre invertire la proposizione con eguale _giustezza. Due lati cli un'unica relazione fondamentale sono considerati. Sarebbe corretto cli dire che n,ulla manca •al socialismo in Russia. salvo l'introduzione della democrazia dei produttori. Ma tale introduzione, ben lungi dal significare t1n rovesciamento •puPamente politico, della •sovra&truttura•, si,Jrnificherebbe nello st(',:.so tempo una nuova 1·ivoluz1on-e sociale. Una rivoluzione non potrebbe rovesciare politicamente la. hurecrazi,a senz:t privai-la del suo potere economico. Es!>a non potreJJbe introdurre la democ:razia &enza so~tiluire nella proclu1.1one il rapporto di ubbidienza e sfrullamento con quelfo di libertà rd equità. cioè della volontaria coopepazione. Essa do-vrebhe trasferire I mezzi sociarli cli produzione, òaila proprietà collettiva e gerarchica della buro~ crazia ana proprietà col,letliva r democratica rlei produttori. Senza sociali-smo nulla può essere raggiunto 111 Russia. Peter Meyer. eia •POLITICS,, New York. marzo ed apri-le 1944-. I

LA VOCE DEGLI ITALIANI Vita e Cronache della Emigrazione Italiana ID STlzzera Affermazione di fede e di adesione alla Repubblica Italiana La grande 111anllestazlon~ di Grencben Il compagno Antonio Greppi, Sindaco di Milano, presidente onorario della « Colonia Libera Italiana » - La partecipazione del Consigliere Nazionale on. Furrer, smdaco di Grenche - Avvertimento alle autorità consolari. .llntonlo Greppl Bandiere rosse al vento, al, centro quella ;:!ella Patria finalm·ente libera e repubblicana. Grenchen respirava un'aria di festa. Gli italiani celebravano la loro repubblica nata dal dolore, dal sacrificio, dalle sofferenze. Da Bienne, da Soletta, dai paesi circonvicini a g,ruppi, a gr~ppelli, isolati, erano affluiti numero i$simi i nostri connazionali. Avevauo risposto presente all'appeJJo delle •Colonie Libere• della Lega dei Dirilt~ dell'Uomo e del Partito Socialista Italiano. A Grenchen c'era Antonio Greppi, l'uomo, il compagno, l'amico che i fa.voratori della opero.sa Milano avevano riconf~ato sindaco della più grande città d"Italia. Jl corteo lunghissimo si è snodato lungo le strade della cittadina ridente, ingros&a•ndosi man mano si avvicinava al posto convenuto dove si sarebbe svolta la manifestazione. La grande sala era stipata fino all"inverosimile. I DISCORSI: Il compagno Angelo Boffini, presidente della «Colonia Libera Italiana• aprendo la ,riunione porge il saduto ai convenuti. La giornata d'oggi, 8 settembre 1946, egli dice, registra un avvenimento importa·nte negli annali della storia della «Colonia Libera Italiana• e della città che così cordialmente ci ospita. I compagni e gli amici delle nostre associazioni, delle «Colonie Libere• di Grenchen e di Bienne, la •Lega dei Diritti dell"Uomo• e la sezione del Parrtito Sociali la Italiano .si ricorderanno per sempre ,Ji questo giorno solenne. Il significato di que&la nostra riuscitissima manifestazione è grande. Sta a significare ai nostri amici svizzeri la fede deg,li italiani alla Repubblica nella quale credono e sperano, per una migliore giustizia sociale. E' grande, perchè sta a dimo&trare al primo cittadino della capitale lombarda che gli italiani del,là vecchia e della nuova emigrazione amano la Patria lontana, quella Patria umiliala C'he ha ,saputo però libera,rsi dal nolo traditore dei Savoia, fattore primo di tulle le sciagure. Cari compagni, egregi amici, non &pelta a me il compito di tenere un discorso storico e politico. Voglio dirvi oltanto che voi e noi possiamo essere soddisfatti di questa memorabile giornata, voi pc1 averla intensamente vis&uta. noi per averla organizzala. Il mio compito è semplice. ed è quello di porgervi il mio ringraziamento per la vostra partecipazione. A nome vostro porgo un affettuoso e cordiale saluto al compagno Adolfo Furrer consigliere nazionale, sindaco di Greno'hen. il quale per la prima volta ,partecipa a una nostra riunione. Siamo sinceramente grati .Jell'onore che ci è stato fatto: gli italiani di Grendben sapranno es::-ere riconoscenti. PARLA IL SINDACO DI GRENCHE.N Vivamente applaudilo sale sulla tribuna il compagno Furrer. Egli .saluta a nome del,la Città di Grenchen gli italiani convenuti a questa manifestazione che l'ha profondamente commosso. Saluta il Si,ndaco di Milamo, il quale con la graditissima visita ha onorato la !'.Ua città. Egli dice che la Svizzen, e principalmente la social-democrazia è ben contenta del camlbiamenlo di regime avvenuto in Italia. L'oppressione fasci,,;ta non è che un ricordo, la rep-u!bblica, che l'oratore si augura sia presto sociale, è una viva realtà. L'Italia ha autenticamente difeso la democrazia con il movimento partigiano prima, con la coobelligeranza poi. Noi svizzeri ,sappiamo che molti furono gli alti di valore compiuti per la conquir,.ta della libertà e della giustizia. Abbiamo oggi il piacere di avere in mezzo a noi il compagno Greppi, abbiamo il piacere di ascoltarlo fra breve, a lui dirò il mio e il nosbro desiderio più vivo: quello de i ,rapporti fra i nostri due paesi migliorino sempre più. Grenchen è stata onorata nel passalo di offrire a Mazzini, inseguilo da tulle le polizie europee, la cittadinanza onoraria che lo ha salvalo dal,la persecuzione e ,falla morte. Oggi è onorala di salutare nel Sindaco di Milano il primo grande rapprescnla,nle dell'Italia repubJJljca -a. e n IL DISCORSO DEL COMPAGNO GREPPI Salutalo da scroscianti applausi, il compagno Greppi si accinge a dire i,! suo discorso. Compagni socialisti, f.ratelli italiani, fratelli svizzeri, è con com.mozione grande che mi appresto a parlare a voi. Sento vivissimamente tutta la vostra impatia e il vo tro affetto. Sento qui fra voi un'aria di amicizia, un·aria c11e arriva fino al cuore. E' l'aria della più grande Patria europea, che noi socialisti andiamo sperando di vedere rea,lizzata come una prima tappa cli quella Patria più grande, che caduti i confini sarà il mondo intero. E' tanto più bello parlare qui, di repubblica italia•na, in Svizzera, quella Svizzera che fra tulle le repubbliche è la più anzia•na e la più fedele ai principi della democrazia. Ma più bello ancora è parlare a Grenchen, quella Grenchen che a Giuseppe Mazzini pioniere della repubblica italiana, offrì la cittadinanza onoraria, offerta che si.g,nificava salvazione della vita. Pal'lare di repubblica ,sog,nala per anni e per anni, finalmente conquistata att.raverso sacrifici gravi; sognata, conquistata, raggiunta, ed è naturale che noi pensiamo a difenderla contro lutti i pericoli che la insidiano. La repubblica è il risultato di alcune tappe. Lotta di liberazione: vissuta da tutti, sanguinosa, pericolosa, stupenda non soltanto in questi ultimi an,ni ma in ogni momento nel qua.le gli amanti della libertà affollavano le carceri e le residenze coatte. 2D aprile Hl44, esito felice in Milano. cl1e ho l'onore troppo grande di dirigere e di rappresentare, della rivolta di tutti i cittadini che sentivano !"onta del giogo fascista e della forninazione straniera. Lotta di italiani per riconquistare la li'bertà, la dignità, l'onore della Patria. Qual~ la strada Ja percorrere? Il diìemma era inevitabile: )fonarchia o Repubblica? Due significati: il primo politico e l'altro morale caratterizzavano la necessità cli liquidare la monarchia. Si doveva so tituire la )fonarchia per· concludere fina,lmenle una storia avvilente e disonorante. In Italia la monarchia non aveva mai interpretato la volontà del popolo. L'opposizione aveva dato Garibaldi e M-azzini, lo stesso ·Cavour rivelava .Jelle gravi discordanze con la casa regna,nte. Una valida e impressionant"e prova della disarmonia che ;sisteva fra la monarcbia e il popolo l'abbiamo con il regicidio del 1;)01. Il fascismo è stato la prova del fuoco e la monarchia si rivelò incapace e traditrice. La. monarchia si era impegnata a difendere la costituzione contra la dittatura. Anno 1922, marcia. s,u Roma: i,! Parlamento domanda la difesa det;3 democrazia a qualunque costo. Il presidente del consiglio Facta, chiede al re la firma al decreto di stato d'assedio. li re ha negato la firma e ha chiamato Mussolini. Anno 1924: assas»inio di Giacomo )Ialleotli. Tutto il popolo italiano è i•n rivolta. Tutta fEuropa è scossa dall'orrendo delitto. La monarchia continua nella via del tradimento: è sorda alla voce della d igni là e del dovere. )[ussolini viene investilo dei più ampi poteri. Autunno 1926: i poteri eccezionali. la liquidazione delle libertà. il tribunale specia1e. Vent'anni. Le sentenze più mostruo e han-no condannato gli italiani migliori. Poteva bastare. Xon è bastato. Kell"anno 1.91,0 la monarchia avrebbe potuto iSalvare la pace nel nostro paese; la guerra che i,l fascismo voleva era guerra di rapina e di conquista. Il re firmava il decreto di guerra. Era naturale che il re Jovesse ubìre le conseguenze delle sue azioni e ne a sumesse la diretta responsabilità. Il referendum ha pronuncialo ,la condanna; il popolo •ha fallo giustizia. Cosa rappresentava la monarchia? Un potere superiore al potere del popolo (luLela). L'Italia, paese civile, non poteva, al di opra della sua maggioranza, ohe non è sollanlo arida aritmetica, ma è somma di sacrifici, di fatiche, ji esperienze e di speranze di un popolo, permettere la tutela a un potere ingiustificato. Oggi esiste una repubblica democratica e noi socialisti dobbiamo Jarle un contenuto sociale, perchè va bene la libertà di tutti i cittadini ma senza sicure garanzie economiche la libertà sarà molto difficile poterla manlen-ere. Certamente tutti i cittadini sono liberi di diventare rnae.stri amministratol"i ecc. ecc. ma se non si danno le condizioni perchè ciò possa avvenire, anche la libertà rimane una _parola vana. Per questo noi sentiamo •necessario l'intervento del sociali.smo apportatore della giustizia economica e di quella morale che trova il suo contenuto •nella scuola. Oggi, dopo un·e.sperienza di qualche ,mese, noi cS-Ociali.sti in ltiaJio., ci IJ)reii,ggiamo di· metterci .alla testa dei laivora:tori 'Per dar-e alla. r0pu1bblica. quel conten1Uto -polilioo, socia le e morale che n0111sia fatto cli vane pero le. Le forze positive della nazi-one gravifano intorno al socia,Jismo. Ma non si tl'alta .soltanto di combatteDe runa battaglia. i•ntro-- na. Esi'5tono preoccupazioni ohe .vanno a,l di là dei no tri giorni. Esi..ste un ·a.J,ternativa per lo. noslr,a sorte .fiutura ohe si sta in parte decidendo al grande consiglio della Pace. Io non conosco i modi con i quali si può giungere •al conse.sso e poa,wre la convinzione nella 'Ile• <'es.sità a.:;.solrula di vincere la Paoo. Io s·ono pro. fondamenle credente e so che tutti possono concorrere con una parola e con un -pon.siero aJ.la iereazione di una. nuova rooltà. CO on è vero che gli italiani hanno dimo-stra.to S-OJl.anto dli sa.per .sca.-ppar.e. GJ.i i Laliatni bamno saputo anche c0mibaitere e morire. Il fascismo l'a.bbiamo S'Ubito c5oprattu-tto noi italiami. Vogliamo che i sacr~fici si,a.no rùsipeU.ati e siamo per la difesa del princirpio deLJ""unità nazli,o• na.le. Vogliauno che la nootra ,patria. sia ri1Sipet!.iatacome noi intendiamo rispettare quella degli altri, poi ben veJ11ga l'Internazionale. AttrwverGo il ~ocialismo> .sarà più d'achle. Fa.re il socialismo vuol -dire so.prattut~o dare 111na s·peranza più sicura. Il compagno Giusep-pe Saragat nel suo grande discorso di Firenze ha detto che l'Italia e il Mondo non hanno che da sperare dal n06tro ideale. Idoole ohe è la. fia.ocoJa che non .Si deve la.sciar.e spegnere; 10 v.uo.le la sal•vezza del1a Pace, che sarà pos.sibile aHr-a,verso la so·lidarjetà fra tut~i gli uomini. COMM1l1ATO Il di1Scorso del compagno G!repipi vivamente a'P• plaudito è stato tra-dotto pe,r 1gli amici di ling,ua tedesca dal compa,gino do:t. prof. Ilugi. Il Presidente dell-a manifestazione com)_Xlgno Angelo Botflfini ri-volgeva 1'e c5eguenti !brevi ,paroJe di commiato a,gl-i intervenuti. ~Ringraziando il no.stro caro compa,gno Greppi che ha ..soipulo cel€Jbrrure c<XSì degnamente la nostra Rep1.11bblicllnon posso t,ralasciare di rivoJ,gera due rparole a,i ciltadi,ni italianli re.si.denti a Grencheu e nelle looolità ci,rconvicine. Da tutti voi è risap.uito il mo1Jivo per i.I quale a,bbiamo costituito le <Colonie Liibere Italian•e> e perchè così wno -state deuomin-at.e. Noi itailian.i dell'cmi.girazioo1e .sie.mo o&Servart.i oggi ,più ol1e mai dai no&tri amici svizzeri, dopo un terribile sconvolgimento militare, politico, morale. Il CO'l1l!pito delle e:Colonie libere> è quello d:i ri!f-aTe e di riunire in una U!llic.a.federar.iione tutte le com,u.nità ilaliame della Sviz-zera, tenendo sempre pre.sente la n~tà di una a,s,solruta autonomia per ogni singola oormll!llilà. Noi deLSideriamo :port.a,re a·l ma&Simo gra,do J"orge..nizzazione assistenziale e veui,re in soccorso a tut!Ji i cittadi,ni bisogno.si nel limite del '})oss.~1bhleL. a legazione di Berna e que..s'i tutti i con.solati della Svizzera tentano 'Cli impol'Je ,a,lla noobra emigrazione una tutela parternali-shica. çJ1e noi rifiutiamo e a.lla quale ci ribelliamo. ~oi it,).lia.ni emi•grati in Svizzera abbiamo delle rivendi.ce..zi,oni e dei diritti da far valere. Le nostre m-ainifeLSlazioni da qruella di Gin& vr-a, a queHa di Zro:ri1go,da quelle.. di Kreuzlìngen a quella deL!a nostra qUli di Grendhen. sono la. dimost.razione più chiara e evidente ohe tutte.. 1a emigrazione è oon noi Noi •albbi-amo sU!fficienli motiivi per "dirci non soddisfatti delle nostre autorità conso.la,ri. Per un ca.so che riguarda me peroonalmente, posso dirvi che d-a due mooi non ho ricevuto risposta a tre mie co-rrispondenze invi.a.te ,al Conso·lato di Berna, per un intel'Vento in favore di l\lJI nostro cannazionale qui emLgrato rper / i Ja,vo:ri sta,giona,li. Pa..ssa-ta la p.ni.rna nrulbe -di ,qruella che avrebbe dovuto e1.5s-ere la tempo.sta puri.d'icatrice del 1943, siamo come rprima, in qualche ca.,m potremrrno di-re ;peggio di prima. Pos.si1bile che -proprio non sii voglia capire che i temp-i sono ca..mlbi-ati ? SO!llo passati i tempi nei quali venivamo messi alla berlina dal le nostre c5t~e autorità rrup'J)J"es€/Ilta-tivecon argomenti .;mlidi come questi: tacete perchè voi si-ete soltanto Jei sudditi. Ci '5iamo libera:ti dalla umili-ante sudditanza. · e ora siaomo e vogliMno e.;;sere degli rucxmimi liberi, dei Ji~Jeri oittadini. Lo sa{ppiano i si!gno.ri consoli c1rn .svolgono dietro le quinte ll!lla sulbdola attiività contro ,Je <Colonie Libare Italiane>. Noi siamo fieri di es-sere nelle <Colonie Libere Italiane> aippll!lllo rperchè &<mo «libere» e ci opporremo sempre a qua,hesi manovra che tenderà al saibotaggio. Siamo moHo ·vicini ad aivere •la simpatia completa e generale di tutte, J"emi,gr-azlione e non pai3serà mollo tempo che le n01Stre rirvendicazioni saranno nuovarrnenle -po61e e nel modo più chiaro, e, come dice un vecchio adagio, se sarà del caso, le canteremo in mL1S1<x1. Italiani, amici. compagni, approfitto cli questa occa.siooe -per ,porgere un co.r.diale invito a. tutti voi, sostenete, awoggiate, iscrivetevi ail,J.e <Colonie Libere Italiame>; sono le vostre na•turali istitllZioni, in esse trovere la po.s:siibi.lità della di.fesa solidale dei vo&tri sacrosanti diritti contro i residui della reazione italiana in Svizzera. •Cari amici, sortendo da questa .nostra semplice ma importante cerimonia manterrete, ne sono certo un "1ivo ricordo di quanto il compagno Greppi, sindaco socialista di Milano, ha detto. Andate fra i vostri parenti, f.ra i v0o--tri .conoscenti, fra tutti gli ibalia.ni che ,aggi erano troppo lontani iper intervenire e dite che l'Ita,Iia è libera, repUJbblicana e degna <1·essere -armrut:a.Vi Jaacio co-1 desiderio più vivo di .rivejervi tutti insieme, mollo presto, forse quando l'Italia sarà sociali.sta, e tempreremo le nuove e salderemo le vecchie nostre amicizie. Arrivederci. P. Sottoscrizione per l' A vvenlre dei Lavoratori «L'emam;iJpazti,one dei ·lavoratori sm·à <>pera,dei /.avQrato-,·istes,si». Zuriigo: Armuzzi Giiuliato Soh,oldelli Lezzi Ghila,rdi Bia.gini Dezza. Schena Somma CA.RLO MARX prooedenle fr. 1987.30 fr. 30.- fr. 2.- f.r. 5.- fr. 5.- Wintertlwr: Sezione Socia·lista .fr. fr. fr. fr. fr. 5.- 8.- 18.- 5.- 45.- Totale fr. 2110.30 Partito Soelallsta Italiano Comunicato alle Sezioni ai _gruppi, al compagni. isolat.l Si è riunita a Zurigo la Commis6ione Esecutiva della nostra Federazione, per discutere il problema delle organizzazioni, d-elle società i tailiane in Svizzera con particolal'e riferimento aille « Colonie Libere Italiane». Dopo un'ampia discussione, durante la ·quale i compagni della C. E, banno potmto prendere visione di una Jarga doowmentazione, venne stabilito e deciso che sarà convocato a Zur.irgo, il Comitato 'centrale allargato connposto dalla C. E. più i fiduciairi delle varie zone. Per l'oocac;;ione ricev-eranno l'invito di convocazione alcuni compagni i quali partiwlarmente info1,mati sulle più importanti situazioni locali potranno dar-e quel contributo di capacità e di serietà ohe ha ,sempre contraddistinto il nostro partito. La data della riunione pur non essendo ancora sta1bfilita definiitivamente, è molto proba/bile venga fissata 1Per la prima oppure pe1, la seconda domenica di ottobre. Tutti i OO'Jll)l)a•gni,tutte le sezioni, tutti i gruppi, sono .invitati a far precedere alfa riunione del Comitato centraùe allargato riunioni di studio sulle situazioni locali della nostra e.migrazione, e inviare rapporti alla Segreteria Federale. Le istruzioni definitive verranno inviate a :mezzo circolare. La Commissione Esecutiva 6renchea Echi della manifestazione / Gli -organizzat;ori .ringraziano iil corpo musica- «EilntrwcJit», la corale <Veroi> e J'Orcheetria. <Aurora> -per Ja ,bella, ,gradiita e ,artistica -partecipazio, alle. no.stria manifestazi,one>. Nel corso della mani1fos-tazione sono giun:i e sono s-tati letti i seguenti te'le.gr-arrnmi: : Sezione Italiana Fooernziooe Sociali.sta Bienne, porge <fraterno sa.lruto eompaigno on. Antonio Greppi sindaco di Milano. Auguri virvissimi .rina.;;eiita città Milano e Italia tutta. • Pan-tito .So,ciaJdst·aJta.Uano U. P. Sez4one BIENNE. Il Partito &ocialista Svizzero· ringrazia, Sezione Grenoben, Sezione «1Lidu• e P.iS.I.. Porge i suoi più co,rdiali saiLUJti al COJIIJPa.gnoAntonio Greppi, sindaco in Milano, deputato Costituente, Italia repulbblicana. Augruriamo gr-a.nde Mi-lano ootto sua intelligente direzione risorga nuvo vita riprenda euo posto meritevole g,ran<li cit!à dlEuropa. Bvviva la Repubblica Italiana. Partito SocialriS'ta Svizzero Sez4one Chenc.he.n 1(E-&c,himann). Il Partito del Lavoro ringrazia vivamente invito <C. L. L> e L. I. D. U. Grencben. POII'.ge migliori saluti rappresentante Repubblica Italiana, On. Antonio Greppi. Compagno Greppi, auguriamo a te buon successo rico.struzi01ne Italia; a:ugruriamo a te per popolo ito,li-ano tutto. Evviva la giwane Repubblica Italiana. Il Pa11lito del Lavoro, Sezione Grenohen. Posta reda,zionale Ferrari Angelo, Pfungen - (Ha.i pagato l'aJbbonamento anticipato p-er que--,fanno. Il tuo .indirizzo deve essere andato smal'- rito con la 1,istanpa dell'indirizzario. Ti spediremo igli arretrati .. Saluti fraterni. Zecchini Umberto, Pfungen. - Non hai pagato l'abbonamento 1946. Con 4 franchi sarai in pe,1,fetta regola fino alla fine delJ'anno. Cordialissimi saluti. Don Enrico Larcher, Ginevra.. Le ~bbiamo spedito per sei mesi N giornale che Lei nO'Il.ha mai respinto. Ha recspinto però il rimborso che le abbiamo inviato. Abbiamo - pensato esse1·e nostro dovel'e oontiuuare lo invio in omaggio. Gradiremo in cambio il bollettino « Il Vincolo». Grazie e ùi'3t:.nti saluti. Avvertenza ai lettori Per motivi d'ordine tecnico e redazionale il prossimo numero del giornale uscirà il giorno 6 ottobre. ,La ireda.zione A-v-vl■o al lettori lettori, gli amici e i compagni che rk:evono regolarmente il gior.nale e che ancora non hanno rimesso ,l'importo dell'abbonamento sono cortesemente pregati di ,rimettercelo al più presto. Non è necessario indicare che abbiamo bisogno del foro aiuto più concreto. Preghiamo di versare l'importo sul nostro C1>n-toChèques postale VI Il 26.305 Zuriilo. Abbiamo pure incominciato ad inviare i primi rimborsi. Facciamo viva preghiera a chi I-i iriceverà di aocoglierli benevolmente. Grazie a tutti. Gerente resp, : Pietro Bianchi, Zurigo npografia « Grafica BelJinzona » S. A. I

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