L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVII - n. 53 - 15 agosto 1946

B Cronachedell'lmigrazioDeItaliana Dignità dell'emigrazione I grandi lavori pubblici strappati traverso memorande battaglie e contrastati come « lavori inutili» dai ceti più reazionari furono esclusivo e audato frutto della forza politica e sindacale dei lavoratori del nord. Non erano « cuccagna » o regali della borghesia: erano conquiste. Poichè i dislivelli ambientali, politici, economici, sindacali, profondi ed antichi non si _possono colmare in un sol giorno... cambiando le forme dello Stato, è da prevedere che cìalle bollenti terre del sud si accentueranno più che da altre plaghe le correnti migratorie. Il problema è vasto e profondo e non bisogna stancaroi di battere il chiodo. 1E' problema di dignità italiana, di .solidarietà umana. IE'... il nazionalismo dei lavoratori. Ed è lecito ricordare che questo nazionalismo il partito socialista e le organizzazioni lo hanno aempre praticato con tutte le loro forze. RicordaIIlllllo gia •gli i.nterventi a fondo della Fedorazione lavoratori della terra quando una losca rete di speculatori. agganciati ai margini di organizzazioni sindaeali tentò di raccogliere emigranti per una pericol06a emigrazione nel Sud America. Ricordiamo ora la magnifica organizzazione della .Federazione edilizia guiiata dal nostro FeLice Quaglino, in d~fesa delle correnti migratorie avviate in Germania particolarmente. E' una pagina di stupenda solidarietà proletaria ed internazionale. Ad un certo giorno, tutto il movimento migratorio fu così minuziosamente organizzato ohe non un solo emigrante poteva passare il <lonfine senza la tease.ra intersindacale italo - tedesca: senza che le due organizzazioni lo seguissero passo passo in tutto il su::>comportamento e lo aiutassero in ogni contingenza. Durante tutto l'inverno, ogn,i plaga d'Italia, dal mezzodì ai ... 14 gradi sodo zero di Feltre, fu battuta per individuaro l'emigrante e stringe.re la rete della grande opera di disciplina. Meriterebbe il conto che i giovani organizza tori rivedessero e studiassero nei suoi particolari queato lavoro paziente •~ gigantesco al quale bisognerà probabilmente riallacciarsi. Non c'è da farsi illusioni: le difficoltà e la indigenza incideranno su le no:itre popolazioni più povere; ed ,è da prevedersi una ripre8a delle correnti emigratorie la cui cul"va si accentuerà nelle plaghe del sud specialmente per la mano d'opera !lle1io qualificata e - perciò - più bisognosa di difesa. Il. doloroso. epiaodio di Caltanisetta è un sintomo. Non si può restare con le tola e lasciare il problema Ministro dell'Interno. mani alla cinalle cure del ,La giovane .repubblica italiana non d,ive portare all'estero una lacera indecorosa bandiera di miseria. La nostra povertà purtroppo dovrà paèsare il confine: dobbiamo scontare le borie dell'impero! Ma facciamo che la nostra sia miseria decorosa; decorosa per noi e rriguardo.ja verso i paesi di emigrazione. L'esistenza ai passi di confine è uno degli aspetti del problema, ma non il solo nè il più importante. Il problema va affrontato nel suo complesso e nei suoi vasti riflessi morali, mate1,iali, politici, sindacali. Al confine non ci deve easere ... fra l\lelitone con il suo mestolo benefico. Sarebbe troppo poco. Al confine, la demoralizzata frotta degli emigranti non deve trovare soltanto il Governo: deve ~eutire l'Italia nel complesso delle sue amorose aseistenze delle sue decorose discipline. E deve essere alla testa di quest'opera il C1)nfidente e confortante appoggio del Sindacato. Una volta c'erano a Ohiasso, Domodossola, Pontebba, a Milano, ecc., ai c·onfini ed ai transiti organizzazioni assi8tenziali pubbliche e private, talvolta persmo in gara tra di loro. Chi non ricorda i padiglioni della Umanitaria e della Bonomelli a Chiasso ed alla stazione di Milano. Oggi il movimento sindacale unificato è in grado di superare le difficoltà li allora e di fare di più e di meglio. Bisogna far risorgere le opere di as·istenza e di difesa cui lo Stato e gli Enti pubblici e privati daranno il loro aopoggio ma che devono - per ragioni tr.cniche e morali intuitive - agire sotto la in3egna sindacale. Dai punti di transito e di confine deve stendersi la rete fino a raggiungere i <lentri di partenza e collegarsi con essi e poi - varcato il confine - seguire g-1 i emigranti nei paesi stranieri. E' neces<;;irb Yedere in faccia gli ingaggiator-i, i co:1trntti, accordarsi con le organizzazioni sb:aniere. I nostri emigranti non devono nartfre 80 non è ben chiara la loro posizione. ~on dimentichiamoci gli episodi di Aigues °M•nt! ca I o Soltanto la la possibilit,à questo lavoro. organizzazione ainùacale ba e l'autorità per compiere Essa ha ,gia una ndbile e pratica traccia in quanto si fece nella vecphia Italia del passato. Allora i ceti pigri e più egoisti della borghesia furono precursori del balordo uazionalismo che ci portò al disastro. Fin d'allora gli operai anticiparono quella politica di decoro nazionale e di solidarietà internazionale che deve essere <iontinuata. Allora i ceti campanilisti del aud fomenta-vano il dissidio fra nord e sud blaterando di plebi derelitte del sud e di proletar.iato ben pasciuto del Nord. In realtà il proletariato del nord godeva non di particolari privilegi ma t3olo ed esclusivamente i vantaggi e le conqui1,tc che gli derivavano dalla organizzazione aindacale e politica che le plebi del sud non avevano saputo forgiare. La unità sindacale, oggi più forte che in passato, deve fronteggiare -questo e-.rento e 'far sì che lo aforzo di solida,).'\ietà nazionale sopperisca ai dislivelli insoppìimibjli rapidamente. A cagione della guerra, nelle grandi orgaHizzazioni- nazionali sono ora molti dirigenti del sud. éhe almeno questa circostanza contribuisca a rinforzare - mercè quegli elementi di ordine •pen:ionale che hanno profonde influenze la unità tra nord e sud. Nino Mazzoni ParUto 8oelallata ltaUaao La riunione della Sezione di Ginevra Presieduta dal vecchio .compagno Battista Bertoglio, la sezione socialista si è riunita giorni fa, alla presenza del compagno segretario foderale. Dopo il disbrigo delle pratiche amministrative e l'ammissione di nuovi soci, è stata data la parola. al compagno C. Lu,.sso, che ha portato il saluto ,del socialismo biellese e le sue impressioni sull'attuale situazione in Italia. Egli ha ricordato i sacrifici della gueITa di liberazione, i suoi martiri, insistendo sulla necessità di continuare la foro opera, per una missione di .pace, di giustizia e tli umanità sotto l'insegna <lel socialismo. Parlando della pace che si vuole imporre all'Italia, il COJDtl)agnoC. Lusso ha ricordato, in termini non :privi ,di retorica nazionalistica, i ,morti <lella -prima guerra mon,dial(', « l'irredentismo ed H sacrificio di Cesare Battisti» e dei « lembi di dolorante carne viva ,che vengono strappati <lal corpo già straziato .della :Patria». Le -centrali elettriche di 'l'enda, le miniere di bauxite dell'Istria che ci vengono così rubate, rendono ancor più di'fficile la ricostruzione del paese ed accentuano mag,giormente lo stato di wiseria in cui si trova il popolo italiano. Ed -ha terminato esprimendo la certezza che l'Italia, nel .canto di evviva. il Socialismo, si avivia ora « verso il nuovo e glà antico cammino di civili conquiste 1>. Ha risposto il comp. Luigi Buizzi, segret. della no- -stra Federaz., •che ha afferanato la necessità di essere coerenti all'essenza spirituale del vero ,aocialismo - che non è fatto di rivendicazio.ni e di conquiste per la grandezza della patria, ma è una missione di ,pace o di amore fra i po,poli, ,di educazione alla libertà u,mana, di costruzione di ·un più alto tenore di vita per il popolo lavoratore - e di comlprendere, che l'Italia è stata, purtroppo l'alleata della Gernnania, con la quale è entrata in guerra e ohe ora deve JataJmiente pagare le conseguenze della sconfitta. La questio,ne di Trieste e dei confini occidentali dell'Italia non deve servire di pretesto a far ;risorgere un .pericoloso nazionalismo, specialmente nella gioventù, poichè ciò non servirebbe che la causa clelb. reazione. Tutte le volte che un !l)aese perde la gu~rra, ,si assiste inevitabilmente al fenomeno ,della reazione che mette l'accento sul :problema internazionale, per evitare di risolvere que1lo interno del paese e favorire la sua ricostruzione. Così i lavoratori risohiano di .perdere la battaglia sul fronte' interno e le loro rivendicazioni politrohe ed economiche vengono artificialmente nascoste attraverso l'agitazione dei ·problemi internazionali. Noi non ;possiamo cambiare nulla alle decisioni deLle grandi potenze vittoriose - ha conoluso il compag.no Buzzi - ;possiamo invece lavorare per la ricoatruzione interna de\ nostro paese ed è quello dhe dovrebibe interessare essenzialmente il Partito socialista italiano c.s. La situazione economica Italiana Tisia da on raaso « In forza del piano di ricostruzjone economica del paese, elaborato unitamente dal governo italiano e dai rappresentanti della U.N.RR.A. e approvato dalla Oommiòsione alelata ancora nel 1945, l'Italia avrebbe potuto, nello spazio di 17 mesi, e cioè dal luglio 1945 al dicembre 1946, ricostruire la maggior parte delle sue industrie più importanti e assicurare con i propri mezzi la ricostruzione, in proporzioni considerevoli, delle sue comunicazioni ferroviarie, automobHistiche, marittime e aree, della produzione di energia e delle industr-ie meccaniche, utensili e concimi chimici». « Le autorità inglesi e americane che controllano l'Italia hanno fatto parecchie dichiarazioni ufficiali nello spirito più amichevole.... Ma in realtà l'aiuto dato all'Italia è tale che non le permette, come si dice, nè di vivere nè di morire. La politica condotta dagli inglesi e dagli americani in que.:,to paese è nettamente orientata verso il suo asservimento economico». E' vero 0he, man mano che il territorio dell'Italia centro-meridionale veniva liberato, le armate alleate hanno effettuato certi lavori di ricostruzione di centrali elettriche, di linee ferroviarie, di strade, e di certe industrie belliche che avevano molto sofferto in quelle regioni. Ma questi lavori erano compiuti quasi esclu ivamente nella misura in cui costituivano una nece sità di gucn'l8, interamente a spese dell'Italia, e generalmen le con l'impiego di mano d'opera italiana. )fon si teneva conto nè dei bi ogni della popolazione civile nè delle necessità della ricostruzione del paese. La popolazi,rne riceveva soccorsi m V'iveri e assi tenza medica, ma in proporzioni così minime che ciò non poteva salvare gli uomini nè dalle carestie nè delle epidemie, nè dall'esaurimento. Approfittando delle condizioni d'armistizio estremamente dure che poaero l'Italia 1anco sotto un assoluto controllo economico e politico, gli Inglesi e gli Americani non hanno affatto ;risparmiato quella parte dell'industria italiana che era rimasta intatta». « L'Inghilterra ha esportato dalrltalia lo attrezzamento di un certo numero di produzioni di natura militare, e specialmente ha espol'tato ...le installazioni dei canti,1ri navali Ansaldo a Pozzuoli ... Gli inglesi sono riusciti a esportare dall'Italia una parto considerevole delle aue risorse forestali, per UJ}., valore di 40 miliardi di lire .... L'Inghilterra esporta dall'Italia enormi quantità di frutta e 18cCT\.IDD!i, frutta secca, ecc. Le moda- ,lità di questi acquisti sono cosi bizzarre ohe la stampa americana ha potuto accusare gli inglesi di saccheggiare i beni italiani ». « La crisi alimentare estremamente grave eh~ l'Italia sta attraversando serve abbastanza apertamente come strumento di pre,;;- sione politica ». «-Durante l'inverno la penuria ùi carbone e di energia elettl'ica fu così grave che si dovettero chiudere non solo le piccole ditt0, ma anche le maggioTi industrie na~~onali furono mi1 nacciate di un arresto del lavoro». « Riassumendo, possiamo dire che la politica condotta dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti subordina l'economia italiana agli interessi degli industriali britannici e americani, ciò che ostacola incontestabilmente la ricoatruzione economica dcll'Ita,lia. Questo si capisce, p-0ichè i paesi anglo-sassoni Yogliono, a quanto pare, fa1,e dell'It.alia un mercato in cui Tiverserebbero la loro produzbne industriale, e una fonte di prodotti agricoli a buon mercato. E' alla luce di questi fatti che va con~;- derato l'orientamento che le delegazioni dei paesi anglosassoni si sono sforzate di dare alla discussione del problema delle riparazioni italiane, alla conferenza dei ministri degli esteri a :Parigi». S. Slobodsclci NOTE Larivalutaziodnellalira Sue magnifiche mani/ est azioni sono i negozi lussuosi e le esportazioni straboccanti in mezzo a una miseria sempre più spaventosa, perchè il tempo ~ passalo invano senza che quasi un sol passo sia stato compiuto sulla via della ricoslruziqne. A borsa nera la lira fa tuttora pernio sul cambio ufficiale del / ranco / rancese e ciò fa gonfiare il peUo a qualche nazionalista presuntuoso e ignorante che, come un pappagallo, va dattorno ripetendo che i negozi / rancesi per di più sono vuoti. La nostra falsa abbondanza, le nostre esportazioni relativamente intense sono i falli purtroppo veri e sono l'espressione della nostra miseria più nera. Noi siamo come il diseredato che, a corto di ogni espediente, porta le c-0perte al Monte di Pietà, e qualcuno ne déduce per questo un sintomo di benessere, poichè per quattro soldi può privarsi di un capo importante del suo corredo. In questo momento le nostre esportazioni sono strabilianti rispetto alla nostra ,produzione e alle nostre scorie. Noi andiamo e andremo sempre più stracciali, come i nostri veri f ratei/i minori, che sono i disperati ragazzini della strada, ma vestiremo il mondo. Noi ingorgheremo di cotone il porto di Genova, come stiamo jacendo, creando gravi intoppi al traffico. perchè nqn conviene lavorare il cotone del/' , U. N. R. R. A. • se con esso si devono fare prodotti di serie per la popolazione. Meglio che questa roba vada in malora per autocombustione, come è avvenuto giorni fa. In nome di astratte teorie sdegneremo un qualsiasi piano concreto di ricostruzione, non già di muraglie della Cina, ma di nuovi stabilimenti che possano assorbire qualcuno dei due milioni di disoccupati, che soffrono la fame. Stabilimenti senza pretese di vana• gloria, ma seriamente ispirati alle possibilità e ne• cessità del paese. Ad esempio fabbriche per conser• vare i legni, o la frutta, che non marcisca senza es• sere raccolta, perchè non può essere trasportata al tedeschi che la vorrebbero, e ci darebbero più car• bone. 1 negozi sono pieni perchè nessuno compra, poichè non può ma vorrebbe. E' la stessa storia delle cento persone che a semicerchio intorno a un bar ascoltano l'orchestra che suona per un solo cliente. Quanta abbondanza di sedie vuote. In Francia e i nlnghilterra i negozi sono vuoti perchè la merce viene subilo venduta. La lira fa aggio sul franco, noi sia. mo creditori nel , claering • verso la Francia che non ha merce da venderci perchè l'assorbe rapidamente nell'attività interna, e perciò è stata recentemente costretta a versarci dell'oro per rimediare alla situazione e riattivare le importazioni, ma intanto le ciminiere di questo paese fumaJ10 giorno e notte tanto da consumare Ire milioni di tonnellate di carbone al mese, e cioè sei volte più di noi: e ancora non le bastano. Anche un cervello di gallina può trarre qualche uli• le constatazione da queste elementari constatazioni. Noi dobbiamo salvare la lira che è in grave pericolo, e ciò si raggiunge producendo con un ritmo ar• rabbia/o per rifor,nire non solo l'estero ma anche l'in• terno. Poichè, se è vero che quando ·la merce scarseggia all'interno si possono prendere per il collo i pochi clienti e si può avere l'illusione di guadagn(lre molto, è altrettanto vero che questa è una politica indu• striale e commerciale miope e assurda. Non vale che industria/i e commercianti, quasi sempre a torlo, si lamentino che i salari sono troppo ele• vati, perchè sono cresciuti di venti volte quando loro vendono i prodotti a prezzi cento volte superiori. La rinuncia dei lavoratori a sempre maggiori salari nominali deve applicare un elf eltivo adeguamento dei prezzi a un con/orme livello. Ma chi può credere a questo adeguamento se si continua a barare al gioco delle vendite a girotondo, da una famiglia di grossisti all'altra, tanto per far crescere il prezzo, mentre il consumatore sia a guardare come davanti all'orchestra, perchè tanto lui non c'en• Ira? Chi ci può credere, se le lasse, ordinarie e straordinarie, continuano a essere pagale sempre dal solito fesso che sia a guardare perchè .non ha i soldi per potersi sedere? Se i lavoratori hanno interesse ad essere cauti nelle loro rivendicazioni, per non chiedere la luna, altrettanto decisi devono essere a ottenere il rispetto di un accordo stipulalo fra gente che deve turare I buchi di una stessa barca che a/fonda. Se c'è qualche industriale, qualche commerciante, o qualche con{industria, che è pazzo, allora buttiamolo a mare,_ e ognuno ci aiuterà in questa bisogna, solo che li sappiamo scoprire in flagrante delitto di sabotaggio. Ci si aiuterà, non cerio per carità cristiana, ma per il semplice fatto che in ballo ci sono tutti, la prima e la terza classe, e poi, quando tira aria di bu/ era, non si può stare seduti tranquillamente in galleria ad ascoltare l'orchestra come se niente fosse. V. PIZZORNO. Sottoscrizione per l'Avvenire del Lavoratori • L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi •· CARLO MARX Somma precedente Zurigo : Sezione Socialista ~layer Giovanni Medri, pag. abb. A. Biagini, pag. abb. Winlerlhur: Sezione Socialista Dielikon : Paolo Fornini, pag. abb. Ginevra : GaUetli Waller, pag. abb. fr. 1874,30 fr. 51.- fr. 3.- fr. 1.- f r. 1.- fr. 50.- fr. 6.- fr. 1.- Totale fr. 1987,30 Gerente ,resp. : Pietro Bianchi, Zurigo Tipogra;fia e Grafica BelJinzona J) S. A.

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