.I ,I Bit NOTIZIARIO ITALIANO L'Italiaalla ConferenzadellaPace PA1RIGI: Il 1disoonso De Gasperi all'Ai<Semb'lea plenaria della e rConferenza della Pace». Il presidente del Consiglio !On. Alcide De Gasperi ·ha parlalo in difesa degli interMsi italiani alla «Conferenza della Paoo,. Egli ·ba detto di sentire, che tulto è contro l'Ilalia, soprattutto per quella che è :a qualifica di ex nazione nemica, qualifica che il -saicrihcio di 120.000 uomini per la causa alleata non ha 1Saputo tfar dimenticare. L'OTatore, il quale ha parlalo con molla franchezza, e con aJ,tissimo senso di responsaJbililà, ha rivendicato il dir1lto di poter 'Parlare .come democratico antiifascista, rappre.se.ntante della nuova Repurbblica la quale ha saputo armonizzare le aspirazioni umanitarie di Giuseppe Ma;r,zini, le concezioni uni versali.stiche del Cristianesimo e le aspirazioni inlernazoinali&tiche dei lavoratori. Permettetemi di dirvi, egli ha detto rivolgendosi ali' Assemblea, che il trattalo di pace nei confronti dell"Jtalia è estremamente duro. Fosse almeno uno .!>lrumenlo di ·solidale ricostruzione in lernazionale il sacrificio dell'Italia sarebbe i,n ciò ricompensato. Mai nella nostra storia moderna. i nostri confini furono così vulnerabili, mai le nostre pos.sihilità di difesa furono cosi Hmitale. D1 più questa volta non &iamo neppure assistiti dalla SJ)€ranza di un disarmo generale, del quale il disarmo dei popoli vmti sarebbe soltanto la logica anticipazione. 1Dopo aver denunciato il carattere punitivo !'on.le De Gasperi ha condannato alcune clau- .sole economiche del trattalo che ci si vuole infliggere, fra cui quella che ,concede ad ogni :poten~a alleata di sequestrare i bem italiani all'estero e quello che impone ,la rinurncia a qualsiasi credito derivante dalle convenzioni &ul trattamento dei prigiomeri. Oiroa le riparazioni il governo italiano è disposto a sopportare anche _gravi sacrifici, ma esclude assolutamente che si possano gravare sull'economia italiana obblighi imprecisati e per un tempo indeterminato. L'oratore conclude chiedendo r0.!>-piro e credito alla Repubblica d'Italia; un po-polo lavoratore di 47 miliom, egli ha µetto, è pront-0 ad associare la sua opera a quella degli alleali 'Per creare un mondo più giusto e più umano. La Tesi jugoslava contro 11'1talia1difesa da Kardelj. Sulla esposizione di De Gasperi, Kardelj ha indicato il punto di rvista della Jugoslavia. Sarebbe fatale - egli ha detto - se la Conferenza .si lasciasse portare a concludere con J'Ilalia una pace che non le impedi&ca di diventare nuovamente il trampolino di lancio per nuove aggressioni o pressioni sui Balcani. Kardelj ha poi acc·usato J)e .Ga$eri di rvolersi servire della lotta degli anlifa.scisli ver • avvalorare le richieste imperialistiche dell'Italia•. A .suo parere, con la linea france.!>e, non è la frontiera italiana che rimane aperta alle aggressioni bensì quella jugoslava. Infine ha proclamalo di e;sere e assolutamente contrario alla riohie.sta di J)e Gasperi di rinviare per un anno Ja so!uzione del problema di Trieste e tlella Marca grnliana. Il Governo italiano ritiene probabilmente di poter avere in un anno maggiori po,,sibilità di raggiungere i suoi fini imperialistici •. L~E.:ti~pia ~ns~dera un ritor,no 1dell' Italia nel11' Africa Orientale come una minaoci!' alla su~ sicurezza. Il delegato etiopico nel suo mtervenlo ~1 è mantenuto rigorosamente al settore che lo riguardava, cioè il settore coloniale, limitandosi -esclusivamente ai punti di .&ua competenza. Se fu forte in qualohe punto contro di noi, non lo fu per intemperanza polemica, ma per l'uso sapiente del fatto: come quando al 1Jrinc1pio disse che - mentre De Gasperi esponeva il punto di vi.sta del suo ,Paese - egli non aveva potuto impedirsi di ripensare < con emozione• a quella &edut~ dell~ Società delle Nazioni in cui i fascisti itahan1 s1 erano permessi di in tarrompere oon fischi J_'appello del .suo sovrano. Disse che J~ dele~az1one etiOtl)ica, per dissipare &ubilo ogni ~lll~oco s1 ~pponeva nel modo più reciso alla richiesta d1 De Gasperi di un ritorno dell'Italia nell'Africa Orien: tale, ritorno che, anche nella proposta forma d1 tutela sarebbe slato considerato dal Governo etiopico ~ome una minaccia alla sua sicurezza. La 1Grecia è rdisposta a .far credito all'Italia demooratica. Ben di-ver&a posizione, molto più equanime per l'Italia ha preso il delegato greco Tsaldaris. Egli ha ricordato che, dall'ottobre D40 al_l'aprile del 1941, la Grecia portò da sola lutto 11 peso dello sforzo militare dell'Italia. \Non ha negalo che il popolo greco attribuisce aJ.l'Itaha ]a responsabilità principale delle calamità che si sono albballute .su di es5o. E, se la cessione del Dodecanneso è un gran passo verso la conciliazione resta sempre per la Grecia la neces,.,ità di esigere riparazioni per i danni sofferti. per cui la delegazione greca aveva apprezzato cli udire De Gasperi che ammetteva la necessità per l'Italia di alcum acrifici. Tuttavia la Grecia non vuole una pace fondata sull'odio e sulla vendetta. • Perciò - dichiarò Tsaldaris - siamo disposti a far credito all'llalia democratica•· Poslo questo pun Lo, non dovrebbe e.!>sere difficile metlere in chiaro con la Grecia anche il resto. popolo italiano supererà le sue difficoltà presenti e prenderà la grande strada verso un 1·isorgimento e Ja rinascenza nazionale degni della grande Italia•. u.a tesi di Molotof comcide con quella di Kardelj. il.'Italia sembra rinnovala ma non lo è. E dove si vede? Si vede dalla posizione presa dall'on. De GaSiperi e dall'Italia ufficiale alla Conferenza. • La messa a punto del capo della delegazione italiana non intende essere una difesa dei generali interessi nazionali, e delle necessità vitali del suo popolo, ma una giustifcazione delle avide pretese della vecchia Italia imperialista,. • Il capo della delegazione italiana - di&&eMolotof - 11a fatto delle sue richiesto sull'Istria occidentale e su Trieste la parte centrale del ,suo discorso. Queste richieste non sono che la -ripetiZ1one delle vecohie pretese ila.liane .&u territori stranieri, territori che sono stati slavi da tefn'po immemorabile. I tempi sono passati nei quali terre slave erano materia di rlJ)arlizione per 1-e Potenle europee, quando popoli slavi gemevano sotto il giogo di invasori dall'occidente e dall'oriente. Ora le nazioni slave hanno trovato il loro po51to nei ranghi delle· nazioni alleate e la vita politica in tutte le contrade slave è stata costruita su ,linee progres.sive e democratiche•. Molotov ha rimproveralo francamente a De-Casperi che il suo discorso non contenesse una aperta condanna del fasci&mo. Si rvorrebbe - aggiunse Molotov - che Pltalia avesse sradicalo da sè ogni vestigia del fas.cismo. Ma non sarà facile. Radicah riforme in ogni sfera della sua vita politica saranno necessarie perchè diventi veramente una repub1bhca democratica e progre.!>sisla. Per quel che riguarda la rPOsizione dell'Italia nel Mediterraneo •l'Italia - disse - non deve perdere la sua importanza quale influente fattore politico nel Mediterraneo. Certe grandi Potenze tendono ora ad assumere una posizione cli monopolio nel Mediterraneo da relegare in un piano inferiore non sol-0 l'Italia ma anche la Francia, le due più importanti Potenze mediterranee. Fintanto che la nuova Italia tenderà a completare la sua nazionale resurrezione sulle basi di un pieno sviluppo delle sue forze interne e a ,.,tabilire relazioni amichevoli con i suoi vicmi e con tutte le azioni che amano la pace, deve ric!Were l'appoggio attivo di lulle le .Na.doni democratiche. Un'altra parte interessante fu quella in cui 1Iololorv rimproverò a De Gas1rnri di avere dalo eviCredo qula -·:t ( I lavoratori della • Lavorartori del braccio e della mente unitevi ! Iscrivetevi al Partito Comunista! > dicevano migliaia di m.anife.sii -appiccicati sui muri d'Itali 1. E, obbedienti alla ,.c,uggeslione di queste iparole, un buon numero d1 • lavoratori deJla mente• hanno aderito all'invito. Sono stati accolli a braccia aperte, con larghezza di vedute e comprensione per i ipassati errori ... • Non ci importano le voslre opimoni filosofiche o il vostro credo religioso• diceva la propaganda ufficiale del 'Partilo, ,per la ibocca dei suoi più ri,gidi rfunzionari, quegli sle.ssi che nel ventennio avevano espulso e diffamato moltt loro compa,gni 6emplicemenle perchè avevano dubbio sulla linea politica <lei partito. L'inlellelluale italiano è facilone e superficiale nelle -coso della vita, quando finge di e.ssere pignolone e formalista in quelle delle cultura. Questo era proprio il lin,guaggio che ci voleva rper lui. Iscriversi al partilo comuni.sta divenne una moda, .specie fra i giovani. Così abbiamo a~islito a conversioni improvvise di uomini che sino al giorno prima avevano parlalo di e isole cleJlo spirito•, ,di • aristocrazia• della cultura•, che, per esporre le loro idee o i fermenti della loro arcana sensibilità, avevano usato un linguaggio criplografico. wll P. C. ipubblicava i nomi delle nuove reclute sull'organo uf.frciale •del parti,to, ,rag.alando loro una pubblicirtà che molti non avrebbero potuto ottenere in altro modo e che a lutti faceva indubbiamente piacere. Quanto era lontana l'epoca eroica ed oscura dei lottatori clandestim, amme-s&i al parlito dopo un lungo tirocinio, ,do-po aver dalo prova di è e della propria fede ! E quando semibrava che la JJubblicilà dimmuisse, ecco saltar fuori, a catena, una serie di manifesti indirizutli all'opmione ipuhblica, al Gove;rno, a,gli Alleati, al diavolo, .se neces.sario, purchè in ca.Ice vi fo~ero le firme degli • scrittori comunisti•, degli • inlelletluali comunisti•· L' e Unità• riproduceva manifesti e fume per esteso. come se si tratla.9.se di cose irruportan li. I firmatari incontravano qualche amico al caffè e fingevano ,c.orpresa: • Come ! Hanno pubblicato il no-slro manife&lo? on ci ho fatto caso•. Invece, avrebbero potuto segnare col dilo. a occhi chiusi, la sua 1pos1zione e.'~atta in prima rpagina, tanto e lo erano letto e riletto. Ogni tanto capila di vedere 1111tizio che gira in Il discGrso di Mofotof, autorevole rincalzo a cerca di firme. accollo dat compagni con rinnovata quello di Kardolj. 1Iololof ha avuto accenti in.so- (e sincera) soi•presa. Tutti aderiscono alla co.sa con Jilamenle lu inghieri sull'Italia, tali che i discorsi ralleggiamenlo di chi compio un dovere. Il mondo precedenti non avrebbero mai fatto prevedere. < _I deve pur sapere che co&a pensano gli intellettuali servizi storici re&i dall'Italia sono noli a tutti. comumc.ti della tale o della lal'altra questiono. L'Italia occupa un posto eminente sia nella sloria Ii lato più divertente di lutla la faccenda sono remota come nella moderna. La sua cultura, il gli slanci oralorii dei • lavoratori della mente•, suo movimento di liberazione nazionale o il grande quando distribuiscono 1 tesori del loro spirito alle potere creativo del popolo italiano sono sempre masse ignare. specie agli operai, che sono oggetto stali riconosciuti universalmente. )ìoi, popolo so- di particolare attenzione. E gli operai a&collano a v,ieli O iaro~~io,,i et futuro dell'Ila~i ~uale occhi sbarrali le inconwrensibili cose che essi -di- ~an e ~ \..i~,J a imnp dr} o he i ria2) Y'f o. Q denza .sproporzionata alle rivendicazioni terri toriali e poco alle clausole economiche. Eppure afferma Molotov, queste sono clausole che • possono incidere sullo condizioni di vita di ogni lavoratore, di ogni contadino, di ogni cittaclino della RepublJlica italiana, od esercitare un'in[luenza decisiva sul de5lino dell'Ila] ia •. Infine, ·1fololov respinge recisamente la proposta fatta da De Ga.s,peri per un rinvio della questione giuliana. Egli vede anche in questa idea, per la quale inconcepibilmente si favorirebbe il prolungamento dell'occupar-<11one dei Paese, una manovra secondo la vecchia mentalità fascista, cioè la speranza di poter lare il proprio giuoco, approfittando di un dis.!>idio degli alleati. VITE,RBO: Necessità di risolvere il problema del latifondo. I contadini invadono Ie terre del principe Torlonia. Ad Arlata di Castro alcune centinaia di contadini hanno inva.so le tenute di iproprielà del Principe Torlonia o della signora Angelina Has situate nel teTrilorio di quel comune. La occupazione è avvenuta senza dar luogo ad incidenti ed i contadini, dopo es&ersi accordati per lo appoderamento e la ripartizione dei terreni. hanno provveduto a piantare i paletti di delimitazione. Si calcola che l'estensione complessiva delle terre invase ammonti a circa 250 ettari. Mentre i lavori della nuova Costituzione prose- •guono a rilenta nelle varie commissione per fis5are la fisionomia della riforma agraria è questo il secondo caso di invasione pacifica di fondi incolti da parte di contadini aiffamati di terra o bisognosi di larvoro. Il primo gesto risolutivo avvenne una diecina di giorni or sono da parte di 150 contadini di Arquà, in provincia di ,Padova, a conclu&ione di una ventennale vicenda di soprusi da parte del tenace proprietario di quelle terre, il signor Guido Trieste; ora sono i contadini dell'agro romano stanchi dell'assenteismo e dell'indolenza dei vari principi Tori on ia. La piaga del latifondo, vecchia vergogna italiana, devo scomparire e, quanto prima si effettueranno i relativi provvedimenti, tanto meglio sarà. ROMA. - rlo scioglimento del Senalo deciso in via definitiva. Il principale provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri, riunitosi al Viminale sotto la ;presidenza del mini,.,lro Nenni, è quello relativo alla registrazione, con riserva, del decreto 24 giugno scorso, concernente la cessazione delle funzioni del Senato come organo legislatirvo. [,a Corte dei Conti, infatti, arveva ritenuto di non poter registrare il decreto relativo del precedente Governo giudicando che la deliberazione in merito fosse di con'))elenza della Costituente. Il Consiglio dei Mini,.,tri ha deciso pertanto di chiedere la registrazione con riserva e di applicare il decreto di sciogli men lo del Senato. absurdu111 mente e il P. C. I.) Tra .gli uni e gli altri, infatli, c'è una barriera quasi in.sormontabile, costi tuila dalla strana idea (ben dentro nel loro cervello) i • lavoratori della mente • si sono fatta intorno al • lavoratori del braccio•, alla massa. iE' ifor.se la -1~--sa idea iohe hanno lutti i cervelli ipiccolo1borghe.si <del 1globo. [)el resto, came è possibile che uomini idealisti in filosofia, ermetici rn poesia, 11omini allevali nel giardino della cultura !borghese e che hanno succhialo il loro latte da mammelle antirivoluzionarie possano eia un giorno all'allro diventare con vin ti difensori del • proletariato in marcia•? =--ronsi dislrugige &e stessi. La coscienza cli questo dissidio è d'1 quasi tutti i • lavoratori della mente• iscritti al P . .C. In molli essa si è tra.sformala in interessala malafede, rn altri nel desiderio di adeguare .&estessi ad una nuova concezione della vita, a nuovi valori etici e sociali, -0he finiranno (essi pensano) col trovare una ,giu.sl~ficaz1one e una sistemazione speculati va allraverso una graduale conquista e per merito di successive rinuncie al pa&salo. Tuttavia, sia egli in malafede o in buona fede, l'intelletluale comunista ostenta la più ortodossa osservanza della linea politica ufficiale del partilo. Acuto formalista m lutto il resto, abituato a pesare le idee con la bilancia di rpreci.sione, diventa improvvi.&amenle olluso e grossolano quando si lraltc1. di dottrina del 'Partito. Parlate con lui e fole che egli sospetti nelle vostre -parole 'tma piccola intenzione eretica. Prima egli cercherà di convincervi con argomenh bigotti (1bigolli in ,5enso comunista, naturalmente), ipoi vi ,guarderà come un verme schifoso, oppure con l'accoralo dolore di chi assiste all'improvvisa pazzia .di una persona cara. :E' lutto talmente ovvio, ciò che dice il P.C., che gente di .&ano intelletto non può arrivare a conclusioni diverse! Accanto ai grossi calibri vi sono lutti ,gli altri, i minori, quelli che sono entrali nel P. C. con la intenzione Idi comportarsi come 1brayi 'Pierini e non decampano dal fermo pro-posilo di essere i primi della classe, benvisti dalla .!>ignora maestra e dal direttore . Con costoro, che formano J'interminab1le ,schiera dei contabili del marxismo e dei ragionieri della lolla di classe, non si lJUÒ nemmt>no discutere, poichè le loro orecchie di seminaristi si chiudono pudicamente: dinanzi alJ'as,.,allo delle vostre critiche, anche se mollo 0Jlande. Quindi, tutta l'atmosfera che ci1·conda i • lavoratori della m<!nle > sa cli volontaria rinuncia alla libertà di critica e di opinione offerta nei manifc. li. .,'an Domenico esttlla nella sua tomba, mentre i proletari, nel cui nome lutlo ciò si compie, guardano e aspettano. Il progresso è fatto anche di pazienza. Atos Ferrari La socialdemocrazia in Germania (Continuazione dalla I. pagina) classe operaie, ma viene e.steso dai socialdemocratici tedeschi .all'artigiana t•) e alle prof esaioni intellettuali e impiegatizie, ai ceti contadini, in uno sforzo comune di liberazione dalla dittatura capitalistica. La distribuzione del Reich ha <lischiuso un'aspra polemica sulle .basi politiche dr.Ila futura Germania. Alcuni ambienti della Unione democratica cristiana, sopratutto in Baviera, si sono fatti sostenitori di un fedel'alismo radicale, incoraggiato dalln temporanea eclissi dell'unità tedesca e dal prevalere dei particolarismi regionali. La distribuzione del Reich è •intesa in questi ambienti, come definitiva, mentre le sole realtà rimaste in vita sarebbero le regioni storiche, che avrebbero riacquistato sulle rovine dell'unità nazionale la loro antica sovl'anità, divenendo e.sse soltanto depositarie 'della continuità della vita tedes~a. Quindi ooJo dal concorso delle volontà dei vari Stati potrebbe risorgere un'unificazione formale, subordinata esclusivamente alle loro esigenze particolari. La ricostituzione del Reich diverrebbe la risultante di un rapporto interstatale, come se pl'ima es.sa non fosse mai esistita. ,Quale reazione a tali correnti, sopratutto da parte comunista, si è invece riaffermata la continuità morale dell'unità tedesca, nella sua struttura fondamentale. La sooialdemocraz.ia si è andata or~entando contro l'una e l'altra delle tendenze estreme. iLa Gel'mania, malgrado la sospensione temporanea delle sue capacità statali, resta un tutto unico che deve esscr,3 preservato sotto le ceneri dell'attuale minorazione politica prodotta dalla disfatta. Neasuna soluzione di continuità è avvenuta per causa della sconfitta. Ciò non esclude che la nuova Germania possa essere organizzata su ba.se federale, in modo da armonizzare le fondamentali esigenze unitarie con le necessità politiche ed economicho dei tradizionali la.nder tedeschi. Il procesi:;o, che secondo i socialdemocratici dovrebbe condurre alla struttura federale è esattamente inverso a quello auspicato' dai cristianodemocratici bavaresi. Gli orientamenti socialdemocratici sono i soli in Germania che realmente tontano di impostare la soluzione del problema tedesco in un ambiente e s~ondo un respiro europeo. Il nazionalismo tradizionale, dopo jl fatale disorientamento prodoao dal collasso del Reich, va- risorgendo aoUo la cenere ne"'li ambienti conservatorj, in buona parte avvi.!U verso la Unione cristiana democratica e altre formazioni di destra. Nello « chwabische Landeszeitung », Schumacher definitiva tale risveglio nazionalista « comicamente grottesco•, mentre fino a qualche tempo fa « gli altri partiti hanno lasciato ai socialdemocratici la cura di sostenere le rivendicazioni. n_alurali di prestigio nazionale e di rispetto >. Anche il congresso di Hannover ha condannalo ogni ripiegamento illelle logore disarmonie nazionaliste, che ancora una volta potrebbero distrarre le forze proletarie dai loro veri compiti sociali per la ricostruzione della Germania. « Una Germania nuova - è stato scritto nella stampa socialdemocratica - non deve essere una Germania nazionali ta. Essa deve porsi innanzi lutlo nel quadro delle esigenze europee», cui occorre sacrilficare, spontaneamente una parte <lei diritti sovrani, quando questi saranno restituiti alla Germania, a condizioni di parità con gli altri paesi europei. Vengono così .marùfestate le prime istanze che potranno condurre alla costituzione degli Stati Uniti europei. ~fa per divenire europea, la Germania deve es.sere accolta dall'Europa come un'unità inscindibile. Queste affermazioni sono state fatte a proposito dei progetti di separazione dalla Germania delle regioni renane. La socialdemocrazia si è opposta energicamente contro la mutilazione renana. :'Ifa nel tèmpo stesso si è .avvicinata alla soluzione britannica, sostenendo che le forze economiche tedesche debbono essere po le al servizio dell'Europa, in un'organizzazione <li controllo internazionale delle sue più vitali risorse industriali. :òfa la parte di controU.o internazionale accettabile e necessaria a tale fine, econdo i socialdemocratici, non potrà es.sere esercitala che dai go,·erni in le ressa li e dai loro movimenti operai. « Diciamo francamente aJ mondo _ scriveva nell'articolo già ricordato il dotl. chumacher - che non Yogliamo cambiare il capi talismo tedesco che ha <lato fallimento con un capitalismo inlernaz1onale ». Le e~igenze internazionalj sono quindi ricondotte rigoro- ~amente ai presuppo~li socialisti in un audace tentalivo di soluzione internazionale che acqui::ti garanzia di stabilità e di benessere economico nello spirito socialista. Xon a caso al congresso di Ilannover è tata chiesta con in islenza che le autorità di occupazione britanniche procedono rapidamente alla socializzazione delle industrie e delle risorse minerarie della Ruhr. (Da « Comuni là•) Basilio Cialdea
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