L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVII - n. 53 - 15 agosto 1946

Anno XXXVH (nuova serie) N. 53 Zurigo, 15 agosto 1946 LIBERAREE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA Redazione e Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau. Zurigo 2; Abbonamenti; 24 numeri Fr. 4.-. 12 numeri Fr. 2.-. una copia cent. 20 Conto postale No. VIII 26 305; Telefono 27 4 7 02 Difficoltà della democrazia Con la vittoria della repubblica sulla monarchia nel referendum del 2 giugno, la lotta dei socialisti per una democrazia sempre più sostanziale è ora assai facilitata. , arebbe però troppo semplicistico supporre che gli ulteriori sviluppi della democrazia nel nostro Paese, e particolarmente queH.i nella sfera economica a nostro parere urgenti ed essenziali, scaturiranno ormai senza inciampi e quasi per evoluzione naturale dai dibattiti dell' Assemiblea Costituente, dai quali invece non c'è da aspettarsi, e sarà moltissimo, che una ,buona costituzione, suscettibile di adattarsi ai mutevoli bisogni della vivente realtà sociale. La lotta dei socialisti per una radicale, concreta e non fittizia democratizzazione della vita italiana dominerà tutta la nuova fase storica e non potrà esaurirsi dunque nelle tenzoni giuridiche che avranno come arena l'aula di :Montecitorio, ma dovrà investire l'insieme dei rapporti tra i cittadini, dagli economici ai culturali, poggiando più che mai sulla pressione costante delle masse lavoratrici. Noi sappiamo già per nostra esperienza come nei decenni di validità dello statuto albertino il clima generale della vita italiana abbia subito notevoli e contraddit-orie variazioni secondo il cangiare dei rapporti delle forze politiche; e, senza dubb-io, non diversamente accadrà anche nell'avvenire. L'antica discussione insomma su forma e contenuto, superata giustamente in estetica dov'è un nonsenso, conserva invece tutta la sua validità in politica. Queste e analoghe considerazioni devono servire a,_ soieizarf' come, anchè <lopola conquista della re.pubblica, i socialisti non possano riposare sugli allori : la repubblica è dichiarata, si tratta ora di darle un contenuto. Dai rapporLi tra forma e contenuto dipendono in fin dei conti il carattere e la vitalità di ogni democrazia. scano tutte le differenze. )fa neppure questo concetto può essere ora accettato in una forma così astratta. Poichè infatti, ove la soppressione delle differenze tra i cittadini conduce alla statizzazione totale della società, può risultare non la più perfetta delle democrazie, ma il suo opposto, il formicaio. La democrazia, nel suo concreto significato politico, è -diventata solo recentemente indicatrice di govemo della maggioranza della. popolazione. Fino al 1848 s'intendeva invece sotto democrazia un potere politico appoggiato dalla parte povera della nazione, <lai contadini, dagli artigiani, dai piccoli borghesi, dai ma.novali. Il suffragio uni versale era allora considerato uno strumento della democrazia, e non la sua essenza. E l'esperienza ha rnfatti dimostrato che non sempre l'allargamento del suffragio ha come risulta Lo un rafforzamento della democrazia : nè mancano esempi in cui il suffragio fu esteso a ceti incolti e nuovi alla vita politica appunto per iniziativa di parte .conservatrice, allo scopo di fiaccare i partiti della democrazia: il numero, senza la coscienza, •è mas....c.a pericolosa, servibile per ogni uso. 1Aquesto •proposito •ha scritto in «La democrazia italiana» Guglielmo Ferrero: «Le riforme democratiche operate in Italia dopo il 1880 da re Umberto rispondevano .a chiari intenti reazionari. Il numero degli elettori fu allargato da 150 mila a 2 milioni. -Il re pensò che un elettorato di 2 milioni d'individui, in gran parte po-veri e ignoranti, pot11v11 PSSPre manovrato meglio cii un elettorato di 150 mila persone. Infatti fu cosi. Botto la apparenza di una più estesa democrazia, riuscì al re Umberto <li rafforzare l'indipendenza dell'esecutivo ». Non .altrimenti le Signorie s'imponevano nei comuni italiani del Medio Evo spesso appoggiandosi sul popolo basso co1:tro le famio-lie eminenti. E alla stessa gmsa l'assolutismo regio si servì numerose volte <lei bor~?esi per resistere ai nobili. E così Pietro il urande vinse il movimento nazionale di }Iazeppa in Ucraina soddisfacendo le rivendicazioni sociali della plebe e riuscendo a sepa1are i cosacchi dal loro capo. Fu merito j)e1ò del fas.cismo e del nazismo di aver porlat.'.> alla perfezione l'arte di uccidere la democrazia con le armi stesse che la democrazia si era forgiate. .<\.nche l'estensione del diritto di voto alle donne, come fu effettuata prima dell'ultima guPrra in Austria e in Ispagna, e come di recente anche in Italia, nell'io tenzione almeno di una parte dei promotori ha corrisposto evidentemente ad un piano conservatore e reazionario. E tuttavia noi socialisti abl.,iamo agito coerentemente accettando senz'altro quelrimprovvisata riforma e sfruttandola per portare tra le donne i concetti della libertà. politica e per suscitare e rafforzare in loro il sentimento della propria dignità di cittadine. Il pessimo uso che altri posso110 fare della democrazia non ci giustificherebbe s~ noi la rinnegassimo, ma spetta a noi di pedezionarla, operando in modo che essa non resti una illusoria facciata o una menzogna. Democrazia significa .autogoverno di popolo; e pertant-0 è un ideale ,che richiede una lotta incessante per la sua realizzazione. .'appoggio di masse che rinunziano all'aut<>governo, per ignoranza, per viltà o per inga11no, non legittima alcun regime: gli si puv tutt'al più riconoscere di rappresentare l'ignora,nza, la viltà e l'inganno, ma non la democrazia. Nulla sarebbe più pernicioso per la nostra democrazia dell'illusione ch'essa sia orroai cosa fatta e ci si possa comod,tmente rir~-~rP. Jn rf'::ilt:i. noj ci siamo appena. avv{ati verso la democrazia, avendo abbattuti alcuni ostacoli che vi si opponevano; ma resta ancora molto da fare per democratizzare i partiti, i sindaca ti e gli altri enti che sono gli organi della volontà popol_ar~; . per democratizzarci noi stessi, noi socialisti. Procuriamo intanto di salvaguardare l'idea della democrazia dalle sue contraffazioni. Ignazio Silone Le maggiori difficoltà della democrazia, in altre parole, <lerivano dal fatto ch'essa presuppone una partedpazione libera e cosciente della maggioranza dei cittadini alla vita politica, ma spesso la maggioranza dei cittadini si lascia manovrare <la un ristretto numero di politici contro i suoi veri interessi. La socialdemocraziain Germania I rapporti tra democrazia e maggioranza non sono infatti così semplici come volgarmente si crede: non basta che un partito politi.co abbia l'appoggio della maggioranza del popolo, perchè lo si definisca senz'altro di spirito e contenuto dem-0cratico. La guerriglia, ad esempio, dei contadini vandeani e sèioani contro la Convenzione francese, non è stata mai, da nessuno, considerata un fatto democratico, sebbene un m-0vimento conservatore sotto la direzione del clero e delle nobiltà. E in tempi "più recenti, il gran numero di voti che nel 1933 elessero Ilitler cancelliere del Terzo Impero non pastarono evidentemente per dare al movimento politico che ne risultò un carattere democratico. )folla sua « Révolution sociale dérnontré var le coup d'Etat dii 20 décem_bre » Jooeph Prou{lhon si chiese : « Chi dunque ha nominato la 1Costituen(e piena di legittimisti, di monarchici, di nobili, di generali e di prelati? Il suffragio universale. Chi ]rn_ fatto il 10 <licembrP J,848? Il suffragio univPrsale. Chi ha prodotto la LegislaLiva? Il suffragio universale. Chi ha dato l'a$SOluzione <lel 20 dicembre? Il suffragio unive1'AalP. Chi ha <'hiuso il corpo legislativo del '52? Il suffragio universalP. 'N'on può forse dirsi che è stato il suffragio universale che ha cominciato la reazione nel 16 nprile; <'he s'è eclissato ,lietro le spalle di BarMs il 15 maggio; che ha incr-ociato le brarcin il 2 clicrmbre? ... ». Questa. pagina di Proudhon ha ali accenti di nna vera Tequisitoria e, comr tale, è forse unilaterale, ma non priva cli fondamento. La verità è {lunque questa : la democrazia non si può identificare sempre <'On i concetti materiali di suffragio universale e di maggi-0ranza. A questi dati esteriori. primordiali e in<li$pensabili, ,anno aggiunte un certo lflllmero di condizioni r:=;senziali della sfera della coscienza e ~:lella volontà. I greci, che per primi della d~~oc_razia fecero l'esperienza, <li queste cond1z1on1 essenziali alla democrazia ne indicarono quattro : l'isonomia (la l~ge uguale per tutti), la ljbertà, l'isocrazia ,(la uguaglianza di potere), l'isogoria (la libertà di parola). La setta filosofica dei cinici andò più in là quando affermò che la vera <lemocrazia non potrà aversi prima che tra i citnr-<J.ini non spm• 11 primo c.ongre c::o nazionale del Partito socialdemocratico tedesco risorto sulle rovine naziste si è svolto a metà maggio ad IIannover. Erano a enti solo i rappresentanti della zona di occupazione sovietica. Sottoposta come le altre formazioni politiche alle rigide norme degli occupanti, la socialdemocrazia è Yenuta riorganizzandosi fatico amento nell'ambito rigido di ogni zona di occupazione, a compartime'nti stagni. Soltanto negli ultimi mesi è tato possibile stabilire dei contatti permanenti tra le diverse zone ed imprimere al partito una fisionomia unitaria. 1 progressi sono stati indicati da una erie <li congres i locali, .cui ono seguiti dal gennaio i primi• congressi interregionali che hanno preparato la riunione nazionale di llannoYer. Queste difficoltà organizzatiYe hanno timolalo maggiomn.ente gli organi mi sociali democratici per imporne il superamento mediante l'affermazione cli una vitalità essenziale alla ricostruzione politica della Germania. Il panilo risorge"a sotto l'impul o <lei superstiti del piLt chiotto antinazismo scampati agli orrori dei campi <li eliminazione. I suoi quadri iniziali a\'e\'ano Yissuto in mezzo al popolo o nelle torture dei campi di concenti-amento la tragedia nazista. La realtà della di-fatta ha destato all'immane compito della ricostruzione di una democrazia in un popolo into sical-0 profondamente dalla esa per azione <lei suoi istinti deteriori, divenuti dottrina politica. La disfatta e la distruzione 'Ciel Reich quale entità politica. l'as unzione del governo della Germania da parte dei Yincitori, hanno posto la Socialdemocrazia dinanzi ad una situazione del tutto nuova, che non ha permesso riferimenti a situazioni prenaziste. :Xon potendo assumere piene responsabilità di governo, la ocialdemocrazia tedesca. ha dovuto raccogliere tutte ìe sue energie esclusivamente per il eh.iarimento delle sue posizioni di fronte ai giganteschi problemi della Germania di domani. a Al congresso di Ilannover è stata esplicitamente riaHermata la ispirazione marxista del partito. D'altra parte a più riprese sono state manifestate le profonde esigenze democ:rati.che, ritenute essenziali per la resurrezione di una Germania che possa in erirsi pacificamente nel proce so storico e sociale europeo. Il leader del partito nelle zone occidentali, Kurt Schumachet\ in un.intervista al o-iornale « Ilannoverscher Kurier »1 sostencv~ ,che « per la classe operaia l"idea del sociali mo è indi ·olubilmente legata alla libertà dello spirito, poichè essa vede nel Socialismo il mezzo nell'ordine economico di liberare la personalità umana •· Le esigenze socialiste sono state espresse in forma concreta con una crie <li progetti di socializzazione dei grandi mezzi <li produzione c di riforme ~trutturali della economia tedesca. Xel crollo del Reich nazista, la ::ocialrlcmocrazia ha individuato il fallimento della borghesia capitalista. poicbè il terzo RPich è ~lato <lefinito, in un articolo <li 'chumacher apparso in un quotidiano <li _\.ugusta, come il risultato « della lotta di clas e combattuta dall'alto» da parte del ~rande ca pi talismo inelustri alo e terriero tedesco. La lotta <le,·c quill{li essere cond◊Ha a fondo contro i grandi latifondisti e i « Konzern » industriali, mentre non si intende minacciare in alcun modo la media o piccola proprietà urbana e rurale. i dischiude così la via per una equa ripartizione dei acrifici imposti <lalla {lisfalta 1 quale primo presupposto della rico truzione, in contrasto con l'egoismo dei partiti borghesi i cui sistemi tendono invece ad evitare per i grandi proprietari i sacrifici necessari nell'interesse della collettività.. « e i tedeschi - ha scritto recentemente chumacher - in forza delle loro idee nebulose e della loro ·tupidiL:ì in politi.ca non hanno voluto essere socialisti in un periodo di prosperità, dovranno divenirlo in avvenir-e per povertà:>. L'appello socialista non si limita più alle sole (Continua in JI. pagina) Città niorta Lunghi binari e sparse foglie ai miei piedi sui muli asfalti, o città, così ti vidi, quando raggiunsi le strade che conducono in le, al rumore solingo dei miei passi come tonfi sonori. E l'alle mura disadorne di fiori vidi - non candidi veli sui vetri, nè donna celata tra imposte che attenda un perduto ritorno ... .lla il tuo squallido grigio, la luce opaca che spegne anche l'ombra dei morti sassi, e sui letti intreccio di fili senza voli di rondini. SELEXIO Cultura cattolica Come tutti sanno, gli intellettuali cattolici proven9ono da ceti e classi a,s-sai !diverse, cosi che es.si non rappresentano direttamente un ceto o una dasse. .)la Ja cu,ltura cattolica, che ha una vita tradizionale da secO'li, nella sua caltalicizzazione di ogni uomo e di ogni cla.<Jsec,om.pie nella sua funzione .speci-ifca una unificazione .che ci .permette di individuarla e parlarne come blocco. Si sa co-me più volte esisa ha posseduto il completo dominio temporale ,su .tutta ,l'Italia ed è inutile rifare ,la storia della ,lotta ,che ha subito da pa1'te della cultura laica. La cUJltura.cattolica ,fa capo al potere vaticano ed (llLl'altafinanza del ,clero e cristiana. Ma neLla striutlura de.lla .società bor,ghese, per .la sua estensione ed il ,suo (ljppoggio nelle campa,,qne,vhe .sono la •base più lan_qadeJ, caltoJice.simo, essa si presenta come una formazione feudale-borghese che 1'iesce in ,queslo a ,le,,qarec.i,ttà e campagne. Tutto lo sforzo deJila cultura .cattolica è pertanto qucJllo4i ,legare piocola bor,qhesia e contadini (JJ/r la .1Jonghe1Si,aprelatizia e alla bo7Y1/wsia cristia·na. Modi di estensione ne.lla città verso la piccola bor,ghesia .sono il suo aif,parato -di stamipa e l'organizza.zione edwcatitva. La cultura cattolica possiede una rete vastis,si,ma di 9iorna,li, riviste, •caise editrici, ,olie .d,a,ll' Os.senvrutore Rome.no, Civiltà Cattolica e 1l'orwanizzazione Fide ai boUettini di parrocchia ed ai cinco.li •di ricreazione, svolgono una sistematica ed ini-nterrotta ,opera di a.gganciamento della ,pvocola 1bor,ghe1Sial!.)ssa •detiene un mastodontico aPiParato di iflJSe,,gnanlie idi scuo.Le, dagli istiiuti elem,entari alle unia!eT1Sitài-n cui detiene ancor oggi il predominio eil una prop1'ia Università Cattolica. Ne,,qliultioni 50 anni essa ha avanzato per que.sta funzione i,l rmo'IJiJmentnoeotomista e il'ovalo a6(eati nei movimenti .sorti Tn generale come insod,diJsfazione dell'id.eali,smo (movimenti valleocltiani, mistici, spiritualisti, ermetici caUolici, esistenzialisti cristiani 1perr/are un esemipio). Attra,verso ,L'Azione Cattolica e le sue organizzazioni essa (JIUargail suo ,movimento dalla vm-rocchia cittadi'na al Lgrande trust tfinanziario. La ba.se di esteniSione deLla cwltura cattolica si sviluppa ,però soprattutto ne.Ue cam.pa,gne, dato l'arretratezza delle po.polazioni. Essa agisce attraverso il ,pi,ccolo e medio e1ler-0c, he è la più vasta rete di inji,J.irazione ohe ,la ,cultura cattolica ,possegga. attraverso i suoi insei,qnanti. Gli interessi di questa cultura sono di le_qare il ,contadino, il bor,ghese rurale e soprattutto il r,rosso agrario al grande finanziere crisUano. Si intende a questo 1punto come •l'opera più propria e dichiarata di ,questa cultura nei riguardi del movimento operaio è decisa,mente la folla aperta. La cultura cattolica ha costantemente avversato il moi;imenlo operaio giwstificando la sua avversione come avversione ad im materia,lisino negatore .debla vita spirituale, di icui essa si dichiara ri,qida custode in llalia. E' evidente che una ta,le pretesa è una a{ferma.zione astratta, in quanto non considera il marxismo come il moi;imento operaio, e combattendolo ,con una finzione ideologica ne o- .ste.ggia invece lo svol,gimento pratico. 1'l ,perasiero cattolico sottoposto aU'imrprimatm· è nemico aperto ,del movimento marxista .che non osteggia il credo cattolico, p1·oprio in quanto questo non ,lo interessa se non si pone come movi.mento pratico, come fatto pratico. L'atteggiamento de/.1.acultura cattolica nei 1·iguardi del movimento operaio, quando non è -~lato di aperta I/olla ed ai:versione. alla quale non rimmcia mai non appena se ne pre-sli /"occasio-ne (vedi crd esempio la 1:er_qognosacampagna di dif· f amazione svolta in aJ.leanza col fascismo durante la lquerra di Spagna del 1936), è di indugio e lotta segreta in quanto ritiene il movimento operaio .:ww pericolosa devi.azione dalla coscienza cristiana . Dall'ini.zio del secolo /"atteggiamento centrale di questa cultura acquista un tono particolare neUa lolla. Essa si ind11s/ria di costruire e ro,ff 01:zare dollrine ideologiche sociali, che giust~fichino e siano conll'ibuto di quel ,particolare movimento dei partili cristiani cl1efu inizialo al princiipio del secolo con una base fondamentale di appoggio nelle ,ca,mpagne, e,cl una origine ed una prassi inequivocabilmente contro-1'ivoluziona1'ie e 1'elrive. In base a ciò è necessario però ohe una parte de,lla piccola borghesia, dei piccoli contadini e del bas-so clero osteggiano la prassi reaziona1'ia che viene da/ll'alto e com,pie in qua,/iohemodo un vero e proprio esodo, come dimostrano oggi episodi di una certa. iml)Jortanza, quale vl sia .pur equivoco episodio della siniistra cri.stiana ed i .molti cattolici che militano ,decisamente nei ,partiti della classe operaia. Ed è ,q.ue-sta cerla:menle una comune constatazione. F.C. • • • •

.I ,I Bit NOTIZIARIO ITALIANO L'Italiaalla ConferenzadellaPace PA1RIGI: Il 1disoonso De Gasperi all'Ai<Semb'lea plenaria della e rConferenza della Pace». Il presidente del Consiglio !On. Alcide De Gasperi ·ha parlalo in difesa degli interMsi italiani alla «Conferenza della Paoo,. Egli ·ba detto di sentire, che tulto è contro l'Ilalia, soprattutto per quella che è :a qualifica di ex nazione nemica, qualifica che il -saicrihcio di 120.000 uomini per la causa alleata non ha 1Saputo tfar dimenticare. L'OTatore, il quale ha parlalo con molla franchezza, e con aJ,tissimo senso di responsaJbililà, ha rivendicato il dir1lto di poter 'Parlare .come democratico antiifascista, rappre.se.ntante della nuova Repurbblica la quale ha saputo armonizzare le aspirazioni umanitarie di Giuseppe Ma;r,zini, le concezioni uni versali.stiche del Cristianesimo e le aspirazioni inlernazoinali&tiche dei lavoratori. Permettetemi di dirvi, egli ha detto rivolgendosi ali' Assemblea, che il trattalo di pace nei confronti dell"Jtalia è estremamente duro. Fosse almeno uno .!>lrumenlo di ·solidale ricostruzione in lernazionale il sacrificio dell'Italia sarebbe i,n ciò ricompensato. Mai nella nostra storia moderna. i nostri confini furono così vulnerabili, mai le nostre pos.sihilità di difesa furono cosi Hmitale. D1 più questa volta non &iamo neppure assistiti dalla SJ)€ranza di un disarmo generale, del quale il disarmo dei popoli vmti sarebbe soltanto la logica anticipazione. 1Dopo aver denunciato il carattere punitivo !'on.le De Gasperi ha condannato alcune clau- .sole economiche del trattalo che ci si vuole infliggere, fra cui quella che ,concede ad ogni :poten~a alleata di sequestrare i bem italiani all'estero e quello che impone ,la rinurncia a qualsiasi credito derivante dalle convenzioni &ul trattamento dei prigiomeri. Oiroa le riparazioni il governo italiano è disposto a sopportare anche _gravi sacrifici, ma esclude assolutamente che si possano gravare sull'economia italiana obblighi imprecisati e per un tempo indeterminato. L'oratore conclude chiedendo r0.!>-piro e credito alla Repubblica d'Italia; un po-polo lavoratore di 47 miliom, egli ha µetto, è pront-0 ad associare la sua opera a quella degli alleali 'Per creare un mondo più giusto e più umano. La Tesi jugoslava contro 11'1talia1difesa da Kardelj. Sulla esposizione di De Gasperi, Kardelj ha indicato il punto di rvista della Jugoslavia. Sarebbe fatale - egli ha detto - se la Conferenza .si lasciasse portare a concludere con J'Ilalia una pace che non le impedi&ca di diventare nuovamente il trampolino di lancio per nuove aggressioni o pressioni sui Balcani. Kardelj ha poi acc·usato J)e .Ga$eri di rvolersi servire della lotta degli anlifa.scisli ver • avvalorare le richieste imperialistiche dell'Italia•. A .suo parere, con la linea france.!>e, non è la frontiera italiana che rimane aperta alle aggressioni bensì quella jugoslava. Infine ha proclamalo di e;sere e assolutamente contrario alla riohie.sta di J)e Gasperi di rinviare per un anno Ja so!uzione del problema di Trieste e tlella Marca grnliana. Il Governo italiano ritiene probabilmente di poter avere in un anno maggiori po,,sibilità di raggiungere i suoi fini imperialistici •. L~E.:ti~pia ~ns~dera un ritor,no 1dell' Italia nel11' Africa Orientale come una minaoci!' alla su~ sicurezza. Il delegato etiopico nel suo mtervenlo ~1 è mantenuto rigorosamente al settore che lo riguardava, cioè il settore coloniale, limitandosi -esclusivamente ai punti di .&ua competenza. Se fu forte in qualohe punto contro di noi, non lo fu per intemperanza polemica, ma per l'uso sapiente del fatto: come quando al 1Jrinc1pio disse che - mentre De Gasperi esponeva il punto di vi.sta del suo ,Paese - egli non aveva potuto impedirsi di ripensare < con emozione• a quella &edut~ dell~ Società delle Nazioni in cui i fascisti itahan1 s1 erano permessi di in tarrompere oon fischi J_'appello del .suo sovrano. Disse che J~ dele~az1one etiOtl)ica, per dissipare &ubilo ogni ~lll~oco s1 ~pponeva nel modo più reciso alla richiesta d1 De Gasperi di un ritorno dell'Italia nell'Africa Orien: tale, ritorno che, anche nella proposta forma d1 tutela sarebbe slato considerato dal Governo etiopico ~ome una minaccia alla sua sicurezza. La 1Grecia è rdisposta a .far credito all'Italia demooratica. Ben di-ver&a posizione, molto più equanime per l'Italia ha preso il delegato greco Tsaldaris. Egli ha ricordato che, dall'ottobre D40 al_l'aprile del 1941, la Grecia portò da sola lutto 11 peso dello sforzo militare dell'Italia. \Non ha negalo che il popolo greco attribuisce aJ.l'Itaha ]a responsabilità principale delle calamità che si sono albballute .su di es5o. E, se la cessione del Dodecanneso è un gran passo verso la conciliazione resta sempre per la Grecia la neces,.,ità di esigere riparazioni per i danni sofferti. per cui la delegazione greca aveva apprezzato cli udire De Gasperi che ammetteva la necessità per l'Italia di alcum acrifici. Tuttavia la Grecia non vuole una pace fondata sull'odio e sulla vendetta. • Perciò - dichiarò Tsaldaris - siamo disposti a far credito all'llalia democratica•· Poslo questo pun Lo, non dovrebbe e.!>sere difficile metlere in chiaro con la Grecia anche il resto. popolo italiano supererà le sue difficoltà presenti e prenderà la grande strada verso un 1·isorgimento e Ja rinascenza nazionale degni della grande Italia•. u.a tesi di Molotof comcide con quella di Kardelj. il.'Italia sembra rinnovala ma non lo è. E dove si vede? Si vede dalla posizione presa dall'on. De GaSiperi e dall'Italia ufficiale alla Conferenza. • La messa a punto del capo della delegazione italiana non intende essere una difesa dei generali interessi nazionali, e delle necessità vitali del suo popolo, ma una giustifcazione delle avide pretese della vecchia Italia imperialista,. • Il capo della delegazione italiana - di&&eMolotof - 11a fatto delle sue richiesto sull'Istria occidentale e su Trieste la parte centrale del ,suo discorso. Queste richieste non sono che la -ripetiZ1one delle vecohie pretese ila.liane .&u territori stranieri, territori che sono stati slavi da tefn'po immemorabile. I tempi sono passati nei quali terre slave erano materia di rlJ)arlizione per 1-e Potenle europee, quando popoli slavi gemevano sotto il giogo di invasori dall'occidente e dall'oriente. Ora le nazioni slave hanno trovato il loro po51to nei ranghi delle· nazioni alleate e la vita politica in tutte le contrade slave è stata costruita su ,linee progres.sive e democratiche•. Molotov ha rimproveralo francamente a De-Casperi che il suo discorso non contenesse una aperta condanna del fasci&mo. Si rvorrebbe - aggiunse Molotov - che Pltalia avesse sradicalo da sè ogni vestigia del fas.cismo. Ma non sarà facile. Radicah riforme in ogni sfera della sua vita politica saranno necessarie perchè diventi veramente una repub1bhca democratica e progre.!>sisla. Per quel che riguarda la rPOsizione dell'Italia nel Mediterraneo •l'Italia - disse - non deve perdere la sua importanza quale influente fattore politico nel Mediterraneo. Certe grandi Potenze tendono ora ad assumere una posizione cli monopolio nel Mediterraneo da relegare in un piano inferiore non sol-0 l'Italia ma anche la Francia, le due più importanti Potenze mediterranee. Fintanto che la nuova Italia tenderà a completare la sua nazionale resurrezione sulle basi di un pieno sviluppo delle sue forze interne e a ,.,tabilire relazioni amichevoli con i suoi vicmi e con tutte le azioni che amano la pace, deve ric!Were l'appoggio attivo di lulle le .Na.doni democratiche. Un'altra parte interessante fu quella in cui 1Iololorv rimproverò a De Gas1rnri di avere dalo eviCredo qula -·:t ( I lavoratori della • Lavorartori del braccio e della mente unitevi ! Iscrivetevi al Partito Comunista! > dicevano migliaia di m.anife.sii -appiccicati sui muri d'Itali 1. E, obbedienti alla ,.c,uggeslione di queste iparole, un buon numero d1 • lavoratori deJla mente• hanno aderito all'invito. Sono stati accolli a braccia aperte, con larghezza di vedute e comprensione per i ipassati errori ... • Non ci importano le voslre opimoni filosofiche o il vostro credo religioso• diceva la propaganda ufficiale del 'Partilo, ,per la ibocca dei suoi più ri,gidi rfunzionari, quegli sle.ssi che nel ventennio avevano espulso e diffamato moltt loro compa,gni 6emplicemenle perchè avevano dubbio sulla linea politica <lei partito. L'inlellelluale italiano è facilone e superficiale nelle -coso della vita, quando finge di e.ssere pignolone e formalista in quelle delle cultura. Questo era proprio il lin,guaggio che ci voleva rper lui. Iscriversi al partilo comuni.sta divenne una moda, .specie fra i giovani. Così abbiamo a~islito a conversioni improvvise di uomini che sino al giorno prima avevano parlalo di e isole cleJlo spirito•, ,di • aristocrazia• della cultura•, che, per esporre le loro idee o i fermenti della loro arcana sensibilità, avevano usato un linguaggio criplografico. wll P. C. ipubblicava i nomi delle nuove reclute sull'organo uf.frciale •del parti,to, ,rag.alando loro una pubblicirtà che molti non avrebbero potuto ottenere in altro modo e che a lutti faceva indubbiamente piacere. Quanto era lontana l'epoca eroica ed oscura dei lottatori clandestim, amme-s&i al parlito dopo un lungo tirocinio, ,do-po aver dalo prova di è e della propria fede ! E quando semibrava che la JJubblicilà dimmuisse, ecco saltar fuori, a catena, una serie di manifesti indirizutli all'opmione ipuhblica, al Gove;rno, a,gli Alleati, al diavolo, .se neces.sario, purchè in ca.Ice vi fo~ero le firme degli • scrittori comunisti•, degli • inlelletluali comunisti•· L' e Unità• riproduceva manifesti e fume per esteso. come se si tratla.9.se di cose irruportan li. I firmatari incontravano qualche amico al caffè e fingevano ,c.orpresa: • Come ! Hanno pubblicato il no-slro manife&lo? on ci ho fatto caso•. Invece, avrebbero potuto segnare col dilo. a occhi chiusi, la sua 1pos1zione e.'~atta in prima rpagina, tanto e lo erano letto e riletto. Ogni tanto capila di vedere 1111tizio che gira in Il discGrso di Mofotof, autorevole rincalzo a cerca di firme. accollo dat compagni con rinnovata quello di Kardolj. 1Iololof ha avuto accenti in.so- (e sincera) soi•presa. Tutti aderiscono alla co.sa con Jilamenle lu inghieri sull'Italia, tali che i discorsi ralleggiamenlo di chi compio un dovere. Il mondo precedenti non avrebbero mai fatto prevedere. < _I deve pur sapere che co&a pensano gli intellettuali servizi storici re&i dall'Italia sono noli a tutti. comumc.ti della tale o della lal'altra questiono. L'Italia occupa un posto eminente sia nella sloria Ii lato più divertente di lutla la faccenda sono remota come nella moderna. La sua cultura, il gli slanci oralorii dei • lavoratori della mente•, suo movimento di liberazione nazionale o il grande quando distribuiscono 1 tesori del loro spirito alle potere creativo del popolo italiano sono sempre masse ignare. specie agli operai, che sono oggetto stali riconosciuti universalmente. )ìoi, popolo so- di particolare attenzione. E gli operai a&collano a v,ieli O iaro~~io,,i et futuro dell'Ila~i ~uale occhi sbarrali le inconwrensibili cose che essi -di- ~an e ~ \..i~,J a imnp dr} o he i ria2) Y'f o. Q denza .sproporzionata alle rivendicazioni terri toriali e poco alle clausole economiche. Eppure afferma Molotov, queste sono clausole che • possono incidere sullo condizioni di vita di ogni lavoratore, di ogni contadino, di ogni cittaclino della RepublJlica italiana, od esercitare un'in[luenza decisiva sul de5lino dell'Ila] ia •. Infine, ·1fololov respinge recisamente la proposta fatta da De Ga.s,peri per un rinvio della questione giuliana. Egli vede anche in questa idea, per la quale inconcepibilmente si favorirebbe il prolungamento dell'occupar-<11one dei Paese, una manovra secondo la vecchia mentalità fascista, cioè la speranza di poter lare il proprio giuoco, approfittando di un dis.!>idio degli alleati. VITE,RBO: Necessità di risolvere il problema del latifondo. I contadini invadono Ie terre del principe Torlonia. Ad Arlata di Castro alcune centinaia di contadini hanno inva.so le tenute di iproprielà del Principe Torlonia o della signora Angelina Has situate nel teTrilorio di quel comune. La occupazione è avvenuta senza dar luogo ad incidenti ed i contadini, dopo es&ersi accordati per lo appoderamento e la ripartizione dei terreni. hanno provveduto a piantare i paletti di delimitazione. Si calcola che l'estensione complessiva delle terre invase ammonti a circa 250 ettari. Mentre i lavori della nuova Costituzione prose- •guono a rilenta nelle varie commissione per fis5are la fisionomia della riforma agraria è questo il secondo caso di invasione pacifica di fondi incolti da parte di contadini aiffamati di terra o bisognosi di larvoro. Il primo gesto risolutivo avvenne una diecina di giorni or sono da parte di 150 contadini di Arquà, in provincia di ,Padova, a conclu&ione di una ventennale vicenda di soprusi da parte del tenace proprietario di quelle terre, il signor Guido Trieste; ora sono i contadini dell'agro romano stanchi dell'assenteismo e dell'indolenza dei vari principi Tori on ia. La piaga del latifondo, vecchia vergogna italiana, devo scomparire e, quanto prima si effettueranno i relativi provvedimenti, tanto meglio sarà. ROMA. - rlo scioglimento del Senalo deciso in via definitiva. Il principale provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri, riunitosi al Viminale sotto la ;presidenza del mini,.,lro Nenni, è quello relativo alla registrazione, con riserva, del decreto 24 giugno scorso, concernente la cessazione delle funzioni del Senato come organo legislatirvo. [,a Corte dei Conti, infatti, arveva ritenuto di non poter registrare il decreto relativo del precedente Governo giudicando che la deliberazione in merito fosse di con'))elenza della Costituente. Il Consiglio dei Mini,.,tri ha deciso pertanto di chiedere la registrazione con riserva e di applicare il decreto di sciogli men lo del Senato. absurdu111 mente e il P. C. I.) Tra .gli uni e gli altri, infatli, c'è una barriera quasi in.sormontabile, costi tuila dalla strana idea (ben dentro nel loro cervello) i • lavoratori della mente • si sono fatta intorno al • lavoratori del braccio•, alla massa. iE' ifor.se la -1~--sa idea iohe hanno lutti i cervelli ipiccolo1borghe.si <del 1globo. [)el resto, came è possibile che uomini idealisti in filosofia, ermetici rn poesia, 11omini allevali nel giardino della cultura !borghese e che hanno succhialo il loro latte da mammelle antirivoluzionarie possano eia un giorno all'allro diventare con vin ti difensori del • proletariato in marcia•? =--ronsi dislrugige &e stessi. La coscienza cli questo dissidio è d'1 quasi tutti i • lavoratori della mente• iscritti al P . .C. In molli essa si è tra.sformala in interessala malafede, rn altri nel desiderio di adeguare .&estessi ad una nuova concezione della vita, a nuovi valori etici e sociali, -0he finiranno (essi pensano) col trovare una ,giu.sl~ficaz1one e una sistemazione speculati va allraverso una graduale conquista e per merito di successive rinuncie al pa&salo. Tuttavia, sia egli in malafede o in buona fede, l'intelletluale comunista ostenta la più ortodossa osservanza della linea politica ufficiale del partilo. Acuto formalista m lutto il resto, abituato a pesare le idee con la bilancia di rpreci.sione, diventa improvvi.&amenle olluso e grossolano quando si lraltc1. di dottrina del 'Partito. Parlate con lui e fole che egli sospetti nelle vostre -parole 'tma piccola intenzione eretica. Prima egli cercherà di convincervi con argomenh bigotti (1bigolli in ,5enso comunista, naturalmente), ipoi vi ,guarderà come un verme schifoso, oppure con l'accoralo dolore di chi assiste all'improvvisa pazzia .di una persona cara. :E' lutto talmente ovvio, ciò che dice il P.C., che gente di .&ano intelletto non può arrivare a conclusioni diverse! Accanto ai grossi calibri vi sono lutti ,gli altri, i minori, quelli che sono entrali nel P. C. con la intenzione Idi comportarsi come 1brayi 'Pierini e non decampano dal fermo pro-posilo di essere i primi della classe, benvisti dalla .!>ignora maestra e dal direttore . Con costoro, che formano J'interminab1le ,schiera dei contabili del marxismo e dei ragionieri della lolla di classe, non si lJUÒ nemmt>no discutere, poichè le loro orecchie di seminaristi si chiudono pudicamente: dinanzi alJ'as,.,allo delle vostre critiche, anche se mollo 0Jlande. Quindi, tutta l'atmosfera che ci1·conda i • lavoratori della m<!nle > sa cli volontaria rinuncia alla libertà di critica e di opinione offerta nei manifc. li. .,'an Domenico esttlla nella sua tomba, mentre i proletari, nel cui nome lutlo ciò si compie, guardano e aspettano. Il progresso è fatto anche di pazienza. Atos Ferrari La socialdemocrazia in Germania (Continuazione dalla I. pagina) classe operaie, ma viene e.steso dai socialdemocratici tedeschi .all'artigiana t•) e alle prof esaioni intellettuali e impiegatizie, ai ceti contadini, in uno sforzo comune di liberazione dalla dittatura capitalistica. La distribuzione del Reich ha <lischiuso un'aspra polemica sulle .basi politiche dr.Ila futura Germania. Alcuni ambienti della Unione democratica cristiana, sopratutto in Baviera, si sono fatti sostenitori di un fedel'alismo radicale, incoraggiato dalln temporanea eclissi dell'unità tedesca e dal prevalere dei particolarismi regionali. La distribuzione del Reich è •intesa in questi ambienti, come definitiva, mentre le sole realtà rimaste in vita sarebbero le regioni storiche, che avrebbero riacquistato sulle rovine dell'unità nazionale la loro antica sovl'anità, divenendo e.sse soltanto depositarie 'della continuità della vita tedes~a. Quindi ooJo dal concorso delle volontà dei vari Stati potrebbe risorgere un'unificazione formale, subordinata esclusivamente alle loro esigenze particolari. La ricostituzione del Reich diverrebbe la risultante di un rapporto interstatale, come se pl'ima es.sa non fosse mai esistita. ,Quale reazione a tali correnti, sopratutto da parte comunista, si è invece riaffermata la continuità morale dell'unità tedesca, nella sua struttura fondamentale. La sooialdemocraz.ia si è andata or~entando contro l'una e l'altra delle tendenze estreme. iLa Gel'mania, malgrado la sospensione temporanea delle sue capacità statali, resta un tutto unico che deve esscr,3 preservato sotto le ceneri dell'attuale minorazione politica prodotta dalla disfatta. Neasuna soluzione di continuità è avvenuta per causa della sconfitta. Ciò non esclude che la nuova Germania possa essere organizzata su ba.se federale, in modo da armonizzare le fondamentali esigenze unitarie con le necessità politiche ed economicho dei tradizionali la.nder tedeschi. Il procesi:;o, che secondo i socialdemocratici dovrebbe condurre alla struttura federale è esattamente inverso a quello auspicato' dai cristianodemocratici bavaresi. Gli orientamenti socialdemocratici sono i soli in Germania che realmente tontano di impostare la soluzione del problema tedesco in un ambiente e s~ondo un respiro europeo. Il nazionalismo tradizionale, dopo jl fatale disorientamento prodoao dal collasso del Reich, va- risorgendo aoUo la cenere ne"'li ambienti conservatorj, in buona parte avvi.!U verso la Unione cristiana democratica e altre formazioni di destra. Nello « chwabische Landeszeitung », Schumacher definitiva tale risveglio nazionalista « comicamente grottesco•, mentre fino a qualche tempo fa « gli altri partiti hanno lasciato ai socialdemocratici la cura di sostenere le rivendicazioni. n_alurali di prestigio nazionale e di rispetto >. Anche il congresso di Hannover ha condannalo ogni ripiegamento illelle logore disarmonie nazionaliste, che ancora una volta potrebbero distrarre le forze proletarie dai loro veri compiti sociali per la ricostruzione della Germania. « Una Germania nuova - è stato scritto nella stampa socialdemocratica - non deve essere una Germania nazionali ta. Essa deve porsi innanzi lutlo nel quadro delle esigenze europee», cui occorre sacrilficare, spontaneamente una parte <lei diritti sovrani, quando questi saranno restituiti alla Germania, a condizioni di parità con gli altri paesi europei. Vengono così .marùfestate le prime istanze che potranno condurre alla costituzione degli Stati Uniti europei. ~fa per divenire europea, la Germania deve es.sere accolta dall'Europa come un'unità inscindibile. Queste affermazioni sono state fatte a proposito dei progetti di separazione dalla Germania delle regioni renane. La socialdemocrazia si è opposta energicamente contro la mutilazione renana. :'Ifa nel tèmpo stesso si è .avvicinata alla soluzione britannica, sostenendo che le forze economiche tedesche debbono essere po le al servizio dell'Europa, in un'organizzazione <li controllo internazionale delle sue più vitali risorse industriali. :òfa la parte di controU.o internazionale accettabile e necessaria a tale fine, econdo i socialdemocratici, non potrà es.sere esercitala che dai go,·erni in le ressa li e dai loro movimenti operai. « Diciamo francamente aJ mondo _ scriveva nell'articolo già ricordato il dotl. chumacher - che non Yogliamo cambiare il capi talismo tedesco che ha <lato fallimento con un capitalismo inlernaz1onale ». Le e~igenze internazionalj sono quindi ricondotte rigoro- ~amente ai presuppo~li socialisti in un audace tentalivo di soluzione internazionale che acqui::ti garanzia di stabilità e di benessere economico nello spirito socialista. Xon a caso al congresso di Ilannover è tata chiesta con in islenza che le autorità di occupazione britanniche procedono rapidamente alla socializzazione delle industrie e delle risorse minerarie della Ruhr. (Da « Comuni là•) Basilio Cialdea

B Cronachedell'lmigrazioDeItaliana Dignità dell'emigrazione I grandi lavori pubblici strappati traverso memorande battaglie e contrastati come « lavori inutili» dai ceti più reazionari furono esclusivo e audato frutto della forza politica e sindacale dei lavoratori del nord. Non erano « cuccagna » o regali della borghesia: erano conquiste. Poichè i dislivelli ambientali, politici, economici, sindacali, profondi ed antichi non si _possono colmare in un sol giorno... cambiando le forme dello Stato, è da prevedere che cìalle bollenti terre del sud si accentueranno più che da altre plaghe le correnti migratorie. Il problema è vasto e profondo e non bisogna stancaroi di battere il chiodo. 1E' problema di dignità italiana, di .solidarietà umana. IE'... il nazionalismo dei lavoratori. Ed è lecito ricordare che questo nazionalismo il partito socialista e le organizzazioni lo hanno aempre praticato con tutte le loro forze. RicordaIIlllllo gia •gli i.nterventi a fondo della Fedorazione lavoratori della terra quando una losca rete di speculatori. agganciati ai margini di organizzazioni sindaeali tentò di raccogliere emigranti per una pericol06a emigrazione nel Sud America. Ricordiamo ora la magnifica organizzazione della .Federazione edilizia guiiata dal nostro FeLice Quaglino, in d~fesa delle correnti migratorie avviate in Germania particolarmente. E' una pagina di stupenda solidarietà proletaria ed internazionale. Ad un certo giorno, tutto il movimento migratorio fu così minuziosamente organizzato ohe non un solo emigrante poteva passare il <lonfine senza la tease.ra intersindacale italo - tedesca: senza che le due organizzazioni lo seguissero passo passo in tutto il su::>comportamento e lo aiutassero in ogni contingenza. Durante tutto l'inverno, ogn,i plaga d'Italia, dal mezzodì ai ... 14 gradi sodo zero di Feltre, fu battuta per individuaro l'emigrante e stringe.re la rete della grande opera di disciplina. Meriterebbe il conto che i giovani organizza tori rivedessero e studiassero nei suoi particolari queato lavoro paziente •~ gigantesco al quale bisognerà probabilmente riallacciarsi. Non c'è da farsi illusioni: le difficoltà e la indigenza incideranno su le no:itre popolazioni più povere; ed ,è da prevedersi una ripre8a delle correnti emigratorie la cui cul"va si accentuerà nelle plaghe del sud specialmente per la mano d'opera !lle1io qualificata e - perciò - più bisognosa di difesa. Il. doloroso. epiaodio di Caltanisetta è un sintomo. Non si può restare con le tola e lasciare il problema Ministro dell'Interno. mani alla cinalle cure del ,La giovane .repubblica italiana non d,ive portare all'estero una lacera indecorosa bandiera di miseria. La nostra povertà purtroppo dovrà paèsare il confine: dobbiamo scontare le borie dell'impero! Ma facciamo che la nostra sia miseria decorosa; decorosa per noi e rriguardo.ja verso i paesi di emigrazione. L'esistenza ai passi di confine è uno degli aspetti del problema, ma non il solo nè il più importante. Il problema va affrontato nel suo complesso e nei suoi vasti riflessi morali, mate1,iali, politici, sindacali. Al confine non ci deve easere ... fra l\lelitone con il suo mestolo benefico. Sarebbe troppo poco. Al confine, la demoralizzata frotta degli emigranti non deve trovare soltanto il Governo: deve ~eutire l'Italia nel complesso delle sue amorose aseistenze delle sue decorose discipline. E deve essere alla testa di quest'opera il C1)nfidente e confortante appoggio del Sindacato. Una volta c'erano a Ohiasso, Domodossola, Pontebba, a Milano, ecc., ai c·onfini ed ai transiti organizzazioni assi8tenziali pubbliche e private, talvolta persmo in gara tra di loro. Chi non ricorda i padiglioni della Umanitaria e della Bonomelli a Chiasso ed alla stazione di Milano. Oggi il movimento sindacale unificato è in grado di superare le difficoltà li allora e di fare di più e di meglio. Bisogna far risorgere le opere di as·istenza e di difesa cui lo Stato e gli Enti pubblici e privati daranno il loro aopoggio ma che devono - per ragioni tr.cniche e morali intuitive - agire sotto la in3egna sindacale. Dai punti di transito e di confine deve stendersi la rete fino a raggiungere i <lentri di partenza e collegarsi con essi e poi - varcato il confine - seguire g-1 i emigranti nei paesi stranieri. E' neces<;;irb Yedere in faccia gli ingaggiator-i, i co:1trntti, accordarsi con le organizzazioni sb:aniere. I nostri emigranti non devono nartfre 80 non è ben chiara la loro posizione. ~on dimentichiamoci gli episodi di Aigues °M•nt! ca I o Soltanto la la possibilit,à questo lavoro. organizzazione ainùacale ba e l'autorità per compiere Essa ha ,gia una ndbile e pratica traccia in quanto si fece nella vecphia Italia del passato. Allora i ceti pigri e più egoisti della borghesia furono precursori del balordo uazionalismo che ci portò al disastro. Fin d'allora gli operai anticiparono quella politica di decoro nazionale e di solidarietà internazionale che deve essere <iontinuata. Allora i ceti campanilisti del aud fomenta-vano il dissidio fra nord e sud blaterando di plebi derelitte del sud e di proletar.iato ben pasciuto del Nord. In realtà il proletariato del nord godeva non di particolari privilegi ma t3olo ed esclusivamente i vantaggi e le conqui1,tc che gli derivavano dalla organizzazione aindacale e politica che le plebi del sud non avevano saputo forgiare. La unità sindacale, oggi più forte che in passato, deve fronteggiare -questo e-.rento e 'far sì che lo aforzo di solida,).'\ietà nazionale sopperisca ai dislivelli insoppìimibjli rapidamente. A cagione della guerra, nelle grandi orgaHizzazioni- nazionali sono ora molti dirigenti del sud. éhe almeno questa circostanza contribuisca a rinforzare - mercè quegli elementi di ordine •pen:ionale che hanno profonde influenze la unità tra nord e sud. Nino Mazzoni ParUto 8oelallata ltaUaao La riunione della Sezione di Ginevra Presieduta dal vecchio .compagno Battista Bertoglio, la sezione socialista si è riunita giorni fa, alla presenza del compagno segretario foderale. Dopo il disbrigo delle pratiche amministrative e l'ammissione di nuovi soci, è stata data la parola. al compagno C. Lu,.sso, che ha portato il saluto ,del socialismo biellese e le sue impressioni sull'attuale situazione in Italia. Egli ha ricordato i sacrifici della gueITa di liberazione, i suoi martiri, insistendo sulla necessità di continuare la foro opera, per una missione di .pace, di giustizia e tli umanità sotto l'insegna <lel socialismo. Parlando della pace che si vuole imporre all'Italia, il COJDtl)agnoC. Lusso ha ricordato, in termini non :privi ,di retorica nazionalistica, i ,morti <lella -prima guerra mon,dial(', « l'irredentismo ed H sacrificio di Cesare Battisti» e dei « lembi di dolorante carne viva ,che vengono strappati <lal corpo già straziato .della :Patria». Le -centrali elettriche di 'l'enda, le miniere di bauxite dell'Istria che ci vengono così rubate, rendono ancor più di'fficile la ricostruzione del paese ed accentuano mag,giormente lo stato di wiseria in cui si trova il popolo italiano. Ed -ha terminato esprimendo la certezza che l'Italia, nel .canto di evviva. il Socialismo, si avivia ora « verso il nuovo e glà antico cammino di civili conquiste 1>. Ha risposto il comp. Luigi Buizzi, segret. della no- -stra Federaz., •che ha afferanato la necessità di essere coerenti all'essenza spirituale del vero ,aocialismo - che non è fatto di rivendicazio.ni e di conquiste per la grandezza della patria, ma è una missione di ,pace o di amore fra i po,poli, ,di educazione alla libertà u,mana, di costruzione di ·un più alto tenore di vita per il popolo lavoratore - e di comlprendere, che l'Italia è stata, purtroppo l'alleata della Gernnania, con la quale è entrata in guerra e ohe ora deve JataJmiente pagare le conseguenze della sconfitta. La questio,ne di Trieste e dei confini occidentali dell'Italia non deve servire di pretesto a far ;risorgere un .pericoloso nazionalismo, specialmente nella gioventù, poichè ciò non servirebbe che la causa clelb. reazione. Tutte le volte che un !l)aese perde la gu~rra, ,si assiste inevitabilmente al fenomeno ,della reazione che mette l'accento sul :problema internazionale, per evitare di risolvere que1lo interno del paese e favorire la sua ricostruzione. Così i lavoratori risohiano di .perdere la battaglia sul fronte' interno e le loro rivendicazioni politrohe ed economiche vengono artificialmente nascoste attraverso l'agitazione dei ·problemi internazionali. Noi non ;possiamo cambiare nulla alle decisioni deLle grandi potenze vittoriose - ha conoluso il compag.no Buzzi - ;possiamo invece lavorare per la ricoatruzione interna de\ nostro paese ed è quello dhe dovrebibe interessare essenzialmente il Partito socialista italiano c.s. La situazione economica Italiana Tisia da on raaso « In forza del piano di ricostruzjone economica del paese, elaborato unitamente dal governo italiano e dai rappresentanti della U.N.RR.A. e approvato dalla Oommiòsione alelata ancora nel 1945, l'Italia avrebbe potuto, nello spazio di 17 mesi, e cioè dal luglio 1945 al dicembre 1946, ricostruire la maggior parte delle sue industrie più importanti e assicurare con i propri mezzi la ricostruzione, in proporzioni considerevoli, delle sue comunicazioni ferroviarie, automobHistiche, marittime e aree, della produzione di energia e delle industr-ie meccaniche, utensili e concimi chimici». « Le autorità inglesi e americane che controllano l'Italia hanno fatto parecchie dichiarazioni ufficiali nello spirito più amichevole.... Ma in realtà l'aiuto dato all'Italia è tale che non le permette, come si dice, nè di vivere nè di morire. La politica condotta dagli inglesi e dagli americani in que.:,to paese è nettamente orientata verso il suo asservimento economico». E' vero 0he, man mano che il territorio dell'Italia centro-meridionale veniva liberato, le armate alleate hanno effettuato certi lavori di ricostruzione di centrali elettriche, di linee ferroviarie, di strade, e di certe industrie belliche che avevano molto sofferto in quelle regioni. Ma questi lavori erano compiuti quasi esclu ivamente nella misura in cui costituivano una nece sità di gucn'l8, interamente a spese dell'Italia, e generalmen le con l'impiego di mano d'opera italiana. )fon si teneva conto nè dei bi ogni della popolazione civile nè delle necessità della ricostruzione del paese. La popolazi,rne riceveva soccorsi m V'iveri e assi tenza medica, ma in proporzioni così minime che ciò non poteva salvare gli uomini nè dalle carestie nè delle epidemie, nè dall'esaurimento. Approfittando delle condizioni d'armistizio estremamente dure che poaero l'Italia 1anco sotto un assoluto controllo economico e politico, gli Inglesi e gli Americani non hanno affatto ;risparmiato quella parte dell'industria italiana che era rimasta intatta». « L'Inghilterra ha esportato dalrltalia lo attrezzamento di un certo numero di produzioni di natura militare, e specialmente ha espol'tato ...le installazioni dei canti,1ri navali Ansaldo a Pozzuoli ... Gli inglesi sono riusciti a esportare dall'Italia una parto considerevole delle aue risorse forestali, per UJ}., valore di 40 miliardi di lire .... L'Inghilterra esporta dall'Italia enormi quantità di frutta e 18cCT\.IDD!i, frutta secca, ecc. Le moda- ,lità di questi acquisti sono cosi bizzarre ohe la stampa americana ha potuto accusare gli inglesi di saccheggiare i beni italiani ». « La crisi alimentare estremamente grave eh~ l'Italia sta attraversando serve abbastanza apertamente come strumento di pre,;;- sione politica ». «-Durante l'inverno la penuria ùi carbone e di energia elettl'ica fu così grave che si dovettero chiudere non solo le piccole ditt0, ma anche le maggioTi industrie na~~onali furono mi1 nacciate di un arresto del lavoro». « Riassumendo, possiamo dire che la politica condotta dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti subordina l'economia italiana agli interessi degli industriali britannici e americani, ciò che ostacola incontestabilmente la ricoatruzione economica dcll'Ita,lia. Questo si capisce, p-0ichè i paesi anglo-sassoni Yogliono, a quanto pare, fa1,e dell'It.alia un mercato in cui Tiverserebbero la loro produzbne industriale, e una fonte di prodotti agricoli a buon mercato. E' alla luce di questi fatti che va con~;- derato l'orientamento che le delegazioni dei paesi anglosassoni si sono sforzate di dare alla discussione del problema delle riparazioni italiane, alla conferenza dei ministri degli esteri a :Parigi». S. Slobodsclci NOTE Larivalutaziodnellalira Sue magnifiche mani/ est azioni sono i negozi lussuosi e le esportazioni straboccanti in mezzo a una miseria sempre più spaventosa, perchè il tempo ~ passalo invano senza che quasi un sol passo sia stato compiuto sulla via della ricoslruziqne. A borsa nera la lira fa tuttora pernio sul cambio ufficiale del / ranco / rancese e ciò fa gonfiare il peUo a qualche nazionalista presuntuoso e ignorante che, come un pappagallo, va dattorno ripetendo che i negozi / rancesi per di più sono vuoti. La nostra falsa abbondanza, le nostre esportazioni relativamente intense sono i falli purtroppo veri e sono l'espressione della nostra miseria più nera. Noi siamo come il diseredato che, a corto di ogni espediente, porta le c-0perte al Monte di Pietà, e qualcuno ne déduce per questo un sintomo di benessere, poichè per quattro soldi può privarsi di un capo importante del suo corredo. In questo momento le nostre esportazioni sono strabilianti rispetto alla nostra ,produzione e alle nostre scorie. Noi andiamo e andremo sempre più stracciali, come i nostri veri f ratei/i minori, che sono i disperati ragazzini della strada, ma vestiremo il mondo. Noi ingorgheremo di cotone il porto di Genova, come stiamo jacendo, creando gravi intoppi al traffico. perchè nqn conviene lavorare il cotone del/' , U. N. R. R. A. • se con esso si devono fare prodotti di serie per la popolazione. Meglio che questa roba vada in malora per autocombustione, come è avvenuto giorni fa. In nome di astratte teorie sdegneremo un qualsiasi piano concreto di ricostruzione, non già di muraglie della Cina, ma di nuovi stabilimenti che possano assorbire qualcuno dei due milioni di disoccupati, che soffrono la fame. Stabilimenti senza pretese di vana• gloria, ma seriamente ispirati alle possibilità e ne• cessità del paese. Ad esempio fabbriche per conser• vare i legni, o la frutta, che non marcisca senza es• sere raccolta, perchè non può essere trasportata al tedeschi che la vorrebbero, e ci darebbero più car• bone. 1 negozi sono pieni perchè nessuno compra, poichè non può ma vorrebbe. E' la stessa storia delle cento persone che a semicerchio intorno a un bar ascoltano l'orchestra che suona per un solo cliente. Quanta abbondanza di sedie vuote. In Francia e i nlnghilterra i negozi sono vuoti perchè la merce viene subilo venduta. La lira fa aggio sul franco, noi sia. mo creditori nel , claering • verso la Francia che non ha merce da venderci perchè l'assorbe rapidamente nell'attività interna, e perciò è stata recentemente costretta a versarci dell'oro per rimediare alla situazione e riattivare le importazioni, ma intanto le ciminiere di questo paese fumaJ10 giorno e notte tanto da consumare Ire milioni di tonnellate di carbone al mese, e cioè sei volte più di noi: e ancora non le bastano. Anche un cervello di gallina può trarre qualche uli• le constatazione da queste elementari constatazioni. Noi dobbiamo salvare la lira che è in grave pericolo, e ciò si raggiunge producendo con un ritmo ar• rabbia/o per rifor,nire non solo l'estero ma anche l'in• terno. Poichè, se è vero che quando ·la merce scarseggia all'interno si possono prendere per il collo i pochi clienti e si può avere l'illusione di guadagn(lre molto, è altrettanto vero che questa è una politica indu• striale e commerciale miope e assurda. Non vale che industria/i e commercianti, quasi sempre a torlo, si lamentino che i salari sono troppo ele• vati, perchè sono cresciuti di venti volte quando loro vendono i prodotti a prezzi cento volte superiori. La rinuncia dei lavoratori a sempre maggiori salari nominali deve applicare un elf eltivo adeguamento dei prezzi a un con/orme livello. Ma chi può credere a questo adeguamento se si continua a barare al gioco delle vendite a girotondo, da una famiglia di grossisti all'altra, tanto per far crescere il prezzo, mentre il consumatore sia a guardare come davanti all'orchestra, perchè tanto lui non c'en• Ira? Chi ci può credere, se le lasse, ordinarie e straordinarie, continuano a essere pagale sempre dal solito fesso che sia a guardare perchè .non ha i soldi per potersi sedere? Se i lavoratori hanno interesse ad essere cauti nelle loro rivendicazioni, per non chiedere la luna, altrettanto decisi devono essere a ottenere il rispetto di un accordo stipulalo fra gente che deve turare I buchi di una stessa barca che a/fonda. Se c'è qualche industriale, qualche commerciante, o qualche con{industria, che è pazzo, allora buttiamolo a mare,_ e ognuno ci aiuterà in questa bisogna, solo che li sappiamo scoprire in flagrante delitto di sabotaggio. Ci si aiuterà, non cerio per carità cristiana, ma per il semplice fatto che in ballo ci sono tutti, la prima e la terza classe, e poi, quando tira aria di bu/ era, non si può stare seduti tranquillamente in galleria ad ascoltare l'orchestra come se niente fosse. V. PIZZORNO. Sottoscrizione per l'Avvenire del Lavoratori • L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi •· CARLO MARX Somma precedente Zurigo : Sezione Socialista ~layer Giovanni Medri, pag. abb. A. Biagini, pag. abb. Winlerlhur: Sezione Socialista Dielikon : Paolo Fornini, pag. abb. Ginevra : GaUetli Waller, pag. abb. fr. 1874,30 fr. 51.- fr. 3.- fr. 1.- f r. 1.- fr. 50.- fr. 6.- fr. 1.- Totale fr. 1987,30 Gerente ,resp. : Pietro Bianchi, Zurigo Tipogra;fia e Grafica BelJinzona J) S. A.

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