L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 42 - 1 marzo 1946

Bit Discussioni precongressuali La lotta delle tre tendenze nel partito (Continuazione dalla I pagina) &i vede ora che i liquidat.ori han ripreso l'offensiva, rinnegando l'" immaturità> <lella « fusione •· Il loro nuovo motlo è fusione in maturazione : ecco quanto è emerso, nelle riunioni del C. C., dai discorsi di Nenni, Basso, Lizza<lri, ecc., i quali non avevain-0mai così apertamente negato ogni specifica funzione del P. S. e, quindi, la necessità della sua autonomia. Tuttavia, per meglio raggiungere il loro scopo e suscitare nel Parlito h imprcssio,ne che la maggioranza. del C. C. li segue, essi han dovuto ritirare una loro mozione fusionista, presentare oome « estraneo alle tendenze > (sic !) l'o. d. g. Faralli più sopra menzionalo; evitare che la mozione Pertini fosse messa ai voti e raccogliesse, forse, l'adosione della maggioranza. Senonchè la manovra è riuscita solo in parte, grazie al contegno di PerLini stesso e dei compagni che in seno al C. C. rappresentano il gruppo degli Amici di " Critica Sociale>, i quali misero :i,n risalto con est.rema energia il dissenso che li separa dai liquidai.ori ed esigettero la pubblicazione delle tre mozioni, che consacrano ormai l'esistenza di tre tend~nze nel Partito. La prima tendenza, quella dei liquidatori, imper,nia la propria 1)-0litica, come avvertimmo un'altra volta (vedi « Critica Sociale» del 15 novembre 1945), su un blocco social - comunista in via di formazione, concepito come strumento animatore della così detta « democrazia progresaiva >, e cioè di una democrazia a tendenze totalitarie, che per attuarsi ha bisogno (mediante la «associazione di massa•, gli svariati « fronti > ed « unioni • e gli appelli alle collaborazioni più larghe possibili) di attutire e confondere nelle masse popolari le distinzi<>ni politi~he, ha bisogno cioè che !e n'lasse rimanganò D"làSSaamorfa, rinnovamento, e di preparare la sostituzione di tali unioni - già nella prossima campagna per le elezioni amministrative - con un nuovo schieramento politico, che ridia speranza e ardore alle classi popolari e raccolga e concentri le forze capaci ad un tempo di r ronteggiaro la reazione e di imporre una repubblica democratica, laica e sociale (altro che compromessi con la monarchia !). In una simile visione politica l'unità. di azione viene pertanto ricondotta al suo vero e solo scopo, che è quello di impegnare le masse comuniste ad un'opera che non è certamente difforme dai loro intendimenti profondi, se non dai calcoli dell'« apparato», e cioè a contribuire alla costruzione -cli una dem-0crazia che sia tale non solo nelle manifestazioni esterne ma anche nel contenuto. Non avendo più come scopo una inattuabile ~ fusione x-, l'unità d'azione dovrà cessare di assumere quella « figura e c6nsistenza di una vera e propria unità organizzativa. rilevata dal Longo; dovrà diventare bensì politicamente più impegnativa mediante un programma preciso e concreto, ma organizzativamenie più sciolta, con l'abolizione delle Giunte d'intesa pcrif eriche e di altri legami del genere fra i due partiti che, oltre tutto, porrebbero in una posizione di inaccettabile inferiorità gli altri partiti e forze che aderisser-0 all'intesa repubblicana e democratica, ormai di urgente preparazi-0ne. Le tre tendenze delineatesi nel Comitato Centrale e che abbiamo sommariamente descritte, si riducono, •come ognun vede, sostanzialmente a due : quella dei liquidatori e quella dei difensori del Partito· o della sua ragione di esistere. Anche se la convocazione del Congresso nazionale, contro ogni interesse, Italia è stata rimandata ad aprile, forse nella. speranza che ipotetici successi elett.orali socialcomunisti rechino prestigio alla tesi « fusionista », non è lontano il momenl-0 in eui la lotta interna. si concluderà e la decadenza del Partito sarà arrestata. Già una serie innumerevole di Congressi provinciali (Torino - Vercelli - Biella - Bergamo - Pavia - Venezia - Padova - Bologna - Ferrara - Ancona - Viterbo - Orvieto - Roma - Napoli - Bari, ecc.) han fatto chiaramente intendere che il Par• lito non ha nessuna volontà. suicida. Tanto più riprovevoli appaiono pertanto gli atti arbitrari decisi da dirigenti che non godono più la fiducia della maggioranza del Partito, quali il tentativo di soppressione della Lega dei Comuni Socialisti e la sua sostituzione con un ufficio burocratico sedente a Roma; l'incitamento alle Federazioni a trasformare i nuclei aziendali in « cellule», proprio mentre è demandato .al Congresso di decidere su questa questione di fondamentale importanza; la negata autonomia alle Federazi-0ni nella prossima 1-0tta elettorale amministrativa; l'imposizione alla Federazione giovanile, sotto minaccia di scioglimento, di rientrare nel comunista « Fronte della gioventù », ossia di sottomettersi ad una politica sulla quale il Congresso del Partito non f'i è mai neppure pr.onunciat-0; l'imposizione alla stessa Federazione Giovanile di una regola (circa l'età dei giovani che possono .appartenervi) contraria allo statulo provvisorio; il divieto fatto ad alcuni -compagni di discutere ull' «Epoca» di Roma l'indi rizz-0 del nostro Parlito (più esattamente : della Direzione), « qualunque sia la sostanza e la forma della discussione » (sic !), mentrn l'« Avanti ! • rifiuta di ospitare ogni nostrn scritto su tale argomento, comporlan<losi comn un vero e proprio giornale di frazione ; h pretesa <li decidere prima del Congresso, ed ;n sua vece, sulla strutlura giuridica e sui [ini del Fondo Matteotti, ecc. ecc. Gi. Effe. d'oggi La seconda, quella di Pertini, ritiene che il P. S. possa rappresentare « nella <lottrina e nella pratica, in modo autentico, le esigenze di tutte le categorie lavoratrici ", e che « la un.ificazi-0ne ,organica della classe lavoratrice rimane un obbiettivo del P. S. », che si realizzerà sul terre-no del socialismo e della democrazia. Questa tendenza, dunque, equivale ad uno schietto atto di fede nell'autonomia del Partito e nella sua inconfondi·bile funzione st-orica. Purtroppo, quasi ossessionato dalla taccia di anticomunista, che i liquidatori. elargiscono generosamente a tutti quanti n-011 la pensano come loro, e da altri motivi sentimentali, Pertini non spinge alle logiche conseguenze le proprie premesse. (Continuazione dalla I pagina) A questo rigore logico ci atteniamo invece noi. Posto come assioma che il proletariato - diseducato e traviato da venti anni di « credere, obbedire e combattere » e da una guerra atroce, quasi completamente scisso dalle ricche esperienze del passato, ricaduto in gran parte in preda a vecchie utopie giacobine e mistiche - soltanto sul terreno del socialismo democratico potrà addestrarsi alla sua missione storica e, quindi, ritrovare la sua· unità politica -; posto questo assioma, per noi diventa altrettanto assiomatica la necess,ità dell'indipendenza del nostro Partito, del Partito che ·è cust-0de della tradizione e della dottrina del socialismo democratico. Come si vede, questa necessità non è motivata (come taluni credono, anche dei nostri !) dalla preoccupazione principale di non respingere i cosidetti ceti medi nelle braccia del « qualunquismo >; bensì e principalmente dalla preoccupazione di ricondurre il proletariato alla coscienza del suo compito storico e dei soli mezzi con i quali può vittoriosamente esercitarlo, unificando intorno a sè tutte le classi del lavoro. Tale è la posizione nostra, tale è il nostro obbligo, che non rin.negheremo mai, senza timore dell'incomprensione (anche dei nostri !) e della so1itu<line. Il nostro programma Questa posizione si sviluppa logicamente sul terreno politico in una concezione generale della democrazia e dell'azione democratica, che non ha niente da fare con la « democrazia progressi va • dei « fusionisti • e dei comunisti. Noi intendiamo che non si cerchi di attutire e conf.ondere nelle masse la coscienza delle distinzioni politiche e di classe, sostituendo all'iniziati va loro quella di un « apparato » che le manovre secondo fini imperscrutabili, ma, al contrario, che si faccia di tutto per risvegliare in esse ed acuire il senso di quelle distinzioni, ossia di toglierle dallo stato <li massa e di elevarle al grado di autrici consapevoli della loro condotta. Niente quindi « uni-0ni" e «fronti» apolitici; ma organizzazione di classe, politica, sindacale, cooperativa, ecc. Quindi : democratizzazione radicale del Partito; democratizzazione dei sindacati, resi autonomi rispett-0 .a qualsiasi forza esterna; ricostituzione immediata dell'Internazi-0nale Socialista, ecc. Per noi non si· tratta di promuovere collaborazioni uni versali allo scopo di mettere in piedi una repubblica purchessia; bensi, al con_tra:i-0, ~i ri~ prendere la lotta, spezzando umon1__naz1-0nah stagnanti e paralitiche, che mortificano. !a qem-0crazia e demoralizzano, a t~tto benefici~ <le}la ea-zi ,!;le, Je. classi polal, ass at~ d GRAZIANI come ,prigio,nieni di guer.ra tutti gli ,appartenenti aUe formazioni miUtari repubbJicane; ma contro quelli che furono catturati dagli organi di polizia italiana mai fu posto ostacolo all'apertura del procedimento e al giud-izio 1de1llanostra autor,ità giudiziaria. Siochè si è verificata la ,singolare incongruenza di ,ma disparità di trattamento per i responsabi,l,i di un'identica attività crimi- _ nosa, secondo che gli alleati o noi li avessimo tratti in arresto: e l'ii,ngiustizia è d·iventata più ,incres,ciosa, quando si è rUevato che capo,ralet·ti della guard,i.a repubblichina, o mode,sN capisquadra deJ.la milizia, venivdno giudi,cat,i e puniti; mentre quasi tutti i Joro capi, e in particolare il •comandante supumo, che il ca,so o l'accorgi.imento aveva fatto cadere neUe mani degli alleati, godono ancoira della ·tutela riservata ai prigionieri di guerra. Si aggiiunga che neppure per Ja respo.nsalYil,ità nei massacri e neUe più terrificanti rappresaglie ( che questa tutela non può certamente icoprii,re) essi vengono giudùcati; mentre a Nwimberga e altrove gli ste.ssi de/titri vengono attribuiti ad oppartenenti ad u,n esericito -.r,egolare,quello tedesco, e 'f)ersino a sudditi ·nemici estiranei alla milizia. N caso cN Grazianri non ha però solo una impo-rtanza dal pUI11todi vista giuridico, ma anche da q,ueUo po1 fiitico. Esso è uno di quelli che magaionmente contribuiscono ad agitare l'opinione pubblica, ,che reagisce alla impunità di cui fin'ora ha goduto :i./ mau.soiallo co,n le più disparate cong•etture che vanno dalle ipate.si di una assurda omertà fra /.e alte oaste mil-itooi dii ogni Paese a quelle di i·nfoe.rventida parte di qualche alta geiraorchiadeUe forze armate, che sono state s,c&samente ·eipurate e che considerano ogn1iatteintato a co,mmiìlit-oni co-me un'o,ffesa •del Jo·ro p,restigi.o; ,e persino a richiami al ,perdono ori.stiano di sf,ere ecclesiastiche. Jpoteisi quasi certamente .infondate ma -che t,uUavia rirve1'ano ,N disagio , def.f,a·nostra o,pini<me pubblica. * Un aeroplano è (Sttatomesso dal iJTlinistro Togl•i-att-ia dispo•sizioine del magistrato c~e fra gio•rni 1si recherà ,da Roma -al -recluso-~10 cli Procida pe,r ,interrogare Rodolfo Graziani, che de'Ve rispondere cli tradimento e dri coNaboraz-ione con li.,/ nemico, reato 1cheprevede la pena di morte con 'la f ucilazio.ne nella sclriena. F!Tattanto, il c-apo uf f i,ci,odel P.M. /della sezione ,speciale deUa Corte d•i assise ,di Roma, oui l!'•istruttoria dell',ex-Maresciallo •d'J.talia è stata af f,idata, ha inviato al C.uardasig,Uli ,una breve memoria per manifestare W prO'prio }Parere gi•uridico si:11~ varie que-si'ioni che il giudiz,io di Graziani ha isollevato. ' A proposito tieill/a ,competenza, il maqistrato sostiene ,che Graziani 1 deve essere gr,.u._- d,icato ,dalla Corte d'assiise re non ,da un Tribunale mi.fi,tare, [in ,quanto i de/titti 1conte-s~- tigN esulano dal .campo stirettamente m1l1- trl::: t-ecniico. Quanto alla que-stione territoriale, il mag,istra,to stabiNrà ,che G,razia,ni cominciò la sua <Jlperad:i traditore violando il giuramento /militare -il 23 settembre 1943, a Roma, quando iniziò li discorsi e /e razz,ie per indurre i ,cittadini ad inquadrarsi nelle f orze arma,te dei/la irepubbUca sodale itaNana, e 1che ,tale 1 sua )azione ,ebbe termine il 25 a,prrle 1945, ,cioè Ili.e!momento in ,cui Graziani, che aveva il suo quartier generale presso f,remona, fu catturato Idagli alleati ne,i dint01mi di Brescia; trattandO'si, però, di un tipi,co tradimento della Patria che si identifica con la .sua ,capitale, ,i,[magistrato è d'avviso che ii[ giudizio di q,uest'uomo, che do,po MussoN,ni è il maggiore re,sponsabi.f,e,della catastrofe italiana successiva al/'8 settemfJ.re, debba celebrarsi a Ro,ma. Italia e Grecia Dichiarazioni di De Gasperi /.l Piresidenie d'el Con~i•glio De Gasper,i ha concesso u•na .intervista aJ giornalista g·reco Giorgio Dro,ssos, COI"J"tispo-nde-ndte·ei giornali di Atene «Elikon», «E.ma» e «Assirma- ,tos». « OMre un mese• fa - egli" ha dichiarato - feci alla Consulta un a,cce.nno espU,cito sui nostl'i rapporti con la Grecia». In quella oocas,i-one De Caisperi cf.iisseinfatti: «farebbero mal·e aN'i·merno ,colaro che, trascurando la rieaf.tà di ·una prima guerra peirdcuta dalla d,ittafowa, nolT!fossero dis,post-i a riconoscere ,i ,t,orti fatti ai po,pof.i vilmente e temerariamenfoe aggrediti e qui vo1lgo il mzo pensiero espiatorio aUa F!Tanc-ia, ai Paesi Balca,ni,ci vittime di una megalomania folle ed in particola.r-e alla Grecia, Paese che era stato ,s,empr-efra ,i nostri runici e che vi,vamente s,periamo ridiveinti tale.,,. De Gasperr,iha poi dichiarato al giornali- .sta che ove si prescinda dal ,recente pa.ssato che ,i1/ Governo democratico itali·ano vivissima-mente deplora, non v·i è alcun contra- -sto, •nè di i,nteressi, nè di altra ,indo-Je,fra la Grecia e l'Italia. Eguali ragioni d,i vita hanno per un popolo come per l'aNro eg.uale carattere i·mpeirativo. Se è così, e sembra diff,icile concepire che possa essere altrimenti, il problema dei ra,ppor,N avvenire italo-greoi si riduce oggi al probl-ema della li,quidazione del passato. Prooblema dif fricile in quanto alla sua tSoluzione con{ luiscono elementi complessi anche ps-icologici e senNmentali. Peirò nonostante questo, non insoh~bile. A pro,posito; infi:ne di una nota della «Agenzia di Atene» oi1 l'Ca i beni degli itaNani -i-n Grecia che l'agenzia stessa diceva essere stati soltanto messi sotto sequestro iu for;a di una legge cJ.i guerra del 1940, negli ambienti autorizzati viene precisato ali' «Ansa» che la situazione degl,i italiani è preoar.ia. Tutti i beni sono tuttora sequestroti ed alcuni sono stati ,co-.nfiscati. Socialisti e Comunisti in Germania E' un fatto ormai eerto che nei paesi europei oceu,pati dalla Russia lo sforzo fatto per sostenere i partiti comunisti non ha dato quei risultati che i Q'U& i si ripromettevano. .Le elezioni poJitiche in Ungheria ed in Austria lo mo trano con sufficiente chiarezza. Anche le elezioni sindacali avvenute recentemente in quella parte della Germania occupata dai Russi lo dimostrano <'On. ancor maggior chiarezza. Le cifre che seguono, che si riferiscono a delle zone partico]armente indusbriali, sono indicative: Delegali Soc. Dem. Comun, Sassonia Off. Horgh 5 3 Geg 21 1 Unione Lav. 11:i.n. Oarib. 12 3 Berlino Ferrovie tedesche 10 3 Witler 11 3 La Russia, fin dall'inizio della sua occupazione, cercò di favorire in seno ai lavoratori socialisti e comunisti la tendenza alla fusione. Questi sembrò ad un certo punto avviarsi alla sua realizzazione, in certe zone, ma poi essa non ebbe queHa riuscita che si credeva. Infatti malgrado la più forte organizzazione comunista, che si era mantenuta in Germania con dei quadri compatti, anche durante il regime hitleriano, la maggior parte dei lavoratori tedeschi erano più portati verso il partito social-democratico tradizionalmente più forte. Vi fu, è vero nel dieémbre del 1945 un incontro ,fra i 'delegati dei due partiti comunista e -social-democratico, da cui uscì una r•i,soluzione che chiedeva la fusione dei due partiti. Tale risoluzione ebbe deLle notevoli ri,pe.rcussioni non solo nella zona oc-cupata dai russi, ma anche in tutta la Germania. La prLma oosa che molti social-demooratici si chiesero fu questa: .in nome di chi parlavano gli esecutivi dei due partiti della Zona di Berlino 1 Infatti bisogna ricordare ehe in una conferenza tenuta precedente ad Hannover i dirigenti social-democ.ratici avevano stabilito di ricostruire indipendentemente il partito nelle varie zone, in queJ modo che meglio si adatta va alle condizioni locali. Ciò fin quando non si potrà avere un partito nazionale. In seguito agli accordi unilaterali di .Berliuo si iniziò una polemic.a che si estese a tutti i parti ti socialdemocratici delle varie zone. Sop.ratutto nella zona dell'Ovest, tale polemica fu particolaTmente vivace: in essa i social-democratici aoousarono i comunisti di non volere l'unità dei laivoratori, ma so.lo l'assor,bimento del partito socialdemoeratico da parte di quello eomuni,sta. Furono anche tenuti delle riuni-0ni nel gennaio di quest'anno ad Hannov-.3r e a Francoforte sul Meno, in cui il dott. Kurt Schumacher, il leruder del paDtito socialdemocratico in Germania propose una riscluzione che fu adottata che dice: « f in-chè la Germania saTà. divisa in zone differenti e governata con metodi politici ed econom~ci diversi, le 0ondizioni che si -sono determinate nella zona cratico tedesco non esistono ... La risoluzione di Berlino è un risultato di spe-cia,li condizioni ehe si nono determinate nella zona occupata dai Russi .... l'unità dei Javoratl>l'i non può essere realizzata finchè i partiti socialisti e comunista non potranno provare la loro indi•pendenza politica ed intellettuale da una potenza straniera. Il partito sociaJdemocratico non può rin'U.Ilcial"'e al diritto di criticare, e di considerare !e condizioni -per l'unità non ancora mature :i:. ,Mail,grado questa dichiairazione, che impegna tutti i partiti socialdemocratici nelle zone oOOU!Pate dai belligeranti, la Russia esercita una forte pressione pe.rehè si proceda alla fusione fra i due partiti. Essa tiene a mettere in evidenza le « spontanee risoluzioni locali in favoTe ,della fusione». Qua,li saranno gli svilUJppi politici che lo avvenire riserverà ai due partiti1 L'unità della clatSse lavoratrice tedesca fatta in tutta fretta e senza che -siano venute a matura- ' . . zione le condizioni e senza che 1 lavoratori siano -coscienti dell'importanza del fatto, può esse.re per il momento, almeno così pensano i social-democratici, un larvato pericolo per chi ricoTda quanto favorì la vitto1ria di Hitler, la confusione di una -politica che tendeva a unire indistintamente butti i cittadini in un fronte unico. Se le pressioni che vengono dailla zona di Berlino pe,r accelerare la fusione dei due Partiti, non si çhetano, la :polemica fra socialisti e comuni<Sti, e fra «fusionisti» e «antifu.sionisti ». finirà. per avvelenare l'atmosfera del partito òOcialista teiclesco. L'unità di intenti che è indis.pensabile per risolvere molti problemi urgentissimi nella Germania devastata, può , essere resa ancor più difficile, se non impossibile nella zona dell'Ovest come in quella dell'Est. SI.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==