L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 40 - 1 febbraio 1946

Anno XXXVI (nuova serie) N. 40: Zurigo 1 Febbraio 19A6 • QUINDICINALE SOCIALISTA 8EDAZIONE I AMMINISTRAZIONECasellaPostaleN. 225 Selnau, Zurigo 2 i • Conto postale No. VIII 26305; - Telefono: 27 47 02 • ABBONI.MENTI: 24 numeri Fr. 4.- 12 numeri Fr. 2 - UNACOPIA cent 20 COSTITUENTE NEL PENSIERO E DI PLEBISCITI DON STURZO ' tu che sia proprio una. « lega per !a difesa delle Jibe1·tà democratiche» quella che propugna. il rit0rno ad un sistema cho sacrifica interamente il diritto delle minora'llze. Cin-0ue mi- « Il Popolo» ha pubblicato 1 ecentemente uno &critto ,cti don StuTZo eia! titolo « Co lituente e pleb:.sciti », che lo stesso autore clefini.sce «uno studio cli politica o.g,gettiva». Don, Sturzo parla Promiscuamente ùi referendum e di olebiscito: è Peraltro nece,;;;:;ario ;crecisa1·e che trn,tta..si di due i5tituti •distinti: il refere.ndum. come è nel!a ra,clice eti,moiog-ica del termine. rioorta ind:et1 o. cioè <lai rao,pre- .sentanti eJetti ai cittadini eletto1.i. il ,cliritlo di voto. e nresunnono ouindi il parlamento. TI 1 olebiscito. storicamente clecreto della ple,be. Tale. in riac5-sunto. il concetto dello lUIZO. ll auale. pure volendo a.strarre ,da oi:rni manife6tazione filo-monarchica o filo-reoubb icana. ha tro\lato tultaYia modo di dicthiarare e.splicitamente oho i plebisciti cle.l Risorudmento. sul ' !ioni e un ,·oto possono ottenere la totalità dei seggi; quattro milioni novecentonovantanovemi1a suffragi rimarrebbero senza rappresentante. Po,·era de,mocrazia in fieri. se la sua « lega» riuscisse a legarla così! Se poi la ma,girioranza è relati va (ed è e; uci:;to i I caso. , alore dei quali ha fatto. come a-ià &i v:de. le oiù a,mnie rise1·ve. ,non fissano un diritto ner 1 auando in un colli>o<riuoninominale ci sono più oanclidati). si può iriuna-ere aù naraclcsso ohe la totalità. ,de-2:li eletti non raJPn1·esenti nemmeno la maggioranza dei votanti. Casa Savoia nè ci le~ano a una orncc-clura urestabiliLa. insi.stenclo a:treisì sul carattere sovrano della. assemb,lea CoGtituente. la qua.le non ,nuò easere limitata dai dfritti Precedenti dei 1SaYoia o dei Borboni o cli a.ltre· Ca:;:! reali. 1 concetti espressi da Lui,g'i Sturzo ci trovano pienamente ct·accordo. 11 !SUO .scritto giunge or;portuno a tagliar corto con certe odierne O'ziose discussioni e ner cont1·astai-e certe obliaue iniziative. Dono la pubb:icazione del decreto le.ai2,lati- 1 vo luor··otenenziale che istitui.s•ce la Costituen- ~on su aucsto asoetto neraltro si voleva richiamare l'attenzione, ben6ì sul tentativo cli bocciare una legige auasi nronta. e che sta per eassere .pol'lata all'esame della Cone3ulta. ricorrendo al siste•ma (di moda. a auanto pare) del referendum. {Se andiamo avanti di cruesto oae.so. tutte le nostre domeniche Earanno deè termine che de.signa ancora. o.z,.g-il voto de! 'IJooolo Per l'e•lezione de,l suo _governo: .n d n presuppone quindi la Costituente, chè anzi per la sua ste13E>afunzione la esclude. Ouesta pre- •Ci-sa.zia.ne,cli termini ci è narsa necessaria ner note1· ,seguire don Stuno nel lab:rinto <lel .suo ne.nsiero esnresso che ,cerohcremo o•ra di ri'ferire in forma 6i•stematica e. ouand·è ,po:s,:ibi:e. con le sue sles-se oarole. ' te. discutere og,gi ,~e sia .oreferibiìe c,he le 'Più dicate a auaJche refereindum). Coni:;ideriarrno la massa degli elettori d'ambo i sessi. In CO► scienza. si ouò asserire che c.anirebbero crualc-he co.s.a se •domani Jossero chiamati a scegliere per referendum tra il sistema dello scrutinio ,di lista a ti1Po nronorzionale e auello del cc.llegio iu'l1.inomcinale a ti-po maindoritario ?, Trattasi di uno di quei problemi ~he dovrebbei'o eS<Se 1 r deliberati in ,oanlatm.ento. dopo amnio dibattilo ,ohe illumtirli. il nubblioo. il « 1Sfido i miei letta.ri a trova,re in Europa e &necialimen te nei oae:si latini. ,dalla ri voluzione francese ad og,g-i.un 1Plebisciio i::olitico nazionale •che non sia stato. o una truffa oolitica o una finzione ,giuridica. ohe no,ssa dinsi cli fatto la ~·enuina o .Je,gittima esinressione della volontà nooolare ». Il rolebiscito a,noari,sce quindi -.1. don Stufzo _.:.=_,. ..-eome ua me:z.z~ <$06>Detto iaadeirua.to e oerioo1060. .Sem.za organizzazione roreventiva. e con la sua inerzia. Ja mat!Sa non si rende conto cli tutta la realtà e ,delle sue conseguenze: bastano certi eJe.me.nti ,:;ac.siona'.i - 1Paura. spirito di fierezza o di vendetta - per alterare il si1.rniJricato di qualsia-si ,plebiscito. Nanoleone. Hitler. Muesolini. se ne ,a:sero a loro e6c:usivo vantasrido. An,che il p:e-biscito cleJla Sarre. nel ll336. portò la f,itrairrande :ma,g-~ioranz.a ad optare per fl regime nazista, non certo per eocessi ve simiPatie 'Per il re.gime in sè. ma percthè ogni ritardo a riunire cruella re_gfone alla madre ,patria tedesca era anoarso atto ,cli lesa fecle,ltà e ,di leèo patriottiiSimo. .-\nche i plebisciti del nostro Risorgimento furono solo una sa•nzione -simboliéa. del diritto <lel!e armi: e ad infirmarne il vaJore giuridico-oolitico. a Parte il numero esiguo dei votanti. basterebbe Ja cons;,derazione ,che ,con esso 6i è imposta una votazione unica, <:onfondenclosi ineieme tre quesiti cbe avrebbero doYuto rimanere distinti: crue:Io deUa unWcazio,ne. crueLlo del natto statutario e la elezione di casa Savoia. In aJtri termini l'elettore non 'Poteva spendere il voto ner la unificazione d'Italia senza contemPoranearrnente accettare la costituzione piemontese ciel 1948 e CaEia Savoia come casa r~ante. « Ogni notere umano è limitato e si esplica secondo la nl'oPria natura. :--.!onbi,30:ima domamdare al popolo-. nella sua esprcssione individualo e inor.ganica. niù di quello cbe posea dare». Per que0te conJSiderazioni do,n SLUrzo vede nella as6'emblea Co tituente runico or- '!ano ido,neo. a deliberare sopra una, n'llova forma di governo. ,StabHito ,crutsto ;principio. nle consegue la reiezione di 0,g,ni •nro,posta intesa ad ante•porre una co,nsultazione ooPolare suJl'aJternativa monarchia O repubblica (lasciando all'assem, bica il com'Pito ,di detenninare ini sei:ruito il «tipo» i.stituzionale): perchè cc6iì proceclenùo si inta•cobere.bbe la sovranità deìJa Costituente quale vero ed unico organo della volontà ,po,po.Jare. sovranJità Cihe invece de•ve essere ,piena ed assoluta. RiporLare in sede òi referendwm una ,deJibeirazione òi0ecif1ca. 1Potrebbe farlo solo la Costituente 15.lessa: la questione, in tal .caso. è so,lo •climerito. Don Sturzo tuttavia so,ttolinea che Ja creazione ,di un r~i,me è o,pera troopo delicata ,per e&Seireatlfi,ctata narte .alla 8JS6emb'.ea. parte all'elettorato. Il popolo certo vi deve co.ntri- .buire. e vi contri-buisce di fatto in un orimo tempo con Ja e.lezione dei suoi rap,presenta.nti, che <è ,già indice -della .scelta fra monarchia o rePubb:i.ca in un ooco,n,do te,m,po ,cnn la libera discuSoione extra-parlamentare e con il peso èle~oi:iinio e.. pu ,blica. gravi deliberazioni. i.n,.,ece di venire demandate alras.se,rnbùea. siano risolte oer diretta consultazione dell'elettorato in forma di referendum o di plebi-scito. è ozioso. e ha il solo sco'Po di intorbidare le ac~·ue e indurre nell'equivoco di credere aperta una que&tione pratica che ò gfa riso1lta. In sen►so analo,go .s-ideve -co,noluclere a prooosito cli un recentiss~mo manife6to cleJ:a « Le- !?'a ner la difesa •delle libertà democratiche"· col auale si è iniziata, una ve,ra e nro•n1·ia offensiva in grande stile ,contro la fa:urn elettorale già oronta. che accogìie lo scrutinio di lifita col sistema della nroporz.io111ale.Col detto manife,sto si celebrano Je lodi {lei col:e,a-:ouninominale e si insiste a.ffinchè la scelta del si~ ste:ma d:i voto. in base a cui I.a Costituente deve essere eletta. sia dec:i;,o con referendum. appare strano. che a siffatta iniziativa abbiano aderito nerso,ne co,me tBonomi e Labrio'.a: ma biso1ma pensare \ohe l'uno e l'altro ,punta.- no oini:i sonra una nosizione per.sonale indinenclento dari partiti. Più st1·ano acoarc il fai- · auale nuò far sentire attra,,.,erso Ja. Blampa la 1 ortmria voce. 0,_g,gi che l'istituto parlamentare 1 mànca e tutte le nrov, ..i-denze ~e~islative devoL uv e,.;;,sere nrese dal ~overno. la .:uscuss:one va oortaita davanti alla .CCmsultaL oirgano ·non elettivo e ;perciò non •deLfberante. ma che ra Pnreoenta delle correnti di neru;iero manifootatesi nel Paese. Per tutto ouanto so·nra lo scritto di don Sturzo non -costituisce solo uno studio teorico ma la condanna inesorabile di certi atteggia.- menti ed iniziative incom'Patibili con lo spirito democratico. Vo•lere. lusingando il popolo nella 6ua \lanità. chiMnarlo a giudice diretto fo mat,eria cho gli è .quasi sconosciuta. non è scrurpolo di democrazia. m.a illusione e mano,vra faz:osa. I soelallstl e la polltlea estera Italiana Un discorso del comp. Cosattini alla Consulta - Il compagno Cosattini, a nome del gruppo socinlista, afferma che l'atteggiamento tenuto da una parte dell'assemblea, al/archè l'on. Bonomi accennò nel suo discorso al grido di dolore delle popolazioni giuliane, deriva dalla riserva data dai socialisti nei confronti di una politica che può dar adito a pericolosi imperia.lismi. Rilev,1 che il partilo socialista ha già assunto nei oonf ronti di questo problema una ne~ta. pnsizi<:ne; ricorda i metodi di violenza che il fasci timo ha impunemente seguilo per venti anni nella Venezia Giulia e afferma la necessità di lrfJvare oggi u.n punto di accordo e una base di cuoperazione che consentano di affrontare i proh/emi della vita locale nel quadro più vasto del/11 oita nazionale. Ciò premesso, i socialisti richiedono che /'ffalia. non rinunci a ciò che le appartiene. Essi clom:mdano giustizia per l'Italia come la chiedono per le altre Nazioni. L'Italia e la ]ugoslao'iii, che hanno una economia complementare e che hanno tanfi interessi comuni, debbono s00l4cre 1wa politica cli collaborazione e di intesn. Cosatli11i sotlclinea la situazi,one dei territori gi11liani, /;imentando che il Governo non abbia soolto una politica aperta, in cerca di un·equa .~olllzione del problema: afferma che la linea di demarc,nione da auspicarsi è quella che può dare ampia gartinzia allo ·sviluppo alle popolazioni locali e che questa linea, deve essere determinata senza Insciarsi vincere da preconcetti nazio11alisfici. /.,;i soluzione caldeggiata a Londra cli una linea di confine determinata con criteri prevalentemente etnici presenta a suo avvl'so il pericolo di attrito e contrasto tra le due· n,azionalif à. L'oratore lamenta poi che non si sia messo nel giusto rilievo tutta l'azione svolta 11el periodo cospirativo, l'apporto dato alla guerra delle Nazioni Unite, l'opera compiuta dal popolo italiano peF riscattare le c:olpe del fascismo e redimere il Paese, e che ci si trovi og,qi di fronte a porte costantemente chiuse. Ciò trova una causa anche nel fatto che il Paese, costretto a rimanere in .una situazione di irrealtà e di f inzione all'interno, ha ridotta la possibilità di fare sentire la sita voce all'estero. Le responsabilità della nostra situazione non sono state tutte colpite: altri debbono ancora rispoderne. Non po· ' fremo pretendere di essere ascoltali all'estero e di poter difendere in pieno~ i nostri interessi sin<J a che non avremo dimostrato di aver purificato il Paese ed acquistalo la digniltì di popolo libero, perchè la politica estera è in funzione diretta dello sviluppo della. politica interna. I[ dubbio ci assale - ha proseguito a questo punto il compagn,o Cosaltini - che nelle conversazioni e nelle trattative che ora si svolgono, le sorti dei piccoli popoli possano costituire materia di baratto e di contrattazione. Le pc1role JJmichevoli che vengono delle non devono ~ssere illusorie. Il Partilo socialista sente di poter dire su q11.esto una sua parola: solo superando im perialismi e nazionalismi sarà possibile costmire la pace nel mondo. - -- - - - -- -- - --~--- ------ , Abolizione del controllo alleato sai cambi ROMA, gennaio - Il contrammiraglio Stone, capo della commissione alleata, ha annunciato che, per favorire la ripresa del commercio estero italiano, le autorità italiane incaricate del controllo sui cambi non saranno più tenute a consultarsi con la commissione alleata prima di autorizzare transa- :.:ioni finanziarie da parte di compagnie di assicurazione italiane o in cui sono interessate le agenzie estere delle succursali di tali compagnie. LA LUNA DI MIELE una moglie che abbia tradito il marito e che st trovi con questi in un tentativo di affettuosa riconciliazione desidera vivamente che della scappatella non se ne parli più. Ogni più lontana allusione sarebbe cosa di cattivo gusto ed il momento psicologico deve risolversi e riassumersi colla popolare espressione: « melliamoci una pietra sopra e non ne parliamo pilÌ ». La stessa frase riassume il desiderio dei monarchici italiani i quali nella folle speranza che una amnesia politica colpisca milioni di cittadini, agiscono, progettano e parlano come se fosse stato un innocente episodio ormai lontano e sbiadito dal tempo. Noi però abbiamo il gusto dei ricordi, lo avremv fino alla morte, affidando ai giovani socialisti il con:- pito di trasmellere alla seguente generazione l'abitudine salutare delle rievocazioni. Petulanza perdonabile specialmente quando l'epTsodio innocente è sfato un fatto storico così sens1bile da passare come tizzone ardente sulla pelle del popolo italiano ancora sfregiato da profonde cicatrici. Siamo nel Belgio nel Novembre del 1940, ai ber tempi della luna di miele tra Savoia e tutti i fascismi del nostro pianeta. Hitler continua gli attacchi aerei su Londra ed il duce italiano invia quattro apparecchi sgangherati per avere il vanto di associarsi all'impresa. I disgr.:- ziati piloti, che invece di raggiungere Londra colarono a picco nelle gelide acque della Manica, furono ricevuti prima del loro viaggio mortale all'Ambasciata d'Italia assieme ai comandanti della Luftwaffe e ad altre personalità del fascismo italiano .: Londra. Si trattava d'un ricevimento dato in onore della principessa Maria Josè giunta da Roma all'epoca della sua attività intesa ad unire il fratello Leopoldo lll, re del Belgio, alla causa del nazismo. La principessa, che in quell'epoca credeva anch'essa alla vittoria dell'asse, in piena comunione spirituale cogli illustri personaggi con cui brindava, fu prodiga di incitamenti e di plauso per la grande spedizione punitiva che si preparava ·contro la perfida Albione. E quasi superfluo ricordare che, a banchetto finito, quelli che pagarono le spese furono prima i malcapitati piloti e poi i poveri italiani le cui città subirono dei massicci bombardamenti da parte dell'aviazione inglese come risposta alla partecipazione fascista all'impresa aerea su ·Londra. La marcia della casa Savoia a fianco dell'asse continua in ordine serrato. li 19 Novembre 1940 ha luogo a Berghof il famoso colloquio tra Hitler e Leopoldo II riprodotto minutamente in un documento stenografico del IJott. Schmidt e commentato ufficialmente ai rappresentanti della ~tampa dal primo ministro Van Acken in persona. Risulta dal documento che Leopoldo III cercò di salvare la sua dinastia al prezzo della libertà del Belgio e lodò l'opera di Hitler chiamandola grandiosa e volta a creare la solidarietl, la pace e la giustizia tra le nazioni d'Europa. Questo colloquio, di cui Leopoldo III è ora chiamato a rispondere di fronte al suo popolo, era staro accuratamente preparato da Maria Josè, dopo numerose visite fatte al Fiihrer con cui intratteneva da tempo i più cordiali rapporti politici. L'opera della sorella, passata alla scuola della monarchia Jascista italiana, influi così notevolmente a fiaccare la resistenza morale di Leopoldo III, favorendo nel Belgio la politica di aggressione e di smembramento della resistenza nazionale iniziata dall'Asse. E la luna di miele continua. Il re esulta alla notizia dell'attacco giapponese contro la flotta amerrcana. Il luogotenente, il comandante delle armate italiane nella guerra fascista contro la Francia, segue le speranze, i sogni ed i sentimenti della fami glia. Tutti marciano al passo dell'oca ... finchè un brutto giorno la nave affonda e si griia il « salvi cht può ». \ Allora si pensa che nei ,, cimiteri della storia ::o, come diceva il cugino Benito, esisteva sepolto un certo ,, liberalismo » e la monarchia savoiarda sollevando la lapide che cosa fa? Se ne forma un rtparo per restare in sella e sfuggire al giusto verdello del popolo itailano. I grandi proprietari di terre ed i capitalisti italiani sostengono il tentativo individuando nella monarchia una forza politica che difende la conservazione dei previlegi di classe. Si forma così la linea di difesa del secondo fascismo italiano. La lotta che si annuncia quindi per una vera repubblica è economica ed è politica. La lotta degli operai contro la monarchia è anche lotta contro i latifondisti ed il capitale monopolistico. La lotta per la libertà repubblicana è anche quella per le riforme agrarie ed industriali. L. s. ' • I

• •ONDO P&SOISTA La ■pia dell'Ovra In Vatleano La notizia che mons. Umberto 13euigni ba Catto parte degli informatori del!'q; Ovra ~ con uno stipendi-O roensi le di seimila li re, e che una volta morto lui il compito di riferlre sugli uomini e sugli ar,enimeuti in Vaticano fu assolto dalla sua governante, Bianca d'A.mbrosio, la quale comparirà presto a rispondere del suo operat-0 nel primo pro- <-esso contro i collaboratori della polizia segreta fasci ta, è realmente di quelle destinate a prollurre grande impressione in Vaticano. E questo non trunto perchè il Benigni fu p1-elato che asso! e, in un certo periodo della sua Yita, compiti importanti in un :losto di grande 1·esponsabilità, quanto perchè, fin òagli ultimi anni del Pontificato di Pio X, egli ne era stato allontanato e qualche aITTno d-Opo definitivamente e ·pulso dall'ambiente . dature messe da parte. Pre:.o alla sprovvistu, Benigni non si ![)erse <l'animo e Si difese con grande abilità, ma dovette cedere dnntnti ,all'eddenza. Da quel giorno, come s'è detto. egli non rimise più piede in Vatieano, pur continuuudo a figurare sull'q;A111DuarioPontificio» con hl qualifica puramentcouorlfica <.I i protonota l"io npost()lico. Informato sa tutto La Congregazione del Concilio colpì con gravi censure i membri del « Sodalilium » che ru dichiarato disciolto, mu in realtà il Benigni deve aYer contLnuato a mantenere i contatti con i corrispon· denti che la sua organizzazione gli avern dato modo di assicurarsi in tutte le ·azioni, ::>erchè coloro che hanno avuto occa ·ione di anicinarlo sanno bene che non c'era (or ·e uomo che fos e più cli lui al corrente della situazione nei rnrii Pae>-i, i-in quella ecclesiastica sia quella politica. La sua <:apacità di prevedere gli an·enimenti avera poi del miracoloso. Basti dire che al tempo del Conclave che portò alla nomina di Pio X,I, un giornali ta di grande nome che allora ern corrispondente di un giornale argentino, andò da lui per sapere come snrebhe an·em1tn l'c•le>zionE>. « Il Conciave - disse Deuigni - durerà tre giorni. Xè Gasparri nè :\ferry del Val la spunteranno. L'eletto sarà il cardinale Ratti di l\1ilano >. Il giornalista mandò queste p1-evlsioni al suo giornale ben !onta· no dal pensare che sarebbe a nenuto proprio cos1, anche perchè nessuno pensava allora che sarebbe stato nominato Hatti. Anche nell'ambiente vaticano mons. Benigni de,·e quindi avei· conservato, almeno :>er un certo tempo, inforwatori fidati in grado di sapere tutto. Probabilmente, sebbene in disgrazia e tagliato fuori dn ogni contatto diretto, fu lui piì1 in grndo di dare precisi ragguagli sulla politica vaticana di quainto non ~la -;tal◊ in grado il fascismo di servirsene. • ·egli ultimi vent'anni della suu \"ila wons. U3eni• gni attendeva ufficialmente, nella sua casa di via Arno, a completare la « Storia sociale della Chie a> che fu edita dal Vallardi io sei Yolumi, ma tutti immaginarono che la sua atliYitù non si fermasse Il senza che per ques{o nessuno ne sa.pesse molto di più. ::\forl alcuni anni fa, dimenticato da tutti e trascurato ormai ,;ia da rnodennisti sia da antimodernisti. Le sue carte destarono l'.tppetito di molli ma il Vaticano, a quanto si seppe, si mise d'accordo con gli eredi e le trasferì in gran parte oei suoi archivi. Se si scoprl allora che mon . Benigni aveva fatto ainche l'informatore della polizia fascista, è c.-erto che gli uomini della Segreteria di Stato sono stati gli ultimi a meravigliarsenP. Cronathedtll'emigrazione Italiana Zarlgo Circolo eptralo 41 cultura Ooalerenza sa Trieste L'ing. Volli, tornato di recente da un viaggio a T riestc, fece giovedi, 17 gennaio, dinnanzi ad un folto pubblico, una relazione sulle impressioni riportate. L'oratore esordi dicendo di parlare sotto la impressione penosa del discorso di B~nomi alla Consulta e delle manifestazioni nazionaliste che lo accompagnarono. Illustrando brevemente le condizioni geografiche cd etniche della Venezia Giulia, egli confermò che la popolazione italiana si raccoglie in alcune città situate lungo i litorale e nell'Jnterno, mentre l'elemento slavo domina nella campagna. In T ricstc la situazione è deprimente sotto ogni punto di vista. L'incertezza sull'avvenire della città inceppa ogni iniziativa e impedisce una ripresa dell'attività economica. I venti anni di fascismo hanno annientato ogni forma di vera cultura politica; i partiti politici non dispongono di pcrsonalitl esperimentate e capaci. Tutta la vita della città e dominata, purtroppo, dalla rivalità tra italiani e slavi, i diversi partiti non sono stati capaci di reststcrc alla spinta e sono scivolati sul pendio del nazionalismo: i comunisti dalla parte slava, sociaLe ,basse qualitit morali dell'uomo, ambizio.·issimo, assetato cli potere e pri YO di ogni scrupolo, si associavano io lui ad uoa intelligenza limpidissima, a uoa cultura specialmente storica tutt'altro che comune, ad una ll)enetrazione dei temperamenti degli uomini e delle vicende politiche eccezionale e de~a di essere paragonata solamente alla capacità di intrigo. Venuto a Roma dall'Umbria, era stato in un primo tempo professore di storia all'« Apolllnare » e minutante a Propaganda Fide. :\fa egli aspirava a posti di ben maggiore rilie,·o e mons. Pietro Gas:>arri, ch'era al tempo cli Pio X segrecario della Congregazione degli Affari ecclesiastici straordinari, finì col prenderlo nel suo dicastero dove mons. Renign1 di,entò rapidamente sottosegretario. NOTIZIARIO ' listi, azionisti e democratici italiani da quella italiana. Negli atti di violenza, frequentissimi, si manifesta non solo un 'animosità politica, ma anche la volontà di approfittare dell'occasione per sfogare: delle vendette personali. Mentre nel resto dell'Italia esiste l'unità sindacale, in Trieste ci sono due sindacati rivali, che si combattono non solo sul terreno della lotta economica, ma che si pongono al servizio delle lotte politiche tra le due nazionalità. E' la passione nazionalista, intollerante e settaria alEra il tempo della lotta contro i modernisti e il Benigni, che in precedenza era stato solidale cou le figure più !Ilote tra i modernisti di Roma, a un certo punto passò armi e bagagli alla parte avversa e cll,enne uno dei più accaniti persecutori e denunciatori dei suoi ,ecchi amici. Per combattere il modernismo egli ave\·a fondato e scrive,a qua.si esch1sl\·amente lui anche una pubblicazione periodica, « La corre pondaoce de Rome », che ebbe una parte importante negh an,enimenti di quel tempo E>clera considerata -come l'organo di tlunta degli antimodernisti, la falsa riga sulla qu~le si orientavano poi nurnerosissin1i altri organi di stam1>a dello stesso colore che uscivano in diversi Paesi e anche in Italia. Fu una cam,agna fatta sulla « Correspondance , de Rorne » contro i professori delle facoltà ecclesiasti<:lte ilella G~rmania, i quali avernno rifiutato di prestare il giuramento antimoderoista, il primo pas •o falso che provocò l'allontanamento del Benigni. Il governo ba,arese del tempo ci vide infatti un• attentato alle sue prerogatirn e protestò ipresso Ja Santa Sede la quale colse volontieri quell'occasione per creare il Benigni protonotario apostolico e metterlo fuori dal dicastero politico della Curia. Erano gii.t sorti i primi sospetti sulla sua atti,ità, era risultato tra l'altro che il fantasioso uomo, per avere modo di dimostrare la sua grande capacità nel trattare gli affari, a,,e,a in qualche caso fatto nascere incidenti attraverso uomini di sua fiduc!a, unicamente per a.er modo di dimostrare con quale tatto e rapidità egli i::apern ::,oi comporli. Un'espulsione Allontanato òagli Affari ecclesia tici traordinari, do,·e gli succedette con lo stesso incarico mons. Eugenio Pacelli, oggi Pio XII, il Benigni c·ontiuuò ad essere il ca~ ,più in ,ista della campagna antimodernista che continuava a d1videre il clero e ad intere sare anche l'opinione pubblica. As,pettarn di riprenders: la sua rivincita quando ' capitò invece, io circostanze romanzesche, il fatto uuov() che do,eva perderlo òefinitivamente. Era scoppiata la guerra ed i Tedeschi stav~no già da qualche anno mel Belgio quando la loro polizia, ,;empre sulle tracce dello spionaggio, scoprì pi-esso un prete belga un Yasto carteggio cifrato. Fu sequestrato, studiato e letto mentre il ::,rete starn in prigione. :Ma risultò che il carteggio non ave.a niente a che fare con lo spionaggio politico e mili· tare, che riguardava esclusivamente faccende ecclesiastiche incomprensibili per i militari i quali perciò lo donarono ad un loro cappellano, assieme al cifrario che essi a veYano ricavato iper leggere i documenti. Il cappellamo. che era una delle vittime nella campagna antimodernista, capì subito di avere in mano un documento di eccezionale importanza e se 10 portò con sè. Egli cadde ammalato e fu manòato in Olanda per curarsi; qui \'eone a morte, ma pri· ma òi spirnre chiamò la superiora delle suore e 1 le affidò il carteggio, facendosi promettere elle l'avrebbe tatto ,ervenlre con una sua lettera a un 1 sacerdote di Parigi anche lui perseguitato per lo stesso motivo. Dopo molte peripezie la cassetta contenente i documenti arrivò finalmente al destinatario il quale, appena l'ebbe in mano. corse a Roma. In quei documenti. c'era la prova dell'esistenza di una societi'l segreta tra ecclesiastici costituita cou n pretesto di combattere il modernismo, in realtà per colpire con campagne ùi stampa coloro che non erano graditi e far loro perdere le cariche che occupavano o impedire che fossero nominati n posti di responsabilità. La società si chiamava Sodalitium pianum, dal nome di Pio X: il capo era m-0ns. Benlgmi. Benigni fu chiamato a ris:;>ondere, e la sua colpa era tanto più grave in quanto dall'avvento di Benedetto XV al soglio pontificio la campagna antisa e tutte le su barLO SBLOCCO DEI LICENZIAMENTI L'accordo raggiunto. ROMA, gennaio - L'accordo è stato raggiunto in merito al problenw dello sbocco dei licenzi amen ti nelle regioni settentrionali. La Con/ ederazione Generale del L,aooro ha acceffafo lo sblocco. La. situazione obiellioa indica, come ha rileoalo alla Con.sulla il consuJtore Gavinato che, fino ad oggi, a 60 miliardi ammonta, complessivamente, l'onere derivante dal peso della mano d'opera im-- ' produttiva ciel/e aziende ,:ndu.slriali. D'altra parie, il necessario ti;ufo alle industrie vitali non può , essere off erfo, nelrafl11ale grave situazione di bilancio, dallo Stato: lo Staio potrebbe, invece. garantire gli Lstilufi di credito che provvedono a tali finanziamenti, ma. questi sono condizionali a.l/a possibilità che le aziende siano messe in condizione di produrre. Di qui la necessilà di provoedere a un alleggerimento delle aziende industriali della mano d'opera improclutfioa. Parlando delle trattative l'on. Di Vittorio ha • delt-o che la situ.azione dell'industria. e in particolare della metalmeccanica gonfiatasi per le esigenze belliche è tale che nessuno può ragione~lmen !e pensare di mantenere in piedi questa impalcatura. Ciò vuol dire che presto o tardi la mano d'opera esuberante deve essere eliminata, dato che mantenendo il blocco si rischia di far fallire tra due mesi aziende salvabili. Bisogna quindi accefiare lo sblocco, ha detto Di Vittorio, e salvare il salvabile. Abbiamo due milioni di disoccupati e i licenziamenti aumenteranno tale ci/ra prima di 150 mila unità e poi gradatamente di circa 650 mila. Vi è possibilità di impiegare circs 20 miliardi in laoori pubblici, che diano direttamente o indirettamente lavoro alla mano d"opera disoccu.paia. E· poco, ma non è possibile fare di più. Le categorie dei licenziandi sono sfate fissate nel modo seguente: debbono essere licenziati: primo gli appartenenti all'Oora: secondo, tut.ti coloro che Si sono poi iticamenle compromessi; terzo, quelli assunti dopo il 10 giugno 1940; quarto, tuffi quelli che abbiano dimostrala scarsa operosità e disciplina Sono slale pure inserite d1ie clausole relative ,1/l'applicazione dei turni di lavoro che saranno attuali nei limiti del possibile e quella della obbligatoriel,ì delln settimana lavorativa di ore 40. La C.G.l.L. ha llltfavia chiesto al ministro del laooro, G. Barbareschi, di voler promuovere una riunione dei ministri dei lavori pubbUci, delrindusfria, dell'agricoltura, dei trasporli e del tesoro: riunione che dovrebbe essere presieduta dal presidente del Consiglio on. De Gasperi. per esaminare con tufle le possibiliftì immediafe di la· rJoro nelle di/f erenli amministrazioni, al fine di attenuare la disoccupazione derivante parficolarmenfe dai licenziamenti che saranno effettuati nelle aziende dell'Alta Italia nel prossimo mese di febbraio e seguenti. n seguito del deciso sbocco dei licenzia men li. CHIARIFICAZIONE LIBERALE Brosio per la chiarificazione. - Nel discorso pronuncialo al Comitato nazionple del Partito libe· raie, Manlio Brosio, attualmente ministro della Guerra, ha spezzalo una lancia in favore di una chinra presa di posizione del partito in merito al problema islituzionale. Questa iniziativa di Brosio può essere definita onesta e coraggidsa per un rMlioo facilmente comprensibile: sollecitando il Partilo liberale a schierarsi apertamente per la monarchia o per 18 repubblica, essa contribuisce ad accelerare il processo di chiarificazione deffequivoco liberale e costringe le correnti retrive e conservatrici di quel partito a rivelarsi, e, rivelandosi, a distinguersi senza ulteriori possibili là di compromesso degli elementi più moderni e consapevoli. Lo stesso mod.o in cui il Brosio ha posto il priblema. della chiarificazione testimonia una sana preoccupazione di one.<Jtàp0lifica. « O noi libe- c rali, egli hu dello. riteniamo che la monarchia l'estremo, che avvelena l'ambiente e impedisce che si formi un'atmosfera di reciproca comprensione necessaria per avviare una soluzione dell'intricato problema. Decisivi per la formazione di tali tensioni sono stati gli avvenimenti di maggio dello scorso anno, durante la breve occupazione della città per parte e per monarchia 1wn intendo l'astratto problema giuridico, ma la dinasliu di Casa Savoia, perchè questo è il problema oggi in llaliu possa essere ancora compatibile, malgrado le sue indiscutibili responsabilità, con la difesa delle liberféì che ci stanno ,1 cuore, e allora non abbiamo ' soltanto il diritto, mn il dovere di cli/ enderla. O ciò non -~i ritiene, e alloru è inutile tergiversare: meglio andare decisamente oerso lél costruzione di una repubblict1 liberale, senzti riserve e sen7.ll rinipianli, cercando di costruire 1111arepubblica democratica e liberale•. T,a chiarificazione liberale servir;ì a rendere più intelliggibile agli italiani il problema stesso della monarchia e della repubblica, mostrando una volta di più che non si fratta di un problema di forma, ma della distribuzione e del pofenziamenfo di effettive forze politiclie Quando infatti si 1 vedranno certi agrari del Mezzogiorno e certi industriali del Nord prendere parte per la monarchia dei Savoia, sartì pilÌ facile capire che questa ha cosfiluilo e costituisce tuttora il centro di raccolta e di org1mizz,1zi-011e delle forze 1 delle truppe di Tito; allora si verificarono delle gravi Yiolcnzc, e circa 5000 triestini di parte itailan11 furono deportati, dei quali solo un quinto circa erano fascisti, gli altri avversari politici del partito in quel momento dominante, o rimasero semplicemente reazionarie del paese. Cattani per la repubblica P;,rlando al cornilato nazionale del partilo liberale, il ministro Catlani si è occupato, fra l'altro, della questione istituzionale che il prossimo congresso del partilo dovrà porsi. Egli lui espresso l'opinione che « un partilo liberale e profondamente democratico come il nostro sin ideologicamente orientalo vers-o la repubblic,1. 1/ probtema che r.oi dobbiamo risolvere è: nel 1946 esistono in Italia le condizioni per creare lu repubblica democr:1lica italiana o dobbiamo ancora dar sosle[Jno all'istituzione monarchica fino ;1 quando ci saranno veramente le condizioni per 1111libero reggimento repubblicano?». [.'avo. Caltani ha detto quindi cli ave, sempre coltivato la grande speranza che una 1,ofidn democrazia, una solida repubblica democratica potesse costituirsi in Italia .mlla base dei ire grandi partiti denwcratici italiani: il partilo li/,erule, il partito democrafico cristiww e il parfifu socialista. PER LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE Stretta collaborazione tra comunisti e socialisti - Roma, gennaio - Si è riunita, la Giunta d"intesa fra il Partilo comunista e il Partito socialista e, dopo ampia di1,c11ssione. llél ('()ncluso con l"approvazione del seguente comunicalo: « Esami,uile le ultime deliberazioni prese dalle Direzioni dei due Partili sul problema della lattica per le prossime elezioni amminislralive, consfatata la concordanza co11 lt1 dichiar;izione comune ciel febbraio 19-55, decide cli: presentare nelle prossime elezioni amminisfrafive, in futli i Comuni nei quali verrù applicata la lista mnggioratoria, una lista comime con rap· presenfanza paritetica . . Vei 111aggiori Comuni do· ne si applicherà il sislemél proporzionale e si presenteranno in linell generale liste separate, s1 dovrù realizzare l'accordo preventivo circ,1 la I vittime di vendetta privata. Quale sarà l 'avvcnirc di T ricstc? Nessuno del nazionalismi è in grado di mostrare una soluzione veramente atta a dare pace e sicurezza alla città. Esiste un partito che combatte per l'auto~omia di tutta la Venezia Giulia, ma esso è debole e non ha un avvenire. Non è da escludersi che si tenterà di fare di Trieste una seconda Tangeri, con uno statuto internazionale e un Consiglio governativo nel quale siederanno i rappresentanti delle diverse nazioni interessate; tale soluzione assicurerebbe ecrumente il benessere della città, questa però non sarebbe poi altro che un centro commerciale, nel quale le altre fonti di vita civile e culturale sarebbero cssicatc e sterili. Corale La corale dcll '« Api » ha ripreso a funzionare regolarmente sotto la guida dello stimato maestro Pietro Schmid. Le prove hanno luogo ogni lunedì alla casa d'Italia dalle ore 20.15 precise alle 22. Avvertiamo che i locali sono riscaldati. Passeggiata Domenica, 27 gennaio, !'API organizza una passeggiata sull'Uctliberg. Partendo dall'Albisgiitli si salirà fino all'Annaburg per recarsi poi alla BaIdern e scendere di là a Wollishofcn. Appuntamento alle 7,30 del mattino all'Albisgi.itli. Coaftrenza Schlavttli Sabato sera, alle ore 20,30, il prof. Schiavetti, in visita a Zurigo proveniente direttamente da Roma, terrà alla Casa d'Italia una conferenza, parlando della situazione politica in I tali a. L -,ala rato Sezlo■e socialista ltalfa■a avvertono i compagni che domenica n.c!Ltt u peri ore della Coopera ti va, è sta la con voJ' assemblea sezionaJe. Inizio OrC' 9.30 del mattino. Preghiera di non manc,rrc. Lugano Se1l••e so~lallsfa Ualfa■a condotta della lotta eleflorale, il proJirllll!ma. e I i\forcoledì se.:ra alle ore 20,30 la sezione sociacirca la fonnazione dellt1 Gi1111fecom11nali ,,. I lista di Lugano è· tata convocala alla Camera , del Lavoro, per di ·tdere l'or<line <lei giorno del Il voto obbligatorio respinto dalla Oommlaalene elettorale ROMA, gennaio - La commissione per la legge elettorale politica ha continuato i suoi lavori. Dopo la discussione, l'emendamento proponente il voto obbligatorio non è stato approvato avendo avuto sette voti favorevoli e sette contrari. L'on. Di Nicola si è astenuto. Il demolaburista Mancini ha dichiarato di votare favorevolmente per disciplina di partito, ma di essere personalmente contrario. In conclusione il voto obbligatorio non sarà incluso nel progetto di legge che la Commissione sottoporrà all'assemblea plenaria della Consulta. convegno presentato dalla Commissione Esecutiva alle sezioni. Era presente il compagno segretario della Federazione. il quale ha esposto in una diffusa relazione i motivi del convegno. La discussione è stata molto interessante, in qualche momento perfino un po· Lroppo vivace. Hanno parlato i compagni J~arclli. Lommi, Zanzi, Colli. Balzanelli e Bassi. e tutti hanno portato un contributo fattivo e intelligente alla chiarificazione dei nostri problemi politici ed org,rnizuitivi. La sezione di Lugano si è promtnciata per un'ind~ rizzo politico che! affermi l'esigenza democratica della struttura del partito e l'inattualità della fusione con il Partito comunista.

Fedtrazione Sctr.ialistaItaliana lo Sviz1er1 per il lavoro di preparazione del convegno, e te:· miniamo con l'augurio di trovarci a Zurigo il a febbraio in mezzo a molti compagni. ,,OLl ■ DO &ORNI" T. c. Salate al ~••1resslstl 1116 e 17 Febbraio delranno 1895 il « Nucleo so- .cialista » degli italiani residenti in Svizzera teneva -c1 Zurigo il suo primo Congresso in cui veniva fon- .data la nostra Federazione. Erano presenti 15 persone; cioè 13 compagni che rappresentavano 200 organizzati e due poliziotti inviati dal diffidente procuratore generale della repubblica. li 20 febbraio l'« Arbeiterstim~e », settimanale socialista di Zurigo pubblicò una relazione dettagliata sul congresso, annunciando ironicamente che il prossimo congresso sarebbe stato convocato a Berna « per dare al procuratore generale la possibilità di intervenirvi personalmente e vergognarsi, qualora non lo abbia disimparato interamente fino allora». Dopo mezzo secolo di lotte per l'ideale socialista noi ci troyiamo di nuovo fraternamente raccolti con gli stessi sentimenti che unirono in quel lontano Febbraio del 1895 quei tredici modesti compagnr italiani. Attraverso le vicende della storia, sono cambiate le conc;!izioni di ambiente e di lotta, nuovi problemt economici e politici sono sorti ma ferme sono rimaste le mete fondamentali verso le quali i primt ~ocialisti diressero i loro sguardi: liberazione del lavoro dallo sfruttamento del capitale, lotta per ìa .solidarietà dei popoli. Queste mete non ancora realizzate costituiscono la ragione di vita del nostro movimento, la fedeltA che da una genera!ione all'altra ha creato gruppt sempre più larghi e più coscienti di combattenti assieme a tanti martiri che sono caduti davanti alla brutalità della reazione con la coscienza di lottare per una civiltà superiore. Nuove situazioni e nuovi metodi di lotta impone al socialismo la mutevolezza della storia; ma ferma rimane in noi la fede nella libertà e fermo il proposito di realizzare nel socialismo. In tale fede l'« Avvenire dei Lavoratori» rivolge 41j congressisti il suo fraterno saluto. Wlntertbur Domenica 13 gennaio si è riunita la sezione so- <:ialista italiana per discutere l'ordine del giorno del convegno che sarà tenuto a Zurigo -µ 3 féb1:iraio. Dopo la Telazione del compagno s~gretario della !Federazione è stata aperta la discussione alla quale hanno pa.rtecipato quasi tutti i compagni. Particolarmente i compagni Lampetti, Stefanini e Gauro banno precisato il loro pensiero circa la linea politica che sarebbe au'gurabile che la Federazione Socialista assumesse, ~ che dovrebbe essere un'indirizzo sicuro pc:- tutti i compagni e per tutte le sezioni. Non sono mancati n~ppure i riferimenti storici, e sono slati rie umati i motivi della scis5ione di Livorno, e le conseguenze disastrose che questa scissione ha avuto non soltanto per la classe operaia itaJiana ma anche per la nostra federazione. Si parla troppo cli stendere il velo sul passato ma tutti i compagni ricordano la demagogia del rivoluzionarismo comunista di quel tempo che ha messo in serio pericolo resistenza stessa della nostra organiz7.azioue. La sezione di Winterthur ritiene inattuale il problt'ma della fusione. Ceartrtau Ca■tTISCl■I Indetta dalla Sezione Socialista Ticinese e dal- ]'Unione di cultura operaia, ascoltammo domenica scorsa una bella conferenza del compagno -Guglielmo Canevascini. In una sala della Casa del popolo sono convenute circa_ 140 persone di lingua italiana. Il compagno CaneYascini ci parlò con chiarezza e franchezza della situazione politica in ItaUa. La calda parola dell'oratore ci tenne avvinti .durante due ore. Asse■bltta •ella 1,1io1e L'assemblea prossima ,della nostra Sezione socialista si terrà domenica 10 febbraio nel solito locale. Raccomandiamo ai compagni di non man- -<!are. &rbea Se1lo■e seclalfst1 Domenica scorsa 20 gennaio, al ristorante !Tarmonie, è stata tenuta l'assemblea generale della sezione socialista. Alle ore 14,30 il compngno Barca.rio] apre la seduta dando iJ benvenute a tutti i presenti. A.i tutti fece grande piacere la presenza del compagno Paolino, segretario della Federazione, conosciuto e amato da tutti 1 compagni <li Arbon. Egli ha fatto la cronistoria del nostro Partito e del nostro giornale, ci ha parlato deUe difficoltà che sono state superate e di quelle che ci rimangono da SLLperare e ha concluso incitanòo alJa attività più intensa intesa a un maggiore reclutamento al fine di immettere nel partito l'elemento rinnovatore, che com<! facilmente si ca.pisce è rappresentato dalla giovcntè .. Il compagno Paolino ha anche dato delle spiegazioni e delle chiarificazioni circa il congresso 1.-111l•■e 1alle Cele■le u•,r• Le Colonie hi,bere fondate dopo H 25 luglio e precisamente nell'ottobre del 1943, per volontà e decisione di tutto l'antifascismo militante in Svizzera, cblx:ro in quel momento l'adesione e l"appoggio di tutti quegli uomini che per venti anni tennero fede alle proprie idee e lottarono contro lu mostruosa organizz,azione fascista. [n seguito. dato l'Lndirizzo d'azione delle Colonie, nacque una polemica che provocò l'astensione di og·ni attività nelle colonie stesse di un gn.JJppo di nostri migliori compagni; non riteniamo opportuno ritornare a quelle discussioni, il tempo e gli avvenimenti correggono .molte cose, riteniamo invece doveroso e importante che i socialisti, tutti i socialisti, partecipino a queste organizzazioni per imprimere alle stesse quel carattere socialr- e di vera democrazia {!he noi perseguiamo. 1 Nelle Colonie noi dobbiamo essere presenti e attivi per far sì che i postulati e le iniziative nosi re e quelle della Federa?Jone delle Colonie che interpretano 1P nostre direttive vengano realizzate; perchè la parola dei i:.ocialisti si adoperi, per purificare il ye]eno fascista e nazionalista (che ancora esiste) per educare dei sentimenti cli solidarictù di libertà e di .autogoverno. A lato delle Colonie libere si sono formate e si formano delle associazioni a sistenziali, culturali e ricreative; i socialisti devono esservi. rappresentati per con,tribuire all'opera di rieducazione delle comunità italiane all'estero e nella :misura delJe nostre possibilitù alla ricostruzione del nostro paese. Al Con \·egno delle Colonie Libere in Lugano del 21 ottobre p.p. sono state votate due proposte importantissime: l'una ,per la creazione delle con su !te consolari, l'altra per la creazione del Segretariato degli Itafiani all'estero. I socialisti, òe,·ono agitare questi problemi perchè si realizzino, per dm· modo alle collettività italiane all'estero di intervenire presso le autorità governative per rivendicare e tutelare i loro interessi morali e materi.ali. G. A. e l'ordi11c del giorno del medesimo. Qua,;i tutti i compagni sono intervenuti nella discussione. La sezione di Arbon si è espressa per una collaborczione con gli altri partiti della classe operaia e contro la fusione organica con il P:irtito comunista ritenuta inopportuna. u\l nostro caro amico Ugo Fumolini, figlio del compagno Cesare, che si trova all'ospedale cantonale g.ravemente ammalato, vadano gli auguri migliori di buona guarigione. I compagni della sezione socialista e della Colonia libera, fanno voti affinchè la guarigione prossima e completa abbia a favorirlo da permettergli un prossimo ritorno in seno alla ·sua famiglia e in mezzo a noi. GlneYra Le varie trattande all'ordine del giorno del p:rossimo convegno della Federazione sono state ampiamente esaminate e discusse nel corso di due riunioni, ad entrambe delle quali ha assistito i-1 segretario della Commissione Esecutiva. Egli ba fatto una esposizione dettagliata sulla situazione della Federazione e del giorna,le, sulla vita politica italiana ed, in particolare, stLlla posizione attuale dd Partito Socialista. Dopo aver osservato come la classe operaia sia sostanzialmente unita. e nelle sue aspirazioni e inei suoi atteggiarmcnti rispetto alla classe borghese capitalista, egli ha insistito sulla necessità per il Pa·rtito di abbandonare la posizione superata di un riformismo sterile e quella di un massimalismo verbale e dannoso, conservando la fisionomia ed il carattere essenzialmente democratico. Il problema della fusione è inattuale e quello della unità d'azione deve essere studiato e risolto, caso per caso, solo nelle sfere dirigenti dei due partiti, per conservare alle Sezioni e Federazioni il loro carattere socialista ed evitare il confusionismo fra i militanti. Il Partito Comunista è organizzato con metodi antidemocratici. L'unità organica si potrà real_izzarc solo se esso accetta il principio della democrazia alla base. Se questo fosse possibile i Comunisti diventerebbero, di fatto, socialisti ed il problema non si presenterebbe più. Per concludere, egli ba terminato con le parole del compagno Modigliani: « I socialisti coi socialisti, i comunisti coi comunisti ed i c"o.nf usionari coi confusionari». La grande maggioranza dei compagni si è dichiarata d'accordo con le idee esposte dal compagno della Commissione Esecutiva. Il compagno Jacchia ha fatto una relazione sul nuovo pro· getto di statuto del Pa.rtito, che assicura la pratica democratica .dalla Sezione agli organi su- , periori, contrariamente al progetto presentato dalla corrente facendo capo a Lelio Basso. Egli ha ,presentato il seguente ordine del giorno, che 1 la Sezione ha approvato, incaricando il suo rap- . presentante di proporlo al Convegno. Il compagno BarcaTiol, consigliaYa il rinnovamento delle cariche e proponeva il compagno Bolgiani come nuovo segretario. La proposta è stata accettata. Al compagno Bolgia.ni che rico- ' pre oggi la carica di segretario rivolgiamo un'aug,urio solo, quello di continuare sulle orme lasciate da chi lo ha preceduto. La vita di An- 'onio Barcariol è J"insegnamento più evidente delMozione della Sezione Soclallsta di 6lneYra al Congresso della Federazione I compagni della Sezione Socialista di Ginevra, affermando la necessità cli conservare la stmttura democratica del Partito Socialista ltaliano, la superiorità delresempio, egli è stato ed è un autentico maestro di vita. Sappiano i compagni e i giovani a lui vicÌdli trarnP. l'insegnamento necessario. All'unanimità la sezione di Arbon delegava il compagno Barcariol al convegno di Zurigo. • Kreuzll■gen Nella snlttae sotlalf sta ITALO La sezione di Kreuzlingen, ha fatto precedere u! convegno dell<1 Federazione che è stato convocato a Zurigo per domenica 3 febbraio, due riunioni preparatorie che si sono sYolte la prima, sabato 12. la seconda, domenica 20 gennaio. La prima riunione ha visto la partecipazione d1 tutti i compagni e di parecchi simpatizzanti fra cui alctmc gentili compagne. Ha pr:!Sieduto il compagno segTetario della nostra Fede.razione, il quale ha svolto esaurientemente l'ordine del giorno del convegno. Egli ha lraltato padicolarmeotc la situazione politica e organizzativa del nostro partito e ha invitato tuL ti i compagni a Yoler dare la loro attività per una Federazione più forte. II nostro compagno ba trattato con sicura competenza i problemi politici e organizzativi e si è soffermato particolanmente sulla necessità del reclutamento, incontrando il pieno consenso e l'approvazione più cordiale e sincera di tutti j compagni. La discussione è stata particolarmente vivace cd è stata sostenuta dai compagni Boschetti, Da Rin e Ceschia i quali hanno portalo intelligentemente il loro Yalido contributo. A tutti ha risposto il compagno segretario con argo men tazion i chiare e concrete, precisando alcune inesattezze che nella foga delle perorazioni erano sfoggite ad alcuni interlocutori. In considera?.ione della tarda ora, la sezione decideva di riunirsi la domenica 20 gennaio, allo scopo di continuare la discussione e di stabilire un'ordine del giorno che rispecchiasse fedelmente la volontà di tutta la sezione. Anche Ja seduta di domenica 20 gennaio è stata ben frequentata. Furono svolte tutte le tratlande rimaste in sospeso e dopo una viva disclL5sione è stato approvato un ordine del giorno favorevole all'ex unità d'azione e di fatto,, dei socialisti coi comunisti. Noi ringraziamo il compagno Paolino e la Commissione Esecutiva della nostra Federa2ione consci del pericolo che rappresentano per l'avvenire ,del Partito stesso gli sforzi di alcuni membri dirigenti per fare accettare l'adozion<> di uno statuto antidemocratico del Partito, invitano i compagni socialisti, riuniti nel Congresso di Zurigo, ad adottare una mozione che riconfermi i sentimenti comuni ai compagni della Federazione Socialista Italiana in Svizzera: sentimenti cli profondo at_taccamento ai principi democratici che costituiscono una gloriosa tradfaione del nostro Partito; chiedono che il compagno incaricato di rappresentare la Federazione Socialista Italiana in Svizzera al prossimo Congresso del Partito in Italia, sostenga, davanti ai, membri convenuti, il punto di vista suesposto. (E. Jacchia). E' stato infine incaricato di rappresentare la se2io~1e di Ginevra .al prossimo Convegno. il compagno Jacchia. N. d. R. - Per dovere di obbiettività diamo volontieri pubblicazione di due ordini del giorno proposti dal compagno Sacerdote e respinti dalla Sezione in alcuni punti particolari. 1. La ■ltaazlone polltlea attaale (No. 2 al/'o.d.g. del Convegno) Della tragica situazione in cui si dibatte l'Europa ed il mondo i soli responsabili sono il fascismo ed il nazional-socialismo. Per noi essi non sono stati un semplice episodio della vita dei popoli, ma l'espressione della volontà di dominio e di sopraffazione di una classe su di un'altra, di una minoranza su cli una maggioranza. Non avendo saputo risolvere i problemi del lavoro .e della produzione, dando ai popoli la vera libertà e la vera democrazia, la classe borghese capitalista ha esaurito la sua funzione storica di classe dirigente, che la rivoluzione liberale del XIX secolo le aveva lasciato in eredità. Perchè alla vittoria militare succeda una pace vera e duratura, è necessario che, al di là delle frontiere, l'Europa ritrovi la sua unità - che non può esprimersi in blocchi opposti di potenze e di interessi - ma deve realizzarsi sul piano cli una federazione cli popoli liberi. E' necessario dare vita ad un ordine nuovo, dov.e si esprima la volontà e si concretino gli interessi della classe lavoratrice e produttrice, ponendo il capitale al servizio del lavoro. La soluzione del problema economico, in tutte le sue fasi, dalla produzione al consumo, e la soluzione del problema politico, sono interdipendenti. Ogni regime che assicuri la libertà politica, senza la giustizia e l'eguaglianza economica, è destinato a fallire. BibliotecaGino Bianco Attraverso un'opera di .elevazione ed educazione. di formazione cli coscienze e cli intelletti, cli azione e cli lotta il socialismo solo potrà permettere al lavoratori 'di conquistare la loro libertà cd indipendenza. (Sacerdote C.} z. La altaaslone polldea In ltalla (No. 5 all'o.d.g. del Convegno) Tutti gli elementi della situazione politica in Italia dimostrano quanto il fascismo, pur vinto militarmente, sia ancora impregnato nello spirito e nella mentalità di troppi italiani. Attorno alla monarchia, sua complice e prima responsabile delle disgrazie del paese, gravitano tutte le forze 'della conservazione e della r.eazione, da quelle che esprimono gli interessi dei latifondisti del sud e degli industriali del nord, a quelle che si cristallizzano nella mentalità e nelle abitudini dell'alta burocrazia e dell'esercito, fino a quelle, apertamente dichiaratesi, del qualunquismo. Nel tentare cli addebitare al popolo italiano i delitti della monarchia e del fascismo, nel tentare di screditare tutte le forze politiche sinceramente democratiche, ed in particolare i partiti operai, esse non hanno altro scopo che quello di salvare i propri privilegi, frenare l'epurazione, ritardare la Costitu.ente, prima tappa del processo evolutivo verso quella democrazia popolare e progressiva che realizzerà la Repubblica Socialista dei Lavoratori. In queste particolari condizioni, tutte le energie dei nostri militanti devono essere impiegate ad un potenziamento del Partito, sì da fame il rappresentante dell'intera classe lavoratrice, la forma di rigenerazione della società italiana, l'elemento capace di intervenire, con successo, in ogni fase della evoluzione politica ed economica. Gli ultimi venticinque anni hanno sufficientemente dimostrato come ogni scissione della classe operaia abbia valso in definitiva alla reazione. Noi consideriamo la sua unità altrettanto necessaria, quanto l'educazione e la preparazione dei lavoratori. Il Partito deve tende~e a realizzarla e fame lo scopo ultimo della sua azione. Riapproviamo quanto affermava, in merito, il manifesto della direzione del Partito del 10 dicembre 1944: « più essenziale ancora per la emancipazione delle classi lavoratrici è il dovere dei militanti socialisti cli rafforzare nella solidarietà di classe, pur nella comprensione delle rispettive posizioni, i legami di fraternità che li uniscono ai militanti comunisti, sotto l'egida di un patto d'azione che è e rimane costc\nte ed essenziale norma della nostra politica». Riconosciamo perfettamente come il problema deL 1a tus1one ctel Partito Socialista col Partito Comunista sia, oggi, prematuro. Questo problema, che sotto parecchi aspetti è un problema europeo, non deve essere accantonato nel nostro spirito, ina considerato e studiato nelle sue possibilità pratiche, che salvaguardino la tradizione, la fisionomia particolare e la struttura essenzialmente democratica del Partito Socialista. La fusione dovrà sorgere spontaneamente dal basso, quando i militanti dei due Partiti sentiranno intimamente di servire una stessa causa e si saranno reciprocamente provati attraverso l'unità di azione, che mette in luce gli uomini, i metodi ed i sistemi. • (Sacerdote C.) CJhla■se Sezle■e 1o~lalfsta lt1ll1■a Con la partecipazione di un compagno della Commissione Esecutiva ha avuto luogo una sera della scorsa settimana la riunione della sezione del P. S. I. di Chiasso. Nella stess;a si è discusso ampiamente in merito alle trattande che saranno discusse al congresso federativo del 3 febbraio p. v. e su argomenti di ordine pratico. La scelta dei delegati per detto congresso sarà ,pertanto fatta in occasione della prossima assemòlea, alla quale sin d'ora si raccomanda ai compagni di voler partecipare puntuali e compatti . UmbertoCalossoe la Svizzera Il compagno Umberto Calosso testè nominate, direttore del quotidiano socialista di Torino « Sempre A vanti », nella cui sede appunto ci siamo Jncontrati, nell'esprimerci tutta la sua simpatia per la Svizzera, per l'opera altamente umanitaria in favore degli oppressi e dei miseri che il nostro paese sta svolgendo, ha voluto ricordarci il breve e gradito soggiorno tra di noi, particolarmente in quel di Fusio. (Federalista convinto, il compagno Calosso, nel primo editoriale da lui pubblicato, ha esplicitamente e chiaramente prospettato, queste sue vedute auspicando per l'Italia una federazione simile a quella elvetica). Vivissimo è in lui il desiderio di poter {itornare tra di noi per un soggiorno che vorrà essere di studio e di cordiali contatti. Inoltre nella sua qualità di Commissario della Dante Alighieri (carica che in questi giorni è stata assunta dall'on. Orlando per l'impossibilità del nostro compagno di mantenerla in uno con fa direzione del quotidiano soc_ialista) ha inteso pure esprimerci la speranza che questa associazione che il fascismo aveva completamente assorbito, ora che è ritornata un organo democratico e di cultura abbia a riprendere l'antic~ splendore tra gli amid della nostra bella lingua. N. d. r. - Possiamo senz'altro assicurare che il desiderio del compagno Calosso (notissimo anche per chi non lo conosce personalmente, per le .sue quotidiane trasmissioni al microfono di Radio Londra e per la ripercussione avuta fra gli italiani in Svizzera, della sua visita al Papa), è anche il nostro di averlo presto qui a Zurigo, cosa che ci auguriamo awenga molto presto. - IIMattore : l r I I Il Va 11 r . 2.,., l

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