L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 38 - 1 gennaio 1946

PRECISAZIONI Bl••••t• ad •• .. ••eeblo aoelallata .. Un compagne che si firma « Un. vecchio sociali1Jta », sul giornale « 11 Lavoratore.,,, organo di lingua. italiana del Partito del L,woro, ha scritto con una buona dose di perfidin e con qualche pretesa divulgativa. ed educazionistica. un com• mento a un breve riassunto del discorso tenuto dal compagno Sifone al Ccngresso provincinle delle sezioni sodalisle della Jirooincia cli Salerno. Non possiamo nascondere la nostra. meraviglia nel vedere « le idee di Silane », cioè le idee di uno dei massimi pensatori che possiede oggi la classe operaia italiana, esposte in due striminzile colonnine, le quali oltre alle i.dee, contengono il loro bravo commento, e perfino le... conclusioni. Non avremmo avuto nessnna intenzione di polemizzare se il « vecchie socialista ,, per tirare l'acqua al sue mnlino, che è poi il mulino comunista, non avesse lascia.lo intendere troppo chiaramente per averlo fatto inoolontariamenfe. la voglia maffa di rappresentare Silane come un grave pericolo per la classe operaia del nostro disgraziato paese. Come tuffi i comunisti « il vecchio socialista,, è un fautore della fusione fra i due partiti, fusione che ormai gli organi direttivi del P.S.l. hanno definita come inatfu-ale, in atteS/1 che i! prossimo congresso del Ptirtifo la liquidi definitivamente. Anche noi, lo diremo subito, siamo contrari, all'unità organica del Partito Socialista con il Partito Comunista, e !o siamo per i segu.enti motivi: a) noi siamo di conoinziani ferma mente democratiche, in contrapposizione a quelle autoritarie dei comunisti, e siamo certi che il Partito Socialista potrà assolvere appunto in ragione della sua fede socialista e democratica una f unzione importantissima nella rigenerazione dell'Italia; per questo motivo siamo anche f emiamente decisi di non fare concessioni di nessuna specie nella questione della democrazia; b) la fusione di due partiti così eterogenei come quello socialista e comu.niMa significherebbe la costituzione di un nuovo partito pieno di elementi contraddilori che neutralizzandosi a vicenda condannerebbero il Partito all'impotenza. Per mostrare al « vecchio socialista» quali siano le vere intenzioni dei comunisti quando chiedono la fusione, gli possiamo ru:ordare che se oggi, fortunatamente, la fusione non è un fatto c'lmpiulo, la. colpa (o il merito) è proprio dei comunisti i quali per la bocca di Togliatt hanrw rifutato suboto dopo la caduta del fascismo l'unità. organica proposta dal compagno Nenni e da altri compagni responsabili, perchè la. Direzione del P.c.r., riten.eon, bontà WIJ, che 11/t piccolo partilo .Jocialista, rappresentante... la frazione evdlutat della piccola• bor~l~sio, 1kneva anche assolvere in ltali11 ww certa funzione. Erano quelli i momenti dello torre di Babele, cicè de1la conf usi<>nedel1e idee e i nostri compagni comunisti ebbero modo di credere che la volta buona era venuta e che oramai potevano considerare il loro partito come il grande ed unico partilo della classe operaia, aflribuendo in giorna1i uff-iciali il fifolo di "capo del Parlito comunista e del proletariato ifalit1no » al compagno Togliatti. Contrariamente alle previsioni, il P.S.l. è invece diventato un gronde partito, e la missione storica che allo sfesso si è naturalmente presentala è di così gronde importanza da giustificare non solo la s11t1 esistenza nrn lo sutt più completa indipendenza, da interessi che non .~lano schiettamente italiani. Cggi In direttiva e11ropea si vu nettamente de· lineando come 11n direttiva .~ocialistn democratica, di più possiamo dire che il socialismo Si è affermato come il dirigente della rivoluzione democratica europea, e l'Italia se vuole salvarsi dovrà essere socialista e allinearsi nello schieramento socialista democratico degli altri paesi di ELLropa. ll momento .storico è il momento del P.S.l. ed è assolutamente necessario che lo stesso riveli la sua forte persanalitiì iniziando una politica che lo ponga al centro di una coalizione repubblicana e popolare per l'attuazione di un programma. concreto che possa essere accettato dalla classe operaia e da lutti i movimenti di -~inisfra. Non abbio,no inteso spiegare ... le idee di Silane. Sono tali e tanfi i documenti di fondamentale importanza che egli ha profuso nei giornali e nelle riviste del nostro Par/ilo, dal periodo della lotta clandestina a tutt'oggi, che chiunque Si interessi almeno un poco delle cose del nostro Partito, non avrebbe avuto bisogno di riferirsi a un piccole riassunto del discorso tenuto a Salerno. In ogni suo scritto c'è fRnfn chiarezzo da f nrci dnbitare sulle capacità di comprensione del « vecchio socialista" se veramente ha seguilo il nostro compagno almeno in questi ultimi tempi. E non c'è da chiedere di dimostrare e provare quello che è già sfato dimostralo e provalo; perchè allora succede quel che succede a quel tale che negava l'esistenza dell'america, perchè liii non l'aoeva ma; visfa. · P. Antlfaael■mo ereleo · Perebè Sehlrra non aec,lse Massollnl ! •Per"chè Sohirru non uccise Mussolini ? Sohirru fu l'uni-co attentatore ohe poteva uccidere il dittatore e non lo ,.-olle. La l}'.)O•LiziIaP01iti-ca fascista era O&Sessionata dal pericolo <lei. com.rplotti 1politi,ci ma escludeva l'attentato i'Il!dlividuale. •Sc'hùTrw arrivò quindi indisturbato nella oca;pi,tale ove dal bal,cone <le.1 suo allber.go di via XX Settembre potè studiare a suo a,gio l'itinerario ohe percorreva ogni .giorno l'automobi.le IPresidentiale. Una ,fitta rete idi agenti in borghese sorve.glia- ,a tutto il perooirso e le vie a,d.iaoonti. Ge1ta.re una bomba dal balcO'rle mentre l'automobile di MU&Solini filava a tutta ,.-elocità sarebbe stato pazzooco e senza effetto. Sohi.rru aveva ,portato con sè due bombe micidiali, una ad orologeria e un.a a ,percu&Sione per ipOlteTsi servi.re dell'una o dell'altra a se-conda della nece56-ità. Egli stu.diava dunque il metodo di infrangere la fitta rete a:,oliziesca e di arrivare sino a M1.16Bolini IPe.r lanciare la bomba. 1D0;po un minuziooo esame e <lqpo aver assistito da una tribuna d.el ipubbUco anche ,a,ct una seduta della Camera egli- er;;cluse la ipo,ssiibilità di potersi serv.ire della bomba ad orologeria. Non restava -che l'a~ma ,più sicura, la .bomba a ,percussione, ma bi.sognav-a, iper non !fallire il ,colpo, lancia.ria a breYe di.stanza. Fu allora ,che Schirru -cambiò taltica. Invece <li restare nella sua camera dell'Hotel Royal a studiare sulla carta to<pograf.ica <li Roma il rperoorso <lell'automo·bile di MuS60Lioni si mise al corrente di tutte le pulbbliohe cerimonie a cui :poteva assistere il caipo <lei ,governo. Un ,giorno Ja sua attenzione sempre vi,gile fu attratta <!all'annunzio ,an,ti-oirp-ato ,c!,i una -cerimonia a ,cui dovevano ipa:rteicipare i rmennbri del ,governo. Egli 6li ,portò il .g.i.(ITT'l.() innanvi 6u1 1 uogo, notò incidernta.Lmenie ,ohe nelle vicinanze immediaite ,c'era um asilo infarutile. 'L'indomani, ,col consueito spie,gamen,io di 1 forze poliziesche, ,giungeva iruasp€-ttata Uiil.apiccola automobile scura da ,cui 6/cendeva, tra 1o stupo<re di tutti, il ,ca,po de!l governo. Schirru impassibile era la suo posto stringendo ,convulsamente sotto la gia.cca il terri~ bile ordi,gno che avrebbe dovuto far ,giustizia del <iittatore e ,della dittatura. Mussolini sivanzò col suo seguito dirigendosi tl)roprio dove Schirru era in att.eBa. Fu allora ohe l'anarchioo volgendo il ca'Po si accorse ohe i bimbi del vicino asilo infarut,itle erano start.i sch~erati sul Bi r!SB6a,ggio ,delle auitorità no I MUBSolini, era onmai a ;po.chi ,pasBi da lui, tra il ,portone <li ingret:!60 e la fitta ala dei bimbi fes!ianti. Stc'hir:ru ebbe urn atitinno, di ee-itazione. Egli non ,poteva saipere ,allora che il suo gesto anche spargendo sul momento sangue mnocente, avrebbe rieparmiato milioni dJ, vite. Non , ide che i bimbi e tremò per loro. Tornato in fretta all'albergo nascooe 1-a .bomba nel solito ri'Poot~Uo e i;,i diede ai bagordi ~er cercare di stordirsi, di dimenticare la a.saur.cfa aebo1ezza. ,che g,li avEn·a fcr.rnato tiJ ibraocio aJ mOiDlento <li realizzare il suo intento. Ma nel frattempo la ,polizia del Viminale era .stata allairmaita da segnaJazioni venute dall'America. Tra le schede degU alberghi si trovò il nome di Schirru. Che cosa tfa,ceva quel viaggiatore isolato, ,giunto in Itali.a senza alcuno 6-Copo plaUBibile? Fermato a titolo IJ)recauzionale drull'uffi,cio ,poliitti,eo egli riSIJ)ose da,pp,rima con si,curezza, ma ,poi ,perdette la ·calma e cadde in alcune ,co11tra,ddizioni. Tentò di rilprendersi, ma non era -più in tem;-po. Allora con un balzo arretrò sino alla iporta e tratta oda tasca una pistola awtomaitiJoa Ja sca.riicò contiro ,hl gruppo i:lei funzionar.i e ,dei rpoliziotti. Uno di questi ca,cl,de fulminato. Do-po Ja ,condann,a a ,morte S-dhirru ritPeneò 1certament.e a ,quel ,coro di bimbi e a <;:uell'alone -dl innocenza che aveva sai vato il tiranno. Con Ja te61.a eretta in un moto d.i sdegno gridò ai suoi fuocila'to.ri.: « Abbasso il faficismo, v.iiva La Hbertà ». I delatori di Gustavo Sacerdote davanti alla Corte d'Assise - ROMA, dicembre. -Davanti lllla Corte d'Assise si è iniziato il processo contro tali Gualberto Rigucci e Lazzaro Monteleone, accusali di avere indirizzato ben Ire denunce alla polizia f nscista. ed a quella- tedesca contro il compagno prof, Gustavo Sncerdofe, sua moglie e tre su.e cognate. Il Procuratore generale ha prorumciato la sua requisitoria chiedendo la condanna di ambedue gli imputati a /8 [IJ!nidi reclusione. A questo punto della discussione la Corte, rilevando che nel corso del processc si appalesarorw fatti più gravi di quelli contemplali nella sentenza d'istruttoria, ha decso il rinvio degli atti al P.M. per l'ulte• riore corso della giustizia. o Comefu salvatala galleriadrl Sempione Merveille qui s'aioute aux merveilles da monde Triumphe du genie et gioire du travail Le Simplon est à nous. Par sa brèche profonde Les peuples voleront à leur tache f éconde Sur !es ai/es du rail. L·esaltazione lirica di Vergil Rosse! non potrebbe oggi essere ricordata se la grandiosa opera di civiltà creata da!Lt volontà indefettibile dei lavoratori italo-svizzeri non fosse stata conservata - per lo sviluppo delle feconde relazioni fra i popoli - dal valore di un gruµpo di Partigiani della Liberazione d'Italia. Non dimentichiamolo, non disco• nosciamo quanto bene abbiamo ricevuto da questi bravi e prodi giovani. Serbiamo loro riconoscenza. Quante ansie, quante trepidazioni abbiamo trascorso. Sembrava giungessero fino a noi i rumori del tarlo roditore della perforatrice, gli scoppi delle mine che- inesorabilmente creavano altri scavi nei due trafori paralleli della linea ferroviaria del Sempione. Ma sapevamo anche, che dall'altra parte della nostra sventurata ma ,pur sempre generosa Italia non mancavano uomini di coraggio disposti a inti aprendere cose ardite e grandi, ad affrontare pericoli, a soffrire dolori e sventure con cuore sai. do, pur di salvare un 'opera di inestimabile utilità, un capolavoro dovuto alla fermezza, alla saldezza, alla ostinatezza di umili operai, molti dei quali caduti nell'adempimento del loro dovere per l'Italia e per l'umanità. E riandando col pensiero ai giorni tristi dell'occupazione, sembra essere riassaliti dall'orgasmo, ' che veniva mitigato solo dalla ferma volontà di opporsi ad ogni criminale piano dei nazifascisti. Le preoccupazioni ebbero inizio fin dal 10 dicembre 1944 quando i genieri tedeschi stabilirono di riordinare le opere preesistenti per il brillamento della galleria del Sempione e di creare nuove camere di mina ali 'imbocco della galleria stessa. A tale scopo giornalmente una macchina perforatrice veniva inviata da Domodossola ad !selle per i lavori di scavo - lavori che si protraevano fino ai primi di aprile. Successivamente le loro nefaste attenzioni si rivolgevano ai 24 pozzi esistenti nelle tre gallerie affiancate nella montagna - al tunnel ferroviario. Ma in tutto l'eccennato periodo la sorveglianza non ebbe sosta tanto da parte di due bravi intelligenti cittadini svizzeri - che per ovvie ragioni non vengono nominati - che da ,parte del capo stazio,ne d'Iselle che sebbene attentamente sorvegliato e sospettato - spontaneamente faceva pervenir-e tempestive informazioni alle varie persone interessate - accordando anche pericolosa ospitalità al capo dei patrioti locali. Questo funzionàrio è il signor Pronti che nei giorni 11, 12, 13, 14 dell'ottobre 1944 - cioè a dire nel momento in cui si apriva il triste esodo degli abitanti della Valle dell'Ossola - accordava tutto il suo interessamento affinchè le migliaia di civili, uomini donne e fanciulli, venissero aiutati ad attraversare il confine senza ostacoli avvalendosi del grande ed umanitario aiuto concesso dalle Ferrovie Federali Svizzere - al al tempo stesso assumendosi la ,piena responsabilità del suo operato. E di preoccupazione in preoccupazione si giunse al 6 aprile, giorno in cui cominciava a trapelare la voce dell'arrivo a Varzo - provenienti da Monza - di sette carri contenenti un quantitativo rilevante di alto esplosivo. Fin dalla partenza dalla stazione di origine i ferrovieri avevano cercato con ogni mezzo di disguidare l'inoltro dei carri stessi - ma troppo prezioso era il loro carico ·perchè i tedeschi non ne rimovessero tutti gli ostacoli frapposti. E da questo momento l'attività di coloro che già avevano creato la premessa per impedire ogni delittuosa azione dei tedeschi, si fece febbrile, e tutti si adoperarono per trovare una soluzione che ridonasse la tranquillità. Ed è doveroso citare i benemeriti: Signor Tacchini Vittorio, direttore della Centrale elettrica di Varzo, prezioso informatore coadiuvatore per i Comitati di Liberazione; Signor Del Vivo Attila - capo stazione in sott'ordine a Varzo, patriota intelligente e consigliere nelle riunioni segrete che precedettero l'impresa. Ed ancora il Pronti ed i due innominati cittadini svizzeri. Ma il tempo stringeva e l'azione dei prodi Partigiani prevista per il 20 veniva definitivamente fissata per la notte dal 21 al 22. E così le squadre del comandante Mirco, del Capitano Luigi, del Bill, del Pierr, del Boca e di altri scesero a valle da Bognanco, Osone, Bugliaga, Alpe Veglia, Crevoladossola, per bloccare le strade di accesso a Varzo - di S. Giovanni - Riceno - la Spagna (Mulino vecchio) d'Isellc e dei dintorni dell'albergo Tronconi - sede delle forze tedesche. Complessivamente circa 150 Patrioti prendevano parte ali 'impresa con il compito di impedire ed eventualmente bloccare ogni azione della polizia germanica: numerosa ed in possesso di armi automatiche pesanti ed anche di artiglieria leggera e quindi in sopravvento concreto sul complesso dei patrioti - forti però del loro coraggio e della loro volontà. Ed il gruppo dei pionieri - una trentina circa - comandata dal no. vello Pietro Micca (Mirco) dopo aver prelevato le sentinelle di guardia alla polveriera iniziarono il faticoso e pericoloso lavoro per la distruzione della 64 tonnellate di esplosivo poste nel casello ferroviario sito in prossimità degli scambi della stazione di Varzo. Detta distruzione attuata e diretta con intel,- ligenza e più ancora svolta con coraggiosa azione determinò subito la certezza che l'incolumità della galleria del Sempione e della centrale elettrica di Varzo era stata assicurata. E come ai pionieri oscuri - che avevano sotto le granitiche basi di un 'aspra giogaia profuso viu cd italico sangue - i compagni vollero eternato nel marmo i loro nomi: così ai partigiani continuatori; ai difensori di questa grande opera di civiltà - Yad.1 il ricordo affettuoso di tutti gli Italiani, di tutti gli assertori della libertà, della concordia, della fratellanza umana suggellata - tra l'Italia e la Svizzera - attraverso il varco vittorioso. L. ~pdli Gli ■miei di • CriticaSociale • a e1ovr1n• Contlnuazio■e di prlm■ pagina Propone che alla mozione in discussione sia aggiunto un comma rig,u.ardante i giornni e le donne, poichè ritie11e che anche essi debbano essere chiamati a collaborare per il rinnovamento e il rafforz.amcnto del Partito. Afferma il concetto che i compagni investiti di una carica nel governo non devono avere 11el Partito alcun incarico direttivo: ciò per facilitare il controllo e la critica dei compagni nel caso di errori. Parla ,poi il prof. Giua di Torino. che affermando l'indipendenza e l'autonomia del Partito socialista e facendo augui·i alla « Criti-ea Sociale». deplora che sia purtroppo preclusa. ad alcuni compagni la collaborazione a certi giornali del Partito. Espone poi alcune osservazioni per 1-piegare l'indirizzo assunto dal Partito, il quale ha orientato le sue direttive e la sua azione in base alla situazione dell'Italia centro meridionale dove iniziò la sua pubblica attività. Chiude, vivamente applaudito, insistendo sulla necessità <li difendere l'autonomia del Partito sulla base di un programma democratico chiaro e concreto. L'avv. Vigorelli di Milano dichiara di condividere le idee di Mazzoni circa la fusione. ma sotiene la assoluta necessitù di evitare che il Partito Socialista abbia a sdndersi in fazioni. Gli risponde !'on. Mazzoni, vrecisando che egli non intende affatto rendersi promotore di una scissione, ma desidera soltanto che l'amore per l'unità non debba vietarci di esprimere sempre con chiarezza e con franchezza il nostro pensiero. Dopo tale chiarimento la parola viene <l:ata al compagno dott. Beghi il quale dice di rappresentare, come giovane, la continutà dell'idea socialista e dopo un bre,·e accenno sui caratteri essenziali dei principali partiti italiani, afferma i valori del socialismo, destinato, anche nel movimento di elevazione umana, a garantire il progresso della civiltà e a realizzare nel regime della democrazia un mondo <li giustizia e di libertà. Dopo aver riprovato ogni forma di dispotismo dichiara essere inderogabile necessità dei socialisti quella di adottare un programma preciso e particolareggiato, da attuarsi per mezzo di uomini onesti che non lascino alcun dubbio sulla loro coscienza e sulla loro capacità. Prende poi la parola il compagno dott. Voochictti di Roma. che inizia con l'esposizione della gravissima crisi determinatasi nell'Italia centrale e Meridionale e segnala come forze antidemocratiche tendano a sabotare la convocazione &lla Costituente. Egli si rende conto che nell'Italia settentrionale il clima è meno fo co che a Roma ove la reazione pesca nel torbido, assecondata purtroppo a11chc ,da partiti che si ammantano della bandiera della democrazia. Circa la fusione piega come si tratti di questione internazionale e nel -confermare la impos- $ibilità di risolvere il problema iJ1 senso fusionista, e prime la convinzione che il Partito Cominista non abbia nessun interesse ad indebolire cd a mettere in crisi il nostro Partito ed afferma la necessità di essere chiari cd aperti per prendere una posizione netta e precisa. Ultimo oratore iscritto è il compagno Tacchinardi di Milano: quando la maggioranza confessa pubblicamente d'aver sbagliato, egli dice, e ripiega sui concetti della minoranza, è giusto che si sostituiscano i dirigenti della maggioranza, per consentire alla minoranza di interpretare più esat. tamente nello spirito e nella lettera le nuove direttive. In merito alla organizzazione del Partito propone di convor.arc i rappresentanti dei gruppi aziendali, per studiare con essi le funzioni che ai gruppi mcde<>imi dovranno essere attribuite. Con le parole di Tacchinardi, hanno termine le discussioni e la mozione posta ai voti Yiene unanimemente approvata. • Vito Mussolini condann-ato a 14 enni di reclusione - MILA O, dicembre - La Corte d'Assise di Milano davanti ai giudici, popolari, dopo una lunga permanenza in camera di consiglio, ha emesso la sentenza con la quale ha condannato Vito Mussolini a 14 anni' di reclusione, ritenendolo responsabile degli alti relevanfi per il m11ntenimento del regime, mentre lo ha assolto dal reato di collaborazionismo. AI CO~rPA!G1'I E Al LETTORI PORGIAMO I NOSTRI MIGLIORI AUGUR[ PER IL NUOVO A.~NO. L'AVVENRE DEI 1A VORATORI

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