L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 37 - 15 dicembre 1945

Bi STORIA RECENTE 1.LPATTO D'AMICIZIA RUSSO-TEDESCO (Continuazione e fine) Hu,'Sciia, le t1•u,ppe tedesche ,pas.<;aYano il conpc.santa eu1·opea, ed eosa la faioova lavorare peT accre-,cere la meocanizz,azionc delle a1·matc tedesche. Ogni o&lervaLore doYeva ri-conoocere che la Germania a,·eva sfruttato al ma&simo i mesi del ipatto rlli38o-iedesco. La soJuzionE dsllacPisiministsrialB (Continuazionedella prima pagina) ~on !Si sa anco1·n, d1 che COtia abbiano discusso Hitler e ".\loloLow in quei .giorni ciel no,·c1nibrc 1940 in Berlino. Tanto la tarn,pa tedesca che quella ru&sa. parlarono 11uovamc11I<' cti un successo e di un·allro pa.s..::.o.suLla , ia (lolla comune collal>oTn~.ione. J p, imi alt,i della Gc1·m:-mia ide>po quei colloqui mo-trarono pcl'n che ciò non era esatto. Hitler non nYc,·a rinuncialo a nessuno elci uoi .piani balcanici. c~li cercò anzi ,ct,i l'ealizzai-li ora ancora 1 più p1·csto. La Genunania ,-..i.tro,·a,·a all'apogeo della Mia ,potenza, e crua.-;i tutti gli ::.Inti bakanici si <Invano ,da ,fa1·e pc1· inquadnu"i nC'l nuovo 01'- <line europeo t5olto la clirczione -ctcJ-laGei-mania. Già alla fine cli no,·cmhre r l"nghcrin, la Humcni-a. e la lo,·accllia dichia1·a, ano In loro a•clooione al J>aUo lri,partit0. La nu~ ia non pot,è fa.re a;ltro che cli,chiara1·e per l intermeclin- , rio clell'a:genzia Ta~. ohe quegli Stati a,·cvano ado1·ito sen:z,a il ,con:.cn""o e la pal'leripazionc dellll. HU&Sia dei SO\'jct. fine rutSSo. Se noi a•bb1 1acciamo anoora una volta ,con lo c;gua1•do, in ba.se alJa narrazione rdi Gru!encu il breve periodo di te.mpo della. vaUdità del patto ,·us,so-tedesco, bisogna ri,conoscerc ohe è ' ,,t,ato più che Cl'Oi-co•per ,parte dei ru&:;i, l'esAere J"iu,,:;riti a 'IJl'OCtastjn.are per tanto tempo lo sco,ppio della ~uerl'a. Erano 1 necetSGaric delle g.rn ndi qual i là cl i ,::;tal i.bta iper giustificare quet-;l,a poli!i,ca non solo cli fronte al monclo ma 1 ' anc-hc alle masse, ru.:l~C-Queste mas.se non .sono cosl a;poliUchc come spe&,o si crede. Già il funzionario meclio ci-a informato d1e il ,pa.Uo 1·uStSo-tedesco serd\'a .-solo a guadagnare del lcmpo. Già l'an<'ncle,·olezza nel ca~o della Rumcnia e ctclla Finlancli.a n1Yevano ,riempito <li ranco1·c. L'oocupazione della Bul.garia di t'abbia, la calasLrofe clc>lla Jugosla, ia. .l\eva provocalo, come aocenlla anche Gafcncu, delle se1·ic tonature, e fu 11~cessaria tutta ra,·te cli pe1-.suaderc ,dei funzionari sovieUci [)er tranquillizzare le ma&,c e> fare Joro com.rprcnderc che il guada,gno <li un:t ... ett.irrnana o di un rncGC coslitu~,·a un granclc vantagrrio. Andiando ,più ad,,.lent.ro alle c0&e r:,i ,·ede elle la Russia secp-pe utilizzare alt1·etlanto bene il tempo guadaignato. Lo spo.,tamcnto <lei confini fino a. Wiborg, al J3u,i, a Lembcrg, al Prutl1, , aveva l'SotLraUo le materie prime e le industl'ic 1,1ù im!portanli al raig~io d'azione elci bomba,rclieri t,cdooc,bi. OlLre a ,ciò gli imJ}ianti indust,•i.ali erano sta.Li molto ampliati e le nuo, e fabbriche siLu.ate al di là degli Urali erano quasi terminate. I soldati rur;si erano meglio arm.a(,j che nel 1939, arn\'ano <lieLro di sè un pe.rioclo d'istruzione molto ,più I ungo e quel che più contava, erano già mobiJiz1,ati e ,pronLi alcapo del più forte schieramento elettorale, l'accordo politico con i democristiani potrà diventare l'asse della stabilità governativa, in regime repubbli,cano. E' <laIJa liberazione di Roma che noi la variamo con quo.sta prospettiva, e lo abbiamo ancl1c detto apertament~, come tutti 11rordnn<t. (lntervis la di Togliatti sulL'" Unitrl11). Sin ùal primo inizio della crisi è apparsa ahbastanza plausibile la supposizione che De (;asperi favorisse il giuoco elci liberali, a cui <lt•I reMo egli solo, col rifiuto della -democrazia el'iAtiana. a passar oltre alle loro dimissioni, a ,·ova offerto la possibilità di coetringere il Governo Parri acl andarsene. Tutto quei che è succe o dopo ha confermat,o nettamente questa Sllip11)06izione. C'è stato un giorno solo in <!Ui è scmù1·ato che De Gasperi si fO&Serai:,.segoat,o ~ ohtorlo collo >,, a fare un Minist,cr 0 a cinque senza i suoi amici e alleati; ma è sopravvenuta per fortuna quella leggera indisposizione che un consultore democristiano ha chiamato una ,·cr:i. « benedizione del cielo» e De Gaspcrj ha così potuto, in quelle poche ore di tregua conAn,ohc la Bulgaria e la Ju.gosl.a,-ia pren1ernno ,·c1'60 Berlino, e pe1'bi110 la Turchia a.more;rgia\'a. con un an·iri11arnento all"A-;,se. L"Unionc So, ictica rea,gì ancorn più \"intccmentc a qu~- sti tentaLivi. Xel ra.;o clella Bulga1·ia persino mo! Lo a pr.a-rnenle. QucsLa \'OIta essa non ;,i I i- \·olse alla. •Gennauia. rna alla Bul,l?'aria stc-.:cSa, e ,per un 111omento 0e1l1'bl'ò che le relazioni tra la Gru;mania. e la Ru<" ia pe,!rg-io1·i-~ero rapidamente; malgrado ciò la Ilulgal'ia adm·iva il Quale dei -due avc,·a meglio sfruUaLo il Lempo guadagnato? Este, io1·mente. quando ebbe i11icziola lotta, la Gei ma1tia si lrovava. i11 vant~ggio. Metà dell"Eu1·opa a,·eva a:derito al patto Lritpa1,t,it,o.Gli altri paesi erano vinti e occupaLi. Solo la vezia, H P01·togallo e la Svh.- zcra crano ri.masli ncutl'ali, ,ma anche que,sti :-:;iati erano legati. con la fornitura di armi, al nuovo 01,d•inamenlo. L"a1•111.a.Latecle5ea era sLa~ la rafiforzala ,da <i_uclla<finlandese, rumena, italiana, ungihe'l·ooe e slorncca. e anohe nei .paesi occupati si erano t1·0,·aLi elci volont.ari cbe potevano esse.re inYiat I al fronte. Oltre a. •ciò la ÌTc.i1mania disponeva di quasi tutta J'indusLria la lotta. La Russia se:mbra.Ya anche. almeno per il momento, do-po il trattato sti,puJato roo il Giappone, più si,cura sulle uc front,ierc asiatiche e poteva Lanciar-e nella Jot,ta una parte delle sue risene Giberiane. 'cl 1939 la ~rmania tenern dieLro la linea Si<!.gfried -circa 500 mila ol<lali e tuUe le rimanenti forze armate ei-::rno Jilbere per gli a.Uri fronti. Il .gforno dell'attacco {!OnLro ta HutSSia però si LJ·oYavano ~olo in Francia, Olanda e ~l,gio cir-ca. un miIione e mezzo -di t.ruppe d'occupazione. In Danima11ca 50 mila, in Norvegia 300 mila. Ma truppe tedooche <i;occu,pazionc .;i trovavano an- "he in Ceooslovaioohia, in Jugoolavia, in Uog-heri,a, in BuLgaria e in Grecia. Grandi contingenti erano stazionati in Rodi e in Africa, ,li modo che quando la. Germania aggredì la Russia, essa era 'Priv,a di tre miii:oni dei suoi migliori soldati, ohe non µotevano in neSòun moclo essere sosLituiti da didsioni di volontari o non .-olontari dei suoi alleati. Con questa ,col16tatazione e con l'inizio deJ1 'aU.aoco delle armate t.edeschc ,contro la Rus~ sia, Gafencu termina il suo libro molto isLruttivo. 1° marzo 19"il al Patto tripal'titO, e il giorno ' c-,uocoosi\ o .l,e t1·wppe tccloochC' mal'cia n1110 :per le strade ·di ofia « per a.ssolrnl'e la lo'l'o funzione generooa. e da:re .alla ,Bu!,rraria ,pace e con- , cordia ». I RU&Si avrebboro dovuto Ol'a agire e far (}Seguire dai faUi le loro note diplomatiche; .siccome ,però non acoaid-cle nulla e tuLto si ridu.s,ae a delle a~prc ,proteste, anche il governo jugo.-,la ,·o d'allora. ~delle al le ,pressioni di n i bhenti·op e &i pret;entò a \'icnna pc,,· firmare il Pa.t.to tripartito. Destino del eapltanl d'lndastrla • I pjù di noi non .hanno pr-O'babilmente dim~nticato che il papofo serbo fosse il primo a ri- 1 voltar.si conti·o il tradimento ciel prop1·io ?!Dnm10. In una sola notte il po,polo spazzò vla ministero e re,gi,me che a,·evano firma.Lo il Patt,o tripartito. La Ruasia trionfa,·a. Fi:nalmonte uno Stato 1balcani,co si ribel!.ava contro la ,politica tede-sca nei Baloani. Anche la Ru.ssia usci\·a allora claUa &ua risen·a e -conchhtdeva • La -to1·ia dello sviluppo del capitalismo - ha I imprnsc a catena. Semplice, instancabile e brutale, 'Critto Sombart - è una storia di personalità. Lt• non si tormenta,·a certo, con Cl'ÌSi di coscienza. J)t'Ìmc im1nese che ::;i staccano òal mondo ccono- Xel J920 al Consiglio economico del Reich clichiaruico ruedioevale delle corporazioni e delle comu- rava: «Cosa ser,e q>arlare cli idealismo e di monità di villilggio non sono manifesta1.ioni di spirit'> :\~sociatiro e collettivo ma creazioni di singoli individui di eccezione, intraprendenti, c11e abbandonano le ,ecchie strade logorate dai secoli per a,·- 1·enturnrsi Animosamente su nuovi sentieri incontro nll'avvenlre. rale? Noi rnot-iremo di fame con questi dl.scor;;i: occupiamoci esclusinunent.e di misure d1e abbi:11no un'azione efficace e ricot·diamoci che tali mi;mre devono essere soltanto di ordine pratico». il 6 OfPI"ileun ipatto di a!ll'licizia o dt non a•ggrcssione oo:l nuovo goYe:rno jugoslrn. Molti di 11oi ricorderanno aTuChe ,coone la Germania 1·eagit36c a questo PatLo. Nella medesima noUc n.rwarvero su 13el-g1,ado delle -squadriglie di hc:mbardieri tedeschi e le a1~mate tede.sce passavano il confine jl.llgoolavo. Belgl'aJdo e Nesch e,rano conquistate già i:l 13 ,aprile 1911 e la Jugoolavia 1cessa,·a iper •cosi dire di eaistere. Nè ·La. RU&3ia nti il re.sto ,del mondo siaspettav.a. una -cooì ra'J)ida. <liAf<attadell'armata jugoslava, e la Ru66ia, ,ohe non si sentiva ancwa ,3-uJficientemen.te ,forte ,per rispondere, si riti.J'ò una terza volta, ,coane dopo l'i1H:;1sione ,dcUa Rum.enia -e della Bul~aria, di fronti' nlle truppe tC'- deschc. Stalin ,ceiicava n-el frattempo 1l"enbra.re in itrattative coJ Gia:,ru>one, .sia ,1>or conlrobi:lanci.are un :poco quegli sma,ochi che -per rallenta.re il ,c.eiiohio di tfe.r.ro nel quale il girande Stato l'USSo &i sentiva serrato. Gli riusci. Il mooeeimo 13 aprile in cui ,cessava in Ju,gosla- \'ia ogni resistenza armata, l'Unione ovietica 1conC'hiuodeva un ;patto di neut;ralità col Giappon~ e acquistò ,così almertt> in Oriente un ,po· di 1·espiro. La Germania . a,peva bene ,cosa ciò sign1fi,caV\a, o Sleip;pure il Cremlino diventasse da ,quel :momento doPfPiamente (PrUdCllltc ne.llo sue manifesta:1.ioni e sotlolineaSGc doppiaimente « ahe :La sua 'POliti,ca -era, detel'minata esclush·amente dagli intere&:;i ciel ,popolo sovieLico, ,del sistema sovietico e della p-a,ce», in Berlino etava tutto il se-gno dcna tcmpoota. « I:l Fliihrer », ,oome sottolinea Gafencu, « pon- 1 dell'ava, e quanto più egli ,pond,erava, tanto più i;i •convincc,·a che dove, a. disporre di nuovo il idootino e l 'a vven i t'C ,del ip~polo tc.cte- &co nelle -mani dei suoi soldat,i 1,. li Crcan Iino in lui cosa a ocadeva in Bc1·l ino. Si o.sscrva,·a. anche come lungo i con.fini russi, cltn,Ua Finl.tmdi-a. at,travcrso la Polonia fino giù act Odetl88., si anelavano concentrando .sempre m.agigiori conting<lht.i cli tl'llppe todeschc. Anche la RuScSia, naturalmente, ri,chin,mò sotto fo armi nuove t1·uppe. n1anclanclole nelle 1·c,gioni più mina,ociate, etsa fece •pe1·ò il possibile por procrast,inarn cli a.1,cuni mesi lo sco11pio della lotta armata. Ancora il 13 giugno, allorchè le divisioni t~dooohe tSi .formavano già 1per ratta,cco, il Cremlino da,·a fuori ancoTa una volta un ,co:muni,calo, •oho non pO&Siamo ll'1produrrc per intero per oosere troppo lungo. Esso dichi 1 arava chiaramente: « Tutte le ,·oci, -'>econido le Quali la Rus.sia ,preparerebbe Ja guerra. conlJ·o Ja Ge,rmania, sono provocatrici e menzognere». La .Russia si aspett.ava naLuralmcnte ohe la Germania anebho rispo.sto nello stesso senso in quel momento pe1·ò Hitler ,prepa,l'ava ,già gli ultimi ordini ,per rattaoco 0011tro la Ru€si.a <lei Sovieti. )folla notte dal 21 al 22 giugno caddoro le ,prime bombe tedesche iH~lle ,cLtrtà ~~, e il .mc.de>tLmo giorno, ·. cui 129 -an.nj , ima Na.poleon àvc • marcia o in Se, coll'estendet•si e il consolidarsi progressivo ~Ientre Stinoes 11 vern .per In vita artistica e culturale tllll1l indifferenza assoluta, Rathenau era invece un intellettU11lc, un eclettico, un pensatore, un della economiu capitalistica, ho mezzo alla massa sociologo, un misto di contemplazione messianica e ctegll uomini che costituivano i coman~l dell'Indur di volontal"isrno attivista. Egli riteneva -che, mentre st1·ia, della banca e del commercio, uu certo nu- nel campo dello spirito, delle arti, della religione, mero di individui dotati di una spregiudicata volon- ,·i è nel mondo moderno lendenza alla dissoci111.ione, ti\ di -potenza è l'iuscito sempre aò imporsi, attra- 1 all'autonomia. dell'Individuo, nel campo della crea- ,·erso una severn, laboriosa sele1,ione, tale fenomeno hu preso tuttavia una particolare estensione dopo la ,prima grande guerra imperialista mondiale. zione materiale la pe1•dita della indi:,->endenzaindividuale e il collPgamento organico della produzione souo fatali. In un momento in <:Ui la rapidità delle profonde trasforma1,loni economiche e tecniche, i legami fr~ industt•ia e :)olitica, l'accentramento dei capitali e il decorso -delle crisi, venlvano a de nsperare il t·uolo del grandi imprenditori nell'ambito della civiltà moderna, era naturale che i nomi di questi corres ·ero il mondo al pari dei ,nomi dei grnncli ca.pi di Stato: che le loro gesta fossew romanzate, i loro milioni moltiplicati, le loro possiblllt,ì prospettate in modo fantasioso. Chi non ricorda, fra il 1920 e il 1U35 quanta letterntura è stata fatta intorno a questi simboli di un mondo faustiano? Era una specie di pi1•amide di temperamenti diversi. Alla base i Krupp, reazionari vecchio stile, paternalisti, feudatari dell'acciaio, asseragliati nella. loro enorme fabbt·ica anche sotto la Repubblica, non dimenticheranno di essere stali i fPt·otetti degli imperatori, i più ~randi produttori di cannoni del mondo, gli adoratori del l'egola_mento intemo aziendale, di un i:egolamento ~)iù duro e ·tringentc di quello dello stes o esercito prussiano. « Se devo lavorare in una impresa - aveva detto il vecchio Alfredo Kl'Upp - essa non sarà mai 11bbast8Jnza grande per me. Ma non è il mio mc- !'-liere 1a,·01·are per la scienza pura, nè <li mettermi a far spese se esse non sono la semente per unn huona raccolta. Pcrchè ciò av.enga è necessario che il lavoro proceda nell'ordine ed è pet· questo che io aspiro al regolluneoto come il cet·rn assetato a pira alla sorgente». E così, ull'ombru di questu tradi1,iQOC, malgrado rivoluzioni, colpi di Stato, trusts e cartelli, gli stabilimenti Krnpp, imponenti e bl'utali, continuano ;t funzionare con un ordine orgoglioso e tradizionale che non consente che lente t1·asformazioni. Thyssen è !Più moùet·oo dei Krupp, più aperto, più elastico, più Lntuitivo. più finanziere. llJgli punta sulla. 01·ganizzazione ve1·tica le cnnbone, nrciaio, meccanica. A Ila ba e della sua fortuna nou esi te come per il K1·u1)p il monopolio dei cannoni, ma un maggior contatto col mercato tl<'i consumi ci\·ili, una muggior w·genza per il problewu commc-rciale. una maggiore enc;ibilitù PN I<> mnt<'l"i<' prime. ~la t)iÌl ancora di Kl'upp e Thy ::cn, le due figure c·arnltcristiclw dell'altro dopo guen-a tede~co ,;on<) Sliunes e Rathenau. « Il problema .'linue· - :;cri. rnnt il « Vorwarts > nel 1921 - tll,ie11e sem:>rc più il ,problema vitale della nostra epoca». Egli ern il simbolo della potenza industriale tedesca <lei g ·o si rn pi che includQno una . erie ,·erticalp !li Fuori di Germania - nell'altro òopo guerra -· la fenomenologia dei grandi <:apitani <li indu tria si s,-Uuppu con manifesta1,ioni diverse, e non . i può mettere certo sullo ste ·so plano il {'Il.SO fran~e di Sta,isky o quello s,·edese di Kreuger, meteore passeggere nel firmamento di 11u mondo finanziario industriale equi,oco, prodotti della cri.si rnonetnrin e della degenerazione di certi ambienti politici e parla,mentari. come quello che è- stnto ad C'sempio U caso Ford. Qui siamo di :fronte in effetti al prototipo del grande industriale pioniere americano. slamo di fronte ad una manifestazione non giù di <:risi m:i di piena vitalità del cn:;>ltalismo operante yigorosamente su di un mercato im.meogo_ La saldezza dei presl.lipposti teonici ed industriali trova adeguato coronamento nelle prospetti,e economiche e commerciali, ed a tutto sovrasta uu senso acuto della psicologia e del ser,izio sociale. L'uomo <lei Quattro Meno e dei Qualtrn Più. dice,·a Papini di Ford: meno operai, meno tempo, meno tipi, meno costo, più macchine, più produ1,i0ne, più pet·fezione, più salari. EJ Gobettl nei suoi acuti saggi avvertiva l'origione protestante della mentalitù fordiana. Giovane meccanico egli bandisce le di,aga1,loni eclettiche PN occupar~i unicamente di una idea. fissa, di una missione: fnbbt·icat·e un ::n·odotto di universale necessitù. « Il seg1-cto del capitalismo nmericM10, la sua vitnlitù presente è 11.)roprio nella coesistenza qua i grossolana di spil'ilo, di organizzazione " Ili ideali·mo sognatore. Il capitalismo (razionale, <+ uico, rigoroso) sembra avvertire il suo peccnto originale e chiedere l'assoluzione all'utopia>. Forse di questa gente in parte travolta dalli1 crisi, dagli scandali e <lalla guena, si dirù un glor· 110 con le parole di Schillct·: « Il Iot·o profilo, deformato dall'odio o dal favot'e dl!i partiti, non forma nella. slorin che una immagine inrert:i:, Ora, · intanto. in questo dopo ~uen~, dei grall(ll eapit.ani di industria mondiale non si sente più grnn che pnrlnrc. As i,:teremo, 11lme110in ltluropn. alln scomparsa di que-tn tipica figura storic.'I? E in 1 .\.meri ca gli ,•ilup•~i ù<~l New Dail e clf'll'ecouomi:t cli guerra, la cenrnno ancora posto ai vari rf' dell~ !-carpe o della gomma? Se nell'ambito della ,;ua itntH'Csa il capitano di industria Cl',\ 1>olitico. tecuic•n e finanziere. gli elementi propulsori <lelln economia pianificata di domani io quale modo l'ealizx0r:rnno l'uniti'.1d'azione tra queste ùiverse esigenze? Ji;d è vero come scri\•e,·n Spen~ler, che il pensic- . , nncerc i liberali• a desistere dalla loro intransigenza e a coadiuvarlo nel suo tentativo di far ingoiare alle sinistre, con gli opportunr :i.ccorgimenti del caso, e l'amaro licor » del noto decalogo di i pirazione qualunquista. Val la pena cli rievocare rapid!l.ment.e le linee essenziali della sapiente manovra del leader della democrazia cristi:i.na. E' una rievocazione che Ci permetterà, meglio di qualsiasi ragionamento, di farci un'idea abbastanza chiara del Yalore poliLico e della nuova formazione ministeriale e di valutare adeguatamente i cootumi e le abilità del vecchio parlamentare a cui De Gasperi appartiene . Ll iprinci,pale osta-colo alla ra,pi-da. soluzione della ,cricSi è 1Stato sempre 1·appresentato dalla intransigenza. dei liberali e dalla ostinazione a imporro .una modificazione, sproporzionata alia loro fattiva in.fluem.a, della linea seguita rial Governo Parri. In coruformità a questo loro atteggiamento essi 1prcsent.arono ai segret.ari <lei partiti, il 4 dicembre, dieci con.dizioni ,pe1· la 101o parteicipazione al nuovo Governo: 0011dizioni -che costituivano nel loro illlSie.me c;:uel che Togliatti definì giustannent.e c.• una spe-cir di program.rua dell'uomo qualunque» (tra l'altro si •obiede,·a re autorazione dei C. 'L. K.. la soshituzione <lei l!)refctli e dei questori .politici, !"abolizione delle sezioni speciali di Corte d'AséSisc, -eec.). Le dieci con-dizioni ,furono naturalmente ,relòlpinte da i •partiti di !Sinistra e allora De Gas peri si rassegnò al u-ntati.,.-o di tformare un Governo a cinque per il quale ipreparò un programma di lavoro in oui-•,parafra.sava, con le sfumature e le edul-corazipni neces.sarie per assicwrarsi un'ampia libertà di manovra, le -condizioni de.i liberali. Le sinistre, assillate dal.la necessità di tpOr fine rapidamente alla crisi e sicure -d'altra !J)arte di :poter oontrollare a loro ,piacimento, in un Governo a cinque, l'attuazione del 'I)Tog,ramma <li lavoro di Dc Ga.siperi, non guaIXlarono trop,po iper il sottile e aocettarono il suo {Piano. Ma nel -frattempn si prepara v.a il -ritorno de.i 'libera.li, i <;uali fecero sruperc a un <:e-rto punto -che .aocettavano andh'oosi il •programma De Gai;.peri. E -oosl quoot,o ;programm.a, che sareb.be stato aJI)pena tollera·biJe ,pe,r un Governo a <Cinque netta.mente dominato -dalle sinistre, sarà &ppJi-cato da un Governo a sei in cui Je forze si equili.hl-ano e t,utte le .;orpreee e tutte le manovre sono possihili. A <!onfl'Onto con questo, H Governo Parri ap,parin·à. prest,o, nonootant,e tutte le sue innegabili deficienze, un modello di lealtà e -chiarezza politi-ca. La soluzione della •orisi ha cos(,i(,uito un co~po -di arresto iper le sinistre, senza tuLtavia consentire nessun guadagno alle destre. E nel igiuoco delle abilità è andata perduta, in gran iparte, quella fidu-cia recipiroca senza la quale man~, a un.a democrazia che nasoe, l'aria neocooearia iper vivereBisogna per-ciò vigilare. Questo è, iper tu.tti i cittadini in .genere e per il Partito d'Ar.ionc in ispecie, il più w·.gente ùovere. f1< Italia Libera») 1·0 faustiano cowlnd1t al] es ere sa1,lo <lelln tecnic.1 " che si assisterù quindi alla fugu dt-i condottieri nati di fronte alle macchine? Che trn poco 11011 saranno più disponibili che talenti di secondo ordine, ritardatari <li una grande epoca'! CJ1e l'alt'}Z7.II del salario dell'operaio bianco i> dorntu al mononolio che i grnndi capitani tl'industria hanno imposto ai PO::>olldi colore? Che se questi riusciramno & ~tringere alleanza tra i loro modesti bisogni e Jr, sviluppo della tecnica, gli operai bianchi sn raOJlo minacciati da una concot·renza rhc vor.terù a sicur:i l'OVÌWl? Noi modestamente pensiamo che i tratti di nlluclnazionì filosofiche che [100 de,·ono o1.>reoccupar<'. Ma. slamo anche convlnti che Il problema ùella dirigenza tecnica ed economica di una grande industria orla.lista -debba essere considerato con molta sorielù, che l'era delle im,pl'Ovvisazioni e delle formuln7.ioni polemiche debba considerarsi superata, J)et·chi• le grlllOdl responsabilità si avvicinano ad esse, nm110 affrontate con forte animo e adeguatn mentalità. VIROfLJO DAGNINO

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