L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 35 - 15 novembre 1945

~nnG XXXVI (nltO•• Hrie) N. 31 a Zurit• tì ........ ,. 19AS QUINDICINALE SOCIALISTA REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE Caulla poetale h. til, Zllr'91 I; • C0t1to poatale No. VIII 36105; - Ttltfono: 23 70 ff1 • A880NAJll';NTI: 2' ftllffltfl fr. 4.- 12 011111erlfr. f - UNA COPIA etnt 20 LA. 0 ■ 1111 MONARCHICA GRAVI ACCUSE CONTRO MARIA JOSÈ MOGLIEDEL LUOGOTENENTEDI SAVOIA Van Acker domandò -all'!nterlocuto1·e se ,·oleva dei nomi. L'intPrlocutore Insistette: « è un falso, YO· gliamo i nomi>. Allora Van Acker fece il nome di un grande scienziato belga elle aveva fatto da me,;.. st:1 unti-costituzionale poi eh è la cosli tuzione l>el~a oon tunlll<lttc uua votaY..lone sull!i persona.Età riel rnonarco. Vuu Ackor rlusd a f,1re trionfar<> il pdnciplo che ::metta alle fui:ure assemblee belghe d1P saranno 1..·lettc nella '.)rlmavera ])rossima, cli cleddero ~ullu soluzione da da.r,,.i allo questionf' c\pJl~ persona del monarca. Quanùo nella storicu seduta del Parlamento belgu ( durante lu quule il Pr!mo .Ministro Vuu Acker pronunciò la sua terribile requisitoria contro il re Leopoldo, da ,·anti ud un emic!clo affollato ed ttlle trlbunE> stipate, tutti ebbero l'!m:>resslone che Il <.-npo del Gornrno belga non a ,esse completumentc vuotato ìl succo e data nmpio. reh12ione sugli innu· mere,·011° docurnent! conteru>nti proye sehiacciantl Furiosa la ~11upagn.1 elle da ambo le parl: <,i è SYOIUJe. si SYOigeancoru intorno alla perSQna del re U'OPoldo; campagna che tende a dividet"t' il pnl.'!3e In un momento nel quale il Belgio, grazie alla attisaggero In quella OCTasione. Stupore e silenz:o ~ ' vltù del 1,uo popolo, sta riprendend06i dalle lmman: Mrale dell'assemblea. Ma gli intrighi clf:lla ?rinclcontro il monarca. Come certamente parve chiaro che una persona era stuta fra l'altro il deus ex mo.china di tutte le debolezze del monarca e questa era la sorella dello stesso, principessa Maria Jos(>, mogllC' di Umberto cli Sa,oia luogotenente di Vittorio l,}manuele III. • ·e1 suo discorso Achille Van Acker dlsse, !ru l'altro, che il re LE'opoldo permise ul suo aiutante di campo, gen. Van Qverstraut, di accompagnare la sorella a ,·isitare con altri uH!ciali dell'esercito t~ desco il forte di Lemulle che aveva dovuto capitolare ùopo una eroica resistenza dei suoi ditensori da rnnti alle soverchiant: forze teutoniche. Questa accusa di tradime11to une innate tradizioni di patriottismo del popolo belga cadde fra il silenzio sprezzante d: tutto l'emiciclo, i\•i com,resi i più caldi sostenitori della monarchia. l'oi venne accennato alla supina o.rrenòeçelema del monarca a consigli {:he pénenivano. trflllll'te la sorella, dal despota di Roma. Il lutto fatto portare alla corte belga per la mort:.e del Duca D'Aosta che, si v.ogl!a o 110, comandava truppe di un regime che an~va vidlato gli l.lnpegni più sacri verso li Belgio, una seconda volta murt!re. Yenne specialmente fatto !'!saltare dal m!nistro V11n .\.cker e quando il deputato Van Gladbeck acceun'ò al fatto di a vere dsto con i propri <>echi la Principessa di Piemonte passeggiare sulle ro,ine della d:.- gn di Ostenda, .r.icino alln palazzina reale semidistrnttn ùai feroci bombardamenti tedeschi del 19'W, :nsieme a duE>ufficiali tedeschi, egli forse lgnol"a,·a ln ragione per la quale la .'.)rincipessn era stata <'◊Il· dotta ad Ostenda. Si deYe sapei·e, infatti, che l'attuo.le reggente del Belgio, principe Carlo, fin dall'inizio della malaugurata collaborazione del fratello con l'occupante, si era ritirato !n una ,a1azzina ad Ostend.a rinchiudendo ·1 in un silenzio non privo di rlmprovero. Jn occasione di uno dei ruolteplici Tiaggi <:he la prln c-lpessa a ,·ern fatto nel Belgio, E'SSaespresse a I monn rcu il dE>siderio di intratteners: col riottoso fratello Carlo ed il monarca, davanti al maggiore ~ d(>sco addetto alln sun persona e ad un maggiore dei reali carabinieri. noto per : suoi metiti polizieschi nei riguardi dei rtfugiaU antl!ascl}Jt! di BruX(>l)es, fece presente alla principessa .di Piemonte le diff:coltà di recursi fino nl Htoi-nle belga che si tro,·a ,·n nella famosa zona del Vallo occid~ntale lntenletto a chiunque. lì maggiore tede ·co si offerse di nccomr>ugnare la angusta ::it·incipessa in una macchina non gllt appartenente alla già casa reale belga, ma all'esercito te· desco, e cosl fu che la principessa pur.U e-on Il mu.g- ~lor<' tede-sro e con il maggiore dei carabinieri. Si presentò alla palazzina dcl fratello e disse al maggiordomo che essa aHebbe voluto da questi c:s- !'iere ricernta e intratteners! seco. Dopo qual<:he trmpo ma~giorclomo ritornò e r!spose che ~fonsignore Carlo del Belgio era sofferente e che non pote,·n rice,·ei-e sua sorella. I mpazlentlta la prlncilpesi>a salì per lo scalone della palazzina e f~ per entrare negli appat'luruentl del fratello. Battè e-on l pugni dan.tnti alla porta chiusa e dall'interno l'nttunle reggente, come S<! si ris,ondesse al suo maggiorclomo, disse In termini sprezzanti :e fate sap€re alla princ!pe sa di Piemonte che llonsignor Carlo del Belgio non può riceverla flnchè sarù accompagnata ùa un ufficiale tE>dcsco e da un ufficiale italinu<'. ( 'osl scornata es a usci dalla palazzina e si an·iò verso la diga per ,·: itnre le roYlne del viHino reale ~d è in questo momento che Yan Gladbe<:k la vide. Più oltre nel corso dPlla r('(}uisitoria un malcauto t pposllorc osò infirmare il <locwuento di estremù gru,·it;\ (lai quale appariva !n modo chiaro <'he il monarca belga invitato dall'attuale capo del governo allora capo della resistenza clandeStina ~r in· ter'.J)Osta persona, a lasciare Bruxelles ed a raggiuupessa non si limitarono u quanto slamo andati giù esponendo. Fu essa certamente la cons!gllera, come interposta persona, dell'Incontro Hitler-Leopoldo, avYenuto verso la fine del 1040, il cui resoconto stenografico, dato negli scorsi giorni dalle autorità americane al governo belga, hu fatto correre innumerevoli suppos:zioni, giaochè fino a que.-;to momento, per accordo di tutti J partiti, e6So non ò stato reso di pubblica ragione. F'u essa certamente' l'lspiratriro di questo monarca cocciuto, orgoglioso ed :utclligente, circondato da consigllen inetti. r viaggi dellu principessa in Ilel· glo furono frequenti. Quando g:ungern ad Acqulsgrana !n vagone reale e lasciava questa cittù per Laaken nell'automobile dell'umba~iatore d'1taliu ostentatamente lascia.a il gentiluomo e la geutlldonnn d'onore in una altra vettura o sede,a accanto ul maggiore tedesco addetto a Ila persona del re. .. prl- ~onlero, volendo cosl rendere un chiaro omaggio oll'autorità occupante. E come amava parlare la l!ngua teutouica. Mai un motto in francese od in italiano usci,a dalla sua boeca durante il tragitto da Acquisgrana a .nru.~elles. Dice la cronaca eh+> ~ fesse amlca personale dl IDtler. Fe.tto è che al momento della capitolazione essa non segui la sorte del marito ma si r!fugiò in Isvizzera e fu uccom- {Jai;nata fino alla Lombardia da due agenti della Ghestapo che dovevimo osservare le sue mosse, ma che ricevettero poi ordine ~erentorio da Berlino òi lasdarla tranquilla che cs.-ia non era pericolosa 1)€r lu G~rmanla. n re ~poldo trasfer!tosi ultimamente in Isvlzzera con 1!! nuova consorte (e questo mutrlmonlo n n-enuto in piena guerra con la figlia di uno dei più noti 4: fiammlugant! > del Belgio suonò ingiuria alla memoria della veneranda regina Astrid e venlle accolto dalla ~oerale disapprornzione della ~azione in quel momento duramente trnttnta dall'O('- cupnnte) ooll'attesa degli e,ent!, a,·rebbe voluto organizzare un plebiscito sulla sua persona. La Camera ed Il Senato belga si opposero a questa rlcbieI 1 1·0,Jnu accumulate dall'oppressore. ll govorno di unione nazionale si è sfasciato. Van Acker da nocc11icrc lmelilgent.c e sollecito verso il supremo b:so-- :;no del Pitcse è riuscito a conser,are la compagine min!steri.ale continua nella sua strada, rua J'oppcsi1,ioue della deslra catlolica. graz:e alla sua potente orga.nluazionc t-d ulle innnmNPvoll rnmliica,:loni, non disarma. Van Acker ntten{k> ('On sicura .fiducia il responso dellé future elez!oni M. F. 1 Il Partito lloelallsta ltalianu I per Nenni I La dirc-z~one del partito socialisla. riunitasi sto. sera, comuniea la seguente preci.sazi(•ne: e TI partito .so<:iali.<iiaitaliano deplora le pro,·o. cazi.oui t> le , iolen1R che la reazione monarchica e neofascista commette contro organismi e uomini della rinascente demoaazui; ultima la tentata aggressione contro il compagno Pietro Nr-nni, che ha al suo atlirn venticinoue anni di lotto contro il Ca!>. •~<nnodi Mu'isolini. di Hitler e di Franco. < Conscio delle sue responsahilitù, e della graYe situai:ione nella quale verso. il Paese, ti partito socialista in,;-ta il Governo, tutti i pru-Cti e i movimenti democratici n prendere dc-cisa posi,z;ionc con1ro ogni tentatiYo d~ rimettere alla violen1.n la solu-zionc dei problemi nazionali e fi.n d'ora avverte che non -permetterò i11a!cun caso che la reazione soffochi la libertà che il popolo italiano ha conquisiuto con tanti sacrifici> La prccisazion<' si riferisce alla pubblicazione dell'Italia l\'uoott., secondo la quale Ferruccio Vecchi aucbbe presentato una denuncia contro Pietro Nenn:, accusandolo di atti rJeqinti per a,·ere cooperato nel 1919, alla fondazione del fuscio di Bologna. E' intuitirn quindi che, là do,c sì parla di « aggressione >, dcYc in tendersi aggrN;. sionc nel senso morale e non in quello fisico. ere i g erno In Jnghilterl'a 1.iwose cocciuta :an CO on~ ega v . I Q K. Kollwitz, dal ciclo dei «Tessitori» Kiitbe Kollwltz 1867 -1945 Alcune settimane o mesi or sono è morta in una cittadina della Germania, Kate Kollwitz. E' un segno dei tempi che mentre I grandi organi di informazione si affannano ad informare i loro lettori de/- I.i vita, dei suicidi, delle conversazioni religiose, degli atti di culto e dei testamenti di una masnada d1 malviventi in attesa del giudizio, essa abbia recato con alcune setiimane d1 ritardo la notizia del decesso di questa fiera, indipendente e profonda· mente umana donna, che fu anche una delle più grandi artiste dei tempi moderni. ln una sua lettera Kate Kollwitz ricorda il legame ideale che la coflegava al nonno e al padre: « li padre fu la mia gwda verso il socialismo, il socialismo 111/eso come aspirazione alla fratellanza det/'umanità. Dietro tutto ciò si elevava però Raupp (il nonno), la personalità nel suo rapporto non con /'umanità, ma con Dio. L'uomo religioso». Il nonno, originariamente pastore protestante in Konigsberg, era divenuto poi nella medesima città il capo d1 una comunità di liberi pensatori: il padre, che aveva studiato diritto, dopo essersi legato a detta comunità ed avere sposato la f 1glia del suo fondaMre, era stato messo al bando della «società» e non potendo più esercitare la professi.Jne dell'avvocato, aveva appreso il mestiere del muratore. La figlia Kà"te sposò nel 1891 il doti. Kollwitz, ed i coniugi si stabilirono in uno dei quartieri più poveri di Benino, dove rimasero per oltre quattro decenni, fedeli alla missione alla quale si erano votati. Ritornata da un viaggio in Russia, dove si era recata su invito del governo di quel paese, le autorità naziste avevano citato la Kollwitz e le avevano fatto sapere che se non stava tranquilla, nè il sesso, nè l'età, nè la celebrità, avrebbero potuto sottrarla al destino riservato agli avversari del regime. Poco prima che la sua casa in Berlino fosse stat;i sbombata, essa si era ritirata presso dei parenti in una cittadina, dove, a quanto lasciano intendere i pochi dettagli che hanno accompagnato I.i notizia della sua morte, essa avrebbe sofferto, durante gli ultimi tempi, la fame. La questione sociale, nel significato più ampio della parola, la lotta contro la prepotenza, l'ingiustizia contro le conseguenze della miseria, ecco il tema di tutta l'opera artistica di Kà"the Kollwitz. Ricordiamo « Germinai» ispirato dal romanzo di E. Zola, il ciclo dei « Tessi tori» (1897), ispirato dal dramma omonimo di G. Hauptmann (ad esso appartiene l'acquaforte riprodotto su questo numero del giornale), « La Carmagnole » (danza intorno alla ghigliottina) del 1901, una delle sue opere migliori ispirata dal romanzo di Dickens « Una storia di due città »; del 1908 è il suo capolavoro del periodo anteriore alla guerra mondiale: « La guerra dei contadini», ciclo grandioso per la profon- ,Jità dell'ispirazione artistica e le forme monumentali con la quale essa si espresse. Segue una lunga pausa: la guerra, nella quale essa perdette il figlio secondogenito, caduto nel Belgio. Del 1924-23 è il grande ciclo di xilografie « La guerra». Oltre a ciò la Kollwitz ha creato numerosi disegni, cartelloni, xilografie, e anche delle plastiche. La Kollwitz non è stata l'unica e neppure la pri• ma artista che abbia trattato il problema sociale, essa lo affrontò però in una maniera sua propria che la distingue e la eleva al di sopra di tutti. L'originalità e la superiorità dell'arte della Kollwitz ha la sua radice nel modo in cui essa, che visse tutta la sua vita coi poveri, vide e poi rappresentò la povertà. I diseredati, i falliti, i calpestati non sono per lei solo un «soggetto» interessante, ed essa si guarda bene dall'eroizzarli, anche là dove rappresenta la loro insurrezione. Essa vide sempre e in tutti gli esseri l'uomo che ha diritto non alla pietà, ma al rispetto; ed essa sapeva anche quanto grande può diventare l'uomo nella miseria. Questo carattere positivo della sua arte, la sua semplicità, l'assenza di ogni teatralità, di ogni falsità, {anno sì che le opere di Kafhe K oll1vifz ( e questo ci sembra il riconoscimento migliore per un'artista moderna) vengono sentite e comprese da tuffi. RIFLETTORE Pilip/10 l)ur;io, rlirt'l/r,rr r[('l/a ::'\uoYa stampa di Tor•ino, clo710 a1•rr r{{ir 1cMnr11/(' drscrilto lo staio di ,orina in r11; si 1; ridntlo il pa<'s<' scrive.- 'è da fremere a pcn,an' chi! co,.,a la follì:L r la crim:na.lità cli un uomo abbiano fatto perdere, forse per scmp;·c. a un'intcr,t nazione: bastava che Giolitti o :\itli foo;;.<.croriusciti a domare ~tussolini, e noi saremo oggi, accanto alla Francia, e su un piccle a, clir poco, di perfetta. 1nri là con C!:'.",a.i1 ,·rro ccn t ro motore d: quel che rimane d'Europa. Co.1ì ritorna nella 71rosri rfi 1Jt1r:io, con acC<'nlo di rimpianto, l'illusione che la bor(lhesia scr:icente liberale po/css<' rit1scir<' a tLliii::.za. rP il {asci,smo. Jla no, c11rc1 sianor<': P<'r salva. re l"llalia sarebbe bastala 1111acosrz solri: che lttlli i J1ur:.io <Lella P<'nisr /11. in t·ecc di bordeggio, e sapiente men le, ru·r.1uro preso posi;ione aperta contro la 'l.'ergogna fasrisla. J!eno furberie e accomodamenti inutili e iin po' più di caratt<'re. Altro che Giolilti r .\'illi <' Emant1ele Filiberto,

Bi VOOI D1 ITALIA Il ronvrgoo drgli ,,Amici della Critica Sotiale ,,. Domenica 11 novembre, a Milano, nei locali della .Società Umanitaria, si è tenuto un affollato e animato convegno, di « Amici dei/a Critica .Soci.aie». Oltre duecento gli intervenuti, fra cui, oltre a una numerosa rappresentanza di Milano città e di tutti i principali centri de1ta provmc1a, erano presenti delegati dt molti Gruppi delle 1:'rovmc1e d1 l:'av1a, Verese, Como, Bergamo, Novara, Vercel/1, 1 orino, Cremona, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Alessandria, La Spezia, Firenze, e Roma. Molte anche le adesioni da città e provincie di cui i delegati non hanno potuto intervenire. A conclusione di un'animata e cordiale discussione è stata votata all'unanimità la seguente mozione: porto alla preparazione delle donne alle prossime elezioni; ritiene inoltre che il P.S.I., pur facendo accordi con altri partiti di schietta democrazia, sulla base non di formule vaghe, ma di comuni finalità concrete, e pur procedendo nella massima possibile concordia col partito comunista con cui ha più larga comunanza di fini sul terreno economico-sociale, debba, rinunziando ad ogni idea di fusione, assolutamente mantenere la sua autonomia, mercè la quale potrà farsi centro e perno di tutte le forze interessate e risolute al trionfo di una democrazia integrale, che non può essere se. non democrazia socialista; che il Partito, mentre si adoperi a rimettere in efficienza un sano moto cooperativo, dia intensa opera allo sviluppo e alla valorizzazione dèl movimento sindacale, cercando di stimolarne l'azione oltrechè al conseguimento di miglioramenti immediati; anche a più ampie finalità di redenzione del lavoro da ogni servitù e di pieno rispetto della sua digni- • là; tutto ciò peraltro senza compromettere l'unità sindacale della classe lavoratrice nella Confederazion~ generale del lavoro, la cui autonomia da ogni partito deve essere prontamente instaur~ta e rigi- -damente rispettata. . . Infine il Convegno, preso atto dell'impegno del Comitato Centrale di convocare al più presto il Congresso Nazionale del Partito, chiede che 'questo si aduni non oltre la metà di febbraio e sia fissato al più presto l'ordine del giorno e dato modo alle sezioni di esaminare e discutere tempesti~ vamente le questioni che il Congresso dovrà trattare. Sul prossimo numero pubblicherem·o una relazione dettagliata sul Conv.egno degli « Amici di Critica Sociale ». « Il Convegno degli Amici di Critica Sociale>), convocato a Milano l' 11 Novembre per cercare il miglior modo di contribuire a rendere più efficiente l'azione del P .S.I. U.P. diretta a super are la crisi che grava sull'Italia e sul mondo, e a prepararne la soluzione più vantaggiosa agli interessi della clas- · se lavoratrice e di tutta la popolazione; LA LOTTA PER LA COSTITUENTE dichiara necessario che il P.Sl., d'accordo coi. partiti socialisti degli altri paesi, attivamente si adoperi affincfiè alla recente ricostituzione dell'Internazionale· Sindacale dei Lavoratori, segua presto la ricostituzione, sul terreno politico, dell'Internazionale dei Partiti Socialisti che abbiano basi e finalità democratiche e sian liberi da ogni asservimento a qualsiasi governo del proprio o di altro paese; che detta lnternazionaliJ stimoli e coordini l'azione dei singoli partiti socialisti per elevare la politica dei Governi ad una visione sempre più largamente solidale degli interessi dei vari popoli avviando i rapporti fra gli stati verso la creazione di un vincolo federale; che in pari tempo il P.S.l. lotti e solleciti la se, lidarietà degli altri partiti socialisti per ottenere che all'Italia siano fissate le condizioni di pace (anch, per quanto riguarda le questioni territoriali), quali merita il popolo italiano per il suo generoso ed et f1cace contributo di sangue e di sacrifici alla causa comune della libertà; che allo spirito di giustizia e al desiderio di una pace stabile e sicura, siano ispirati i futuri trattati di pace nei riguardi di tutti i popoli. Nel campo della politica interna: il Convegno afferma la necessità di continuare con .fermezza la lotta per la convocazione della Costituente, resistendo ad ogni tentativo di limitarm. i poteri e di falsarne lo spirito e i compiti e respingendo ogni forma di referendum o di plebiscito, come incapace ad esprimere genuinamente la volonJ tà del paese; ritiene necessario che, per meglio indirizzare la azione del partito e per illuminare la coscienza del Paese, si studino e formulino in termini concreti le basi della futura Costituente e le soluzioni che essa dovrà dare ai problemi essenziali dell'ordinamento politico in termini concreti le basi della futura costituzione e le soluzioni che essa dovrà dare ai problemi essenziali dell'ordinamento politico l! sociale dlla Nazione (repubblica, riforma agraria, industriale, bancaria, scolastica, ecc.; che si vengano contemporaneamente studiando in forma organica, anche i problemi contingenti della vita naz{onale (ricostruzione in generale, epurazione, alloggi, approvvigionamenti, assistenza e comunicazioni, moneta e finanzà, ecc.) la cui soluzione è urgente, oltrechè per alleviare il disagio dei ceti più sacrificati, anche per combattere l'imperversante egoismò e malcostume, retaggio del fascismo, e i motivi di quel malcontento su cui cercano di fare leva i rl!sidui fascisti e le forze reazionarie per riprendere il governo della nazione; che si debbano, per la soluzione di tutti gli accennati problemi, formulare proposte precise (come opportunamente si è cominciato a fare nelle recen· ti sedute del Comitato Centrale del Partito), come base per un'azione di propaganda e di propulsione in tutto il paese e per eventuali accordi con altri partiti; a rendere più proficua l'azione del Partito per tutti questi compiti, il convegno, preso atto con piacere che le discussioni e deliberazioni della recente adunanza del Comitato Centrale dimostrano chiaramente come ai dirigenti del Partito si sia imposta la necessità di meglio adattare l'azione del Partito stesso alle condizioni ed esigenze dell'ora attuale, chiede: che (superato il periodo in cui poté essere inevi· tabile un'arbitraria iniziativa di singole persone) si instauri e si mantenga fermo nel Partito un indirizzi sinceramente democratico, chiamando le assemblee a deliberare e a segnare le direttive ai comitati e ai funzionari, il cui compito sia puramente ese· cutivo; si cerchi di mantenere salda l'unità del Partito, .. evitando di irrigidirsi su indirizzi esclusivi e accogliendo la collaborazione delle minoranze, le quali devono essere lasciate libere di propugnare anche pubblicamente le loro idee (pur rispettando nell'azione la disciplina del Partito) e sian chiamate a partecipare ai comitati e commissioni e a tutte le forme di attività, a cominciare dall'opera di pr~- paganda e di collaborazione ai giornali del Partito, e augura che a tali criteri si ispiri lo sta!uto definitivo del Partito, i cui progetti chiede sian presto sottoposti ali' esame delle sezioni; eh~ sia intensificata e meglio ordinata l'azione fra i giovani per addestrarli e prepar~rli all'~ttività c~e dovranno un giorno dare al Partito, e sia p~re_ intensificata la propaganda fra le donne e rmvzgorita l'azione dei Gruppi femminili, anche in rapQUANDO IL POPOLO SI DESTA ••• Non avessero sortito altri risultati, i grandi comizt di popolo, reclamanti la Costituente, che si sono tenuti domenica 14 ottobre in ogni citti.t, grande e piccola, ed in numerosissimi borghi <l'Ttnlia., avrebbero, quanto meno, dimostr<!,to tre cose: che il popolo italiano è maturo per la libertà, cioè, nell'ordine :politico, per la democrazia;· che le masse sono sempre sensibili al richiamo del nostro, e degli altri f>artiti di estrema sinistra; che la stragrande maggioranza del paese mole, a traverso la Costituente, un deciso ·cambiamento di forma di governo. Io intervenni al eomizio che si svolse in Piazza Santa Croce, a Firenze. E, nel contemplare con profondo compiacimento di cittadino - ,prima ancora che di uomo di parte, consenziente con l'anima di quella folla - la piazza gremita sotto la gradinata, in cima alla quale le bandiere rosse e tricolori l'acevan siepe davanti atl tempio sacro delle glorie d'Italia, facevo tra me un paragone fra lo spettacolo che mi staiva sotto ,gli oc· chi ed: un'altra semplice, ma solenne riunione di popolo, ·alla qualt:, qualche mese fa, avevo avuto la fortuna di assistere, nella civilissima Svi-z:zera. In un'altra piazza, press'a poco qella. -stessa grandezza, ma meno storicamente insigne_ di S. C1oce, a Glarona, ero stato spettatore d_ena. l,andsgemeinde, ammirando la serietà, degna delle lunghe tradizioni elvetiche di libertà e di ,tUlogoverno, con cui gli elettori avev.ano eserci~ tato il diritto di discutere gli affari del Cantone. Non posso speraxe che ill mio paese, nemmeno in un domani, qua.le io lo auspico, d'una C()Stitu{!one federale ,fondata su ampie autonomie rel?'ionali, adotti un sistema di democrazia come dioesi, diretta, perchè so ohe questa non può utilmente sper~mentarsi se non in particolari · condizioni ambienali, troppo differenti ,dalle nostre. Ma io mi domandavo, in Piazza Santa Croce. se davanti a quella massa di popolo che sapeva mantenere spontaneamente un ordine ,perfetto, non si sarebbero dovuti ricredere anche certi amici svizzeri i quali, I?OCO tempo fa, mi chiedevano, dubbiosi, se il popoilo italiano fosse già vera· me~te maturo per la repubblica e per la libertà.' Le imponenti riunioni tenutesi il 14 ottobre in queste bell~ piazze italiane, dove i ricordi del lontano passato costitu!,5Cono un auspicio per un avvenire che, dopo la tr0ippo lunga parentesi, .di quel passato sia degno, sii'fatte riunioni. dico, in cui si accomunavano operai ed impiegati, anziani e fanciwlli, uomini e donne, che avevano rinunziaAo aUe passeggiate festive a cui invitava il dolce sole autunnale, a,gli svaghi del cinematografo, <lel,le osterie, det caffè, delle danze, quasi a sfatare la diffusa leggenda d'un popolo, malgrado le miserie e le preocc.u,pazioni dell'ora, ancora eccessivamente goderoocio, devono aver dimostrato anche ai' ,più maligni, ai più scettici, ai più increduli, che queste folle, che nelila loro tot<1lità sommarono a m:illioni di convenuti, non sono nè plebi ineducate nè greggi tenuti insieme dal bastone di torvi pastori e dai latrati di ,prez• zolati mastini, ma formano un popolo oonsaipe· Yole del proprio destino. Un popolo, che risponde spontaneo al richi&II1.odi questi nostri partiti di estrema sinistra, i quali hanno sempre avutQ i1 compito e l'aspirazion~ d.'interpretare i bisogni e <l'incanalare ile legittime ,pretese dei lavoratori. E sia il benvenuto, accanto ai ipartiti social:sta E.' comunista, ed insieme coi vecchi amici repubblicani, ai quali fin dall'altro dopoguerra proprio io rivolsi un appello per una concorde opera po litica, quel ipartito d'azione,)! quaile ha dato .anch'esso martiri ed eroi alla riscossa ed alla li!>e· razione, quel partito che, trovando i proprii adepti s.peciulmente in quei ceti di lavoratori intellettuali, di professioni, d'impiegati,. i ,quali sop.~ fra le più' provate vittime delle angustie dell'Ol'a, ba voluto dimostrare, aderendo ai nostri comizi, che una è la causa di quanti traggono il loro sostentamento dalla loro attività, che una è, dev'essere, sarà la sincera democrazì,a. del •lavoro. Certo è che nella lotta istituzionale il Partito d' Aziqne è cordialmente vicino ai repubblicani• ed a noi. come disse a Firenze, con toscana arguzia, uno degli uomini maggiori e JI1igliori del Partito d'Azione !Piero Calamandrei, il luogotenente del re, aippo~endo la su.a firm~ alla l~gge che convocherà gli elettori per la Costituente, rHascerà ·1a quietanza ùel proprio li-cenziamento. Costituente, infatti, - ne abbiamo sicura fiducia, _:_ vorrà CO dire repubblica. Repubblica che, espressione d~lla grande maggioranza del popolo, e salvaguardata dalla vigile opera ed operosità dell'intero ,popolo, sar:à democratica, senza bisogno di ricorrere e s<:nza pericolo di degenerare in dittature di nessuna ~pecie e <li nessun colofe. Repubb.i.ica che avrà _ad essere federale, •perchè il federalismo.· non antitesi ma gaxanzia d'un.a più snodata e &incera uniti.i, è, a travers_o le autonomie regfon.ali e l'educazione del popolo all'autogoverno, la tutela più schietta .deHe su.e libertà. Molti oratori dei comizi del 14 ottobre h,rnuo · messo in guardia gli ascoltatori contro i conati reazionari che tenderebbero a frustare la vohn1.à della magg_ioranza, chè certamente repubbljrana. E 'Pi~ recentemente s'è letto in parecchi giornali 'la notizia, forse falsa o tendenziosa, che il luogotenente del re non firmerebbe la legge per ia convocazione della Costit.'uente, La firmi o non la (irrni, certò è che il ·,popolo ita'.li~no la vuole: ed il popolo l'avrà. Chi non ricorda qiei' versi, scritti da Goffre-: do Mameli su lo scorcio del 1847, che parvero il mazziniano squiillo deHe imminenti insurrezioni? 0tntava il giovane PQeta lig.ure: Quando il popolo si de,ta . Dio combatte alla sua testa, . la sua fòlgore gli.. 'c!à.. · L.11sua fòlgore: è una meta.fora? è .un'1perbole? Ma sì, a mailgrado della retorica, anche Ja fòli?;o:. re! Che se c_hi d1 ragione... intenderà ragione, · è possibile, è iproba·bilc, è magari aug;urabile ·- per, la pace tanto ne()C$saria alla :ricostruzione del paese - che il popofo, nel suo grande e sempli_c:è e generoso cuore, senta, pe_r chi se ne andasse· senza nemmeno tentaT di su.s~itare antinazionali reazioni. non cèrto della gratitudine, ma (me lo ]~scino dfre quegli aD?-ici più... giacobini cli' me, ~be milita.no in quasi tuttii i partiti), un po' d'indulgenza. Se no - potremo ,proprio dire con un motto. che fu caro al Mazzini - se.no, ne. . Alessandro Levi. Lav•raterl. Ualla■I IÌI fra■~la ROMA, novembre - Il Lar:>0ro pubbhca una interessante corrispondenza da' Parigi nella quale è detto che « è attesa a· Parigi, una delegazione italiana incaricata di negoziale un aàlordo simile a quello che fu concluso dopo la ,guerra 1914-1918. Quèsta delegazione tratterà delle condizioni per la venuta in Francia ·di 600-700 mila lavoratori italiana incaricata di neroziare un accordo simile Una prima presa di contatto avrebbe già avuto' luogo tra ~l ministro del lavoro francese e l'ambasciatore d'Italia. Le federazioni di mestieri interessate non si oppongono a questa immissione di mano d'opera, ma chiedono delle garanzie ,perchè questa mano d'opera non serva a rinviliTe ' salari; la Federazione dei minatori, ad esempio, pone come condi- . ziòne <si1nequa non,. una soluzi.one soddisfacente allt; condizioni dei minatori, i quali non godono ancora tutti i vantaggi accordati agli operai delle altre industrie. Gli ambienti s~ndacalisti francesj pongono come condizione essenziale che i nuovi immigrati godano .dello stesso trattamento riservato ai lavoratori francesi. ' L'organismo unitario dei democratic.ii italiaini in Francia, <L'Italia Libera ~. che ha discusso il ,problema nel suo congre!ìSOdel settembre scorso, sta interessando tutte le sue 5ezioni periferiche .perchè < risolto il problema di fondo > i nostri connazionali costretti ad emigrare trovino nei,· vecchi emi,grati l'accoglienza · e l'atmosfera che renda loro meno dura la lontananza della patria. U■ p■ss• •• Sar11atptr l'tspalsl,■e·· •~111 Italia■~ dalla Ta■l~la ROMA, novembre. - n · ministro degli ester~· De Gaeperi, appena informato dell'espulBiòne di 1096 capifamiglia dalla Tuniaia, ha· datò disposiizioni al nostro ambasciatore a Parigi, Saragat, di prendere contatto èon il. governo . francese . p'er segnalargli le_ ripercussioni poco favorevoli che la decisione pre.sa dalle autorL tà della Tunisia ha suscitato in Italia. CRONACHE DELL'EMIGRAZIONE TALIANA BIBNII.B ·p•lt■lca Questa volta saremo brevi, e prima di tutto vogliamo indica re che al nostro invito di rispondere seriamente all'accusa dl non aver convocato l'assemblea ,er nominare il delegato al Convegno di Lugano, !l corri~ondente del « Lavoratore>, da ,Bienne non ba mRl dato una risposta, mentre il segretario -della Colonia Libera signor Grisoni, ln un:t cortese lettera di chlarifi,caz!-000 ha scritto lett~ ralmente quanto segue: « In rlguardb alla nomina del delegato per il Congresso Federale delle C.L.I. a Lugano. indico che uon sono stati i « tre grandi> che hanno preso la de<tlsione,essendo la scelta stata fatta dal C9mitato Hl completò, :1 quale· Comitato è composto di 7 membri ). Precisiamo. una volta per sempi·e che i delegali ai congressi e ai convegni debbono essere nominati dall'assemblea generale e non dal comitato. Questo è un criterio fondamentale per ogni organizzaz:one democratica. Qui la nostra accusa di autoritarismo è pienamente- giustificata. Per q'uanto riguarda i compagni Merazzi e D'A· gostin.i riconfermiamo loro pubblicamente la nostr.:i. stima e la completa fiduc:a del Partito Socialista e della Redazione -dell'«Avvenire dei Lavoratori>, respingendo nel contempo energicamente gli insulti con i quali il corrispondente del «Lavoratore> h:.t cercato di colp:rli. ID -a,~ndoCìi detto -con·ispondente rim·iato al giudizio ,dell'amico. prof. Schiavetti, appl'Ofittando di un viaggio fatto u1tlmameote a 'M:lano abbiamo ~- guito il suo cous1glio e SchiaTetti ci h~ confermato la SWl stima e la sua fiducia verso il C0IIl!Pagno Merazzi, con i terill!nl più lusinghieri, autorizzandoci a renderli di pubblica ragone. A■BO■ Assembleadtlia St1l•■e Setlallsfa . I ~mpagni della Sezione Sccialista, sono cordialmente invitati all'assemblea che si terrà domen.lca P.ross:ma 18 corrente alle or; 14 precise nella sala del Ristorante Eiche in A.rbon. Fra altro all_'oi•dinedel giorno, figura la relazione del Congresi;ò d~lle Còlonle Italia Libera, che ebbe luogo a Lugano il 21 ottobre u. s. Data ct'importanza delle trattan<le, si conta sulla parteclpazione d! tutti i compagni con la mas.1ima puntuall b't. C~IA.S ■ O · Vita •et PartH• La Sezione di Chiias.w, nella sua seduta del 18 ottobre seorso, dopo un attento esame della sit.uaiìion~ Potitica del n01Stro partito in Italia, e della posizione di fronte ad esso della nostra f ederazione in Svizzera, ha votato all'unanimità il seguente ordine del giorno: I 'socialisti italia.nl della Sezione di Chiasso ricord,and.o. ai lo-ro rom.pagni in Svizzera l'ordin~ del. ~omo votato nella loi:o seduta del 9.8.45, pubbli~to nell' <Avanti!,. del 19.8.45 e « Lihera ~ta!Il'pa, del 18.8.45, ~ qui di seguito riprodotto, mvttano tutte fo Sezioni in Svizzera a prendere posizione circa l'indirizzo politico da infondere al nostro ipartto, e chiedono al Comitato federale di indire al ,più presto ,un congresso nel (JU:alPs. i possa sentire la liber~ volontà di tutti gli iscritti, e dar corso ad. essa. anche con un eventuale rinnovamento dehle cariche direttive della nostra federazione. Il Congresso dovrebbe occuparsi moltre della nomin~ del nostro rappresentante in seno al Comitato Centrale del Partito. La Sezione di Chiasso Ordine· del giorno della Sezione di Chiasso vot.a to il ·9 agosto u.s.: « La Sezione di Chiasso del P.S.1.U.P. dop0 aver esaminata l'attuale situazione politica italiana, e particolarmente la posizione che in essa occupano i dùe partiti proletari, ha discusso int?rno aL layori svoltisi nel !Congresso del partito tenutosi recentemente a Roma, e particolarmente su quanto riguarda i raipporti attuali e fu. turi del P.C. :poµo· una lihèra e serena esposizione del proprio punto di vista di ciascuno dei 1Presenti, l'assemblea si dichiara d'accordo con la mozion Pertini 'Qer una in.tensi.fi,cata ,unità <l'azione del nostro Partito col P.C., in vista di raggiungere, attraverso il manifestarsi di una spontanea e coscien,te volontà del proletariato itaJ.iano, la creazione di un partito unico della classe operaia. La Sezione di Chiasso deplora però che la Fe• derazione in Svizzera non era rappresentata al Conv~no, richiamando il'attenzione che essa non è l'oi:ganizzazione. di lingua italiana del Partito sociaJista sviìzero; bensì una Federazione del P.S.I.U.P., e pertanto. chiede che anche essa ve11.- ga raippresentata in seno al Comitato Centrale formato a ,Roma, con ra,ppresentanti delle varie regioni d'Italia, ed affiancato nel suo lavoro alla Direzione: del· partito. ·•·.' L'ao.mo flll&loaqoe Su L'Italia Nuova, organo del Partito Dernocratco italiano ,è apparso un comunicato del Partito Indipendente Democratico in cui quest'ultimo con{érma « di essere uscito dalla Concentrazione IDemoliberale fondata e presi~ duta da Albeito Bergamini in seguito alle sue definittve d.imi.ssioni e al radicale, insanabile contrasto ~i idee che le avevano determinate». Si ·lefge anch~. sempre nello stesso giornale, che a Napoli» il Partito Patriottico Italiano e l'Unione Patrioti Napoletani, considerata la aderenza· dei l_oro programmi politicJ, e sociali, hanno stabilito la fusione delle due organizzazioni in una, che assume la denominazione di Partìtb Demopatriottico Italiano )>. ' Dunque: Partito Democratico Italiano, Concentrazìone Demo-liberale, Parti'to Patriottico Italiano, Unione Patrioti: Napoletani, Partito Demopatriottico I tali.ano e chi più ne ha più ne metta. Tutte livree e uniformi apparienenti aL la guardaroba del qualunquismo. ..

,, B CRONACHE DELL'EMIGRAZIONE ITALIANA. fascista furon~ molti glii italiani che rimasero fedeli al vuro spirito del Risorgimento. Grazie anche alla eroica azione della Colonia Italiana Libera noi possiamo Of?gi rivendicare la contiinuità di ideali fra il Risorgimento e la nuova Italia democratica di cui è certo strenuo e nobile campione Ferruccio Parri. ZIJBIGO Conferenza IJanewaselnl sull' ltalla .\fa. fare un11.contabilità, esporre oggi delle cifre. C\'identemente è ozlo,;o. Le cifre non contano. !11 politica contunto soprattutto gli lmponderabil: e nell'aria tutti l'a,·evano ~ntito, lu im!)atlll e la fiducia era per il Partito 8ociuli tu. ~Iarte<lì G ottobre, otto gE auspic:ii della «C'orùa Frate :> di Zurigo, alla C'usa d'Italia, il compagn•1 Canernscini ha parlato . u la: « Situazione p'•l!ti<·.i ,·engono i truiti al olo scopo di creare unu ntlida difesa alla monarchia. Le possibil:tà della ricostruzione democnttica . ono tante; si la ,·ora con fede indubbia e C'0n volontà uelle i ·tituzioni prodnc!,tli e comunali, e QUP· sto lèwo1·0 è effettuato da gente di"po·ta a tutti i sacri(ici. Ci ·urà qualche errore, ma l'esperienza ,·erri\ e premierù que~li uomini che l11tnno per 2,i anni re :stito al fasci mo. Dopo aYere io...-iato a nome di tutti un aiuto memore ed affeltuo o all'illu tre capo di questa Colonia Agg. Egidio Reale, che fu empre infaticabile e profondo a ert0rc di quegli ideali, il Console Generale termina il uo di cor o con quein Italia:>. Il conferenziere, ottimamente pre,,entato ù11ll':1c1:. co Vollì del Partito d'Azione, hu voluto conferin' il carattere di relazione alle numerose impre,s:oni ritenute durante il . uo recente ,·ia~~io in Itnli:t. L'Italia, si trova attualmente nelhl situazione pa· n1dossale di e sere p1·aticamente allNtta II chi tPOr:cumente donebbe essere il nemico. La n<,11 a,·,·<'- nuta conclusione della pace e le condizioni d',trmilizio tenute egrete, hanno contribuito a J.ietlarP il p11ese nella confusione e nell'incertezza. L,1 rirn· luzione che era in corso e che tante speranze 11\·e,·a o!len1to è stntu interrotta dall'arrirn de: co--\ detti all~ati. E' stata l'imposizione alleata che hu costretto il C.L.N. al compromes o con il governo. Qhe non e1ia, che ndn è e che non è stato mai L._1 espressione della volontà popolare. L'attuale go- ,·erno è quindi la ri ultante di questo comprnmesso. Qui l'oratore s: domanda: co 'è ii Go,·erno Parri? 1'J ri ponde che il governo Pa rri .) un go,·erno di cO!.liizione composto dai G partiti del C. ùi L. "N. C'è ancora il Partito Repubblicano che non parte<:i· pa alla coalizione governat!va, per mantenere fedt' ai uoi prlncipii elle lo (Portano naturalmente ali:1 opposizione dichiarata alla monarchia. F,• la posiz.ione politica. del Partito Re~lubbl:cano. In ste;:,;i1 che a,·evano a sunto i partiti del C'. di L. :--. prima dell'arriyo di Togliatti 11Roma. E' noto il colpo cli testa di TogliuW elle costrinse i partiti al compromesso, facendo intendere che la conseguenza imme<liata della non accettazione della sua politica anebbe significato il dissolvimento del C. di L. X. Nel governo tutti i pal'titi sono rappresentati con purità di dil'itti, ed è pacifico elle i grandi partiti di massa sono svantaggiati dallu situazione. Le de· c:sioni del goV"erno sono valide soltanto quando lu unanimità !PUÒ essere raggiunta. Di pi·~ ogni decisione goveroatirn è subordinata al beneplacito delle autorità alleate. Il governo è quindi soltanto un·ombrn di governo. E questo è uno dei mot:vi più im portanti per i quali il problema dell'e~>Urazione non è stato t'iSoito. Il governo Parri ha del resto uno scopo molto limitato ehe si riduce in ultima analis: a llu preparazione della «Costituente». con la quale si uscirà dall'equivoco dando allo stato una uuo,·.1 struttura. :\lonarchia o repubblica? Socializzaz:one o economia pl'ivata? C'è chi si augura una soluzone e chi Si augura l'altra. Industriali che non prendono nessuna iniziat:va perchè non hanno fi(jucia nell'an('- oire; agitazione fra le masse operaie che non sono più disposte a dare tutto per rimanere con un pugno di mosche in mano. I ,,.randi prob1emi sono posti sul tappeto: riformJ agra0 ria, riorganizzazione dei poteri ei vii! e giudlzari. Riorganizzazione delle province e de: comuni. L'accettazione del ~tere a queste condizioni non è stato forse un errore? Secondo Canen1sc:ni non è stato un errore. E' molto importante essere al potere quando sl decidono le elezioni. ~ elezioni erano previste per la fine del 1945, e avrebbero dato il governo che la volontà popolare avrebbe desiderato. :\la le forze reazionarie, che sono tutt'altro che morte, hanno volato e in parte ci sono riuscitP. a ritardarle, appoggiandosi alle truppe di occupazione. E qui vengono logiche le seguenti considerazioni. Le promesse degli alleati banno illuso il popolo italiano. Gll alleati dicevano: Mussolin! non è il popolo italiano. Gli italiani Si liberino di :\Iussolini e noi dimostreremo 1a nostra amicizia ·e daremo Ja libertà, il benessere e l'indipendenza. La realtà è ·tata ben diversa. Gli alleati non hanno dato nulla. ll popolo italiano dai liiberatorl as::>etta unco1·a la L:bertà. Venti anni di fascismo, una guerra perduta, 01 una pace elle non viene, sono fattori che non serrnno certamente alla formazione della coseienza sociale del popolo. 11 popolo italiano è stato deluso anche dal C. di L. N. che non ba saputo dare quello che virtualmente era impossibile potesse essere dato. L'impreparazione alla vlta politica e la mancanza di senso crltlco sono evidenti. Apatia e scetticismo si risolvono nella formula dell'« Uomo Qualunque>: Si stava meglio quando si starn peggio. Non si riconosce il valore della moneta. :-;on esiste la possibilità di concludere dei trattati commerciali. (Esempio: Un industriale svizzero che si era recato lo Italia e aveva trattato un uffure per un certo quantltat!vo di merce, si è visto offrire, qualelle settimana dopo, da Londra, la stessu merce, con l'!ndlcazlone che l'affare lo Itulla non avrebbe 'Jotuto essere concluso). · CQoclusione: gli alleati sono in Italia, sopratutt,, per fare i loro propri affari. Ii fallimento della Conferenza di Londra ha !nf!uito negativamente sulle sorti dell'Italia, dn questo deriva li ritardo della formulazione dei trattutl di pace, che in un modo o nell'altro aHebbero permesso 111ripresa della vita nel paese. E fenomeni cur!osi del malcontento sono il <llscor- :;o Xitti 11Napoli, il Manifesto Oriundo Nitti e Cr'lce in nome del Liberalismo. Fenomeni destinati a esaur!rsi nel nulla se soltunto si pensa che la dottrina è forza e vulore soltanto qunudo è in grado di poter guidare 1'111ione. E proprio non pare che il partito liberale che non ha Ql)posto nessuna resi· stenza al fasclsmo e che auzi lo hu ap'.)oggiato, possa oggi dire o insegnare quulche cosa. Centinaia di migliaia di persone sono senza tetto. A Milano malgrado l'introduzione della coabitazione obbligata esistono più di 40.000 lndiv!dul senzu dimora. A Roma la sltuazlone è identica. E la speculazione crea maggiori d!fflcoltà, di quelle che surebbero in realtà, ae l'abuso grave non esistesse. Il malcontento è vivissimo e non iblsogna affatto meravigllarsi se sl riversa sul governo. Non bisogna credere però che in Italia la situuz:one sia plù grave che negli altri paesi. Slcuramen· te è uguale 11quellu di Francia, forse migliore di quella di tanti altri paesi d'Europa. Si dice che gli alleati non se ne vanno perchè dopo la loro partenza snrebbe irnmediatu la guerra civile. Non è vero. E non è vero nerumre la voce che \·lene d:ffusa ad arte che li po::>oio sia armato. In Italia soltanto la reazione è armuta. Perehè non ruol mo rire. I partiti democratici che hanno tutto il consenso del popolo non hanno bisogno di essere armati. Intanto è evidente che Il sabotaggio dell'azione governut! va vleoe effettuata dal Partito Liberale e dalla Democruzla del Lavoro che mirano a un:i crisi governativa. La burocruzla è quella di prima. Il personnle è Identico e 1 ministeri plù importanti sono dlrett' da reazionurl. Il Ministero della guerra è monar1 chico e azionurlo. I caraoin!eri sono reclu a · ~1 Iutnnto lu reazione si fa pale.w. ~lanifeslazioni mon:trc:hiche ,·engono liberamente or!{nnizzute. I cnSi di distruzioni e di as'alti a!le sedi dei panili di ·inisu·a ono purecclli. La parola d'ordine lanchtln da •rogliatli e da Xenni per hi fusione dei due pani ti proletari è 'tata un gnn·e errore l)Olitico, in quanto non ha compreso lo svilu,ppo della itu:17,ione inglese e Crnn- <:ese. Que to dal ,unto di ,·ista internazionale. La trn:tà della clas;-e opernia è e(f ttuata nella C'on.fedentzione Uenernle ùel Lavoro. L'unità politica della eia se è un'al tl'll co-a e 1>er intanto da e-,cluder. ·1 fo se ·oltanto perchè i democri,;tiani non fa· ranno mai pnrte di un grande partito ocialista. Evidentemente l'unitù d'azione an-ebbe donno b,1stare. enza contare le differenze iclcolo1riche (' tattiche che dlffereuz.iano i socialisti dai comunisti. Bastu guardare alla mentalità che è ben dh·ersa. La struttura del Partito Sociali ta è democratica. Quellu del Pnrtito Comunista è autor:tarin. Di più il Partito Sociali-ta ,·uole e tle,·e e::-serc un partito indipendente. li Partito Comuni ·ta è innice legato agli intcres ·i della politica sov:etica. l ~oc:ialisti sono 1>e1·una fe<lernziooe tli stati. Ques1,-,. dice l'oratore, sono delle semplici c:ousrntazioni; asiiìOlutamente uon ,·ogliono essere una critica. Il Partito Comunista non t' più quello del 1920, quando la democrazia era un pregiudizio bor~hesl:'. Oggi Il Partito Comunista ha cambi11to. Oggi è un :)artito democratico, che molto facilmente si accorda con ii comprome so. Se la parola d'ordine dellu fusione è stato un errore, lo è . tato ·opratutto per il l'a rtito Socialista che è ;:ta to cd è il Partito Yerso il quale guardavano e guardano h' masse. Oggi l'Europa è lurgamente orientata verso la democruziu. Era do,·e1-e dei socialisti ital:ani di com::>rnnde1·e l'alto significato del compito storico che si presentava al Partito. Una politica soc·iali ta chiara, senza possibilità di equi,·oci, particolarmente basata sull'unità d'azione con gli altri partiti della deruocrnzia avrebbe ine,·itabilmente fatto "nt· vitare intorno al Partito ocinlista i democratic'- cri•·tiani, i ·ocialisti del partito d'.\zione e gli ·t~<:-:1 comunisti. Bisogna riconoscere però che il Partito Socialista per la sua tessa natura eminentemento democratica è stato gra,·emente snrntaggiato in p11rte01.a di fronte al Partito Democri-tiano, il quale aveva giù da anni i uoi quadri pronti, inseriti nelle varie organizzaz:oni cattoliche; al Partito Comunistu che si era particolat·mente affermnto ne: periodo clandestino e che ~nza dubbio posseùern sollcliti\ di quadri e p('rfetta rliscjpl:nn di militanti. r.;· ancora pos·ibile che le classi, IP istituzioni responsabili del fa ci mo, della guel'ra e ciel clisnstro • rima11gano ancora ulle stc ·se posi?.ioni? . 'o; la Repubblica. la Libertà, il • oc::ali mo ono i se~ni sotto i quali il popolo laYoratore p·,uleciJperit, ~ giù partecipa, attiramentc, con sicuro senso di responsabilitù, al grn,•e compito della riC'ostn1ziont' e della ,·i ta nazionale. Il :>UbbEco numero o e corretto, ha se~uito eo11 1·ivo intere . e In esposizione seropli;;<' e <-hiara del nostro compagno e ba tributato alla fine un caloro- -o e prolungato applau o che rnleva ·opratl11tto :fr gnificare l'adesione alle condu-ioni politiC'he clw sono stnte indicate. Commissionelstcotlva Lunedì, convocata in seduta straordinaria, la Commi siine E ccutiva ha ri,·isto la posizione politica e mol'ale della Federazione. Preso atto della neces i,tà di co1wocare il Convegno della F'e<:lcrazione, necessità indicata anche dalle :ri· chieste che parecchie czioni hanno fatio perv·e. nire, ha dE-C1so la convocazione del Convegno. La C.E. invita tutte le sezioni. tutli i gruppi e tutli i Cf>mpagni isolati a prenderne buona nota. I La data, l'ordine del giorno e altri dettagli verranno comunicati per circolare. La C.E. Stzlt•oe Socf 11ista Domenica, nella ala ttperiore della Coopera• tirn, si è riunita la ezione ociaLista. Dopo av<'f trallati alcuni particolari d'ordine organizzativo e amministrativo, è stata di cussa la siluazionf' italiani e ha pecialmentc interessato la chiarificazione avvcn~ta in seno al Partito con l'ultima convocazione del Comitato O!ntral~ a Roma, la quale_ ha dato seguito all'accettazione a grande maggioranza della mozione Morandi. Pcrtini, Silone, per una maggiore democratizzazione del Partito. All'unanimità la ezione ha deci o di iuvitare la e.E. a YOler studiare la possibilità della conv~zione del ConYegno della Federazione. E' lato pure deci o di riunire ua ezionc una Yolta ancora nel con:o della prossimu settimana te commo e parole: < Ho la più grande fiducia in voi e YOi potete a,·er fiducia in me. Io credo nella libertà, voi aYete combattuto per la libertà. Consideratemi come ,·o lro amico. l cl giudicarmi dimenticatc,·i in un primo tempo della etichetta e qualitù di Con olc e quando anemo laYorato in ieme per il bene e per la resurrezione dcll·rtalia. en·cndo nell'opera ardente ed umile di tutti i giorni la causa dei no lri immortali ideali, non in a tratto ma in concreto, allora potete anche ricordan·i cne chi ha agito co ì accanto a YOi, intcrprelr dei ,·o tri sentimenti e delle vostre a pirazion1, e il Yostro tcs o Console Generale, che non a nà perciò demerita lo della vo tra fi_ ducia." .!UlvUà colforali 1umerosi compagni banno assi tito sabato. 27 ottobre, .alla ripresa dell'attività culturale del- !' Associazione Dante Alighieri, con ,un'interessante conferenza del dott. Platzhoff-Lejeune su Giovanni Andrea cartazzini, celebre commentatore di Dante. Il conferenziere ha fatto una dettagliata biografia dello Scartazzini. pastore, originario del Cantone dei Grigioni e che visse quasi du eremita, presso la sua parr<><:chia, in uno sperduto villag~io di montagna. Pur senza aYere avuto la po sibilità di frcquentare le biblioteche e di recarsi sovente in Italia, i suoi studi su Dante e il suo commento alla Divina Commedia. costituiscono. ancor oggi, un preziosissimo contributo alla divulgazione e comprensione del nostro massimo poeta. Domenica, 2 ottobre, ha avuto luogo l'assemblea del Circolo Operaio « La Seminatrice». Dopo avere ammesso nuovi soci. i nostri compagni hanno deciso di organizzare il 10 novembre una serata familiare con tombola e trattenimenti vari, allo scopo di alimentare il fondo sociale. La MANIFEST~ZIONE DELLA ,,COLONIA LIBERA" 1 assemblea ba udito una bre...-e relazione stù lavori ,·olti dal congresso delle Colonie Italiane Libere e sugli ordini del giorno votati. E'. stato. in seguito, esaminato il problema di trasferire la sede sociale in un locale che risponda meglio alle esigenze del Circolo ed a quelle di tutte le associazioni italiane. Sarà perciò creata una Società Cooperativa, affinchè i soci abbiano l'uguaglianza di diritti. quale che sia la loro parte di lavoro e di capitale. Il pro!!'etto verrà elahorato dal Gruppo di Azione Sindacale e Cooperativa e sottoposto poi al Consiglio della Colonia Libera per l'a !tu azione pratica. Domenica, 4 novembre ha a n1 lo I uogo una grande manifestazione per l'unità della Colonia Libera Ituliana. «Libera Stampa» ha pubblicalo un ampio resoconto di tutta In manifestazione. 1Per mancanza di spazio ci limitiamo a pubblicare un riassunto del discorso pronunciato dal Console Generale compagno dott. Rotini. Rispondendo al Presidente della 'Colonia Libera Prof. Chiostergi, sui problemi ria quest'ultimo cnn franca alta passione agitati, il compagno Rotini confessa di trovare in se tesso non poche difficoltà per stab~lire una continuità o un'armonia fra il mondo di sentimenti e di oricntumcnti che egli porta con sè, come messaggero di Roma, e la situazione ancora oscura che ha trorn to qui nonostante la fervidu e benemerita azione della Colonia Libera. E• vero, egli dice, che questa riunione è sorretta dagli spiriti di libertà. Qui non si Yedono divise guerriere .. aiuti fa cisti; nessuno è convenuto qu~ r:spondendo ad un minaccioso biglietto. Manifestazione, quc la, di uomini liberi, non sinistra mascherata di chiavi. Se è vero che la libertà si perfeziona e si affina mediante i) suo uso, bisognu ripetere spes o queste riunioni per potersi meglio conoscere e per poterci sen lire più profondamente solidali nel fen·ore delle opere e nel culto sempre più nobile ed alto della religione della libertà. Io riconosco francamen le che qui è d'uopo ancora discutere e lottare per affermare e far trionfare e diffondere nel cuore delle moltitudini l'insopprimibile esigenza della giu tizia, dal momento che tro,·iamo tuttora in atto una opaca, una sorda, una tena.cc resistenza Egli dichiara di aderire cnza riserve alle giuste r:chicste formulate da tempo dalla Colonia Li. bera. Anche se avesse avuto pressioni e i truzion.i iJl senso contrario (ma non ne ha arnie) egli non potrebbe agire differentemente, non potrebbe vr. lare il suo pensiero. IC'è una situazione che è simile a. un fiume rappreso, pietrificato. Una cri• stallizzazione che ha fermato la benefi<:a azione della Colonia ancora sulla lettera ~ Egli depreca l'e,·eo tuaJità che l'epurazione pos. sa r:sohersi anch'essa in una menzogna. Tutta la vita italiana fu a causa del fascismo una fondamentale menzogna. La ribellione non potè in un primo tempo esplicarsi che sulle alte cime del pen iero allorchè la chiera dei più nobili pensatori italiani\ uvversi al fascismo e che avevano raccolto l'eredità di Vico, di IIegel, di Marx. elaborarono un concetto della libertà che dovrà operare non soltanto in Italia ma in tutte le nazioni civili. Ne1 frattempo i giovani i rodevano il fegato aspettando la so pira la liberazione. < Quante volie abbiamo invocato non il giorno della ven_ della, ma quello della re urrezione, il giorno del Signore>. E quel giorno Yenne, con la ,,ittoria delle urmi dei popoli che eppero cri,·crc ulle loro bandiere il nome della libertà. Essi Yinsero non pe1chè avessero supremaz:a di beni materiali, che sono sempre qualcosa d'inerte, ma solo per il fatto di avere a sociato alle ragioni della loro esistenza la cau n dell'universale libertà. Fu perciò che essi vinsero nella lotta contro il pagano mostro nazista. E in nome della libertà noi dobbiamo oggi invocare' l'unione non sotlo forma di sterile compromesso ma partendo dalla premessa e dal ricono cimento della parte prcziosn avuta dagli Italiani Liberi nella comune lotta. Mentre il fase: mo si faceva tronfio e icur 0 degli applausia dei riconoscimenti, degli allctlnmen. ti di molti eminenti uomini di tato stranieri, siete stati voi, Ttaliani Liberi, che avete tenuto alla la baudiera della libertà e dell'onore nazionale E' soprattutto per merito Y0 lro lecito tabili~ oggi un puragone a ,·antaggio della Nazione italiana tra il fascismo e il nazi mo: ·ott() l'impeto del nazismo tu tli i tede chi i tra formarono in bestie cu in macchine, montre c;otto la pre ione CERCASI GERENTE per spaccio viveri, conoscitore perfetto nel ramo VINI • SALUJM:I e COLONIALI parlante tedesco ed Italiano. - Stipendio buono, assicurazione vecchiaia, entrata a convenienza. Offerte con referenze alla Società Cooperativa, Wlnterthur W 1JNTEBTBIJR I compagni della sezione socialista cerchino di non mancare ulla prossima assemblea che si terrà domenica 18 novembre, alle ore 14, nel ristorante Cooperativo. FINEDELL'ANTH.L(RlfAIJSMO Pietro Nenni, ne11a sua relazione al Comitato Centrule del Partito Socialista, parlundo dei rap porti con gll altri partiti, ha affermato: « Per no: si pone il problema dl andare incontro all'ala '.)iù arnnzata dei cattolici dicendo elle la libertà di cosc!enza è per noi sac1·osanta, che la repubblica che vogliamo sarà laica ma non anticlel'icale, che la libertà di ipen iero, della pal'olu, della propaganda hanno in noi dei difensori accaniti, che non aibbiamo lottato 25 anni contro la d!ttatura .fascista pensando a nuoYe dittatul'e, ma alla libertà>. Repubblica laica, non unticlerlcale. Perfettamente d'accordo. Il vecchio anticlericalismo è morto e sepolto. Il tempo degli assalti alle processioni, dei disordini ai funerali d'un Papa, è finito" per sempre. Xon che non vi fossero, dell'anticlericalismo vecchio stile, a parte gli eccessi nei fatti e In volgarità nelle parole, piegazioni plausibil! ed anche qualche giustificazione. 'l'ro:;>po uncor' vivi e brnciuntl erano i ricordi dell'attegg!amento della Chiesa, del potere temporale, del clericali. mo in genere uvyerso al Risorgimnto ed all'unità della patria. Le eccezioni degli Ugo Bassi, dei fra Pantaleo, dei padr! Gavazzi, dei don Verità, dl tuluni sacerdoti di Lombardia e di altre regioni italiane i quali seppero mostrare il loro coraggioso ,patriottismo furono, appunto, eccezioni ad una regola dl austrlacantismo, di devozione ai Borbon: di Napoli ,di Parma, ai til'annelli degli nitri stati in cui eru divina l'Itnlia. E i popolani di Roma, di Romagna, delle :\Iarche troppo a,·evru10 ancora negli occhi la ci,wa Yislone del malgo\'er-no pont!ficio. :\fa tutto questo appat·tiene ormui ad un pu: ato ùefinlU,·amente morto. I veri, i sincert democratici di tulle le tende07--e, e perciò ancbe di quella eristiana, hanno un magn!fico terreno comune sul quale lavo!'arc e lottare, se occorre e quato occorre, ,er il bene dell'Italia ricostruita materialmente e, ancor più, morahuente, per una graduale, non tumultuarla nè disordinata, ma incessante ascesa del popolo verso quelle mete di dignità civile, d: liberlà spirituale, di benes ere economico che il popolo, in omaggio ad un insowrimiblle pr!ncipio di giustizia ociale, ha il sacrosunto diritto di raggiungere. Niente anticler:calismo, dunque, ma, naturalmente, a patto che non siano i cattolici, a loro volta, a voler fai-e del clericalismo, a voler ri pettala per sè 1a libertà dl coscienza non amemttendola per o-Ji nlt1·1. Chè se questo avvenisse, fin!rebbero prop;io essi a risuscitare dalle sue ceneri il più attiYo, intransigente anticlericalismo.

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