L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 26 - 15 giugno 1945

Aa110 DXVI (nuowa ••ri•) N. 26: Zurigo 15 Giugno 19A5 QUINDICINALE SOCIALISTA REDAZIONE I AMMINISTRAZIONE Casella postale No. 213, Zurigo 6; • Conto postale No. VIII 26305: • Telefono: 23 70 87 • ABBONAMENTI: 24 numorl Fr. 6.-, 12 numeri Fr. 3 - UNA COPIA ctnt 30 VA FUORI D'ITALIA Queste parole, care ai combatlenli del Ri orgimento italiano, sono tornate a rivivere nella toria d'Italia, ad animare le opere delle brigate partigiane che si sono battute con I ro l"inYa ore tedesco a colpi di mitraglia con lo ste so slancio -::on cui gli avi, armati di vecchi fucili, si sono lanciati dalle barricale sulle truppe cli Radetzky. l"aimore per la libertà dell'uomo e per J"indipendenza nazionale è una scintilla che non muore, risplende tenace nelle oscure epoche cli decadc-nza, corre e ri orge cli ecolo in secolo, di gcneraziolle in generazione, di popolo :in popolo. assumendo nell'azione le più SYariate forme storiche: ma esprimendo emprc lo stesso impulso profondo cd eterno della co cicnza umana. Scacciato ora dall'Italia l'invasore, non . i e aurisce nel popolo la ragione prof on<la che lo aYc- \"éJ spinto a combatterlo. la lotta continua perchè nuo, i nemici insidiano dall'interno le libertà popolari. I Comitali di liberazione hanno ancora molto da li,bcrare. la monarchia, che col tradimento della Costituzione ·i è unita al fasci mo deferminando un ventennio di schiavitù e di anguc, è un nemico ancora Yivo e tenace. E' atlt:almentc un centro attivo di reclutamento politico di tutte quelle forze che prima erano sostegno del fascismo e che ora, dietro la maschera d'un iiberalismo opportunista. tentano cli oppor i sia ad una realizzazione solida e profonda delle libertà fondamentali, sia alle ri,·endicazioni economiche delle classi lavoratrici. Sottovalutare la funzione della monarchia, assumere ,·et-so di essa una posizione d'indifferentismo. considerarla un simbolo decorativo e mancare di tenacia nella propaganda contro di essa, significherebbe apportare un noternle contributo alla causa della reazione italiana. Ogui istituzione politica, oltre alla sua essenza. oltre ai suoi caratteri stabili, può assumere aspetti e funzioni speciali provenienti dalla determinata ora storica che si attraversa. Che cosa rappresenta la mcnarchfo nell'attuale momento :italiano? In generale, per le vecchie caste parassitarie. timorose delle rivendicazioni operaie, essa raPprescnta una specie di ultima speranza, l'ultima diga che 1~ acque straripanti non hanno ancora abbattuto. F a raccoglie le speranze di ca te eh<' il fasci mo ha dclu~o e rinno,·a la <lifc-=amussoliniana del ptivileg·io ·olio una nuova forma. , otto luci diverse e a appare un elemento di sal- \t·zza, di con erva1:ione e ancbe di rina cita a vari trati sociali opravvi ·suci al fa ci mo. Per gli quadristi sfuggiti all'arresto che ora errano trepidanti di città in ciU.à con nomi e documenti fai i, per i con oli de~tiluili. per i caHilicri e commendatori del pas·ato rc-gime. per gli accade-miei corrotti dalla dittatura. per i giornali ti dalla cosccnza vendut<1, la monarchia è l'elemento moderatore delrepurc1zione, è l"ultimo argine contro lo degno popolare. Per l'alto cl<'ro cattolico timoro o dell'ancnire e sa i.· un sostegno dei prh ilcgi della Chie a. Per i proprietari di terre la monarchia, con i suoi regi prefetti. i suoi commi sari ed i uoi carabinieri rappresenta la entinclla che monta la guardia ai confini del latifondo. Per i capitalisti del Nord e a è infine un elemento unificatore dei paI"titi di destra, è l'ultima forza po itiva per arginare la rina cenle forza dei indacati operai. La monarchia è '>Osi.cgno politico di numerosi interessi; essa coordina le forze umane atte alla dife a d'un sistema economico basato sullo sfrutU1mento e compie funzione reazionaria difenden. do la casta contro la cla se, il privilegio contro la gi11sti1.ia, l'Inquisizione contro la libertà. la loti.a contro il capitale monopoli fico e la proprietà fondiaria implica la lotla contro la monarchia come centro politico di dife a di lutto il vecchio si tema economico. Tale lotta è anche quella per la libertà nella , ila politica e culturale. Eliminare dalla vita italiana l'egemonia dei gTancli capitalisti e dei grandi proprietari di terre ignifica dare alle libertà politiche sicurezza e con istenza. )folla n uo,·a repubblica italiana occorre creare una realtà economica ta-le da rendere impossibile il sorgere di finanzia/ori di un nuovo fa!{cismo. Parallela alla creazione del nuoYo sistema t:co1,omico occorre la creazione d'una demQCra-zia politica che non permetta monopoli statali cli ;ruppi e che a icuri al cittadino l'esercizio della libertà fondamentali. la libertà non è p~1· noi una parola e.la comizio per anirnre al poter<': ma J"ideale profondo ed umano dC'l !>Ociali mo c-hc ,ogliamo tradurre in H altà nella tra~formazionc pur drammatica e tor. mentO. a dei vecchi rapporti economici. Per un sociali ·mo libero, per la creazione di 11110, i rapporti ociali che rendano la libertà del pensiero una realtà nella politica e nella cultura, gli i11telletn1ali italiani deYono combattere la -.t(', a battaglia dei loro compagni proletari. L'es1 tenza del capitale monopoljstico e della grande proprietà agraria ignifica la permanenza del fasci mo alti,·o o latente. nella fa e mu · solinian:i od in quella liberali tica: ,ignifica la poc ·ibilità permanente di ricreare un dogma pahioltico che coincida coi conti di ca ·a. dei nuovi tribunali speciali che condanneranno i liberi pens11tori in no·me d'una nuova teologia. I germi del fasci mo mus oliniano fecondaYano m-lrltalia di facta e cli Giolitti. Compito degli spiriti liberi è- quello di rico111> cere il fasci mo anc-hc nella fase liberale e di 111111 ignorarne le fon ti di , i la da dove un bel giorno può ri orgere Torquemada con una nuova tunica ed una nuova retorica for e: ma con la stesa irn e lo ste o cuore. La monarchia fuggila dalla finc~tra in camicia nera rientra ora dalla porta in casacca di liberale. Se la mancanza di pudore e resi tenz.a di solidi a11poggi uon hanno impedito quc-. to fatto; i fischi d<;gh operai romani e lo degno dei partigiani del ~ord hanno già ri,·elalo chiaramente che cosa ne pen i in proposiw il popolo italiano. Basta pensare ai dolori offerti in un Ycntennio per il trndimento monarchico delle libertà costituzionali per intuire quanto sia drammatico il p1,ob1ema per il popolo italiano. f protettori stranieri della dina tia sappiano che chi diede al fascismo il potere, al tribunale speciale il consenso, al nazismo l'alleanza delle armi non potrà più imboleggiare la Patria ne1la coscienza del popolo. l"idea vivente della Patria è rappre entata da auni dagli eroici gruppi illegali che contro i ~icari dell'Ovra 1rnnno combattuto per la libertà dell'uomo; dalle brigale partigiane del i\ord che hanno dato il loro sangue per J"indipendenza e che domani chiamale a decidere sulla monarchia riprenderanno le parole dei padri del Riso.rgimen!o: • Va fuori d"Italia. ,a fuoti ch"è ora»! L. I Risolvere I problemi della soelallzzazlone Dove e come attuarla, eon qaall eongegni; atllfzzando meglio gli nomini e le macchine, Dimensioni degli investimenti azionari Quali sono i capitali :investiti in Italia da So. cietà per azioni? Come sono ripartiti tali capitali per settore di attività, per dimensioni di impresa, per zone territoriali? I dati più recenti che abbiamo a dispo izione sono quelli pubblicati nell'Annuario dell'Associazione fra le società itàliane per azioni e riferentisi affanno 1935. In quell'eijOca risultavano esistenti in Italia 19.228 società anonime per un complec; h·o capitale nominale di circa -1:-i miliardi. di cui: a) Italia settentrionale: 14.050 ocietà per 3:2.5 miliardi: b) Italia centrale: :3.725 ocietà per .5 m1· lia rdi: e) Italia meridionale: 1.453 società per 3 miliardi. Come dimensioni tali ocietà erano co ì ripartite: a) piccole società (non oltre 1 milione di capitale): N. 15. 70 per compie si·vi 3.5 miliardi: b) medie società (non oltre 50 milioni dj capi tale): . 3.230 (di cui 2.381 con meno di 5 mi1ioni) per complessivi 1 ,5 miliardi; e) grandi società (con oltre 50 miè-ioni di capitale): N. 124 per complessivi 22 miliardi. Se si considerano i a fine le 3.851 ocietà che nel 1935 avenrno tlfl capitale non inferiore al milione (eapitali complessivi miliardi 38,5), la riparli7.i0n.e per setto.re di attività è la seguente: a) società industriali: 2.944 per 31 miliardi complessivi, b) ~ocictà bancarie e fiducia-rie: 159 per 4.1rnilardi compie ivi: e) ocietà commerciali e albc-rghierc: 352 per :l.16 rnilianli compie ivi; d) società cli ira porti: 236 per 1.6 miliardi cornplc ivi: e) ocietà agricole: 160 per 665 milioni compie ivi. Da quanto sopra risulta: l) che i tre quarti dei capitali- investiti ,i,p. pr.rtengono a ocictà anonime che hanno la loro scd nel nord: ben in te o r ubic-azione degli impian ii non dc,-e ncce ariamente corrispondere alla ·ecfo legale. però i dati riportati danno press~poco la misura della maggiore in.du li ializzarione df'll'Halia settcntri011alc nei confronti di qt1ella ccn tralc e meridionale: 2J i capitali inYe liti sono controllali qua i totalmente da grandi e medie società. Ciò dipende però dal fotto che decine di migliaia di atti- ' ità inclu triali, di trac;porti, ccc., tah-olta di importanza anche note,·ole. hanno una forma giuridica divcr a dalla ocictà per azioni, e non bisogna quindi trarre dai dati espo ·ti la conclusione che; la piccola inclu tria abbia nella nostra e<o11omia. un'importanza in ignificante: 3) il campo c1·azione prernlenle della ocietà anonima è quello dell'indu ·tria, della banca, dei grandi trasporti di massa e della grande atti\ ità alberghiera e commerciale: le piccole imprese commerciali, alberghiere, di trasporti raramente operano come società per azioni. Per quanto concerne l'agricoltnra i può dire che il fenomeno dell' zio :a.ria o è di carattere piuttosto recentP poichè nel 1913 non e i teni.no in Italia che 5 o.. c;dà agricole per azioni. Ricordiamo ancora che i capitali sopra citati s<ino quelli nominali. mentre il valore di mercato degli inve~timenti operai attraverso società anonime si può oggi Yalutare in Halia a circa 500 miliardi di lire. Ampiezza e ritmo della socializzazione T...:ampicua ed il ritmo eia conferire al proces- ~o di socializzazione del settore azionario non pos O;lO e ere preci atj .e non in funzione del- !"c,-•quilibrio delle forze politiche ed economiche, della po izione internaL.ionalc del pae e. delle di. retliYe che si intendono adottare nei confronti del p1oblema ag·rario, commerciale, immobiliare, pa· fiimoniak, fi cale. monetario, ecc. Que ta am· l'ieaa e que to ritmo potranno quindi essere dedeierminati in ede di azione di goYerno o in sede di azione popolare in modo di,·erso a seconda del variare delle circo tanzc e del rapporto di potcn7:1 frc1 le divc.r e tendenze in lolla per tradurre i loro programmi negli ordinamenti sociali della nazione. In questa sede non ci proponiamo pertanto di ripetere delle formulazioni di carattere ideolog:ico e dottrinale che ono ben note, nè pretendiamo di f.are pre\ i,ioni toriche u quelle the a1·anno le presumibili statiche o variabili ituazioni di fatto che condizioneranno il processo di socializzazione. ·~oi ci propon:iamo invece di, partire da un.ipotesi (che potrà verificar i od anche non Ycri!icarsi) per prospettare alcune considerazioni che a nostro avviso dòvrebbero essere tenute pre.. enti' per operare conYenientemente nell'irite-re6Se della nuova struttura produttiva del paese e dci ·uoi fu.tari viluppi. L'ipotesi è la seguente: che il processo di esproprio e di socializzazione si svolga decisamente, ma per gradi e che in un primo tempo quindi i11ve'>ta: in modo integrale i ~ttori banca, assie;urazioni. grande industria, grandi trasporti; in modo parziale la media in<lu tria; e si limiti infine a misure di semplice coordinamento e conlrdllo per la piccola industria. Ciò equi ,·a le a dire che la ocialiuazione do- " bbc in,-e.,tire quei ettori: a) che hanno già raggiu.nto in regime di proprietà privata un alto grado cli concentrazione industriale o finanziaria: b) che concernono prodotti o servizi fondamentali per la , ila della nazione: e) che hanno lavorazioni o -,en i/i cli massa tipizzati o tipizz3bili. La ocializza,donc tmagari :.otto forma coopcrath·a) donebbe in,·ece a,er luogo dopo una fase p1climinare di coordinamento, rn7jonalizzazione e controllo per quei prodotti o ervizi: a.) i cui centri di prod111:ione ono molto-r"~- zionati per ubiC-llL.ioneo -.pecializzazionc e che riS<:11tonoin modo note,·ole, µcr la natura stessa della ~peci fica atti, ità, delr.influenza personale o f am.igliarc dcJrimprcnditore (piccole officine meccaniche, la, orazione del legno, ccc.); b) che concernono prodotti o enizi non fon. <lumentali per la , ita del pae,e {articoli per port, liquori, giocattoli, ccc.): e) che richiedono qualità personali di Ianta- !>Ia e di continua inventiva tecnica od artistica, w.li da rendere impo. si bile un proccs o di unificazione produiti,·a e di determinazione di costi (profumeria, mode, ceramiche, lampadari, speciali articoli meccanici di preci ione. ecc.). Inquadramento della proprietà collettiva la socializzazione come noi la intendiamo com• porta il passaggio tanto della gestione aziendale che della proprietà dalla fera degli interessi pri- , ati alla sfera degli interessi collettivi. La gestione e la proprietà colletti,a pos ono tuttavia a_!tua:-si in di verso modo, in quanto: 1) a !>Oùtuire il Yecchio potere padronale pos. -,ono interYenire o lo fato o enti pubblici locali, o enti cooperativi composti dai dipendenti deJf"aL.ienda o dei con umatori, ecc.; 2) i diver i impianti industriali costihrenti le aziende _oeialiZ?ate po ono far capo al1'unità amminislratha corrispondenti alle Yecchle impre e, o possono invece es ere diversamente tra loro coordinate, in base a cherni tecnologici verticali od orizzontali, e ciò su un piano nazionale o regionale a seconda della natura cieli" industrie considera te; 3) i diYersi nuovi grandi raggruppamenti in· dustriali pos ono dipendere <liretta.mente dallo Staio o far capo a istituti linaaziari fatali aventi un compito di coordinamento e controllo per ettore di industria. ~elroperare ca o per ca_o la cella tra quesie diverse oluzione bisognerà tenere presente da una parte principii di carattere generale (quali, ad es.: la ncce ità di conciliare l'urut.à d"indiriz. zo con un ufficiente grado di autonomia di ini... ziativa per ogni singola unità; la neces ità di po. ter fare confronti e tabilire re ponsabilità, ecc.). e dall'altra con i<lerazione cl-i carattere particolare e ituazioni di fatto concernenti specificatamente le 5ingole 1mpre·e o gruppi di imprese. J n linea di mas ima i ~ervizi e le produzioni di carattere locale (tram, acqua, gas, distribuzione cli energia. grandi alberghi, teatri, grandi panifici, grandi enti immobiliari, mulini, servizi la. cuali. ferroYie locali dovrebbero appartenere ed e sere gestite da aziende comunali o intercomunali, in modo da sottostare direttamente aJ controllo degli organi pubblici, espressione della colleltintà utente o con umatrice. I ~ervizi e le produzioni a, enti invece un carattere cd un mercato nazionali (produzione energia elettrica, grandi linee di navigazione, telefon.i, ferro,·ie, aerop!rasponi, grande e media industria ,iderurgi<:a e meccanica, mineraria, chimica, tes- !>ile, ecc.) dovrebbero essere inquadrati orizzontalmente per c:ettorc di attività e far capo a Istituii industriali centrali, dipendenti. dal :Ministero della produzione o da 11nComitato economico na. zionale. Le umtà produ!ti,e appartenenti ad un certo !'etiorc e quindi ad uu determinato Istituto potrebbero essere suddivise i11 raggruppamenti regionali o merçcologici, in modo da snellire e decentrare il lavoro di coordinamento e la eia.re alla di1ezionc dell'J titulo i compiti di carattere ge-. nerale. D'altra parte. poichè i ingoli ·ettori indutriali non costituiscono compartimenti lagni, ma Yi,·ono l'uno in funzione dell'altro, gli I!-tituti centrali donebbcro cura1·c le grandi linee ciei programmi di rifornimento ira l'uno e l'altro cttore, pur ]asciando ai singoli raggruppamenti di grado inferiore una certa ela ticità di attuazione Poichè in un certo settore accanto alle unità industriali di grande e media dimensione sociatizurte. potrebbero esi tere imprese di piccola di:· men ione gestite cìalla proprietà. privata o da, enti cooperativi tra i lavoratori dell'impresa, sì renderà necessario procedere attraverso Ispettorati, dipendenti ·d~ll'Isti tu to centra le, al coordinamento e al coni.rollo di queste attività, in modo che·

Bibl esse non intralcino il funzionamento delle unità socializzate e nello stesso tempo abbiano la poosi_bijità di svolgere con giusto margine i compit.i loro affidati. Una soluzione di questo genere non costituisce d'altra parte nulla di nuovo, in quan. to, per es., nel settore dei trasporti esiste presso il Ministero delle Comunicazioni un l spettorato che controlla i servizi pubblici ferro-tranviari e automobilistici gestiti da pri-rnti. ne determina le tariffe, ecc. Presso l"lstituto centrale per l'industria chimica potrebbe analogamente esistere senza difficoltà un Ispettorato per il controllo di piccole attività (chimiche, farmaceutiche, produzione detersivi, liscivie, polveri per acqua da taYola, ecc.) ed uguali soluzioni si potrebbero adottare per altri settori. · Organlzsazlone per settore Continuando ad esemplificare, come dovrebbe essere organizzata l'industria dei materiali edilizi.? Bisognerebbe incominciare con lo stabilire qua.. li materiali sarebbero inclusi in questo settore (cemento, calce, mattoni, tegole, marmi., ecc.}, escludendo quei prodotti (ferro, vetro ecc.). che pur essendo di primaria importanza per le co. struzioni edili, donebbero far capo risp~ttivamente al settore siderurgico, vetrario, ecc. tato al macero i risultati delle sue esperienze perchè non prontamente monetizzabili. Noi siam<.• c0nvinti quindi che gli uomi-ni che hanno qualità di animatori, di amministratori e di dirigenti di industria continueranno a dare tutta la k,ro attività anche senLa la pos ibilità di accumulare milioni, mentre per quanto concerne gli speculatori, i profittatori, i parassiti. glf egoisti di tutte le categorie. la loro scomparsa non sarà Ct'rfo rimpianta da nessuno. Yi è da considerare :inoltre che, r~dendo accessibili ai lavOTatori nteritevoli le fanzioni di grado superiore, si allargherà il campo della scelta e che inoltre gli clementi m~iori, potendo operare in un campo t1on ristretto da confini aziendali, saranno in gra. do di estendere la portata del lor_o contributo. Virgilio Oagnlno. U■a b■ona ■•tizia I nostri amici italiani ci raccontano una .buon.a. notizia: sembra -che fra non molto ri&org-erà La .gloriosa. Critica Soalale, che fu di ,Filid)po Turati. ~erà, s'intende, rinnovata., a.d.erente a.Menuove esperienze, che si ,sono andate maturando nel 1U1Illgo:periodo - pooo meno di un ventennio - d.a.l giorno in cui il fast"ismo ta,ppò 1a bocca a 6uoi -dirigenti. c06tretti a cerca.re a Pa,rigi: un asilo dii Libertit. La vecchi.a. guardia turatiana, che non fu mai tralignato, Si stringerà., ne a;hbia.m •fede. tutta, .qu.a.nta intorno a:! rinato rperiodico. Kon pe1· risU61citaTe, nell'unità del Partito che consente e -consentirà ogni Hbera es.pre66ione di idee, una 1.endenza ,pa;rtwola:re, ima -per ~hiaTniare a 1·accolta, intorno all'antica bandiera, che pe,· oLtre trent'anni rapprC6entò il simbolo deU-a volontà. dl ascetS-a<l:ella ,cia&,;e lavoratrice, le migliori .giovanti forze intellettuali, clle nel Pa,rtito s'.iepirano a.Ua tradizione, impersonata in FilLppo Turati. A qu.e-Lla tradizione. di-et.amo che Turati, ron La. nobiltà e il disinteresse d'ì -cui fu esempio in IJ)aitria ed in esilio, rappl'e6ent.ò ~tantemente, dl un socialismo, a.ltretta.nto !i:ero nella J.otta contro tutte le i~uEttizie ~anto si.gnorilm.ente garbato nella on.esiaJ .polemi.ca, a&'3ertore invitto della giustizia delle iriventica.z:ìoni del ,proletariato, e, soipra tutto, ca1fl;l)ione di libertà e di umanità.. -Sirumo 6icu.ri clle tutti i -corn:pagn.i, sv-i..zzeri, e quanti altri compa.gni a~.pettano in Svizzera. di rit,o,rna1-e nelle loro case, si rallegreranno, quanto noi ci· raUegriaano, della: 'belfa notizia., e sa1uteranno il giorno di na&it.a de.1.la nuova Critica Sociale come un giomo di .festa ,per il 80Cialismo. Poichè le fabbriche di cemento, mattoni, ecc. costituiscono generalmente delle unità di modesta .dimensione e, quando non sono poste su vie d'acqua, eoprono prevalentemente fabbisogni locali, esse dovrebbero far capo ad Aziende regionali materiaJi edili. dipendenti dall'Istituto centrale e suddivise internamente in sezioni corrispondenti ai diversi prodotti. I lavoraterl e la pelltlea estera I piani annuali di produzione dovrebbero esse. re predisposti per regioni dall'Istituto centrale, sentite le Aziende regionali e gli altri Istituti industria centrali e sottoposti al Ministero della produzione od al Comitato economico nazionale. Naturalmente questi piani -potrebbero essere variati nel corso dell'esecuzione in rapporto al possibile variare dei fabbisogni e delle situazioni. L'Istituto centrale materiale edili dovrebbe disporre di 1;1na sezione economica amministrativa per Io studio dei piani, dei fabbisogni, delle con· dizioni del mercato nazionale ed estero, delle possibilità di importazione e di esportazione, dei movimenti interni da regione a regione, nonchè per l'effettuazione di controlli ammin.istrafo·i di carattere generale, ecc.; .di una sezione scientifica 1pertmentale per lo studio di tutte le innovazio, ni ed i procedimenti atti a migliorare l'esercizio dell'industria; di una sezione tecnica per il controllo dell'andamento tecnico industriale, lo studio dei costi, dei nuovi impianti che si rendessere, ne..,"'essari, ecc. Le Aziende regionali dovrebbero avere un servizio amministrativo-commerciale ed un servizio Industriale, i.ncaricati rispettivamente di svolgere nell'ambito dei piani e delle direttive di massima. dell'istituto centrale le funzioni· che vengo.. no svolte normalmente i.n qualsiasi azienda da tali servizi. Confrontando i costi di produzione delle sin• gole unità, tanto le Aziende regionali che l'Istituto centrale anehbero la possibilità .di accertare anomalie tecni-che od a.mm.irustrati-ve e di analizzarne le cause, intervenendo a seconda dei casi con quelle misure d·isciiplimari o quei suggerimenti che si :rendesso necessari. U problema del eest.l e degli uomini Cè stato un telllQ)O, non ,breve n.ò remoto, net quale 1a. ~gioranz.a <lei. Laivorato1i., e non pochi dei •loro ra.wresentanti, conside1·a.va.no la politica; estera ~me un insieme di afil'a.ri che dov~ ocowp.are solta.nrta ~signorie fossero estranei agl'i.tlltere61Si spocifi-ci -deL rproleta.rfato. Con quaibche .tormol-ai ISellllplice e semplicisti-ca sul !J)aicilfi:smo e su l"internazi.ona1i.amo ei are-· deva; di ~lvere tutti: i, iproblemi deUa ipoliti- ,ca intern.azi.onaJle. Ed intanto i -00ntraip,po6ti egoismi dei diversi n:azi.onailimni borghesi a.guzzaivam.o le ainmi, che a1le imbelli ~roteste e'1 ai sogni, :troppo rosei dovevano ,prepara.Te tremendi .risvegli ... Saira.nno 6taite 6Uifficienti le t.J,agedie di o.ue guerre mòndliali, a rrneno di un ({Ual'to di seoolo di dli6ta.nza. l'un.a. daiLl'.altra, ad aprilre gli ooclli ai 1aNora.tor~? a: far lo'ro YC/de.req;u.a,nto strettamente e dolorasamente connessi i problemi di poliff.i<;a.estera. siano con ,gl'inter€61Si yi,ta,li di tutti igH uomini? '.Lo (POS6iarno spera.re, ana., franica.mente, ne si.a.mo tutt·a,ttro ohe sicuri. INon ne siamo sicwi, ,perclliè la d.em.8Jo"'<>gi-a a6sorda. tro,ppo sovente gli orecchi .con vieti, ma. reboanti luog,hi comuni, i quaJli trova:no !acile eredito fra le ma6Se, ed imped..iscono loro di- riJflettere ali legami! -che interconrono fra una pa,oe sile'Ur& d,a ogni minaiccia. e qualsiasi questiooe dì fI)rotezionism.o econQlni'CO, di bene -o male inteso ipreati.gio ;politi-oo, dii tutela de,J:1,e m:in.oranze nazionali, e via ldisoon-eru:lo, Eppua-e ,è i301tamto .col foggia.re e dirigere l'educa.tìone politica. dei lavoraltori, i qua.lri.,in ogni Stato, oostitu.iBcono la maggioranza d~ltla popol.arLione, .che, debellando i superstiti na,z.ronailism.i, si, l}'.)Otrà.g.'.liI"anit:irela ,p,a;.ce,senza la quale ogni ,conquista di maggior benei38ere p~ po,laire sarà 6empre efJimera. e maooer:ta.. A qru-esto de'.hbono Yo)jgere .la mente, in tutti i paesi, i ,partiti -0he vogliono a"a,P.preaentare ;. re!alli interessi dei lruvorawri. tSu questo IJ)'U!Tlto - 61..t l'tmportanza fondamentale e vi-tale ,dei problemi di politica; estera - devono battere e rilba.ttere -coloro 'Ohe 1fanno jprapagaim:lia :fra le Una organizzazione del tipo schematicamente malSSe. Co.mlba.itìere i.J; nazi'On.aJl.ismo agigressor~ indicato renderebbe quindi superflui: organizza.. e spegnere ogn~ ,focol,aio -che lo IJ)()66a, a-Umenta,. zionii sindacali- degli industriali, corporazioni, uf_ re: tale dev'e&;ere la, ,pa.rota .ct·ordrun.e,vera ~ fici ministeriali, consorzi di Yendta, rappresen:.. l8ILda Carthago, d'ella· ;pohitioa estera della; ola.stanti, produttori d'affari, ecc. Essa consentireb- se :J.aJVoratri-c.e. be inYece di: effettuare su larga base ed a •prezzi Quel·la ohe, a !I)rimo a6(petto, aig-li occhi inepiù con.venienti l'acquisto della materie prime, qperti d&i 1Pi:ù,ao:>!J)alrisceuna JPi~coLa questioneliminare trasporti inutili di prodotti fin~ti, evi- ceillla dogan.a.ile, può nascondere -certi interC66i tare crisi di, sonaproduzione e marcia di im- protezionistLci ,cli cta&.i! o di catego.rie, il cui pianti a ritmo ridotto con co~ente aggravio airo:>a,ga.mento Si rivelerà ipriin1a o ,poi ,come un di costi, attuare tempestivamente misure di con- aJgtgraivi.o-d.elJe ,condizioni econo.roidhe dei -concentrazione produttiva e razionalizzazione degli sumia:torL l'enornne .ma,ggioramza. d.ei qu.a.li è impianti, ecc. oosti:tu:iJta daJlla. cl.a.s&e La.v0tratrfoe. :Ed i -lasvoraLa ,wetesa dei nemlioi della .socla!lizzazion.e, tori, se vogliono, ,come devono, tener fede ,a d~e questa debba portare burocrazia, aumento quellla solid.aaietà di cla56e, i.Jntern.a ed 1nterdei costi, disordine amministrativo, stasi nel pro- naa:ionale, -O'h'tè i1 mi-g.lior !onda.mento -del i.oro gresso tecnico, ecc., appare quindi semplicemente progrea;o, haam.o <Ila 'ben ,gu,a.J1c:Larsi d non ceassurda sul piano funzionale. Naturalmente in dere ai tranelli protezi'Oni6tid, ,che, rpur ;mipraticai tutto dipende dagli uomini, dalla loro vo.. glioo-ando tra.nsito:riamenie le ,condizioni dellontà di lavoro, dal loro spirito .di iniziatiYa, ma l'una o d'ell'~litra -categoria., a>reparerehhero una nulla autorizza a credere che in regime di ~o- più d'um miseria ail.la igeneirali,tà. e sca,vereb.becializzazione queste qualità debbano essere nel ro nt1ovi aoLohi di <i1visione tra popolo e popolo. complesso meno Yive che in regime di proprietà ,Non v·-è problema di· polittca estera, - -da. uno privata. spoata,menito -di ~onfini, anche se limitato n~ll.o Il fatto che l'unità produttiva sia di proprietà spaz.io, rul traa>i.a.nto idi IJ)O!poLatz::ioni, od'aLle sedustatale invece di essere controllata da quaJche z.ioni seipa:rati.sti<:'he col iITÙr~gio di un più banca o da qualche gruppo di capitalisti, non a1Lto·tenore di vi-ta: .ru1 tentati,vo d'i violenwe la può influire negativamente, nè sul rendimento del coaaien~ nazionale d'un.a. città o d"una repersonale dia-igente. nè su quello del personale gione - che non 1p()6Sa/ Eij)arge-re .semi dl d.iesecutivo. Questi, al contrario, si sentirà sprona- soond:iiaJe p~are, a, !Più o meno .breve scato dalla coscienza di lavorare per ]a, collettività d&n.za.,aLtre .guerre. e quindi per sè stesso e non per l'interesse pri- I l.iaNoraitorl, si.a -ohe cedamo incoru:.aa>evolvato dii uno o di pochi proprietari. D'altra par. mente a,Lle blandizie ,d,t un naziona.Li.smo note, per quanto concerne il dirigente o i dirigenti strano, -sia cile, ,croolemio di opporsi a.id esso, centrali, che donanno assumere di fronte allo sia.no vittime d'un nMiona.lismo .stram.tero il Stato la responsahHità della gestione e da.re a qu.aile si. r~copra de-lJlo ape!Cis6o ma,nteillo d'un questa la necessaria propulsione, non è concepì- f&lso .i-nternazicma.liSmo -claes.istioo, ipreJ)ail"alio bile che attraverso una selezione esente da nepo.. a sè stessi' un aJVVenilre -carico di: m.ina.'Cce di tismi non si possono trovare gli uomini aventi nuove guerre, di :nuove mioor.ie, di, nuove et.rag-i. le necessarie doti. ~fino quelli ohe, aJ1'1inca,uta i.gnora.:hza di Nessun grande arlista ha mai, rinunciato a Ca.. UMI ipa.rte-, .a.lmeno, del• (Proletari.alto, possono re delle opere d'arte perchè non abbastanza re- sembra.re ~ti ile mtlle miglia re.moti da.i essu.n tecnwo inventore ha Qlai t- Loro vita.li intereesi, come, a.d: esempio, la ecell:J I neo t.a e<f il reclutamento del ,personale dia)lom.atieo e .consoLaire quando si ,guardino un ;po' 1più a fondo, $t rivelano :tutt'altro clle .sce'\Ti d'i..m;por, t.an.za per fa apecifiea tute-la dei .lavoratori. E d.i ciò dova·el>ero ~rsii a.crorti quanti tra es-- si, .co&tretti da1l"ind.1genz.a oip,pure da1J·oppressione politicru ad emigra.re, hanno tal.ora trovato in dhi aveva .la m:is&ione di' ra.ppresenta.re aLl'estero il loro 1J>M6C e di proteggerne i cittadini, anzicltè una ma.no b'Oeco.rrevole e-ci uno e.pit·ito a.-perto, cerve-lii ott,w;·i, cuori insensibili, fr~gi·d.i od' intereè;;ati 6trum.enti di -una consegna di pwrtito. a tenore della qua•le -chi non p06Sedeva la te&sera del medesimo doveva essere -0011biderato estraneo .alla cOlmu.nità. nazionale e ,per ciò trattato, più ohe da straniero. da: nemico. I ,più c:hi:a.roveg,genti fra gli uomini poldtici socialisti, nei loro scritti, nei loro di.scor,;,i par- ~a.IlllCJltari, nella loro !Propagan<ia., hanno, oramai da tempo, avvertito la necessità e l'urgenza, non 60ltanto -cl'illum.ina.re le masse intorno 1la, stre-tta intenctilpendeuza fra la politica, estera e la ipoliti0a interna, fra •le questioni inerenti a.Lia prima e 1;l'inte,reec.i del,la classe operaia, ma aLtresl di ;part.eci;Pare ai dibattiti di poLitioai internaziona.ile, .considerata sotto l'angolo visua;le -di ,quegli· interessi. I lavoratori, tuittavia. 6ellIDrano ~re in troppi paesi inoonsa.t>Cvoli di siffatti legami. B.i6ogna vin~e talle opa,,ca mcntaili,t.à. !Bisogna, anclle in tale de'He.a.to settore, diffondere ed aipprofond.ire la ed.ucazione IJ)<>'li.ticadel •proletaria,to. Bisogna pea-suaidere i lavoratori •che, se ...-~gliono im{porre ai go\erni I.a. loro volontà- ch'è, aq:i,punto, I.a. volontà. deU.a. ma,g_giora.nza in ogni (Paese - devono essere vigili e -combattivi, contro i nazionalismi indig'etti e stranieri. Soltanto .cosi &i. potrà sal-vare 1a pare. A. L. ZURIGO CemmemorazioMneatteotti Come preannunciato ebbe luogo l'altra sera la commemorazione di Giacomo Matteotti. indetta dal C.L.N. di Zurigo in uno alla Sezione del P. s. I. di U. P. La sala -bianca della Casa del Popolo presentava l'aspetto delle grandi occasioni e numeroso e scelto pubblico vi presenziava. Al tavolo della presidenza abbiamo notato il rappresentante ~l C.L.N. Alta Italia nonchè quello degli altri gruppi locali. Apre il comizio il comp. D. Armuzzi con brevi ed appropriate parole, annunciando nel contempo che l'oratore ufficiale comp. Pellegrini è stato impedito a presenziare pet· un lutto familiare. Dà quindi la parola al dt·. de Logu il quale iu un discorso di altissimo contenuto, traccia la vita. l'opera e l'idea del grande Martire, in un complesso cosl vivo ed elevato che noi non pott·emmo minimamente trascrivere. Applauditissimo il suo dire. •Il comp. AJrmuzzi chiude il comizio ringraziando a uome dei presenti Il dr. de Logu, ed invitando tutti ad intervenire ad una prossima assemblea per prendere gli accordi definitivi alla riapertura della Scuola Libera Italiana. ra. WINTERTBUR Rammentiamo ai compagni della Sezione socialista che l1l prossima assemblea avrà luogo domenicn 1 luglio alle ore 14 solito locale. Comunichiamo anche che sabato sera 14 luglio, nella grande sala del Casino di Winterthur, la nostra filodrammatica ·studio e Diletto, che compie il suo cinquantesimo anno di vita quasi senza interruzione darà. una grande festa a favore dei rifugiati e profughi di guerra. I nostri compagni e compagne con una volontà di ferro si sono messi al lavoro e riusciranno come sempre sono riusciti. Teatro, Corale Pro Ticino, Scher,;i comici, Cnnto e orchestra di. profughi. (se non saranno mandati in Italia per quella data), Ballo, iLotteria, Posta umoristica, Orchestra Edelweis sino alle 4 del mattino. Ogni compagno cerchi di venire e fare propaganda perchè intervengano aneli.e altri, .. DalleColonie ItaUa■e laSflzzera Riceiiamo e pubblichiamo: 1:esecuth·o ed i rappresentanti locali della F'ederazioue delle Colonie italiane in Iiffi,:zera. radunati.si a Zurigo per discutere i problemi interessanti la riorganizzazione delle collettivitì1 italiane nella Canfederazione elvetica in armonia col nuorn regime democratico italiano, dopo aver constatato: I) che nulla o quasi nulla si è sinora fatto per un'epurazione radicale del personale diplomatico e consolare e che sia nella Legazione dt Berna che negli uffici Consolari continuano a regnare lo Sl)i1ito e i metodi del fascismo, con ~ra ,·i danni per l'unitìt e la rieducazione delle nostre Colonie: :!) cb~ gli stessi funzionari cosicletti epurati venuti da Roma per sostituire il personale richiamato (che pe1·òsi trova sempre in Is,·izzera) si sono ispirati e Si i.spirano nella loro attività agli stessi metodi fascisti; 3) che le autorità cantonali e federali svizzere tn conformità al desiderio espresso dall'opinione pubblica stanno procedendo di propria iniziativa ad un'epurazione degli uffici dipendenti. dallo stato italiano e delle collettività italiane dagli elementi fascisti, richiama dl nuovo l'attenzione degli organi competenti del Governo italiano sulla necessità urgente di ridurre il più possibile l'attuale burocraz.ia diplomatica e consolare In !svizzera, assolutamente sprol)Orzionata ai bisogni effettivi di rappresentanza e di assistenza delle collettività italiane, e di procedere altrettanto urgentemente alla selezione più accurata del personale da mantenere in carica, consultando i rappresentanti della Federaz. de!Je Colonie Libere e dei Comitato dt Liberazione, che sono In grado di dare delle informazioni precise sul passato e sull'azione srnlta dal personale stesso sotto il regime fascista. Cllarelllll 194Z ~ E' straordinariamente quanto rari siano nella storia i vincitori capaci di passare in un attimo a tutti quei processi. d'azione cosi assolutamente differenti, a quello stato d'animo cosi completamente differente, che solo può assicurare loro, attraverso la generositù, ciò che hanno vinto con la forza. Nell'ora del successo la politica è accecata dalla passione della lotta. Eppure la lotta contro il nemico è finita. Resta solo la lotta contrQ sè stessi. E' la più dura di tutte. Cosl il mondo 1>rocedesolo molto lentamente ed irregglarmente con innumerevoli rica- <lute e le soluzioni superiori, anche quando di tanto in tanto si presentano come risultato di grandi sforzi, vengono quasi sempre lasciate da parte. Due opposte tendenze della natura umana debbono essere in atto contemporaneamente. Coloro c~e possono conseguire la vittoria non sono in grado di fare la pace, coloro che po.ssono fate la pace non avrebbero mai conseguito la vittoria. Non abbiamo forse visto con i nostri occhi svolgersi proprio questo in Europa, nella scala più gigantesca? Eppure abbiamo il gesto di Grant ad Appomatox, che manda le vettovaglie. così necessarie per la sua armata all"affamato campo dei Confederati e dice a Lee di riportare a casa i cavalli della sua artiglieria per arare i campi dernstati del Sud. Abbiamo l'azione politica di Bismark, che porta Re, Gabinetto e -Generali di Prussia, alla guerra contro l"Austria nel 1866, per poi, quando l'Austria. all'indomani <li Sadowa, è in sua balia, cambiare corso nel rnlget· d'un'ora e condurli tutti in direzione opposta. Abbiamo il grande Ca><tlereagh, che dopo una guerra di una generazione contro la Francia, minaccia nel giorno del trionfo di entrare in guerra contro i suoi alleati prussiani e russi, piuttosto che di permettere Io smembramento e l'oppressione della Francia. E nei nostti tempi abbiamo il ,Sud-Africa. do,e la vtttor1a decisiva è seguita 1·apidamente da una completa concessione nel campo .politico, con risultati meraYigllosi che durano tuttora>. W. S. Churchill, Thougbts and Adventures, pag. 224 (T. Butterworth Lim., London 1932). be. Settoserlzione per l'Avvenire dei laforatori « L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi ,. Carlo Marx. Somma precedente Fr. 715,50 Sézione di Winterthur . > 50.- Sezi.one di Ginevra (I. versamento) " 30.- ~ione A1·bon, quota Apiile-Maggio > 10.- TOTA.LÉ Fr. 805.50 ..I.Inostri abbonati e lettori Per motivi indipendenti dalla nostra volontà U prossimo manero del giornale sortirà a data i.ndeteriµinata. Preghiamo quindi i nostri abbonaU a prenderne nota. llllllatt.rt : I r I e Il Ya 11 r • Zartte T1,e1r1fla: I. A. lrU Crafltllt , .. Ytladl1I :& C. - lqMt

Bi IL"MOVIMENTITOALIANOIN-SVIZZERADAL1900 AL 1914 L'operat:o della Federai • ione e dile \ L'azione dell'organizzazloae edile Ualiana nella Svizzera in difesa della eategoria proresaioaale, fu naturalmente menomata dalle condizioni obbiettive In cui essa doveva svolgersi e dalle violente lotte interne Scopo principale della Federazione edile era di .tutelare mediante una comune 37,ione gl[ interessi dei singoli come della colletth·ità; eSS{l cere-ava di assolrnrlo con le agitazioni, gli scioperi e il b<>icottaggio di singole impr<'se, poi accordando ai propri .soci l'assistenza legale gratuita nelle contese industriali e in tutte quelle nelle quali potevano essere -coinvolti in seguito alla loro attività in favore dell'organizzazione, in cause concernenti as~lcurazione <:ontro gli infortuni, malattia, e per altri moti,i; -Un sussidio di viatico nell'inverno, un sussidio ai superstiti in caso di morte. Manca va tnve<:e allora ancora ogni formn di as,,;icurazioni eontro iofo11unio, malattia e vecchiaia. L'influenza della Federazione edile, un po· flut• tuante come l'elemento operaio sul quale essa pog· _glava, era più forte e continuata in talune cittit e località minori, debolis:;imo o addirittura nullo nelle campagne, malgrado gli sforzi persistenti compiuti in questa direzione. L'indifferenza degli ope. rai e la potenza delle grandi imprese coadiu\·ate .dalle autorità locali, si ri\·elarono ln'rlnc.:lbi!i. Xoo !bisogna quindi meravigliarsi se le condizioni di lavoro pe1· esempio al traforo del Lotschberg O di Frasne · Vallorbe non differiscano gran che da ,quelle cosi primitive, a noi giù note, di alt1i lavori <lei genere eseguiti Yerso la fine dello scorso secolo. Al traforo di Frasne - Yallorbe ruanca,·ano, sep· pure gli operai dovessElJ:o la rnrare tutto il giorno nel sudiciume, la rnbi e bagni: in un'impresa edilizia di quella grandezza, che impiegarn centinaia <li operai, esposti conrionaruente a grad pericoli, non esisteva neppure un ospedale o anche solo una stanza per il primo soccorso; e quando una rnlta tre operai rima ·ero mutilati e sette altri più O meno gravemente feriti, essi dovettero essere trnsportatl all'ospedale di St·Loup, distante 20 chilometri. I contratti di lavoro degli edili avevano allora in Svizzera sempre un carattere puramente locale; l'edilizia svizzera non conobbe, allora, agitazioni eondotte contemporaneamente e per i medesimi fini in più località o magari su tutto il territorio della .Federazione, come invece accade,·a in Germania e in Italia. Poteva inrnce accadere che una lotta In- .cale acquistas5e un rnlore o per più cantoni o m:igari per tutto il territorio della Confederazione. .come accadde per lo sciopero di Winterthur nel 1909. Il dissidio tra i sostenitori dei principi dell'organlzzazione libera da una parte e ~li anarchici e sindacalisti dall'altra si manifesta1·a naturalmente an- -cbe nell8' questione della tattica da seguire nellt> ag!taz:ionI e negli scioperi. I Drimi volernuo ari-i- :schiare la lotta solo quando la !':ituazione finanziaria dell'organizzazione da va la certezza di poter resistere a lungo (onde lo sforzo costante di accrescere il numero degli i critti e aumentarp 1-e quote) -e quando tutte le circo tan7,e erano fa rnre~·oli, e pensavano che anche in questi casi bisognava pro- -cedere con la massima prndenza, e1·itando pos..;ibilmente lo sciopero; gli anarchici e i sindacalisti so- -stenevano lm·ece che la potenza finanziaria dei nadronl sarehbe stata sempre superiore a quella delle <>rganlzzazioni operaie e chiede1·ano quindi chE' venisse praticata l'azione diretta. Il programma immediato dell'organizzazione edi· le d'allora comprendern i seguenti punti : 1. Il diritto di cooperare nelle stipulazioni dei contratti e condizioni di la rnro (tariffe. orari ec<'. l. 2. Diminuzion<> delle ore di larnro, a. Adozione di un minimo di salario a ora. 4. Abolizione del lavoro fuori orario o festh•o, salvo nei casi di estrema necessttil, 5. Miglioramenti alariali, '3. Miglioramenti generali (igienici, trattamento per parte dei superiori ecc.). L'organizzazione padmnale mostrò sempre una .speciale riluttanza ad acrettare le richieste operaie tendenti a diminuire le ore di lavoro, introdotta pe rò la giornata lavorativa delle 10 ore, e-·sa si irrigidl, di fronte a nuoYe richieste operaie, in un atteg· giamento a ·oJutamente negatl-ro, affrontando in difesa del suo principio le lotte più lunghe e costose; .atteggiamento questo d'altronde ben comprensibile, se si tiene conto deUa bre\·ità della stagione lavorativa nell'edlllzia svizzera e quindi della necessità di ~fruttarla il più che fosse possibile. I capimastri furono egualmente ostili all'idea di fissare un minimo -di salarlo, si mostrarono in're<:e più concilianti di fronte alle occasionali richieste di numenti del 61l· larlo, ed evitarono di lasciarsi coinrnlgere per tali moti vi in lunghe lotte. Dal punto di vista degli operai ,bisogna ossenare che i modesti aumenti di salarlo che essi ottenevano di tanto in tRnto non costi• tu! vaoo un \·ero miglioramento della loro condizier ne. dato il persistente aumento del costo della vita; solo una ridu.ziooo delle ore di lavoro significa va per essi un ,·ero miglioramento, il che spiega l'accanl· mento col quale essi combatterono per questa riclliesta. La giornata lavorativa di 10 ore è stata intrer dotta nell'industria edile iD Losao.o.a, Basilea e Nenchàtel già Del 1800, in Zurigo nel 1891, nel 1909 si lavorava 10 ore al giorno lo 22 località, 11 ore In 20 località, 10 ore e mev..za io due località ; fino al lill4 la giorna.ta delle 10 ore era tata intrndo[[a Quasi ovunque. La grande meta degli edili dl\·ennP ora la giornata delle :} ore considerata come [apµa per la conquista di quella delle 8 ore. li primo attac.:- co in questa direzione fu compiuto a Basilea nrl 190-5, dore gli operai rim-cirouo ad ottenere le D oro' e ruezw; I capimastri non poterono mai darsi pa<Y per questo loro io ue<:esso. Xel medesimo anno ;.rii edili iniziavano in Zurigo uno sciopero per ottenere un minimo di salario superiore al salario medio allora pagato; al suo inizio furono coim·olti nello scio· pero 3000 operai. Esso fiul dopo 8 SE'ttimane cou la sconfitta degli operai. ~è esito migliore ebbe a Z,urigo, nell'anno succes:;ivo. uno sciopero durato 8 $iè't· timane. );el 1907 gli edili di Basilea tentarono di conquistare le!) ore: lo sciopero durò~ settlmune e non recò agli operai nessun vantaggio. LO SCIOPERO DI WINTERTHIJR Xel 1!)09 !'organizzazione edile tenta va di nnon1 la prova In una delle sue roceheforti, in Wiuterthur. Ambedue le organizzazioni, quella degli operai e quella clei capimastri, erano coscienti dell'importanza della lotta Impegnata e fe<:ero anche tutti gli sfol'zi :per vincere. Questo sciopero durò pii) cli un anno e fu il più lungo di quelli combattuti. fino !1llora in Svizzera.. Di1·erse circostanze deslgoarnno azli operai lVintenhu1· come particolarmente adatta per un·azionE> in grande stile: l'organizzazione poteva considerarsi come esemplare, gli operai avernno dimostrato in ài1·el'se occasioni grande diseiplina; non solo ave,·ano ott<>nuto un minimo di tariffa, ma con un'abile agitazione era loro riuscito di ottenere un salario su- [)('l'iore di 5 cent. a quello stablito net contratto: il <:o:;ciente e sicuro agire degli operai a,·ern catth·ura loro il rispetto dei capimastri. Gli edili di Winrerthur presentarnno il 2."'i apl'ile 1909 le lol'o richiC1,te ai capimastri. fa;,;i c.:hieùernno: la giornata delle nove ore. per il sabato e tutti i eiomi pre<:edenti un giorno festh·o un·ora ùi meno di la,oro sen7~'1riduzione di salario, un minimo di salario di s:; cent. per i muratori, superiore quindi di 7 cent. al salarlo .medio pazato quell'anno. I capima:;tri re.;:pin ·ero tali richieste, e il 1 giugno 1!)09 a,·ern inizio lo sdopero. acl eccez"ione di 3 muratori e 4 ruano,ali, tutti gli edili abbandonarono il la"rnro . La Federazione E>dilesi mise in relazione con le br· ~anizzazioni edili dezli altri pa~I PE'l' cercare di impedire con un'azione comune l'afflusso dei crumiri. Gn ottimo sistema di ,·igili dello sciopero fu 01ganlzzato nelle stazioni situate lun~o le linee ferro- ,·iarie che couducernno a ,nnterthur. in quella di Winterthur e sui posti di larnro. 11 si -tema fUil'✓.ionò perfettamente e riu, ci a trattenere oltre 2000 oper:ii dal compiere opel'a di crumiraggio. Quanto più si prolungarn lo sciopero. r,rnto più ,·iolente si fecero le forme della lotta. e Giuseppe Bianchi poteva ,:crii·ere più tardi che gli operai di WinterUwr. che ·ouo cliffaruati quali riformisti, si sérvirono di tutti i mezzi, legali e illegali, r,er \·in· cere. Una prima propo tu di comprarne:--:·o fu re-:pinta dagli operai, una seconda da un'assemblea generale dei delegati di tutta la .·vir.zera della Le;!a dei capimastri, alla quale la f.e,-Jooe di ,Yioterthur ayeYa rimesso la decisione, perchè in quella propostu veni\·a intaccato il principio della giornata delle 10 ore. Col tempo il rapporto delle forze tra le due parti Si spostò a fa ,·ore dei capima,;tri. Con· es.si solidarizzò la irrnnde impresa industriale cli Wioterthur Sulzer-Ziegler. la quale. affermando che in c·onsi6ruenza dello sciopero non era ·tata condotta a termine la costruzione di un suo fabbricato. dichiararn la serrata dei propri operai. "Gna grande errata di muratori in Germania e un grande sciopero di edili nell'Italia del nord fayorirono l'andata a Wiuterthur di crumit•i. Gli imprenditori. per sottrarre i « volontari del larnro » al vigili dello sciopero. li facevano !'\rendere dal treno alcune stazioni prima di Winterthur, e li trasponan100 poi in automobile sul posto di laYoro; anche gli operai ,wernno a loro disposizione un'automobile. non potevano però sorvegliare con essa tutte le strade che conducernno a Winterthur. Il colpo più grave fo inferto ag:li operai dal deliberato delle autorità di Wfaterthur deli' marzo 1910 che proibiva I 1·igili di sciopero E' raffot·· za,a la polizia. Da questo momento gli scio1>eranti non poterono ~ù lottare contro l'afflusso dei crumiri, e rorganlzzazione edile do1·ette cedere. Un'altt·o sciopero per la conquista delle 9 ore fu condotto dagli edili di Zurigo nel 1911 : e~·o ebbe un inizio e uno ·volgimento un po' tumultuoso e fin! dopa 2 settlman.e con la scon.fi tta degli operai. Solo la situazione eccezionale proctotta dalla prima guerra mondiale permetterà alla Federuz.ione edile dl rompere la dura resistenza padronale nella questione della glorna ta la ,ora ti Ya. L'AZIONE CONTRO IL CRU!.\llRAGOIO !La Federauone edile svizzera, superate le sue prime crisi interne e rassodatasi un poco, partecipò attivamente ad un lavoro rendente ad influenzane gli emigranti italiani nei loro paesi d'origine durante l'lnverno, lavoro già tentato senza suc~o dall'Unione Sociallsta italiani in I.svizzera al suo[ ca o a tempi. che fu p(){ l'Lpre.so du altre organiu.azioni dotate di mezzi ma,g-g-iorLCorcheremo di tracciarE' uu quadro completo di quest'opera dl .sanamentn dell'emigrazione italian.'l. Una delle prime ini1.luti ve spetta alla Federazione edile tedesca, che fu costretta ad intervenire dai tristi effetti del crun1iraggio degli emigranti italiani :sulle lotte eia lei condotte. Come la SviZ2.era. anchE> la ~rmunia era una delle mete preferite dall'emi· graziane stagfona le edile italiana. Ne!J'eruigrazioue dirett.i ~-erso la ~rruania esb-te\·aoo i rudimenti di uua orgn niZ7,azione, :-:i int<'nde sul le basi dell'lniziatl rn priv,na. I desiderosi <li emigrare che non pos- ~edevano i denari per il ,·i aggio, potevano entrare a I ser1'izio di un irupti>~ario c-he anticipa va le S[)eS(', procurava pet' di pitl ciel laroro, trattenendo poi, come indennizzo, una percentuale del salario. Le CO· lonue cli erulgrunti si compone"rano di 20, 30, 40 e più persone.Degli impresa1i furbi e ·pregiudlc.:ati $i erano ~pecializwti nel trnspo1to degli operai da loro as::;oldatl io loc.:alitù clo1·e :11·ern luogo uno ·cJo· pero per fare compiere ad essi opera di crumiraggio, pei-chè in que.,;to ca ·o il loro guadagno era maggiore. )iè questi trumi ri, che spesso erano al l'oscuro della funzione nefanda c!1e dovevano as··olvere, dopo che• E'.s~aera stata loro spiegata, poternno libernrsi dal contratto, annuale, che li le_ga va, perchè a nebbero cor:;o il rischio cli pel'dere tutto il loro guadagno. (Là .Uura.ria, 1910, Xr. H, Art.: Contro il crumiraggio; L'Operaio italiano, Amburgo, VI, Xr. 7, Articolo: Propaganda nel Friuli). Dei 7ù.OOO editi ita• liani emigrati nel 1003 in Gi'rruania si poternuo considerare <:irca 2000 quali trumirl. (L'Operaio italia· no, .\rnburgo, vrrr, 100-1, ~r. 3). Alcune gra1·i s<:onfitte degli edili te~chi sono da attribuirsi esclusi- ,·arnente al crnrniraggio degli italiani. cosl quella nello sciopero di Lipsia del 1897, nello sciopero durato 9 mesi, di Halle del 1000, io quello di Kiel ciel 1002. L'irritazione degli edili tedeschi non si sfogò runi in forme co ·j 1·iolente come in Francia e iu S,izrer:1., essi odiavuno però e disprezzavano nclrani.ma l'italiano, lo evira vano e lo boicotta rano . ., la loro organizzazione critic.:ò dh·erse Yolte aspramente il malcostumt!, sia :,ul suo organo che ,--u con-- gressi edili internazionali. Allora, ,·ero il lù00. non c.:·ern da asr>ettarsi molto dall'Italia nella lotta e:ontrn il crumiraggio; il _governo resta,·a indlffernnte di .fronte al problemi ciel la\·oro, il ruoyiru,euto operai era troppo giovane e debole per poter prendere e:sso un'iniziatiYa; l'organizzazione sindacale più interessata. quella edilP, si era ricostituita >-0lo nel 1900, dopo es;;,ere !':tah sciolta nel 1898, e do,·ern raccogliere le sue forze. La Commls ·Ione generale dell'Unione Sindacale tE'· aesca iniziò nel 1897 in Ambur~o la pubblicazio11P <.li un giornale quindicinale, « L'Operaio italiano~. il cui prime, redattore Osk:n \\'o)f fu sostituito agli inizi del lf>'OO da G. ,-alar. a noi giù noto dal suo :;aggiorno In Sriz-lel'a dop0 i fatti del 1 9 . Compito <le! reda~tore era cli fare la propaganda. sc1itta e orale, tra gli italiani. di assisterli durante gli :cio· peri e di indurre i crumiri a desi~te.1:e dalla loro n<'- fastfl atti,·it:1. G. ,·aliir occupò tale carica fino :11 l<l0ì. L'organizzazione edile tedesca p1~ anchE> l:i iniziatirn di srnlgere nei paesi d'origine degli emigrami, durante l'im·erno, della propaganda, e a que· sto seopo inviò nel ~<>nnaio ciel ]901 l'operaio YitW· r'\o Buttis pe1· tre mesi n<>lFriuli. (L'Operalo italia· no, .\mburgo, IV, Sr. 5 e !), Y, Xr. 7). CampaguE' propa~andic;;tlche del genel'e furnno ripetutte nei tl"e inwmi :--:ucce:·:h.:·i nella medesima regione da G. Yalii1·. Il succes,:o di tali azioni, compiute nel cuorr <IE>ll'in1·ernocon grandi ;;acrifici per parte dei propagandisti, lndus~e "li or/!anizzatori a ripererlp E' int<>n:,:Lfiearlenegli anni suc.:cessi\·i, Dando seguito ad un con iglio del congre~ o del Partito :-,ocialista Italiano del 1901 fu fondato in "Gdine il 20 gennaio 1001 in un comizio al quale parteciparono J."'iOv operai. un .'egretariato [)E'1·l'emigrazione col compito di sana re J'emig:raziouE' combattendo si:;tematicamente il crumira"gio, organir.- r.ando un uff1cio di colloèaruento, trasmettendo dellP. informazioni, a .·istendo legalmente_ gli erui.zrnnti. Il succe,;so di questo primo segrnta riato inc.:oragg:iii ad aprirne degli altri in Intra, Biella. Belluno. :.\Iaptnnt1 l{eggio Rmilia e Dologua . Sotto gli auspic.:ii del!' Cmanitaria di :.\Iilano fu fondato nel 100-! il <! Consorzio per la protezio1w dell'emigrazione stagionale in Europa». il cui pri· mo direttore, iI deputato sociali.sta Dino Rondtllli, fu sostituito nel rn10 da G. \"al:ir che occupò tale carica fino al 1:>19. Il Consorzio centralizzò oellE' sue manl le di\·erS€' iniziatiYe per la lotta contro il crumiraggio. ~otto il suo patronato furono fonda ti molti nun,i segreta1'iati in Italia e all'estero <>fissate del!~ direttive uniche per la loro attiYitù. I sindacati teùesclli, austriaci, svi27,eri aiutarono tali sfor~i finanziariamente e stringendo degli ~,ccordi speciali in fa rnre clegli emigranti. li coogres so IoternazionalE' di Stoccarda degli operai edili ( 1907) istitul una « te:-sera unica» che doYeYa faci· litare il passaggio degli organizzati dal sindacato di un p~ese in quello di un altro paese, e stabill un trattato di reciprocità, in base al quale gli organizzati godevano io tutti i r>aesi i medesimi dlritti degli Indigeni. Quando lu Federaziotl': edile ltallao.a elaborò un grand(> piano d'azione di propaganda per l'inverno 1908-09, le orgaxpz7.az.ioni edili della Germania, dell'Olanda, della Svizzera e dei paesi scandinavi si impegnarono di assicurarne il finanziamento. Allora e durante gli anni successh·i la campagna Invernale fu estesa a tutta l'Italia settentrionale; in autunno aveva luogo regolarmente in Milano un convegno per l'emigrazione continentale, sul quale venivano discussi tutti i problemi ad essa relativi e fissato il piano d'azione per l'i~verno. I propagan• disti si mettevano poi in cammino, raggiungevano le località più distanti delle regioni alpine e della pianura padana per svegliare Begli emigranti il sentimento della solidarietà e insegua re ad essi come dovevano comportarsi all'estero. Tra i nomi dei propagandisti leggiamo quelli di Paveslo, Fior, Cane,ari, Bossi. Cabrini, Vuattolo. Piemonte, Valar, Leroa, Bianchi, Rigo. Per l'inverno 1912-13 erano preYiste 200 conferenze. La Feder:i.zione edile svizzera partecipò atti,·amente a tutto questo lavorio e durante la sua scissione ambedue le federnzioni inviarono l loro conferenzieri in Italia. L' t:manitarla svolgern inoltre una vasta attività di carattere culturale organizzando dei corsi per .i:U emigranti, pubblicano dei libri e favot-endo iD tutti i modi le istituzioni culturali per gli emi1:Tnnti, scuole e biblioteche. :-.essun mezzo fu trascurato per richiamare l'attenzione delle autorità e dell'opinione pubblica sul problemi dell'emigrazione continentale e per eombattere le sue tare. A tanti sforzi arrise il successo. Io un conve.,<>-no internazionale ver l'emigrazione continentale. riunitosi a :.\lilnno il 1.1 no,-embre 1009. si constata,a " che dopo sette anni il vero crum"iraggio era quasi seomparso ». Rimangono ~nco!'a due comoiti difficili: indurre gli emigranti a rispettare le conquiste del proletariato eurooeo. invece che abbandonarsi ad una concorrenza dannosa per la classe e per sè stessi, e indurli ad aderire ai sindacati. (R~pporto di Quaglin~ in <! La lluraria :P, I, ~r. 34). G. Bianchi conferma: <! Il crumiraggio italiano nelle sue forme più appariscenti e \·iolenti è pur esso un ricordo>. (L'Operalo, I, Xr. 21) . La rasse~n• settimaaale GERltA.NIA: Malgrado l'esistenza di un goYerno militare alìeato in Germania per l'occupazione, si manifestano molco chiaramente le divergenze di metodo e trattamento. Mentre da una parte abbiamo la proibizione di « fratellanza•» nei riguardi della pGpolazione germanica dall'altra possilo ~- sfere, come risulta da riviste illustrate. . o spet.. t.acolo che dei soldati russi ballano nelle pubbliche Yie colle ragazze tedesche. Pure 200 cinematografi sono di nuovo aperti. Così pure sono riammessi tutti i culti. Il sindaco di Berlino ba inoltre comunicato che il maresciaJlo &hukov ha dichiarato che le autorità so.. detiche desiderano che tutti i bambini tedeschi ~-engano allevati nel " fimor cli Dio». In Ba\·iera si è orpresi dal fatto che persone che s1a,·a.no ben ,·icine al nazionals<><:ialismo vengano ora chiamate a far parle del governo nella continuazione della politica di fJ110nte alla Fran, da. Italia e Jugoslavia. dove•vennero preferiti. e 1n parte ancora (Darlan, ·Badoglio, Plastiras, Mihailovitsch) i reazionari. Nelle zone occupate dai russi inYece, si prerisce il sorgere di sin.dacatj e partiti antinazisti. Ci si ricorda invece che gli alleati al loro arriYo a Tunisi ed in Sicilia, come prima cosa. proibirono ogni attività antifa.scist~. ITALIA: Il ~o,erno Bonom i ha - non troppo presto - dimissionato. Pare che gli alleati yoglia.no dire la loro. nella formazione del uuoYo governo, e loprattu tto JCV1~Ile 'U~aig.ijiatz:ione ct:>ntro Oasa Sa~oia. Trieste e Gorizia saranno sgomberate dai soldati jugoslavi ed il destino di queste città e della Venezia Giulia. sarà regolato dalla conferenza della Pace. POLONIA: A MOS<:asi tiene attualmente u.na conCerenza sotto l'egida degli americani, inglesi e russi, per La formazione di un governo polacco: faranno parte di C[llesto governo membri dell'attuale governo provvisorio di Varsavia, membri della resistenza e polacchi democratici di Londra. SAN FIRAN'CllSCO: la conferenza volge alla fine: il coraggi.00o mj. nistro australiano Ewatt, rappresentante dei pie_ coli stati, ha nuovamente protestato contro Je tendenze delle gra.ndi potenze ad avere delle preferenze. IENIDIA: Per iniziativa dei vice-re maresciallo WaweU, vengono fatti degli approcci colle popolazioni e caPi indiani per indire una conferenza dei diTCT- ~ ~ti. I capi stessi - dopo tre anni di prigionia, - verarnno rilasciati, senza luogo a pro.. cedere.

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