L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 23 - 15 aprile 1945

• Bit lappi della politica estera dei singoli stati, com·oc.:arc i lol'0 rappl'esentanli, terWl',-i a <·ont;1lto ('0i pal'tiii sociali ti, di!,;culere ('ODes,;i le ])0l:iiiihilitù e le modalità delle nzioni cla srnl~er,;i di comune accorclo, e contrnllare le stesse. L'Iulernazlonale non . i doYrebbe, naturalmente, limitare a questa fol'ma di intervento nella politica internazionale; essa :,otl'ehhe. don-ebbe anzi. eome faceva anche la defunta lnterna:1.ionale SociaJi:,;lu, prendere delle iniziative, stabilire dei fini da raggiungcre, per esempio ·ui principì organizzatid e d'a:1.ione llella nuo,·,t Società del le )I azioni e degli alll'i organi:;mi internazionali, (non è difficile 11revedere che l'azione dell'Internazionale si s,·olgerebbe . oprnttutto in questa clirezione, ma non 1:ie1· abbandonare poi risoluzioni e propositi a sè :,;lessi, bensì anche quì essa don-ebbe eoorLlinarc e <lirigere l'azione pratica dei :iartiti soeiali;;li tendente alla rea li½zazione di quelli). La differenza tra il metodo da noi pl'oposto e quello praticato .fin'ora dall'Internazionale Socialista è evidente. Il suo congresso e il suo ufficio si riunirnno periodicamente per cliscutere i problemi all'!)l'dine del giorno; il suo inten-ento an-enirn quindi per lo più quando le singole questioni a,·e, rano giil raggiunto un certo grado lli maturità. IP nazioni interessate si erano già irrigidite in determinati atteggiamenti e non era più possibile, o molto più difficile, ottenere un cambiamento; mancava poi l'opera cli coordinazione dell'azione dei partiti socialisti dei pne i cointel'essati a quei prohlemi. ~i intencle che bisogna essere molto :11·ut1enti nPl presentare delle prospetti,·e ,;u quelli che poll'!'hber0 essel'e gli effetti, per l'azione socialista, di una impo tazione dell'azione clell'Internazionale c:o:11r noi la proponiamo. E' for ·e pos ibile facendo partecipare le ma ·e proletarie di differenti paesi a delle ,tz.ioni comuni per il raggiungimento di deter-miMli fini particolari, avricinarle di più e dare alla ·olidarieti'I internazionale delle basi più solide e durature cli quel elle non sia stato il caso del :rns.-ato. Soprattutto però sarebbe possibile creare e ~Yiluppare i principi e i meto"1, col tempo formare una tradizione cli una « politica estera socialista». la cui necessità è sentila da tanto tempo. lnfine, . oddisfatte quelle preme-se, l'Internazionale si troYerebbe in grado di esercitare una influeuza reale, concreta sugli sviluppi della politica internazionale. l criteri che ispirarono nel pas:ato l'azione dell'Internazionale Socialista non corrispondono più a quelli degli attuali partili ,;ocialisii. Que ·ti si sono oramai inquadrati n<'lla vita della nazione e conducono. o cercano di condurn:, una pol1tica che, senza la:;ci11r·i '.)iù influenzare da preconcetti utopistici o «dogmatici», che dir si voglia, tenga conto pl'incipalmente dei reali rapporti delle forze. 1 proc<'dimenti dell'Internazionale hanno invece aYuto nel passato sempre tlell'« utopico», ed è neC'essario eliminare tale contradcli:1.ione tra il tutto e le pani, bi:::ogna 11de;ruare la politica dell'Internaziou11le a quella dei partiti ::;o<.:ialisti11derenti. E. V. Nelle Colonielibere navaJno la località appena proclamalo lo sciopern. Il Bau-haniclwerker (190 , No. 15) de.&criYC nel modo ;e~ucntc l'esocl 0 clcgli Rciopcl':lll- Dopo il convegno di Berna Li: « ... Subilo dopo ,deliberato lo sciopero, una parte notcn'.>le degli sciopcrnnti al>llanclonerà il Un. amico, menibro delle Colonie libepae.se: questi .c;ono di regoJ.a i prudenti, dies i- re ifa'liane, che ha. partecipato al conci erosi ,di Lro,n.i·c ,subito un'altra occlll])azione. gresso tenutosi a Berna il 4 marzo 1945, il che rie&ci,rà loro nonnal-mcntc. Un'alt.sra par- ci mandt la corrispondenui che qui pubte degli scio,peranli, ohe continua a,d aYere una blichiamo e nella quale sono messi in evidenza alcuni errori che, se si dooesbuon.a 01 pinionc ,dc,! datore di lavoro, .atteucle- sero ripe/ere, potrebbero pregiudicare rà runcora aie-uni ,giorni. giarie:l1ò non 'P066ono seriamente /'afrnosfert1 di reciproca /ir1re-rlerc che il loro capom.aJSko sia cosi incon- ducia, concretala in uno spirito di vera cili11,ntc. ma anDh'c,"Si se ne andranno, qua11do democr<1zia, che deoe regnare trn. tuffi &i vedranno clclusi nelle lorn speranze, ed ò iti il:1/i'ani antifascisti della Svizzera. poi Bipes.so clitfficile trattenere aJ.cuni OlI)erai co~ J1 4 marzo si è tennto a Berna il terzo eonvemc sentine.lla cli scioipero. e il capoma 5Lro si e-no federale delle Colonie libere. comportò con tra,cola1na du,raJ11te i p,rimi ,gior- ~ ~ Delle 25 sezio.ni presenti 16 con oltre il 40 per ni, -egli cambierà ,d'umore çuanclo s'accorgerà cento dcgl'in!'critti individuali facevano partedeL come uno dopo l'aliro gli o-perni abbandonano la federazione delle Colonie proletarie itali.ane I.a loca.liUt inospitale. La ,:.,peranza ohe il biso- nel Canton Ticino. RilieYO necessario cd impor• g-no 11neblhc ricondotto gli scioiperanti aJ. la,·o- tante qu<>slo !'e si tiene conto cbe il Convegno delle Colonie prùletarie del 25 febbraio ha r<>- ro. &fuma.. ai sa~·casmi se.gui-ranno i più \'Ìç>- spint,) a grande maggioranza una proposta per lenti cop,pi di ra.bbi,a, a questi la ra,gi01,e. Tn il cambiamento di nome. <Proletaria,, era ritenuto. dai propon<'nli il cambiamen fo. di ostacolo allo svi! uppo clell'.as- ~ociazione e tale da rendere diffidenti i connazio1111i 1per<'hè espressione che poteva celare in !eressi particolari. el novembre 1943 si r costituita la federazione delle C. L. nella Svizzera con programma e carattere molto più lall'ghi. Il movlme■to operalo Italiano In Svizzera dal 1980 al 1914 tali •condir,doni però la lotta. può eS&e,re solo cli breve clu~·ala, i•l che viene anche dimostsrato dn. alcuni ,deg,li ultimi scioperi: eoin questo mC'zzo abbiano rirorlalo dcli<' vittorie per'iino in loca:lità, nelle quali non esisteva una Hra org-anizzazione, !-enza tener<' "0nt.1 del fatto rhe imili sciop<'ri costano poro o nulln .. » TI 30 mn,g,tdo 1902 a Bienne .;ciopcq•,awono 800 ed.i1i e 100 di es.si aobandonawrno 111,città; i,n Losanna nell'nigo.sto 1900 ;;u 1050 scioperanti 450; nella medcsim.a città nel 1906 &u 2000 scioperanti ne partivano 1600; ne.1 medesimo anno ,a Zuriirn su 4000 scioperanti 2000 -afl1banclonavano F:ubi•t-0l,a ci,ttà. e i,n Olten nel 1908 -di 1000 scio- ' reranii ne ,restava,no so•lo 50 sul p0&to. Dopo quindici mesi di Yita delle Colonie liberP si deve constatare che le Colonie proletarie hanno trovato mal!'g·iore simpatia delle Colonie libere. ccl il terzo convegno della federazi011e ha dovuto constatare clic « N numero degli aderenti non ,; ancora qual noi lo vorremmo, quale esso dovrà essere un ~iorno per accelerare quel processo di identificazione fra colonie libere e collettività italiana ... » (< Libera Stampa». Pagina dell'emigrazione del 10.3.45). 111)ro<:esso di adattamento, al quale il mo- , irncnlo operaio italinno in vizzera do\'ctle sottomettersi, entrò. nel 1900, in una nuova fase. con ,problemi e corufli<tti ,suoi propri, diverei da que1li del periodo precedente. L'organizzazione &1ndacale, o per e66ene più esatti, quella edile, l'uni,ca in cui 1Pl'evai1eva l'elemento italiiano, dominerà dal 1900 a,1 1913 la E;cena con le sue iniziative e le sue lotte. Diversi faitiOTi contribuirono a <letermin.are taJe mutrumento: i sociali.sLi, istruiti dalle esperienze del,1paiSé-'ato, 1 rinunciarono ad una vera e µropri.a attività politica. e po,sero le loro forze al se,rvizio -dell'azione siindaica.Je; poi si diffuse tra gli iiromilgJ"anti una co1vente an::i.rchica, che faceva capo a Luigi Bertoni e che im c06ciente o;pposi,zione all'a,nar.chia individ unJ.ista aiooottava il pr:irncipio ,delJ 'organizzazione &iin<la1CAle, pur rpeTSe,guendo certe 6ue idee 1pa!rti,col.an·i: i!Illfine rugirono nel medesimo sen.60 il sindacalismo, cihe anch'eS&O concentrava la &Ua attenzione sull'azione &inda- {.'.ai!ee res,piingeva quelJ.a politica, e l'a.ss-enza cli importanti avvenimenti politici, dbe avTebhero potuto distrarre l'attenzione cle~li immig-ranti drulla fotta sin-darale. • Lo sviluppo intemo deella Federazione edile :Gli edili non E-i erano limitati ad organizzarsi in sindacati locali; in un congresso che ebbe luogo il 27 settembre 1 96 in Zurigo nel quale 17 delegati r-ruppresentavano 3200 oTganizzati, e.sé'i avevano costituito una Fede,ra,z;ion,e dei 6'.indruoati cli muratori e manova,li, con sede in Berna. Il II. Congre&so della Federazione (Berna 17-'18 aa:>rile 1897) deliiberò l'adesione delJl,a Fede.razione, ohe contava 17 sezioni e 4000 i.scritti, all'Unione Sind.aoale Svi,zze- ,·a ccxme 0ocio deUa II. clas1S-e. Altri congressi della Federazione ebbe.ro luo,go nel 1898 (Soletta 8-9 aprile) e nel 1990 (Lucerna 2-4 giuigno). Le di.scussioni cong,reé'S'lJoala rivelano l'Ct>iBtenza di gravi ctHJi.collà ohe impectirv·a,no il salno sviilup,po clell'organize:az.ione, oonza che però JOS&e allo1·a p0.s6ibile indivtduare iù ma- }e e prendere i µrovveclimenti del ieaao; fu solo dopo il 1900 che maturò e,cl cs,pl06e l.a cri.si nella Federazione edile. La onobilità de.gli ooili, il fatto ohe la grande maiggiora,nza dei muratori e manova;li 1avonamti in ,Svi1.zel'a eTano degli stranieri che risiedevano nel paese ~lo durante una parte dell'anno e c~iavano spesso anche dUiranle questo periodo il luogo del domicilio, costituivano la caratteristica più rilevante cli tutta la categoria profe&Sionale e la distinguevano nettamente eia tutte le altre professioni esercitate in Svizzera; sono la causa clella debolezza e, per ,quanto ,ciò possai semibrare st1·a,no a prima vista, anche della forza clcll'organizza,zione ooile cli quel tempo. Se confrontiaimo l'organizzazione interna e il funzionamento ,deLLa Fecleraz.ionc edile con quello delle altre organizzazioni sindaoali svizzere, e...~o ci a-ppa,re come qualche cooa di incompleto e -di prirmilivo. Il numeiro delle sezioni e degli actcrenti, ,:;empl'e piccolo quest'ultimo in confronto a c;-uello idegli operai occupati, subiva continuamente delle grandi fluttuazioni. Una parte delle sezioni ,'li scioglieva in atutunno e dovevano c&Sere ricootitui1e in ,p,nima'Vera. Venivano allowa spe&;;o degli uomini n'l!ovi, ohe non erano ima.i stati prLrna in Sviq,zera e ,che non conoscevano l'organizzazione nemmeno di nome; bisognava ri,cercarli. conquistarli alla. Feclerazione, e appena ciò era avvenuto, e..~i abbandonavano Ja locahlà e magari il ipaeise. Sezioni dovevano essere isti1ui le, in località dove veniva eseguito un qualcJhe lruvoro, lei minato il quale anohe Ja z.'one i;;' o·og.1,r •a. La Federa2-io-je po~e~~ va un,a ba.se sicu:ra di eoci solo in al,cu.ni gJ·andi •centri. La quota era di solo 25 -ce.nt.; più tall'<li di 40 cent. al nnese; i membri del comilato di1·ettivo -dovevano compie-re il lavoro ne.l- ],e ore libere, non c'era un &e,g.retario pagato, che si dedioasse escl ui:,i,..a,meni~ aJ.ro,rgarrizza.- zione. La centrru1i,z7,azione er,a poco sviilUJ),pata, le sezioni godevano cl'un'ampia autonomia, ed esse foùziavano di lo"l'O proipri 1a inizi,a.lif\la le rugita-Lioni e di,dh i,an·aNano gli &ciolJ)eri. Le e.e- ?,joni ,stesse ,costHuivaino poi un organismo inlol'mc; nelle loro assemblee irnportanU, nelle c;uali bi.sognava òe\i1berare -di un·a,gitazione o di uno s,cio;pero, eraino an:nmeé-'Si tutti gli intere&Sati, .quindi anohe i .non wgani2zati, i cr1.u1li ultimi costituilvamo l.a maig,gforanza. ed influenzavano, in votazioni odi.so1Jdinrute, in modo dec.:isi rn le decisioni deliberale. Tutli questi elementi di debolezza per una organfaza,zione si!Ild,acale non impeclirono, che i muratori i'Ìlporta~ewo nehle loro lotte dei notevoli sucoos.si, e proprio l'in.slaibiliilà .forni a.d es i l'arma più efficace. Le agitazioni avernno noo-malmente ,princiipio in p,rimavera : quando glii operai non riUBciva,no a mettersi d'accorcio con i capimastri e ricorrevano alla miflura est.rema deJlo sciopero, eSBi abbando- ' [,'org,anizzazione interna <lella Federazione edile appa1·iva già allora a molli organizrnti come imsu.fficiente, e non marncarono gli sforzi tendenti a. renderla più st.abile. Ebbe cosl inrlzio una serie di lotte interne du1·ate fino a1l 1913. combattute attorno al problema: .decentralizzazione o centralizzazione. A favore rleHa ,pri,m.a a,givano soip.ratlutto d,ete~minate ronclizioni di fatto. che abbiano clescritte. e alcune correnti di pensie,ro. come quella anardhica e ,que'lla sinclruca,li6t11.. \ favore delJa seco,nda, clell.a centralinazionc. eg'Uaitnente c~·- ie con,d,izioni di fatto. cli cui a\Temo ancora occasione cli parlare: una minnranza di •muratori tedes-ohi; le 01·ganiizza,zi,oni edhli dell'Italia e della Gerrnania.. che si , edeva,no gravemente danneig,giate. in ispc,cie quella delJ'ultimo paese, nelle loro nioni dall'esistenza in Svi'zzerru di un'is0ila di dieor,ganizzati; gli e1ementi dia·i.genli della Federazione FAile Svizzera, eh~ avevano CO!miPiuto per lo più il loro ti1•ocini 0 di organizzatori nelle org-nnizzazioni italiane o tedesche e che aYcvano la 1enclenza ad introdurre nella org-m1izzazione A.vizzera. principi cenlralh:zatori pr<'valenti in qùclle. (Conlinua) Problemi elettorali Italiani ( Continuazione e fine) 18.Questo diverso metodo, applicabile in ogni compagni. Sarebbe del tutto giusto che quelle caso di proporzionale, sia nel caso di propor- organizzazioni locali le quali danno ad un zionale integrale, sia nel caso di proporzio- partito il più largo contributo vedessero bcnalc per le minoranze, e nel formulare il quale ncficiarc di tale apporto anche il loro rapabbiamo cercato di tenere presente e di utiliz- presentante, e giusto del pari che il candid11to zare quelli che sono gli elementi positi,·i e beneficiasse di tale contributo il quale di soYantaggiosi del collegio uninominale. queste, lito è, almeno in parte. anche opera sua. E diverso metodo potrebbe essere il seguente. un partito il quale volesse assicurart' l'clcCostituite le circoscrizioni elettorali, il ferri- zione dei suoi leaders, non avrebbe che a portorio dovrebbe essere diviso in tanti collegi o tarli in più di un collegio, dovendosi ritenere sezioni equivalenti (per quanti sono i deputati lecite, sia pure entro determinati limiti, le da eleggersi nel caso di proporzionale inie- candidature multiple. Come è c,·idcr1te, la grale, per quanti sono i posti assegnali alla molteplicità delle candidature non rcchetcbbe maggiora;nza nel ca.so cli sistema maggiorita- alcuna dispersione di voli dal momento che rio) e in cillscun collegio dovrebbe essere tutti i voti raccolti dallo stesso partito in presentato un solo candidalo per ogni partito qualsiasi collegio vanno attribuiti alla lista o lista; e il candidato, nella dichiarazione uf- interprovinciale O regionale. Si è osservnto che ficiale di accettare la candidatura. dovrebbe in tale modo le competizioni elettorali torne· dichiarare la slla apparteJienza ad una li la ranno ad avere car~ttcre piLt personale che di carattere interprovinciale o regionale, a se- politico, ma questa osservazione non ci semconda della natura della circoscrizione. hra fondata. Il voto elettorale essendo nel Per conseguire questo carattere inlcrprovin- sistema un voto prevalentissimamente di lista, ciale o regionale e perchè sia possibile csclu- nessun elettore appena consapevole di sè e dere le candidature puramente personali, una delle cose darà il suo voto per considerazioni lista dovrebbe avere propri candidati in al- meramente personali quando egli sa, o viene meno otto o quindici collegi. Non dovrebbe a conoscere attraverso la propaganda, che il richiedersi un numero maggiore cli candida- suo voto avvantaggia soprattutto il partito ture per non rendere impossibile o difficilis- politico cui il c~ndidato appartiene. E se si sima la competizione elettorale ai partiti mi- vorrà dare al voto anche un'impronta cstenori. · riore più spiccatamente politica cd impcrsoLa scheda per mezzo della quale l'~lcttorc nale, si potrà disporre nella legge che la schcc prime il suo voto dovrebbe portare a slam- da di votazione rechi a stampa solo il nome pa o il solo nome del partito politico (lista del partito, senza alcuna indicazione di casocialista. lista cattolica. lista comunista. lista ralterc personale. Ma certo la presentazione democrati<:a, ecc.) o il solo nome del candi- nel collegio celi 1111 solo candidato per part.ito d,tlo o, insieme, il nome del partito e del can- indurrà ogni organizzazione a designare il mididato, a seconda che la legge avrà preferito gliore con Ja conseguenza di tener allo. per l'11no o l'altro dei modi. I voti così ottenuti ingegno, cultura, probità morale, il livello saranno attribuiti, per il quoziente e per il nu- della rappresentaeza politica. mero degli eletti, alla lista interprovinciale o regionale cui si riferiscono. e saranno attribuiti Oltre che sopprimere la gara individuale Ira al candidato locale di quella lista quali voti di i componenti della medesima lista, il sistema preferenza. proposto darà per risultato, di regola. che ogni collegio vedrà eletto il candidato che avrà Nella lista interprovinciale o regionale, il con- l ll · 1 ·1 d , ·1 d' · 1 I' ottenuta la m~ggioranza ne co cg10 lesso, e ic alo pren era J. numero ordine c ie g t ed eliminerà così, o almeno ridurrà grandecompete a seconda del numero di voti raccolti nel suo collegio dalla sua lista. ln tal mente, il grave inconveniente per cui i grossi modo. lo scandalo politico e morale della lotta centri assicurano, con i voli di preferenza inlcrna fra i candidati della medesima lista stabiliti dalla vecchia legge italiana, l'elezione o partilo per assicurarsi la precedenza nel- dei loro candidati. l'ordine di elezione verrebbe completamente Di regola, abbiam dello. Ma poichè potrebbe. impedito. n candidalo locale avrebbe certa- darsi che non riuscisse eletto (per deficienza mente interesse a cercare di ottenere il mag- di voli di lista nella circoscrizione) un candigior numero di voti possibile per raggiungere dato che pure in un determinato collegio ha ma,ggiori probabilità di elezione, ma questo oltcnulo il maggior numero di voti. i è os ersforzo sarebbe cerlamente lecito anzi dove- valo che un simile evento darebbe luogo ad roso e benefico, perchè gioverebbe principalis- una perniciosa impressione e finirebbe per disimamenle al partito e non sarebbe rivolto venture una pericolosa canzonatura. i modo personale e diretto con.tre i propri ~on ci pare cbc l'obbiezione abbia soverchi'> Chi scrive i è espresso nettamente contro le conclusioni della relazione Mascarin e, se presente alla votazione, non avrebbe accettato l'ord1J1e del giorno. wn"";" processo eoo/11lioo delle colonie con la creazione e moltiplict1;:ione di organismi di massa aperti a tutti gl'italiani » (o.d.g. Mascarin) formula troppo vaga, è stata la politica segnita fino ad og·gi delle Colonie li!bere con i risultati che tutti conoscono. La massa non è venuta a no! e se ne sfarà ancora lontana p~rchè dopo l'esperienza di venti anni di fascismo ed in momenti di disorientamento come quelli che attraversiamo gl'italiani si orienteranno verso associazioni con programmi ed idee ben definiti. li processo evolutivo non può essere il risultato improvvisato, come la moltiplicazione dei pesci di evangelica memoria, ma il risultalo di un'opera paziente di educazione e di dis.intossicazione. Noi dissentiamo profondamente da questi concetti e da questi metodi, le Colonie libere devono preoccu,parsi innanzi tutto di rifare runità fra gli antifascisti. trovare un terreno comune con 1 vecchi compa.,,"fili, quelli che non lasciano dubbio alcuno, che qualche cosa hwnno dato in difesa degl,'inferessi dell'emi,gra7jone ti taliana e molto certamente d·aranno per la rinascita del nostro paese nella libertà e nella democrazia . Dopo ci interesseremo degli < organismi di massa aperti a tut/i gl'italiani » e tutti coloro che si sentiranno di unirsi a noi per l'attuazione del programma antifascista, di lavorare per un'Italia migliore, che non deve essere quella di ieri " di oggi, saranno accolti fraternamente. Chi ha fatto h relazione morale della Federazione a B~rna hn detto che nelle Colonie libere ci rnno due crisi: una di destra ed una di sinistra. il convegno ha avuto il torto di non prcoccupar;si di quella di sinistra senza dare tma soluzione precisa all'ultra. Bi,sogna uscire da questa situazione, la chiarificazione deve venire e verrà; signifi,ca.tivo lo scritto di Luigi Mietta aq>parso su < Ubcrt.'1 ». su pplcmen lo del « Popolo e Libertà», giornale dei conservatori cattolici ticinesi, altrettanto significatjvo l'o.d.g. ,·olato dal convegno delle Colonie libere della Svizzcrn orientale e precisamente: Kreuzlingcn. SI. Gallo, Kra<lolf e llorschach nel quale si auspicava la costituzione di < comunifi, 11ro'/eafrie ». A proposito, si o.d.g. non è stato vcgno di Berna? poli·ebbc sapere pcrchè questo letto nel testo originale al conM. Sezione Arbon - Rorsohaoh La 8ezione 8o<·ialista A1·bon-R-0rschaclt, è conrnrata in as 'ùmblea generale per domenica 22 aprili! alle ore 14 prec-ise nella sala del Ri:,;tornnte Eiehe in _\rbon. _\ll'ortline del giorno vi sono delle trattande ùi particolare in1portanz:1 ed è clo,-ere di tutti i <·<•mnal!nidi non mancare. peso. Un simile fenomeno il quale costituirebbe una singolaritù ecrlo rara se non eccezionale e per ciò solo di scarsa imporlanw pratica, pnò aversi - come di fallo si è giù aYYe_rat.o - anche con il vecchio sistema proporzionale. Ma non potrebbe sollevare serie delusioni pcrchè, nel sistema, la lista e la circ_oscrizione sono interprovinciali o regionali e l elctto'.c s11gic't in anticip~ che, per conseg11irc la elezione. dcvonsi ragg1u ngerc anche determina li risultati cli carattere inlernro'vinciulc o regionale, c cioè una somma complessiva di voti che assicuri la elezione di uno o più candidati cli quella lista. O,·e questi risultati manchino. la mancata elezione del candidato locale dovrebbe apparire come cosa nal11ralc già scontata in anti,cipo. · Lugano. cf1cmbre 1944. E.L.S. Redattore: E r I eh V a I ii r _ Zurigo TI po g r a I I a : S A. Arti Grafiche già Veladlnl I& C. - Lugano

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