Bil da riparat·e .non avendo subito dalla guena distruzione alcuna. TUTELA DELLA NOSTRA EMIGRAZIONE E' pertanto eYidenle che il problema della noslrn emigrazione dovrà e. sei~ studiato soprattutto sotto il profilo della nostra partecipazione alla Ticostruzione europea, opera ciclopica che richieder;\ non soltanto quantitati\'i enormi di mate1'iall, rnu anche masse enormi di uomini ,·olonternsi e <:apac:i. :'\el plani di questa ricostruzione, c:he noi ci auguriamo possa c:oiocidere con la realizzazione dell'unità europea, l'Italia avrà purtroppo un posto modesto ,er quanto conc:erne il potenziale industriale, ma potrà a ,·eroe uno di primo ordine per quanto c·oncerne Il potenziale umano. saranno realizzate ogni classe dirigente una determinata comunità nazionale deve intanto assicurare a questa le migliori possibili condizioni di vila. Gli errori compiuti a causa cli certa menlalitìt 1uegulomane imper·ante non devono indurci a cadere nell'enore opposto cle1l'autodlstn1zione. Prima di abbandonare un settore faticosamente c-onquistato dovremo preoccuparci di trovare più fa vorernle contropartita. La no tra organizzazione ngricola e industriale dovrà quindi esser·e modificata ma non per ridurne le po~ibililit c-oruplessive, ma ul contrario per aumenta1·1e sia pure adeguandole alle mutate situazioni tli fatto. Alla base di que! ta grande opN11. sia che si tratti <li mandare lavoratori all'estero per avere materie prime sia che si tratti di reali1..zare in patria nuO\'i ordinamenti l)roduttivi, vi è la nece,;sitit lii 11na migliore educazione morale e> professionale per tulli gli italiani. L'Italia di domani quindi <10n:'.1 fare perno sulla scuola. Quando il nostro popolo sarà composto da milioni <li lavoratori aventi coscienza della p1·0,::>ria rligni l.:t e della propria capacità di produttori spc>- cializzati il suo lavoro sarit ap1>rezzato 0\'unque r tanti pr-oblemi come quello dello ·viluppo demografico e clel collocamento all'estero della mano d'opera disponibile perderanno in grnn parte il c:aratlere drammatico rol quale hanno pren1uto in quPsti ultimi tempi s11gli svilu))]>i clella nùslra ,·ila nazionale. La valorizzazione della nostra mano d'ope1·a diS'.)Onibile in setle di <:ollaborazione tra le nazioni ' doHà quindi esi:;ere necessarinmente domani una delle principali preoccupazioni del nostri uomini Il nostro Prartito di governo. ~ul modo çon cui questa \'alorizzazione può es- :,-ere conseguita gli studiosi e gli esperti: ansiosi del bene del nostro paese e delle nostre masse la ,·oratrici, dovrebbero portare fin cl'ora la loro attenzione. E' evidente che la nuoYa emigrazione donà avere caratteri assolutamente diversi dn quella clrl passato. Infatti: 1) dato che essa :;arit l'imita verso paesi già in· tensa.mente popolati, e ?er opere ricostruttive immense ma pur delimitate, non potl'ìt essel'e pre,·alentemente che temporanea; 2) dato che tutti gli Stati disciplinernnno in modo rigoroso i movimenti della mano c1·opel'a l'emigrar.ione sarà contingentata; 3) dato che tutti gli scambi internazionali di merci, servizi, lavoro, ecc. saranno controllati la emigrazione sarà professionalizzata; in altri termini nell'ambito cli un dato contingente non si muq.- Yeranno dei singoli individui capaci di non importa quale profes,:;ione, ma dei gruppi ben determinati di mestiere aventi determinate capacitìt organi;,,zatiYe e produttive; 4) dato gli sviluppi della organizzazione sindacnle i singoli emig1·anti non saranno Iasc:iati soli di fronte all'impresa straniera ma le loro :;>restazioni di gruppo dovranno far oggetto di condizioni alla definizione delle quuli donanoo partecipare tanto i sindacati di categoria del paese di ol'igine <:he quelli del paese d'impiego. L'emigrazione sari\ quindi contrattuale; 5) data In natura speciale di certi la,·ori lli rlc.:oi:;truzione i grnppi professionali organi<:i costiltwnti le unitit emigratorie potrebbero in molti casi stipularP c-ontratti cli appalto. E' e\·iclente che un grnppo lii Yenti nostri torniLOl'i non ~.>ott·ebbe essere inserì to nel complesso di una industria meccanica estera con in<:at·ichi cli lavoro autonomi, ma pel' ese111pio nostre cooperative di e<llli. terrazzieri. faleg-nami, ecc. potrebbero benissimo assume1·e tlil'ettamente l'imp1·e.~n di determinati lavori. In certi settori l'emigrazione doHebbe tJuindi essere socializzata. L'avYenire ci dirit sino a c:he punto queste tliretti\·e che noi pre,·ediamo ecl :1uspichiamo potranno <liYentare realtìt concreta. Noi dobbiamo dire comunque fin d'ora la nostra parola affinchè l'emigrazione di domani non sia un cambio di padrone o un t.rapianto di sofferenze ma un atto d'equa ed utile partecipazione alla grande opera <:omune dei popoli europei, o, io parole più concrete, una giusta ragione di scambio fra tante ore di prestazioni professionali e tante tonnellate di ca 1·bone e ferro a noi necessari. Noi non ignoriamo che l'emigrazione coin\'Olg<' anche problemi politici, sentimentali, umani che non ùe\·ono essere trascurati. l\Ia noi non li tl'asc•mifremo. La ifatica dei nostri lavoratori all'estero sarà strettamente legata alla fatica dei lavoratori c·he resternnno in patria perchè uno solo dovrtt Pssere lo scopo: ricostruire al più presto il nostrn martoriato paese e stringere vincoli di sincera collaborazione con gli altri popoli che al pari di esso hanno tlovuto soffrire gli orrori della guerra. , DIFESA DELLA NOSTRA ECONOMIA Una fa\·orernle soluzione del problema della nostra emigrazione non potrebbe tuttavia esaurire da sola la questione dell'occupazione del nostro potenziale umano. Abbiamo giìi detto che a nostro aYviso: 1) l'emigrazione ,·erso i paesi europei non potri\ aYere che carattere tempora.neo; 2) i te1·ritori d'oltre oceano tenderanno per l'a\·- Yenire ad irut)e<lire nuo,·i afflussi di mano d'opera; ~!) i nostri ,·ecc:lti territori africani, date le nostre limitate possibilità di investimenti, anche nella più faYorevole ipotesi potranno assot·bire, come <lei resto le colonie degli altri paesi. -olo limitati c·ontingenti di lavoratori. Consegue da quanto sopra che nell'armonizza re la opera cli ricostruzione della nostra industria e della no ·tra agricoltura all'opera di ricostruzione dell'intern attrezzatura procluttiYa europea noi dobbiamo fare il necessario per assicurare domani ai nostri operai e contadini la :;:,iù larga misura possibile di hvoro in patria. '.\'oi non ignoriamo i pericoli di falsi orientamenti che da ciò pos ·ono cleri vare ; noi non lgnorìa mo neppure le cose me1·a \·igliose che si potrebbero fare, sulla base dei costi comparati, in un mondo in cui uomini e merci potessero spostarsi, senza impeclimenti, come elementi costituth•i di un unico merc-ato. Senza chiudere le porte all'anenit·e noi dobbiamo tutta ,·ia ricordare che gli uomini mangiano ogni giorno e c:he fino al momento in c:ui le premesse go 1cre · _1ice ·tn gr~ncle com11ir 110113e n~ L'Avanti! dell'Italia. libera.la (qualchz raro numer_o riesce miracolosamente ad arrivare di quando in quando fin qui) documenta gi;ì fin d'ora la promettente ripresa del movimento socialista. Ce lo dicono le ·convocazioni delle numerose sezioni rionali di Roma, e quelle dei convegni socialisti nelle provincie. Qualche mese fa unti notizia apparsa sulla stampa svizzera indicava nientemeno che in 8 mila. il numero degli iscritti al Partito Socialista nella sola citttì di Roma. Di questo slancio verso il socialismo, mentre la vita nel paese è ancora tanto lontana dalla norn,alitJ, possiamo prendere allo con piacere, ma anche con perplessità, poichè ogni meclaglù1 ha il su-0 rovescio. E' la prova intanto che venti anni fascismo - che hanno soppre.~so il partito socialista, vietata la_~ua slam:P_a,eliminalo, dopo i falò delle spedizioni punitioe, Of~nimezzo di cultura socialislfl proibendo la vendi( a dei libri sovversivi, cancellandoli dai calalochi, limitandone persino la lettura nelle pubbliche biblioteche - non sono servili a nulla di quello che il fascismo si riprometteva. Senza libertà di stampa, senza liberlJ di parola, il socialismo non è isterilito come pianta in ambiente privo d'ossigeno. E' bastato uno spiraglio di libertà perchè il socia'lismo fosse ancora in piedi e si mostrasse vivo come prima, più ancora di prima. La verità è che il socialisrrw, a dispetto di tutti i reazionari di ogni epoca e di ogni etichetta, non può morire. Non può morire in regime capitalis~ico perchè ne è la conseguenza insopprim'ibi/e. i'von è forse vero che la borghesia < genera i propri becchini »P T,o spontaneo orienta,nenlo delle masse operaie italiane ne/l'on1 de'lla ripresa verso il Partilo Socialista è la riprova della f econditil del lavoro clie esso /rn soolto in un trentennio della sua attività. C'è ormai una tradizione socialista in Italia che più, non si cancella, una tradizione non di sterili a.f f ermazioni teoriche o programmatiche bensì materiala di educazione di coscienze, di opere costruttive, di buone battaglie per la di/ esa e per l'eleve,zione del proletariato. L'opera. di nobile apostolato compiuta in tanti anni dai pionieri del socialismo italiano, e che è riuscila a sostituire ad una plebe denutrita e aruilf abeta una. classe lavoratrice consapetJole i! dignitosa non può essere misconosciuta anche se lungo il cammino il partito socialista talvolta non sin stato all'altezza del suo compito. · Ma, siamo giusti, da simili errori non sono stati immuni e non lo saranno neppure in avvenire, i movimenti socialisti di tutto il mondo. E' (a.tale che una rivoluzione così profonda, qua.le quella. che deve porta.re il proletariato al potere colla. soppressione degli antagonismi di classe e coll'organizzazione dell'economia mondiale su basi collettive abbia una lunga elaborazione, un travaglio difficile e doloroso, nel qua·le errori di visione, mancanza. di tempestività, deficienze cli tattica, insufficienza di preparazione possono ritardare il raggiungimento degli scopi. « Voi operai - diceva Carlo Marx in un suo indirizzo ai lavoratori - dovrete passare attraverso quindici, venti, cinquant'anni di guerre civili e internazionali non solo per cambiare i rapporti sociali m.a anche per trasformare voi stessi e rendervi atti al dominio politico». Noi non aveva1n,o mai dubitalo. Ma oggi questo constatato afflusso di iscrizioni ad un partito che, nella situazione attuale, non può svolgere ancora alcuna azione positiva e che soltanto ha risollevalo dall'eroic11 clandestinità, alla lilce d<!l sole l'Avanti!. la sua vecchia. bandiera di tante balVITAITALIANA PRIGIONIERI l'l.'ALIANI LIBERATI DALL'AVANZA'l'A ALLEATA Abbiamo notizia che i primi contingenti di soldati italiani, liberali dall'avanzata delle lmppe alleate, cominciano ad affluire in Francia.. Circa 500 Ira essi sono giunti nella Cote-cl'Cr, a 10 chilometri da Digione. La notizia ci' è stata recata dal lenente medico dott. Scararne/la, venuto a fllir visita, a nome dei suoi compagni. al nostro Comitato. Quello che essi han sofferto in Germania è indicibile. Dei 70ù.000 militari italiani che i tedeschi disarmarono e deportarono dopo l' 8 settembre 1943. si calcola che, nei primi nove mesi di prigionia, ben 50.000 sono morti di fame e cli privazioni. Tra/lamento infame, peggi,0re di quello riservato a folli }(li alfri prigionieri di guerra, paragona.bile soli anlo a quello inflitto ai prigioneri russi dai bruti hitleriani. La loro vita si svolgeva così: lavoro forzato, il più duro, il più estenuante. sollo i colpi degli aguzzini, dalle 4 del mattino alle 8 di sera; nessuna assistenza medica; proibizione assoluta di riceoere pacchi dalle famiglie o dalla Croce Rossa. Preda della fame, gagliardi artiglieri ed alpinJ si trovarono presto ridotti a non più di 40 chili. Perchè un uomo possa vivere standosene a letto, a riposo assoluto .. occorrono circa 2.800 calorie. li fozzo di pane nero, la zuppa di rape (le famigerate rulabagas) e un'ombra cli margarina distribuiti quotidianamente, non fornivano, a quegli uomini giovani ed affranti dalla f alica, più di 1000 calorie. Se non avessero venduto ad uno ad urw tutti g~ ogge.lti clze possedevano - anetli, orologi, foglie, documenta. come il socialismo abbia continualo a vivere ìn Italia in questi e/uri venfi anni di soppressfone ufficiale. In migliaia e migliaia di famiglie operaie e contadine, che la parola socia.lista aveva elevale e redente, es.•o è vissuto nell'intimità delle parei:. domestiche. E' stata una fede che le persecuzioni rafforzavano e che, come in nuove catacombe, aumentava i -~uoiadepti. Perciò bisogna essere ottimisti. Il gran male che ha f alto ll fascismo forse non è nel nostro cwnpo così profondo e insanabile come temevamo. Molti tra noi temevano che i qll<ldri del Partito potessero trovarsi di fronte a una grave lacuna: che i superstiti del vecchio Partilo non trovassero pronte le reclute che devono precederli con più, vigore e con maggior decisione nelLu rnarcia. comune. Ma questa stessa confinuitii del socialismo, ditrafa anche senza soluzione in venti anni di vita sotterranea, ci deoe indurre inoece alla speranza: forse nel lungo silenzio saranno cresciuti al socialismo non solo giovani ardenti di fede ma anche giovani che si saranno tempra.ti nello studio e saranno ben preparali a portare alla causa un fresco e vivificante conlribu lo intellettuale. Dicevamo però che le troppo numerose iscrizioni ci lasciano alquanto perplessi. In questo fenomeno di improvvisa elefantiasi del Partilo (e non solo del nostro) scorgiamo intanto unti triste ereditiì del fascis1no, un'eco del totalitarismo di infausta memoria. - Quando per venti anni si è educalo - passi la parola - tutto un paese a vedere nel partilo dominante il mezzo per olfenere, nella lotta per la vita, posizioni facili e privilegiate, non c'è da stupirsi se, cambiata la -~ituazione politica, tanta gente si volga al nuovo astro con la stessa mentalità. di prima. Ma il Partifo Socialista è un partito di massa non in quanto apra indistintamente le porle a tutta la massa operaia ma. in quanto si fa interprete degli interessi di tutto il prdlelariato. Espressione esso stesso del proletariato, ne costituisce l'avanguardia. Perciò deve ambire a raccogliere nel proprio seno gli elementi migliori della classe proletaria, queNi più, coscienti e nieglio preparati. La tessera del partilo socialista non è il documento per farsi 11vanti a scapito di altri, per acquistare onori futili tanto apprezzati nel mondo borghese: l'onore che la tessera del Partito garantisce a~li iscritti. è solo quello di servire in prima tinea, con fede e sacrificio, la causa del Partito, ossia del prole( aria/o. Del resto ugual ferw1neno si era già verificéllo in Italia nel 1919. Anche allora ci fu un afflusso straordinario di iscrizioni a·l Partito Socialista. Ogni paesello ebbe la sua sezione con relativa bandiera. rossa. L'Avanti! raggiunse tirature incredibili superando quelle dei più diffusi giormili borghesi. Ma il Partito si accorse ben presto che la crescila improvvisa ed eccezionale era tutto a scapito della qualità.. Possiamo ben dire che i più, accesi vociferatori inconcludent1, i facili sostenitori delle scissioni e nello stesso tempo gli elementi che, al primo stormir di fronda, si eclissarono o addirittura passarono al servizio della reazione fascista provenivano proprio da questa specie di leva. in massa del dopoguerra. Tale esperienza rwn deve essere dimentica.fa. Rallegrianwci pertanto dell'attuale forte afflussi di iscrizioni al Partito solo come sintomo del sicuro orientamento della massa proletaria alla fine del presente conflillo. Ma non dipartiamoci mai dal criterio della selezione. Lavorare in profondità più che in superficie; preferire le coscienze al numero. Su queste ba.si solo si ricostruirJ un partito · forte, disciplinato, autorevole, degno delle buttuglie che l'alfendono. TENAX scarpe, indurnenli personali - per procurarsi un po' di cibo, diviso f raternRmenle fra loro, l'BO per cento sarebbero morti, certamente, di fame. Le malattie facevano strage: il numero dei lu.- bercolotici è, ora, spaventoso. Il dottore ci afferma che centinaia di migliaia dei nostri giovani, se riusciranno ad iiscire dall'inferno tedesco, tornerélnno in patria complefarnenle finiti. Impossibile, a chiunque non abbia. perduto t'l senso dell'iimanità, di non maledire 1111 regime carico di la/i delitti! Particolare commovente: il tenente Scarame1la ha conservala durante lull,1 la prigionia, riuscendo cl salvarla, la bandiera del suo reggimento: il 59.o Artiglieria, di stanza a Vercelli. 1l gmppo di liberati, al quale egli appartiene, giunse direilamenle ad 'Epernay. Gli ammalati oennero ricoverati negli ospedali. Agli allri. venne chiesto se fossero disposti a la.vornre per l'esercito americéino. Tutti accettarono. (Da < Italia libera»· Parigi, 24 marzo 1945). PRELUDIO Senza eccessiva pubblicilii si è tenuta a Roma la prima elezione democratica 'di vna certa irnporfanza, quella dei dirigenti del sindacalo ferrovieri. La lista conwnisfa ha oltennli 15 posti con 2274 voti per il capolista: quella socialista ne ha ottenuti dieci, con f 5 I4 voli per il capolista; quella repubblicana ne ha avuti cinque con 767 voti per a capolista; quella democristiana ne ha avuti quattro con 51I voti per il capolista. Una lista apolitica. non ha raggiunto il quoziente minirno richiesto. Hanno partecipato al oolo in masSfl 8_/ioperai ferr?vieri e gli agen~i di _st_azionee di Lmea, mentre 1l personale degli uffici e della direzione genera'le (in numero di circa 2000 persone) si è quasi totalmente astenuto. (Da <Domenica», Roma, 21 gennaio 19115). Per l'Internazionale socialista Il C'omitato della ricostituita Jntern~zionnlc h11 inrilnto IP .'ezioni adp1·Pnti a formularr le loro id<•e e proposte sulla riorganizzazione drll' lntrrnazionale st<->ssa: le rif-[J0St(' reri-anno pvi fH tte c-irc-olare e srrvirnnno di base per la discussiollP. '.\'ell'atre,;a ('}1e i risultati dell'inchiesta vengano p11bblic:ati, c:rediamo di poter srolgere su que- :--t<-c>:olonne alc-un<' nostre idee ;a;11ll'importante e intC'rrsc;ame argomento. li problema ,·itale cli tutte le organi1.zazioni internazionali è <.-ostituito ùal contra. to tra interessi nazionali e neee~sità internazionali, esso ha fin'ora sempre inceppato l'attiYitit (li quell<->e le ha fatto Tenire meno ai loro com:)iti prnprio nei momenti de<:ish·i della prorn; c·iò mie per la 'ocietà delle Xazioni, come anche per i tentatiYi internazionalisti clei mo\·imenti proletari. Bisogna riconoscere, in base a e perienze cli un vas ·ato recente comprendente due ti[Ji opposti di organizzazione internazi<>· nale, che non è ancora Rtato possibile, sul terreno dell'internazionalismo operaio, lro\'are una soluzione soddisfacente vei-quel problema. Xell'Internazionale Socialista i partiti aderenti erano piena~ mente coscienti della situazione e a \·e vano dato alla loro Internazionale una forma di organizzazione ampiamente federatirn• nella quale i membri godevano della massima autonomia, con i risultati c-he tutti conoscono. Affinitii. ideologiche e talune di interesse, ::irofessione di fede internazionalista poterono bensì, ::irima del 19H-, dare alle masse la spe· ranza che l'Internazionale sarebbe insorta contro la guerrn; non furono però nè allora ni> più tardi forti abbastanza da controbilanciare gli interessi particolari, nazionali. Xon più soddisfacenti dal punto di vista dell'azione internazionalista, furono i risultati del metodo opposto, praticato dalla terza Internazionale, che accentrara grandi potel'i nelle mani dell'Esecutivo e impone,·a ai partiti aderenti una rigida disciplina, esperienza d'altronde interessante quest'ultima, ricca di insegnamenti, che meriterebbe uno studio serio e obiettirn. Pare c·he ,tnche nella ricostituita Internazionale ~indaeale si ripresenti. in tutta la sua gravità, lo . tesso problema, ecl è difficile prevedere che, se non do- ,·es ·e e· ere possibile trovare una soluzione per es- ,-o, i ripeteraonno e :;:,er l'Iotemaziooale Sindacai~ e per quella Socialista e per le altre possibili InLernaziooaii gli insuccessi del passato, con l'unic-o effetto di discreditare l'idea dell'Intemazionalismo. '.\'ostra intenzione è di svolgere una proposta tendente ad imposta re l'azione internaziona1e del Sociali ·mo sopra una base nuorn, che permetterebbe, non vogliamo dire di eliminare di colpo, ma almeno di attenuare. col tempo, note\'Olmente nella <:lasse operaia la tensione tra interessi nazionali e ne<:e sità intemazionali, e altresl di creare le premes e per una sistematica azione costruttrice del1·1nternaziooa le. A no tro parere l'Internazionale Socialista donebbe e~istere i!} funzione dell'azione che i partiti socialisti dovranno srnlgere sul terreno della politica estera. Dato il primato che nella ritn delle nazioni s:;:,etta ai problemi della politica estera, è necessario che iIJ avvenire i socialisti partecipino e-on molta maggiore intensitii. che non sia an·enuto nel passato alle lotte che Si combattono attorno a<l <'"sa nei rispetii\·i paesi. Però questa loro attivit:1 potrù da1·e dei risultati posith•i e permettere ad es- ;:i cli esercita re un'influenza, in seno socialista, sul l'Orso della politica internar.ionale, solo se sari'I pos ibile coordinare l'azione clei partiti socialisti clei cliversi paesi e organizza re una collaborazione tra essi, collaborazione che non do\"rebbe, però a,·er luogo solo saltuariamente, occasion11mente, ma essere continuata. Ora, l'Internazionale Socialista dovrebbe farsi essa centro coordinatore di tale collaborazione. Essa donebbe seguire gli sviNORME PER L'ISCRIZIONE AL PARTITO SOCIAUS'l'A l'l'ALIANO L'iscrizione al Partito Socialista. è aperta a tutti coloro che hanno compiuto 21 anni: ,Ve sono esclusi: 1) coloro che, avendo ricoperto cariche politiche, sindacali nei/ nosfro partito o in altri movimenti di sinistra, si siano iscritti al partito fasci sta; 2) coloro che si siano iscritti. al partito fasci- .Sléled in esso abbiano ricoperto cariche; 3) coloro che, du.rante il regime fascista fecero propaganda scritta diretta a sostenere, dif- /ondere e realizzare le idee e le finaliftì del fa- . cisrrw; 4) coloro che, pur non essendosi iscritti al partilo fascista risultano in base a docurnenta• zioni direttamente o indirel'tamente collaboratori del regime fascista; .5) co'loro che, pur non avendo data formale ,ulesione al' regime fascista hanno ottenuto da questo favori e profitti illeciti; 6) coloro che abbiano riportato condanne infamanti o abbiano dato pubblico scandalo a meno che con la loro condotf-a abbiano dato effettioa pr/Jva. di essersi riabilitati. (Dal « Bolletlino del P.S.I. », Roma, 28 febbraio 1945). Meme11to Rammentiamo ai nostri abbonati che ancora non hanno versato l'importo abbonamento al giornale per il 1945 a volersi servire dell'acclusa cedola. postale onde evitare le spese di rimborso o la sospensione, sia pure temporanea, del giornale. L'Amministrazione.
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