L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXV - n. 17 - 15 settembre 1944

f BiL FederaziOne Sociali~ta "Olindo, Gorni" Alla presenza dei compagni Hans Oprecht e Guglielmo Oanevascini, si è svolto a Zurigo il 3 settembre un riuscitissimo convegno della Federazione socialista di lingua italiana. Han partecipato al convegno una trentina di delegati in rappresentanza delle seguenti quindici sezioni: Zurigo, Winterthur, Sciaffusa, Arbon, Rorschach, Kreuzlingen, Zugo, Grenchen, Basilea, Bienne, Ginevra, Losanna, Vevey, Lugano, Mendrisio. Altri gruppi, in via di costituzione, avevano inviato la loro adesione. I lavori del convegno si sono svolti alla Casa del Popolo di Zurigo e sono durati dalle 10 del mattino alle 5 del pomeriggio, svolgendo il seguente ordine del giorno: 1. Il Partito Socialista Svizzero e i lavoratori di lingua italiana (relatore il Presidente del P. S. S. compagno Hans Oprecht). 2. Saluto del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. 3. La situazione politica del dopo-fascismo e del dopo-guerra e i compiti dei socialisti (relatore un compagno della còmmissione esecutiva). 4. L'azione dei socialisti in difesa delle comunità proletarie italiane in Svizzera: a) organizzazione sindacale (relatore un delegato di Basilea); b) assistenza (relatore un delegato di Losanna); c) attività culturale e Ghilda del Libro (relatore un delegato della sezione di Zurigo); d) le «colonie libere» (relatrice la Comsione Esecutiva). 5. Scelta della sede della Federazione e varie. I lavori del convegno sono stati caratterizzati dalla più fraterna so~idarietà verso gli eroici compagni che lottano in Italia e dalla fiducia che il nostro partito in Italia è all'altezza del compito storico cui deve far fronte. Per ciò che riguarda i compiti specifici della Federazione nel seno delle comunità italiane in Svizzera, il convegno si è reso conto che siamo all'inizio di una nuova epoca nella quale è dovere essenziale di ogni gruppo socialista di mobilitare tutte le sue energie per la propaganda, l'organizzazione e la conquista dei lavoratori di lingua italiana ancora disorganizzati. I lettori troveranno in questo numer.o il rapporto sull'assistenza ai deportati politici e razziali, e alcune risoluzio.ni votate dal convegno. Altri documenti seguiranno nel prossimo numero. L'assistenza ai deportati italiani - L'opera del comitato di Losanna Alcuni studenti italiani, che a seguito delle infauste leggi razziali instaurate dal regime fascista, risiedono da qualche anno a Losanna per seguirvi gli studi universitari, e che hanno dato, fino dal suo sorgere, fervida attività di pensiero e di opere alla Colonia Italiana Libera, giustamente preoccupati sulla sorte delle loro famiglie rimaste in Patria, hanno chiesto alla Colonia stessa di affrontare il tragico problema delle deportazioni, che le autorità tedesche, coadiuvate dai neofascisti hanno, dopo l'infausto 8 Settembre 1943, messa all'ordine del giorno. Superfluo, crediamo, sia l'esporre ed il ricordare cosa sia avvenuto nell'Italia occupata dagli. eserciti tedeschi dopo tale data. Basta l'assicurare che migliaia di cittadini, senza riguardo all'età, al sesso, alle condizioni di salute, sono stati, con le ben note brutalità, arrestati, avviati in campi provvisori e di là deportati in Germania: il mistero più assoluto regna ora sulla sorte di questi infelici. E, a quanto consta, gli arresti e le deportazioni continuano! La Colonia di Losanna ha creduto suo dovere di accogliere la proposta degli studenti italiani i quali, è bene sottolinearlo, hanno fino dal primo momento chiesto che il problema fosse studiato sia per quanto riguarda i deportati per causa razziale, sia per quelli che devono la loro sorte dolorosa a causa politica. La Colonia lo ha fatto tanto più volontieri in quanto nessuna iniziativa del genere era fin qui sorta, dando cosi la netta impressione che i deportati fossero stati completamente 'abbandonati al loro destino. Infatti non consta che Enti Nazionali o Internazionali, per altre ragioni tanto benemeriti, abbiano assunto il compito dell'assistenza e della tutela dei deportati civili, cosicché mentre i prigionieri di guerra, i rifugiati, gli internati hanno in tutti i paesi organi che in qualche modo possono provvedere ai loro bisogni più elementari, a garantire un minimo di corrispondenza con i famigliari, ad assicurarli infine che l'umanità non li ha del tutto dimenticati, per i deportati, forse perché non si prevedeva che nel secolo XX fosse possibile tanta barbarie, nessuna provvidenza è stata escogitata e resa comunque possibile fino ad oggi. . . , Il problema è imponente per la sua vastita, grave per i doveri che coimporta, delicato per i riflessi politici e diplomatici che solleva. La Colonia di Losanna ha creduto però di non arrestarsi di fronte a tante difficoltà ed J:ia Tre risoluzioni Direttive d'azione per le comunità italiane Il Convegno ritiene che, nella nuova situazione politica determinata dal crollo del fascismo, dalla paralisi dell'apparato propagandistico e poliziesco consolare e dalla prospettiva di una prossima fine della guerra con la vittoria degli stati democratici, sia dovere essenziale e impellente dei socialisti italiani in !svizzera di promuovere l'organizzazione delle «comunità proletarie italiane» allo scopo di purificarle dal veleno fascista e nazionalista e di educarle nei sentimenti di solidarietà, di libertà e di autogoverno. Ispirandosi a questa necessità il Convegno indica ai socialisti italiani le seguenti direttive per la loro azione : 1. Le colonie libere, o comunità proletarie italiane in !svizzera, devono essere aperte agli antifascisti di tutte le correnti ed agli italiani $enza partito, tendendo però lontani dalle proprie file gli elementi reazionari attivi, i propagandisti monarchici ed in genere, gli exfascisti, salvo discriminazioni singole da esaminare caso per caso. 2. Le colonie libere, o com\UÙtà proletarie italiane in !svizzera, possono iscrivere tra i propri soci anche cittadini non italiani se particolarmente meritevoli della causa antifascista. Essi saranno però esclusi dalle cariche e dal voto. 3. Le colonie libere, o comunità proletarie italiane in !svizzera, devono assorbire e trasformare in senso proletario e democratico le istituzioni assistenziali e culturali che esse ereditano in seguito al defenestramento degli ex-dirigenti fascisti. All'attuale forma di ·beneficenza consolare è indispensabile sostituire forme di solidarietà diretta e mutua tra gli italiani. Agli istituti di cultura nazionalista deciso di affrontarle anche se la sua iniziativa fosse destinata al più deprecato e completo insuccesso. Essa sa di compiere un dovere, un altissimo dovere, e ciò è sufficiente conforto per la sua fatica. La Colonia libera ha costituito nel suo seno un comitato ad hoc, denominato «Comitato di Soccorso per deportati italiani politici e razziali». Ad esso sovraintendono il Presidente Luigi Zappelli, il Prof. Pan'za De Maria e l'Avv. Angelo Donati, coadiuvati da un gruppo di i. giovani volonterosi. Primo atto del Comitato fu l'invio di un documentato messaggio al Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, che è stato largamente diffuso dalla stampa. In esso, dopo aver fatto la storia degli avvenimenti ed aver riferito sulla entità del problema, si invita la Croce Rossa ad assumere la tutela dei deportati ed a chiedere al Governo del Reich l'autorizzazione di estendere la sua tutela anche a loro beneficio. Il nostro Presidente ha poi avuto un primo contatto col vicepresidente di tale organizzazione ed ha ottenuto un primo affidamento per lo studio della questione. Contatti sono stati presi con organizzazioni nazionali similari che si occupano dei deportati francesi, belgi, olandesi e polacchi. Un appello è stato inviato al Capo del Governo italiano Ivanoe Bonomi e si spera di poter far prevenire l'eco dei nostri desideri ad altri uomini politici che si sono accinti al duro lavoro della ricostruzione italiana. G 1 i s c o p i i m m e d i a t i che la Colonia si prefigge sono: 1. Sospel}sione delle deportazioni da parte del Governo neofascista. 2. Conseguente permesso ai delegati della Croce Rossa di visitare i campi italiani e di portare soccorsi morali e materiali ai detenuti che vi rimanessero. 3. Autorizzazione ai delegati della Croce Rossa di visitare i campi esistenti nei territori controllati dal Reich e di portarvi pacchi di viveri e di medicinali. 4. Ottenere che i deportati possano, con le stesse forme dei prigionieri di guerra, corrispondere con le famiglie. 5. Autorizzazione cli emigrare in Palestina' a coloro che avessero il permesso di entrare in quel paese. 6. Autorizzazione di trasferire s u ib i t o in !svizzera i deportati inabili per ragioni di salute, vecchi, donne e bambini, analogamente a quanto è stato fatto per 'llll gruppo di 320 ungheresi. Le spese del trasferimento e del soggiorno in !svizzera sarebbero assunte dal Comitato della Colonia Italiana Libera. E' infine allo studio la possibilità della costituzione di squadre volontarie che, a seconda delle future contingenze potrebbero essere impiegate direttamente o per integrare l'opera della Croce Rossa, delle Autorità Militari e di altre organizzazioni per ricuperare i deportati, assisterli nel periodo che precederà il loro auspicato rimpatrio e per provvedere, con i migliori e più rapidi mezzi possibili, al rimpatrio stesso. ed imperialista è necessaz:io sostituire iniziative culturali aperte alle ten..denze spirituali più moderne ed universali. 4. Le colonie libere, o comunità proletarie italiane in Ssvizzera, devono promuovere in tutti i modi la fraternizzazione tra i lavoratori italiani e svizzeri. A questo riguardo i socialisti sono dell'opinione che le «Case d'Italia» sono tra le istituzioni fasciste che si possono liquidare senza rimpianti. Le riunioni della comunità proletaria italiana possono aver luogo negli stessi edifici frequentati dagli svizzeri e dai cittadini di altra nazionalità dimoranti in questo paese. 5. I socialisti invitano gli altri gruppi antifascisti a pronunziarsi su questo programma di riorganizzazione delle Comunità Proletarie Italiane in !svizzera. Essi affermano la propria volontà d'applicare questo programma dovunque se ne presenterà la possibilità. I socia.listi per l'azione sindacale Il convegno della Federazibne socialista «Olindo Gorni», convinto dell'utilità e della ne-, cessità dell'organizzazione sindacale per la difesa degli interessi e l'elevamento della classe lavoratrice in generale, impegna tutti i propri soci operai ad aderire ai sindacati dei rispettivi me,stieri affiliati all'Unione sindacale svizzera e di svolgervi buona attività. I socia.listi per la Ghilda del Libro Il convegno della Federazione Socialista «Olindo Gorni» saluta la fondazione di una ghilda del libro in lingua itali~na, destinata a diffondere specialmente tra i lavoratori libri di arte, di storia, di cultura generale e di prose narrative e libri scientifici, ed invita vivamente tutti i compagni a collaborare al successo di questa ottim.a iniziativa. Quest'opera veramente grandiosa potrà svolgersi prevedendÒ due ipotesi: - l'occupazione graduale degli eserciti d'invasione OpJ:!ureun crollo interno. Da questa sintetica esposizione z:isulta come arduo sia il compito che la Colonia si è prefisso. Si tratta di un lavoro preliminare di ricerche, rese relativamente facili dalle indicazioni dei numerosi rifugiati sparsi nei vari Cantoni, di un'organizzazi,one poi da creare ex novo per l'opera di assistenza e di ricupero. Per tutto ciò occorrono imponenti mezzi materiali e fervidi aiuti morali. Si debbono rimuovere resistenze passive, difficoltà formali, pericolosi agnosticismi se non addirittura opposizioni attive. Infine occorrono sacrifici personali di denaro e di attività. La Colonia di Losanna confida che anche da questa assemblea si elevi una voce incitatrice. Da questa essa troverà nuova lena per il duro cammino da percorrere, per questa essa s'augura che la raccolta dei mezzi le sarà facilitata. Sarà comunque una nuova prova di solidarietà che assicurerà i soccorritori e sopratutto coloro che attendono soccorso, che pure tra i travagli dell'immane flagello che ancora, spe-: riamo per poco, incombono sul mondo intero, la fratellanza umana, lo spirito di sacrificio e di dedizione non sono vane parole, ma si concretano nell'azione intelligente, nell'intervento provvido, nella sollecitudine affettuosa. L. Zappelli. LISTA DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO che risultano istituiti nei territori controllati dal Reich dove si trovano degli ebrei italiani 1. Theresienstadt (Protettorato) 2. Bauschowitz (Protettorato) 3. Birkenau (Slesia Superiore Orientale) 4. Jawischewitz id. 5. Monowitz id. 6. Petrikau id. 7. Auschwitz-Osvicin id. 8. Litzmannstadt, Judenlager (campo di ebrei) · (Governatorato Generale) 9. Izbica a. d. Wiicprz (Distretto Kranystaw) 10. Kranystaw a. d. Wicprz (Prov. di Lublin) 11. Modlibarzyw-Pourat Janow (Loubelsky) 12. Papyamiv presso Litzmannstadt 13. Piaski (Distretto di Lublin) 14. Trawinki (Distretto di Lubliin) 15. Mechtal pr~so Beuthen • 16. Capolin (Polonia) 17. Oberwitz (Polonia) 18. Tarnow presso Cracovia (Govern. Generale) 19. Wlodowa presso Luiblin id. 20. Tanaszow presso Lublin id. 21. Krzelitz (Slesia Superiore) 22. Brunn (Ceccoslovacchia) 23. Belsen-Bergen presso Hanover 24. Belsen presso Stoccarda 25. Poniatowa (Polonia) 26. Zelle presso Hanover Osservazioni 1. Parecchi di questi campi sono attualmente occupati dai russi. OLINDO GORNI Il convegno del 3 settembre ha deciso all'unanimità di dare il nome «OLINDO GORNI> alla Federazione Socialista Italiana della Svizzera allo scopo di onorare la memoria di un compagno degnissimo che per molti anni è stato nostro socio e il cui ricordo merita di essere tramandato anch/ alle future generazioni socialiste. Il nostro ca,:is_gimocompagno è ancora troppo vivo nella memoria dei socialisti italiani della Svizzera perché sia necessario di raccontarne la biografia. I pochi dati che seguono, sono per i compagni e lettori pi.ù giovani, i quali non hanno avuto la ventura di conoscerlo e ammirarne le grandi doti del cuore e dell'intelligenza e la saldezza purissima del carattere. Olindo Gorni nacque il 15 seUembre 1879 a Villa Poma (Mantova). Aderì nel 1896 al Partito Socialista Italiano; conseguì nel 1903 il diploma di dottore in agronomia; lavorò, in cariche diverse, durante una gran parte della sua vita tra i contadini, rivolgendo sempre la sua particolare attenzione al movimento cooperativo. Emigtato a Ginevra nel 1924 entrò nell'Ufficio Internazionale delLavoro come esperto per questioni agrarie e vi rimase fino al 1939, anno in cui fu pensionato per aver raggiunto il limite à'eJà. Deceduto a Ginevra nella notte tra il 6 e il 7 settembre 1943. Il Prof. O. Gorni fu collaboratore dei principali giornali e periodici socialisti italiani. Pubblicò anche diversi opuscoli. Tra il 1940 e il 1943 ha aiutato efficacemente la risurrezione organizzativa e spirituale del P. S. I. in Italia. La sua lunga esperienza, filtrata da un'intelligenza chiara e disinteressata, del tutto aliena dalla demagogia e dalle pose oratorie, l'aveva condotto ad una conc.ezione realistica e rivoluzionaria del socialismo, in cui è superato il vecchio éontrasto tra riformismo piccolo-borghese e massimalismo astratto. «Liberare e /ederare> Scritti di politica, economia e cultura E' già uscito: OLINDO GORNI SOCIALISMFEODERALISTA Sommario: Lo stato. La questione 4ello stato. - A proposito della concentrazione dei mem di produzione· e di scambio. - Le linee fondamentali dell'organizzazione economica socialista. - Il sindacato di resistenza. - Sindacato unico. - Riconoscimento giuridico dei sindacati? - Gestione accentrata, autoritaria, di stato, o gestione autonoma, federata, di sindacati-cooperative? - Una ingiustificata prevenzione contro il sindacato-cooperativa di produzione. - Socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio. - Tendenza statalista. - Tendenza federalista. - Tendenza intermedia. «La lunga esperienza di Gorni, filtrata da un'intelligenza chiara e disinteressata, del tutto aliena dalla demagogia e dalle pose oratorie, l'aveva condotto ad una concezione realistica e rivoluzio• naria del socialismo, in cui è superato il vecchio contrasto tra riformismo piccolo-borghese e massimalismo astratto.» Un opuscolo di 40 pag., et. 60 la copia. Inviare ordinazioni alla Casella postale Nr. 213, Zurigo 6. 2. Ci risulta che degli ebrei italiani sono stati trasferiti in Austria e in Ungheria, ma non conosciamo con esattezza i nomd dei luoghi; per quel che riguarda l'Austria ci vengono segnalati i dintorni di lnnsbruck. 3. Le date delle deportazioni sono : il 16-17 ottobre 1943 da Roma, il 30 gennaio 1944 dal carcere di San Vittore 2 Milano, il 22 febbraio 1944 dal c&,mpodi Fossoli (Carpi). Da segnalare che le deportazioni dal campo di Fossoli vengano effettuate ogni mese. . Redattore:ERIC H VALlR, ZURIBO Druck:GENOSSENSCHAFTSDRUCKEREIZDRICH I I

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