L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXV - n. 8 - 1 maggio 1944

Bit Volontà di giu~tizia Perché sono socialista? Forse perché io sto male ed altri bene? Oppure perché il mio pensare politico, morale e religioso è solo una immagine riflessa della mia condizione economica? Certo, ciò varrà per la grande massa degli uomini. Ma sono queste le uniche e più sostanziali motivazioni del socialismo? No, rispondi tu, io sono socialista perché ho riconosciuto che l'inevitabile progresso dei modi di produzione deve condurre al socialismo. Come all'organizzazione sociale feudale seguì quella capitalistica, cosi a questa deve succedere quella socialistica. Deve? Donde derivi tu questa certezza? Non la puoi possedere dalla scienza, perché la scienza può tutt'al più indicare certe tendenze, certe direzioni della storia . , di fronte alle quali ti devi decidere. Essa non ti può dimostrare che vivrai ancora domani né che la terra esisterà fra due o~e. Modi so~iali di prod~ione significano però: modi sociali di lavoro, e questi non sono altro che cooperazione di uomini viventi. Non è quindi l'uomo c~e si deve decidere, non deve contribuire egli stesso a che si muti la relazione spirituale e psichica tra lui e il lavoro? E' senza dubbio vero che, in media, lo stato sociale degli uomini determina più intensamente la loro coscienza che non il contrario. Però anche se si ammette un tale rapporto tra essere e coscienza, bisogna riconoscere proprio all'esempio di personalità come quelle di Marx, Engels e Lassalle l'enorme importanza di una coscienza morale e creatrice per la formazione di nuovi ordinamenti sociali. Questi figli della borghesia costituiscono pur essi la prova vivente, che il socialismo non è solo una questione dello stomaco e delle masse, e che proprio i grandi capi fanno epoca appunto perché essi sanno elevare la loro coscienza morale al di sopra della loro esistenza sociale. Marx, il figlio di un benestante avvocato renano, sposato con la figlia del ministro degli interni prussiano, dotato di tutte le possibilità per una comoda esistenza sociale, ma bandito dalla sua coscienza morale nell'esilio londinese, dove è costretto una volta ad impegnare il suo soprabito per comperare della carta da scrivere; e un'altra volta non può scrivere un articolo di giornale «perché non posseggo il penny necessario per andare a leggere i giornali» ; e il giorno dei funerali del suo unico amato figlio deve rivolgersi a dei francesi vicini per farsi prestare il denaro necessario per il funerale; e malgrado ciò respinge senza esitare due proposte di Bismarck, che gli avrebbero assicurata una esistenza sociale, immerso nei suoi lavori, coi quali rivoluzionerà una parte del mondo. Chi non si inchina con venerazione dinnan,zi alla potenza di questa coscienza di capo stritolatrice del mondo capitalista ed alla grandezza di questa forza morale, non sente neppure un'alito del valore e della dignità dei grandi uomini né ha compreso nulla della importanza dei grandi capi per il divenire e perire delle forme di vita storico-sociali. Ciò che ci impressiona nella figura di un Marx è la sua appassionata volontà di giustizia. Essa fu lo stimolo suo più potente, che lo fece rinunciare ai bassi vantaggi di una comoda esistenza e gli diede la forza di combattere e soffrire per la liberazione di una umanità oppressa. Nella coscienza di ogni singolo inidividuo questi motivi morali a favore o contro u.n determinato ordinamento dei rapporti reciproci sono i decisivi. Non è possibile per il momento dimostrare che il socialismo sia senz'altro l'ordinamento più conveniente o quello che si dovrà realizzare per necessità naturale. A parte il fatto che tra mille persone solo unà possederà le cognizioni necessarie per poter seguire una tale dimostrazione, ci sarebbe poco di guadagnato con essa, giacché è problematico che si possa accrescere in questo modo l'attività creatrice dell'uomo o vivificarla in modo immediato, e questo è il decisivo. Con la nozione però che il socialismo significa l'ordinamento più umano e giusto delle relazioni vitali, che il principio economico e la forma sociale del capitalismo sono un vandalismo; possiamo forse sia infondere di nuovo nell'operaio scoraggiato ed estenuato forza e impeto per la sua liberazione, sia rafforzare i mezzi sociali di lotta contro i difensori di quelle forme di vita capitalistiche. Convinzioni morali sono delle potenze poderose! Lo stesso Marx ha sempre fatto appello ad esse, quando lanciava la sua grande accusa contro l'oppressione, lo sfruttamento, l'irusensibilità, l'avidità e la sete di profitto, e quando parla del «grande dovere» della classe operaia di conquistare il potere politico. La motivazione più profonda della vera essenza del socialismo risiede quindi per noi nell'idea della giustizia sociale, nella volontà dell'aiuto reciproco e della comunità giusta, nella plasmazione morale dei nostri rapporti reciproci. Siccome però sappiamo che in media e a lungo andare l'uomo viene influenzato più profondamente dalla sua esistenza sociale e soprattutto da quella economica che non dalla sua coscienza morale, religiosa, ecc., volendo contribuire a creare degli uomini interi, dobbiamo procedere dalla giustizia formale-giuridica a quella economicamateriale. «Si è concepito fino ad oggi, per parlare con ·chte, il compito dello st-ato in lmodo 1! ni:lateral e i~letfo ci.ee una: is tuzione destinata a conservare per mezzo della legge il cittadino in quel possesso nel quale lo si trova. Si è trascurato il dovere più profondo dello stato, di intromettere prima ognuno nella proprietà spettantegli. Quest'ultimo però sarà solo possibile qualora si sopprima l'anarchia del commercio e, lentamente, anche quella politica.» L'idea della giustizia cooperativa deve quindi, nella plasmazione della realtà, essere applicata al materiale da plasmarsi, soprattutto alla produzione e alla distribuzione dei beni economici. Un idealismo che ai nostri tempi si rifiuta ad una tale virata di bordo realistica verso l'economia; un idealismo che, per parlare concretamente, viene meno di fronte al dato di fatto che nell'anno 1924 nella fabbrica di film Wolfen presso Bitterfeld delle operaie dovevano lavorare dalle 7 del mattino alle 10 di sera; un idealismo talmente estraneo alla realtà inganna o sé stesso o gli altri e possiamo benissimo fare a meno di esso. L'idealismo di Fichte era di una natura ben diversa da quella di tanti intellettuali dei nostri giorni. «L'uomo deve lavorare - dice una delle sue note sentenze - ma non come una bestia da soma che si addormenta sotto il suo carico e che viene svegliata dopo un riposo appena sufficiente per continuare a portare lo stesso carico. Egli deve lavorare senza paura, con piacere e diletto, e disporre del tempo libero per sollevare la sua anima e i suoi occhi verso il cielo, per la contemplazione del quale egli è stato creato.» Questo idealista sapeva anche che nella costruzione organizzativa della comunità giusta bisognava procedere dal materiale all'ideale, dal basso all'alto. «I membri del governo come quelli del corpo degli insegnanti e dell'esercito esistono solo in funzione dei primi (dei produttori economici).»· Chi conosce Fichte sa anche quale distanza divida malgrado ciò il socialismo da una filosofia della digestione. Ogni ideale può imporsi solo in lotta con le forze sociali esistenti. Le forze sociali del tempo presente sono collegate indissolubilmente con l'economia in questo senso, che singoli individui e gruppi posseggono grazie al loro potere economico anche il dominio effettivo sullo stato. Il padronato capitalista organizza il potere, derivantegli dal diritto di proprietà privata dei mezzi di produzione, in trust e cartelli, mediante i quali esso può escludere completamente il potere statale da molte sfere, limitarlo sensibilmente in altre. Il capitale agrario, industriale e finanziario esercita in questa maniera - basta lanciare uno sgardo sugli Stati Uniti d'America-, malgrado tutte le forme di stato democratiche, sulla totalità dello stato un vasto e unilaterale dominio economico, i cui pericoli per una cultura viva non possono essere esagerati. Socialismo significa dominio giusto della comunità sull'economia. Anche se la classe operaia, intesa nel senso più lato della parola, riescirà a mettere in movimento coi mezzi concessi dalla costituzione il potere organizzato dello stato, essa potrà realizzare il pensiero della giustizia cooperativa solo se lo stato disporrà di un potere economico proprio, se al potere della proprietà privata si potrà contrapporre una proprietà pubblica, socialista, seppure non necessariamente statale. · Il socialismo si rivolta contro il dominio di classe. Contro quel dominio di classe nel quale non l'ingegno e la capacità personale, ma soprattutto condizioni economiche esteriori decidono della partecipazione all'educazione e istruzione, al potere e all'onore sociale. La formazione delle classi non è per nulla un dato di fatto naturale, come vuole la teoria sociale del liberalismo, essa non è semplicemente l'espressione della disuguaglianza personale e naturale degli uomini, ma basa su determinate cause economiche - soprattutto sul possesso e non-possesso dei mezzi di lavoro -, quindi su dati di fatto sociali, di origine storica e storicamente mutabili. Gli avversari del socialismo, ma anche diversi suoi amici spensierati, sono del parere che socialismo non significhi solo eliminazione delle differenze di cla~se, ma livellamento generale. Né Marx né Engels né altri capi socialisti hanno mai sostenuto sciocchezze di questo genere. Al contrario: Engels sottolinea con vigore che l'essenza della richiesta socialista di eguaglianza consiste solo nella eliminazione delle classi. «Ogni pretesa di uguaglianza che vada più in là conduce inevitabilmente all'assurdo.» ( «Dilhrings Umwiilzung der Wissenschaft») E Marx dice: «Il diritto uguale è diritto disuguale per lavoro disuguale. Esso non riconosce differenze di classi, perché ognuno è solo lavoratore come gli altri, ma esso riconosce tacitamente come dei privilegi naturali la disuguaglianza del talento individuale e quindi anche della capacità.» (Neue Zeit, 1891.) Il socialismo parte quindi dalla premessa che con l'attuale mentalità e forma dell'economia e per colpa loro enormi masse di «evoluzione umana» (l\1arx) sono sottratte alla connessione della cultura. Suo fine è però tutto un mondo spirituale molto lontano dall'ideale liberale di una comoda felicità utilitaria del maggior numero. E per il socialismo la vocazione terrena dell'uomo non consiste in un ~o isf~1te appagamento ma in un accrescimento individuale e sociale delle forze creatrici di cultura, della forza interiore ed esteriore dell'uomo. Anche per questo egli può richiamarsi a Fichte che assegnò quale massimo fine morale della ragione la cultura, e bensi la cultura considerata come un diritto di ogni uomo al dominio sulla natura esterna e interna, «quale un dominio che si deve sempre più ampliare sulla natura e che costituisce il diritto di tutti - sulla natura esterna: miglioramento dell'agricoltura, delle arti e dei mestieri, sempre in un giusto rapporto reciproco; su quella interiore: educazione generale della ragione e della volontà di tutti». Accresciuta vitalità dell'animo e dello spirito nasce solo da una intima comunione dell'uomo con l'uomo. Proprio queste radici sono state divelte dalla rivoluzione industriale. E' per questo che il socialismo combatte la mentalità del freddo calcolo che domina oggigiorno interamente i rapporti reciproci degli uomini. Il socialismo è l'espressione del profondo, nell'uman. genere mai perituro desiderio di rendere intimi i rapporti tra gli uomini; in ultima analisi esso è il desiderio di trasformare la società esteriore in comunità interiore. Che delle misure organizzatrici della società non siano sufficienti per realizzare una tale comunità socialista fondamento di civiltà, che per ottenere questo sia assolutamente necessario un rinnovamento delle molto più profonde fondamenta spirituali e morali, ciò sia qui solo accennato. Il problema fondamentale del socialismo consisterà nella trasformazione del capitalistico proletario che vive della vendita della sua merce forza di lavoro, senza un qualsiasi rapporto intimo col lavoro e senza un profondo collegamento con una comunità viva, nell'operaio socialista, legato dal suo sentimento e dalla sua coscienza in ordinamenti concreti del lavoro e della vita ad un tempo più stretti e più ampi, che viene aiutato e sostenuto da solide comunità, le quali svegliano in lui il piacere al lavoro e il senso della responsabilità. L'idea della comunità giusta ha un valore generale che non si riferisce solo ad una classe o nazione. «Bisogna creare, come dice Fichte, un vero regno del diritto, quale mai fin'ora è esistito nel mondo, con tutto l'entusiasmo per la libertà del cittadino, che noi riscontriamo nell'antichità, senza il sacrificio della maggioranza degli esseri come schiavi, senza cui gli antichi stati non potevano esistere : per la libertà fondata sulla uguaglianza di tutto ciò che ha aspetto umano.» Non bisogna aspettarsi che un miracolo realizzi l'idea della comunità socialista, meno che mai il miracolo della dialettica della storia che si realizza da sé. Noi siamo oggi posti di fronte a delle realtà personali e sociali e dobbiamo conpenetrarle con intelligenza e azione. Noi non dobbiamo scansare nessuna di queste realtà rifugiandoci in una sterile negativa, tutte debbono essere considerate e utilizzate positivamente o negativamente per la costruzione. Hermann Heller. «C'è una questione che viene eliminata, in atmosfera totalitaria, ed è quella senza di cui non c'è l'uomo: "Perché si vive?,, A tale questione, non è permesso rispondere altro che con diversivi e con falsi problemi, come il famoso problema del "corporativismo,,, questa forma degradata e depauperata del problema sociale. In tutti i tempi e sotto tutti i regimi, sollevare il problema del valore della vita ha sempre voluto dire esser capace di uno sforzo su,premo di liberazione e di creazione morale, artistica e sociale. In regime fascista, il semplice fatto di porselo significa implicitamente mettersi fuori del fascismo e minare alla base l'ordine esistente. Per me, il carattere più minaccioso del fascismo e, al di là del fascismo, della nostra epoca in generale, è questo fenomeno della concentrazione forzata dell'interesse sui formalismi e i meccanismi, alla ricerca di una panacea che non esiste; in modo che tutti i problemi della vita concreta degli uomini diventano dei problemi di ordinamento burocratico. Su questa strada, si finisce per percler di vista la sola cosa che importi: l ' u o m o.» Nicol a Oh i aro monte. DALLA PRIGIONE Dalla prigione intendo il canto dei sentieri. Io mi tendo ed ascolto: s'avvicinano i passi. Così a forza di tenderla limo la mia catena. Sarà spezzata (viene l'ora, bisogna attenderla) quando i passi ed il canto batteranno alle parte: allora - falso incanto la cella s'aprirà. da Pierre Emmanuel 1919 (25 anni addietro) 1 maggio: Riprende ad uscire a Milano l' «Avanti! :1> dopo la distruzione della sede ad opera dei fascisti avvenuta il 15 aprile. - Manifestazioni imponenti per la ricorrenza del 1 ° maggio a Roma, Milano e in tutte le città italiane. - Violenti conflitti a Parigi con parecchi feriti e qualche morto. - Manifestazioni imponenti pure a Zurigo. - I giornali danno per imminente la caduta della repubblica sovietica di Monaco di Baviera. - Prima presa di contatto a Versailles tra i delegati alleati e quelli tedeschi. 3 maggio: Il governo svizzero ha deciso il lesto della legge riguardante la settimana di 48 ore nelle fabbriche. - I medici socialisti milanesi hanno deliberato di costituire un' Associazione Nazionale dei medici socialisti ed hanno lanciato un appello con un programma di rinnovazione della professione medica su base socialista. - Sciopero di tutti i tramvieri d'Italia e dei ferrovieri delle ferrovie secondarie della Lombardia. - A Versailles continuano i lavori malgrado l'assenza della commissione italiana. 4 maggio: Inizio a Berlino del processo contro gli assassini di Carlo Liebknecht e di Rosa Luxemburg. - E' risolta in Italia la vertenza degli impiegati ed operai metallurgici che si trascinava da diverso tempo, e sono state dagli industriali riconosciute le commissioni interne e la formazione di un ufficio di collocamento diretto da commissione paritetica. - Il governo russo ed ucraino chiedono al governo romeno la sgombero immediato della Bessarabia. 5 maggio: La guerra civile infuria per le vie di Monaco. - A Versailles il Consiglio dei tre ha rivolto un appello al governo italiano perché torni a prender parte alla conferenza per la pace. - Budapest occupata dai Romeni. - L'ambasciata ungherese di Vienna occupata da ufficiali reazionari. - Mobilitazione per ordine del governo sovietico di Ungheria di tutti i proletari che hanno ricevuto istruzione militare. 6 maggio: Cento socialisti eletti membri del Consiglio Municipale di Vienna. - Disordini antiserbi in tutta la Bosnia. - Si annuncia imminente l'arrivo di Orlando e Sonnino a Parigi. 7 maggio: Arrivo di Orlando e Sonnino a Parigi. - Il Consiglio economico interalleato si è riunito a Parigi; esso ha deciso di garantire l'isolamento economico della Germania nel caso che i delegati tedeschi rifiutassero di firmare i preliminari della pace. - L'intesa ha deciso di convocare anche i delegati austroungarici. - Pubbljcazione delle condizioni romene per l'armistizio con l'Ungheria. - Restaurazione a Monaco con esecuzione di numerosi capi repubblicani comunisti. 8 maggio: Presentazione dei preliminari della pace ai delegati tedeschi a Versailles dopo un'allocuzione di Clemenceau e riposta del presidente della delegazione tedesca BrockdorffRantzau. - Riunione in Italia del gruppe parlamentare socialista: viene approvata una mozione deplorante l'intervento contro le repubbliche comuniste. - Riunione a Roma del Consiglio direttivo della Federazione delle Associazioni della Stampa per deliberare una protesta contro la censura. - Fine dello sciopero dei metallurgici. - Si è iniziato a Roma avanti al Comitato permanente del lavoro l'esame dello schema della legge sulle 8 ore di lavoro. 9 maggio: Il processo di Berlino contro gli assassini di Carlo Liebknecht e Rosa Luxemburg si svolge davanti ad un tribunale di guerra, inappellabile, composto da giudici della stessa formazione militare cui appartengono gli ufficiali accusati: protesta dell'avv. Teodoro Liebknecht e dell'avv. Rosenfeld. - A Versailles i delegati tedeschi sono sdegnati per l'inumanità delle condizioni imposte dagli alleati in flagrante contrasto con i 14 punti di Wilson. - L'assemblea nazionale czeco-slovacca ha votato una legge sulla riforma agraria che prevede un frazionamente della grande proprietà con distribuzione di essa ai piccoli proprietari ed a nullatenenti e compensi ai proprietari vittime dei sequestri. - Sciopero di camerieri a Bari. 10 niaggio: Il capo della Delegazione tedesca a Versailles Brockdorff-Rantzau ha inviato due note di protesta contro le condizioni di pace imposte dagli Alleati. - Viene pubblicato il testo del progetto di legge Turati sulle 8 ore di lavoro. 12 maggio: L'on. Labriola ha diretto al Ministero degli Esteri un'interpellanza per sapere se possa giudicarsi conforme ai principi invocati dall'Italia entrando di guerra il trattato che gli alleati vorrebbero imporre alla Germania ... trattato che nell'interesse della plutocrazia francese, inglese ed americana creerebbe la schiavitù del popolo lavoratore della Germania e creerebbe il germe di future guerre. - Le truppe ungheresi sovietiche continuano a difendere accanitamente il suolo patrio. 13 maggio: Violenta reazione dell'Assemblea Nazionale Germanica alle condizioni di pace degli alleati. - Al processo contro gli assassini di Liebknecht e della Luxemburg condanne vergognosamente miti degli assassini Runge e Pflugk-Hartung. - Sciopero dei lanieri biellesi.

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