TPibuna llbePa Intimo a.l..probledmeaiprobledmeil socialismo Gli assenti hanno e devono ncces- !,ariamenle sempre aver torlo, quindi anche a me non inleryenuta al convegno, locca rassegnarmi a ... leggere ora in 1·\lal'do senza poter muover tulle le obbi·czioni clic mancalo di muovere ad esse, alcune ·' affennazioni - che nel calore della difesa dell'unità del socialismo italiano sono ~tate fatte su qlteste sleSse colonne. Con tullo il riguardo che cias.olu10 di noi - cd in ispecie i memb1 i d~lle persone che dirigono il partito - debbono alla facoltà idi <>1:,:mi. compagno di espr:m.ere il proprio modo di considerare i problemi socialisti:. anche se que&1o non coincide colle vedute <l·ellamaggioranza degli ~scrit... ti al partilo - devo constatare che dai surriferiti articoli ocalur.i.sicleuna tendenza assai pericolosa: quella cioè di perder di mira quelle che sono le mam:ioni specifiche di un par. lito socialista indi rivoluztonar:o. I più ferventi soslcnit-0.1·idell' • Unità • sono - in piena buona fede naturalmente - incorsi in Lalun~erl'Ori in:ziali che l'>ervendo loro di punto di pa1-Lenza li hanno trascina.ti a delle conclusioni allrell.a.nlo sba· gliale quanto lo stes.s.o p.unlo di partenza.. Il più crrase di questi en-ori sla nel · fair pa.ss~re per un ass· oma. l'asser - zione secondo la quale ... sono supe. rate le divergenze '<liiV'edute programmatiche e lattiche che nel passa.lo hanno diviso in due ali il P. S. I. I ~ostenilori di questa lesi la or~ dono lalmeule plau.s·•bilc chic.non rl.• tengono neppure. neccssa1;~ d~ suL fragarla oon molli argomenll; s1contentano di riferirsi alla comune sconfitta alla comune impotenza di sY<;>L gere· una qualsiasi altiv~tà in ~t:1-11a: nonch.è dalla dolorosa neocs,s1la ~1 rkom'nciare alla caduta del fasc,1smo la lolla illi condizioni che non impf c.heranno divergenze di vedute come quelle che a suo tempo sors·ero quali corollari di un potente partito... . Su tutto questo io. per esemp;o. ho un'opinione diversa non solo, ~ opposta. Lung.i ·cJlalcredere, come 11 compagno Vualtolo se non_erro: ohe se ora in u'1 congreSi6o ~1 , dov~sse, come nel 1922, chf.edere l espulsione dell'ala riformista., la proposta. stessa sarebbe slala re&pinta ad enor1:1:e maggi.01·anza, credo cb.e_anzi propno ora, dopo l'immensa, mcom~e_nsu.. rabile sconfitta subìta dal soc1alismo italiano i due modi di conisiicbcrare il moV':mento soc.ialista. si paleserebbero quali assolutamente in~ompatibili. qual,ora il no&tro .n:ioV?mento dovesse trovarsi in cond1z10n.1appena normali. Appunto perchè si tratta di una sconfitta sanguinosa, il cozzo dèi due modi di veidiere deve esser:e violentissimo. Anche .se non si avesse l'inlcnzio: ne di polem: zzarc, e per quanto agh uni ed agli altri po&sa essere eslraneò il desiderio di rinfacciare all'avversario la tremenda tragedia subita dal proletar:ato italiano, - anche se riuscisse con uno sforzo sovru_mano di evitare ogni_accenno .P?lem,1co - il lavoro pratico, quolliliano,. deve neces.'>ariamente far tornare a g_alla le divergenze di vedule, e c·.ò Lanlo più (non tanto meno, ~ome sost_en_- gono taluni)" quanto minore sara J\ numero dei problemi c~>ncreli la cui soluzione sarà con.sent1ta al nostro movimento. · A sentire i riformisti unitari ed i fautori ad oltranza dell'unità cd.a parte nostra, sembrerebbe eh~ ciè eh~ ha diviso il movinieenlo siano s,tal1 solo problemi tattici - • andare o non andare al potere•, • collabora!~ o meno con celi borghesii e pa.rt1tt affini , ecc. Essendo lontana l' even-: tualità' di tali discussioni, i faulor1 •dell'urutà ad oltranza, non veJdono più n-essun ostac?lo alla fusiion~ delle duci ali del movimento. Ed é qui, proprio qui, il lalo _pericoloso della loro argomcnla.z:tone: perdono di Yisla il co_mpit~ specifico di un partito rivoluz1on~no: guello cioè •dlidare una educazione nvoluzionaria alle masse, la quale ·educazione eonsiste precisamnete n~l trarre occasione da ogni avvemmenl_o per dimostrare alla classe lavoralnC'C che solo mercè l'orienta.mento e_d j metodi rivoluzionari .essa può n- ~olvere H problema_ so_c1alc~el_qual_e tulle le marùfestaz.:on1 parz1al• - ti fascismo compn~so - no!l sono ch_c dei corollari - per guw1 e sanguinosi che possano essere. Il fascismo è un così spic_calo'fenomeno di lotta anliprolet_ar_a 51t ef>- so induce anche i proletar, ali d! pa~- si che non ne sono stati c_olp:lt_a,d un atteg~iamenlo di classe p:ù ngido: più rivo1w.:·ona.rio di quello che ~~s1 Bbbiano potuto a,·cre p1~ima della lc7.ione inflilta al rnarl?r" al<? proletariato italiano dal nem_ 1c? ~1 _cla_ssc: p:gurarsi poi se i s~c1a~1sl11_tal!am sarebbero degni di clrnunars1 tah sr non mellesseto a profilto dell'educazione ,delle ma.9S'e l' in.scgnamenlo che s.j s,pr-;giona dalla du.rissi rna ~- spcricnza. Non mi assumo qui ti compilo di d.imoslrare quale debba c:-.scrc, secondo il m:o parere, qu·eslo in:,~gna.menlo - anzi i.nV:.dio quasi chi come l'amico compagno Vuatlolo con tanta s1curev,a risolve il problema della responiSabil là aL ldbuendola senz'allro al melod: intransigenti. Dico soltanto che l'insegna.mento deve trarsi e che data la divergenza di vedute è evidente che in un l)'r'oblema di sì vitale :mportainza fra riformisti e rivoluzionari si debba g"ungere a CO'l1.clu!'\ioni diiver3e, conclusioni che non si riferiscono poi ad un fenomeno solo ma che implicano tutta la metodologia del pens·ero e dell'azione social'sta. Basta, p. es., leggere l'articolo clw all\tnilà socialista è dedicato da • m. • sul bollettino riformista per accorgersi dcli' incolmab'le abisso che div· de le due concezion,i. Si badi: quanrdo c'è tale una divergenza di vedute sui mezzi che devono essere adoperati per rag~fungere il fine comune (M. mette pcrfi~o in virgolette la ista uraz· one violenla del socialismo!), allora anche Ia comunanza del fii-ie diventa sempre p,iù ilhtsion.e. ~. Di questo e di altro in un prossimo mio articolo, chè il problema è vastissimo e id·iimportaza vilaJe per il nostro movimento. ANGELICA BALAB.\NOFF. Un mònito del eantone Turgovfa Chi tra i tessitori cotonieri de1la Svizzera non conosce .Jo stabilimento di tessitura Wiingi S. A.? Sperduto nelh ca:npa,gna turgov.iese, distante un·ora e mez· za dalla capitale cantonale Frauenfe!d, di una monotonria propria ai villaggi agricoli interrotta soltanto del campancllio della ferrovia secondaria Frauenl'-cldWil, Wiingi raochiude in sè una fabbrica di tessuti dilana e cotone con circa 130 operai ed operaie tra cui anche un discreto numero di lingua italiana. Moiti dei nostri compagni vi hanno tenlmo la fortuna ma - ahimè - senza riuss;:;irv,i_ Si:i::ome la, oo,gaalizzaz:ione sindacaile non vi ha potuto esercitare ancora la sua bendfica influenza le cose vanno naturalmente sottosopra. Un 1>aio di settimane fa si lavorò dalla mattina alle sei ed un qua,rto sip.o alle 6 e mezzo con un intervallo per il pasto di un'ora cd un quan-lo. La dirazi.one a,ilo,ra Ieee capire agli eterni malcontenti che il gua.- dagnQ a cottimo realizzato in questi tempi dagli operai poteva sostenere qualunque confronto. Sfi<lo io - in quasi 12 ore di lavoro quotidiano anche iJ p:ù m:,seiro srular..o ctrario riesce a fa.r fj. gu.r.a. Quamid-0 si sarà tw.na,ti a,'ll'o-ra.rio ncrma,le allora il detto salario assumerà un'aspetto ben diverso. La lessi-tura Wiing,i S. A. si dedica ,innanziLutto e1ila fabbricazion11 del · cosidettc, « voile ,. (s:toffa per veli). Tale arltcolo richiede un trattamento def.icatissim.o, e - onde poter produrlo di primissima qualità - la direzione fece apporre ad ogni t~luio delle cosi.dette lamelle atte a fermare di botto il telaio in caso della rottura cli un filo Detta innovazione ora è m.l)fto. pratica e comoda perchè elimina la cau· sa di molta perdita di tempo e di iabbi.a degli operai. Ma la direzione della fabbrica non aveva affatto inteso di acquistare le dette lamelle per la comodità degli operai ma unicamente per il pro• prio tornaconto. Essa ha dis,posto infatti che ad ogni operaio tessitore venissero assegnati 5 o 6 telai in luogo di soli quart.hrc subito do1PO ohe fossero mtJIDJti di lamelle ed o1tre ciò fu fatta w1a riduzione del prezzo di cottimo perchà - cosi calcola il signor direttore - con uno o due telai in più gli operai realizzano già un'aum.ento del guadagno mentre dall'altra parte la ditta deve ammortizzare il cpitale d'acquisto degli apprecchi a lamelle. I notevoli vanl~~g! :l.erivanti alla ditta da tali a,pparecch1, la dire.zione non li prende in cosiderazione ossia tenta nasconderli davanti agli operai i quali però in materia tecnica non sono tanfo ignorantiquant o la girezione li ritiene. In primo luogo i detli apparecchi rendono possibiile la produztnne di #!Ila qualità di "voil'e » che potrà s· sere venduta ad un prezzo molto supe_- riore a quello ottenuto per la merce prodotta finora. Per il fatto che tutto il vantaggio tc-:-- nico dell'innovazione doveva andare a solo profitto degli azionisti mentre per operai non rimase che la maggior fatica del lavoro questi ultimi mormorarono sl ma senza pr:::ndere però la unica misura adaHa al caso: l'intervento dell'organizzazione sfodacale. Poco dopo la direzione pensò di re· care alla ma.estrar,za una lieta novella la quale riuscì proprio colle impr?nte della pidoccheria di cu.i questi sem1-arli<Siani semi-indus:triali sono affetti. Una p;ocla~ia.z.ione affissa alla porta prom\s2 agli operai del1e vacanze. Chi s~ fosse accontentato di questo solo avviso sarc:bbe andato in sollucchero per la geneBibliote·caGino Bianco L'AVVE..NIR:EDEL LAVORA'l'O~RE~~~--------_:_ ____________________ _ rosità insolita della direzione. A tale promessa invece erano legate delle condizioni. A talmente restrittive da rendere la « genc:rosa concessione» un'atroce bwla. In primo luogo le vacanze sono concesse m tempi di buon andaroenfo degli affari, e quali Le.J1Wisaranno da giudicare buoni decide un,icamente la direzione. Gli operai dovranno allora u· sare pazienza, ma molta, Se le vac:tnzc verranno poi concesse, vi è un'altra disposi.zione che prevede una gradazione deMe vacanze secondo !a durata della du,endenza dalla fabbrica e cioè durante il iprimo anno sarà pagato soltanto un terzo del salario per il tempo delle vacanz.e a durata unica, nel secondo anno due terzi e sol tanto chi si trova lr1:: ann,j nelh fabbrica -percepirà U salano medio integrale. Un sistema veramente genia.le, nevvero? La medesima affissione contiene ancora un'altra disposi.ziione un ·po' meno condimonata: l'eliminazione dell'indennizzo per la puliaJia dei tela; di 20 oent. il chè importa per o~ni oporafo fr. 41.60 ed alla ditta nn risparmiio di fr. 5200. In questo modo è trattata naturalm~- te la maestranza finchè avrà compresa che p1::r essere ris.pettato da,l ·padrone, per non -essere più l"oggetto di burle più o mc.-no crudeli bisogna organizzarsi! Uno spettatore. Soffocalorescandalo La Piccdla lrrfesa indugia a presentar2 la propria protesta crlla Socfe!à delle Nazioni, circa /'affare delle m.ilragJ.iatrici lfalian-e spedite in Unehe11i.a.Perché ? Perché M ussoliini /.czuora. Scopp!ato lo scan.da:o, il Duce s,i e ,r..esso al lavoro per soffocarlo. Dietro di lui, generoso protettore, il Governn coir,servalore inglese, Come é nolo un grosso !~ligio é pe.n dente dwnanzi wla Soc~età delle Nazioni tra Rumerl.fia ed U111gheriaper fa conlisca delle proprietà ferriere delle regio. ni ex-ungheresi annesse al R.et;110 Rumeno. Fino a ieri rJ fascismo ital,ictno - d'ac. cordo con l'Inghilterra - ha parlegeiato per la soluzicm·e ungherese. Intewc>nuto /'incidente delle mitraglia. fric,i e la conseguente minac.cia da J)'CI!rte della Piccola l,nf-2sa di sottoporre lo scandalo alta Soci.età delle Nazioni, Musso/irti é ve-n.ufo ne:la determinazio,,'le di me-rcante{:gic.re il proprio parere sulla ques(ifone dz;Na confische di prof)1'-"'efà. E' tutto qui il motivo della recerrte visita di Ttitulesco, rr&nisftrorumeno degli Es/eri a Roma. Il Duce ha detto: « Se voi impedite, o sabotate, il passo collettivo della Piccola Intesa (Cecoslovacchia, Jugoslavia e Rumenia) sullo scandalo ur,gher~se, io vi prometto il mio appoggio sull'affare d-eNe proprietà». E pare che T,itulesco abbia date buoni: assicl.ffaz,iol'l'i. Tuffa la pdlitica del Duce consiste nel commeit-2re dei rertli di dirNfp comune e pubb/iico e n-el cercare di cop71irli! Un nostro collaboratore ha chilamato Gid,1iJfi, nel numero deUa setli,mana scorsa, « ,vocch.io ma,scatlzO!ne •· Francamente, i/ termine c,i parve un po' Torte, e lo lasciammo passare perché il collaboratore ha abituato i nosfor,ilettori a /a, la tara <.ul vctlore dei termini che eg:i adotta. Ma quando legge-mmo il riassun.to della corwersarione che il defenestralo signor cLl Droniero ebbe coi dire-ltore di una ri· vista ,rorrwna, non potemmo a men,, di d,ire: « P-er Dio, un iita'liamo aveva raJ1ion•e ». Il vecchio vo!,pone trovò i-11 queila conver,sazione tutf>i gf.i argom-ertti per giustJ/icare il fascismo e se la prese co1 fuoruscMi, prioncrpalmenfe con Saluemini che egli ha ben ragione di non amare, perchè costoro fanno alt estero un:opera che è prova del loro grande amo-Tè per /'lfalia. Per un'JtaI'ia Nbera. Libera rfal fascismo; libera anche dalle camorre locali su cui si basò per molto t11mpo rJ Govenno d,1Giolitti. Giolitti del resto faceva bene a PCNlar cosi. D5/e-ndenào il lascismo dife.nldeva l'opera sua. Fu lui che - per un bas- ~o calcolo di natura parlamentare - /i armò; Tu lui che assicurò ad essi, n-.el momento in cui iniziarono l'opera loro di dis~ruzfone, la più larga impunità. E quando si andava da lui a denunciare 1 misfatti dei fascisti - noi ci andammo, più per uno scrupolo di coscien•za che per fiducia di oblenere giustizia - il vecchio dal cuore irtcarta.pecorilo Taceva lo sc<Nldalirzato con cosi nut!a arte di TilodrammaMco da far cap;re che i misfa.tti fa-scisti gli f.acevan piacere. Il vecchio ha smentilo poi la sostanza della oonversQzion-2. Ipocrisia aggiunta al crimine. Troppi dettagli confen•eva la relazior,e della r'vista per nor, essere creduta vera! Non recatevi in Italia! Ci scrivono da Lugano: Recenti peirquisizicmi personali • a ziro • a ciLbadini svizzari e recenti arresti di ittalli,a;ni avvenuti a1 c-:mfine rendOIJlo ll!ll>COrauna vdta utile queste richiamo Nc,n vale in ques1i mccrnenii, sla;re al di fuc-wi delta moi.sch:,a. si è <1 fregati 1o s'.esso. O-r,nuno sa1ppb regolairsi, ma quello di nc:m 6 mel1l 0 re piede nel paradiso fa,scista è 1'unica, mi,gi\.iorccooa a farsi! I frutti derlegimcoerporativo Volete vedere qual'è lo stato dr quel famoso e fumoso regime cor,porati,o che il fascismo presenta all'eslero come il regime della perfezione? Leggete i giornali fascisti. Peccato che lo spazio e il carattere oi questo giornale ci impedisca di far-.?. I unghe citazioni. Ma, insomma, la. slor~ - fedelissima - cl.i quel che avv1eM in Italia eccola qui. A Cremona ci fu tempo fa un Con· g~o dei sindacati ag11icoli operai. 1-n esso ~u detto a chiare note che i padro· ni noo osservano i palli conclusi, Fari• nacoi - forse approfittando del!' 1.,cc;.- sione _per bron1.olare contro le direttive del regime non abbastanza forle - fece eco sul suo giornale alle lagnanze del Congresso. ParlKl favilla .... Eccoli_ mfatli Rossoni il qua,le - per far dispetto a Bottai - sbotb in un articolo acre come sarebbe slaiio quello di un sindacali.sta rivoluzionaifo dell' ante-guerra - di un rivoluzionario, insomma, ti.po Rossoni d'altr,i t-empi. Il gatto perd~ il pek, ma nor, il vizio. Scrisse dunque, i,, so• stanza, Rossoni: « Ma noi lo sappiamo che i padroni non ~ano i patii. Sono « migliaia e migliaà.a,. i padro°:L che mancano all'obbligo derivante da.1 patti ... Il suo giornale e i iiornalelti che ne sono· fe appendici stemperarono l,ene questa materia e non esitarono uo n,inulo a dire le cose proprio come sta1,- no. E cioè che mancano nell'attuale legi:rlazione le sanzioni necf!ssOrie !:onfro quei padroni i quali non osservano i patii conclusi. li che - si aggiunge - crea uno sfato di privilegio per i pddroni, perchè - si osserva - in materia di c;ontratto di lavoro il padrone ha il coltello p~r i/ manico. E' lui che ha il danaro in mano: il lavoratorn se vuole mangiare, deve inch:inarsi davanti ~ !ui. Oh, guarda, guardai Una Lai prosa Ieee montar la seM.pa al naso di Bollaii che la qualificò - senza tanti gi.ri d-i pair:i!.e - per «1dema,gQgica». E Rossoni a rispondergli in t:mo agro-dolce: « Ma il nostro runico ha torto di aversela a ::nale. Noi non gli facciamo la guerra; anzi... Sia calmo, non presti argomenti ai padroni contro di no ... Garbata frecciata la qnalle v.uc,l d1- , re, insomma, che il ministero delle corporaziioni si preoccupa più -0egli interessi dei padroni che di quelli dei lavoratori. -oLa conclusione delta bega fu che t'll bel giorno Muss.o I ini, Bottai, Rocco e Turat.i si riunirono per vedere che misura bisogna prendere. Voi direte, o lettori: «Ma ... elRossc<rl.inan c'entra?, Rossoni non c'era. Che volete che yi, diciamo? Rossoni non c'è mai quando si tratta di risolvere le grandi questioni che inter~&- sano gli operai; rcon c'era quando si trattò di regolare la riduzione dei salari· non c·era ora che si trattava di cercar; le vie ,per ass~curre l'osservanza dei contratti di lavoro. Al posto suo c'è il segretario del !Partilo fascista. Quando si d<ice la potenza e la influenza delle cnj!a1J1izzazicn: cjpz.n.:e fascf..sLe! Nel coJ.lcqu:.o s-i d~::ise oh! uILa grande decisione! - che chi giudica i ca.si di lDOIS~rvamza 'dea 1patti di la'VC\rO deve essere la magistratura ordinaria: il pretore o i.I tribunale, secondo la somma che è in questione. Niente ma.gislratura speciale! Quella .magistratura speciale creata due anni fa per le questioni che riguardano -i,J lavoro esiste ~clo per i. grandi conflitti collettivi: !a inosservanza dei patti si vuol consi:l.erarla come caso individuaile, e non si vuol<! che la grande magistratura speciale abb:a nei Tribunali e nelle Preture propag. gmi, organi speciali per giudicare anche in materia di in.frazione di pat"ti. Che dire di questa decisione 7 Che non c'era bisogno della scienza del ministro Rocco per scoprire che la l'l"ag1stratura ordinaria è competente a giudicare in materia di questo genere. Sol tanto, il sig:nor ministro e lutti gli 1ltr1 che stavano attorno a lui - il duce compreso, che ne caipiva meno cLi tutti - non han pensato, a quanto pare, che i confliHi in materia di 1-a.voroo si· risclvono subilo, giuridicamente, o non si risolvono più. Chi conosce qualche cosa su questo argomento sa benissimo che da parte dei lavoratori la mancanz1 at palli è più spesso un fatto co~lettivo che riveste iJ carattere di denuncia dei patti stessi -ç-rima della loro scadenza, mentre da parte dei padroni la manèanza a1 patti è un fallo indivi.duale, ipocritamente sotH!e, grossolanamei1-ie furbesco, per cui un datore di lavoro a.pprofilta delle condizioni speciaili di questo o di quel lavoratore per· tirarlo per il collo, senza aver l'aria di allc.nlare alla sLabililù dei patti. Pretur~ e Tribunali non :ivranno da giudicare altro che padroni. Or,~, tutti sanno che la procedura per arrivare a un giudizio è lunga. Ed ~ anch.! costosa. Intanto che i qiudici si prol"unciano, che fa il lavoratore, a danno del ouale è stata consumata la infrazione del contralto? Pianta il padrone? O resta ai suoi ordini? Ge pianta il padron-:, c'è il caso di sciopero - che è vietat<•. Se resta ai snoi ordini, a qua.li condizioni vi resta? Un pasliccio, la cui conclusi.one sarà questa: Nessuno ri.correrà alla Pretura o al Tribunale pe-r c:isi di questo genere, e i padroni contm~eranno a fare il loro comodo. Rossoni e Bottai avranno avuto, ognuno da parte loro, la loro porzione di soddisfazione E tutti e due canteranno in coro le lodi al grande e.dificio corporativo italiano il quale, ecc. ecc. * ,I< * A proposito di scioperi. A Vig=ano tempo fa alcuni operai - messi dal I Jro padrone a.I punto di dover accettare un sala.rio inferiore a quello del contratto d1 lavoro che vincola le parti, o di dover far sciopero - fecero sciopero. Fur-in.:, denunciati e processati. LI giudice lm· vò che la colpa ei·a del padrone e assolse. Assolse; ma, assolvendo, andò cc,ntro la legge fascista - e se noi fossimo nel panni d,j Rocco lo puniremmo. Ma sicuro! Perchè la legge fascista dice, si o no, che lo sciopero è vietato? Dunque bisog,na punire chi lo fa. Sarà questi.,. ne di cercare delle attenuanti, di graàuare la pena in ragione della prop,Jrzione di queste; ma bisogna punire. Cioi: -· nella caotica situazione attuale di quel paese meravigliosamente ordinato che è l'Italia fascista - bisogna togliere all'operaio vittima della in.frazione dei palli da parte del padrone l'unica sanzione che· è praticamente a sua disposi- 'zionc:: quella dello sciopero. Poichè non lutti i giudici sono come quell}o di Vigevano, e gli scioperi non si E.anno, ecco infatti quello che succede: migliaia e migliaia di padroni - per confessione stessa degli organi fascisti - mancano ai patti, ed il governo, .:Invendo decidere, non trova di megiio che tirar fuori lo spauracchio del la Pretura e del Tribunale. Bisognerebbe non cono· scere i padroni - tanto più ora che gli operai hanno fame e s'adattano a tutto pur di guidagnare qualche soldo - !)er credere sinceramente che lo spauracch:o agisca. Delizie del regime corporativo. E. Lo. InmargianleConY1d1niMoarsiglia Laquestione si dacale E' ~ fare pi:esente che H no.s,Lro Paa-tito idno al 31 ()IHoh:re 1926. fu pante i.n'...e:g,ra71,lcec,rr.c del ro;.lo i cJJJ1un,i~, ,gli uniit3!I'i, pa~•Le d0i r€1;>u-bb!icani eicc. dell'-0.1i_~aruismomassiano del prclle.taa-i,a:lo talli-ano, e oioè, de1la COJUederaDi-0ne Generà!le dcl. tl.Ja,voro. Sia nel Con.si.glio Di;. rebti'Vo, come .nel Com:1La•loCon.su1bivo, il nosbro Pa;r,lilo a,vewa i suoj dii:ret.:riratppresen'Laniti. Essi ~o mi.npranza, ma diò non iiinpedì aid essi cli dare tutita la loro atti.v:•tà perchè la ConJederazicme dEil Latvoro sempre p~ù si perfeziomisse, come sem.pre .p.iù po!lessse maggicmment.e daire la sua preziosa opera per la e1eva rione e la d,ifosa de1la c1a:$e Laivca-a,'.rice Questa vorrei ,dire, comtm'ione di a.zi.o. ne ,e di pensiero in seno al mal3simo organismo ,sindacaJe de,1 pro.Leit.a.riatloitaJii.a. no, è con,'!.inua•la i.ininileirro,Lba!Inenle dal giorno daL'la foncl.:aiziionede1la Confadera, z.icine G-ene:r.r1edel Lavoro (1906) f:,no aJ g.ic.rno (31 otllcbre 1926) che }e o.r-de bairbar.i.dhe, .in'V'alSe cl,i furore betluino, hanno messo a sa:cco e di.sLrutta la sede, mentre ~I ccunpare cl.i Roma emalilaiva il deoreto. cli soi01g1imimlc cLi luolle le ongaai.izzaziona ed associaziioni ohe noo avevano a.ccetitato nei;,p,ure in p:11ttle ili verbo del far;cil3mo. ln ·sqguilc a questo foirza- ~o e v.iolento saicrgl:menlo, 12 tende della Confeidera-ziione del LlllYCtr:> .italiana rur>ono po,rLaste a.11'esilero, come del r2>Sto ~.sì fe::ero i pau,Lll,i ai qu.al1i.i1 decralo deJ.la violenza veniva a remJder~ .innpoosibi le pure a<l ess.i l1 a lo-ro vi.la ed a2li•CXI1A-! entro i cooiffua d',Ita,1iia. Da quesito fa.tto, cioè cl.a,1k> sciogl,imen- - e d<?ilJl,adecis.iane di a>orlare lai sede d·o11LaConJederaiJion.e a1l'~st.ero, ne haJilno a,pyproflilitaito J coan.1.1i111;9li, i qua.Li f<inallmenle inlirarvvruderorulLraiverso ad un fartto di oi~ violenza la IPOS.Sib:r.Mdà,i r9laccaaisi dlailJ'origa,n:iismosindaca'k. &si ne hamno penaiò alp(prcdiilarto noo se.lo per 11 distaiccc, m:i. fecerio il te.nt.a,Llvodi cr-aare un lc.ro c-rgani,smo i.sin1daca1k Se ciò non ci ha menomamenle mera<V'gli:iti perahè questo foro a~to non fu ohe la Jogica conseg,uenza del ,]o,rc J>enisie:ro ~ lo svo\gimenttc del'la. loro a.ii~, la1l qua.le come ,ne a,vvenne ne,! mov'.lmenlo po.li•tico, ci ha però addolo-raf..i, perohè ess,i con il looro atto ven.itVano a rCIID.perela corqp31gine e 1'wnione sul leJ'reno sindaca,le, unicm.e e collllp-élJgime che a-veva esistti,to fino a,} 1fic1rno dz,1 violento sci-:iglimeruto Ma su questa falsaniga noo pclLe.vaandan-e i1 nosLro Pairt: te, e la de'!ri.bera.z,i.one delila Direzicme del nostro Pairtii~o emes- • sa ne'! Gennaiio dell'a.nno p~-sa.to ne!lla quaJ1e era deblo in rauipoa,to a'1la riiOtr'ganizzaoone degùi open-a,i ita1liani in Francia, che essi « douevan,o aderire agU Uffici che le Federazion,i di mestiere ifaliane htr:ho cosfi.fuife in Francia per la .organizzazione e la difesa sindacale della mano d'opera itaN.aona e, conseguentemente ctlla orga.n.izzatione locale, alla qua!le tali Uffici aderiscono» mon solo nul'Jia rJsOllveva, ma meintre 'Vooiva a areare un maggioi:r man-aism.a, e no,n chiairifi-· cazione nel campo si,nda.c:l/le, la,sdava di stra·foro aKi cgr.uno la 1;mra sce1La cl.i a.- deritre a qu:tt].i ca•ga.n:smi s'ndaca1i ohe a<l e¼i mcglo Jic,o:;wa, non conrl,a se anche jn conL:r'astc con lu,Uo .il passalo anche rocen,le de'U'az.ione sindaca.le del! nostro Parl:'.o. Ta.1e del::bera.z.ione 'V00,Wa a faa- cessaa-e la contin,ua.z.ione della nosLra a,desicn~ e de1la noo-Lra a,lstività entro .la Contederazicm.e Genende dd La.- vc,,ro. H Conveii,i.o di Maa-silglia bene h.:i. 'fa;l. lo aid aamu1'la.re questa delibera. 1 n esso è sta!.o afifa-onwila e d.:soussa .la i°'por.ta.n'te questione dèlla onga.niizza.zlio.. ne sindaca.le w <l.erira di Fra-ncia d~ opera:i i,tafloia.:rue, ha a.dot;l.atLoun e,a-dme dcl giorno nel quale è detto nel'la: ~ parie « discuJendo in me,Ulo al mollÌ-- menl-0 sirnlacale riconosc-e md/a Confederazione G.enerale del Lavoro con sea~ a Par,iei ed aderent~ alla Federa.uone Sindac.dle [nkr1U1:tionale di Amsterdam la vecchia org~zrarione unitaria del proletariato italiano, e perciò impe.~ i compagni ad aderùe alle organizzaziom si,ru:/acali dei paesi fo cir1 lavorano in,. scritte alla detta Corrlederazione, qumrdo non, lo re.nd~ impossibile la speciok ed ecceuonale sUUDzione smdacale locale». Cosi coll'orrune dEII ~o.mo vota.io al C0111Vegnc di ~lia, viene tiinailinemle ru;sol]o, e giusta.men~. 11 nasloo 1PTcb'iema sindaca1e, il qu.aile ai in,dica oroartalmeloie e l(ll~ca!Jllente iil ropiiglio detla cO!Illlinua,z,iome del.La n<>IS'lra a,pprurtenenzai enLro j quaid-rn de'lla Coniederaz:icme Ge:oo,- raile del LatVc.a-o, <liclùaa-ando dhe essa è l'.uni.oo OJigani.su}o d.1 dìfosa sindacaile d.d proleta;ria ~o .iita!liano. l'L CoDJVegno di Ma.rsigl,ia ha con questo atto mcMo bene opera1c•, e n011 ,potrà oh.e essere molto bene a,ocolto e dasgl,i ini,cr;i,tti ail nositro Partito, e dai c~ rimas~ n.elJa ga1€JTa:ita1iana, e d2121,iem.i.gramci che ai seguomo 'llel]a noobra qpera. ed azfone. Essi sanno ohe enbro la Co:nlf~ n~ del Laivo:ro COl!l s-e.de a Paaiiw e ,perciò entro ila grande fami~lia de'l,J'o:nga- .nizz=ione sind=[e inte=zi-0na1e di Aimste,r,dann, dove yj seno dlltre 19 miJ'ic,n~ d~ lawo,ra,tcn5 d',q~ categoria e di Qgm paese del mOI11do, )! praleilaria•',o itatiano pokà a'V'0:re tmai falliva d:ifasa ed un vaJj,do aiu<Lo per le st12 1-c,Ue,ed in -or:iimalinea quel1'la ,di ,poter r:~-::mquist= la sua Libe-rtà d.i p'.)11.S:-'.lr<",, dc azione e di OTo~ zza.zii.one. T. B. Vaticaenfoascism IL' Ungh~a è ail'o,ndine id.et! giC<rnodelle crcnacli.e d' Eu.rqpa. In ifa.isc:s.mo .itta,. tiano è iudubbia:ment.e più reazio-n.3.rio, più fibe-.r,bicida, più immru-ale del fascismo un,gherese, ma è a.nche più abile. Sa copr.iire i ipropri mi-sfa,tti, s' i,mpone ta:1vo.],la ,deti ,pudcm fo.nna.]j, che i "bianchi,. d' Un.gheria 0.0glttgomo. Ra~om.e per 1a qualle tutto iJ mondo è c011.corde nel rù-te:n.ere glii ~j d~l J>C,pdlo =gh~rese qual.i dei fail.sari, d~li !Wergiu.ri, dei cos,pioratloni in favOTe de!P.a l"l.,erra, d~li aissa,ssiri. A ,gente di quoo1a f.aJbla non pa:eva quimicLi malllcatre la satn,ta benetclmone e ra:lta !PI'Ctezlione dcl1a Chiesa,. Gictrnoi or sono con Lutta ila pom,pa del cerimcn.ia.le vaiticam.o, il caroi1Jale Giustinnano Seredy, ~~ J)'l"Ìtm.a~ed'Ungheni.a, recem.temen:~ l!lcmma1lo aLl'ailit.a fu.nzé.cne datlla Co:nle cl.i Rc,ma, ha fatto d i:,rOfPrioin~resso in leirira Ullgherese. [.a sua ncamma non è stata esente da <lcJficolltà. Lun1~e tra,Ua,twe 1n p.ropos.iiio sano in'ercc.rs:e tra in Vatii:;ano e Pa"latzz,o Chi~. V cli dii.rete, oosa <:'emitiraPail.azzo ~? Non è un mi•slero ,per nessun.e oom.ta4 che MussoHni persegua il f~ cÌe1Ja restau.r~ooe d~'Ci aisburgo in Ungheria. L ·0psodio del1e mitta-a~flà.aitrlièci una de.l1e t.amtle prave. Ed il Va Licano mira aill'ti.èentbico scopo. Tu.Lle h? sla~oni :J)0r d(J(Ve è passa.lo i:] :.remo paipa•le era,no decc,raite noa:i so,lo d~ cctlcmi. Wl.ghere.si,ma anche di quelili i taOaM1cj on 11':im.sa,gndae!l liH,oa:ti-0. Un picco1c anbicipo su1la de!toilliwa m01dà.f,iça. ~iene della bamidtera i<l.aOia,na. I,l 1prMI10 sai ulo ulficiaile a,! IP'r.inrirpe tprlimaiie aipp€a1.agiruoto ne!'.la capi1taile Ulll· gherese è stato !J)Orto dai!l1'atrd<luca FtrMlcosco Gal\.lJSepped'A&hurgo. Ed e!lioquemte è s.'a1 La 1a .niS)Pcsla del p,rimat.e: invece di pa.rlaire d.i Cri1Sto e di cacrilà oristia,na, ha il:me,ggia1to a,1,r « al!eamza con l'Italia, grarie al!'ti.nteressr:rmento d'uT!'(J cl tra grande potenza (l'I n:gh.iHar.ra ?) , alleanza che dovrà a.vere il risul/taJo di ricon.clurre rUn.gheria alla sua amica poter:ra , . E face:ndo aalu.s.ione al suo 1uogo di nascita, OiU.i facente pairte de!Oa R~pubblica Ceco-Slcvacca, ne ha vaibi-cinab la niconquistia. Il cardina:le Se:redy è dunque in:viaito <le1Valbicamo o ,del! fascismo ? Del1'uno e dell'a1,tro. Aimbedue pe:r15eguo.no il nitomno d'Euro,pa ailda Sa.ni1,aA1lea'llza del 1821. E fPer raigiiunge.re i suoi sc<,pi di restauraz.ion.i monairch,6che assoilit:t,i,ste ed i suoi preparaf..i,vi di guerre, il fasai,smo, allealo ai\ ca:bLOllci.cismuo.fFciafle, tSi s~rve volila a v01hta delle mitLra1gl.i.aiLrieoidegli a:L1.i prellél/Li.
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