L'Avvenire del Lavoratore - anno XXXI - n. 52 - 24 dicembre 1927

1. Partilo inglese è aderenrc alla Se- • conda Inlernazionalc e non pensa, allatto di staccarvisi; quc,'lo norve· gcse non aderisce ad alcuna Inlernaziona'e. ma ficcome ha dovuto n- :--,c·re dal no~lro Ufficio per formare l'Pnione nazionale. si ha r~gione di nedcre .che non po,s~t denlran·i M!nza correi·<' rischio :di prO\'OCare nna ~risi interna. ,\ll"Cffìc;o dunque rimangono dei rollami, g•oriosi fin che vo'cte, animali da]' e m'gliori inlenzioni di questo mondo, ma con fcarsis:--; ma effìcen7,a e nes~,una influe~a sul movimento operaio e socialisla inlernn7iona le. E' j1 programma che conla? Ha indubbiamente gran Ya1ore, ma non ba• ia_ Del re!-lO i1 110,lro ~rofffa~1:ma. è nolo da lungo tempo a1 pal"l:11 dt dei:tra ed a quelli cli l'inistra: se lo ave~sero ritenuto mig'iorc dei loro '.o a\Trhbero già fallo proprio. Si è che menlre noi c1:ciamo c-hc ha fallo fallimento il metodo allnii, gli altri affermano che ha fallo bancarotta i1 nostro. E se guardiamo q,,1i••·:onatamenlc a: r;su'lati ccme- !1uiti finora co· diversi metodi ci rlesc-c diffìci\e <li so~lenerc che g1i altri hanno lulli i torli e noi la ratone. 1.osi rido! lo, mal eone· alo il no- !-'. ro l'ffìc·o internaziona'e ha r,oco credito e nessuna forza d'allrazione. Ficcarsi in rnenle di vo er influire !>U! mo\'imenlo operaio mon'd•!alc in s;mili condiz:oni si corre rischio di fare in certo senso la figura de\.: a fan1osa mosca nocchiera. •Noi 110 11 riusciremo mai nè a dirigere il movimento e ~emmcno aù influenzare i due grandi aggrnppamcnti che ci stanno a destra ed a s:msLra, fin che balleremo 'a \'ia seguila fino-. ra e rimarremo fuori rli essi. Ritengo quindi che sia i11iuL 1 le e persino <!annoso il ,·oler insistere ne 1l'erroi-e iniziale; cbe ci convenga abbandonare i lenlalivj che si dimos1rarono ,·ani r che, prr le ragioni suddelle. sono il1'esorabilmenle condannali a fa lire e cercare di giovare nll'unità unendo i nostri sforzi a quell: de 1la minoranza della Secoqda Jnternaziona'e, per indurre q11est'ullima ad 01-;entar~i un po' \'crso sinistra. Il tempo e gli eventi aiulei·anno. Cnncluslone Concludendo sostengo che l'uniJìc·~uione elci due partiti ~oc:a 1isl.i italiani. nel nome de' nostro Partilo è possibile, utile e necessaria. Es:,a' è sentita. voluta dalle masse operaie più cli quanto appaia dai nostri giorna' i e da le nostre discu!"sioni. Le 0.~igcnze della lotta antifascista- e librratrice la impongono. Gli eventi gran<li chr Ci allendo110 devono lro- ,·arci unili-più che sia po,.;ibilc, 11011 <:.o'tanlo dai \'inco'i del!'anti-fasdsmo e della solidarietà p,roleta1 ·a, ma r'ur:-inco dal'a disciplina de' Parlito. Dobbiamo unirci per fare di più, per agire con maggior ·'ancio e vi- ~or:a cd anche per csse1·e pronti, affìalali, con un pro/!ramma un·co rd 1tn'uni::a ptida nrl giorno è.e! no'lo dc· fafcismo. Comm<'llcremmo un drlillo ~r dopo rovcsc;ato il regime d'infamia e <li vrrgo~ua ci melic~simo ad allaccar br.ghc Ira di noi. E. quc!'<lo potrà aVYcnii-c ~f' ci ostineremo a riimmcrc di,·isi in p'.ù parlili. Il n.ostro Partilo è più forlc e più dla'e d; quello dei lavoratori italiani? Beni::simo. YUO' dire che nrl parLilo tmifìcalo avremo la preYalenza e quindii la garanzia con lrn ogni lemula sopraITazione o de\'iazionè. La concentrazione? ,. a ben· ss:mo ma l'tmione ::.ocialisla \'a ancora meglio. Nego asso'ulamenle che la concentraz:one pol'sa ven:r indcbc,'ila o dim:nuila dall'uniQ.Ue. dei due parl;li. ~on v'è quindi nessunissima seria ragione che si OJ)ponga all\111ione ed il Convegno di Mars·gi:a commetterà un grave errore se non si occuperà ~eriamenle del #francle prob"ema. Esso non polrà de1iberare sen- ;,;'altro la fusione: nessuno l"li ch.ied1 e questo: può dire invece e dica che è d'accordo in linea di pr·nc·pio. dia incarico al'a Di1·ez:onc oppure ad 11n~ comniiss:011e sp~c-ia e di inia \'Ola1·c lraltah•e co11 1a Direz onc ciel Part:Lo dei lavoratori per cercare la base dell'accordo, nel 110:lro Partiio :n un programma unico accellabi'·e era ambi i partili. .\. VUATTOLO. Sulla via dell'unità H ooonp~no Vuarolcdo, n,ed~uo articolo « Di.sowtia,mol «, parla di « ar,biLriOI » e ,di « <litta,tUTll! » -d-ella Direzione di Pari~i ne:i ri,g11a11dd,iel ;noslro !Partilo. AlfiJironliMno la ques:ion.?, pranden,dio- -la di p::tto: Perc-hè iI crunp31gno Vuatt::,Jc non •ha prole.st:1,t,:>qua,do la D:irez.iOITI.'2 soi-Ollse la Sezione di Parig,i con proceJdimzmlo !~dente a c01l 1 pire degli in<Lit.S.ciplinaliin quamlo e.ssi a,wartenevano a1l,laconen'.,e favorevole :\~h fusione coi oomunisU ? Fbd-:e puchè Vuatlolo ap,parlienP. alla tendznza c1pposLa ? Non voglia.mo far~li it lnnlo di cr~d.erlc ta-n,tr-, parziale -e ci limiliaimo a doma.ntdangli 11=-erchè e.gli n~I ~,uo scritto violento e s:onalo non si sia cr€1duto in dovere di dire una p:iro1a di plauso, ohe val~-e abmeno di co.n!cirlo, per I compa,<fn~della Direzione. Egli è un orj!a,nizzatore, rle._t::liotlim_i. Sa le diff.icoltà ohe i compajni <leU.aDi- ~ezion.e ànno incontrato, onde far risorgere i,nopina.lam-:nLe rigo.glio:.o 1tn m01Vimento i.n condizioni di netto siaivore. Non çuò ne.gare che, s,empre, il probhma d~ ordi~ or)!anizzalivo è un problema di fa.re, senza dL,ou:ere, _d'agire qw,n,:li· senz:i e contro colo.ro che voiglic;,no discute-re. Io nc:-n esa,J!e10 a,~I-erman.do che buetna pair,te de-l!t r:1us2 .-lelìa nostra sconfibla si trovano nel noslro sistema organizzativ,c... M,1ssolini, la cui vera nota ca-raUerislica è que1la di es;.e.re un for'.issiano orgainizzal()l!'e, queste cose le ~apeva e e, ha hattuti. Ora .il compa,gno Y.u.atitolo' ci riimprovera di aitlacca11ci a :I un . anno pendJULo nella mischia (?) il 1921 (ma Vuallolo, via! nel 1921 i Congr. sono stati 2, ur.o :i. Livorno e.d uno a Roma; ne1 '22 a Roma Con~r-esso deilla scissione, in.e! '23 a MiLano Con,gresso cr.-e e.i sLaocò da Serfati nel '25 in Mi<la,no ·- in lpie,no foscis:no ! - Conv0g,no del,J'a,prùle con ~ande d~fon,si,va dei des~ri da B~io_ a Caimpa,nini). Ma e.gli vorrebbe nsa,fare nient-emeno che al Montesquieu e ripropone la "vexala quaeslio , del pol~e lcgis'Lativo sepairalo dliii pc.I.ere e;e::ullvo nei confronti della Di.rei.ione de!l povero Pa'tlilo ncslro .... Ora sia b~ne .inteso che. dhLunque esso sia, c.hi farà p~r~2 d~I!~ nuova Direzione deve av-2Te de1 pclen dt {0.flroooo al p,rcc;simo Co,ngresso. Si persua::bno i cOJT1pagni della Svi_zzera ~he questa è 1a miiglior-e democrazia nell iaiterno del Partilo, perohè è l'unica possibile. .Glh St.a-li Unili d".Aimerica sono 'n.dubbi.a.menie retli a re1gime democratico, ma dopo la colossa,le ca'.!T\Pa~n_aeile_ttorale, fefa'.lo ha pieni p0Ler1. Altr:imenlt, come potrebbe a~!ue. ? . Per re's"lare nel nos!ro p,1ccofo mondo d,j PartiloL se domani, ad esemù)iO, si ripresentaisse un caso come qu-el~o di Pari,jfi. ed uin gru.p-po di compagni lenla1s~ ,di o.ttgal!liiz.zamsi n fra,zione - di de:str.:i o di sinisbra - -i,J dwere cii una Direzione è q,ue'Llo d'inlervani.re subito, se,iu.a tanto d1Scu~re. AiLLracosa inve<.:e, prcfond:1me.n,le di- .ve.rro. è la discussione in vi.sta del Congr-e&;::>e in se.de di Ccn,gre:;.;o. -se i compa,gni de.1!1 Dirni::,ne a,vess2ro del Com,v~no di Marsiglia un cancello draconiano, quah è quello d-e.nunciato dallìl'ediitorial.? del nvslro Avvenire, io sarei il pnmo ad indignarmi. Sian•o in un Partilo non FU essere trat'.ati come in wna· cruse,rma. L'ongarjzzazione com,uniis~a che non lie.ne aiJcun conto d?iile ma,ggio,ranze di Partito non e, in aloun modo, la nc-s\:ra. A M.airs~gLi.a isi deve disoulere -e si debbono porre le ba.si dell'azione an~i,fascisla, la qu-ale ra•pprese.nla il corn,pilo specifico aHuale di. tutto il Partito, sia all'e.slero che in llal"ia. Io dichiaro se.nz'alltro ohe i « ti,ni ma,-;im)!i » oggL non ci inlere-ssa'llo e nom ci devono in'.e.r%sare ·più di un discol\So marxlsl1co ne'•le soci.al izzaz,ionL con o senza in,dennità. N c,n siamo per nuUa acceca,li d '.l li a compres:sione de•Jla reazic,ne, vestita di fascismo. Ma abbiamo com1 pre1.,o che il fa;cismo è al fallo nuo,vo, impensato, sc:ilurilo d111'1,1, ,(fuerra, è l'a_11maspecifica. de,l,la resistenz.a bonghe.se n-ei paesi a capi1alismo po--·aro o prw1lenle,rrum~e agri-coli (Si,pa,gna Un,gheria atali1, Lil11anfa). In questo s-enso. e,s.,o è un fallo storico, per ni;tlla arliJiciale, perchè h c~- ce:b:,o,n~che la viollenza sia un fablo arlificia]e è wn,a concezione vecohio-democratica fon,dalmenla•Lmenle erra~a. Di fronte a guasta realtà spunl ala - la anma del lo soie;pero - ncn res.la al pro, leta.rfa to ohe ricorru-e ali' a11ma democralica, per fanne una [~va insurreziona- 'ìe cc1J1Lrola dil:atura. Ora sono le forme di questa dil>mOcraz-ia nuava oh.? bisogna defi.nire, i mezzi r,u conqu.i,tarla che devcno es<,e,re deHmilati. Noi non vogliamo discut.ere? sono evidentemente i comp:igni della Svizzer1 dhe vo,gliono negare avanti lettera. Nella mozione del1a Dire.~ione a firma Sangiorni elc) è dello e ch1ar:imen- 'le che ncn sdo noi adariamo •loto corde!> a 'ila concentrazione, m:i ch2 ne vo- ,diam:, -e,~'?re un nucleo cenlra•le. ,., La «ILibe.rlà» e la Concentrazione so.- no h {ucina deLle nuove ide:: dem:icrak·he; ma percthè il nostro •Avanti!» dovr~l:-be rinunò:ire a collabo,r:ire 1 qu?-.;to b-voro, pzr ridursi ad un boMel'.ino incofore com'è nei desiduala di laquni che t<videnl-3menlc senle la noslatgia di aver perduto il tremo nel quale sono pa.rtiti i compa,gni unilar,i? Sotto le ,parole che noi cc-nfu:.i:uno è chiar,isrJ.mo un desi.derio sello: quel,Jo del l' u1i=Là co-i riform1s{i a tuffi i costi. 01'bene. resli b~11 chi:1ro (p3r coloro che c"me Bianchi scrivono di °Chiarezza e o CO I:.\ \'\'E.\'IRE DE.L LAYOHAfO:.:I:.::lli:_· --------------------------------- vo,gliono una vera confu.tione) che una fusione sull1 ca,rla, dh~ ve.glia prec.;dere la nc·~~s~a.ria, unilaterale revisione programm:it· ca, è un dwmo. Li sono un vecchio, tenacissimo masf.l~ma];sta,, rna crdo che l'uni.à si debb1 fare, che si farà. on è colpa no~lra se gli o,?onli c,i indicano chiara,menle il terrenv democratico ccme l'un:cc feco,n·do i:~r '.a grar.·dc organ:zznione r1ppresenla.liva de'.le f,i.nali,là dEd proletariato itaLia1no. , Ma qt11ndo ci si dice per m2 è culo , !ie sa il Co-P~resso di Rc,ma invece di JAer aivulo lu,go n~I '21 (nd '22, nel vo:1':du2 c:ir:i CCATIJ:,a,~no!) ,i t~ne.sse ora, ner1•uno r;ropc.rr,tlbe l'cfclusicne dei com pagni dii destra • io rispondo che se qu2i e~ m1,;:1~n: v:n's ... -r. a fare nuovam::nte l,e preposte lolsloian2 e cc ilaborazicnisliche del '22 - comunque m:isoherale di anlifa.sci.;:,mo - biscg:1ere>Cbe cacciarli, appure. r-assegnarsi a perder proprio .:incthe l'e,;,tetica di una ten:ic2 opposizione. Ma quei ccmpagni hanno compiulo una revisione nel nc,stro senso, sot~o l'influenza d21la r~altà più che delle nostre teorie. , Api:;unlo IJler questo io dico che l'unità r..on può es;:::•re es·.:'.usa a priori, deve anzi os~2re aiul:1'.1 co!T)e pairola d'ordine r,2r favorir2 la r2visione p,rc,grammat' :1 ch2 è i:r:g:u:l;z':1le. Una fusione numer:c:i che lasciasse inlaitli i:r:n:;1pì d:~ccndan:i e ci boosse trovare un'altra volta nel «cui de sac» di una fcrz:ita inazicne è questo che voi chiamate «chiarezza,? In altre i::aro·'.2 sono i;rcpr:o quei compa.gni c<he gridano, non senza un certo spiri lo dem:igc,gico, di vo!u disoutere, ; fautori di una poliLica che ,vorre,bb2 forzare i fa~li - nel ca1Sodi genile disarmala ed e.su 1~ le dLscussioni sono, ahimè!, g,li unici fatti ,pcssib:ili - -per far malura11e un grosso f.ruLlo ancora assolulamenle acerbo. Cominoiaqno ccl bre un Auan/i! Jru- ~\icre, anzi:hè proporre di abol'rlo, col porre le basi di un1 crganizza~ionc i!let:i!,.: sc:ri:1, ccl di~:ip!inare s1viamente il Partito, cO'I cc,llabcrare s2riamente affope.ra de.ll:i Ccmcenlrazi~ne che a J\'lussolini dà ce1tamente fastidio più del , Corri.ere degli Italiani» ed av,nm10 fatto i! nostro davere sul terrrno de.11':inlifa.scismo ed arrche s,u.~la,vja de1ila Uni-tà ohe è un beme al qual~ ,noL pur2 ago.gniamo. FtR.AINCOCWR!Cl. Chiarimneenctiessari MJ ,pare che Jl compaeno avvocato ClerJcJ inuece dii prendere la questJone « d-i pel,/o », come dic2 di uol'2Tfare, fa prenda per la cod'a. Jn!atf,i egli gira ;f quesito iog:co: se sia uero o n,o che la Dirre:z,ior.eabbia prese ·delle decisioni c;rbi,trarie e a"'itfctto, iali in riguardo al cUrif.lo del Convegno di Marsiglia e mi domanda perchè non ho protestato quando ha sc<io'!tala Sn;;one di Pa.rigi. Confesso che ho douuto leggere due Ire volte per convincermi di non auer capl!to m!J.le. Ciò n,on sollc.vzto perchè alla prenu!ssa mancò il s2guUo !og'r:o, ma anche e particolarmente perchè sl<!nfavo a credere che il mio censore, che pure è un ua!ente avvocoto, non (Ivesse avvertJta la grande dif!erenza esistente tra il fatto di Parigi e qùello di Mars1;- gli:a. A Parigi si trarfk.•ua d.i una snicme, si a.f!erma, jn,cf:isciiplinata e la Direzione ,1weslila (n.on mporta come) dei poteri co•-Te1i/1a qu2lla che ia preced',!,J/e da un regol<1!reCongrl!~o del Parli/o, aueua il diiritto ed il dovere d: r.'ch·amarla -:r!- l'ord',;ie; a MGrs.it:fia si lra•f!a di un Convegno (in un primo tempo s.' convocò un Con•gresso, non lo diment;chi il comprx,. gno Cleri ci) del Pa rlito al qua,le la Direzione dovrebbe rendere conto dei suoi c.,fti ed inuece limita la materia di discussione e g!i la sapere ch2 non si presenterà dimissionaria (Pagine 17 e 18 della relazione). Caml;:.'i:ntoN titolo di « Congr~sso • ;,n « C or.uegno può anchz darsi che la Direzione abbia dirifio di porgli delle limitazioni. ma io soslentJo che non aueua, il dir:llo di cambia;io e che aueua il dovere di .:,,11u~care regolare Congresso. Ciò per le rag'oni che ·a'ss; nell'arlico!o che spiacque {anfo al compc:gno Clerici, perchè la stessa Dir'!zione aueua ,=romesso di fario con la sua decisio112 d'!l 19 dJcembre 926 nella qual-:! trG l'altro p1ec:saua: « La Direzion-e ccm'è attu1lmenle cc•mpo:ta consi:dera le sue funzion-i transitorie e limitale alla riorganizzazio11e daill'eslero del Par'.itc discio 1!o in Italia. Quando questo cc,mpilo s1rà assollo, la Di,rezione avrà cura di convocar_ un rogdlare Congrzsso che pn vvederà alh nom'n:i d-:dla D1rezione de.fin,iti,va ; in/i~e anche perchè le consuetudini, la logica e la corretfozza esigono dei lin,,:n nel tempo al poter· discrezion!t'd de+ dirigenti di una ort;G.n·zzaz:one a ba,e e camUere democraMci. S':&:l'!rrdo ia difier'!nza che passa Ira Pc..rigi e Marsrgf;a oss·a tra i diritf'.i ed i doinr~ chz la D"re:z;io-:eha uerso una s2zone e uerso il Con,vegno-Congresso ho 'r•spcs'o e.Ila prima domcnrla del compaJ;no C!e, 'ci e spero che qw!sli sia con- ,,;rto che la insinuazione ch·egli elegantemente norr fece non aueua ragior.•e di affacciarsi. A sostegno della sua, o delle sue, lesi. il ccrrv~J:no Clerici ci'a a confronto e · ,: o-:ie/lo de!la nuova democraz:a nienlemeno che il regime degli Stc.:li Uniti. Facc,o le m,e T1iserve sulla sup2riorità di simile democra:z,ia, auuer/o però che n-egN Sta/i Urrifi le nomirie dei di1igenli dello .do, precedute da un ampio pel'iodo ci: disc1:ss1oni, si fanno regolarmenle ogni tanfi e tanfi anni. Cosa chfosi io col mio ar!•i.colo rr:criminato? Che Si discutesse, si dec'desse, si co•,Jermassero gli i dirigenti o se ne nominassero dz- ; c.,h .. Nè più nè meno dii quanto si fa nel regime citato ad es2rr.p o dc.'! mio confradd:tore. Ma il compagno C!er'ici trouò che ii mio orf.colo è v ·otento e stonalo. Dal che si dourebbe dedurre che p2r il r,os!ro amico la democrazia che tanto gli piace sta bene negli Stati Unifi, mc; non nel nosl'ro Pw·lito. Senonchè il compagno Cle,:ci protesterebbe uiolentemrn/e se gli af/ribuissi un, s:m./2 pem,iero, infc.!li ego!i è per la dJecussione e sc,;rebbe il pr:mo o indignarsi "se la mrezione av2ss2 élel Conuegno quel conce/lo drG'.:oniano qude è quello denzmci:fo dal/'ed,ton':rl:! del nostro Au. uenir(? •. Egli crede che si discuterà e, qu:, a n. ·o Guviso, pre·:de ueramer.-le di petio la questione. Se s: potrà discutere e dec.'dere di !trito qucnlo interessa il Partilo, cadranno, naturalmente, le acczrse di cr/;ilr.'i 2 di à ttat?Ire. M::. su co- -~a pogp;°':t /'af/ermcz-ione del compagno ~le, :ci? Sulla moz:one dd?a D"rezione f?) T'rm:rta da Sangior~i 2 compagni. La base è Fragilissima. Comunque io r.on cono1:co alcun atto della D:rez ·on2 che abbia cnnu!fa!o la dec:sione di /:mi/are la cJ ·!:cussione e di non dimzl!eni e perlCNllo deuo bc:sa:rmi su quzl:i che conosco. Non 5,-:;1p2ueo no 'i so che la n oz ;one firmata da SGngiorgi e com,cc.i'li sia della o·rezione; s2 il compagno Clerici è meglio inferma/o e conferrr.erà il suo asserJo potrò credergli, ma inlG!Tltosa.pp:a che ; Hrmafar della mozione 'lon far.,w porle de}!a Direzic>ne. Il compagno Clerici mi chiede arche perchè r:on ho sirJ to il dovere di placdire oll'opera della Di1ez1cne. la don.r:mda mi sembra alquanto strana, tanfo più che uier.e rivolta a mezzo del giormtle. In ogni modo cercherò di rispondere come meglio potrò. Ecco: può darsi '"he a me manchino ie finezze» di cui abbonda il mio cortese censore e che a lc!e lacuna sia douuta la mancanza rimprouerata,11!; ma se per caso così .non fosse io p·ofrei r.-che r.'spondere di non credere che la Direzion2 abbia bisogno di plausi. E farei il Tur1 ,o I aurei detto lo avuocato se il compagno Cler'ci non fosse tale}, ma non ,lirei In ueri/à in/era. La quale inuece sta ne.i seguenti termini: col mio arf:colo u Discutiamo h ho sollevala una preg:udi1;iale, quella di discutere, ed ho 1:mitode le mie osservazioni e le mie critiche al!e dec.~ion•i della Direzione concernenti le nofe due Fn;:taz:or·i m.posle e:/ Conuegno. Non ho nteso :li esan•inure e non ho eswr..'n-ato folla l'opera de!fo Direz.ione e perciò mi sono asfenJ/o dc,:;!i c.pprezum1er.ti, non ho dello nè bene nè male, r.or.,.ho nè plaudilo e nemmeno b 'asimalo. E' scorrei/o c.'ò? E'. questione di modo di vedere; a me pare di no: a Clerici potrà sembrare di si. lo credo che g!i a'Pprezzam2nti, i pia-usi ed i /;::esimi si debbano Tare ed abbiano ualore q::ando .si ha esami.nata l'opera; senza tale esame acquisla,o un sigrii.'icafo che non ha nulla a che fare con la C'l! rcliuza. Dovrei rileuc.re on,ora la stro.:1ezza, c/r.'amiamola pur così, del Tallo che un fautore d2/la cfi,çi:ss:one, !raffi da demagoghi coloro che chiea ono di dis!:ufere; dovrei con!es!are / 1,isinu~fa perdila del treno, ma mi accorg:> che la coda sta dirnntando ·,n serpenle e Tuccfo stopp. V r!drò ir., seguile, H sarà nell'interesse <. el Pc;rt,;Jo e del! lJ nifà' soc:ct:st,a che il , ompagno Cier1c1 dice pw e di uofore, di es<rminaf'e o1cu11i art 1N,li di questi che rr.i pare d;ano ragJ.one e /orlo a troppe let•i ed a troppe correnti. A. V. Realtà e programmi li Comiialo della s~-; ,,ne di Lugano p1esenterà all'appovazione dell'Assemblea la seguente: Moz,one PER IL CONVEGNO Dl MARSIGLIA La Sezione .Gocialisla di Lugano, discutendo sulla relazione della Direzione per il prO'ssimo Convegno di Marsiglia, prende alto del lavo10 svolto esprimen-. do un ringraziamento e una lode ai com- :,a<lni della Direzioc..: date le di!f1collà ~nlro cui hanno dovuto agire, e passa all'Ordir.e de.1 Giorno . Per i lavori del Convegno, la Sezione di Lugano, incarica il -proprio delegalo .d Convegno stes~o 1i 3ostenc:rc I seguenti punti: I. A Marsig,·" avrei:•,~ .I,, ul(, riuntrsi , n Congresso e non J,,. Corwegoo. Così infatti era slato promesso dalla Direzione nella sua decisione del 19 ::licembr2 1926. Siccome r,,,: !a ,v,, 1 Dire~· rn,· lei P. S, J. !esiden,e :r. ltalia, nei pr:mi <lei Novembri! 1924, n i1·:,1 di sciogliersi ia1:- ciava un comun;<.ar, in cui avvertiva che ;i P. S. I. sc;ol,o in Italia dov<;va rivivere «nelle .$(!zi,1ni Socialis111 i/oli,ne in Francia, nella c.;, 1.z , a. in Auslr·ia, ne! Belgio e nel/'Amer·ru ~i do"e,,.l argu:re che il P. S. I. - come organizzazione - non esisteva più in Ila Iia, 1111all'estero e che la Convocazione di queste Sezioni estere non poteva considerarsi <;Ome un Convegno, ma un vero CJngres3o. La limitazione di <lisc!lssion~ che la D,reziC'Ile del P. S. I. tenta imporre al Convegno, è poi un allo antisocialista. 11 socialismo, prima che regime colleilivo è solida1 islico d 'avv1nire, in opposizione a quello individuale borghese, è indagine e critica dell'evoluzione economica e storica e inlolleranle, quidi, di ogni legame, bavaglio o dogma. Il socialismo, più che una doth ina è una scienza e come tale evolutivo e urive1sale. La sua realizza-· zione non può essei e opera di un uomo o di una tendenza, ma del concorso e dello sforzo solidaristico dèl lavoro e del pensiero, tendenti rer legge nalurale -:illa loro emancipazione da ogni giogo. Il Partito Socialista, come associazione di indrvidui che nella indagine dei fatti storici - politici, economici e morali ce1cano la con[c1ma della possibilità e falalilà, anzi, dP.I socia.lismo come 1e~ime economico, politico e soc1alc, non può solfrar~i all'autocritica, senza rinnegare sè stesso. Il delegato della Sezione di Lugano deve quindi associarsi agli alli i delegali che porranno al Convegno la pregiudiziale della liletlà di discussione arche sull'indi1 i,,70 politico del Partito. 2. La impossibilità per i compagni in Italia di riunirsi e prcnunciarsi con conoscenza di causa sulla situazione nazionale -e inlernazicnale, crea logicamente il dubbio sulle affermazioni della Direzione di agire come agisce in nome e per incarico di d-elti compagni, per cui se questa non è nella possibilità di documentare il suo mandalo, te sue decisioni pcssono assumere un caratlere puramente personale :> di espressione di una ristretta minoranza ed esser.._ 1ilenule arche arbitrarie. Decisioni slraordim,rie 1 eccc~ionall, prese in situazioni allrellanlo straordinarie cd e~cezionalt, non Jevon,1 !)er u;:i !'értito d'avvenire e di lotta, diventar\.! stabili, immulabili, ed i Cùngres~i. comc i Convegni, mancano al loro sc0po se: non t~ndono a fissare la loro azione é'.vvenire, traendo insegnamenti dalle esperienze del passalo. L'impossibilità, poi, di stabilire la du · rata di pe.rsislenza al potere del regin1e fascista e ccnseguentemente la, durata dell'impossibililà per i ccmpa!!ni residenti in Italia di fissare e svolgere l:i loro aticne politica specialmente n2l campo internazionale, nun pui> significare anche l'impossibilità per chi vive fuc I i di quefto ambie;::h. rii sceglie~si i mezzi e la lattica da seguire per aiutare il movimento socialista nel mondo e svllecitare così anche la liberazione del prole!Ariato it.iliano d:i.l J!io~o nefan<lv che lo opprime. 3. Il fatto che nel 1923, con una dimostrazione mollo supel'ficiale, il Congr.esso del del Partito 'lbbia riMnlerma • la una inlra'lsig.:nza che i fatti slavan0 bià dimostrando d;,nnosa e che gli avvenimenti hanno poi conf e1mala rovin ,- sa ,pel partilo e - quel che è peg~io - · pel prolelarialo, non è> affallo lv. dimos: 1 azione che questa intransigenza pu1amen:e tattica sia anche oggi · - dopo l'assassinio di Matleolti, J'atlculalo di Bologna, lo scioglimento dei Partili op,;,,rai e la lofl> ricoshl11.1:ione all'estern l'opinione della maggio1 an.z.e dei Cl'mi,agni inscritti al P. S. I. <- asidenli in Italia. 4. La ccntinua I ev1s1one a cui lui.ti i partili socialisli - forti della esperienza del dopogue11 a che ha visto !3 borghesia bultar via la maschera d~nocralica pRr dichiararsi aperlamenl~ <>, cinicam<?nt~ anlidet,1ocratica - hanno soltr,- posto e soltopnngono i loro programmi e la 101o tattica per adattarli al nuovo atteggiamento assun1 o dal c:i.oitalismo borghese e rendere possibile perlantv un'azione fattiva e re.aie invece delle s-emplici affermazioni p1·ogr1mmaliche che il prolelarialo sà 01 mai a memoria, impone anche al nostro partilo tale rcv;sione - anche se dolorosa - se vu<Jle veramente essere un pat l~to di lotb e di 'realizzazioni e. nc-n una fonte a getto continuo di a,ticuli ed ordini del giorno resi nulli d;,lla realtà quotidiana; revisione che rifaccia del socialismo nou l'espresfione di un gruppo di uomini rapprefer.tanli una data tendenza, ma del,la classo lavoraltice che - pL:r nel le sue deficienz:: e differenze - lende unita a spezzare le sue catene. 5. Tuili i mezzi di azione - purchè azione sia - possono ersere utili al fine socialista e la intransigenza deve essere intesa non nel senso di straniar.si dalla vita dei popoli per affe1mare e riaffermaire dei fini programmalici e avveniristici - già !.ancili nella definizione e denominazione slessa del socieil ismo - ma nel non soffermarsi a soluzioni conlin~entali, sebbene farne di esse delle posizioni avanzale per altre conquisle. Intransigenza, dunque, nel fine: libertà e agilità di mofse nella scelta dei mezzi a seconda delle circostanze e degli ambi2nti. 6. Considerato in base a quesle premesse - facilmi>nle conlrollabil1 nella sloria di lutti i giorni - il movimenlo socialisla si presenta non come un luito uniforme, perfetto, ma vario e variabile nelle sue lotte, come vari e variabili sono gli ambienti e le circoslanze, pur restando unico e immutato ii fine. L'Internaziona.le Socialista, non può quindi essere considerata come un parÙo mondiale uniforme, ma una unione di sezicni corrispondenti ai diversi ambienti economici, politici e morali. « Nort la coscienza degli uomini - dice Marx - determina il loro essere, ma per conuerso è la esistenza sociale che determina f.a loro coscienza. ell'Inte.rnazionale sQcialista, quindi, i partili socialisti rifletteranno sempre le diversità ambientali e il restarsene apparlati perchè essa internazionale. non segue un indirizzo corrispondente ai metodi e ai sistemi di un dato partito o di una daLa tendenza, significa negare la possfbilità di esistenza di una internazionale veramente socialista e rappresentante una forza, per creare invece de.gli aggruppamenti politici settari o almeno dottrinari. 7. Il non aver saputo o potuto impedire la guerra mondiale non significa quindi per la seconda internazionale - lan.lo meno per quella di Zurigo - la dimostrazioni pratica e marxista della necessità di condannare completamente e assolutamente la lattica ed i sistemi da essa usati, cosi come l'errore e la colp:i d; un uomo, non bastano per npudiarlo e condannarlo per lutla la' vita. E' prevedibile, purtroppo, che anche altre internazionali abbiano a restare impotenti di fronte ad altri tutt'altro che impos· s1bili confliLli armali. Il chiudersi, pertanto, in un'isolamenlo più o meno spl-endido solo per salvare il patrimonio ideale, è I inunciare alle possibilità di azione anche minma, è negare, anzi, l'azione stessa. In nessun trattalo marxista - credizmo - si parli tanto di ideali. I radizioni, simboli e bandiere come nel nostro partito che pure s impanca a interprete assoluLo del marxismo ortodosso. Un partito socialista, quindi, cl:e voglia veramwte trascinare le masse alla loro emancipazione e non litn.- larsi ad agitare avanti ad esse dei miraggi più o meno lontani, deve dunque ·essere parl-e attiva 2 non negativa del movimento inlernazior.ale; porla1e i:1 esso il contributo della sua caralterist:ca ambientale, perchè ne1 confron1o e nel cozzo delle diversità etniche, PConom1che e politiche, si trovi il punto di equilibrio, la linea di reciproca tolleranza che permetta il massimo possibile di azi::--:ie comune. 8. - L·atteggiamento del Parlttu Socialista Italiano verso J.e interm,.zion:ili esistenti e pari 'colarmenle verso l'Internazionale di Zurigo è quindi in urto al concello marxista della lott" s ,..ialisl,:1 contto il capitalismo borghese e danneggia più che benefi.ci al Partito e • l proletariato italiano. L'isterilirsi a voler fondare una specie di nuova internaz:onale, dcpo la fusione della lnlet nazio:iale di Vienna con quella di Londra e di fronte alla tendenza delle varie correnti socialiste dei diversi paesi a ricoslituire le unità so::ialisle nazionali per favorire vieppiù quella :nlernazional~, è un evidente alto di scissione - · volente o nolente - invece. che le,1tativo eHicace di unità internazionale. E l'intenzione oon è neppure completamede lodevole', quando essa è dominala anche dalla p1eoccupazione di non rinnegare le/ ragioni di cp.posizione adollale, fino ad oggi, pe1chè è questa una di quelle cristallizzazioni polemiche ohe si spiegano nelle selle ma nou nei partiti, che potra anche chiamarsi «co~renza,., ma che sarà coerenza nell'errore e che non avartaggia di un passo nè il socialismo, r2 il proletariato. 9. - Perseguendo, quindi, il tenlaliv<J~ di raggiungere l'unità socialù:ta occorre prima, 1ivolgere gli sforzi verso i partiti affini per ridurre le scissioni al minimo inevitabile. li Partilo Socialista Italiano deve quindi studiare col Partito Socialista dei Lavoratori Italiani - mettendo da parte quel certo sdegno non troppo serio che si insiste ad oslenla1 e verso i sislemi social-democratici - il problema de'll'unilà socialista, fermo restando il nome del Pa1 lilo Socialista Italiano e il giornale oAvanli!» come organo di Partilo. La preoccupazione che questo fallo opssa si~nifi::are condanna di certe manie scissionisliche del passalo, non de.ve affatto essei e ar,tEposla alla considerazione dell'utile che· il movimento socialista e il pt oletariato J:OSsono trarre da esso. ..Una Formazione sociale - dice ancora Marx - non tramonta prin:--:1che siano s,;:luppate fuife le forze che essa è capace di dare. e nuoui rapporti sociali non si sostituiscono ai vecchi prima che le loro condizioni materiali di esistenza non si siano schiuse precisamente in senn a/l'antica società. • Perciò l'umanità si pone solamente dei fini che essa può raggiungere. poichè ad un esame più allento apparirà vera questa considerazione: che il compilo ed il fine stesso spuntano solamente dove esistono le condizioni malerir:.li per il loro raggiungimento. o per lo meno si houino nel processo del divenire ..,.,.,. li persistere, dunque, nel sistema d1 addosf.are ad alcuni uomini - imoossibililati a disporre di quelle forze materiali che determinano i rapporti sociali - la colpa od il merito esclusivo di rivolgimenti sociali che - speciulmenle a dittanza di tempo - sono spiegabilissimi con lo stadio di sviluppo induslriale ed economico dell'ambienle e della conse-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==