tentare più larghe conquislt'. nel dominio della prod117jonc e cld'a \'ila ~ociale. Ebbene, noi ~hbiamo pnrlalo di salari, di ore di lavoro, di purlecipazione ai redditi. di simili rn'ìgarissime co~. E 1 lavoralori hanno fìt"L.to per capirci. hanno cos,Lilnito le Leghe, le Camere dc. 1 La ,·oro, lr Federazioni, la Confcdcrazion.e. Cose orribili per la borghesia italiana! La quale tentò di w!Toca1·c i•l movimento intanto che e:,so c1·a in fa$CC. Fu la reazione di Per oux. e roi - più inguanLala - r1i Snrncco. La classe lavorat.i:~cc si d:fcse. difese il propr·o dirillo cii coalizione. fu vincitrice. Dite che fu p'.cco'a cosa? Che fu nienle? Ri5pondiamo in,·ilandovi a guardar bene a.l fondo dcg:i awen:m:enli. Le jocqHeries frarn~c"; er;ino povere cose, in sè :-.le~·-c. Erano l,,ppt; ver;,o 1a rivoluzione france:.e. Quanùo poi la clas e lavoratrice fu sicura del suo par.e, lenlò altri gradini verso 1:ì sua cmancipaz:onc. ~·urono coopcraliYe. mulnc, s.cuo'lc po1}olari, biblioleche - fu tulla una 01·ganizzazionc in via di costruzione che slava dando i, suoi frulli e avrebbe portato ~ontano. Era idealismo, questo, signori. )l'on era più sollanlo il ventre. - \'i hanno clislrulto lullo. Sicuro ci haru10 dislrullo Lullo. Ce l'han;10 distrullo perchè faceva paura. I movimenl; di quosta natura non hanno davanti a sè la slrada piana e comoda. I .a l1'ffghesb quan do può !i atlac.ca di fianco e li d•- sperdc. E' inevitabile. Questo $~1<;• cede dappertutto dove ;1 movimenl0 proletario assurn(; proporzioni m:- nacciose per i privilegi del:a borghesia. fn lntli i paesi, qualw1que s;a la forma di governo. Credete mi che l'ltaHia potesse essere immune rla inconvenienti di questa nalura? Hanno distrutto tutlo. - Ma resi.:... nell'animo dei lavoratori, ben sald~1, la coscienza che noi, con 'a nost~ propaganda, col nostro lavoro '11 organizzazione, al)biamo creato m ·mezzo ad essi. Tant'è \'ero che i1 padronato - malgrado le sue intenzioni - non se l'è sentila di tornare semplicemente ai rappo~li individuali fra essi e i ]avoratori. Ha dovuto inscenare quelle organizzazioni sindacali fasciste che sono. siamo d'accordo, una mistificazione, una lrngica ipocrisia. Ma la :pocrisia ha pure il suo significato: essa rivela l'impotenza a far peggio di quelfo che si fa. . Signori abbiamo comincialo dal Penlre pe'rchè - al1imè! - è da\ ventre che si comincia_ Ma i nost.I·i riS'ltltat( dicono chiaro che noi camm;1navamo per la buona slra~a. I, rist~·tati d'ic'ono oh.e i sarcasmi d un Lem.po erano inginslifìcali e rivela- . vano una incomprensione che poleva essere anche pro\·a di div:,,:on.e di interessi. Seccavamo lulli, noi ! Ma ora? Ora ... sarebbe tempo di averci capito! )l'QI. Dallai l sovversivo Be, occupia;moci ancora una volta di quel) barattolo di (Putridwnè giuridico, che risponde al nome del comm. Barattelli, di mestiere avv. militare al ,.drib11nale speciale per la difesa dello Stato, e del non meno putrido maratonese, il generale Sanna, che quel tribunale presiede. Conveniamo, che è il regime fascista, che quale pozzanghera maledettamente infetta, genera simili putredini morali, che al solo pensarci si sente nauseaiti. Ma anche noi non possiamo fare a meno, vincendo la nausea, di mettere il piede su simili parassiti schifosi, non senza però evitare un senso di ribrezzo. Dunque il fatto che ci porla ad interessarsi di questi due figuri - e naturalmente di tutto quell'immorale istituzione che è il «tribunale speciale per la dife"1 dello Stato». (leggi pozzanghera infetta) è il seguente: Due giovani fidanzali (s'intende maschio e femmina e non come il fidanzamento è inteso dal ministro Giurati e da quel foruncolo erotico di Settimelli direttore dell'«Impero•J Marino Graziano, da Mongrando (Biella), sono comparsi innanzi alla «~aestà~ della Giustizia special-fascista mente d1 meno che rei di «avere, nel gennaio scorso in correità tra loro, mediante pubblicazioni clandestine sovversive latta propaganda nel loro paese, dei programmi _e dei metodi del disciolto partito comunista e concertalo di mutare la costituzione dello Staio e di suscitare la guerra civile». Se non ci fossero di mezzo due gio• vani creature, che dati i mezzi usati dai carcerieri d'Italia corrono il rischio di non più gioire della luce de~ sole, 7i verrebbe la voglia di sbellicarci dalle risa tanta è l'idiozia adoperata nel com· pilare l'atto d'ac~sa. 6?1? considerar;e, che due giovani fidanzali, m un pae~et,o del biellese, che prima d ora non s1 sapeva se esistesse, hanno concertalo (pe: Dio Bacco, dice proprio ooncerta'lo) d'. mutare la costituzione dello. Stato e d1 suscitare la guerra civile è sem,plicemente da idioti. Ebbene per simDle infernale macchinazione a qu-eslì due fidanzati non hanno valso nè le loro affe1mazioni contrarie al mostruoso atto d'accusa, nè l'aHermazione di non appartenenza da parte di lei al partilo comunista, nè la loro giovane età a far desistere il P. M. dallo inveire contro di loro con la richiesta di una condanna degna di Torquemada e che p~ entrambi suona «diciotto anni di r.eclusione, Ire anni di sorveglianza speciale e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. aluralmenie il tribW1ale degli asservili alla malavita incimiciala ha accolto in tutto e per lutto la tesi del P. M. ed ha riconfermalo la .pena richiesta daJlo avv. militare. Con-menti. o. Solo sp,uta1e su simili rettili che per fu1ilimotivi e ridicole trovale hanno con la loro sentenza spalancata 1<:1alcmba per seppellire viventi due ~iovani eristenze. Ma non sempre sa1à cosi ~d un giornc o l'altro ai 1·cttili rnzzi di viscit.udine do;,.ì pw· e~sere scl-iaccia!o il capo. F/e. Laliberstàindacale Relazione della eoni edera:done del Lavoro Italiana alJa X ~onferenza Internazioqale del Lavoro. A RI1ROSO. li capitolo che parla del conlrdlto collettivo rappresenta, nella sua pa.1 te migliore, un riassunto notevolmente peggiorato d~ vecchi contratti delle organizzazioni aderenti alla Confederazione Generale del Lavoro. Il resto ricaccia i lavoratori indietro di parecchi anni. Lo stesso obbligo dei la stipulazione dei contratti collethvi per tulle le ca!t.?gori2 (articolo 11), in linea di principio ineccep;- bile, è reso pressochè nullo dal I~ disposizioni ohe lo seguono: L'art. 12 stabilisce che * la determinazione del salario è sottratta a qualsiasi r.orma generale». Niente quindi minimi di salario e niente revision1i periodiche de,i saliari i.Il relazione cLaJle Hu.luaz:icaii del costo della vita. Neppure una affermazione generica. Le distrutte organizzazioni confederali avevar.o conquista l<.1 minimi e revisione fino dal I919-20. l..? corporazioni fasciste hanno lasc:a.to cadere quasi ovW1que gli. uni e l'altra. La... coerenza ha le sue esigenze. L'art. 13 stabilisce che le statistiche delle amministrazioni pubbhiche daranr.o « il criterio per contemperare .gli inter,e.;- si delle varie classi f.ra di loro, e di esse con l'interesse superiore della produzione,. e il lettore intende perfettamente il latino. Le ferie pagate e la indennità di liceoziament.o, di cui parla vagamente la Carta, furono conquistale dalle organizzazioni confederali fino dal 1920-21 e ul cifre concrete. In quanto aLJa previderza e alle assicurazioni sociali, la Carta afferma (art. 27) che lo stato fascista si propone il perfe:zfonamento, il coordin:imenlo. l'adozione, ecc. Siamo quindi nel regno dei propositi, e lasciamo tempo al tempo. Nel suo c-0mplesso la Carta del Lavoro ripete la Legge 3 Aprile 1926, e me6ta le stesse opposizioni. In fallo d•~rapporti fra capitale e lavoro, si può essere per la libertà assoluta o relativa, per la neutralità dello Stato o per l'intervenzionismo, pèr le commissioni di conciliazione o per l'arbitralo obbligatorio 1.1 fatto d~ sciopero e di serrata si può fare distfrn.zione fra industrie e industrie, fra addetti ai servizi pubblici dipendenti da amministrazioni pubbliche o ptiivate, fra operai o funzionari dello Stato o di altre amministrazioni, ma qui non si tratta di questo. Qui si tratta di esaminare, più che i limibi della attività sindacale, la libertà di organizzazione in linea <li principio, d:oè, se i lavoratori devono o no avere diritto di scegliere l'organizzaz.ione che gode la loro fiducia; se, ininsomma, il prindipio dellai libertà di or- ~am:izzaz.icme,a1flfermalo nel T(fablato di Versailles contrasti col sindacalismo escogitato 'dal regime fascista. Noi diiciamo di sì. li riconoscimento giuridico del Sindacato e la Carta del Lavoro rappresentano peggio che una finzione quando i fa1Vora•borni on hanno libertà di soelta. quando si tratta di un sindacato nel quale i lavoratori sono considerati meno che nulla, e quando la Carla risulta infe1-iore alle cc.ndizion:i di laivoro concordate parecchi anni addietro. rr;<>nf1T'uaj. Idiozie « L'italiano di domani e cioe il Bali[la e /'Auanguw·disla di oggi avrà la fonna menl;s fascista come suo patrimonio natur?le _e av_r~ fissi i quattro po.\/11/ali ind11<;cut1b1l1 e cioe: 1. che l'Italia è il pae e che merita di essere il p'il grande e il più forte paese del mondo: 2. che l'llalia ~arò il più grancle e il più forte paese ciel monclo; 3. che le leggi italiane sono le più per/elle del mondo; 4.. che gli uomini ciel Governo 1e~ paese sono i migliori e che ad e. s, si deve rispello e obbedienza. Con queste preme~se f on<f.amentali I' llaUano di domani non perderà i( suo tempo a discutere ~i cos~ inutili come taluolla fa l'/lal,ano c/1 oggi•. BibliotecaGino Bianco l,'.\\·\·E..\'IHE DEL LAVORATORI..-: Da che I :\'oi 111arlo1·iali. ,1ppunlo pcrcliè i 110:-.lri apprezzalllcnli li ))é..siamo :.11 dal i di fai lo e le nosl re preYision i non ~ono frullo delle nostre speranzeo desideri, bensì soi10 pur e~se riSttllalo d'una valulazion,c serena, obielliva dei falli - andiamo meno degli c1!tri rnggcllo ad i·"usioni e quindi anche a ... delusioni e &eoraggiamenli. Come siamo sicuri - nonostante la len-ibile sconfilla del prnlelcll'ialu italiano, nonoslanle le moslntosL' torture- e 'e feroci l!lll ::azioni che g:i ,·engono inflillc, nonoslanle l'acquiescenza che il fascismo lro,·a in lulli gli ambicnli anliprolclari d'llal:a l' dei mondo intero - come. lullo ciò 11onoslanlc. siamo sicuri cJ1e il fa~r·imo per rag;oni inercnli aifa :,;lc:-~·1 ~,rullura cco110111ica della societù - deve cacle,:e lrascino11.clo .•eco isli/11- :ioni monorchiche e borghesi. co:,i p111e- siamo s;curi che ìe conqu:~1c politic-he. sociali. piriluali della Hivo1uzionc Rus~a co&tituisco110 un r)alr;monio inrilienobile di quel pop61o. d<'l proletariato mondiale, della nuova civiltà in genere. .\pJ~unto pcrchè abbiamo questa profonda ron,·inzionr. riteniamo sacriìcga. clclilluosit 1a !olla intestina del P. C. R.. nella quale ,·cdiamo i più autorevoli dirigeifi dc/ movimento ,"agr1(icar,_,gli inleres i della Rfuolu=ione la stessa sicurezza della Repubblic'u Souielisla ad amb·:,ioni e rancori persona;i, venendo a co'p.r<' cosi in modo irrimediabile i' faulo1·r nonchè difrnsore principai'( cli oun1 conquista rirnluzionaria: la ferie delle masse nella riuo ri.:ione. nei . uni mciodi. nei suoi capi responsali:li. • • • Qnalc> ripcrcuss:011e dc,·e a,·ere :i,L le 1na~s'• la diclt;arnzione cli Zinovicw: )ìcJ:a (;crman a cl' Hindenburgo si gode più librrlù c•i1c da noi. [vi nessun comunista si trova in ca1·- cere... \'oi imprigionale i migliori comuni~ti, ,·cechi bo':scevichi •. Da che pulpito poi ,,iene que la aocu,sa massima. questo graYc insnllo alla Hepubh'iea Sovielista? \'iene da parlc dc 1 giù capo aulore,·oliss:mo del comunismo mondiale. che ha abui·ato deila sua ca1-:ca, delr'autori1.à ch'essa gli conferisce per introdurre nella Russia liberala dallo zarisrno metodi crcdi1ali da'lo zarismo- stesso. pulpito menlicali giammai - anche 5e accoi,talo~·i a Trozkv - anche se il ,·oltal'accia cinico dovesse SlÙ)ire persccuz:on i cd aìlro ... .\ Zino,·icw nul'.a può conferire il lilolo cl; marli1·e - neppure la ripugnanza ~u5citala dai metodi del'a maggioranza del C. C:. - non.chè la guerra che gli sla facendo Stalin, che fino ad ora 'o ebbe ispiralorc nella lotta c:onlro Trozk_v. conscnz:cnlc e c:omp ice in lullc !e dec:s-ionj opporlunisle:, in Lulli i mezzi d rcpr"ssio11c e di oppressione. .\:\GELIC::\ BAL\13.\\'0FF. Dopo il discorsodi Bottai Abbasl'sItoalia I patrio/ti al cento pl!r cento, nel leggere la leste.fa di questo scriifo, arriccerCJzno il nc.;.o e col cuo, e slr~lfo da santa ir.,cEgr.:!z:~. e e dallo scandalo, s? domanderannc,: come mai sia possib1/e, che un ifaiùmo scelga quale tifo/o ad un articolo di giornale un insulto a!ia p:ilria . Ai pafriotfi sc.ndC.:ezzali e can cuore stretto posso rispondere ch-2, c.bbasso ì' /taJia, non è soio i! l.tolo di ques/'arizcolo, n:a è anche :I g, :do che mi erompe spor.fa.neo dc.l/'anima. Anzi, s:gncr· J.-frlr:aifi. se scrvlra a meglio scr::ndc:lnzarvi, io ripetirò: Abbasso /' Italia, fre voile crbbasso ! Ciò non vi aggrada? ... Ber..dcfe1n gli occhi per non vede,e le esecratz parole e, se credete sia necessario, turatevi le orecchie con del colone idrofilo. Ma badate che ciò facendo sar2Je la/- mente ridicoli da stuzzicar la vogl:a di scaraventarvi n.1 c'so sozzo d; nelandnze un pod2roso ed abbor.dante spulo. Però tenele conto che. lo sputo che vi verreble ~nd,rizzo:to, non cwrebb2 punto /'ar:a di o/fendervi .. . P€r cCJl'ità... prego ... No, signori pali iofti, voi non siete al- /'alfozza rr;orc.le ne di senfi.;re l'offesa ne fan.!o meno di rrppr2zzare ur.o spulo per la Mmpiice ra-g'one che, come le puttane di bcsso bcrdo, avefo perduto il senso d::- 1 pudore e non -s•efe più capaci di arro-s.si:re. Oh! se cci Toste dl'alt2zza di vagliare c:Jò, scres•2 degli uomini. aureste valore di uom~ni. senf'resle da uomhi. agirC"de da uomini. M':1.purtroppo non· siete che delle sozze creature inqualificabili, solo intente a succhiare quanto di buono r;mane nelle povere piaghe da voi procurate all'altra Italia, di cui noi. da-i/'c.:.'ma dolorante, ci sentiamo figli c!leftuosamenfz amorosi. Perchè se i sigr.ori putr:ott, non !o sanno - mio Dio e come possono saperlo w non sono uomini? - d'!falie ce n'è due: una è prostituta ed è la vostra. Essa s'adagia t, emebonda e brutta sul trono di delitti ereflole dal Mcndanle vostro duce. Ha le mani ed ;! viso sozze di sangue. La Frode in C!!J':llerav~;.te d1 matrona» ed il Furio in guanti bianchi, capitananti un'eletta accozzaglia di bancaroffieri, di assassini, di ladri d' ug11i l'i.s:m.a, le Fanno corofl(l. Essa, nell'amr,lesso spa.,,,wdu •> causatole ddl/a paura, siringe convulsamente tuffa la poltiglia moral-e che va dalla corle alle redazioni dei 1-;iornG!ipagati lau- !u.menie un tanfo la ,iga, dai m!nisl<?ri alla nu.lc:vifa incirr.ic:afa ed incarr.iciata di nero. ugafi c:.ipied. delffrono nelasfo come reftiii viscidi ed incoscienti. !11 uno coi faccend:eri senza scrupoli, frni;CJ11si i pseudo artisti, gli scienziati dal cen•ello disoccupato, i leJ-teraf-i lecchir:i senza ispirar-ioni, raccontatori di novel'2 insulse che negli os:-.nna cantati in lutti i Ioni e g/'incensi bruc'c;Ji senza misura soffo le nari oscene de! • duce A l:c:nno trovalo di chi ro~icchlare per slamarsi. L'G./tra Italia, sublhne ,.e! suo dolore, r,:~na di i!vidure, dalle vesti a brandelli, che si dimena fra il care :re e> /'es "!io, che brc.•nco!a Ira bag:.'ori a·,nczndi e le devasf az.io11i, che voi, ri,p~tt.ab:li i:,atri-otti. le procurale appunto per pci S:?dervi su s:m:li rovine padroni, I ranni e boia nrtl ir!n·po stesso, è ia nostra, cioè degli antina:z.ic·na'.;, degli anlifoscisti, dei Tuorusc-jfi_ Ma siate sicuri, poco r:s:petlabil.i signori. che /'ar,dazzo di ccse da voi creale r1Cm andrà più tanto per le lungh'! ed il giorno del « redde rcfionzm • no'? è lontano ed i figli dell'Italia che geme nella scenfura non sarar.r.o vi[;l'ccchi come voi e nella loro generosilà ~, confenf.2ranno di lare giustizia. Quanto a Te, Italia no~!ra, cngariafa, n•arfo.r.'ata, a/le.mala. esil'cia. incorcera1:i. vil~pesa, quando l'ltc.·lia di lor si5nori - pros-fifuta ribuftc.nte di nequizia, lorda di sa.ngue, carica di d~l:tti, ripugnar'.Je - sarà abbaltula, i fuoi figli penseranno a laurrrfi le piagh'! col vino della fu,a vigTW, e sopra di esse t,; verseranio, a futio ristoro, /' olio puro che gocciolcr come oro colalo dalle fue olive. E cing,zrcnno la tua Fronte irr,.macolala della coroTUJ che la D2a Lib~rtà appresta e che essa ha intessuto coi fiori pro!um':l!i dei tuoi cam,pi. E tu s:ederai nei cor.su.so dei popol,i li!nri regina di Pc-e:?e d'Amore. Cosi sarà. (Fle). Zino\·iew ha sul'ia propria coi,cicnza 10 prigionia. la deportazione. l'esi1 io <li molte e molte migliaia di comunisti e di operai sopraltuto, e la dislruzione di mo'lc vile umane. E" p_e~·ordine suo che ,·cnivano perquis.l1, arrestali e deportali interi gruppi di operai rivoluz:i~nari rnssi (i membt·i della Oppo.s1z1one Opern1a) che al Comilalo Ccntra'c dci'. P. C. R. - del quale era e&ponente Zino\-iew stesw - fac-P.Yano le stesse obbiezioni e le slessc crilichc che Zino- ,·icw ota proclama essc1·e lenin:ste per ecce 'i'enza. Lavita economica d'Italia E per lo stesso diclillo d·i leso zino~ ,·ie,·i~mo, in lulli i paesi del mondo migliaia di rivoluziona1·i in buona fede. Yenivano scomunicali daUc ,-,omme istanze dc-! co111w1ismo - dal'i'l. C. presieduta da Zino\"ie,v -. veniYano esposti al deliggio e sospetto pubblico, colpili nel loro onore rivoluzionario, messi .ncl'la impossibil ilà di lavorare per la redenz:one de'la propria dos~e e -· se stipendiali dall'I. C. - gellali sul lastrico, anche se messi all'indice dalla polizia e dai capilaJisli - non aveva.no nef!sun modo di procacciarsi il pane (fUOtidiano ... Ed è questo slc!'SO individuo che si permcllc di lanciare un'accusa cii questo genere ad un Governo col quale egli era solida.le fino adi ora non solo, ma al quai1c isp1raYa, suggerirn metodi di repres.sione indegni d'un governo rivoluzionario? Si noti bene: fra le molle 1n.igliaia di dtlime de:le pc1·secuzioni e delle calunnie z.inovieYiane -· nessuno (1n:do naluralmcnlc dei ri,·oluz;onari convinl, e non git1 del1a gentaglia cnlrala a se1Yizio di ZinoYiew come cli ogni altro padrone), nessttno ha mai osalo rila~ciarc ai nemici del pro!elarialo un c·erlifìcalo cli benemerenza di Lale porlala, da fornir a lulli i conlrori\'oluzionari un argomento si con,·inc<'nlc, una leslimonianza così valida a favore dclia politica libedicicla dc,i governi borghesi. Scelde1·e così in basso possono solo coloro che anche ne 1 rnovimcnlo rivoluzionario rercano anzilullo la soddisfazione drl loro povero. rne- :-:chino io... Quando a Zirro,·iew <~ Loccalo sopporlare non più 01·<llire •- comé per il passalo - certi mclodi, egli nella difesa ~ella sua van}là colpila non fa que'.'.l1one di mezz~ . tale qua1 1e come nella sua persec~z.10ne degli oppositori del'a sua poliL1ca personale quando ancprn egli era al potere. . 11 passalo ùi Zinovicw. la parte d1 responsab\lilà chC' gli spella, i w~:>1 numerosi ,·o1lafaccia. la demagogia di ieri e di oggi. 11011 perran110 diI giornaLi italiani hanno dato in questi giorni una estesa relazri.one sulla riuruone del Consiglio dei ministri d'Italia, relazione che ck<:etante cose suita situazione interna ed economica italiana e delle condizioni sempre più cattive che vengono a battei-ei sulla groppa del popolo italiano ed tn special modo sulle classi lavoratrici, La relazione principia col dire che la esecuzione di Sacco e Vanzefti non ebbe ripercusiioni di sorta in Italia, e che la vita del Paese non fu 'menomamenle turbata. Queste dichiarazioni del capo del governo ci dicono ampiamente in quale stato di sclùavitù è ridotto il popolo italiano. il quale è messo nella dura condizione di non potere neppure leva.re la sua voce di protesta in unione ai popoli dJ tutto il mondo per strappare dalle unghie grifagne ed a!;sassine, la vita di due innooenLi, rei sollanlo di ave.re difeso il loro sacro ideale. Il governo d'Italia non ci dice quali. e quanti passi abbia fatto verso le autorità americane per la difesa di due ciltadirt1 italfani. Ma noi sappian10 per mezzo della stampa estera non legata al fasc.ismo italiano dalla borsa coi 33 soldi, che il governo !itlaliano nou ha mai fatlv lul passo od avanzato una protesta al governo americano per Sacco e Vanzetli, ciHadiO.: italiani, e che solo Wla volta qualche anno fa, il rappresenlanle italiano in un colloquio con Wl f-unzionario del governo americano, incidentalmente ne fece cenno, come se si trattasse d'un affaruccio di nessunfas'ma importanza. Il governo italiano può ascrive.re a sua attivitò, di avere col suo silenzio partecipato ed aiutato il governo americano ad assassinare due innocenti. .Segue poi la questione riguardante gli affitti urbani e rurali e si glorifica che le commissioni hanno svolto un grande lavoro e che i ricorsi presentali furono ben 31.120 (sempre lenendo presente d1e sono cifre ammaeslrate). Ma io mi domando, di che cosa vuole glorificarsi il governo d'Italia in maleria di affitti, quando è risaputo che fu proprio lui a lasciare mano libera ai padro~ percllè strozzassero come piu meglio credevano i poveri inquilini. Furono o non fw·ono abolite le commissioni di rjcorso per la difesa dell',inquilino? I fascisti furono o non furono alla dilesa dei padroni? L'aumento degli affitti non avvenne borse in forma generale? Ed ora perchè non si provvede con un bravo decreto alla Qlllposiziione d'un ribasso a carattere generale? Si è perchè il governo che ora domina l'Italia non vuole inamicarsi le classi che detengono il capitale, anzi si pone al suo fianco per la loro difesa dagli eventuali alla.echi dai diseredati. Ripeto, che sono gesti d'istrione, quando il governo od il fascismo che impera sul suolo italiano, pa..rla della difesa di chi lavora. E la relazione accenna alla disoccupaz.ione, dichiarando che sorto state adottate le rpisure necessarie perchè /a disoccupazione non oltrepassi un certo [i. mite, e che dopo il suo dis,;orso (del duce) agli agricc.ltorJ, il ritmo dei /avori nelle campagne si è Fortemente intensificato. Dunque con queste dichiarazioni il governo viene [inalmenle ad ammettere che Ln ltali:a vi è una forte massa di operai e contadini completamente disoccupata, come pw-e un'altra grande massa che non lavora tutti i sei giorni della settimana, ma che il loro lavoro è di 4-3 ed anche di soLi due giorni alla setLimaoa. Noi sappiamo che attualmente in Italia vi sono più cli mezz,o milione di salar.iati disoccupati, e che oltre i 100 mila sono i salariati che lavorano ad orario ridotto. In queste cifre vi è tutta la floridezz.1 economica che pesa ora sul popolo ilaIiano e sull'Ila Lia stessa. Situazione terribile ed angosciosa per milioni di individui .: quali non sanno e non posr.ono sapere in quale modo ed ;n qual forma potranno g~orno per giornc, procurarsi almeno lo strettamente necessario per r'em.pire sia pur malamente lo stomaco. Le dichiarazioni del capo del governo che gli agricoltori abbiano aumen"iato il ritmo de: 5alari è una delle ormai solite fandonie, per coprire il temibile disagio che colpisce la classe salariala ilal~ana. Sono sicuro di essere nel vero, quando ,io dico che l'Italia e la sua economia è in pieno stato fallimentare, e che il governo riesce ancora a mantenersi a galla con i più v.ieti raggiri di carattere finanziario. La raccomandazione del ca,po del gov.erno, che si devono fare economie anche piccole, ed evitare il senso di sazietù alle popolazioni, non comprendo a chi sia nivolta. Non certo alle classi lavoratrici le quaU, anche per i fortunati che possono lavorare la ,intiera settimana è così decurlat.o il loro guadagno, che il più delle volt.e non è bastevole per il necessario. Non voglio crede.re che sia rivolto tale ammonimento ai salariali che non lavorano la intiera settimana, perchè il loro guadagno li mette in condizione per potere campare la vita od indebitarsi presso il fornaio, il salwniere, ecc. e non penso neppure che sia rivolto all'esercito di disoccupati, l quali non hanno più alcun mezzo di fare dei rispanni, se non togliendosi la vita, risparmiando così di continuare a soffrire, e di vedere a contorcersi dai crampi della fame i suoi v1>..cchgi enlitori, o la sua sposa e ie innocenti sue creature. Il monito non può essere neppure rivolto alle gerarch'e del fascismo perchè essi hanno per mollo: rubare, spogliar11 e divorare ad ufo, j:'er arrivare nudi al- • la mela. non agli industrfali ed agricoltori i quali hanno spogliato e spoglieranno l'operaio dçl suo salario, non i padroni di case i quali continueranno a clifendere i loro esosi guadagni, non i ruffiani ed i figli di papà, i quali primi. continueranno a sfruttare ignob:lmente la femmina in loro dominio, per saziare i loro vizi più abbietti, ed i secondi, continueranno a pra_L'care i tabarin, ed i locali del vi.rio, sprecando c.entinai:.Le cenhlnaia di franchi nei più ripugnanti bagordi. mentre in m'gliaia di case, bimoi macilenti per la mancanza d'un bastevole cibo, si dibattono atrocemente negli spasimi della morte. Ed !infine la relazione ci dice che a varie catf,gorie d; impiegati dello Stato è stato completamente abolita la quota di caroviveri che era un.a gran,de parte del guadagno mensile, che agli impiegati ed agenti che non frul:scono dell.t quota di caro viveri, v.'ene diminuito il loro stipendio ancora una volta di 30 lire mensili, che a.iipensionati non di guerra e per atti di brigantaggio fascista, é ridotta la pensione di 50 lire ai pensiosionati diretl& e di 30 lire mensiE a coloro che usufruiscono di pensioni di riversibilitò. Ecco qu.: dove andava a finire il manifesto del capo del governo, per !e economie cmche piccole. Si riduce il pane ai dipendenti dello Stato perchè non abbiano a fare compEcate indigeskoni, si riduce la possibilità di vivere aii vecchi impiegati dello Stato ,i quali dopo cu avere dato i miglfori anni della loro vila alle dipendenze dello Stato stesso. ridotti in vecchiaia :n luogo di. avere un trattamento se non di agiatezza, almeno di possibilitù dli modestamente campare, il governo gli toglie una parte del pane che necessita per tirare fino al forno della fine. Questa do"Tebbe essere stata la relazione del capo del governo d'Italia al Consiglio dei minfslri, perché questa, nella sua nudità, è la situazione econoruica italiana. Ma il capo -del governo d'Italia emanazione e capo riconosciuto d'un~ banda di· assas~6ni, violentatori, e furfanti, si è glorificato di fronte a! suoi degn,i compari delle terribili situazioni create al popolo it:aliiano, e di avere r'dott.a alla fame la classe dei salariati. B. Lanzichene Il minislro Giuriati, quello del 1a esposizione na\'iganle colla relativa figuraccia falla in America, in una Jettera al suo dttce e capo, gli comunica che ne11a giornata del 30 ottobre vennero inaugurale niente di meno che 1486 opere pubbliche. Nell'elenco sono int.lu.si i piswir ed i gabinetti di decenza costruiti in gran numero nelle stazioni ferr~ viarie, come ptu·c un numero con,- sidere,·o·e di caselli ferroviari con annessi po 1lai e cuccie per cani. . [n Italia nel regime attuale ogni _J mallone messo iu opera rappresenta un grande aHcnimento. Ogni co- ~a serve per fare brodo. • • * A Milano il 30 parlò il GrandlÌ, qucJ1 0 dcl'a fifa nelle giornale dell'assassinio di \falleoHi. Ora si è rinfrancato e vomita proiettili più grossi di quelli delle Berte tedesche. Ma più carino di lulli è quel; Pell:nato musicoide. che diresse il conocrlo serale in piazza del Duomo. t:· un bel Iipo questo meridionale, prima coi gialli. ieri coi rossi, oggi cor neri. domani con chi sarà? .\cl ofni tolorc egli gli è afTczionato. • * * .\ PaY'a il Yescovo <l•e'i'a dioce~i ha arlecipalo alla baldoria del 30. Deve- eS.'•Crc un residuo delle bande inYasori che hanno me!>So a sacco Roma. [n Ru sia la Lega per la chiesa non accenna a fmire. In questi giorni i:;assali \'i fu riunito a Mo.sica W1 radtmo cii vescovi che seguono l'antico regime canonico e sono seguaci del metropolita Pietro e Zi.kha.n di buona memoda. Ora essi si ergono conlro il melropol ita Sergio che si è a sno tempo proclamalo successore del, Palriarca. Ma la cosa non finisce ti. perchè a 1tri 11 ecclesiastici si sono clelli sostituti al Patrianca. · Chi avrà ragione? Chi dice gli wu, chi dice gli altri, io dico che è me- !f io che cessano la i:>ega. e spengano i lumi.
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