L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXIX - n. 46 - 14 novembre 1925

( Richiese dd denaro, 50 mila lire, a queslo soopo ai sttOli fìnaMli.eri segreti. Quc.~i i11n1n primo tempo promisero, ma poi an1lo sentore che fosse trapelato qualch,e cosa del disegno rifiutarono adducendo1 la ragione che non polcvano co11.6enlire a un omici<l'io. Il C.apcllo che! doveva porla.re al Zan.iboni la dsposta fu allora -lalmen1ie indignato della improv,·isa ritirala che versò lui personalmente una parte della somma 1'ich.ies.la.Ciò oltenuto lo Zanihoni ftssa,·a ad Alessandria i cLettagli dell'attentalo e si confidava con l'av,·. Quaglia che 11011 è suo segretarla mr, un semplice rumico politico. Il Quaglia che è caLLoiico-popolare e antifascista, credeltc L1·atlarsi di una monlalw·a e sapendo che il suo aJ11ico Zaniboni aveva lanle volle parlalo di complotti del genere senza mai avere concluso nulla di positivo e sapendo inoltre che egli maqcava. di mezzi. rilenne la .aosa. un colossale bluff. Frattanto però l"altro riusci,·a ad avere deniari per la fuga e il moschello con lo strumento ottico di precisione. Ormai il Qnaglia si avvide che la cooa era seria. Parlò allora all'amico per tenta.re di dissuaderlo, ma c-.apì subito che questi era talmente esaltalo che insistendo maggicinmente avrebbe ricernlo da c-oslui due palle di ri- ,·ollella nella tesla sen7,a ollenerc alClln risultalo. Di fronte al dilemma: o pennellere un omicidio1 o denw1cia.re un amico egli ha credulo giustamente idti adollare quest'ultimo partito. Appena quindi giLmbo a Roma il Quaglia si 1·ecò alla QueslLu·a centrale a cui accennò La possibilità cli un allentalo facendosi promellere che sarebbe slalo permesso al colpernle di 1·ifugì'ar-si all'es.te1'() come in analoga occasione era stalo concesso per il GaribaJcli. La Q11eslura appena ebbe c-r,nosi::.enzadi cosa si Lralta.va rili,ò la promessa falla e obbligò il Quaglia a precisare dati e modi dell'allentalo sotto minaccia di m1 arresto per complicilà. ~on a,·endo ollenulo i nomi dei com.plici la QLLcslura pedinò il Quaglia e riuscì a sapere lullo. L'all•? sera il Quaglia che ha fatto 1u1a m.1nula ,d/e_pooizion.ein TribttnaJe è stato tilasciato. L'on. Mussolini gli ~1a Bibliotec Gino B.ianco La sua opera in<l.cicssa di organizza- L:•. Commiss.ionc Esecutiva ha main.da,- tor{' ch•dc presto i suoi frutti. I pri.mi ad t0 alla famiglia dell'estinto il segucn.te c~scre -O'l'g,aJ1jz,m1in lega di resislenza tc'cgram,na: furono i sarti. scg11irono i metalhirgici, e Famig-lia Greulic.h, Zurig,o. - T Soi tintori. i calzolai, gli scalpellini. i car- cialisti ltalia,n.i nella Svi7'..z;erapartecipano pem.ticri. i legatori di libri. contm.ossi vostro doilorc perdita glorioso IJ Partito Socia Lista S,·izzcro fondò il e ,·cncr,a1o capo•. suo prima giornale a 7-nrigo. il se~tim,'l- ~ 1\cqueforti A Pola si sfa svolgendo il processo contro un feroce assassino, cc,nlro una belva umana, che - come disse lo stesso suo difensore - quasi non saturo di sangue, perfino al momento del suo arresto, quando"' veniva piegato a/l'impotenza. ·digrignava i denti e besle,r,rr:iava per non aver po!ulo uccidere, sia pure se stesso». Accanto a questa belva in eliige umana, siedono altri accusali. Ed ecco ch.1 cosa avviene nell'austero tempio della giustizia. li difensore di questi altri accusali si alza, saluta romanamente Pola romana, pronuncia la sua arringa e poi cosi conclude: «Sento prepotente il bisogno di ricordare che selle anni or sono, appunto il 3 di novembre. in una giornata grigia come questa di oggi, nella nebbia lilla che oscurava l'orizzonte, si delineava il vascello redentore, dal quale scesero a Trieste i nostri piumali bersaglieri, accolli da un fremi.fo di gioia, di lagrime, di un pianto sommesso di gioia. E ricordo come l'urlo delirante della lolla salisse su per l'erta d'i San Giusto, pe, unirsi agli squilli del campanone, in un µPana di gloria. In quel sofonne mo- ' mento mi parve che perfino I colombi

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